“E` bene per voi che io me ne vada”.

Transcript

“E` bene per voi che io me ne vada”.
Scuola di preghiera, 19.11.2012
“E’ BENE CHE IO ME NE VADA” (Gv 16,1-15)
Primo incontro
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno
dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né
me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto.
Non ve l'ho detto dal principio, perché ero con voi. Ora però vado da colui
che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché
vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la
verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non
verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando
sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo
alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la
verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi
annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che
è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
1. “E’ bene per voi che io me ne vada”. Ma come Signore, proprio adesso devi andartene? Proprio adesso che i nostri occhi cominciano ad aprirsi? Proprio adesso che cominciamo a capire
qualcosa di te? Proprio adesso che viene il più bello? Ci chiedi di
andare in tutto il mondo a parlare di te e tu ci lasci soli?
“Vi scacceranno dalle sinagoghe, anzi viene l’ora in cui chiunque vi
ucciderà crederà di rendere culto a Dio”.
Proprio ora te ne vai, sapendo che a noi toccherà questa sorte
drammatica? Anzi pure ce lo ricordi. Ci lasci soli a testimoniarti?
Ci lasci soli a lottare per te e per un ideale di vita che è così difficile ed esigente?
1
“E’ bene per voi che io me ne vada perché se non me ne vado non
verrà a voi il Consolatore”.
Proprio adesso Signore te ne vuoi andare? Adesso che abbiamo
bisogno di te, della tua parola, del tuo consiglio, della tua compagnia? E poi questo aiuto, questo consolatore, lo Spirito Santo, sarà
all’altezza? Non sappiamo niente di Lui. Tu eri visibile, potevamo
toccarti, parlarti, ma questo Spirito ci sembra qualcosa di così vago e misterioso! Come si dice, sappiamo chi perdiamo e non sappiamo chi arriva!
2. Cari amici, immagino che questi saranno stati i pensieri e forse
anche le parole dei discepoli di Gesù di fronte all’annuncio che lui
se ne sarebbe andato. Perché Gesù se ne va? Perché dice addirittura che è bene che lui se ne vada perché così verrà lo Spirito?
Gesù ha compiuto la sua missione, ci ha detto e dato tutto. Ci ha
detto che Dio è un Padre, che ci ama e ci perdona; che è un pastore
che ha cura di noi e se ci perdiamo viene in cerca di noi; che ama i
buoni e i cattivi.
E poi ci ha svelato il segreto della nostra esistenza: noi siamo sue
creature, anzi siamo figli pensati e voluti dal suo amore e chiamati
a realizzarci nell’amore; ci ha mostrato che la vera felicità non sta
nel trattenere la vita ma nel donarla; ha preparato un posto per
noi e oltre il tunnel buio del dolore e della morte ci ha promesso
che c’è una mano che ci porterà nell’infinita luce e pace di un abbraccio d’amore che mai terminerà.
E a suggellare tutto questo Gesù ci ha dato tutto in quel supremo
atto d’amore che è stato il dono della vita per la nostra salvezza. E
poi ci ha dato la Parola, la chiesa, i sacramenti per rimanere sempre con noi.
Il tempo che viene dopo la venuta di Gesù è quello in cui lo scriba
tira fuori cose antiche e cose nuove senza che mai il tesoro si esaurisca. Questi duemila anni sono stati il tempo dello approfondimento, della scoperta di aspetti sempre nuovi del mistero di Gesù e dell’uomo. Il tempo della riposta al suo amore di innumerevoli schiere di uomini e donne fino a noi che siamo qui oggi. Certo è
2
stato anche il tempo del rifiuto e delle eresie, delle guerre di religione e delle ambigue realizzazioni del suo vangelo.
Gesù se ne va nel senso che finisce la sua presenza fisica e corporea ma egli rimane nella persona dello Spirito santo che è il Dio oltre i confini della Palestina, il Dio che abita il cuore dell’uomo e le
trame della storia, il Dio presente quando Francesco si spogliava
dei suoi vestiti per sposare madonna povertà e che piangeva
quando ad Auschvitz moriva un uomo, il Dio che dà la forza di amare fino in fondo ai santi e ai martiri e ha suggerito alla Chiesa la
fantasia del rinnovamento conciliare.
3. Cari amici, lo Spirito noi l’abbiamo ricevuto fin dal giorno del
nostro battesimo. Siamo stati battezzati nel nome del Padre che ci
ha amati e voluti fin dall’eternità, nel nome del Figlio che ci ha salvati morendo e risorgendo, nel nome dello Spirito che ci accompagna a vivere la nostra esistenza come discepoli del Vangelo.
Gesù lascia questa terra e passa le consegne a noi. Ci dona lo Spirito perché possiamo vivere e testimoniare il Vangelo. Di fronte alle
sfide della vita lo Spirito ci accompagnerà. Il testimone passa da
Gesù a noi ma abbiamo la certezza che possiamo farcela perché
non siamo soli.
Nella vita abbiamo ricevuto tanto: amore, cultura, amici, titoli di
studio. Siamo cresciuti frequentando la parrocchia e i gruppi, la
catechesi e la liturgia.
Viene il tempo in cui, diventati grandi, dobbiamo portare il nostro
contributo alla storia umana e anche alla costruzione del regno.
Sarà un contributo piccolo, sarà marginale ma è il nostro contributo in base alle nostre capacità e alla voglia di farlo.
“E’ bene che io me ne vada perché ora tocca a voi”. Ora tocca a voi
credere, amare, testimoniare, pregare, essere sale e lievito, perdonare. Il dono esige un’assunzione di responsabilità, la chiamata attende una risposta, la Parola chiede di essere proclamata, l’amore
domanda di essere riamato.
Un giorno abbiamo ricevuto anche la cresima. Si chiama sacramento della conferma. Conferma che quello che abbiamo ricevuto
lo vogliamo far nostro e vivere. Conferma che vogliamo vivere da
3
discepoli del Signore nella vita di ogni giorno, a scuola, al lavoro,
nelle relazioni; conferma che vogliamo che il Vangelo sia la nostra
bussola nelle scelte della vita; l’Eucaristia il nostro pane per il
cammino, la chiesa parte della nostra famiglia, la testimonianza il
segno di ciò in cui crediamo.
Sappiamo bene che per tanti vostri coetanei la cresima è stato il
sacramento dell’addio per mille motivi legati all’età, a passaggi difficili, all’attrazione e al fascino di tante altre cose.
Tu sei ancora qua. Un giorno Gesù aveva detto ai discepoli rimasti
soli a seguirlo: “Volete andarvene anche voi?” Conosciamo la risposta di Pietro.
E tu perché sei ancora qua? Perché la cerchia degli amici è quella
della parrocchia? Perché fai un servizio? Perché non hai ancora
trovato cose più attraenti? Sei qua perché lo Spirito ti accompagna
ma stasera vorrei chiederti di esplicitare le tue ragioni: “Perché
sei ancora qui?” “Perché non te ne sei andato?” “Cosa ti trattiene?”
Prova a rendere esplicite a te stesso le ragioni di una scelta come
quella di essere ancora cristiano.
A noi che siamo qui stasera, il Signore dice con chiarezza che non
siamo soli. Nel giorno della risposta e della responsabilità, com’è
stato quello della cresima, quando sembrava che tutto dovesse dipendere da noi, Dio ci ha ancora una volta riempito di doni nella
persona dello Spirito Santo. Siamo stati segnati sulla fronte con
l’olio dei consacrati, ci sono state imposte le mani e su di noi è sceso ancora una volta lo Spirito.
Spirito di scienza e sapienza per poter penetrare sempre più i misteri di Gesù e della vita. Spirito di fortezza e di timore per affrontare le prove con umiltà e abbandono alla provvidenza. Spirito di
consiglio per aiutarci a compiere le scelte giuste. Nella fatica lo
Spirito ci ha dato la forza, nel dolore ci ha consolato. Egli moltiplicherà la gioia e asciugherà le lacrime.
4. All’inizio del nostro itinerario, nel quale vorremmo riscoprire e
rivivere il sacramento della cresima, ci chiediamo a che punto
siamo nel nostro cammino di risposta al Signore. Ci chiediamo se
4
ci sembra di aver capito a cosa il Signore ci chiami, quale sia il nostro posto e il nostro compito nel mondo e nella chiesa.
Viene il tempo che il dono diventi assunzione di responsabilità. La
cresima ci invita a guardare le scelte della nostra vita, quelle esplicite e quelle implicite che abbiamo fatto e stiamo vivendo. E’ tempo che ci chiediamo: che sarà della mia vita? Che farò? Cosa vuole
Dio da me? Che posto sto dando a Dio nella mia vita? Come sto vivendo la mia testimonianza cristiana?
Abbiamo ascoltato la provocante testimonianza di Ignazio di Loyola: l’inquietudine interiore l’ha portato a decidere di donarsi al
Signore. Ma in quella inquietudine c’era lo Spirito e in quella decisione c’era il soffio e la carezza dello Spirito.
La cresima continua oggi. Quel giorno nell’albero della nostra vita
sono sbocciati i primi frutti; è tempo di continuare a coltivare
quella pianta perché diventi rigogliosa.
Quest’anno la scuola di preghiera accanto alla preghiera guidata, a
quella silenziosa in chiesa, alla possibilità di confessarsi e di condividere con altri, ti regala due opportunità:
- la prima è un laboratorio sul discernimento per darti alcuni
strumenti per interrogarti sulla tua vita, sulle scelte che un giovane si trova a compiere anche per quanto riguarda la vita cristiana.
- la seconda è la possibilità di continuare la preghiera e anche di
confrontarti con un sacerdote tutti i mercoledì pomeriggio quando
in seminario viviamo la preghiera e le confessioni. Le porte del
seminario si aprono a tutti i giovani che vorranno regalarsi uno
spazio di preghiera e silenzio e confrontarsi con un sacerdote.
Perché quella pianta diventi rigogliosa, perché non ci si fermi ai
primi frutti, perché la scuola di preghiera abbia una continuità.
“E’ bene che io me ne vada perché se io non me ne vado non verrà
a voi il Paraclito”. Questo è il tempo dello Spirito e anche della nostra risposta.
5