etica e bioetica

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etica e bioetica
LEZIONE
“ETICA E BIOETICA”
PROF.SSA IRENE GALLI
Università Telematica Pegaso
Etica e bioetica
Indice
1
Etica morale diritto e bioetica: definizioni e correlazioni ----------------------------------------- 4
1.1.
Morale -------------------------------------------------------------------------------------------------- 4
1.2.
Valori --------------------------------------------------------------------------------------------------- 4
1.3.
Valori morali ------------------------------------------------------------------------------------------- 4
1.4.
Convinzioni morali ----------------------------------------------------------------------------------- 4
1.5.
Valori culturali ---------------------------------------------------------------------------------------- 4
1.6.
Valori religiosi ----------------------------------------------------------------------------------------- 4
1.7.
Valori personali --------------------------------------------------------------------------------------- 4
1.8.
Valori professionali ----------------------------------------------------------------------------------- 5
1.9.
Conflitti di valori e disciplina etica ----------------------------------------------------------------- 5
1.10. Tematiche trattate dall’etica: l’etica normativa e non normativa ------------------------------ 5
2
L’etica applicata pratica infermieristica -------------------------------------------------------------- 6
2.1 Etica e giustificazione ----------------------------------------------------------------------------------- 6
2.2 Diritto ------------------------------------------------------------------------------------------------------ 6
2.3 Deontologia ----------------------------------------------------------------------------------------------- 6
2.4 Bioetica ---------------------------------------------------------------------------------------------------- 6
2.5 Bioetica di frontiera e del quotidiano ----------------------------------------------------------------- 7
2.6 L’epoca pre-moderna ------------------------------------------------------------------------------------ 9
3
I principi della bioetica --------------------------------------------------------------------------------- 11
3.1 Etica della responsabilità infermieristica ----------------------------------------------------------- 13
3.2 Advocacy ------------------------------------------------------------------------------------------------ 14
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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3.3 Competenza --------------------------------------------------------------------------------------------- 14
3.4 Cooperazione ------------------------------------------------------------------------------------------- 15
3.5 Caring ---------------------------------------------------------------------------------------------------- 15
3.6 Etica nel pubblico servizio: dal welfare state alla welfare society. ----------------------------- 15
4
Standard per un comportamento etico -------------------------------------------------------------- 16
4.1 Il modello di fry e johnston. -------------------------------------------------------------------------- 18
Bibliografia ------------------------------------------------------------------------------------------------------ 20
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Etica e bioetica
1 Etica morale diritto e bioetica: definizioni e
correlazioni
1.1.
Morale
Insieme dei principi o dei valori che guidano la condotta dell’uomo: sono il prodotto della
storia e della cultura dalla quale originano
1.2.
Valori
Difficile definizione: nel concetto valore e’ implicito non solo l’oggetto in se’(bene) ma
anche la persona che lo valuta, lo percepisce come proprio bene e mira a raggiungerlo giudizio di
una persona su un oggetto o un’azione o un fatto (Costantino Iandolo)
1.3.
Valori morali
Sono di natura morale e originano direttamente dagli interessi della morale: vita umana,
liberta’ e il benessere sociale e personale. Il valore morale ha la peculiarità di essere obbligatorio,
quindi di diventare un dovere per tutti di abbracciarlo ed eseguirlo nell’azione.
1.4.
Convinzioni morali
Non hanno la natura morale ma incidono pesantemente sulla vita della persona: sono
correlate a preferenze personali, a convinzioni di gradimento o di gusto.
1.5.
Valori culturali
Standard accettati e dominanti in uno specifico gruppo culturale.
Tutte le culture hanno un sisitema morale che le caratterizzano ogni cultura ha un concetto
diverso di salute e malattia.
1.6.
Valori religiosi
Standard condivisi da un credo religioso. Si manifestano direttamente e in maniera conscia o
viceversa in quanto intrinseci nell’educazione e nelle esperienze di una persona
1.7.
Valori personali
Convinzioni morali, attitudini, ideali che sono la guida del singolo soggetto. Es. un soggetto
può attribuire un valore personale alla pulizia (convinzione personale) parimenti all’onestà (valore
morale). I valori personali sono organizzati secondo una gerarchia che varia da ogni singola
persona.
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1.8.
Etica e bioetica
Valori professionali
Standard fondamentali condivisi che rappresentano una professione
1.9.
Conflitti di valori e disciplina etica
L’infermiere si può trovare molto spesso in una situazione in cui il proprio sistema valoriale
entra in conflitto con quello dell’assistito e con anche i valori della professione, oppure ci sono
situazioni in cui il bene del paziente entra in conflitto con la giurisdizione e con il rispetto
deontologico della volontà dell’assistito. La disciplina etica e la deontologia sono strumenti
fondamentali per l’infermiere, perché attraverso esse può trovare una risposta, che non
necessariamente “accontenti” tutte le parti.
L’etica è la “branca della filosofia pratica che esamina criticamente e giustifica
razionalmente la validita’ morale delle azioni umane” (fowler, pellegrino e thomansma)
1.10.
Tematiche trattate dall’etica: l’etica normativa e non normativa
Etica normativa: esamina norme o criteri per una condotta giusta o sbagliata (Frankena
1973). Sostiene un particolare insieme di princìpi e regole morali attraverso teorie etiche quali:
1. Utilitarismo: toeria che sostiene che la correttezza morale delle azioni è
determinata dall’equilibrio delle conseguenze buone o cattive di quelle azioni
2. Naturalismo: teoria che sostiene che l’umanità è stata creata con tendenze
definite verso certi valori
3. Formalismo: la correttezza morale delle azioni è determinata dalla loro forma o
natura
4. Pragmatismo: la correttezza morale delle azioni è determinata da ciò che
funziona o è più utile.
L’etica non normativa
Comprende due ambiti di indagine:
1. Etica descrittiva: indaga e spiega i fenomeni riguardanti le convinzioni e i
comportamenti morali (frankena 1973)
2. Metaetica: analizza il linguaggio morale e i concetti utilizzati nelle
argomentazioni etiche, oltre alla logica delle giustificazioni morali (Beauchamp,
Childress 2001)
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2 L’etica applicata pratica infermieristica
“L’etica applicata costituisce il tentativo di avvalersi di principi di etica normativa per
affrontare problemi specifici. Ciò non significa che l’etica applicata debba rinvenire principi
speciali e differenti da quelli proposti dalle teorie etiche, ma piuttosto studiarne l’attuazione
entro contesti particolari” (Maria Antonietta La Torre, 2009). Nel caso dell’etica applicata,
etica descrittiva, metaetica ed etica normativa sono strettamente correlate tra loro. L’etica applicata
prende in considerazione queste tematiche etiche per renderle applicabili in una particolare
situazione assistenziale1.
2.1
Etica e giustificazione
Un ruolo importante dell’etica è dare una valida giustificazione ai giudizi sui valori
formulati.
Il nostro punto di vista personale può essere il risultato di pregiudizi, interessi o ignoranza.
Che potrebbe quindi portarci a commettere “errori morali” abbiamo bisogno di guardare altrove per
avere garanzie e per sostenere le nostre scelte ed azioni morali. La teoria etica viene considerata
come la risorsa fondamentale dove le garanzie o ragioni molto valide (giustificazioni) possono
essere individuate (Johnstone 1999).
2.2
Diritto
Si può definire il diritto positivo anche come quell’insieme di “norme giuridiche” o leggi
che regolano in maniera OBBLIGATORIA la vita di un popolo.
2.3
Deontologia
Essa indica più precisamente “L’insieme dei doveri e delle regole che riguardano un gruppo
professionale”. Le regole deontologiche sono determinate dagli stessi professionisti e sono regole
CONDIVISE.
2.4
Bioetica
Negli anni, invece, si è andato affermando un significato più ristretto di bioetica e di fatto
l’Encyclopedia of Bioethics (pubblicata nel 1978, la prima enciclopedia di questo genere) di W.T.
Reich definisce la bioetica come “lo studio sistematico del comportamento umano nell’area delle
scienze della vita e della cura della salute, in quanto il detto comportamento è esaminato alla luce
1
T.Fry S. Johnstone M.J., etica per la pratica infermieristica, casa editrice Ambrosiana 2008 p. 18
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Etica e bioetica
dei valori e dei principi della morale”. La bioetica come disciplina, si qualifica come studio
interdisciplinare dei problemi scaturiti dal rapido ed incalzante progresso culturale-tecnologico in
campo biomedico.
2.5
Bioetica di frontiera e del quotidiano
La 'bioetica di frontiera' è quella sostenuta da filosofi che ritengono che l’interesse
principale della riflessione filosofico-morale odierna sia quello di confrontarsi con la novità dei casi
che rappresentano situazioni alle frontiere della scienza e che quindi riguardano direttamente solo
una piccola parte dei cittadini delle società occidentali avanzate.
La 'bioetica quotidiana' si occupa soprattutto, di questioni che riguardano la vita di tutti, non
solo di noi cittadini nelle società ricche ed avanzate, ma anche delle popolazioni in via di sviluppo
del cosiddetto terzo mondo; l'attenzione di questo tipo di ricerca si focalizza infatti sulle profonde e
crescenti disuguaglianze nella ripartizione mondiale delle risorse di salute2.
La Bioetica si distingue dall’Etica tradizionale perché tiene di conto di pareri
multidisciplinari e soprattutto dove i clinici hanno una figura centrale nel prendere le decisioni.
L’assunto di partenza è il pluralismo: la consapevolezza dell’esistenza di più visioni
del bene.
Etica tradizionale
Bioetica
Approccio della filosofia
Approccio interdisciplinare
Riflessione intorno a:
Riflessione intorno a:
uomo all’interno di spazi e tempi Uomo
determinati
Animali
ambiente
Repertorio storico delle teorie
Assunto
di
partenza
:Il
Pluralismo,
novità,
consapevolezza dell’esistenza di più visioni del bene.
STAGIONI DELL’ETICA IN MEDICINA
2
http://www.humanamente.eu/PDF/intervista_m.toraldo_numero3.pdf
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Epoca
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pre-
Epoca moderna
Epoca post-moderna
Bioetica
Etica dell’organizzazione
Quale
Quale
Quale trattamento ottimizza l’uso delle
trattamento
trattamento
risorse e produce un paziente/cliente
moderna
Etica medica
La
Buona
Medicina
porta maggior rispetta il malato soddisfatto ?
beneficio
al nei suoi valori e
paziente ?
nell’autonomia
delle scelte ?
L’ideale
Paternalismo
Autorità
“Leadership”
Medico
benevolo
democraticamente organizzativa
morale,
scientifica,
condivisa
Il
buon
paziente
Obbediente
Partecipante
Cliente
giustamente
(“compliance”)
(consenso
consolidato
soddisfatto
e
informato)
Il
buon
rapporto
Il
buon
infermiere
Alleanza
“Patnership”
“Stewardship”
terapeutica
(professionista-
(fornitore di servizi-cliente)
(il dottore con utente)
Contratto di assistenza:
il suo paziente)
Azienda/popolazione
“Paramedico”
Facilitatore della
Manager responsabile della qualità dei
esecutore delle comunicazione, a servizi autonomi
decisioni
beneficio di un
mediche,
paziente
supporto
autonomo
emotivo
del
paziente
Chi
prende
decisione
Il medico in
“scienza
coscienza”
Il medico e il
e malato
La
direzione
aziendale,
insieme
ai
insieme dirigenti (negoziazione)
(decisione
consensuale)
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Principio
Beneficità
Etica e bioetica
Autonomia
Giustizia
guida
2.6
L’epoca pre-moderna3
Ha caratteristiche di grande antichità e di forte tenuta nel tempo. Si tratta di una tradizione
ininterrotta che in Occidente è durata per più di 25 secoli, dall’epoca di Ippocrate (V secolo a.
C.)fino ai nostri giorni.
L’Occidente ha cambiato una quantità di cose nell’organizzazione sociale – l’economia, la
famiglia, la religione, il diritto, la politica – dall’antichità greco-romana ad oggi. La medicina stessa
si è profondamente modificata nel tempo.
Per l’etica non è avvenuta la stessa cosa. Le convinzioni su ciò che è bene o male fare in
medicina, sui comportamenti giusti o ingiusti nei confronti del malato sono rimaste sostanzialmente
stabili per secoli.
Sinteticamente,
la stagione pre-moderna dell’etica in medicina la denominiamo “etica
medica”. Tale aggettivo è giustificato dal fatto che l’etica a cui ci riferiamo, è sostanzialmente
l’etica “del medico”. E’ il medico che la determina ed è la professione medica che se ne fa garante.
In questa etica sono prescritti comportamenti per i malati, per i familiari, per le professioni
che collaborano con il medico; tutti svolgono funzioni subordinate e sono chiamati a modellarsi
sulle richieste che provengono dai medici, i quali hanno un ruolo decisivo nello stabilire che cosa
sia “buona medicina”.
Dai collaboratori del medico, in primo luogo dagli infermieri, in quanto “paramedici” ci si
attende che collaborino anche a “indurre” ai malati ad essere osservanti4.
La domanda fondamentale a cui risponde la medicina di qualità dell’epoca pre-moderna è:
“Quale trattamento porta maggior beneficio al paziente?”. Troviamo questa preoccupazione già nel
giuramento di Ippocrate: “Prescriverò agli infermi la dieta opportuna che loro convenga per quanto
mi sarà permesso dalle mie cognizioni e li difenderò da ogni cosa ingiusta e dannosa.
Tutta l’azione del medico è diretta a procurare il bene del paziente, identificato con la
soluzione positiva del problema creato dalla patologia.
Questo modello presuppone un ruolo del medico fondamentalmente paternalista.
3
Fadanelli M., appunti di bioetica, Master I livello in infermieristica di famiglia e nella sanità di iniziativa, a.a.
2009/2010
4
idem
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Etica e bioetica
Il “Paternalismo” in questo contesto non equivale ad un giudizio di valore: vuol essere solo
la descrizione di una modalità di rapporto. Vuol dire che tra chi cura e colui che riceve le cure c’è lo
stesso rapporto asimmetrico che esiste tra un buon padre di famiglia o una madre e i figli del cui
bene sono responsabili. E’ la scienza in continuo progresso che lo guida nel percorso della terapia,
mentre la coscienza gli impedisce di trarre profitto dalla debolezza del paziente. Nel linguaggio
della bioetica americana che si orienta ai principi, si parla a questo proposito di una medicina
ispirata al principio della beneficence, ovvero di “beneficità”.
Il malato contribuisce alla buona medicina impegnandosi ad essere docile e osservante delle
prescrizioni, in un rapporto di affidamento fiduciale.
Il buon paziente è il paziente “osservante”; a lui si richiede di entrare nel trattamento
mediante la “compliance”.
In questo modello il buon rapporto è l’alleanza terapeutica tra colui che si dedica all’opera
della guarigione e chi riceve questo servizio.
Il termine “alleanza” fa parte della tradizione religiosa. Il rapporto medico-paziente, allo
stesso modo dell’alleanza che è il pilastro centrale della religione ebraico-cristiana, mette in
relazione due diseguaglianze. Nell’alleanza religiosa si tratta del legame che si instaura tra la
potenza della divinità, in quanto fonte di forza e di salvezza, e la situazione di necessità propria del
popolo di israele. Analogamente, la guarigione in medicina si ottiene mediante l’unione tra la
scienza-coscienza del medico e la volontà del pazinete di mantenersi all’interno di questo rapporto
di alleanza.
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Etica e bioetica
3 I principi della bioetica
I principi dell’etica biomedica: Beuchamp e Childress5
Beuchamp e Childress si occupano dei principi dell’etica in particolar modo nel campo della
medicina. Di fronte al fatto che esistano diverse teorie etiche per nulla esenti da dilemmi morali, sia
che sorgano al loro interno, sia dal confronto con teorie etiche differenti, essi elaborano 4 principi
che permettano di giungere a soluzioni ponderate di fronte a un problema etico.
1)Autonomia. Partendo dalla constatazione che “molti problemi della bioetica riguardano
inadempienze e mancanze nel rispetto della autonomia, a partire dalla manipolazione della verità”3,
occorre elaborare un principio che “affermi il rispetto della libertà del paziente e delle sue decisioni
e ribadisca la necessità del consenso libero e informato, onde evitare che il soggetto diventi un
oggetto nelle mani dei sanitari”6.
Questo principio apporta una novità rispetto all’etica tradizionale che si basava solo sulla
beneficenza e non maleficenza, per cui alla fin fine era solo il medico a decidere ciò che era bene e
ciò che era male. Il principio di autonomia sancisce invece che sia il paziente a decidere quanto è
bene e quanto è male per sé. Tutto fila finché il medico e il paziente concordano tra loro circa la
concezione di quanto è bene (e di quanto è male). Ma se le loro opinioni sono discordi? In un
contesto pluralista, quale è il nostro, non è assolutamente chiaro cosa è bene e cosa è male, per cui
sembra che in ultima analisi il soggetto debba essere lasciato nella sua solitudine a decidere di se
stesso: “Rispettare l’autonomia di un soggetto agente, è riconoscere doverosamente le capacità e le
prospettive della persona di fare determinate scelte e di prendere certe decisioni basate su
convinzioni e valori personali”.
E se il paziente risulta incapace di decidere autonomamente, chi dovrà decidere al posto
suo? Secondo C. Viafora, si danno i seguenti criteri di soluzione:
a) Si può ragionevolmente supporre che il miglior interesse del paziente sia raggiunto nella
misura in cui la medicina raggiunge i suoi obiettivi costitutivi;
b) Fare appello alla storia passata del paziente per cercare di comprendere quale scelta egli
farebbe in quella situazione se fosse in grado di porla;
5
T.Fry S. Johnstone M.J., etica per la pratica infermieristica, casa editrice Ambrosiana 2008 p.63
.Beuchamp T.L, Childress C.F., Principles of biomedical ethics, Oxford University Press, new , New York 1989
6
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Etica e bioetica
c) La decisione migliore per un altro sarebbe quella assunta congiuntamente da una équipe
medico-assistenziale e dai familiari del paziente7.
2) Beneficialità e non maleficenza. Scopo della medicina è la salute e il benessere del
paziente. Primum non nocere è da sempre il principio basilare dell’etica medica, fin dai più antichi
codici deontologici. “Il principio di beneficialità ci chiede di astenerci dal fare il male agli altri e di
aiutarli ulteriormente nei loro fondamentali e legittimi interessi”7. Secondo W Frankena, questo
principio include quattro elementi:
a) Non si deve infliggere alcun male o danno (non maleficenza);
b) Si deve prevenire il male o il danno;
c) Deve essere rimosso il male o il danno;
d) Si deve fare o promuovere il bene8.
I quattro elementi hanno però tra loro un ordine gerarchico. Anche questo principio,
apparentemente così scontato, non è esente da domande ineludibili.
In base a quali parametri definire il bene del paziente?
A chi spetta tale decisione, soprattutto in caso di conflitti?
È, questo, il problema dell’estensione del principio di beneficialità. Per alcuni filosofi, esso
costituisce una virtù e un ideale morale, ma non un obbligo, se non professionale. Per altri questo è
un principio di obbligazione, perché genera doveri morali generali che spettano ad ognuno,
indipendentemente dal proprio ruolo professionale. Tuttavia, i principi di beneficialità e di non
maleficenza risultano, secondo Beauchamp, moralmente obbliganti in virtù della stessa professione
medica. Rimane in questione la problematica circa i parametri in base ai quali definire il bene o il
male e la questione del paternalismo medico, per il quale la decisione del medico, di tipo quasi
parentale, annulla quella autonoma del paziente, in ordine al beneficiarlo o al prevenirlo dal male.
In questo caso, si genera un conflitto tra i principi di beneficialità e di autonomia, ognuno dei quali
può essere concepito come prevalente9.
3) Giustizia. “Il principio di giustizia esige l’equa ripartizione dei benefici e degli oneri, per
evitare discriminazioni e ingiustizie nelle politiche e negli interventi sanitari”. È il principio che
nell’atto medico fa valere le ragioni di una terza componente: la società in cui paziente e medico si
trovano inseriti, una comunità di soggetti “che meritano uguale rispetto e considerazione in ordine
7
http://www.parrocchiadisantanna.it/bioetica/principi_bioetica.pdf
Frankena W., ethics, Prentice Hall, Englewoods Cliffs, 1973 p. 43
9
http://www.parrocchiadisantanna.it/bioetica/principi_bioetica.pdf
8
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Etica e bioetica
alla rivendicazione al diritto alla vita e alla salute e nei confronti dei quali le risorse sanitarie
devono essere distribuite equamente”10.
Anche circa il concetto di giustizia, le teorie etiche sono contrastanti (egualitarie, libertarie,
utilitaristiche). Beauchamp evidenzia però che esiste un concetto comune a tutte queste teorie, un
principio formale di eguaglianza: casi simili dovrebbero essere trattati in modo simile, casi uguali in
modo uguale. “Dal momento che in ogni gruppo di persone ci saranno molti fattori per i quali esse
sono allo stesso tempo simili e differenti, questo principio di eguaglianza deve essere inteso come
eguaglianza nei suoi aspetti più rilevanti” secondo uno o più di questi principali elementi di
giustizia distributiva:
a ogni persona una parte uguale;
a ogni persona secondo il proprio bisogno;
a ogni persona secondo acquisizioni di libero mercato;
a ogni persona secondo il proprio sforzo;
a ogni persona secondo il proprio contributo associativo;
a ogni persona secondo il proprio merito11.
4) Veridicità. Dovere di dire la verità. La sincerità è un valore che si lega al rispetto di una
persona. Gli infermieri devono essere sinceri nei confronti dell’assistito. Spesso, questo principio in
sanità non viene ottemperato: gli operatori sanitari non se la sentono di affrontare il malato e parlare
con parole sincere, ledendo in maniera considerevole la relazione di aiuto e di conseguenza,
l’adesione al percorso terapeutico. Viceversa, può succedere che il “dire la verità” subito, sia un
modo per scaricarsi di un peso, una responsabilità. In entrambi i casi, il malato e la sua famiglia si
ritrovano SOLI ad affrontare una malattia e tutto ciò che essa comporta.
5) Fedeltà. Obbligo di restare fedele ai proprio lavoro ed ad ottemperare ciò che comporta
l’esercizio della propria professione. Ci possiamo congiungere la posizione di garanzia ed il
principio della tutela della riservatezza.
3.1
Etica della responsabilità infermieristica
Ethos = dal greco significa comportamento, costume; Responsabilità = dal latino respondeo,
rispondere. È il comportamento che risponde a qualcuno o a qualcosa.
10
.Beuchamp T.L, Childress C.F., Principles of biomedical ethics, Oxford University Press, new , New York 1989
http://www.parrocchiadisantanna.it/bioetica/principi_bioetica.pdf
11
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Etica e bioetica
I concetti etici su cui si fonda la presa di decisioni etiche da parte degli infermieri secondo
Fry e Johnston.
Advocacy ,
Competenza,
Cooperazione,
Caring12
3.2
Advocacy
Supporto attivo dato a una causa importante (Fry, 1995).
Modello di tutela dei diritti vede l’infermiere come il difensore dei diritti del paziente
all’interno del sistema sanitario- assistenziale è fondato sui valori considera l’infermiere come
colui che aiuta il paziente a discutere delle proprie necessità interessi e scelte nel rispetto dei valori
e dello stile di vita del paziente stesso. Questo concetto può essere condotto anche sulla posizione di
garanzia che l’infermiere ha nei confronti del cittadino.
3.3
Competenza
E’ costituita da due attributi fondamentali:
1.
la capacità di rispondere, sulla base delle proprie conoscenze competenze e
sulla propria deontologia (L.42/99 e L. 251/2000)
2.
la responsabilità che l’infermiere ha mentre eroga assistenza
“La competenza è essenzialmente ciò che una persona dimostra di saper fare (anche
intellettualmente) in modo efficace, in relazione ad un determinato obbiettivo, compito o attività in
un determinato ambito disciplinare o professionale. Il risultato dimostrabile ed osservabile di
questo comportamento competente è la prestazione o la performance”. (Rosario Drago 2000).
Infermiere accantable responsabile nell’erogare assistenza in accordo con
gli std professionali e deontologici.
Infermiere be accountablel’infermiere può dover rispondere alla persona
assistita, alla professione, al datore di lavoro ed alla comunità per quanto è stato fatto o
omesso nella prestazione infermieristica13.
12
13
T.Fry S. Johnstone M.J., etica per la pratica infermieristica, casa editrice Ambrosiana 2008 p.63
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3.4
Etica e bioetica
Cooperazione
La cooperazione è un concetto che comprende la partecipazione attiva con gli altri per
prestare ai pazienti un’assistenza di qualità, la collaborazione nella progettazione degli approcci
all’assistenza infermieristica e la reciprocità tra coloro con i quali l’infermiere si identifica dal punto
di vista professionale. Questo concetto lo possiamo ritrovare anche nel principio dell’affidamento.
3.5
Caring
Nel rapporto infermiere-paziente viene attribuito un importante valore al concetto etico di
caring e i comportamenti orientati al caring sono spesso considerati fondamentali per il ruolo
dell’infermiere.
3.6
Etica nel pubblico servizio: dal welfare state alla welfare society14.
Di fronte alla crisi del welfare state si comincia a valutare la necessità di passare ad una
welfare society ove viene favorita sempre di più l’autonomia politica e morale dei cittadini intesi sia
in qualità di singoli che nei possibili profili associativi.
Oltre a ciò si comincia a sviluppare sempre più un forte rapporto all’etica nel mondo del
mercato e delle imprese.
Nell’etica del pubblico servizio, la responsabilità del pubblico funzionario, sia giuridica che
morale, va vista in rapporto con la democratizzazione e con lo spirito delle carte dei servizi. L’etica
del pubblico servizio ha come scopo principale il recupero della fiducia fra operatore e fruitore del
servizio. Quindi le professioni e il comportamento professionale entrano appieno in questo ambito.
14
Fadanelli M., appunti di bioetica, Master I livello in infermieristica di famiglia e nella sanità di iniziativa, a.a.
2009/2010
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vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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Etica e bioetica
4 Standard per un comportamento etico
Le modalità di comportamento etico dell’infermiere sono state influenzate da elementi sia
sociali che professionali: IL CODICE DEONTOLOGICO DELL’INFERMIERE.
Articolo 1
L'infermiere è il professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieristica.
Articolo 2
L'assistenza infermieristica è servizio alla persona, alla famiglia e alla collettività. Si
realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale,
tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed educativa.
Articolo 3
La responsabilità dell'infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura
della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell'individuo.
 CARING
Articolo 4
L'infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei
valori etici, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona.
 PLURALISMO
Articolo 5
Il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e dei principi etici della professione è
condizione essenziale per l'esercizio della professione infermieristica.
CAPOII
Articolo 7
L’infermiere orienta la sua azione al bene dell'assistito di cui attiva le risorse
sostenendolo nel raggiungimento della maggiore autonomia possibile, in particolare, quando
vi sia disabilità, svantaggio, fragilità.  AUTONOMIA
Capo III
Articolo 11
L'infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e
competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull'esperienza e la
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Etica e bioetica
ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione. Promuove, attiva e partecipa
alla ricerca e cura la diffusione dei risultati. COMPETENZA/RESPONSABILITA’
Articolo 13
L'infermiere assume responsabilità in base al proprio livello di competenza e ricorre,
se necessario, all'intervento o alla consulenza di infermieri esperti o specialisti. Presta
consulenza ponendo le proprie conoscenze ed abilità a disposizione della comunità
professionale. COMPETENZA/RESPONSABILITA’
Articolo 16
L'infermiere si attiva per l'analisi dei dilemmi etici vissuti nell'operatività quotidiana e
promuove il ricorso alla consulenza etica, anche al fine di contribuire all’approfondimento
della riflessione bioetica.
Articolo 20
L'infermiere ascolta, informa, coinvolge l’assistito e valuta con lui i bisogni
assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garantito e facilitarlo
nell’esprimere le proprie scelte.  CARING
Articolo 24
L'infermiere aiuta e sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo informazioni di natura
assistenziale in relazione ai progetti diagnostico-terapeutici e adeguando la comunicazione
alla sua capacità di comprendere.  ADVOCACY
Articolo 32
L'infermiere si impegna a promuovere la tutela degli assistiti che si trovano in
condizioni che ne limitano lo sviluppo o l'espressione, quando la famiglia e il contesto non
siano adeguati ai loro bisogni.  ADVOCACY
IL PROCESSO DECISIONALE ETICO: IL MODELLO DI FRY E JOHNSTON
Perché avere un metodo? Per avere un linguaggio comune per la presa di decisioni
infermieristiche
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4.1
Etica e bioetica
Il modello di fry e johnston15.
Questo modello prevede la presenza di quattro questiti per aiutare l’infermiere nella
definizione di una decisione.
1.
QUALI SONO I RETROSCENA DEI CONFLITTI DEI VALORI?
COME IL PROBLEMA VIENE VISSUTO DALLE PARTI IMPLICATE. La storia deve
essere raccontata:
dalle parti interessatechi ha fatto che cosa
15
T.Fry S. Johnstone M.J., etica per la pratica infermieristica, casa editrice Ambrosiana 2008 p.63
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Etica e bioetica
in termini di valori delle parti coinvolte perché è un problema etico
con i conflitti di valori delle parti percepiti.
La visione del roblema deve essere multidimensionale e multidisciplinare.
2.
QUALE SIGNIFICATO DANNO I VALORI IMPLICATI?
Cosa significa «aver cura» per questa persona e quali sono le mie responsabilità
professionali? Ci sono questioni giuridiche che dovrebbero essere affrontate? Come posso
mantenere ma mia integrità etica in questa situazione?
È determinante indagare sul significato dei valori sostenutu dagli individui , in
qualunque situazione ci si trovi (Mariano 2001) «le questioni etiche non possono essere risolte
in maniera consona se le dimensioni die valori riguardanti il problema non sono note, rispettate
e considerate durante il processo decisionale.
3.
QUAL È IL SIGNIFICATO DI QUESTI CONFLITTI PER LE PARTI
IMOLICATE?
Mettendosi «nei panni di» l’infermiere comprende come le parti coinvolte mettono in
relazione i propri valori alla situazione contingente e come le decisioni prese hanno un peso
sulla loro vita.
4.
CHE COSA SI DOVREBBE FARE?
Indagare sulle possibilità che possono risolvere i conflitti di valori. Le opsioni devono
rispettare:
i valori sostenuti dalle parti
i risultati che si possono ottenere
la legge ed il codice deontologico
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Etica e bioetica
Bibliografia
FADANELLI M., appunti di bioetica, Master I livello in infermieristica di
famiglia e nella sanità di iniziativa, Empoli, a.a. 2009/2010
FRANKENA W., ethics, Prentice Hall, Englewoods Cliffs, 1973 p. 43
IANDOLO C., L’etica al letto del malato, Armando Editore
T.FRY S. JOHNSTONE M.J., etica per la pratica infermieristica, Casa Editrice
Ambrosiana 2008
http://www.parrocchiadisantanna.it/bioetica/principi_bioetica.pdf
http://www.humanamente.eu/PDF/intervista_m.toraldo_numero3.pdf
T.L.Beuchamp, C.F. Childress, Principles of biomedical ethics, Oxford
University Press, new , New York 1989
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