Scuola del Saper Fare Italiano-Architettura- Public

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Scuola del Saper Fare Italiano-Architettura- Public
Progetto di una
Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
promossa da Altagamma
Architettura del progetto 1
Release v6 -4/5/2016
Indice
Executive Summary
1. Le due sfide per la società e l’economia italiana: creare lavori di qualità e formare a fare lavori di
qualità
2. Il concept: vision e mission dell’iniziativa
3. Contenuto del programma
4. Il progetto professionale e pedagogico
5. La Struttura istituzionale
6. Ruolo, benefici, contributi delle imprese partecipanti
7. Ruolo, benefici, contributi delle Istituzioni e Associazioni partecipanti
8. L’integrazione con il Parco Scientifico e Tecnologico
9. Il sistema di controllo dei risultati del programma
10. I primi numeri del progetto
11. Cost Revenue Model
12. Il percorso progettuale
Glossario
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Questo documento è stato redatto con la collaborazione del prof. Federico Butera, professore emerito dell’Università di
Milano Bicocca e progettista di organizzazioni, professioni, programmi di formazione
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
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Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
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Executive Summary
La disoccupazione giovanile è una delle più gravi criticità economiche e sociali del paese ed è giunta al 42 %. 2
milioni e mezzo di ragazzi tra i 15 e 29 anni, ossia il 26% dei giovani, sono Neet, ossia che non studiano e non
lavorano, e al Sud in una proporzione quasi doppia del Nord. Come denunciato recentemente anche da Draghi
rischiamo di creare una generazione perduta.
Il lavoro è creato dalle imprese e dalle organizzazioni pubbliche e private oggi sfidate da un cambiamento
economico, geo-politico, tecnologico senza precedenti. Senza innovazione tecnologica, organizzativa,
gestionale, professionale si esce perdenti da una durissima competizione internazionale e non si creano posti di
lavoro. Sviluppare competenze e lavori di qualità è una delle risorse chiave per le imprese e le organizzazioni.
La legge 107 sulla Buona Scuola assegna un rinnovato rilievo all’istruzione e alla formazione tecnica,
regolamenta e promuove iniziative di qualità in questo ambito, decreta la fine dei pregiudizi che hanno fatto
apparire alle famiglie e agli studenti l’Istruzione e la formazione tecnica un canale di seconda classe rispetto ai
licei e alle università.
Ci sono buone leggi e eccellenti esempi: ma la qualità media e i numeri dell’istruzione tecnica sono da
migliorare nettamente. Per ottenere ciò in breve tempo c’è bisogno di moltiplicare in breve tempo progetti di
eccellenza, canali e iniziative di diffusione delle best practices, robusti network fra istituzioni educative,
imprese, istituzioni. Come contributo di concretezza e di operatività alla crescita della istruzione tecnica e
professionale italiana, a beneficio dell’occupazione dei giovani e della competitività delle imprese, Altagamma
propone di rendere disponibile in modo strutturato lo scrigno di competenze accumulate dalle imprese di
Altagamma e di altre imprese dell’Italian Way of Doing Industry: competenze scientifiche, tecnologiche,
estetiche, organizzative, commerciali, valoriali.
Il progetto di creare una “Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano” nasce in Fondazione Altagamma con due
obiettivi primari:
• da un lato, dare un contributo al problema cruciale della disoccupazione giovanile in Italia;
• dall’altro, rispondere ad una forte esigenza delle imprese italiane - in particolare quelle creative quali
moda, alimentare, arredo, gioiellerie e quelle a più alto livello di innovazione tecnologica come
automazione, biotecnologie, farmaceutica etc – non solo di trovare quei talenti di mestiere e di
professione che sono indispensabili per la sostenibilità del loro business e per competere a livello
globale ma di sviluppare lavori di nuova generazione che contribuiscano all’innovazione dell’impresa.
La Scuola è un progetto nazionale per le imprese dell’Italian Way of Doing Industry e per i giovani italiani. Una
scuola unica e di nuova concezione che si ripropone di sviluppare new skills and new jobs, ossia crei non solo
competenze per i lavori del futuro ma che contribuiscano a crearli, adottando nuovi paradigmi. La Scuola si
impegna a sviluppare modelli di lavoro innovativi che combinano capacità di pensiero sistemico e progettuale,
competenze specifiche di prodotto e processo, competenze digitali, capacità artigiane anche manuali: e
soprattutto modelli di lavoro che evolvano mentre si forma e evolve la persona, crescendo nei propri “ruoli
agiti”.
Il Saper Fare Italiano 4.0. che le imprese di Altagamma vogliono mettere a disposizione e rafforzare a beneficio
dei giovani e del sistema di istruzione italiana, infatti è basato non solo su una preziosa maestria artigiana ma
anche su una aggiornata conoscenza ad usare tutti i moderni tipi di tecnologia di prodotto e di informazione, su
una potente capacità di cooperazione,di condivisione delle conoscenze, di comunicazione, di fare comunità e
soprattutto un Saper fare Italiano 4.0. basto sulla eccellenza nell’offrire servizi al cliente interno e al cliente
finale in tutto il mondo. Servizi incorporati o meno in prodotti ma tutti caratterizzati da passione sapiente per il
cliente, da bellezza, tecnologia, valore economico e sociale di quanto viene offerto al cliente. La Scuola quindi
progetterà e realizzerà non solo attività didattiche innovative ma progetterà “lavori nuovi“, il “job design” del
Saper Fare Italiano 4.0. Il modello professionale di riferimento di questi lavori non è solo un futuro artigiano ma
un futuro professionale, che vada oltre al tradizionale lavoro artigiano, al lavoro industriale, alle libere
professioni: un futuro di nuove professioni erogate all’interno delle organizzazione e capaci di produrre servizi
di eccellenza.
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
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La “Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano” sarà promossa e gestita da una Fondazione, la Fondazione
Brunelleschi, cui prenderanno parte imprese, università, centri di ricerca, fondazioni, banche, Istituzioni statali
e regionali, associazioni imprenditoriali, enti educativi e altri. La Scuola vuole candidarsi a essere la prima a
realizzare,compiutamente e in modo riproducibile a livello nazionale, quel Polo Tecnico Professionale previsto
dal DCPM 7 febbraio 2013.
La Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano svilupperà le seguenti attività:
• un piano strategico, condiviso con Istituzioni e imprese, volto a promuovere iniziative relative al sistema di
istruzione tecnica e professionale come un programma culturale che potenzi le infrastrutture educative del
Paese.
• un progetto pilota costituito da un Polo Tecnico Professionale pionieristico costituito da uno o più Istituti
Tecnici Superiori (ITS) di nuova concezione, da una Scuola Professionale di eccellenza, e da una rete di
Istituti Tecnici (IT), di Istituti Professionali (IP) che verranno “adottate” dalla Scuola con iniziative concrete
• un “opificio”, ossia un edificio di pregio in parte visitabile anche il sabato che si offra anche come oggetto
di edutainment e stimolo visivo per gli studenti e coloro che visiteranno il Parco Tecnologico
• un propulsivo nodo della rete dell’Istruzione tecnica e Professionale governata
• un componente del Parco Scientifico e Tecnologico dell’Area Expo, “ The Humane side of the Human
Technopole”. La Scuola formerà ai lavori che producono prodotti e servizi che contribuiscono a un life style
che migliori la qualità della vita. La scuola contribuirà con l’IIT, le Università, il Sistema di Istruzione, le
Istituzioni, le imprese la Scuola non solo alla missione dell’Human Technopole di migliorare la vita ma
anche a costruire una moderna “Encyclopédie”, dove teoria e pratica, cultura e produzione, impresa e
lavoro si combinano fra loro.
• una attività culturale e di diffusione di best practices anche attraverso studi, ricerche, seminari, eventi che
saranno promossi e in molti casi ospitati dalla Scuola.
L’unicità della Scuola è data da
• Il forte impegno delle imprese migliori
• L’ingaggio dell’industria culturale nello sviluppare modelli di produzione di beni e servizi 4.0.
• Una forte sperimentazione strutturale di alternanza scuola lavoro
• Una aspettativa di elevata occupabilità dei diplomati
• Un suo orientamento a creare insieme nuove competenze e nuovi lavori
• Tenere nello stesso programma studenti post diploma e studenti di scuola secondaria
• Creare una massa critica di best practice che si diffonda in modo virale a tutto il mondo dell’istruzione
tecnica
I partner e gli stakeholder del progetto saranno costituiti da un equilibrato mix di soggetti pubblici e privati
che insieme intendono costruire un caso innovativo di Italy by design.
Si è identificato nell’area post-expo il luogo anche simbolico ideale per realizzare il progetto. La “Scuola
Politecnica del Sapere Fare Italiano” è una componente essenziale del Parco Scientifico e Tecnologico che
sorgerà nell’are EXPO. Con l’l’Human Technopole la Scuola scambia conoscenze, logistica, infrastrutture. Più in
dettaglio il contributo della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano al sistema del Parco Scientifico e
Tecnologico di Nexpo si concentrerà nel fornire un contributo al knowledge transfer; nel favorire un forte
ingaggio nelle attività del parco da parte delle migliori aziende dell’ Italian Way of Doing Industry; nel
contribuire al programma focus del Parco nei domini specifici della salute e il benessere dell’uomo dello Human
Technopole attraverso le competenze delle imprese dell’Alimentare (per il fondamentale impatto che una
buona qualità dei cibi e delle bevande ha sulla salute), dell’Automazione (per il suo impatto nella robotica
medica e assistenziale, nella diagnostica e nelle pratiche mediche e nelle protesi) , delle aziende eccellenti delle
aree delle biotecnologie, della farmaceutica, della chimica, dell’informatica; nel fornire e ricevere contributi
relativi all’ impiego dei big data in materia di life style; nel formare all’utilizzo di competenze e metodologie di
trasferimento tecnologico dalla ricerca alle applicazioni industriali; nel contribuire alla diffusione dei risultati
della ricerca, reinventando i mestieri e le professioni dell’industria 4.0; con le nuove professioni e con la cultura
che le sottende, contribuire allo sviluppo di imprese innovative e integrali, ossia capaci di perseguire e
realizzare insieme obiettivi economici e umani.
La Scuola Politecnica del Saper fare Italiano sarà gestita da una fondazione che chiameremo “Fondazione
Brunelleschi”, la quale includerà i soggetti chiave che finanziano il progetto: imprese, istituzioni, enti educativi.
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
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In un eventuale transitorio per i lavori in area Expo la Scuola potrà essere ospitata in una adeguata struttura a
Milano.
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1. Le due sfide per la società e l’economia italiane
A. Creare lavori di qualità
La disoccupazione giovanile è una delle più gravi criticità economiche e sociali del paese ed è giunta
al 42 %. Questo 42% poi è diversamente distribuito fra Nord e Sud.
2 milioni e mezzo di ragazzi tra i 15 e 29 anni, ossia il 26% dei giovani, sono Neet, ossia che non
studiano e non lavorano; e al Sud in una proporzione quasi doppia del Nord.
La dispersione scolastica, che preannuncia problemi nella susseguente occupazione, pesa per il 18%
della popolazione scolastica. Infatti 1 ragazzo su 4, tra quelli considerati Neet, ha alle spalle un
percorso scolastico di abbandono, segno di una scuola che non orienta, non impegna, non aiuta.
Le cause della disoccupazione giovanile sono molte.
La crisi economica è certamente una: i NEET sono aumentati di 550.000 unità negli ultimi sette anni.
Gli ostacoli normativi e fiscali all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro sono alti: il Jobs Act ha
affrontato questo aspetto e si stanno registrati significativi miglioramenti ma la strada è ancora
lunga.
Vi è un cronico mismatch fra offerta e domanda di lavoro: le imprese spesso non trovano le persone
che occorrono, in particolare i mestieri e le professioni tecniche. Secondo il MIUR, 110.000 sono i
diplomati tecnici e professionali che le imprese ancora non trovano. Per Unioncamere 76.000 sono i
profili che le imprese stentano a coprire, soprattutto in aree IT e Manufacturing 4.0.
E’ in corso una race against the machine, una gara contro le macchine come sostengono Brynjolfsson
e McAfee del MIT: le tecnologie sono in grado di assorbire non solo i lavori operativi ma anche i lavori
ad alto contenuto di conoscenza. Questo sta erodendo gli spazi per l’occupazione e soprattutto
quella delle fasce più deboli come i giovani e le donne. La strada è in primo luogo quella di rispondere
a nuovi crescenti bisogni: e questo è il compito delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni che
offrono servizi. E in secondo luogo assegnare al lavoro quello che non vorremmo vedere affidato alla
macchine: la creatività, la produzione della bellezza, il servizio, la corrispondenza dei prodotti e dei
servizi ai bisogni, alle aspirazioni, alle esperienze, alle esigenze di relazione con i clienti esterni ma
anche interni.
Per questo non basta solo tentare di fare incontrare meglio domanda e offerta di lavoro: occorre
creare new skills for new jobs. Il Cedefop (The European Centre for the Development of Vocational
Training) ha stimato qualche anno fa che in Europa entro il 2020, a fronte di oltre 4 milioni e mezzo di
posti di lavoro di modesto valore nell’industria e nell’agricoltura che scompariranno, si creeranno
all’incirca sette milioni di nuovi lavori in più. Vi sarà un intenso turnover: i lavori che faranno i
lavoratori che entrano nel mercato del lavoro non saranno in larga misura gli stessi lavori lasciati da
chi va in pensione o si sposta. Molti dei nuovi lavori saranno occupazioni caratterizzate da alti livelli di
conoscenza e competenza, come manager di alto livello, professional nelle organizzazioni (associate
professional), tecnici, come rappresentato dal grafico seguente.
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
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Cambiamento della struttura occupazionale (EU-27+)
Fonte: Cedefop, Febbraio 2010
La disoccupazione quindi si combatte creando posti di lavoro che siano componenti dei nuovi sistemi
e modelli di produzione che si stanno sviluppando: la competizione con i paesi dove il costo del
lavoro è basso si vince nell’aggiungere valore alla manifattura, nell’integrare prodotti e servizi, nel
produrre servizi di alto valore, nell’offrirli ad un mercato internazionale. Questa missione è
largamente affidata ai lavoratori della conoscenza ossia a professional, tecnici, capi intermedi, operai
e impiegati specializzati, artigiani che usano e sviluppano tutti i tipi di conoscenza astratta e pratica
applicandola a produrre prodotti e servizi eccellenti nelle organizzazioni in forte relazione con il
cliente finale o con il cliente interno. Essi, oltre ad essere regolati da sistemi fiscali e normativi che
incentivino le imprese ad impiegarli, vanno inseriti in forme di organizzazione del lavoro che ne
potenzino produttività e creatività, in sistemi professionali che riconoscano e sviluppino il loro
emergente paradigma. Essi vanno formati sia all’inizio che nel corso della loro vita lavorativa.
Occorre, in sintesi, concepire e rafforzare un “futuro professionale”.
Nella competizione internazionale, questi new jobs servono alle imprese italiane per assicurare
quella dei propri prodotti e servizi, che li rende apprezzabili a livello internazionale.
La qualità del lavoro e dei lavoratori è quindi la variabile chiave del successo del sistema produttivo
italiano e della crescita culturale ed economica dei giovani.
B. Formare a fare lavori di qualità
Quindi lo sviluppo di nuovi sistemi professionali basati non solo sulle conoscenze, le abilità, sul saper
fare ma anche sul sapere cooperare, condividere e sviluppare conoscenze, padroneggiare e
sviluppare le tecnologie: creare nuovi lavori e formare ad essi le persone è la chiave di volta che
collega la domanda di lavoro inevasa delle imprese e l’offerta non valorizzata di una generazione di
giovani.
Questa chiave di volta deve concretarsi in progetti esemplari comunicabili che mostrino che il
cambiamento del lavoro e delle professionalità è possibile e utile. Tali progetti e il loro senso devono
diffondersi in modo virale in modo che diventino un nuovo sistema nervoso che rivitalizzi il sistema
dell’istruzione e della formazione tecnica di cui i giovani e le imprese hanno disperatamente bisogno.
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In questo quadro, il ruolo della scuola e dell’università per formare a fare questi lavori è
determinante.
Per quanto riguarda l’istruzione tecnica e
professionale, parallela ai licei, essa presenta
un numero di studenti quasi uguale a quello dei
licei: gli studenti di Istituti tecnici sono 875.000,
gli studenti di Istituti Professionali sono
545.000. I rapporti delle Scuole Tecniche con le
Università e i Centri di Ricerca sono flebili
mentre in Germania, Svizzera, Francia esiste
istituzionalmente un rapporto simbiotico.
Per
quanto
riguarda
la
formazione
postsecondaria,
parallela
ai
percorsi
accademici, oggi in Italia vi sono 87 ITS gestiti
da fondazioni che erogano oltre 300 corsi a circa 5.500 studenti. Le università sono 95 tra pubbliche e
private, e coinvolgono oltre 1 milione 600 mila studenti.
Come scrivono Attilio Oliva e Gian Felice Rocca2 “ l’Istruzione tecnica, tradizionale punta di eccellenza
del sistema scolastico italiano, è stata soggetta negli ultimi venti anni a spinte e riforme
contraddittorie che ne hanno indebolito l’offerta formativa e la capacità di attrazione per famiglie ed
imprese. Una delle ragioni di questo declino è il persistere, nel nostro Paese, di una fuorviante
gerarchia dei saperi tra cultura umanistica e cultura tecnico-scientifica tipica della nostra tradizione
filosofica: di conseguenza si è verificata una progressiva omologazione degli istituti tecnici ai licei, la
cosiddetta “licealizzazione.. Si è spesso trattato anche di un cattivo “orientamento”:..Molti studenti e
famiglie rischiano così di compiere scelte inappropriate (vedi, anche per ragioni di status, la corsa
verso i licei e poi verso l’università per giovani con aspirazioni, bisogni e forme di intelligenza che
raccomanderebbero scelte diverse).
Le ragioni a favore di un miglioramento e di un rilancio dell’istruzione tecnica sono varie. Ci sono
ragioni economiche, come innalzare complessivamente la qualità del capitale umano, formare
quadri tecnici e tecnici superiori, elevare il tasso di cultura tecnico-scientifica. Ci sono anche ragioni
politiche: il famoso Libro Bianco Cresson (Commissaria UE 1996) raccomandava la fine della
contrapposizione tra cultura generale e formazione tecnico-professionale, nonché nuovi ponti tra
scuola, società e impresa,quest’ultima vista senz’altro come luogo formativo. Infine ci sono ragioni
strettamente educative: una scuola di massa non può non tenere conto di forme di intelligenza
multiple, punti di partenza e bisogni differenziati, diversità di talenti e aspirazioni. C’è necessità
quindi di offrire percorsi formativi e ambienti di apprendimento diversificati per ridurre gli abbandoni
e per un più facile accesso al lavoro. Per tutto ciò occorre assicurare lo sviluppo di una dimensione
culturale tecnico scientifica, resa necessaria dai processi di globalizzazione in atto, una dimensione
che il nostro Paese trascura troppo.
Lo dimostrano anche i dati Unioncamere-Excelsior e le previsioni del Cedefop (Centro Europeo per lo
sviluppo della Formazione Professionale): lo sviluppo del contesto sociale, economico e produttivo
nazionale ed internazionale continua a richiedere l’impiego di tecnici intermedi, forniti di una solida
base culturale e di robuste competenze tecnicoscientifiche, che sappiano essere flessibili ed in grado
di gestire i processi produttivi seguendone l’evoluzione e promuovendone l’innovazione; e l’impresa
italiana, che è fortemente caratterizzata dall’utilizzazione e dallo sviluppo di quelle tecnologie
intermedie (medium tech) su cui si basa la nostra capacità produttiva”.
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Attilio Oliva e Gian Felice Rocca Innovare l’istruzione tecnica secondaria e terziaria. Fondazione Tre Elle e Fondazione
Rocca, 2015
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
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2. Il concept: vision e mission dell’iniziativa
Un progetto promosso da Altagamma: rendere disponibile per il paese lo scrigno di competenze
accumulate dalle imprese di Altagamma e dalle altre dell’Italian Way of Doing Industry
L’Italia detiene una quota complessiva di circa il 10% dell’industria culturale e creativa nel
mondo. In Italia questo settore occupa direttamente e indirettamente circa 500.000 addetti e
contribuisce a circa il 4% del PIL, con un forte potenziale di crescita nel giro di pochi anni.
Obiettivo primario di Altagamma è proteggere ed arricchire il patrimonio umano di
conoscenze teoriche e pratiche delle industrie italiane che forniscono prodotti e servizi di
eccellenza. In questo progetto Altagamma, come punta di un iceberg costituito dalle migliori
imprese dell’Italian Way of Doing Industry, rende disponibile le competenze tecnologiche,
estetiche, organizzative, commerciali delle imprese che partecipano al progetto al fine di
rafforzare il sistema dei mestieri e delle professioni e la formazione tecnica italiana, a
beneficio dell’occupazione dei giovani e della competitività delle imprese.
La “Scuola Politecnica del Sapere Fare Italiano”: contenuti del programma e mission
La Scuola è composta da più di un Istituto Tecnico Superiore (ITS) di nuova concezione, una
Scuola di Formazione Professionale e adotta diversi un Istituti Tecnici (IT) e Istituti
Professionali (IP) di eccellenza, che formeranno quello che viene definito dalle recenti leggi
Polo Tecnico Professionale. La Scuola sarà fisicamente collocata in un “opificio”, ossia in un
edificio di pregio in parte visitabile collocato nell’area dell’Expo.
Il programma si ripropone di a) favorire la competitività delle imprese rendendo disponibili
risorse professionali ben formate e sviluppando occupazione di qualità, b) rafforzare il
sistema italiano di istruzione tecnica e formazione, c) promuovere iniziative non marginali
per l’occupazione.
I partner e gli stakeholders del progetto: pubblico e privati insieme per costruire un caso innovativo di
Italy by design
Un programma di collaborazione culturale, tecnica e finanziaria fra pubblico e privato,
promosso da Altagamma per un progetto che intende avere un impatto nazionale attraverso
progetti esemplari, diffusione delle best practices, creazione di network e ecosistemi degli
Istituti. Sull’impulso della legge 107 sulla Buona Scuola che assegna un rinnovato rilievo
all’alternanza scuola-lavori all’istruzione e alla formazione tecnica, ci si ripropone di realizzare
un programma che utilizzi gli ampi margini di manovra consentiti da complesse leggi o
regolamenti: un progetto il cui successo può preludere anche ad un miglioramento
normativo del sistema italiano di istruzione e formazione.
La “Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano” come componente essenziale per contribuire
all’Human Technopole, il Parco Scientifico e Tecnologico di NEXPO
Human Technopole va fatto con tutto il sistema: altri centri di ricerca, università, ospedali,
aziende, scuole con tutto il sistema”. La Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano è una
componente di questo sistema, è “The Humane side of the Human Technopole”.
Da un punto di vista scientifico e tecnologico questo sistema ha una focalizzazione su un’area
di interesse universale che è la salute e il benessere. La Scuola formerà ai lavori che
producono prodotti e servizi che contribuiscono a un life style che migliori la qualità della
vita. Da un punto di vista organizzativo il sistema si configura come un Parco scientifico e
Tecnologico che deriva la sua forza dalla vitalità, autonomia e dalla interazione di tutti i nodi
che operano su quelli e altri domini. Da un punto di vista culturale il sistema è costituito da
una moderna “Encyclopédie”, ossia un grande progetto interdisciplinare, dove teoria e
pratica, cultura e produzione, impresa e lavoro si combinano fra loro.
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
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Il contributo della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano al sistema del PST si concentrerà
a fornire un contributo al knowledge transfer dai centri di ricerca come IIT e le Università
verso le imprese e le persone, e in particolare contribuendo a costruire mestieri e professioni
e a formare le persone facendo riferimento al sapere e saper fare italiano.
La “Scuola Politecnica del Sapere Fare Italiano” è un progetto nazionale che si ripropone di potenziare
un network di istituti di istruzione tecnica e professionale pubblici e privati eccellenti che scambino
esperienze e conoscenze di best practices formative e ne favoriscano l’ecosistema
La diffusione delle best practices realizzate nel programma avverrà in tutto l’ecosistema
dell’istruzione e formazione tecnica italiana con modalità sia top down che bottom up.
Verranno promossi strumenti digitali e sociali che rappresentino la “piazza” in cui università,
istituti, imprese, famiglie e anche i giovani si incontrino per scambiarsi storie, commenti,
progetti sul lavoro e sulla formazione dei giovani (ricostruire sul sistema professionale e di
istruzione quella “piazza di Ninive” descritta da Erodoto, che fu esempio di antica civiltà della
condivisione delle conoscenze).
3. Contenuto del programma
La Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano svilupperà le seguenti attività:
•
un piano strategico, condiviso con Istituzioni e imprese, volto a promuovere iniziative relative
al sistema di istruzione tecnica e professionale come un programma culturale che potenzi le
infrastrutture educative del Paese.
•
un progetto pilota costituito da un Polo Tecnico Professionale pionieristico costituito da uno
o più Istituti Tecnici Superiori (ITS) di nuova concezione, da una Scuola Professionale di eccellenza, e
da una rete di Istituti Tecnici (IT), di Istituti Professionali (IP) che verranno “adottate” dalla Scuola con
iniziative concrete
•
un “opificio”, ossia un edificio di pregio in parte visitabile che si offra anche come oggetto di
edutainment e stimolo visivo per gli studenti e coloro che visiteranno il Parco Tecnologico
•
un propulsivo nodo della rete dell’Istruzione tecnica e Professionale governata
•
un componente del Parco Scientifico e Tecnologico dell’Area Expo, “ The Humane side of the
Human Technopole”. La Scuola formerà ai lavori che producono prodotti e servizi che contribuiscono
a un life style che migliori la qualità della vita. La scuola contribuirà con l’IIT, le Università, il Sistema
di Istruzione, le Istituzioni, le imprese la Scuola non solo alla missione dell’Human Technopole di
migliorare la vita ma anche a costruire una moderna “Encyclopédie”, dove teoria e pratica, cultura e
produzione, impresa e lavoro si combinano fra loro.
•
una attività culturale e di diffusione di best practices anche attraverso studi, ricerche,
seminari, eventi che saranno promossi e in molti casi ospitati dalla Scuola.
In particolare
a. Un piano strategico
La philosophy del progetto è fondata su quattro pilastri: bellezza, tecnologia, servizio, valore
economico e sociale.
La Scuola è impegnata a far conoscere e promuovere la istruzione e formazione tecnica presso le
istituzioni, le imprese, le famiglie e i giovani, favorendo l’innalzamento e la diffusione
dell’istruzione tecnica per avvicinarla a quella di paesi europei come la Germania e la Francia.
La sua collocazione nel Parco dell’Human Tecnopole le consentirà di sviluppare e realizzare un
nuovo approccio e una nuova prassi per fare interagire nel percorso formativo, scienza e tecnica,
filosofia e tecnologia, impresa e lavoro.
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L’attività formativa che si vuole realizzare è intrinsecamente connessa con un processo di
produzione culturale, industriale, artistica. Il progetto si ispirerà a modelli alti di formazione per la
produzione di artefatti e servizi di elevato valore economico, sociale e artistico, come la Bauhaus, il
CFM Olivetti (Centro Formazione Meccanici), la formazione dei neo assunti nel Campus di Google e
molti altri.
b. Un progetto pilota innovativo e una rete governata per la diffusione
La Scuola al termine dei primi sei anni avrà avuto 1200 allievi ITS (oggi in tutta Italia 5.500) e ne
avrà diplomato 900 (oggi in tutta Italia 500). Avrà avuto 600 studenti di Scuola Professionale e ne
avrà diplomati 500. Avrà accolto 1.200 studenti dei migliori Istituti Tecnici e Istituti Professionali
italiani “adottati”: ossia in sei anni passeranno dalla Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
3.000 studenti (students and visiting students). Gli anni totali di frequenza degli alumni (studenti
its,fp,e visiting students it, IP) sia presso scuola che propri istituti ammonterebbe in sei anni a
7.000 anni/studente. Sono numeri di gran lunga superiori a quelli impegnati da altre Fondazioni
dedicate alla Istruzione e Formazione Tecnica ma certamente un numero insufficiente rispetto ai
fabbisogni del paese e alla dimensione nazionale dell’Istruzione Tecnica e Professionale, che conta
circa 1.420.000 studenti, quasi lo stesso numero dei Licei. Per questo la Scuola va considerata un
progetto pilota esemplare che elabora e trasferisce conoscenze e competenze del sistema della
ricerca, delle Università, del sistema di Istruzione e Formazione nazionale e regionale, delle
imprese.
La Scuola promossa e gestita da una Fondazione è concepita come una locomotiva in grado di
alimentare, rafforzare, trainare una ben più estesa rete delle scuole tecniche italiane in
collaborazione con il MIUR e con le Regioni, in una rete governata tesa a diffondere le best
practices e promuovere il rinnovamento della istruzione tecnica in Italia.
La rete organizzativa che verrà costituita a partire dalla Scuola promuoverà fra l’altro:
• iniziative di alternanza Scuola Lavoro con le imprese di Altagamma e dell’Italian Way of Doing
Industry, su numeri superiori a quelli dei soli allievi della Scuola
• iniziative di connessione della Scuola con le scuole migliori (sinergie di programmi, scambi di
materiali, scambi di insegnati, stage di studenti e altro)
• iniziative di sinergie con alcune università
• attività di story telling e comunicazione qualificata verso il mondo scientifico, educativo,
imprenditoriale
• iniziative di diffusione delle best practices a livello nazionale
• attivazione un sito per l’apprendimento collaborativo in collaborazione con Enti Pubblici e
Università
• un portale che consenta alle scuole di interagire e scambiarsi le best practices e le conoscenze,
come la “piazza di Ninive” descritta da Erodoto in cui i cittadini si scambiavano conoscenze
sulla salute e sul benessere.
Nel corso della sperimentazione, condotta a sistema normativo dato, verranno anche evidenziate
proposte relative a normative e risorse che possono influenzare positivamente il sistema delle scuole
tecniche, proposte da portare all’attenzione degli organi di governo nazionale e regionale.
c. La scuola è unica nel panorama italiano
L’unicità della Scuola è data da
•
Il forte impegno delle imprese migliori
•
L’ingaggio dell’industria culturale nello sviluppare modelli di produzione di beni e servizi 4.0.
•
Una forte sperimentazione strutturale di alternanza scuola lavoro
•
Una aspettativa di elevata occupabilità dei diplomati
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
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•
Un suo orientamento a creare insieme nuove competenze e nuovi lavori
•
Tenere nello stesso programma studenti post diploma e studenti di scuola secondaria
•
Creare una massa critica di best practice che si diffonda in modo virale a tutto il mondo
dell’istruzione tecnica
4. Il progetto professionale e pedagogico
A. Il Saper Fare Italiano 4.0. che le imprese di Altagamma vogliono mettere a disposizione e
rafforzare a beneficio dei giovani e del sistema di istruzione italiana è basato non solo su una
preziosa maestria artigiana ma anche su una aggiornata conoscenza ad usare tutti i moderni tipi
di tecnologia di prodotto e di informazione, su una potente capacità di cooperazione, di
condivisione delle conoscenze, di comunicazione, di fare comunità e soprattutto un Saper fare
Italiano 4.0. basto sulla eccellenza nell’offrire servizi al cliente interno e al cliente finale in tutto il
mondo. Servizi incorporati o meno in prodotti ma tutti caratterizzati da passione sapiente per il
cliente, da bellezza, tecnologia, valore economico e sociale di quanto viene offerto al cliente. La
Scuola quindi progetterà e realizzerà non solo attività didattiche innovative ma progetterà “lavori
nuovi“, il “job design” del Saper Fare Italiano 4.0. Il modello professionale di riferimento di questi
lavori non è solo un futuro artigiano ma un futuro professionale, che vada oltre al tradizionale
lavoro artigiano, al lavoro industriale, alle libere professioni: un futuro di nuove professioni
erogate all’interno delle organizzazione e capaci di produrre servizi di eccellenza.
Il lavoro a cui si farà riferimento è quello dei mestieri e professioni di manifattura e di servizi per
l’economia 4.0 sia quelli nuovi che quelli rinnovate presenti e che nasceranno nelle migliori imprese e
unità di lavoro autonomo. Esse sono così caratterizzate : realizzano in modo eccellente attività di
produzione di beni e di servizi basate su competenze cognitive e su capacità realizzative anche
manuali ma soprattutto forniscono servizi di valore resi all’esterno e all’interno delle organizzazioni.
Sono basate sulla cooperazione fra le persone e con il sistema tecnologico, sulla condivisione delle
conoscenze formali e tacite, sulla comunicazione verso i colleghi e verso i clienti, sullo sviluppo delle
comunità e del team spirit. Nuovi mestieri e nuove professioni promosse dalla scuola avranno tutte
un elevato contenuto di competenze digitali.
La Scuola soprattutto formerà persone integrali, che dallo studio e dal lavoro di qualità potenziano la
loro identità e la loro umanità.
Alle competenze e attività proprie del mestiere e della professione svolta individualmente, per i
diplomati ITS si aggiungeranno quelle di “capi intermedi”, impegnati nella organizzazione del lavoro e
nella animazione di progetti in ambienti ad elevata socializzazione, nella formazione di giovani e di
colleghi, nella comunicazione con i committenti e fruitori del prodotto e servizio, nel contributo a reti
nazionali e internazionali di conoscenze e esperienze nel dominio.
La scuola non si limiterà ad addestrare rispetto ad un profilo codificato presente nella
programmazione nazionale e regionale ma intende interpretare in modo eccellente il ruolo e la
professione agìta nel contesto aziendale, ad essere imprenditori di se stessi, a sviluppare le
potenzialità del proprio “workplace within”.
Il progetto vuole sviluppare una formazione che accompagna e anticipa l’innovazione a 360°. Il
massimo rilievo sarà dato alla formazione su progetti reali, a fabrication labs, a progetti di open
innovation, all’uso di piattaforme digitali per il knowledge sharing. I giovani non solo acquisiranno
conoscenze e competenze trasmesse dallal Scuola ma saranno essi stessi attori di innovazione,
acquisendo una mentalità design driven e micro-imprenditoriale.
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
12
La Scuola del Saper Fare Italiano sarà un potente sistema di apprendimento di competenze e abilità
tecniche ma anche di promozione della eccellenza nelle prassi operative nei contesti aziendali,
nell’orientamento ai risultati, nella qualità delle relazioni, nello sviluppo delle potenzialità delle
persone: la formazione impartita saràbasata sul problem and design learning.
La formazione ai ruoli e alle professioni saranno precedute ovviamente da rilevazioni delle
caratteristiche del ruolo atteso, dalle analisi del fabbisogno del sistema produttivo: il sistema di
forte partnership con le imprese e con le istituzioni consentirà di svolgere questa attività nel modo
più concreto e meno burocratico possibile. I percorsi e i metodi delle attività formative della scuola
verranno co-progettate dai docenti della scuola e dalle imprese. Come sistema di monitoraggio
evolutivo verrà predisposto un ipertesto sui mestieri e le professioni tecniche e sulla istruzione e
formazione realizzata che verrà comunicato e discusso con le imprese, le istituzioni, i media, le
famiglie.
B. I contenuti della Scuola
I programmi formativi dei corsi saranno innovativi e utilizzeranno al meglio i margini di autonomia
concessi dalle leggi e dalle disposizioni ministeriali.
L’ITS e la rete di scuole attivate copriranno le seguenti aree merceologiche
• Arredo
• Alimentare
• Abbigliamento
• Meccanica e meccatronica
• Biotecnologie
Gli ITS potranno essere biennali o triennali.
Il percorso di massima dell’ITS potrebbe essere il seguente:
Un anno di fondamenti Professionali e Culturali che comprendono (a puro titolo esemplificativo e da
allineare con i programmi regionali e ministeriali):
materie cognitive come matematica, economia, tecnologie informatiche, storia dell’arte,
organizzazione, caratteristiche dell’Italian Way of Doing Industry e narrazione delle imprese
eccellenti. La docenza sarà assicurata da docenti dell’università e delle scuole superiori
materie tecniche, entro le diverse aree di specializzazione. La docenza verrà assicurata da
docenti aziendali
formazione esperienziale come design thinking, esercizi esperienziali basati sul modello 4C
(cooperazione, comunicazione, condivisione delle conoscenze, comunità). La docenza sarà
assicurata da docenti scolastici e aziendali
strumenti professionali (inglese e una seconda lingua), contabilità e controllo di gestione
CAD, Additive Manufacturing, Social Media, etc
Le materie saranno integrate in una visione di "design sistemico", abituando gli allievi a orientarsi a
risolvere problemi, a progettare soluzioni nuove, ad avvalersi di diverse aree di conoscenze e abilità.
Si tenderà ad abilitare gli studenti ad accedere e a far interagire diverse aree della conoscenza . Si già
tenderà in questo primo anno ad abituare lo studente a dar valore all’interazione fra sapere pratico e
sapere razionale, infrangendo le barriere alla creatività e ingenerando capacità di "volare alto
Uno o due anni di esperienze sul campo
laboratori in sede, nelle Università e nei Centri di Ricerca nelle aree di specializzazione
prescelte (ad esempio alimentare, fashion, arredo e automazione) su progetti concreti
commissionati dalle aziende partner
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
13
progetti da svolgere presso le aziende
approfondimento e esercitazioni su materie specifiche, anche attraverso piattaforme di elearning
tutorship degli allievi del secondo e terzo anno somministrata agli allievi del primo anno di
ITS
un “capolavoro” svolto al termine del ciclo
La Scuola è anche il “posto di lavoro temporaneo” degli allievi: ad essi saranno affidati compiti di
gestione delle attività della Scuola (tenuta dei social media, call center, attività ricreative, cura dei
locali, predisposizione di eventi etc). Ciò consentirà di apprendere a svolgere anche lavori operativi e
umili utili per la tenuta dell’organizzazione.
La Scuola “adotta” un certo numero di Istituti Tecnici e Istituti Professionali in tutta Italia. Ciò
avverrà in due forme
a) apertura di una “sezione” degli Istituti “adottati” nella sede della Scuola. Gli studenti per un
anno continuativo per due semestri parteciperanno alle lezioni, ai laboratori e svolgeranno
una esperienza pratica in azienda.
b) accoglimento dei dieci/venti migliori studenti di ciascuno degli Istituti “adottati” ad un
periodo semestrale di internship nella Scuola, una specie di Erasmus, partecipando a lezioni,
laboratori, stage
In entrambi i casi la Scuola consegnerà un attestato di frequenza e una valutazione ma non un
titolo
5. La Struttura istituzionale
La Scuola Politecnica del Saper fare Italiano sarà gestita da una Fondazione che chiameremo
“Fondazione Brunelleschi”, che includerà i soggetti chiave che finanziano il progetto: imprese,
università, centri di ricerca, fondazioni, banche, Istituzioni statali e regionali, associazioni
imprenditoriali, enti educativi e altri.
Il riferimento a Filippo Brunelleschi richiama l’ispirazione politecnica e multifunzionale dei mestieri e
delle professioni di eccellenza che la Scuola vuole sviluppare: infatti nella memorabile impresa della
costruzione della cupola del Duomo di Firenze, Brunelleschi non fu solo un grande architetto e artista
ma fu insieme un grande artigiano, ingegnere, imprenditore, organizzatore, uomo di relazioni, capace
di dare un servizio inestimabile alla sua città. Il tutto in un ecosistema di altissima innovazione come
era la Firenze rinascimentale. Si parva licet componere magnis, a questo modello di mestiere e di
professione vorremmo che si ispirasse la Scuola.
a.
Oggetto
La Fondazione, come previsto dalle linee guida emanate dal MIUR con il Decreto 7 febbraio 2013,
non si limiterà a deliberare e operare in materia di percorsi didattici ma assumerà funzioni di impulso
e di governo nei seguenti ambiti
• acquisire e gestire le risorse economiche e culturali per sviluppare il progetto
• strutturare un progetto educativo innovativo e integrato con quello economico e produttivo,
capace di far si' che gli obiettivi delle imprese siano perseguiti in modo da valorizzare lo sviluppo
delle «human capabilities» personali e il valore potenziale territoriale al fine di accrescere la
competitività sui mercati internazionali.
• accompagnare e sostenere l'implementazione delle misure di semplificazione e promozione
dell'istruzione tecnico – professionale a livello nazionale.
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
14
La Fondazione costituirà e svilupperà la Scuola del Saper Fare Italiano che comprenderà
• due ITS esemplari di due o tre anni con diverse specializzazioni aperto a 200 allievi l’anno:
ossia un esempio di Fachhochschule italiana ossia un percorso parallelo alla formazione
universitaria e ad esso integrato.
• una scuola di formazione professionale biennale di alta qualità per operai qualificati, che
favorisca lo sviluppo dell’intelligenza del cervello, della fantasia, del cuore, delle mani nella
fabbricazione di prodotti e servizi
• un certo numero di studenti “adottati/visiting” da Istituti Tecnici (IT) esemplari di cinque anni
• un certo numero di studenti “adottati/visiting” da Istituto Professionali (IP) di cinque anni
• laboratori in comune con l'Università e con l’IIT
• un centro di knowledge transfer e di job and education design condiviso con i soggetti del
Parco Scientifico e Tecnologico
• un opificio, ossia un’area aperta al pubblico che mostri men at work sia nella materialità delle
loro operazione (ispirandoci allo stabilimento di vetro della Olivetti di via Jervis) sia nei
percorsi di pensiero e di azione individuali e organizzativi che rendono possibile realizzare il
prodotto e il servizio (usando mezzi multimediali come quelli adottati nel progetto
Meridiana)
• un’area di exibition ad alto livello di prodotti e servizi di eccellenza: un MOMA del Saper fare
Italiano
• un’area di workshop e eventi da condividere con il PST
• una Faculty condivisa con i migliori docenti del Università lombarde e di Istruzione
Professionale di Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e con i docenti delle
imprese
ma soprattutto parte essenziale della Scuola del Saper fare Italiano saranno
• la rete di imprese partecipanti a vario titolo alla Fondazione impegnate ad accogliere e a favorire
l’”apprendimento in situazione”
• la rete di istituzioni formative che intendono gestire e rafforzare la cooperazione con la Scuola e
fra loro.
L’insieme di queste attività costituirà quindi un Polo Tecnico-Professionale, come costituito e poi
ridefinito dai Decreti DPCM 22.1.2008 e del 7.2.2013. Il Decreto del 2013 descrive i Poli tecnicoprofessionali come “luoghi formativi di apprendimento in situazione, ossia legati a specifici campi
applicativi: non solo aule e laboratori ma imprese e organizzazioni. I Poli tecnico-professionali sono
fondati su accordi di rete per la condivisione di laboratori pubblici e privati già funzionanti e
l’accesso a ambienti di apprendimento in contesti applicativi e di lavoro come quelli delle imprese,
dove si raccolgono e si coordinano saperi, tecnologie, intelligenze e professionalità. Risorse, ruoli,
percorsi si sviluppano così in un contesto aperto, ricco, fluido, composito e sono integrati e
strutturati perché orientati dai risultati attesi”. Tali Poli previsti dalla legge, non sono stati finora
realizzati.
La Fondazione per animare efficacemente la Rete potrà promuovere inoltre una Associazione
temporanea di Scopo (ATS) costituito dalla Rete dei soggetti che partecipano al Polo Tecnico
Professionale: non solo imprese, università, centri di ricerca, fondazioni, banche, Istituzioni statali e
regionali, associazioni imprenditoriali, enti educativi e altri, ma anche Miur e Regioni che in quanto
soggetti finanziatori e regolatori non potrebbero partecipare alla Fondazione.
b.
Le competenze e la Governance della Fondazione
La struttura di governance verrà definita nominando:
• l’Assemblea dei Partner
• il Presidente
• il Direttore Scientifico
• il Direttore, che potrà essere identificato in un esperto di processi formativi
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
15
•
•
La Giunta che curerà finanzierà la progettazione esecutiva e la gestione
i Comitati di Coordinamento per settori industriali: ogni programma sulle diverse aree
industriali sarà sviluppata da Comitati di imprese e istituzioni scolastici che co-progetteranno i
contenuti e i metodi dei percorsi
6. Ruolo, benefici, contributi delle imprese partecipanti
Le imprese partecipanti entreranno nel progetto in tre diverse tipologie:
• Fondatori, che parteciperanno alla costruzione della Fondazione e ne condivideranno il
governo
• Partner, che sosterranno l’attività della Fondazione e parteciperanno agli atti di
orientamento e controllo della Fondazione
• Sostenitori, che collaboreranno con limitate risorse economiche, con collaborazioni
didattiche, con stage alle attività della Scuola
Inoltre tutte le imprese faranno parte, insieme alle Università, alle Istituzioni, alle Scuole di
eccellenza alla ATS (Associazione Temporanea di Scopo) del Polo Tecnico Professionale e in diversa
misura otterranno, in diversa misura a secondo del loro livello di contribuzioe:
• l’accesso al know how scientifico, tecnico, operativo del progetto
• l’accesso al sistema di relazioni generato dal progetto
• il riconoscimento pubblico della responsabilità sociale nel dar vita ad un progetto nazionale
strategico
• la visibilità nel partecipare alla seconda fase dell’EXPO che tanto successo internazionale ha
conseguito
• la visibilità nei media che verranno coinvolti nel programma (TV, Stampa, pubblicazioni
specializzate di settore etc)
• contributo gratuito ad uno o più progetti di interesse aziendale (ricerca, sviluppo,
documentazione, comunicazione etc) su cui gli studenti si impegneranno contributi nella
identificazione nei nuovi mestieri e professioni rilevanti per le strategie di sviluppo della
propria azienda e del proprio settore
• contributi di ricerca e progettazione professionale e formativa sviluppate nella Scuola
riusabili nei propri programmi di istruzione e formazione tecnica
• selezione dei migliori studenti per i tirocinii formativi e gli stage
• prelazione nella selezione dei diplomati
• servizi gratuiti di consulenza personalizzati in materia organizzativa e formativa dalla Scuola e
dal suo network
• presentazione di alcuni propri prodotti e servizi flagship dell’azienda nelle aree espositive
dell’opificio
• essere inseriti nel programma di comunicazione della Scuola
Il progetto della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano ha una forte valenza di visibilità economica
e sociale: è una sperimentazione privilegiata di realizzazione della legge 150 sulla Buona Scuola con
l’obiettivo di contribuire non marginalmente ai processi di riduzione della disoccupazione giovanile; è
un progetto per fornire competenze aggiornate e di qualità per lo sviluppo e l’innovazione delle
imprese dell’Italian Way of Doing Industry. Con il contributo di primari Media Partners e attraverso
canali televisivi,web, stampa eventi, sarà data la massima visibilità del ruolo delle imprese
contributrici alla missione sociale ed economica del progetto che sta nelle priorità delle famiglie,
delle Istituzioni, del Governo, delle Associazioni imprenditoriali e ovviamente dei giovani e delle
imprese.
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
16
Le imprese diversa misura contribuiranno a
• fornire il loro orientamento sull’iniziativa
• versare una quota annuale differenziata per le diverse tipologie
• dono o prestito di attrezzature non obsolete
• docenze
• assegnazione di borse di studio
• accoglienza degli studenti in stage, percorsi di apprendistato o altro
I contributi delle imprese saranno parzialmente defiscalizzati, secondo norme esistenti e in via di
emanazione.
7.
Ruolo, benefici, contributi delle Istituzioni e Associazioni partecipanti
Nella legge 150 sulla buona scuola viene fortemente perseguita l’alternanza scuola lavoro e il rilancio
dell’Istruzione Tecnica. Questo obiettivo è anche al cuore delle politiche di Assolombarda e
Confindustria. La presenza in questo progetto di una vasta e qualificata partnership delle aziende
Altagamma e delle imprese della Italian Way of Doing Industry renderà operative queste indicazioni.
Le Istituzioni a tale scopo, quando non saranno partner della Fondazione, entreranno a far parte
della ATS (Associazione Temporanea di Scopo), struttura prevista per legge per la promozione e
animazione del Polo Tecnico Professionale. E in particolare
• l’IIT che coordina il percorso di ricerca e di trasferimento tecnologico si avvale delle capacità
della Scuola e di creazione di capacità professionali essenziali per il trasferimento tecnologico
alle imprese (knowledge transfer)
• l’università di Milano, Il Politecnico di Milano, l’Università Bicocca e le altre Università
presenti in Expo che partecipano ad orientare contenuti e metodi della scuola,
contribuiscono con docenti e attrezzature e si candidano a completare il ciclo di istruzione di
chi dopo il diploma IT, ITP, ITS intende continuare gli studi con i corsi di laurea regolari,
creando sinergie e non competizione fra i diversi canali formativi
• il MIUR che partecipa al progetto considerandolo una iniziativa concreta di qualità e di punta
che contribuisca al rilancio dell’ITS e al rafforzamento degli IT e IP
• la Regione Lombardia e le altre Regioni Italiane che, nell’ambito della propria responsabilità
di programmazione della istruzione e formazione professionale, arricchiscono il loro
portafoglio delle esperienze eccellenti e utilizzano la Scuola come un laboratorio di Ricerca e
Sviluppo
• l’Assolombarda che trova nella Scuola uno strumento per arricchire la funzionalità del Parco
Scientifico e Tecnologico da essa propugnato
• oltre all’Assolombarda, la Confindustria ed altre Associazioni imprenditoriali che utilizzano la
Scuola come Laboratorio di Ricerca e Sviluppo per la diffusione dell’Istruzione Tecnica nelle
Imprese e nei percorsi Scuola-Lavoro.
• La Scuola sarà un nodo attivo di rilievo strategico di una rete di centri di formazione
innovativi che si va formando (ma non ancora auto-riconoscendosi): strutture formative
pubbliche di eccellenza (le migliori Fondazioni ITS, alcuni IT, etc), strutture formative private
(Fondazione Cologni, Fondazione Edmund Mach di San Michele dell’Adige, Scuola
Alberghiera di Cernobbio, Centro Elis e molte altre), Corporate University e reputati centri di
formazione tecnico professionali (Enel, Accademia di Sartoria e "opificio" di Fendi,
l'Enciclopedia Alessi e la Scuola Alessi, scuola Ducati di rilievo internazionale con il suo
laboratorio "Fisica in Moto, l'esperienza della la "scuola diffusa dell’intelligenza nelle mani" di
Frau, l’Università del Caffèdi ILLY, le scuole di Dallara, Cucinelli, e molte altre.
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
17
8. L’integrazione con il Parco Scientifico e Tecnologico
La Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano mira a conseguire la massima integrazione con l’IIT e le
Istituzioni di ricerca di NEXPO.
IIT ha presentato un progetto di Human Technopole che orienta i contenuti e l’impatto
internazionale del Parco che “va fatto con tutto il sistema: altri centri di ricerca, università, ospedali,
aziende, scuole con tutto il sistema”, come ha dichiarato il Direttore dell’IIT, Stefano Cingolani.
Da un punto di vista scientifico e tecnologico questo sistema ha una focalizzazione principale su
un’area di interesse universale che è la salute e il benessere dell’uomo e si concentra sulla ricerca
avanzata nel campo della genomica, nutrizione, modelli matematici e scienza dei dati,
bioinformatica, neurogenomica e impatto socioeconomico.
Da un punto di vista culturale il sistema è costituito da una moderna “Encyclopédie”, ossia un grande
progetto interdisciplinare, dove teoria e pratica, cultura e produzione, impresa e lavoro si combinano
fra loro. Come lo fu l’impresa di Diderot e D’Alambert, pensiamo a una Encyclopédie vivente
risultante dagli sforzi, dalle pratiche, dalle culture di attori scientifici e attori operativi, in questo caso
centri di ricerca, imprese, scuole, persone. Un percorso di open innovation top down e bottom up
governato e visibile.
Da un punto di vista organizzativo il sistema si configura come un Parco scientifico e Tecnologico che
deriva la sua forza dalla vitalità, autonomia e dalla interazione di tutti i nodi che operano su quelli e
altri domini. Il PST opera su tre confini concentrici:
1. al cuore, una “impresa parco”, che gestisce al meglio il patrimonio infrastrutturale
materiale e immateriale con una governance dedicata alla animazione e allo sviluppo
2. una “impresa rete governata della conoscenza”, che include lo straordinario potenziale
dell’IIT, dei Centri di Ricerca, delle Università milanesi e delle imprese, come per esempio il
Parco Tecnologico di Lyon. Esse operano sinergicamente e intenzionalmente come se fossero
un unico soggetto collettivo, pur conservando la loro piena autonomia strategica e
gestionale.3
3. un “Distretto Tecnopolitano” che, oltre le citate impresa parco e impresa-rete, include
anche l’ecosistema locale e globale in cui opera. MIT ad esempio, oltre ad essere un centro di
ricerca e una scuola di eccellenza, è un distretto tecnopolitano nel senso che è un insieme di
organismi umani e organizzativi che operano come sistemi aperti, interconnessi fra loro e con
altri ecosistemi, una rete che in termini di fatturato prodotto corrisponde al 17° paese del
mondo. Silicon Valley, secondo Hwang e Horowitt, è un ecosistema innovativo, una “foresta
3
Sette dimensioni analizzabili e governabili legano insieme una rete governata:
a. La catena del valore tecnico scientifico, economico, sociale dell’intero sistema
b. I processi trasversali di ricerca e di sviluppo, di produzione, di marketing, vendita, amministrazione che
connettono fra loro i diversi soggetti
c. L’autonomia e la vitalità dei nodi della rete orientati a cooperare, fra cui l’Agenzia Strategica della rete,
l’Università, i centri di ricerca, le scuole, le grandi imprese, le piccole imprese, gli enti territoriali e altri
d. Le connessioni che consentono ai nodi di interagire, come i flussi informativi, le transazioni economiche, i flussi
finanziari, la cultura e altro
e. Le strutture complesse di mercato e organizzazione che danno stabilità alla rete, come la struttura legale, il
mercato interno, le infrastrutture informatiche, le strutture societarie, i professionisti e ricercatori del parco
f. Le proprietà operative come i sistemi di pianificazione e controllo della rete, i metodi di trasferimento
tecnologico, i sistemi di formazione
g. La governance della rete
Lo sviluppo del Parco consiste quindi nella appropriata progettazione e gestione di queste 7 dimensioni.
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
18
pluviale” caratterizzata da comportamenti culturali che liberano il potenziale umano
nell’area e a livello planetario.
Stefano Cingolani ha recentemente chiarito che HumanTechnopole favorirà la nascita di aree di
ricerca e trasferimento tecnologico in altre aree. Accanto al nucleo centrale rappresentato dalla
ricerca di scienze genetiche e della vita e dalle relative applicazioni tecnologiche, e al nucleo
rappresentato dal polo tecnologico delle imprese, non può mancare il nucleo delle scienze umane
dedicate all’innovazione (tecnologica, organizzativa, sociale) e alla loro dimensione applicativa. Uno
spazio per queste scienze dell’uomo, in costante interazione con il cambiamento tecnologico e
l’interrogazione socio-filosofica sui fini della ricerca, può rappresentare un aspetto da progettare
grazie a un presidio nell’Human Technopole, potremmo chiamare questo spazio “the humane side of
human technopole”.
La Scuola è una componente essenziale dell’Human Technopole con cui scambia conoscenze,
logistica, infrastrutture. Più in dettaglio il contributo della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano al
sistema del Parco Scientifico e Tecnologico di Nexpo si concentrerà nel
• fornire un contributo al knowledge transfer dai centri di ricerca come IIT e le Università verso le
imprese e le persone
• favorire un forte ingaggio nelle attività del parco da parte delle migliori aziende dell’Italian Way
of Doing Industry (che includono sia le aziende di Altagamma nel campo dell’Alimentazione,
dell’Abbigliamento, dell’Arredamento, dell’Automazione sia altre aziende eccellenti negli altri
settori come chimica, biotecnologie, informatica e altre)
• contribuire al programma focus del Parco. Alcune imprese di Altagamma che si impegneranno
nel progetto hanno una relazione diretta con i domini specifici della salute e il benessere
dell’uomo dello Human Technopole e in particolare le imprese dell’Alimentare (per il
fondamentale impatto che una buona qualità dei cibi e delle bevande ha sulla salute) e quelle
dell’Automazione (per il suo impatto nella robotica medica e assistenziale, nella diagnostica e
nelle pratiche mediche e nelle protesi). Tra le imprese che inviteremo nel Consorzio o nella
Fondazione, vi saranno anche aziende eccellenti delle aree delle biotecnologie, della
farmaceutica, della chimica, dell’informatica.
• il programma di elaborazione attraverso l’impiego big data per la difesa della salute e per la
longevità includerà anche i dati sul life style, a cui contribuiscono i prodotti e i servizi delle
imprese italiane. Esse contribuiranno e saranno orientate da questo programma di ricerca
• coinvolgimento di docenti di eccellenza, che ri-trasferiscono le conoscenze sia nella scuola che
nelle aziende
• formare all’utilizzo di competenze e metodologie di trasferimento tecnologico , con particolare
riferimento a business design, progettazione organizzativa e tecnologica integrata, alla
formazione degli imprenditori delle start up e delle PMI, dei professional, dei tecnici, della
manodopera
• contribuire alla diffusione dei risultati della ricerca, reinventando i mestieri e le professioni
dell’industria 4.0 e contribuendo allo sviluppo di una vasta classe di tecnici. Si svilupperà una
italian way al trasferimento tecnologico, ma certamente verranno tenute in massima
considerazione esperienze come quelle tedesche. Il Fraunhofer Institute, le Università, le
Fachochshulen ad esempio hanno costituito un virtuoso interscambio fra ricerca e mondo
dell’impresa e del lavoro. Anche il Saper Fare Italiano è fatto di mestieri e professioni che
utilizzano non solo le mani ma le conoscenze scientifiche, le competenze economiche, le
tecnologie informatiche, le competenze relazionali e ideative, in modo da favorire la continua
innovazione a 360° nell’impresa che riguardi in modo integrato conoscenze, mercato, prodotto,
processo, organizzazione, competenze, cultura
• rendere le conoscenze e le capacità di questi mestieri e professioni trasferibili in numerosi
contesti organizzativi e professionali e offrire solide identità e buona qualità della vita di lavoro
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
19
•
•
sperimentare forme di diffusione delle esperienze didattiche di eccellenza sviluppate nella Scuola
e curarne la disseminazione virale, coinvolgendo l’università, le scuole, le imprese, i media
con le nuove professioni e con la cultura che le sottende, contribuire allo sviluppo di imprese
innovative e integrali, ossia capaci di perseguire e realizzare insieme obiettivi economici e umani,
il modello che dalla Olivetti di Adriano Olivetti è presente oggi in molte imprese dell’Italian Way.
Oltre la nozione di responsabilità sociale dell’impresa, la Scuola propone ai suoi docenti e allievi
di mettere al centro del lavoro e dell’impresa la cura dell’ambiente fisico e sociale, dei clienti, dei
lavoratori.
9. Il sistema di controllo dei risultati del programma
Le ambizioni del programma saranno accuratamente trasformate in obiettivi misurabili e in precisi
KPI. Un primo abbozzo include
1.
Generare una “scuola politecnica del saper fare italiano” di istruzione e formazione tecnica e
professionale che abbia un forte effetto di spillover delle proprie best practices sull’attuale
sistema di formazione e istruzione tecnico-professionale.
La Scuola impegnerà nei primi 3 anni 900 studenti. Questo sarà un laboratorio che intende
essere di servizio ad un sistema di grandi dimensioni, la cui crescita quantitativa e qualitativa
può avere un significativo impatto sull’occupazione.
Gli ITS in Italia oggi hanno circa 5.500 corsisti. Gli Istituti Tecnici e gli Istituti Professionali
insieme hanno circa 1.420.000 studenti.
IL KPI è quello di essere un laboratorio, una locomotiva che consenta di aumentare del 10%
annuo la partecipazione agli ITS e del 3% annuo la partecipazione all’Istruzione tecnica e
professionale degli studenti italiani.
2.
Contribuire con esperienze eccellenti alle reti di istituti, università, progetti formativi che
possa fornire ai giovani opportunità di occupazione qualificata e una buona qualità della vita
di lavoro
La rete dell’istruzione tecnica e professionale è molto più estesa degli istituti pubblici. Essa
include le Università, le Scuole Private alcune delle quale di straordinaria eccellenza, le
attività formative all’interno delle imprese. Il progetto vuole contribuire alla diffusione delle
best practices ovunque si trovino, promuovendo una piattaforma collaborativa che
chiameremo la “piazza di Ninive”.
Il sistema monitorerà l’incremento delle interazioni sulla piattaforma e per chi non accede
alla piattaforma si procederà a una network analysis. Il KPI è di incrementare gli utenti attivi
del 20% l’anno.
3.
Contribuire a superare il mismatch fra i lavori richiesti dalle imprese e i lavoratori disponibili e
capaci di ricoprirli
Contribuire, insieme con altri soggetti pubblici e privati del proprio Consorzio, alla copertura
di una parte consistente delle 110.000 posizioni che le aziende non riescono a coprire.
In collaborazione con le imprese, aumentare la copertura delle posizioni scoperte, in linea con
i monitoraggi svolti da Unioncamere, MISE, MIUR, Regioni.
4.
Contribuire a sviluppare mestieri e professioni di qualità che consentano alle imprese di
crescere e competere e alle persone di potenziare la loro identità professionale e umana.
Verrà costituito un repertorio di mestieri e professioni modificate e nuove nei settori su cui
opererà la Scuola, dando conto delle modifiche dei ruoli (attività, risultati, relazioni,
competenze) e dei mestieri/professioni (identità, percorsi, certificazioni etc). Queste
informazioni confluiranno nel sistema nazionale di classificazione dei lavori.
All’inizio del progetto verrà definita un’area di rilevazione e i relativi KPI del sistema.
Architettura della Scuola Politecnica del Saper Fare Italiano
20
10. I primi numeri del progetto
Il percorso si avvarrà di uno strumento di simulazione che via via assumerà le opzioni elaborate e
incorporerà i vincoli che consentiranno di definire le dimensioni strutturali e operative del progetto.
Presentiamo qui di seguito le prime dimensioni tentative degli allievi previsti e degli spazi necessari
in funzione del loro numero.
100 allievi l’anno per ITS triennale
100 allievi l’anno per ITS biennale
100 allievi l’anno per corsi di FP biennali
Allievi
100 allievi l’anno per IT “adottati”
100 allievi l’anno per IP “adottati”
900 allievi a regime
36 Aule
Servizi e spazi comuni condivisi con il Parco
Spazi
Spazi verdi attrezzati condivisi con il parco
Dormitori per gli studenti 3.000 mq
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21
11. Cost Revenue Model
…………………………………………………………………………….
12. Il percorso progettuale
Dal 1 marzo al 30 Giugno 2016 verrà proseguita e consolidata la composizione del gruppo di
promotori e sostenitori della iniziativa.
Il progetto verrà configurato con un metodo che assicuri il consenso e la partecipazione dei principali
stakeholder.
Verrà seguito il metodo della formazione di un documento evolutivo quale quello che fu adottato per
pervenire alla delibera della Conferenza Stato-Regioni e della Legge costitutiva dell’ITS: il presente
“documento matrice” verrà via via arricchito nel contenuto e nelle note e inviato a chi ha contribuito.
Il progetto prenderà alla fine così la forma di un progetto condiviso.
A tale scopo, viene avviato nei prossimi tre mesi un percorso di definizione delle dimensioni
operative del progetto, avendo come interlocutori il Miur, le Università, AREXPO, le Associazioni di
settore, le imprese e altri secondo la seguente procedura e timeline.
a. Presentazione del progetto, acquisizione delle indicazioni e disponibilità dei soggetti
Obiettivo di tale attività sarà quello di raccogliere suggerimenti progettuali, ottenere gli appoggi
istituzionali, contribuire a rimuovere eventuali resistenze. Ciò verrà ottenuto proponendo tutta la
documentazione disponibile (ossia il documento di Concept e il presente Documento di
Architettura nelle sue successive fasi di sviluppo). In questa fase oltre al valore del progetto verrà
fatto valere l’accreditamento di Altagamma e delle sue imprese, il prestigio dei promotori e
sostenitori, la qualificazione dei consulenti: ciò al fine di corroborare gli obiettivi del progetto, il
profilo alto del progetto educativo, i piani di comunicazione e diffusione, la struttura
organizzativa della costituenda Fondazione.
Promotori e sostenitori da informare e da incontrare sono:
• Presidenza del Consiglio e suoi consulenti: Renzi, Cingolani primus inter pares
dell’iniziativa, Simoni
• Università Statale: Vago, primus inter pares dell’iniziativa
• Società immobiliare Arexpo e Società EXPO, Azzone e Bonomi
• Regione Lombardia: Maroni, Aprea
• Regione Emilia Romagna: Bonacini, Patrizio Bianchi
• Regione Piemonte: Chiamparino, Conterno
• Regione Toscana: Rossi, Grieco
• Assolombarda: Rocca, Verna
• Confindustria: Boccia, Baban, Lo Bello
• Associazioni di settore: Federlegno, Camera della Moda, Ucimu e altre
• Imprese di Altagamma
• Politecnico: Azzone
• Bicocca: Messa
• Università di Pavia: Rugge
• Conferenza dei Rettori: Manfredi, De Toni
• Miur: Giannini, Toccafondi, Pasquali, Garuglieri
• Imprenditori champions: Farinetti, altri
Saranno contattati alcuni importanti influenzatori
• Romano Prodi e Luigi Berlinguer
• Treelle: Oliva
• Fondazione Cologni: Cavalli
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•
•
•
•
Fondazione Edmund Mach di Trento
Fondazione Elis di Roma: Papoff
Fondazione San Paolo per la Scuola
etc
b. Consolidamento e diffusione del documento di architettura che terrà conto dei suggerimenti e
indicazioni dei promotori e sostenitori e sarà il documento fondativo dell’iniziativa (Maggio
2016)
c. Definizione dello Statuto, del piano industriale, del patrimonio, del budget triennale della
Fondazione (Giugno 2016)
c. Costituzione della Fondazione (Luglio 2016)
Timeline
………………………………………………………………..
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GLOSSARIO
ITS – Istituto Tecnico Superiore
• L’ITS è un percorso post diploma alternativo all’università della durata di 2 o 3 anni.
• Diploma di ITS= equiparazione a laurea breve
• Il titolo rilasciato è Diploma di Tecnico Superiore con l'indicazione dell'area tecnologica e della figura
nazionale di riferimento.
• Le aree tecnologiche individuate per gli ITS sono:
- Efficienza energetica
- Mobilità sostenibile
- Nuove tecnologie della vita
- Nuove tecnologie per il Made in Italy (sistemi meccanica, moda, alimentare, casa, servizi alle
imprese)
- Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali
- Tecnologie dell' informazione e della comunicazione
• Durata: 4 semestri per 1800/2000 ore, o 6 semestri in convenzione con l'università
Gli Istituti tecnici superiori (I.T.S.) costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria che
risponde alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche per promuovere
i processi di innovazione. I percorsi I.T.S. si collocano nel V livello EQF (European). Essi consentono
l'acquisizione di crediti riconosciuti dalle università in base alla legislazione vigente in materia.
La programmazione regionale definisce e sostiene l’identità degli I.T.S. attraverso i piani triennali previsti dal
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 gennaio 2008.
IT – Istituto Tecnico
• L'IT è una scuola superiore alternativa al liceo della durata di 5 anni che, oltre a fornire una generica
istruzione polivalente, indirizza e specializza lo studente verso uno studio applicato e pratico di una
determinata tecnica. Tale tecnica è costituita dallo studio di più materie interdisciplinari, ma inerenti ad
uno stesso campo specialistico.
• Diploma di IT = trasportabilità europea
• Il diploma conseguito permette l'accesso all'università.
• Gli istituti tecnici italiani sono divisi in due branche, a loro volta ripartire in più indirizzi:
-Istituto tecnico economico: istituto con discipline inerenti all'amministrazione e all'economia, offre
una specializzazione finale in tre ambiti: economico-amministrativo, informatico, marketing, turistico.
-Istituto tecnico tecnologico: istituto con specializzazioni in edilizia, meccanica, elettronica, chimica,
biologia, nautica, aeronautica, agraria, geotecnica, informatica.
IP – Istituto Professionale
• L’IP è una scuola superiore alternativa al liceo della durata di 5 anni che fornisce una preparazione
tecnica e una maturità professionale per l'accesso a diversi settori di attività lavorativa o anche
all'università.
• Diploma di IP= trasportabilità europea
• Il diploma conseguito permette l'accesso all'università.
• Gli istituti professionali italiani sono divisi in 2 macrosettori e 6 indirizzi:
• Istituto professionale, settore servizi
Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
Servizi socio-sanitari
Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera
Servizi commerciali
• Istituto professionale, settore industria e artigianato
Manutenzione e assistenza tecnica
Produzioni industriali e artigianali
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