LETTERA DAL MONASTERO siamo ormai alle porte del S. Natale e
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LETTERA DAL MONASTERO siamo ormai alle porte del S. Natale e
PAX LETTERA DAL MONASTERO Anno XXXVII N°3 Monastero S. Maria sopra Claro Natale 2014 Cari amici, siamo ormai alle porte del S. Natale e ovunque si respira un’atmosfera particolare. Come ogni anno, le vie delle città e dei paesi, le vetrine dei negozi e gli spazi dei grandi magazzini si riempiono di luci, di alberi luminosi e di richiami vari del grande avvenimento che, in qualche modo, coinvolgerà un po’ tutti. Se questa è la cornice abbagliante che attira l’attenzione, noi sappiamo bene che l’essenza del Natale è ben altra cosa! Ognuno, specialmente se ha motivi di sofferenza, attende questa festività nella speranza che porti pace – tra i popoli, nelle famiglie, nell’intimo di ciascuno di noi – e con la pace, forse per qualcuno, una casa, un lavoro, la salute, una sistemazione migliore: comunque un desiderio di vita nuova, più piena di senso e di gioia. Il segreto di questa attesa – augurandoci che nella situazione attuale del mondo la gente sappia ancora sperare e aver fiducia nella vita! – è quanto ci annuncerà ripetutamente la Chiesa e che viene espresso chiaramente nel Vangelo della notte santa: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2,10–11). In effetti a Natale i nostri sguardi si concentrano su un piccolo bambino che giace in una grotta, su poca paglia, assistito con grande amore da Maria e da Giuseppe. Ma da dove viene questo Bambino, la cui nascita deve portare una gioia così grande? La risposta molto chiara ce la offre l’evangelista Giovanni nel Prologo del suo Vangelo: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio… E il Verbo si fece carne e pose la sua tenda fra noi» (1,1–14). Sono parole che conosciamo molto bene, a cui siamo ormai così abituati che non ci sorprendono più, ma nella loro semplicità racchiudono un mistero insondabile. Sperimentiamo ogni giorno quanto siamo fragili e limitati, ma Giovanni ci dice con sicurezza: «A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio; quelli che credono nel suo nome… da Dio sono stati generati» (1,12ss). Queste affermazioni per noi ormai scontate, hanno appassionato la Chiesa antica, specialmente in Oriente, perché i teologi di allora si sono chiesti come Dio potesse farsi uomo, assumendo tutti i limiti e la povertà della natura umana. È un mistero che non si può spiegare se non con l’immenso amore del Padre celeste per noi. Ma se è inaudito che un Dio abbia voluto nascere come vero uomo, non è meno incredibile il fatto che l’uomo sia diventato Dio. Non oseremmo dirlo se non l’avesse affermato l’evangelista Giovanni, come abbiamo visto, e tanti altri Padri della Chiesa. Per esempio S. Atanasio ha scritto: «Il Verbo di Dio si è fatto uomo perché noi diventassimo Dio» e S. Gregorio di Nazianzo: «Cerchiamo di essere come Cristo, poiché anche Cristo è divenuto come noi: di diventare dèi per mezzo di Lui, dal momento che Lui stesso è divenuto uomo». Queste riflessioni profonde ci accompagnano non solo nella preparazione spirituale al Natale, ma pure in quella materiale che non è meno impegnativa dell’altra! Infatti, anche se il nucleo dell’evento è ineffabile, noi tutti abbiamo bisogno di segni che tocchino pure il cuore e il sentimento. Quindi, come ben sapete, allestiamo in chiesa il presepe più grande e laborioso. Gli elementi sono sempre gli stessi, essendo un presepe tradizionale, ma la raccolta del materiale necessario, la messa in opera cercando di fare qualcosa di bello, di diverso dagli altri anni, richiede l’impegno per molti giorni in tutti tempi liberi del gruppetto di monache a ciò incaricate. Poi ci sono tanti altri presepi sparsi per il Monastero: in Cappella – ridotto alla sola culla del Bambino – dove tutto deve essere disposto con cura e sempre con qualche elemento nuovo; in refettorio, che dalla notte santa diventa come un grande presepe – con al centro un bel Gesù Bambino adagiato su un tronco speciale – ed è ornato con rami di abete, palle colorate, luci, candele e piccole composizioni sui tavoli. Anche il chiostro coperto ha il suo bell’albero con alla base un piccolo presepe; il chiostro esterno un albero, una renna, una cometa luminosi; la sala di Comunità il suo presepio completo che “presiede” le nostre riunioni comunitarie. E qui ci fermiamo per non fare un elenco troppo lungo. Da alcuni mesi però abbiamo in casa una novità: un presepe permanente situato in un atrio interno. Su un tavolo di noce a mezzo tondo è posato un bassorilievo in bronzo, copia di una Natività del noto scultore Remo Rossi. Anche qui ci sono i personaggi essenziali: il Bambino, Maria, Giuseppe – raccolti nella contemplazione di Gesù –, l’asino e il bue: il primo animale un po’ nascosto mentre il secondo è ben in vista accanto al Bambino. Così, lungo tutto l’anno abbiamo un richiamo forte al grande mistero della nostra redenzione e ci piace pensare che sono proprio l’asino e il bue che offrono al Piccolo il conforto di un certo tepore, richiamandoci al dovere di porgere anche noi qualcosa di bello e di buono al santo Bambino. Vi abbiamo parlato a lungo delle umili cose che prepariamo per questa grande festa di luce, ma vogliamo ancora una volta ripetervi che nella nostra semplice vita di ogni giorno, nelle lunghe ore di preghiera è sempre presente il ricordo di ciascuno di voi, con le sofferenze, le preoccupazioni, i desideri del vostro cuore, e tutto portiamo al Bambino che vi attende sempre tutti con le piccole braccia aperte e un sorriso buono. E santo Natale a tutti! Le Benedettine di S. Maria ORARIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE NELLA CHIESA DEL MONASTERO PER LE SOLENNITA’ NATALIZIE 24 dicembre ore 17.30 ore 22.15 ore 24.00 Vespro solenne Mattutino di Natale S. Messa della notte 25 dicembre ore 8 ore 9.45 ore 17.00 S. Messa dell’aurora Terza e S. Messa solenne del giorno Vespro solenne e Benediz. Eucaristica 26 dicembre ore 9.45 Terza e S. Messa solenne ore 17.00 Vespro solenne ore 22.45 Mattutino solenne Canto del Te Deum ore 24 Canto del Veni Creator S. Messa solenne ore 15.30 S. Messa ore 17.30 Vespro e Benedizione eucaristica 31 dicembre 1 gennaio