Benchmarking su voucher e servizi alla persona in Europa. Svezia
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Benchmarking su voucher e servizi alla persona in Europa. Svezia
Benchmarking sui voucher e servizi alla persona in Europa Svezia Supporti documentali ed informativi per la governance e la qualificazione dei sistemi Maggio 2009 IL LAVORO ACCESSORIO: SVEZIA CAPITOLO I. ELEMENTI DI SCENARIO Come viene definito il lavoro accessorio Va evidenziato subito che in Svezia, non esiste il concetto di lavoro accessorio così come viene inteso in Italia. Nel nostro paese le prestazioni di lavoro accessorio sono attività lavorative di natura occasionale svolte da soggetti a rischio di esclusione sociale o, comunque, non ancora entrati nel mercato del lavoro o in procinto di uscirne. Per lo più si tratta di prestazioni svolte presso il domicilio di colui che richiede il servizio e aventi come oggetto l’assistenza agli anziani, la sorveglianza ai bambini e una serie di servizi alle persone non autonome oltre a piccoli lavori domestici o dei campi come ad es. la vendemmia. La realtà svedese è ben diversa e l’assistenza alle persone è gratuita. L’assistenza sociale viene erogata dai Comuni e quella sanitaria dalle Contee; questo tipo di organizzazione fa sì che a tutti i livelli si avverta il problema dell’integrazione dei servizi che invece assilla il nostro Paese. In Svezia (così come anche in Danimarca), esiste una rete estesa di centri diurni, servizi domiciliari, nursing home e centri di riabilitazione a degenza breve. Ecco perché in quel paese non ha molto senso parlare di lavoro accessorio o servizi alla persona così come vengono intesi in Francia o in Belgio, dove il problema viene affrontato in maniera totalmente diversa a causa del sistema pubblico che non si assume l’onere di questo tipo di servizi. Per questo motivo, la maggior parte degli indicatori di questa scheda non sarà informata. Gli strumenti utilizzati per la copertura dei costi (voucher, ecc) Il voucher viene utilizzato nel settore scolastico in modo che ogni studente ne sia dotato e posa scegliere l’istituto scolastico che più gli aggrada (pubblico o privato). I beneficiari del lavoro accessorio. Chi sono e requisiti I servizi di assistenza sono accessibili a chiunque e non rientrano nel concetto di lavoro accessorio così come inteso nel nostro paese. Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, l'obiettivo principale del settore pubblico è volto al mantenimento della buona salute per tutta la popolazione. Il Consiglio di Contea è l'organo maggiormente responsabile di tali servizi sia per quanto riguarda l'aspetto organizzativo che per quello economico poiché impone tasse per incrementare le necessarie risorse finanziarie. L'assistenza di base è il punto di forza dell'organizzazione sanitaria svedese: viene erogata nei distretti, nelle circoscrizioni e nei singoli quartieri, affinché il ricovero sia riservato solo ai casi non gestibili a domicilio. Tale assistenza viene fornita anche da medici e fisioterapisti privati; per i bambini in età scolare l'assistenza è gratuita così come i regolari controlli per le gestanti. 2 I prestatori del lavoro accessorio. Chi sono e requisiti Particolari categorie contemplate Com’è organizzato il sistema di governance del lavoro accessorio Nel caso di assistenza sanitaria, i prestatori sono, come detto precedentemente, infermieri, fisioterapisti, psicologi che vengono pagati dallo Stato. Per settori relativi ai lavori domestici, le persone utilizzano manodopera locale che non utilizza il voucher come strumento di pagamento. Prendiamo come esempio i servizi all’infanzia. In Svezia, tradizionalmente i servizi all’infanzia detengono un ruolo molto importante all’interno del sistema di welfare poiché è attraverso questi che si pongono le basi per l’uguaglianza fra sessi e fra le classi sociali. Il settore pubblico è da sempre il più grande fornitore di servizi per l’infanzia, tanto che, nel 2000, l’83% dei bambini iscritti a servizi prescolastici frequentava strutture pubbliche. La parte non pubblica è suddivisa per due terzi nel “terzo settore” e il resto in altre organizzazioni generalmente a scopo di lucro. I 290 comuni in cui è suddivisa la Svezia sono i fornitori pubblici di servizi per l’infanzia e godono di larga indipendenza dall’amministrazione centrale; infatti, i processi decisionali vengono attuati a livello locale. La partecipazione degli utenti è indiretta, poiché essi possono solamente esprimere le loro preferenze durante le elezioni amministrative. Il livello di partecipazione dei genitori varia a seconda dei comuni e delle strutture ma è generalmente piuttosto basso. Il settore a scopo di lucro è quello meno significativo nella totalità dei servizi per l’infanzia. Esso tuttavia ha avuto un notevole sviluppo dopo le nuove regolamentazioni introdotte nel 1992, che hanno portato ad un incremento del numero di strutture da 41, nel 1992, a 215 nel 1995. La maggior parte dei fornitori privati (a scopo di lucro) è costituita da singole strutture o da imprese che hanno investito in questo settore. Le cooperative dei genitori rappresentano la realtà più significativa di fornitori “non pubblici” nell’ambito dei servizi per l’infanzia e si trovano ad essere una valida alternativa al servizio pubblico che è quasi sempre oberato da lunghe liste di attesa. Attraverso una riforma che risale al 1985, queste cooperative hanno ottenuto il diritto a finanziamenti pubblici, tanto che il numero è raddoppiato nell’arco di due anni e continua tuttora a crescere. Gli attori principali sono costituiti da singole strutture, alcune delle quali fondate da gruppi di genitori unitisi per svolgere servizi di cura per i bambini. In questo caso, le decisioni vengono prese dai genitori, che sono anche gli utenti, sempre nei limiti permessi dalla legge. Nelle cooperative la partecipazione dei genitori è molto alta, in quanto essi svolgono anche particolari mansioni per abbassare i costi, come la pulizia della scuola in determinati periodi dell’anno o la manutenzione delle strutture. CAPITOLO II. I SETTORI DI ATTIVITÀ Il lavoro accessorio e la sua dimensione nel settore dei servizi domiciliari e alla persona La Svezia fornisce, attraverso i comuni, servizi domiciliari che funzionano 24 ore al giorno per tutti i giorni della settimana. Addirittura il 32% degli assistiti, già nel 1997 riceveva un intervento di assistenza o cura domiciliare di sera o di notte. I compiti del servizio 3 includono per esempio pulizia e lavanderia, aiuto per fare gli acquisti, commissioni all’ufficio postale ed in banca e preparazione dei pasti. La cura personale, che è quella per la quale viene speso il 50-80% del tempo totale di assistenza, può includere l’assistenza per mangiare e bere, l’assistenza per vestirsi, l’igiene personale e l’aiuto negli spostamenti. Per coloro che ne hanno la necessità sono disponibili dei sistemi di telecontrollo collegati a centrali dove personale specializzato risponde alle richieste o agli allarmi ricevuti. Già nel 2000, circa l’8,2% delle persone con più di 65 anni (pari a 125.300 soggetti) riceveva assistenza domiciliare da parte dei comuni. La percentuale saliva al 20% se si considerano solo le persone con più di 80 anni. In questi ultimi anni si è registrata una riduzione del numero degli assistiti a domicilio (così come in Finlandia) a causa di una serie di cambiamenti nelle politiche degli enti locali che hanno concentrato le risorse sugli anziani più bisognosi e ridotto le risorse per le prestazioni “domestiche (pulizia e gestione della casa). Per cui, in sostanza, la spesa per l’assistenza domiciliare ha continuato a crescere anche se il numero degli assistiti è diminuito. Gli anziani ricevono mediamente quasi 30 ore di assistenza al mese anche se la distribuzione delle ore è molto disomogenea tanto che la maggior parte degli assistiti riceve meno di 26 ore di assistenza alla settimana. Negli anni ’90 è diventata sempre più diffusa l’assistenza a domicilio anche per persone che avevano bisogno di cure specialistiche, per cui si sono sviluppati servizi che prestano assistenza infermieristica e medica a domicilio, anche a pazienti terminali. Circa un terzo delle persone che ricevono assistenza domiciliare riceve anche cure domiciliari. L’aspetto importante è che circa metà dei comuni svedesi ha scelto di assumere il controllo e la responsabilità dell’assistenza infermieristica che, senza questa assunzione di responsabilità, spetterebbe invece alle Contee. In questo modo i servizi domiciliari sociali e sanitari vengono forniti in maniera unitaria ed integrata. Esiste poi un altro tipo di cure domiciliari gestite direttamente dall’ospedale che, con il proprio personale medico ed infermieristico effettua, al domicilio dell’assistito, un’attività tipicamente ospedaliera. Con questa modalità si assistono, in seguito alla dimissione dall’ospedale, i malati terminali che hanno bisogno di terapie antidolorifiche continue, i pazienti con malattie respiratorie che necessitano di aspirazione e di ossigenoterapia e gli asmatici che hanno bisogno di un ciclo di terapia endovena per un riacutizzarsi della patologia broncospastica. A questo 8% di anziani complessivamente assistiti a domicilio si aggiunge poi un altro 3% di anziani assistiti con servizi semiresidenziali diurni (daytime activities). La cifra è sicuramente significativa e il fenomeno va rilevato perché nessun altro paese raggiunge tale risultato. I servizi semiresidenziali diurni forniscono trattamenti e riabilitazione durante il giorno per persone sofferenti per esempio di demenza senile, per persone con problemi mentali ed altri anziani con necessità di trattamenti riabilitativi. Tali servizi, che non possono rientrare nella categoria dei servizi domiciliari, influiscono però, per la loro diffusione, sul numero di assistiti al domicilio. CAPITOLO III. I BUONI-LAVORO O VOUCHER Il voucher come 4 semplificazione amministrativa Esiste solamente l’Individual Learning Account che ha uno scopo ed un funzionamento completamente diversi dal Cesu francese o comunque dai vouchers intesi come strumento di pagamento un servizio svolto a domicilo. Si tratta in pratica di un conto attribuito ad un beneficiario nel quale affluiscono importi finalizzati a pagare la sua formazione. Normalmente tali conti vengono alimentati dai datori di Lavoro che, per essere incentivati a farlo, usufruiscono anch’essi di un’esenzione fiscale sulle somme versate entro limiti massimi definiti. 5