La gioia di rivedere gli amici - Comune di Ferrara
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La gioia di rivedere gli amici - Comune di Ferrara
Noi… giornalino della Scuola Primaria di Pontelagoscuro MARZO 2012 CERCACI NEL GIORNALINO La gioia di rivedere gli amici SECONDA B Questo giornalino è realizzato dai bambini della Scuola Primaria e stampato a cura della Circoscrizione, che ringraziamo. Un grazie anche alla Parrocchia, al Centro Sociale, alle Associazioni del territorio ed alle famiglie. 1 Forte il mio cuore leva il tuo canto, perchè io non ti vedo da tanto, notte più bella, giorno più bravo, perché era tanto che non ti abbracciavo, corvi di nuvole volano via, perché finisce la mia nostalgia. TERZA B UNA FIABA DA COLORARE In una giornata di neve il coniglio trova due carote; una la mangia, l’altra la lascia davanti alla stalla del cavallo. Il cavallo torna a casa e vede la carota però non ha fame e la porta davanti all’ovile della pecorella. La pecorella è al pascolo. Torna e vede la carota però non ha fame. Immediatamente porta la carota al capriolo che non c’è. Il capriolo ha già mangiato delle gemme. Allora la porta al suo amico coniglio che si è appena svegliato. Alla fine la carota è ritornata al coniglio. SECONDA A 2 3 All’uscita da scuola Esco da scuola TAC TAC Scendo le scale Mi ribalto, mi inciampo PUM!!! Sono BUM caduto Mi rialzo Tante persone BLA BLA CIAO CIAO BLA… Scivolo tra le persone SCIII!! Attraverso la strada PIPIIP! La vigilessa ALT! Le macchine frenano HIII! E attraverso Bel cagnolino BAU BAU BAU Un pitbull AHII! AHII! Corro UOMM! UOMM! L’ho scampata FUUUUU! Arrivo al cancello del Centro GNIAIN apro GNIAIN chiudo Lo scivolo SWJSSSSSSHUUU! Che bello! Adesso mi riposo Che buono il gelato NIAMNIAM SLAP SLAP QUINTA B UN GIOCO LINGUISTICO La nostra classe si è divertita con gli anagrammi (fare un anagramma vuol dire comporre con le stesse lettere di una parola (o frase) altre parole o frasi di diverso significato. Abbiamo creato uno pseudonimo del nostro nome e cognome. Provate anche voi! ABID OMAR – MARIO BAD SARA ANTONIONI – ARIANNA STONIO LORENZO ARBIA – ZORRO BALENIA GIORGIA BALBONI – GAIA BOLORINI GAIA BONONI – GINA BONIOA GAIA BOVI – BIA GOIA EMMA CARIANI – MARICA EMAIN BOUCHRA EL GUERRAOVI – GRA MATTEO FERRARI – FERMO RATATERI NICOLO’ FURICCHIA – FURIO COLNICCHIA GIULIA MARCHESI – MARIA GELIUSCHI IRENE MARZANTINI – MARTINA ZENERINI FILIPPO MORATELLI – PEPITO LO MILFIRA DAVIDE PASOTTI – DAVITO DE PASTI IVAN POCATERRA – PACO VANIRATRE CHIARA POLI – PAOLA FICHI FABIO QUARTARONE – QUARTO BIOFARNE LEONARDO SCAGLIANTI – CRISTIANO EDAGOLLAN MARCO TARTARI – MATTIA CORATA MICHELA TEBALDI – MICHITA BELLEDA FABIO TREDESINI – SERBIO DEFITINA LEONARDO ZAFFI – EZARD LEONAFFI ANDREA ZANNONI – NINO DE ZANNARA LIJE ANGELLO WU – WANGU JIE LOLIE TERZA A 4 L'undici Gennaio 1973 morì l'Appuntato Carmine Della Sala,un carabiniere nato ad Atripalda (AV) il 7 maggio del 1927. Giovanissimo si arruola nell'Arma dei carabinieri. Viene inviato come prima destinazione in Toscana e precisamente nella piccola stazione di Serravalle di Bibbiena (AR), dove conosce la futura moglie e da cui nascono tre figli. Viene poi inviato a Pontelagoscuro dove muore. Ecco come si sono svolti i fatti: la mattina del giorno in cui fu ucciso Carmine era fuori servizio, però dovette andare a lavorare comunque per sostituire un collega ammalato. Durante un normale controllo, entrò nella scuola a causa del freddo intenso. La scuola, situata davanti alla banca, era frequentata dal figlio Roberto. Dentro all’edificio incontrò sua moglie che gli disse:” Ti aspetto a casa per pranzo."poi se nè andò. Poco dopo Carmine vide un auto accesa parcheggiata in divieto e andò a vedere cosa stava accadendo mandando il compagno di guardia a chiamare aiuti. Il figlio Roberto lo vide entrare in banca e purtroppo fu l’ultima volta che vide il papà. L’appuntato entrando trovò due rapinatori e non fece in tempo a tirar fuori la pistola che gli spararono due colpi nell’addome; dopo lo trascinarono fuori dandogli altri due colpi, lo caricarono in macchina e partirono a tutta velocità , infine gli diedero altri cinque colpi e lo scaraventarono fuori. Per questo motivo tutti gli anni l' 11 Gennaio viene celebrata una Santa Messa in suo onore e noi bambini di V A quest'anno, siamo andati a rappresentare la scuola primaria di Pontelagoscuro intitolata a questo grande eroe. Classe VA C. Della Sala 5 Due storie vere di spostamenti “forzati” (Classe IVB) 1942: storia di Franco Ero un ragazzo ferrarese di sedici anni. Fui arrestato dalla polizia tedesca: ero a casa da scuola, obbligato dalle leggi razziali, bussarono alla porta, ordinando di uscire, con valigie e materassi. Mio papà era già stato arrestato e rilasciato. Arrivò un furgone che prelevò la mia e altre famiglie ebree del quartiere. Ci portarono alla Sinagoga, diventata un punto di concentramento. Con il treno arrivammo a Carpi, vicino si trovava il campo di transito di Fossoli, dove rimasi, non per sempre. A Fossoli, all’inizio, si stava bene, potevi stendere la biancheria, ti davano da mangiare, alla sera si poteva giocare a scacchi e leggere… Svolgevo lavori per i tedeschi, come controllare i passaporti. Le guardie tedesche diventarono più aggressive, se fuggiva un prigioniero fucilavano dieci ebrei; il cibo scarseggiava, altri miei parenti e conoscenti arrivarono (Levi, Finzi, Melli…). Le famiglie furono divise in diversi campi di concentramento in Germania, anche la mia famiglia e io. Nel nuovo campo la vita era dura ma resistemmo. Arrivarono gli americani a liberarci. Pensavo che la mamma fosse morta, era da un po’ che non ricevevamo sue notizie. Ritornammo a casa a piedi, dalla Germania a Ferrara. Fummo l’unica famiglia che tornò a casa salva, ma gli zii non tornarono. Era il 1947. Dovete ricordare la mia storia e quella di chi ha combattuto per la libertà e la giustizia. Date voce a chi non ce l’ha. 1952: storia di Guido Ero un bambino di sei anni, figlio di un minatore di Cabernardi, nelle Marche. Questo paese si trova in collina, allora l’ambiente era arido a causa della miniera di zolfo e dei gas solforici. Quel giorno sentii dire tristemente da mio padre: - Dall’Albania sono tornato, ma da Ferrara non si torna. Da tempo la gente di Cabernardi era triste. Mentre seguivo la lezione a scuola, vidi mio padre che partiva con la “macchina pubblica”; scavalcai la finestra e provai a raggiungerlo. Mi rimandò a scuola. Era stato trasferito alla Montecatini di Ferrara: il proprietario della miniera aveva trovato un modo più economico per estrarre lo zolfo. I minatori rischiavano di perdere il lavoro. - Bartali maglia gialla! – dicevano i minatori per accordarsi in segreto sul futuro sciopero. Restarono sotto terra per 40 giorni, scioperando, senza lavorare. Li chiamavano i “sepolti vivi”. Terminato lo sciopero, la maggior parte dei minatori fu trasferita in diverse parti d’Europa; i più attivi nella difesa dei propri diritti furono licenziati. Il paese rimase deserto: anche gli altri lavoratori persero via via il lavoro. Partii. Arrivato a Pontelagoscuro mi sentivo disorientato, perso, straniero in patria. Grazie ai giochi, la scuola, le conoscenze, le amicizie e il matrimonio con una ferrarese, negli anni mi sono integrato. Ho portato i miei figli a Cabernardi e hanno esclamato: - E’ la valle incantata! La natura era rinata. Se avete modo di collegarvi ad Internet con un computer, potete vedere la storia di Franco S. qui:http://video.repubblica.it/edizione/bari/il-cartoon-sulla-shoah-un-premio-da-napolitano/60650/59463 Quella della miniera di Cabernardi, di Guido G., qui: http://www.youtube.com/watch?v=3jfE8EMmUpA&feature=related 6