Lettera di dimissioni - Dipartimento Facoltà di Giurisprudenza
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Lettera di dimissioni - Dipartimento Facoltà di Giurisprudenza
From: Claudio Della Volpe Sent: Tuesday, April 05, 2011 3:31 PM To: Uff. Organi Collegiali Subject: Lettera di dimissioni dal CdA Cari colleghi, ieri 4 aprile si è tenuta una ennesima riunione "riservata" ed informale convocata da Rettore e Prorettori a cui erano invitati i Direttori di Dipartimento, Presidi, Direttore Generale, con la presenza anche del Presidente Cipolletta, MA non i membri del CdA, per discutere della Norma di attuazione in fase di approvazione, dello Statuto e degli assetti istituzionali. In realtà avevo già avuto informazione di questa riunione, come di una riunione per la quale alcuni avevano chiesto la partecipazione dei membri del CdA, ma la cosa non è stata accettata. Insomma per l'ennesima volta il CdA, che è l'unico organo effettivamente collegiale, che comprende sia le rappresentanze che gli stakeholder dell'università è stato escluso da una discussione chiave. Questo fa il paio con il contrasto che vi ho segnalato nel mio recente riassunto dell'ultimo CdA, nel quale mentre Presidente, Rettore, Prorettore e uno dei membri esterni sostenevano che i giochi erano ormai fatti sulla Norma, il consigliere Pinter ci aveva spedito il testo dichiarando che c'era ancora la possibilità di intervenire ed anzi invitando ad esprimersi in merito. Insomma è chiaro che è in atto uno scontro politico nel quale occorre prendere posizione fra diverse visioni delle cose. Fra i miei colleghi di CdA, la cosa non sembra aver destato scandalo; ho ricevuto solo tre commenti che vi sintetizzo: la cosa è preoccupante ma ho da fare; cosa potremmo fare? ben poco; lasciamoli discutere di assetto futuro e proponiamo di avere un bilancio sociale. Sinceramente mi pare di non poter condividere nessuno di questi approcci, che fra l'altro lasciano in mano ad un gruppo di tutti e soli ordinari la discussione e la decisione sul nostro futuro. Stiamo abbandonando una strada, quella della collegialità, che era scritta a grandi lettere nella 590 e che viene comunque a parole rivendicata anche nella relazione di accompagnamento alla Norma attuale, ma che nei fatti è destinata a rimanere lettera morta. Considerate solo questo; la Norma prevede che siano Rettore e Presidente, quindi coloro che governano di fatto l'Università attuale a decidere con chi altri scriveranno lo Statuto ed a scriverlo con loro; come se il Governo si nominasse una commissione per riscrivere la Costituzione, un palese conflitto di attribuzioni! I governi non possono scrivere le Costituzioni, a meno di non essere dittature più o meno mascherate. Invece la filosofia dominante appare quella per la quale la massima calamità sarebbe il conflitto di interessi fra chi studia e lavora nell'Università e gli organi di decisione; per cui sono costoro che devono essere e rimanere estranei nelle circostanze chiave: separare chi decide da chi viene influenzato dalle decisioni. Ma questo non vale paradossalmente nè per i politici in genere, che scommetto faranno a gara per entrare nei futuri organi, e nemmeno per coloro che effettivamente decidono oggi: Presidente, Rettore, Presidi, Direttori e Direttore Generale; tutti costoro vengono sistematicamente convocati e consultati. A questo punto mi appare chiaro che il mio ruolo di eletto in CdA non serve a nulla, è diventato inutile, nella sostanza e comunque preferisco giocare una carta diversa, quella di denunciare con forza questa situazione a mio parere paradossale. Con la presente lettera decido quindi, e ve lo comunico, e comunico al Rettore ed al Presidente, la mia decisione di dimettermi dal CdA attuale. Termino con un paio di appunti generali su questa situazione: - alcuni colleghi pensano che sia positivo affidare alla politica locale la gestione di fatto dell'Università; che tale politica sia migliore della media nazionale; personalmente non credo che questo sia un fattore determinante; devo proprio ricordare come l'attuale presidente della C12 sia stato inquisito in passato e condannato per concussione e corruzione? devo ricordare che in questi giorni sono arrivate a compimento grandi manovre della PAT per ricostruire un sistema di comando della ricerca ed università che prevede la terna Cipolletta-Egidi-Tomasi? che Egidi si è già espresso per alcuni indirizzi da dare all'università nel futuro sulle pagine della stampa locale? E' questa Università "eterodiretta" che volete? - alcuni colleghi pensano che la cosa da evitare come la peste sia proprio la collegialità, ossia la partecipazione di rappresentanti del personale, dei docenti o dei ricercatori ad organi come il CdA; mentre ritengono contemporaneamente che chi governa ora sia il più adatto ad esprimere le regole future; credo che questo sia uno dei più vistosi conflitti di principio che si possano avere in democrazia: pare che per essere efficienti occorra eliminare criteri di check-and-balance che sono stati invece faticosamente stabiliti nel nostro paese; - alcuni colleghi ritengono che occorra mettere la qualità contro l'efficienza, ossia ritengono per dirla in soldoni che "i secondi arrivati non contino"; questo a mio parere è falso; il nostro Presidente, che è stato fino pochi mesi fa anche Presidente di un monopolio nazionale, ha espresso la stessa filosofia, che è, nei fatti, una filosofia del mercato oligopolistico: primeggiare nei settori che producono profitto e abbandonare gli altri, per esempio quelli sociali (in pratica si ai Freccia Rossa e no al trasporto locale); sul piano universitario l'eccellenza è semplicemente l'equivalente dei Freccia Rossa: quindi si ai settori che potrebbero assicurare di emergere sul piano internazionale, tagliamo il resto, non importa quale ne sia la qualità: o siamo i primi "in qualcosa" o non contiamo nulla. - d'altronde, e termino, cosa altro potrebbe fare una PAT che già sfiora il 5-6% di spesa budget in ricerca ed Università se non ristrutturare completamente il settore per potere sperare di continuare a mantenerlo in futuro? quali settori saranno giocoforza "chiusi", quali "rami secchi" (saranno Facoltà o Dipartimenti) della cultura tagliati? come saranno giocati i settori della ricerca delle fondazioni contro quelli dell'Università? e il personale? quale sarà il ruolo della figura del "research professor", che sembra fatto apposta per accogliere nell'Università figure che migreranno dalle fondazioni? Anche se sono convinto che questo sia il momento per noi tutti di agire, se non ora quando? (che non è uno slogan politichese, ma un'opera di Primo Levi), il recente atteggiamento dei colleghi in CdA mi ha convinto che le posizioni che esprimo qui sono di fatto minoritarie, di fronte alle potenti illusioni generate dalla Delega provinciale. Preferisco allora farmi da parte e lasciare spazio ad altri; occorre aspettare che le illusioni si sedimentino per continuare in altri modi la battaglia per una Università migliore; spero di non aver deluso chi mi ha votato e tanto meno di deluderlo con questa decisione. -************************************************************************ Claudio Della Volpe Università of Trento Ricercatore di Chimica Fisica Applicata Tel +39-0461-882409 (10-11-12) ; Fax +39-0461-881977 Dipart. di Ingegneria dei Materiali e Tecnologie Industriali