piccoli scampoli valligiani - Voli

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piccoli scampoli valligiani - Voli
13º anno - n. 133 - dicembre 2004
“... incisioni eseguite con una punta su una superficie
dura, per lo più mettendo allo scoperto un sottostante strato di colore diverso...”
Direzione, Redazione, Amministrazione: Darfo Boario Terme, vicolo Oglio - Direttore responsabile: Tullio Clementi - Autorizz. Tribunale di Brescia n.3/92
del 10.01.92 - Spedizione in abbonamento postale, art. 2 comma 20/d legge 662/96 - Filiale Bs - Ciclostilato in proprio, Darfo Boario Terme.
ma quali parchi?
Si intitola “A scuola nei parchi della
Lombardia” uno dei nuovi cataloghi distribuiti, in tutte le scuole d’obbligo del
centro-nord ed in molte del sud, dal
CTS (Centro Turismo Studentesco). Vi
sono proposte visite didattiche ed attività di educazione ambientale – anche
di più giorni – in 11 aree protette della
Regione: quest’ultima è partner del CTS
nell’ambito del progetto PeT (Parchi e
Turismo) tramite la Direzione Generale
Qualità dell’Ambiente del “Pirellone”.
Farà bene all’orgoglio Camuno scoprire
che, nelle 34 pagine dell’accurata ed accattivante quanto seria pubblicazione, non
c’è traccia della Vallecamonica. Solo una
volta, ma forse per sbaglio, è citato l’Oglio,
come indicazione geografica dell’unica
zona a noi vicina, e cioè la Riserva Naturale Pian di Gembro.
L’Adda, la Valtellina e la Valchiavenna
sono assoluti protagonisti di questa pregevole operazione (anche) promozionale…; addirittura aspetti come l’erosione
glaciale, la civiltà montanara, gli antichi
mestieri, le piramidi di terra sono esplorate
altrove. Ma perché, da noi queste cose
non ci sono? Che rabbia, che smacco,
quale occasione sfumata!
Al di là delle spontanee considerazioni
segue a pagina 3
«Se essere moderati significa avere
posizioni di buon senso, siamo tutti
d’accordo. Se invece vuol dire compromettere, conciliare, frenare e contenere
allora dico che non solo è sbagliato,
ma è del tutto inutile. Per una ragione
semplicissima: che non interessa più
nessuno, non ha referenti sociali e
politici». (Massimo Cacciari)
RESPONSABILITÀ ED ERRORI NELLA GESTIONE DEL TERRITORIO
piccoli scampoli valligiani
di Francesco Ferrati
Ma la Sovrintendenza c’è o ci fa? Tra gli
amministratori e i politici il tormentone dell’autunno pare essere proprio questo, seguito spesso da critiche feroci contro l’ente
che ha il compito di tutelare il paesaggio e il
patrimonio in genere. Lungi da noi la difesa
a spada tratta, ma tre episodi di cronaca –
che hanno visto recentemente protagonisti
alcuni comuni della Vallecamonica – ci aiutano meglio a capire eventuali responsabilità ed errori. Che, come si può ben vedere,
non stanno tutti da una parte sola.
le tre emergenze camune
Guido Cenini, a pagina 3
TERZO CONCORSO GIORNALISTICO SULL’EUROPA E LA MONTAGNA
Montecampione a quota tre
di Monica Andreucci
Giunto alla terza edizione, scade il 31 dicembre il Concorso Giornalistico Internazionale “La Montagna della Vallecamonica verso l’Europa” indetto dal Comune di Artogne nella sua “contrada” di
Montecampione. Tema di articoli, reportages, documentari e fotoinformazioni, è “Il Bosco che
vive”: possono partecipare professionisti dei mass media che abbiano pubblicato le loro opere attinenti non prima del 2001. E, a giudicare dal successo riscosso nelle precedenti occasioni, anche
quest’anno si prevedono contributi qualificati che andranno ad arricchire la documentazione conservata nell’archivio della Biblioteca Comunale organizzante.
Info su: www.comune.artogne.bs.it e www.voli.bs.it . Buona l’idea di sostituire targhe e medaglie con soggiorni-vacanza premio, oltre che per le varie categorie (carta stampata, tv, radio, immagini) anche per i tre riconoscimenti speciali collaterali. Alla scadenza, il materiale dovrà pervenire alla Segreteria c/o Società Sas Corti, via Clerici 344, 20091 Bresso (MI)...
E speriamo non succeda come l’anno scorso, quando si sentì commentare da altri Camuni
partecipanti il nostro essere in gara con: “Graffiti? Che roba è?”.
Fuori dall’Unesco?
Le lettere di richiamo inviate dall’Unesco ad
alcuni comuni, alla Regione e al Ministero
sono diventate di dominio pubblico grazie
allo scoop di Roberto Ragazzi sul Giornale
di Brescia del 9 novembre scorso, dove una
pagina intera ha creato allarme su un possibile depennamento delle incisioni rupestri
dalla prestigiosa lista del patrimonio culturale dell’umanità. Le voci erano nell’aria già
da molto prima, anche perché i sindaci avevano avanzato a più livelli legittime preoccupazioni e si chiedevano cosa si potesse
fare per evitare il finimondo. Qualche giorno dopo, il 18 novembre, il sovrintendente
regionale Angelo Maria Ardovino rispondeva seccato al Giornale di Brescia con una
lettera dove minimizzava la portata del richiamo, sostenendo di aver sempre fatto il
possibile per le rocce camune e minacciando persino improbabili querele a chi in Valle
rema contro la Sovrintendenza.
Ciò non toglie che leggendo la lettera inviata dall’Unesco rimangono importanti punti
interrogativi, che rispecchiano gli eterni
problemi che ci affliggono: una superstrada
infinita che una volta ultimata avrà un impatto notevole, il maxi elettrodotto verso la
Svizzera che ha devastato il territorio e –
unica nota tecnica – la mancata perimetrazione delle rocce istoriate, indispensabile
per tutelarle dai pericoli. Ma, sugli altri, è
proprio quest’ultimo richiamo che fa impressione e non convince i dubbiosi.
segue a pagina 6
dicembre 2004 - graffiti
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tempo di congressi anche per la sinistra valligiana
di Francesco Ferrati
È tempo di congressi per i partiti della sinistra. I Ds sono andati alle urne proprio in
queste settimane, Rifondazione Comunista,
invece, lo farà tra un paio di mesi. Congressi
cruciali perché ci avviciniamo alle elezioni regionali del 2005 che sono il banco di prova
per battere Berlusconi il 3 e 4 aprile 2006.
Rifondazione deve sciogliere il nodo dell’accordo con il centrosinistra, soprattutto per
quanto riguarda le modalità, ancora non chiare
a gran parte del partito. Ci saranno cinque
mozioni in un congresso che si preannuncia
molto duro, in cui il segretario Bertinotti punta a battere le forti e combattive opposizioni
interne e superare il 50% dei consensi.
Sul versante dei Ds, invece, le mozioni sono
quattro, con Fassino che spera di avere una
maggioranza schiacciante, ben più ampia di
quella di Pesaro nel 2002, dove ci fu la novità
del Correntone. Il sito internet dei Ds camuni,
costantemente aggiornato, ha già pubblicato i
risultati dei congressi delle varie unità di base.
Ha partecipato complessivamente il 28,9%
dei tesserati e i risultati vedono in testa la
mozione Fassino con il 73,8% dei consensi,
poi Mussi (ex Correntone) con il 22,2%,
quindi le briciole a Salvi (Socialismo 2000) e
alla Bandoli (mozione ambientalista), entrambe ferme al 2%. In totale sono stati nominati
20 delegati per il congresso provinciale: 16
alla mozione Fassino e 4 alla mozione Mussi
(nessuno alle altre due). La Sinistra Giovanile,
dal canto suo, manderà due delegati al congresso, entrambi della mozione Mussi.
Analizzando le varie unità di base balzano all’occhio gli opposti di Pisogne e Gratacasolo:
nel primo caso la mozione del segretario nazionale è al 100%, nel secondo al 50%, a pari
merito con la mozione Mussi. Cesare Salvi fa
scintille, invece, in Alta Valle 1 (Pontedilegno,
Vione, Temù, Vezza, Incudine, Monno, Edolo, Corteno e Sonico) con il 25% e Fulvia
Bandoli nell’unità di base Media Valle 1 (Breno, Cerveno, Ceto, Braone, Niardo, Losine,
Ono, Prestine e Bienno) con il 13,3%.
Oltre alle votazioni delle mozioni, il sito ci informa che sono stati votati diversi ordini del
giorno: quello proposto dalla SG per incrementare la lotta alla mafia (votato all’unanimità), la bella proposta di Gloria Buffo per
limitare i privilegi e abbassare gli stipendi ai
parlamentari (95% di favorevoli, 3% di contrari e 2% di astenuti) ed infine – l’unico propriamente camuno – la proposta di eleggere
con le primarie (estese a tutti gli iscritti o votanti del centrosinistra camuno) il coordinatore della GAD (Grande Alleanza Democratica)
di Vallecamonica. Un’ottima proposta per
evitare di ritrovarci un Bonomelli qualsiasi
deciso dalle segreterie dei partiti, senza il consenso della base. In questo caso – è un vero
peccato – non è stata raggiunta l’unanimità:
89,9% di favorevoli, 1% di contrari e ben
9,1% di astenuti. Non ci è dato sapere a cosa
mirino questi ultimi.
Rifondazione Comunista di Vallecamonica, sul
finire di gennaio, convocherà il suo congresso
zonale, ma è ancora presto per fare previsioni:
le discussioni infatti non sono ancora cominciate. Due anni fa la mozione del segretario
nazionale ebbe un larghissimo consenso
(99%), ma gli emendamenti presentati dal
gruppo dell’Ernesto (che all’epoca sosteneva
Bertinotti) raggiunsero il 45%. Nel prossimo
congresso, invece, l’Ernesto proporrà una mozione distinta e dunque l’esito sarà tutt’altro
che scontato. Esce dalla maggioranza anche il
gruppo movimentista e no global Erre, con
una mozione propria. Ancora più difficile,
quindi, prevedere i risultati, ma Graffiti non
mancherà di farli sapere ai suoi lettori.
sempre “a posteriori”
In merito alle ultime elezioni amministrative in quel di Breno ed al relativo
commento pubblicato sul numero scorso di Graffiti (novembre 2004) col
titolo “a posteriori” e la firma “g.c.”, riceviamo e pubblichiamo ben
volentieri il seguente commento di Alfredo Moratti.
A posteriori e a ripensarci bene, è proprio così difficile accettare e
ammettere che la propria parte politica abbia sbagliato, senza dover
sempre e comunque ricorrere alla costruzione mentale dell’orco cattivo che scompagina i piani
delle povere vittime di turno? Se questa lettura “dietrologicamente inquietante” e tutto sommato
deresponsabilizzante fa sentir meglio qualcuno (rimozione del senso di colpa?) e deve servire alla
giustificazione di qualche altro, allora, diciamo che, a ripensarci bene... va bene così.
incisioni rupestri, mucche e... folclore
Risposta all’articolo di Guido Cenini pubblicato sul numero 132 di Graffiti con il titolo “senza
alcun limite al peggio”.
Molte volte mi trovo a condividere le denunce che Guido Cenini espone su questo mensile.
Anch’io, come lui e probabilmente molti altri cittadini, non perdo occasione per indignarmi e
rammaricarmi ogni qual volta il nostro territorio viene violentato dall’insensata costruzione di
villette, case a schiera, aree artigianali, centri commerciali, centrali, linee di alta tensione, progetti
di mega villaggi turistici e chissà quali altre diavolerie. Queste, oltre ad essere il più delle volte
inutili brutture dal punto di vista estetico, espropriano possibili economie legate alla cura e cultura del territorio. Non sono affatto d’accordo quando la presenza di una stalla, con relative
vacche al pascolo nelle vicinanze di case e parcheggi turistici, viene posta come una delle principali cause che reca danno all’immagine del “paese dell’UNESCO”. Non nego che possano
esistere problemi relativi all’ubicazione di un’azienda agricola, i quali tra l’altro possono essere
affrontati con un po’ di buon senso e tolleranza da parte di tutti. Mi stupisce il fatto che tale
presenza, venga da Cenini additata come uno dei principali motivi di imbarbarimento dell’area. Il
punto è un altro. Dove deve stabilirsi un’azienda agricola se, quotidianamente, si vede predare
terreni fertili, fonte di un secolare ciclo produttivo che è garanzia di tutela e salvaguardia ambientale? E con quale onere economico dovrebbe far fronte ad un eventuale trasferimento?
In una valle alpina, non credo proprio che la vista di bovini al pascolo (anche nei pressi del
parco delle incisioni) possa turbare l’occhio del visitatore; al contrario, può invece conferire
quel tocco folcloristico e di tipicità che il turista moderno va cercando tanto assiduamente.
Ringrazio per lo spazio concessomi e porgo i miei saluti. (Igor Ducoli)
complimenti per la “trasmissione”
Sono nata in Valcamonica, dove ho vissuto fino al 1993, ora vivo e lavoro a Milano, pur
mantenendo in maniera periodica e continuativa i contatti con parenti ed amici. Oltre agli
scambi umani, che mi permettono di vivere ancora in parte la realtà valligiana, ho modo di capire un po’ di quello che succede grazie anche a questo giornale. Sto parlando di voi, tutti voi
che scrivendo contribuite a trasmettere informazioni, opinioni, ritratti riguardanti avvenimenti
e personaggi che animano e disanimano la Valcamonica. In un piovoso pomeriggio milanese, mi
prendo un attimo di tempo per farvi i complimenti per la “trasmissione”. È piacevole ed efficace il vostro modo di trasmettere informazioni, pareri, scambi, novità. Vi dico bravi! Bravi a
tutti! Bravo anche il direttore, mente fervida e spirito pungente, che nel tempo é riuscito a fare
suo un modo di scrivere più fluido ed armonioso. Non abbandonate mai quelle penne che sono
ormai diventate un’appendice naturale delle vostre mani. (una lettrice)
graffiti - dicembre 2004
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PROFONDO NORD
(di Monica Andreucci)
un marchio, finalmente!
«In una civiltà morente, il prestigio
politico è la ricompensa non del diagnostico più sagace, ma di chi si comporta con più tatto al capezzale. È la
decorazione conferita alla mediocrità
dall’ignoranza...». (Eric Ambler)
AMBIENTE & DINTORNI
E così, dopo almeno quindici anni che se ne straparla, saremmo arrivati ad avere un marchio
per i prodotti camuni. Alleluja! Quando tutti, ormai pure chi di marketing non ne capisce
un’acca, hanno capito che solo attraverso un riconoscimento territoriale preciso si coniuga la
qualità dei “frutti” del lavoro locale con lo sviluppo economico ed il lancio turistico, si porta
in dirittura d’arrivo il logo nostrano. E non si venga a dire che la colpa è del Parco che non
decolla, o della difficoltà di collegamenti viari o della scarsa quantità di merce da immettere sul
mercato: ci sono marchi di riconoscimento per realtà mille volte meno felici della Valcamonica!
Diciamo piuttosto che ci è voluto tanto per faccende meno nobili, ovvero beghe di partito (il
merito a chi va? Ehi, ci ho pensato prima io… no, io! Noi! Noi!) d’ogni tinta e tendenza,
congiunte alle solite – schifosamente antiquate – gelosie di campanile, per cui l’ansia di apparire annega ogni interesse generale. Ma la Camunia è così, non si cura della figura di chiusa e
meschina agli occhi del resto del mondo piuttosto che valorizzare il grande potenziale di intelligenza, creatività e splendore alpino che nessuno può negarle. Qui si litiga per quisquilie, e
perciò si perde tempo prezioso, invece di rimboccarsi TUTTI le maniche per un fine comune.
Adesso che l’intento di “farci riconoscere” per benino c’è, vediamo di non fare le comari pettegole tra di noi. Facciamo squadra: eravamo un tempo un popolo fiero, coraggioso, soprattutto unito. I Romani fecero una fatica boia a conquistarci proprio per questo. Evviva il DNA!
Piesse: per inciso, nei banchi dei supermercati è apparsa, da poco ed a tempo di record, una
linea di prodotti su carta azzurrina, semplice ma efficace. Guarda un po’, cosa c’è scritto?
Semplice, efficacissimo: “Valpalot”. Felicitazioni ai pisognesi.
(di Guido Cenini)
MALEGNO
le tre emergenze camune
“cincali” al Museo
ALTA VALLE. Non si può non parlare dell’ampliamento del demanio sciabile da Temù al
Tonale, passando per Pontedilegno. E come non parlare dell’opposizione della Sovrintendenza alla cabinovia che da Ponte porta al Passo con partenza dal campetto di arrivo
della seggiovia del Corno d’Aola, proprio di fronte a centro abitato. Cabinovia che passerebbe sopra le case della parte più orientale e nuova del paese, con relativi tralicci portanti. Certo, la si fa partire dal paese per rientrare nei finanziamenti di Lunardi sulla viabilità,
altrimenti, se si parte da un’altra parte, la si deve pagare. Personalmente condivido le preoccupazioni che stanno alla base del diniego espresso dalla Sovrintendenza che invita a
considerare soluzioni a minor impatto paesistico (vedasi la partenza in Val Sozzine), o anche ad utilizzare un collegamento non a fune (ad esempio con navetta), che consenta
anche di limitare in modo sostanziale il costo dell’intera operazione e di destinare risorse
ad altre azioni di qualificazione del comprensorio dell’Alta Valle Camonica.
Nella serata di dmenica 19 dicembre (con
inizio alle ore 20), nel Museo “Le Fudine”
di Malegno, La Compagnia Teatro dell’Argine di Bologna presenterà il monologo di
Mario Perrotta (“italiani cincali”) sull’emigrazione italiana in Belgio. Parteciperà anche il Coro Arca di Malegno, con un ricco
repertorio di canzoni sull’emigrazione.
L’iniziativa è promossa dall’assessorato alla
cultura del Comune di Malegno.
Ps: L’ingresso è gratuito, ma i pochi posti a
sedere saranno “appannaggio” degli ospiti
più puntuali.
MEDIA VALLE. Si parla tanto di chi governerà la valle per i prossimi cinque anni, sia al
BIM sia in Comunità, ma vorremmo portarci avanti e lanciare già un appello. Vorremmo
poter vedere in funzione il depuratore delle acque di Esine che colletta le fogne da Breno
in giù. Vorremmo poter vedere iniziare i lavori per il collettore da Cedegolo in giù. Vorremmo vedere acque pulite, vorremmo vedere l’Oglio riempirsi un po’ di più per poter portar
via quell’immondizia enorme che scorre sul greto e spesso si ferma sugli argini a far brutta
mostra di sé. Vorremmo vivere in un ambiente più salutare, dove l’acqua del rubinetto ha
il sapore dell’acqua buona e sicura e dove l’acqua sporca la rimandiamo pulita nel lago
d’Iseo. Anche solo per non fare uno sgarbo ai nostri vicini del Sebino.
BASSA VALLE. Vista dall’alto, quasi quasi comincia a sembrare una di quelle metropoli del sud America, quelle che in fatto di urbanizzazione non hanno niente a che
vedere con un piano regolatore o ad una programmazione del territorio. Sembra
un’immensa favela che sta occupando tutta la piana da Darfo al lago. C’è un’espansione selvaggia di case private e isolate in mezzo ai prati, capannoni che nascono
come funghi, strade asfaltate che attraversano i conoidi ed i prati terrazzati in lungo
ed in largo. Tanto i comuni hanno avuto i finanziamenti europei e quindi era meglio
usarli in ogni modo. Soprattutto nel modo peggiore. Fra pochi anni l’invasione urbanistica della sponda bresciana andrà a collimare con la sponda bergamasca, con
un’unica divisoria rappresentata dall’alveo dell’Oglio. Avranno allora riempito tutti
gli spazi verdi e rurali che rimanevano a distinguere il verde della piana dal grigio dei
capannoni. Niente regole, anzi, come dicono quelli della devolution, siamo alla deregulation. L’assenza di regole. La casa della libertà.
dalla prima pagina
ma quali parchi?
di merito, viene da pensare che: 1) a Milano si sono appropriati della “rosa camuna” e forse pochissimi Consiglieri
sanno da dove viene; 2) anche se il
CTS ha sede a Roma, sa bene dove
sono solo “alcuni” parchi nostrani; 3)
nelle aree citate, qualcuno ha fatto
qualcosa di particolare per farsi… ricordare? Infine, 4) se rimaneva una pallida
illusione in merito al “peso politico”
della nostra Valle e del Parco dell’Adamello beh, l’evidenza di troppi fatti – di
cui questo è solo l’ultimo, per ora –
deve farci riflettere. Al di là degli sforzi
comunque apprezzabili di chi ci crede,
insomma, da Montisola in giù l’ambiente camuno esiste spesso solo in campagna elettorale. (la Redazione)
dicembre 2004 - graffiti
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UN “BOMBARDAMENTO” DI INFORMAZIONI MIRATE, NON SEMPRE A BENEFICIO DEGLI UTENTI
mal di stagione?, a ciascuno il suo... vaccino
di Monica Andreucci
Ogni anno il bombardamento dei mass media è
sempre più massiccio. Stavolta le prime avvisaglie hanno cominciato a tediarci già da settembre, e sarebbe sufficiente a far sospettare
qualcosa: «Sono pronti i nuovi antinfluenzali,
i medici attendono i pazienti». Impazientemente, verrebbe da aggiungere.
Che meraviglioso scrupolo, toh, nei nostri mutualisti, solitamente troppo impegnati per visitarci e molto inclini a prescrivere analisi e pillole quando basterebbe un po’ di buon senso.
Ammettiamo che spessissimo gli ambulatori di
base sono frequentati da persone malate di carenza d’affetto (quindi stan lì a raccontare la
loro vita, tutta, al dottore come agli altri in attesa). Però dovremmo anche pensare che:
1. il vaccino contro l’influenza è un affare colossale per l’industria farmaceutica mondiale,
ogni anno uno nuovo, come fare il tagliando
all’auto!;
RITRATTO
2. serpeggia nei corridoi dell’italica Sanità lo
spettro dal nome infido di “produttività”, e
siccome non è carino far ammalare la gente apposta, intanto la si terrorizza ché almeno vada
cercando più medicine e prestazioni;
3. i mali di stagione non sono una maledizione
divina, anche se ci si mette pure la pubblicità
ad ossessionarci con “quel che si perde” in
vita sociale e prestigio per colpa di qualche linea di febbre;
4. le infreddature etc. si prendono perché siamo
con le batterie scariche o quasi: il corpo insomma chiede di rallentare il ritmo, e se non lo facciamo ci mette a letto perché si riposi, soprattutto. Ostinarsi ad ignorare la nostra natura è
molto, molto pericoloso nel lungo periodo;
5. quelle sostanze inoculate per difenderci
sono veleno, non dimentichiamolo. Infatti il
vaccino andrebbe fatto solo se si è in ottima
salute, sotto stretto controllo medico, e qualo-
ra non vi siano intolleranze. Purtroppo quest’ultima condizione è praticamente impossibile da verificare a priori, ed ecco perché si
possono avere – e si hanno, non lo si fa sapere ma si hanno – reazioni molto pesanti.
Adesso andate un po’ a farvelo, questo antinfluenzale, se ne avete il coraggio. Per salvare una percentuale davvero irrisoria di popolazione (anche tra le cosiddette “categorie
a rischio” quelli per cui un’influenza sarebbe
letale sono pochissimi) si attenta alla salute
di tutti coloro che ci cascano, nell’inganno
della prevenzione. Già, di una bufala pazzesca si tratta perché i vaccinati, ritrovandosi
in primavera, confessano di aver beccato comunque qualcosina. Con tanti ringraziamenti
dal sistema immunitario, che mai più – mai!
– sarà efficace come prima.
(di Angelo Angeli*)
Mario Taboni
Ho accettato con piacere l’opportunità che l’Amministrazione mi ha offerto di ricordare
in questa sede il carissimo amico di tante battaglie politiche ed ex consigliere, Mario
Taboni, purtroppo prematuramente scomparso dopo lunga e dolorosa malattia.
Non so se sarò in grado di esprimere quello che penso, che sento e ciò che è stato
veramente Mario, perché i fatti sono recenti. Forse non sarò neppure sufficientemente
chiaro ed esaustivo, ma sono certo che Mario mi ha già perdonato anche questo.
Lo conosco da sempre, sono nato e cresciuto nella stessa strada, nel sempre amato
Pescarzo. Abbiamo giocato insieme, abbiamo condiviso ideali politici e dal 1999 al 2004
abbiamo sopportato congiuntamente l’onere di consiglieri di minoranza, combattendo
battaglie politiche nella prospettiva di creare una società ed un paese migliore, forse
con un occhio di particolare riguardo per la frazione di Pescarzo.
Ho percorso con Mario tanta strada. La sorte con lui è stata crudele, la lunga malattia lo
ha distrutto nel pur tenace fisico, ma non l’ha neppure scalfito nell’animo e nella sua
integrità morale. Per circa tre anni, anche quando la malattia lo debilitava fisicamente,
ha continuato con caparbietà l’impegno che si era assunto di consigliere comunale,
cercando in tutti i modi di portarlo a termine ricorrendo, a volte, anche in questa sede,
ad iniziative folcloristiche pur di far sentire la sua voce, spesso inascoltata. Solo nell’ultimo periodo, quando il fisico non reggeva più, ha smesso di partecipare attivamente,
ma i suoi consigli ci sono giunti sempre puntuali ed ha sempre continuato a supportarci nelle varie decisioni e proposte.
Mario era un esempio e per me e per molti altri continuerà a restarlo. Era sempre disponibile, pronto a dare una mano, senza protagonismi. Così è sempre stato attivissimo in
tutte le varie associazioni di volontariato (Protezione Civile, Gruppo Sportivo), nonché
co-promotore ed organizzatore della mostra mercato a Pescarzo.
Tante altre cose potrei aggiungere della sua grande ricchezza d’animo, tante altre ora
non le rammento. Purtroppo è già il secondo compagno ex consigliere che scompare
prematuramente: prima Carlo Angeli, consigliere di minoranza dal 1995 al 1999, ed ora
Mario. Se ne vanno sempre i migliori…
Chiudo augurando a tutti un buon lavoro, nella prospettiva di un paese e di una società migliori, come Carlo e Mario hanno proposto e testimoniato col loro esempio.
* Intervento commemorativo durante il consiglio comunale di Capo di Ponte,
il 30 novembre 2004.
«Colpo grosso di Michael Moore, che
decide di dare corpo (e che corpo: sopra il quintale) ai fantasmi della sinistra confusa, quella convinta che
per vincere le elezioni si deve imitare
la destra. Moore ha preso alla lettera
il concetto: si è presentato in un seguitissimo show televisivo sbarbato, con i
cappelli corti, impomatato, incravattato e vestito come il tipico attivista
repubblicano. Risultato esilarante, ma
soprattutto eloquente: il regista era irriconoscibile, la classica “altra persona”. A dimostrazione che certi travestimenti, lungi dall’offrire una nuova
identità credibile, cancellano l’identità
già posseduta, ricreandone una così
palesemente posticcia da risultare immediatamente comica».
Michele Serra, La Repubblica
graffiti - dicembre 2004
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Bienno: paghi uno, prendi due
replica da Malegno
Apprezzando (non senza una punta di ironia, presumibilmente) l’attenzione dedicata
alla minoranza di Malegno (“voto 4”) sul
numero scorso di Graffiti, l’ex sindaco
Gerardo Milani replica come segue:
«Voto 3 - Alla redazione di Graffiti, pressappochistica al punto da rasentare la disinformazione. La minoranza di Malegno è
viva e vegeta. Ha inaugurato la settimana
scorsa la nuova sede in via S. Andrea n. 55,
presso la quale si riuniscono i sostenitori, si
organizzano incontri, e presso la quale arrivano lagnanze di tutti i colori contro la nuova Giunta. Addirittura in settimana è stato
distribuito il nuovo numero del “Binario”,
che la redazione di Graffiti può reperire tramite i suoi addetti stampa in loco. A proposito di questi informatori: licenziateli perché o sono inaffidabili o sono strabici.
Voto 2 - Al sindaco di Malegno Domenighini
Alessandro. Ricordo gli strali suoi e del suo
compagno di partito Francesco Ferrati (su
Graffiti) quando nel 2001 i Comuni avviarono il servizio di polizia notturna fornendo ai
vigili le armi. Nel settembre 2004 Alessandro
Domenighini, nuovo sindaco di Malegno, dimentico delle sue grandi battaglie ideologiche,
si è presentato in consiglio comunale per far
votare il medesimo progetto, che prevede la
armi ai vigili! Se la coerenza ideologica ha un
prezzo, il voto 2 è già molto generoso.
Voto 1 - Alla Maggioranza Comune Amico di
Malegno. In campagna elettorale aveva promesso di istituire un Assessorato alle barriere
architettoniche. Ebbene, l’assessorato è sparito, ma non solo, non c’è neppure un assessore all’Assistenza. Mentire ai disabili, più
che cosa di cattivo gusto è cosa ignobile».
Nelle ultime righe, infine, l’ex sindaco di Malegno esprime il dubbio che Graffiti possa
non avere il coraggio di pubblicare la sua
replica. Non si tratta neppure di “coraggio”, caro Milani, ma solo e semplicemente
di onestà, cosa che Lei, attento lettore di vecchia data, avrebbe dovuto riconoscerci da
sempre, senza alcun dubbio. (t.c.)
Tutto sembra esser partito dall’inagibilità – o inadeguatezza edilizia – della sede dov’era la
Scuola Materna privata di Bienno. Allora ecco la scelta di sistemare suore & pargoletti in condominio nell’Asilo comunale, dove tutt’ora stanno. Peccato che si verifichi una spiacevole
condizione di conflitto, tra l’una e l’altra, in cui i bimbi sono tra due fuochi. Ogni mattina, la
stessa scena: il cancello è comune, ma gli ingressi separati, come divisi da recinzioni assurde i
giochi e gli spazi di pertinenza. Insomma, separati in casa…
Anche fuori, in paese, non mancano le diatribe. Serpeggia la convinzione che “le maestre non
sono brave” perché invece “le suore sono una per ogni alunno”; assurdo, è vero, perché i numeri parlano da soli. Una decina di religiose (sulla cui capacità nessuno obietta) hanno oltre
sessanta cuccioli, mentre nell’altro portone si va su numeri dimezzati. Tanto è forte il pregiudizio da far rischiare la chiusura, per scarsezza di iscrizioni, alla scuola pubblica. Strano, vero?
Eppure risulta che le maestre lavorino con passione e dedizione, insomma nulla a che vedere
con il diavolo e l’acquasanta che le famiglie temono. La municipalità, oltre che ospitare veli e
tonache, provvede – pare – anche alla manutenzione ed alle bollette, per cui almeno i bambini
potrebbero non essere ghettizzati nei momenti all’aperto.
Ma forse è l’opinione pubblica biennese per prima che alza steccati e divide in buoni e cattivi,
tollerando certe convinzioni piuttosto ottuse. (Monica Andreucci)
LA CLASSIFICA DEL MESE (a cura di Gastone)
ex craxiani in perenne concorrenza
Voto 1 a Monica Rizzi, commissaria provinciale della Lega Nord. Nonostante i buoni propositi,
non ce l’ha fatta ad impedire l’espulsione di 66 leghisti bresciani, rei di essersi candidati in liste
civiche senza l’ok della Lega. Anzi, ha firmato proprio lei le lettere di espulsione, inimicandosi
mezza base del partito. Qualcuno forse ci penserà due volte prima di riempirla di preferenze alle
prossime europee.
Voto 2 al partito dei Socialisti Democratici della Vallecamonica. Pur di bloccare la potenziale
concorrenza hanno sovrapposto l’unica iniziativa pubblica che fanno durante l’anno (il 20 novembre a Paisco) a quella del Nuovo Psi, organizzata lo stesso giorno per raccogliere tessere in
quel di Edolo. Scorrettezza a mille.
Voto 3 ai comuni di Corteno Golgi, Temù e Vezza d’Oglio. Secondo un rapporto di Legambiente non investirebbero il giusto sulla prevenzione del dissesto idrogeologico e non farebbero
abbastanza per scongiurare catastrofi ambientali.
Voto 4 a Giancarlo Scotuzzi, direttore del “Cronista della Valcamonica”. Ha promesso fuoco e
fiamme con l’originale sito internet, ma ben presto la sua briosa penna ha smesso di scrivere:
www.valcamonica.org non è più accessibile da ormai tre mesi.
Voto 5 a Davide Caparini, deputato della Lega Nord. Anziché sparare a raffica contro la Sovrintendenza per il blocco dell’allargamento del demanio sciabile di Pontedilegno, ha espresso
parole concilianti e la voglia di discuterne serenamente. Esattamente quello che non fa mai in
Parlamento. Che stia finalmente maturando?
Voto 6 all’archeologo Emmanuel Anati. Per la prima volta in quarant’anni di vita il Centro
Camuno di Studi Preistorici è riuscito a pareggiare i conti nella voce “pubblicazioni” del suo
bilancio. È la dimostrazione di come libri ben curati e una cultura non autoreferenziale possano
avere un mercato, andando al di là della solita cerchia di appassionati.
Voto 7 a Teleboario. Nonostante la contrarietà della Selca Spa – società specializzata nel riciclaggio dell’acciaio operante a Forno Allione – ha mandato in onda l’intervista ad un universitario che
ha discusso la tesi sull’inquinamento della Ucar Carbon. Che la Selca abbia paura di inquietanti,
ma probabili, parallelismi con la vecchia Uci?
Voto 8 a Lino Febbrari, giornalista di Bresciaoggi. Sul quotidiano puntualmente rendiconta le
indagini della polizia ittico venatoria camuna: ritrovamenti di camosci e cervi uccisi a tradimento
da ignoti un po’ ovunque, in barba ai divieti. Ci rende così partecipi di una scandalosa realtà, cioè
che la Valcamonica è una delle zone dell’arco alpino più infestata di bracconieri.
Voto 9 a tutti gli scioperanti che nella mattinata del 30 novembre non hanno potuto manifestare
contro il governo Berlusconi, a causa della pioggia incessante. Riparati presso il Palazzo Congressi,
al caldino abbiamo ascoltato da vari sindacalisti i motivi per cui questa finanziaria non ci piace.
Voto 10 al circolo della Sinistra Giovanile di Vallecamonica. Lo spettacolo “Altramerica”, a
metà tra teatro e musica, tenutosi a Piamborno lo scorso 20 novembre, è stato un successo. Da
un lato la scoperta del nuovo continente, lo sterminio degli indios, il golpe di Pinochet, il Vietnam e la prigionia di Silvia Baraldini. Dall’altro Ernesto Guevara, il sandinismo e il movimento
zapatista del Chiapas. In due ore, raccontata dal prigioniero Jack Folla e dai Nemesi, l’America che non ci piace e quella che invece ci piace.
dicembre 2004 - graffiti
6
dalla prima pagina
piccoli scampoli valligiani
L’Unesco chiede giustamente una mappatura completa: è mai possibile che in tanti
anni la Sovrintendenza non si sia mai adoperata? Perché? Andando ad indagare tra le
attività del Centro Camuno di Studi Preistorici si scopre che una mappatura perfetta
loro ce l’hanno da tempo, ma nessuno si è
mai abbassato a chiedergliela. Perché? Che
non corra buon sangue tra Ardovino ed
Anati? Pare proprio di sì ed è un vero peccato, perché ora la Sovrintendenza – entro
il prossimo febbraio – dovrà provvedere in
fretta per rispettare l’ultimatum dell’Unesco,
con largo impiego (e spreco) di soldi pubblici. L’ennesima occasione persa per collaborare e risparmiare risorse...
Capo di Ponte spacca le rocce?
I lavori di adeguamento del tratto di strada che da Cemmo porta a Pescarzo hanno
visto un intoppo il 10 novembre, quando
l’impresa edile vincitrice dell’appalto ha
trapanato parzialmente una roccia istoriata, mentre provvedeva – come da progetto approvato dalla Sovrintendenza – ad
allargare la carreggiata. Erano i giorni in
cui molti studiosi bazzicavano in zona a
causa del richiamo dell’Unesco e anche
perché si stavano facevano gli ultimi sopralluoghi tecnici per migliorare il progetto del Parco di Seradina e Bedolina, di
prossima realizzazione da parte dell’ammi-
nistrazione comunale. Qualcuno – osservando i lavori – ha scorto l’involontario
danno e ha allertato la Sovrintendenza. I
lavori sono stati subito bloccati e critiche
unanimi si sono alzate contro i suoi tecnici che – per superficialità e disattenzione
– avrebbero approvato un progetto senza
assicurarsi che la zona non fosse istoriata. Il solito Ragazzi sul Giornale di Brescia
del giorno dopo avanzava critiche gratuite e parlava di furti di pezzi di rocce che
non si sono mai verificati. La Sovrintendenza dal canto suo ha ammesso l’errore,
ha approvato la variazione del progetto,
ha fatto ripartire i lavori e dopo pochi
giorni ha pure dato il nulla osta al Parco
di Seradina e Bedolina, progettato peraltro dall’architetto Tiziana Cittadini del
Centro Camuno di Studi Preistorici.
Questa è la dimostrazione che – anche in
momenti difficili – la collaborazione può
funzionare al meglio.
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Giusto lo stop al “Grande
sogno”?
Chiudiamo con il blocco imposto all’allargamento del demanio sciabile, quel “Grande sogno” che amministratori e operatori
del settore vogliono realizzare al più presto
per incrementare il turismo e l’economia
nel comprensorio Temù, Pontedilegno e
Tonale. Una “tegola” difficile da digerire,
ma che deve far riflettere ancora una volta
su come lo sviluppo della montagna debba
essere compatibile con l’ambiente. Bene
ha fatto Andrea Poggio, segretario regionale di Legambiente, a proporre soluzioni
alternative, meno faraoniche, recependo le
sollecitazioni offerte dalla drastica scelta
della Sovrintendenza. Ricorrere al Tar o impuntarsi non serve a nulla e anche da alcuni politici di destra – notoriamente del tutto insensibili all’ambiente perché abituati a
governare a suon di condoni – sono venuti inviti al dialogo. Lo tenga ben presente il gruppo nordico “Uniti per la Valle”
(Tomasi, Bezzi e altri amministratori sopra
Edolo) che negli enti comprensoriali rivendica potere per avere mano libera nel settore dello sci: un po’ di autonomia va
bene, ma c’è un limite a tutto.
«C’è una notizia buona e una cattiva.
La prima è che anche in un mondo
dominato da titanici centri di potere
finanziario, costruire il bene comune
e accrescere le possibilità di decidere
veramente delle nostre vite è ancora
possibile. La seconda è che non possiamo farlo mettendo semplicemente una
croce su una scheda e poi tornare a
guardare la Tv».
Noam Chomsky, “Il bene comune”
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graffiti - dicembre 2004
BRESCIA: UNA FARSA DI RUGGERO FLORA
“la viola giustiziata”
Costituita quasi sempre da un solo atto, la farsa è, per tradizione, «un componimento teatrale, che si propone essenzialmente di far ridere (di qualcosa
o di qualcuno)», scrivono quelli della Compagnia teatrale “Il sillogismo”, ed
aveva fin dai tempi antichi il compito specifico di «rallegrare gli spettatori
alla fine di una tragedia o anche di una commedia troppo impegnativa». È
con tale spirito quindi che, continuano i protagonisti della farsa, «ci è sembrato giusto cercar di rallegrare gli attori della vita (voi), trasformandoli per
un’ora circa in spettatori e, per farlo, ci siamo serviti del tutto volutamente
di fatti e personaggi che alla realtà assomigliano tanto da sembrare veri».
Tema della recita, come si evince dal titolo, la Giustizia. Quella Giustizia
che il Potere (quel Potere che «sogna di riuscire a muoversi senza vincoli,
lacci e laccioli, giudizi morali, processi, condanne...») vorrebbe più “giusta”, «più attenta a rispettare i potenti; insomma, più puttana». Ed è tra
manieri, avvocati, stallieri e “amici”, come leggiamo ancora sul foglio di
presentazione, «che si muove il gran burattinaio burlesco (il Burlescone)
che cerca di guidare la rivolta dei potenti».
È una farsa di parte?, si chiedono infine i protagonisti, «certo, ma dalla
parte giusta: quella dell’impegno morale e civile». Un impegno, dunque,
che sta dalla parte della Costituzione repubblicana e di una giustizia
uguale per tutti e autonoma dal potere politico...
Dove e quando? Al Teatro Santa Giulia (Villaggio Prealpino, Brescia),
venerdì 17 e sabato 18 dicembre, alle ore 20.45. (t. c.)
DAL NOSTRO INVIATO A... (di Erminia Beccagutti)
un altro mondo è possibile...
Carissimi Margherita e Alessio,* eccomi. In cinque
giorni tra Lima e Cusco ho conosciuto persone tanto
interessanti e particolari quante in tutta la mia vita.
Ora sono da Vittoria un po’ spaventata e ancora
poco collocata nel tempo e nello spazio. Per ora ho
accompagnato Vittoria alla fisioterapia (mi sono molto divertita per
quante ne ha combinate), ho aiutato Annamaria a rendere in italiano il
progetto per la preparazione di leader e promotori per le lavoratrici domestiche, ho fatto la balia asciutta ad un bimbo di 6 mesi, la cui mamma
è ammalata, ho intrattenuto ospiti, ho aiutato in cucina (la signora Paolita è carinissima), ho cercato di captare gli umori di Vittoria, che variano
da un attimo all’altro, ho conosciuto di sfuggita la psicologa, ho raccontato storie alle bambine che sono molto affettuose e accoglienti.
La fine settimana e lunedì saranno presenti molte comunità campesine
con bambini e insegnanti per riferire e “compartir” le loro esperienze. Io
sarò sempre presente e dopo questo Vittoria mi dice che incontrerò gli
insegnanti della sua scuola. Mi dice che sono volonterosi ma troppo
tradizionali, che non hanno fatto la scuola che lei voleva, poco adatta
alle bambine e ai loro problemi. Io dovrei dire loro come cambiare e rinnovarsi. Aiuto! Come potete aiutarmi? Fate qualcosa vi prego. Io posso
solo avere delle intuizioni ma nessuna certezza e no di certo la capacità
di consigliare una scuola alternativa legata alle esperienze delle ragazze
che tra l’altro sono di tutte le età sia in prima elementare che in prima
media. Aspetto con ansia vostri suggerimenti alla mia mail.
Sono appena tornata da Yokay (valle sagrada) dove Vittoria ha comperato un pezzo di terra abbastanza grande da coltivare essenzialmente
con alberi da frutto.
Lì le ragazze, anche quelle più difficili, potranno lavorare per il fine settimana. Naturalmente dovranno costruire anche una casa per l’alloggio.
Abbiamo piantato meli, fichi e pruni sotto un sole cocente mentre Vittoria si tormentava per non potere lavorare e schiacciava ordini a destra e
a manca. Ciao da Cusco. Erminia
* Si veda, sullo stesso tema, la lettera aperta di Margherita e Alessio a pagina 8.
7
recensioni
di Francesco Ferrati
Titolo: Bedolina, la città ritrovata
Autori: G. Brunod, A. Ramorino, A. Gaspani
Editore: Nòstèr Mond Edizioni
Evviva il bis! Dopo la “Rosa di Sellero” ecco un altro lavoro di fanta-archeologia (nel senso buono del termine)
che Beppe Brunod, appassionato studioso di incisioni rupestri, propone ad un pubblico di lettori più propenso a
teorie semplici e chiare, lontane dai mattoni del Centro Camuno di Studi Preistorici.
Qualche anno fa teorizzò l’allineamento delle coppelle della rosa camuna verso il solstizio e invitò guardie forestali a
favorire l’abbattimento di quegli alberi che – nei boschi di
Sellero – impedivano di osservare il sole dal punto esatto
dove erano incise le rose. Oggi, invece, la proposta è ancora più radicale: scavare un po’ a sprazzi in Pescarzo e
Cemmo per dimostrare che la famosa Mappa di Bedolina
altro non è che la riproduzione millimetrica e tridimensionale delle due frazioni di Capo di Ponte. Millimetrica al
punto che il grafico Alessandro Ramorino ha potuto farne
un rilievo completo e ci ha pure scritto sopra (sotto suggerimento di Brunod e della gente del posto) i nomi delle vie
e delle località che ancora oggi esistono nel comune (via
Pedena, via Cerreto, via Pontera, Nivelli, Redondo,…). E
ad ogni struttura incisa dai camuni (rettangoli, linee, cerchi,
scale, punti) è stato dato un nome fornendo una proposta
interpretativa, naturalmente al condizionale, poiché – per
dirla con Brunod – se non si scava mica si può avere la
prova certa che veramente le cose stanno così.
Interessante anche la teoria sulla coppelle, cioè quei buchi circolari incisi spessissimo dai Camuni: ciascuna di
esse rappresenterebbe un focolare, cioè un insediamento
abitativo di tipo famigliare. Contandole sulla mappa (circa 600) si avrebbe in totale quasi una metropoli per gli
standard dell’epoca, tenendo conto che le famiglie all’età
del bronzo-ferro erano molto, ma molto allargate. Ecco
che il sottotitolo, “La città ritrovata”, calza a pennello e
ben esprime la centralità che l’attuale Pescarzo doveva
avere in Valle a quel tempo.
Altra ipotesi interessante – e qui ci fermiamo – riguarda
due elementi naturali importantissimi non disegnati sulla
roccia, cioè il fiume Oglio e il torrente Clegna. Perché non
rappresentarli, si sono chiesti gli autori? Semplice, non
avrebbe avuto senso farlo, dal momento che i Camuni hanno scelto appositamente per la Mappa una roccia ben levigata che, all’altezza dei due corsi d’acqua, presentava già
morfologicamente due splendidi canaletti. Sarebbe stato un
lavoro inutile rimarcarli ulteriormente, visto che è stata
madre natura a pensarci in anticipo…
All’astro-archeologo Adriano Galvani, terzo autore del libricino, è toccato lo studio dell’allineamento delle coppelle
dell’unica rosa incisa, quella che è posta a sud, al confine
con Ono San Pietro.
Il designer Ramorino – durante la presentazione del 26 novembre presso il Bed&Breakfast di Pescarzo – ha lamentato l’eccessiva enfasi che gli archeologi solitamente danno
alle motivazioni che hanno portato i Camuni ad incidere:
secondo lui è tempo ed ora di analizzarle graficamente e
dare una definizione dettagliata di tutti simboli, anziché
perdersi in quisquilie. Fosse così semplice…
dicembre 2004 - graffiti
8
“Una scuola per...”
Ai sostenitori del progetto “Una scuola per le bambine lavoratrici
e i bambini lavoratori” di Cuzco (Peru’) e a tutte le amiche e amici
che lo seguono.
“ C’è un’America che non sopportiamo: quella della guerra preventiva, della pena di morte, delle armi, dei dittatori e delle multinazionali. Ma c’è
un’America a cui vogliamo bene: quella di chi lotta contro il razzismo e le disuguaglianze, quella dei popoli che non accettano umiliazioni e sopraffazioni”.
Il 20 novembre, a Piamborno, è stato rappresentato uno spettacolo proposto dalla Sinistra Giovanile di Valle Camonica e dalla band musicale dei Nemesi. Lo spettacolo, di
musiche, poesia, cinema, aveva come titolo l’“Altramerica”.
Durante la serata sono stati raccolti fondi da destinare al progetto della scuola “Maria
Angola” di Cuzco. Manuela Pogliaghi ha mostrato delle foto del suo recente viaggio in
Perù ed ha invitato a collaborare per l’iniziativa. Lei ha conosciuto direttamente Vittoria
Savio, l’ideatrice del progetto di formazione per le giovani lavoratrici domestiche, che
hanno subito sfruttamento e violenza. Era presente anche un banchetto di Tapioca con i
prodotti della calda lana peruviana, provenienti dalla cooperativa tessile di Calapuja.
Il pubblico, molto caldo e molto giovane, prevalentemente, ha ben risposto.
Abbiamo raccolto 250 euro. Sono qui da noi ed aspettano di partire per il Perù, appena
qualcuno di conosciuto partirà per quella destinazione. Serviranno per le attività collaterali: acquisto di materiali didattici e strumenti di lavoro; lo stipendio e l’aggiornamento degli insegnanti e degli operatori coinvolti; l’istituzione di altre classi, oltre alla prima
elementare e alla prima superiore; la realizzazione di un programma radiofonico sulla
situazione delle lavoratrici domestiche. Ringraziamo moltissimo i ragazzi della Sinistra
giovanile e i ragazzi del gruppo Nemesi. Dall’Italia mandiamo un bacio a Vittoria, a Erminia e a Cinzia e Piero. Ciao, Margherita and Alessio.
«Con l’ingaggio di un esercito di mille piazzisti da sguinzagliare per il Paese con la
missione di rilanciare Forza Italia, il berlusconismo ha completato in un decennio un
processo di trasformazione di una vecchia democrazia parlamentare in una fragile e
sconclusionata repubblica del profondo est. Non s’era però visto neppure in Ucraina o
Bielorussia un leader miliardario assoldare truppe mercenarie, selezionate con la tecnica del marketing, per vendere il suo partito ai cittadini». (Curzio Maltese)
adelante Pedro...
Scrive Marco Marozzi, sulla Repubblica
di domenica 5 dicembre, che «i giovani
diventano il fulcro di questa mobilitazione» e che «guardando a loro Prodi è
destinato a marcare altre volte [la prima
volta è stato quando ha parlato della
netta contrapposizione fra i “giovani
volontari” del centrosinistra ed i “mercenari” del fronte avverso] la diversità
del loro impegno rispetto all’esercito di
Berlusconi». Prodi, dunque, continua il
commentatore, nel suo dichiarato intento di cercare generazioni nuove di collaboratori, «si ficca in studi di linguaggio, pensa a siti internet, a una struttura agilissima – e semivolontaria – in cui
si intreccino sondaggisti ed esperti di
comunicazione per affrontare lo strapotere mediatico di Berlusconi».
Bene! Stavolta ci pare proprio il caso di
guardare con un po’ di ottimismo ad
una nuova stagione. Con prudenza
però (“adelante Pedro, con juicio”, direbbe il Manzoni), se è vero che, per
ora, il tutto è «solo come intuizione, da
rendere concreta...». (t. c.)
GRAFFITI
vicolo Oglio, 10
25040 DARFO BOARIO TERME
Fax: 0364.526518
[email protected]
http://www.voli.bs.it/graffiti
in Redazione: Bruno Bonafini, Guido
Cenini, Valeria Damioli, Francesco Ferrati,
Valerio Moncini.
hanno collaborato: Monica Andreucci,
Angelo Angeli, Erminia Beccagutti, Igor
Ducoli, Gastone, Margherita and Alessio,
Gerardo Milani, Alfredo Moratti.
Direttore responsabile: Tullio Clementi.
Disegni e vignette di Staino, Ellekappa,
Vauro, Vannini e altri sono tratte dai
quotidiani: l’Unità, il Corriere della Sera, il
Manifesto, la Repubblica, dal periodico
Linus e dalla Rivista del Manifesto
ABBONAMENTO 2005
ordinario: € 12,00
sostenitore: € 25,00
Gli abbonati sostenitori riceveranno in
omaggio un libro di recente pubblicazione.
Versare sul c.c.p. 44667335 (intestato all’Associazione culturale Graffiti), tramite
l’allegato bollettino, oppure direttamente
ad un componente della Redazione.
VALCAMONICA ON-LINE (a cura di Francesco Ferrati)
fiori, alberi e... poltrone
(http:www.maros.bs.it
Il termine dialettale “Màros”, ontano verde tipico delle nostre
zone, ha dato il nome ad un’associazione di giovani ambientalisti che da qualche tempo gestisce e cerca di far funzionare il
giardino botanico alpino “Vivione”, a Paisco Loveno.
Creato nel 2001 dal Consorzio forestale Valle dell’Allione
per divulgare al pubblico le specie floristiche locali, consiste in 900 metri quadrati di terreno e 150 tipologie di piante
e fiori. Naturalmente in inverno è chiuso e funziona soprattutto nei mesi primaverili ed estivi. L’anno scorso ha toccato
il tetto dei 360 turisti (l’ingresso libero costa un euro, quello
con la guida due), vale a dire mediamente uno al giorno.
Il Consorzio – con un bilancio in passivo così come gli altri consorzi forestali della Vallecamonica – ha ceduto la gestione all’associazione sperando che riesca a valorizzarlo e,
perché no, a ricavare finalmente degli utili. Un “in bocca al lupo”, quindi, ai nuovi manager turistici e una domanda al mondo politico (e ai comuni interessati): perché non fondere tutti i consorzi in un’unica entità comprensoriale? Si eviterebbe così la moltiplicazione
dei consigli di amministrazione, quindi un solo presidente da pagare con meno gettoni di
presenza per i consiglieri e poltrone d’oro per gli altri incarichi. Insomma, un risparmio di
denaro pubblico non indifferente ed un’azione sul territorio più coordinata, mirata ed efficiente. Ripetere cioè nel piccolo l’operazione di fusione tra Ecocamuna e Consorzio Metano che ci fu in passato. Lo so che è difficile mettere d’accordo tutti (soprattutto quando
si tratta di toccare il guadagno di molti, messi lì dai partiti con il bilancino), ma il ricorrere
continuamente e in maniera sistematica ai soldi di tutti per ripianare i deficit e per salvare
giustamente l’occupazione mi pare un’azione poco intelligente.