Presepe Vivente - gerardo ciannella

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Presepe Vivente - gerardo ciannella
Presepe Vivente
Il presepe vivente è una tradizione cristiana
consistente in una breve rappresentazione teatrale
che ha lo scopo di rappresentare,
con l'impiego di figuranti umani, la nascita di Gesù
in una scenografia che viene costruita per ambientare
la vicenda della natività.
Il primo presepe vivente della storia fu opera di
San Francesco d'Assisi, nel borgo di Greccio, presso Rieti.
Da allora, la tradizione si diffuse in Italia
e negli altri Paesi cristiani.
Oggi, i presepi viventi sono organizzati pressoché
in tutto il mondo occidentale cristiano, non solo cattolico,
ma anche da parte di fedeli di altre Chiese.
Ad organizzare i presepi viventi sono, per lo più, intere città
e i figuranti sono solitamente loro abitanti.
L'ambientazione non è necessariamente quella dell'epoca
della nascita di Cristo, ma spesso, il presepe vivente
costituisce l'occasione per mostrare antichi mestieri del luogo
ormai in via di scomparsa.
I LUOGHI ED I PERSONAGGI
DEL PRESEPE NAPOLETANO
Il Ponte: chiaro simbolo di passaggio ed è collegato alla magia. Alcune favole napoletane raccontano di tre bambini uccisi e
seppelliti nelle fondamenta del ponte allo scopo di tenere magicamente salde le arcate. Rappresenta quindi un passaggio tra
il mondo dei vivi e quello dei morti.
Chiesa, Crocifisso: La presenza di una chiesa, come anche del
crocifisso, testimonia l'anacronisticità del presepe napoletano
che è ambientato nel ‘700.
Il Fiume: L’acqua che scorre è un simbolo presente in tutte le
mitologie legate alla morte e alla nascita divina. Nel caso della
religione cristiana, essa richiama al liquido del feto materno
ma, allo stesso tempo, all'Acheronte, il fiume degli inferi su
cui vengono traghettati i dannati.
Il Forno: evidente richiamo alla nuova dottrina cristiana che
vede nel pane e nel vino i propri fondamenti, nel momento
dell'Eucarestia, oltre a rappresentare un mestiere tipicamente
popolare.
Il Pozzo: collegamento tra la superficie e le acque sotterranee,
la sua storia è ricca di aneddoti e superstizioni, che ne fanno
un luogo di paura. Una su tutte, quella per la quale un tempo
ci si guardava bene dall’attingere acqua nella notte di Natale:
si credeva che quell’acqua contenesse spiriti diabolici capaci
di possedere la persona che l’avesse bevuta.
La Fontana: egualmente ricorrenti, sono rappresentazioni
magiche, relative alle acque che provengono dal sottosuolo.
Nelle favole popolari la fontana è luogo di apparizioni fantastiche o di incontri amorosi. La donna alla fontana, inoltre, è
attinente alla figura della Madonna che, secondo varie tradizioni, avrebbe ricevuto l'Annunciazione mentre attingeva acqua alla fonte
Il Mulino: Il significato simbolico del MULINO comporta
una lettura alquanto complessa. Emblematico è il segno delle
ruote o delle pale che girano come raffigurazione del tempo.
Chiara è l'allusione al nuovo anno, immaginato come una
ruota che riprende a girare. Del mulino, poi, è significante, nel
senso infero, la macina che schiaccia il grano per produrre
bianca farina, che, come è noto, è antica simbologia della
morte (difatti del medesimo colore sono gli abiti da sposa, i
confetti, i dolci natalizi, il camicione di Pulcinella ecc.). Ma la
farina può assumere anche valenza positiva, per il fatto che
diventa pane, alimento indispensabile al nutrimento di tutti (si
ricordi che Cristo è detto «Pane della vita »). Inoltre, anche
per il mulino riscontriamo un riferimento mariano sia nel culto locale alla «Madonna del setaccio» (una raffigurazione di
Maria vestita di bianco con un setaccio tra le mani).
Il Mercato: Nel presepe napoletano del ‘700 le varie attività
lavorative rappresentano come in un'istantanea i principali
commerci che si svolgono lungo tutto l'anno. Quindi è possibile interpretare arti e mestieri come personificazioni dei mesi
seguendo questo schema:
I Venditori, uno per ogni mese dell'anno:
Gennaio macellaio o salumiere;
Febbraio venditore di ricotta e formaggio
Marzo pollivendolo e venditore di uccelli;
Aprile venditore di uova;
Maggio coppia di sposi recanti un cesto di frutta;
Giugno panettiere o farinaro;
Luglio venditore di pomodori;
Agosto venditore di cocomeri;
Settembre venditore di fichi o seminatore;
Ottobre vinaio o cacciatore;
Novembre venditore di castagne;
Dicembre pescivendolo o pescatore.
L’Osteria: Riconduce, in primo luogo, ai rischi del viaggiare.
Di contrasto, proprio perché i Vangeli narrano del rifiuto delle
osterie e delle locande di dare ospitalità alla Sacra Famiglia, il
dissacrante banchetto che in esse vi si svolge è simbolo delle
cattiverie del mondo che la nascita di Gesù viene ad illuminare.
I Giocatori di Carte: «'e duie cumpare, zi' Vicienzo e zi' Pascale». La loro precisa denominazione era attinente al Carnevale, chiamato in Campania «Vincenzo», e alla Morte, il cui
nome era «Zi' Pascale».
C'è da aggiungere che I Due Cumpari soprannominati comunemente «i San Giovanni» si riferiscono ai due solstizi: 24
dicembre e 24 giugno.
La lavandaia: personaggio caratteristico della nostra tradizione presepiale. Come testimone del parto verginale di Maria,
essa deriva da sacre rappresentazioni medievali, dall'iconografia orientale e da tradizioni cristiane extraliturgiche.
Sui presepi orientali si trovano più levatrici di Maria
(lavandaie) che, dopo aver lavato il Bambino, stendono ad
asciugare i panni del parto, il cui candore è suggestivo per un
confronto con la verginità di Maria.
La Zingara: com'è noto, è personaggio profetico collegato
alle sibille profetesse che nelle sacre rappresentazioni medievali assumevano ruolo primario. Alla Sibilla Cumana la tradizione attribuiva una leggenda natalizia. Ella aveva predetto
la nascita del Redentore, illudendosi di essere la vergine designata che lo avrebbe partorito. Quando udí gli angeli annunziare la nascita di Cristo, si rese conto del suo peccato di presunzione e fu trasformata in uccello notturno, o addirittura in
civetta.
La Zingara col Bambino in braccio può essere correlata non
solo alla fuga in Egitto di Maria che era, ella stessa, zingara in
un paese straniero, ma anche a un mito legato a un'antica divinità solare molto simile alla natura del Bambino della tradizione cristiana. Si narra di una donna vergine, chiamata Stefania, che, quando nacque il Redentore, si incamminò verso la
grotta per adorarlo, ma ne fu impedita dagli angeli che vietavano alle donne non sposate di visitare la Madonna che aveva
da poco partorito. Allora Stefania prese una pietra, l'avvolse
nelle fasce fingendosi madre e, ingannando gli angeli, riuscì a
entrare nella grotta il giorno successivo. Ma quando fu alla
presenza di Maria, si compì un miracoloso prodigio: la pietra
starnutì e divenne un bambino, santo Stefano, il cui natalizio
si festeggia appunto il 26 dicembre. Il personaggio della zingara senza il bambino in braccio assume un significato
drammatico perché preannunzia la Passione di Cristo. I ferri
che ella porta nelle mani vogliono simboleggiare i chiodi del
futuro martirio del Signore.
I Re Magi: sono i nobili del presepe e sono rappresentati sui
tre rispettivi cavalli dal colore bianco, rosso o baio, e nero.
Nelle favole campane tale cromatismo simboleggia l'iter quotidiano del sole: bianco per l'aurora, rosso o baio per il mezzogiorno, e nero per la sera e la notte. I Re Magi, rappresentano
il viaggio notturno dell'astro, che termina lí dove si congiunge
con la nascita del nuovo sole bambino. D'altra parte, in senso
solare va interpretata la tradizione cristiana secondo la quale
essi si mossero da oriente, che è il punto di partenza del sole. La simbologia solare dei Re Magi era chiaramente espressa
in passato, quando al loro corteo si aggiungeva una figura
femminile detta "LA RE MÀGIA", evidente rappresentazione
della luna che segue il viaggio notturno dei tre sovrani. Essa
veniva raffigurata in portantina sorretta da quattro schiavi, e,
secondo la tradizione, rappresentava la fidanzata fedele del Re
moro (altra simbologia della notte)
Benino: il pastorello raffigurato in atto di dormire, che, per gli
interessanti significati a lui connessi è personaggio di primaria
importanza.
Collocato sul punto più alto del presepe, simboleggia il cammino esoterico verso la grotta, il percorso in discesa attraverso
il sogno, il viaggio compiuto da un giovinetto, da una guida
iniziatica, da un bambino.
In base a questa raffigurazione il senso del Natale è comprensibile solo mediante un viaggio onirico effettuato con la guida
di un animo visionario che sprofonda nel mondo interiore
della conoscenza. Alla fine del viaggio, superate le paure e le
varie tappe, tale personaggio, dinanzi alla grotta della Nascita,
o della ri-Nascita, può identificarsi col cosiddetto Pastore
della Meraviglia, che, accecato dalla rivelazione, posseduto
dionisiacamente dalla luce stessa, non trova parole per esprimerla.
Il Pescatore ed il Cacciatore: esprimono due tipi di cultura
successivi alla società matriarcale: la pesca e la caccia, le più
antiche attività con cui l'uomo si assicurò i mezzi di sussistenza. Interessante per la valenza che esprime è il costume del
pescatore. Esso, connotato dal colore bianco e rosso, mostra
attinenza con la più antica liturgia del mondo popolare. Le
figure in coppia del cacciatore e del pescatore rinviano ad
arcaiche rappresentazioni del ciclo morte-vita, giorno-notte,
estate-inverno. La pregnanza simbolica dei due personaggi è
sottolineata, nella rappresentazione presepiale, dalla loro posizione che può dirsi canonica: vale a dire che il cacciatore si
colloca in alto, mentre il pescatore è situato in basso, presso le
acque fluviali. Tale contrapposizione evidenzia chiaramente
la dualità sacrale di una coppia attinente al mondo celeste e a
quello infero. Né si dimentichi che in tutte le antiche tombe
egizie, etrusche e italiche sono ricorrenti le raffigurazioni
funerarie della caccia e della pesca .
PROGRAMMA
LUNEDI 29 E MARTEDI 30 DICEMBRE
Ore 15.30 - “Zampognari in Melodia”
(Piazza Roma)
Ore 17.00 - “Zampognari in Melodia”
(Piazza U. De Agostini)
Ore 18.30 - Inizio Rappresentazione
(Piazza U. De Agostini)
Ore 19.30 - Apertura Botteghe
(Borgo Antico)
Ore 20.00 - Concerto - Street17
(Cappella San Martino - Castello)