Sindone - Parrocchia Santi Nabore e Felice

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Sindone - Parrocchia Santi Nabore e Felice
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P e r fa vo re
S IN D O N E
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n o n g e tta te
q u e l le n zu o lo
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L e fu tu re rice rch e p o tre b b e ro co n fe rm a re ch e l'im p ro n ta zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVU
co m e d ice u n re ce n te m a n o scritto ria ssu n to in q u e sto a rtico lo .
Il 13 ottobre U.s. l'annuncio del Cardinale
Ballestrero di Torino ha scosso il mondo cattolico: «l risultati delle misure di datazione al
radiocarbonio (C 14) del tessuto della Sindone
precisano che l'intervallo di data calibrata assegnato al tessuto sindonico, con livello di confidenza del 95 %, è tra il 1260 e il 1390 dopo
Cristo». Tale risultato è stato ottenuto dalle
Università dell'Arizona, di Oxford e dal Politecnico di Torino. Quindi il tessuto della Sindane di Torino non è certamente il lenzuolo
che ha avvolto il corpo di Gesù nella tomba.
L'ESAME DEL CARBONIO 14
Si tratta di un esame ~olto accurato e tecnicamente preciso. Si è prelevato un frammento
della Sindone e suddiviso in 3 parti da 50 milligrammi ciascuno (tutta la Sindone pesa circa
2 chili e mezzo), e lo stesso si è fatto con due
tessuti di lino, di date eprovenienza segreta, per
condurre l'esperimento in triplo cieco, cioè ad
ogni laboratorio sono stati consegnati 3 contenitori d'acciaio con i 3 campioni di diversa
provenienza. Dopo pulitura con ultrasuoni, il
lino è stato trattato (carbonizzato) in modo
da ricavare carbonio puro (circa 2 mg) e si è
separato il Carbonio 14 dal carbonio 12. La
quantità di C 14 diventa la metà in 5730 anni
e quindi diminuisce col tempo in modo costante e regolare.
Basta contare quanto C 14 rimane, rispetto
all'altro Carbonio, per sapere l'età del tessuto
fatto di lino. Se il lino fosse dei tempi di Cristo
avrebbe molto meno C 14. Ma esistono delle
tabelle di confronto ricavate dagli anelli di accrescimento di alberi di.età antica e quindi anche se ai tempi in cui è nato quel lino ci fosse
stato per, caso molto più C 14 nell'aria, il lenzuolo apparirebbe più giovane di circa 30 anni
o al massimo 100 anni.
In conclusione il tessuto si può considerare
del Medioevo cioè fatto con lino del 1200-1300
dopo Cristo.
STUPORE EREAZI6NI
Tutti sappiamo che la notizia ha fatto scalpore e ha suscitato parecchie reazioni. I giornali le hanno riportate. C'è chi ringrazia la serietà della Chiesa che non ha nascosto la notizia, p'è chi disprezza esageratamente tutte le
reliquie dicendo che, se la Sindone è falsa, più
niente è sicuro e c'è chi si meraviglia perché
tutti sono d'accordo di continuare gli studi sul-
la Sindone; c'è forse qualcuno che ne soffre e
non vuole pensarci più; c'è chi non vuol credere agli esami scientifici (il che è sbagliato) e
chi addirittura vuol gettare la Sindone come
un falso assoluto.
I più assennati si consolano pensando "se
non abbiamo una reliquia importante, abbiamo sempre un gran documento di pietà popolare, e una immagine suggestiva della sofferenza di Cristo", i più pessimisti e sospettosi si
ritraggono invece temendo che quei crudeli e
feroci fanatici del medioevo si siano permessi
di perseguitare e crocifiggere un povero uomo
per avere un falso ritratto di Cristo avvolto in
un lenzuolo. In ogni caso !'immagine della Sindone sarebbe sempre un falso che ha avuto
solo il merito di farci capire meglio la passione del Signore e di spingerei a studiare più a
fondo gli strumenti usati per far soffrire e morire il Salvatore.
UN MANOSCRITTO INEDITO
Esiste in questa parrocchia un manoscritto
recente che sino a poco tempo fa volevo bruciare perché lo ritenevo irriverente e contrario
alla Sindone di Torino. Partiva da considerazioni sul tessuto e sulla storia della Sindone (Nota bibliografica: 1 e 2): riteneva strano che per
seppellire l'Uomo della Sindone si fosse usato un lenzuolo intessuto a "spina di pesce" probabilmente di fabbricazione egizia (3) e nel contempo un sudario come quello di Ovìedo intessuto a trama ortogonale e quindi molto più
semplice, poi proponeva di considerare la Sindane di Torino più recente di quella Sindone
esposta ogni venerdì a Costantinopoli sino alla
4.a Crociata (1204), e cose del genere. Volevo
proprio gettarlo. Ma dopo le analisi al C 14,
ho preso il coraggio a due mani ed ho pensato
almeno di riassumere il contenuto, prima di
darlo alle fiamme.
A dire la verità non mi fido molto di quel
manoscritto. Si vede subito che non è scritto
da un esperto di sindonologia, contiene certamente anche errori e fatti incerti raccolti qua
e. là dalla letteratura corrente sulla Sindone,
eppure presenta una ipotesi molto curiosa che
vi voglio comunicare. In sostanza afferma che
la Sindone di Torino è stata fatta da cristiani
medioevali tenendo sotto pressione un loro tela a contatto con la vera antica Sindone di Costantinopoli. Si potrebbe dire insomma che la
Sindone di Torino presenta una impronta ottenuta per trasferimento.
P agina stam pata
a responsabilità
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Purtroppo il manoscritto non è completo; alcuni capitoli sono appena abbozzati ed altri
mancano di riferimenti bibliografici. Forse lo
autore (che si firma Corcap Atìas, probabilmente uno pseudonimo) ha avuto soggezione
dei grandi studiosi della Sindone o non è stato capace di presentare in modo adeguato la
sua ipotesi.
Vi riferisco solo alcuni punti.
IL LENZUOLO E L'IMPRONTA
Il manoscritto, nelLo capitolo, pone come
premessa fondamentale che si deve ben distinguere tra il tessuto, le macchie di sangue e la
impronta della figura di Cristo (quest'ultima
pare sia ancora un mistero) e afferma che certe cose si capiscono meglio se si considera come "Antica Sìndone" quella ricordata dai più
antichi documenti (prima dell'anno mille) e
come "Sindone recente" quella che si conserva
tuttora a Torino. I tessuti sono diversi ma la
immagine (anche il sangue) sono gli stessi;
evidentemente nella Sindone di Torino l'immagine e il sangue appaiono estremamente sbiaditi e -ridotti non tanto perché siano passati
molti secoli ma perché si tratta di materiali
(sangue e immagine) trasferiti per contatto
frontale. La Sindone antica poté essere osservata per molti secoli ad occhio nudo senza
l'aiuto della fotografia, come ancor oggi si
vedono ad occhio nudo le macchie di sangue
nel sudario di Oviedo.
LA STORIA DELLE DUE SINDONI
L'autore del manoscritto si diffonde nel 2.0
capitolo a raccogliere i dati storici più documentati sulla Sindone: da quelli dell'Archiviosegreto
Vaticano (1) agli spostamenti
della Sindone secondo gli studi di Chiavavello
(2). E attrlbuisce i dati storici in parte alla
Antica Sindone che nell'Agosto del 1203 era
sicuramente ancora esposta a Costantinopoli
(come riferisce il crociato francese Robert de
Clary) e in parte alla Sindone di Torino della
quale si hanno documenti certi solo dal 1353
(prima ostensione pubblica conosciuta, esposta tutta distesa dai canonici di Lirey). Perciò
considera come originale e autentica l'antica
Sindone e la chiama "Sindone di Gerusalemme o di Costantinopoli" perché rimase in Palestina sino al 700 circa e poi a Costantinopoli
(ed Edessa) sino a quando andò forse distrutta
o perduta; mentre considera una copia per
contatto portata in Francia e consegnata da
Goffredo de Charny ai canonici di Lirey.
L'originale non fu certamente distrutto nella occupazione di Costantinopoli della 4.a Crociata perché il cronista stesso della Crociata
fferma che veniva esposta ogni venerdì, ma
p ò darsi sia stata nascosta successivamente
aJa occupazione (1204) e distrutta quando
Costantinopoli cadde in mano ai mussulmani
(1r3 , Invece la copia, e forse altre copie, fuVI
l'aglM
aump.ta
• re:apoMabllltà
della parrocchia
rono portate in Europa tra il 1200 e il 1300.
Una di queste copie sarebbe la Sindone di Torino (ecco perché ora appare su un telo fabbricato tra il 1260 e il 1390).
Non riferisco tutto il cap. 4 del manoscritto
dove si parla di pezzi della Sindone portati in
Europa dai reduci della 4.a Crociata e del notevole pezzo spedito dal re Baldovino II al
cugino Luigi IX nel 1247. Ma sarebbe interessante leggere il manoscritto al cap. 5 dove si
parla delle varie copie della Sindone che si
pongono in concorrenza tra i cattolici di Francia tra il 1247 e il 1349. Di una fu condannato
il culto e furono condannati come eretici i Templari che la custodivano. Una certamente è la
Sindone di Besancon che si consumò nell'incendio della Cattedrale del 1349.
Anche il più recente "Rapporto Sindone
(1978-1987)" parla di due sindoni (5, p. 24)
come di un problema non risolto.
UNA COPIA "PER TRASFERIMENTO"
L'autore del manoscritto, a mio parere, lavora molto di fantasia nel cap. 6 a chiedersi come, dove e quando fu fatta la copia della Sindone originale. Egli formula delle ipotesi basandosi sui recenti studi e sulle pubblicazioni editi in conseguenza delle analisi e prelievi compiuti sulla Sindone di Torino tra il lO e il 15
ottobre 1978 (cioè subito dopo l'ultima ostensione pubblica). Riferisco solo in breve senza
scendere nei particolari.
Secondo l'autore tra il 1250 e il 1350 circa,
probabilmente a Costantinopoli sulla antica
Sindone ben distesa su una superficie piana
si pose un telo nuovo in modo che aderisse
frontalmente alla Sindone originale. Il telo
nuovo poteva essere leggermente impregnato
di una soluzione semplice adesiva (forse una
colla fatta con acqua e farina e sale) perché
rimanesse un po' di tempo a contatto con la
vera Sindone: il tempo appena sufficiente per
staccare in parte dall'originale la traccia delle
macchie di sangue (e anche della immagine?)
impresse nell'antico lino. Sopra il tutto si collocarono delle tavole e altri pesi per assicurare
la massima aderenza tra i due telì. In questo
modo, dice l'autore, si sarebbe ottenuta una
copia conforme all' originale con la sola variante del rovesciamento della figura, cioè con
i segni delle ferite e della posizione del corpo
trasferiti dalla destra alla sinistra e viceversa
(cioè se la ferita del costato nell'uomo avvolto
nel lenzuolo originale ha lasciato una traccia
su un lato, questa traccia appare sull'altro lato
nella immagine di Torino). I particolari della
operazione andrebbero studiati in future ricerche perché gli studi già fatti non hanno mai
considerato tale ipotesi.
CHE COSA SI SA PER ORA?
Mi risparmio di riferire tutte le considerazioni di Atìas che occupano il manoscritto dal
cap. 7 al 12. Mi limito ad alcuni cenni.
E' certo che il lenzuolo medioevale non è un
dipinto, ma contiene vero sangue e abbondanza di sale (sale alimentare), etc. Così si comprende perché il materiale trasferito sulla nuova Sindone poggia solo sulla superficie del
lenzuolo di Torino e penetra soltanto poche
fibrille superficiali del lino (ad eccezione di 4
o 5 tracce di sangue che arrivano sul retro
dello spessore che è poco più di 3 millimetri).
In sostanza l'ipotesi di Atìas non sembra
contraddire i dati scientifici già ottenuti. Se
sulla Sindone di Torino ci sono ancora 2 o 3
pollini di Palestina o qualcuno del Medio oriente, questi pollini o san stati trasferiti dallo
originale o sono arrivati portati dal vento nel
luogo dove avvenne il trasferimento (probabilmente a Costantinopoli).
Ciò che Atìas esclude assolutamente è che nel
Medioevo si sia preso un poveretto, lo si sia
crocifisso imitando i tormenti di Gesù riferiti nei Vangeli per poi avvolgerlo in un lenzuolo (finta sindone). E' impossibile almeno per
questo motivo: le misure dell'Uomo della Sindane di Torino sono esattamente identiche a
quelle dell'Uomo della Sindone di Gerusalemme (cap. 10 del manoscritto). Cioè le misure
ricavate oggi dalla immagine di Torino corrispondono a quelle rilevàte dagli uomini di fiducia di Giustiniano imperatore (527-565) nel
VI secolo sulla Sindone antica (si veda il libro di Ricci G. "Statura dell'Uomo della Sindane", Ed. Porziuncola, Assisi, 1967) e chi
avesse ideato nel medioevo di utilizzare una
macabra operazione del genere non poteva
certo indovinare le dimensioni esatte dell'Uomo della Sindone di Gerusalemme.
Risultano un po' più difficili da interpretare
3 cose accertate dalle analisi: a) "nelle impronte sanguigne le fibrille appaiono chiaramente
rivestite da una sorta di film e i giunti dei fili
appaiono riempiti di questa sostanza. Sono
evidenti la penetrazione di un liquido attraverso il tessuto e la sua diffusione per capillarità"
(forse il liquido colloso di trasferimento nella
copia? (5, p. 93); b) le tre forme di ferro della
Sindone di Torino (legato alla cellulosa delle
fibre di lino, legato all'emoglobina del sangue
e l'ossido di ferro) (5, pago 94-95); c) la questione misteriosa della immagine. Perciò l'autore tratta questi elementi a favore debla sua
ipotesi, sia come prove di somiglianza tra le
due sindoni sia come motivi di differenza dal
punto di vista chimico-fisico.
Non riferisco, anche perché è molto complicata, la trattazione sempre nel cap. 13, che tenta di interpretare l'immagine misteriosa come originata nel sepolcro, dopo la morte, per
fenomeni chimici e fisici solo sulla Sindone originale (più o meno intensi secondo la diversa distanza del lenzuolo dal cadavere), mentre
nella Sin dane di Torino ci sarebbero solo i segni dei prodotti chimici trasferibili derivati del
sangue e dei prodotti capaci di impregnare la
superficie delle fibre del nuovo lino a contatto.
LA CORRISPONDENZA SPECULARE
COL SUDARIO DI OVIEDO
Nel cap. 14 Atìas riporta le osservazioni sul
Sudario di Oviedo (detto "Sacro Volto") pubblicate da Mons. Ricci (4, pago 219-238 più le
successive 9 tavole fotografiche fuori testo).
Questo sudario di piccole dimensioni (cm. 84x
PROBLEMIzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
SCIENTIFICI
53), è giunto in Spagna nel IX secolo dall'XI
secolo viene esposto 3 volte all'anno come reIl manoscritto accetta come validi i dati delliquia contenente macchie di sangue del Signole analisi scientifiche dello S.T.R.P. (Shroud
re. E' considerato un velo di lino che, ripiegaof Turin Research Project, Progetto di ricerca
to in due, copriva il volto di Gesù morto, nel
della Sindone di Torino) del 1978 (5, cap. 6)
percorso dalla croce al sepolcro, messo poi
e le discute in relazione all'ipotesi del trasfein disparte quando Gesù fu avvolto nella Sindorimento su copia: i risultati fotografici di Sene: Il velo è di lino molto leggero, intessuto
condo Pia nel 1898 e di Giusenpe Eurie nel 1933,
a trama ortogonale non a spina di pesce come
il fatto che dove è stata trasferita una macchia
la Sindone, e la sostanza ematica che appare
di sangue non è stata trasferita l'immagine
sul lato a contatto col volto Cin recto') è di
(rimasta sul tela originale sotto il sangue?),
tale
entità da presentare le impronte di sanla colorazione così rossa del sangue e l'abbongue
anche
sul lato opposto Cin verso') ed ha
danza di bilirubina (vuol dire che non si è usapenetrato parzialmente anche l'altro lembo rito sangue normale per dipingere la tela ma
piegato e sovrapposto. Le visite di Mons. Ricpiuttosto che si è trasferita nella copia una parci
nel '65 e '79 stabiliscono che se si sovrappote del sangue originale), il problema della tridine
al Santo Sudario l'immagine del volto della
mensionalità dell'immagine nel negativo fotoSindone si ottiene una perfetta corrispondengrafico rilevabile da analizzatore elettronico
za delle macchie di sangue sui due volti.
con computer, gli esperimenti con luce di wood
La corrispondenza però è speculare cioè, per
l'immagine a basso contrasto, il fatto che la
esempio la traccia della fuoriuscita di sangue
densità ottica sia praticamente identica sia
(e saliva?) dal margine laterale destro della
per il lato frontale che per quello dorsale dello
boçca dell'Uomo della Sindone di Torino, idenUomo della Sindone indice di identica pressiotica nella forma, direzione e misura, si presenne (forse nell'originale si rileverebbe una magta al margine laterale sinistro della bocca nel
gior pressione sul dorso essendo il cadavere
appoggiato "sul dorso, mentre le copie sono otSudario di Oviedo. Mons. Ricci pensò che il Satenute con pressione uniforme), etc. etc.
cro Volto fu esposto per tanti secoli a rove-zyxwvutsrqpo
P agln~ stam pata a responaabllltà della p
scio alla venerazione dei fedeli, ma per Atìas
quello del Sudario è la vera posizione che si
aveva anche nella Sindone di Gerusalemme (è
rovesciata invece l'impronta di Torino perché
otte~uta per contatto e quindi appare speculare rrspetto alla Sindone originale). E' evidente che per stabilire le verità occorre subito la
analisi al C 14 del Velo di Oviedo e tutte le
altre analisi scientifiche identiche a quelle fatte a Torino. Solo una buona analisi comparativa potrà servire a significativi raffronti. Per
ora si ha solo una analisi dei pollini (mancano quelli di Costantinopoli ma pare che il Sudario sia giunto in Spagna per altra via) ma
l'analisi dei pollini non è ritenuta molto significativa.
CONCLUSIONE
f(manoscritto
di Atìas si interrompe al 15
capitolo dove continua ad analizzare le indagini da compiere in parallelo sulla Sindone e
sul Sudario di Oviedo (dove non c'è l'immagine
ma solo macchie di sangue). Forse si è arrestato dopo la comunicazione del Card. BaHestrero, o si è intimorito per eventuali reazioni dei
40 studiosi dello S.T.R.P. che mal tollerano
'ipotesi di lavoro' un po' azzardate. Oppure si
è accorto che se la sua ipotesi regge si potrebbe parlare ancora di questi lini come probabili
reliquie e allora ci vuole molto rispetto e poi...
si dovrebbero rovesciare tutte le figurazioni
della Sindone. Ci sono solo i titoli dei cap. 16:
Come verrebbero rovesciate le collocazioni delle piaghe nel vero Uomo della Sindone; cap.
17: Il valore delle indagini scientifiche e le
reliquie; cap. 18: Coordinamento tra autorità
ecclesiastica e scientifica neHe ricerche; cap.
19... cap. 20 ... Per fortuna ci sono solo i titoli
e così possiamo considerare finito questo lungo articolo.
NABO R et FELIX
ADDII
E ARRIVEDERCI
• Nei mesizyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPO
di Settembre e Ottobre de "Il
Segno" avevamo salutato alcuni Frati e Suor
Agnesina, pa r titi dalla nostra Parrocchia. Ora
diamo un particolare saluto a Suor Filippina,
Superiora delle Suore di via Gulli, 14, che ha
lasciato l'incarico 2 mesi fa ed è partita silenziosamente per essere Superiora a Ripa (Lucca). Ricorderemo sempre la sua serenità e
semplicità e la ringraziamo del lavoro svolto
nella scuola e anche nella nostra catechesi
parrocchiale.
• Abbiamo perso altre due Suore della Comunità di via Gulli, 14, che erano impegnate
.nella catechesi parrocchiale: Suor Giovanna
Corri e Suor Celina. I ragazzini loro affidati
le ricorderanno sempre, particolarmente Suor
Giovanna che ha accompagnato un numeroso
gruppo sino alla 5.a elementare cioè sino alle
soglie della C r esima .
Un grazie di tutto cuore a queste va lidissime
colla bor a tr ici della P a r r occhia . Catechiste, catechisti e a nima tor i catechesi mi incaricano
di manifestare i lor o sa luti e i miglior i a ugur i.
• Domenica 23 ottobre abbiamo salutato
Suor Ida Treccarichi, Cappuccina del S. Cuore,
che è stata nella nostra Parrocchia per ben 5
a nni nella C omunità di Suore addette propriamente alla pastorale. parrocchiale. Suo compito speciale era la visita degli ammalati ai quali portava la S. C omunione e la sua parola di
conforto. Poi era specialista nella catechesi ai
Ora non so che fare del manoscritto di quebambini (ogni anno ha avuto una o due classi)
sto strano Corcap Atìas; devo archiviarlo? o
e nella catechesi ai genitor i dei battezzandi.
nasconderlo? O lo devo bruciare? Aspetto il voMolti
hanno conosciuto ed apprezzato Suor
stro parere.
Ida anche nel servizio in archivio. Ora rincreA. S.
sce a tutti che ci abbia lasciato: «Solo fisicamente - ci ha detto dall'altare - vi lascio,
ma col cuore e con la preghiera rimarrò semNOTAzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
BIBLIO G RAFICA
pre vicino ai Naboriani! Ho ricevuto molto dai
vostri esempi e dalla vostra generosa disponi1) Savio P,.: «Ricerche storiche sulla S. Sindobilità».
ne», S.E.!., 1957
Tra i vari incarichi della sua vita: a S. Giovan2) Chiavavello G.: «Genesi e storia della S.
ni Rotondo per 6 anni con P. Pio, in Piemonte
Sindone», Istituto Culturale di Storia Paper 4 anni alla scuola materna, per 7 anni in
tria, Napoli 1978
Svizzera con gli emigrati, poi a Roma nella
Scuola per 3 anni, gli ultimi 5 anni a S. Nabore
3) Savio P.: «Ricerche sul tessuto della S. Sinsiano ricompensati in modo particolare dal
done», Tip. Italo Orientale, Grotta Ferrata
Signore.
1973
..,. Ricci G.: «L'uomo della Sindone è Gesù»zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFE
'. Oltre alle varie partenze di Frati e di SuoE . Cammino, Mi, 1985
'
re dalla nostra Parrocchia, vogliamo ricordare
la partenza della Signora Adriana Camerini
-) Ri!!gi di Xumana G.: «Rapporto SindonezyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
che
si è trasferita a vivere con la figlia presso
(197 J 19
)., 3M ed., 1988
Orbetello.
VIII
Paglna.t:ampatw,
a rasponsabilltà
della parrocchia
zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA