16 marzo 2016

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16 marzo 2016
Test racchette:
la Pure Aero per tutti
Provata la Babolat di Rafa Nadal
nella versione più maneggevole
LA RIVISTA
Anno XII - n.10 - 16 marzo 2016
Pag.24
Dopo Maria, Rafa: “Basta con le insinuazioni”
Doping: la Sharapova si
difende e Nadal querela
un ministro francese
che lo accusa
Pag.4 e 10
IBI 16: Frecce scontate
e navette gratis
Iniziativa straordinaria per chi
ha un biglietto per il Foro Italico
Il ritorno di Del Potro
in tempo per la Davis?
Il polso sinistro è guarito: il gigante
di Tandil farà di nuovo paura?
Pag.3
Pre-qualificazioni IBI 16
i primi vincitori
Pag.6
Una grande partita
di vita (o di morte)
Da Firenze, Ortisei e Terni ecco chi
l’ha spuntata tra migliaia di iscritti
Tra il barone Von Cramm e Don
Budge una sfida di Davis epocale
Pag.18
Pag.14
Rovescio a una mano,
le 5 mosse giuste
Dalla torsione del tronco al passo
di recupero, tecnica e biomeccanica
Pag.22
GLI ALTRI CONTENUTI
Buone notizie Pag.3 - Batch Point: la ferocia dei
mediocri Pag.5 - Focus: Thiago Monteiro sotto il segno
di Guga Pag.12 - I numeri della settimana Pag.16 Tennis in tv Pag.17 - Pre-quali IBI 16 - Protagonisti:
Maria Elena Camerin Pag.20 - Circuito Fit-Tpra: Lara,
la nuova n.1 Pag.21 - La regola del gioco: cambi palle,
occhio a non sbagliare Pag.26
prima pagina
Buone notizie
di Enzo Anderloni
L
e buone notizie esistono. Come esistono immagini che trasmettono emozioni positive. È
sempre più difficile trovarle sui
giornali, nei notiziari, in rete. Perché da
che mondo è mondo (del giornalismo)
sembra che non facciano notizia, che
siano per forza meno interessanti dei
disastri, dei crimini, dello spettacolo
desolante delle bassezze umane. Chissà perché però continuiamo a credere
che un minimo di equilibrio non guasterebbe. E continuiamo anche a essere
convinti che la positività, la bellezza
finiscano per generare un circolo virtuoso, necessario contraltare a quello
vizioso. E allora ecco una gran bella notizia. È ufficiale: tutti i possessori di un
biglietto per gli Internazionali BNL d’Italia 2016, per gli amici dei social #ibi16,
godranno dello sconto del 30% sul biglietto del Frecciarossa (o Frecciargento
o Frecciabianca) che li porterà a Roma
e li riaccompagnerà a casa. Ma non solo: arrivati alla stazione troveranno una
navetta che li porterà gratuitamente al
Foro Italico. Non è uno scherzo: è tutto
vero. No, perché a un simile annuncio,
vista la situazione dei mezzi pubblici
della Capitale e il cronico disinteresse dell’Amministrazione Comunale al
supporto logistico degli spettatori del
DIRETTORE
Angelo Binaghi
COMITATO DI DIREZIONE
Angelo Binaghi, Giovanni Milan,
Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini,
Massimo Verdina
DIRETTORE RESPONSABILE
Enzo Anderloni
tennis (quasi 200mila in 7 giorni), si
rischia una risata istintiva e collettiva
come quella della stampa estera all’annuncio del Governo che quest’anno
sarà completata l’autostrada SalernoReggio Calabria.
I dettagli dell’accordo Fit-Trenitalia si
trovano su tutti i nostri siti da federtennis.it a internazionalibnlditalia.com: le
modalità d’accesso sono chiare, semplicissime. E l’operazione si combina con
quella che prevede addirittura alcune
Frecce totalmente gratuite per chi acquisterà i pacchetti biglietto+soggiorno,
che permettono - con soluzioni per tutte le tasche - di andare a Roma a godersi
uno dei tornei più belli del mondo.
COORDINAMENTO REDAZIONALE
Angelo Mancuso
SUPER TENNIS TEAM
Antonio Costantini (foto editor),
Amanda Lanari, Annamaria Pedani
(grafica)
FOTO
Getty Images, Archivio FIT, Antonio
Costantini, Angelo Tonelli
HANNO COLLABORATO
Giovanni Di Natale, Max Fogazzi,
Andrea Nizzero, Gabriele Riva,
Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto,
Piero Valesio
A CURA DI
Sportcast srl
Via Cesena, 58 - 00182 Roma
[email protected]
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E a proposito di bellezza, dovendo pensare a una delle motivazioni più forti
per andare al Foro Italico dal 2 al 15
di maggio, emergono forti le immagini
del tennis di Roberta Vinci, che incanta anche da Indian Wells. Che classe,
che tocco, che ricami e che efficacia.
Scusate l’esagerazione, ma in campo
femminile è lei che meglio di ogni altro interpreta la parte di Roger. Tennis
bello e sorridente il suo, dove lo sforzo c’è ma non si vede. Tennis che non
vediamo l’ora di godere in tutto il suo
splendore agli IBI16.
Non a caso, anche da fermo (in senso
agonistico) uno come Federer muove il
gioco e lo fa con un sorriso. Roger è uno
cui piace scherzare e il suo ultimo divertimento è comunicare con gli emoji,
con le faccine e gli altri simboli che ci
stiamo quasi tutti abituando a usare nei
nostri messaggini su whatsapp e simili.
Alcuni suoi tweet sembrano quasi dei
rebus per chi ha una certa età, mentre i
giovanissimi ci si trovano come davanti
ai cartoni animati. L’ultima è che Federer
si è fatto fare anche la maglietta con la
sua faccina che sorride. E sulle prossime
ci sarà tutta la sua famiglia: Mirka, le gemelle Charlene e Myla, i gemellini Lenny
e Leo. Sorridere, rimanere un po’ bambini e andare alla ricerca del bello. Certo
non risolve tutti i problemi. Però aiuta. E
questa è una (buona) notizia certa.
REALIZZAZIONE E IMPAGINAZIONE
GAME Comunicazione & Media S.r.l.
Manoscritti e fotografie, anche se non
pubblicati, non si restituiscono.
REDAZIONE E SEGRETERIA
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dell’ 8 gennaio 2004
La rivista è disponibile
in formato digitale sui siti www.
federtennis.it e www.supertennis.tv
e spedita via newsletter. Per riceverla
scrivere a [email protected]
Nadal col bastone,
Djokovic con la carota
La questione Sharapova ha provocato reazioni anche “al maschile”.
Rafa è stata il più duro, ma poi si è dovuto difendere (annunciando
querele). Djokovic ci è andato più cauto, Federer ne è rimasto fuori
l’unico che si è potuto permettere
un sussiegoso silenzio è stato naturalmente Roger Federer. Il quale, in
tempi non sospetti, ha dichiarato a
più riprese che nel tennis i controlli sono “pochi” e mal effettuati e che
contro l’uso di sostanze dopanti gli
organismi di controllo dovrebbero
essere severissimi. Però ecco la coincidenza: negli ultimi giorni ha intensificato la pubblicazione sui social
di immagini che lo ritraggono in una
forma strepitosa, intento a lavorare
e sudare per ritrovare la condizione
dopo l’interventi chirurgico al ginocchio. Come a dire: guardate gente
come si è sportivi veri, altro che il
Meldonium. Difficile sottrarsi alla
sensazione, nel calcolato e organizzatissimo mondo di Roger, che tale
scelta non sia un caso.
Le parole di Nadal: “Voglio credere
che non volesse farlo. Però è stata negligente
e deve pagare per questo. Gli errori capitano,
ma deve essere punita”
DI
PIERO VALESIO - FOTO GETTY IMAGES
A
vete presente la teoria del
caos? La buonanima di Michael Chrichton ci basò la
saga di Jurassic Park che si
protrae fino ai giorni nostri. Tale teoria sostiene che se una farfalla sbatte
le ali a Tokyo attraverso flussi imperscrutabili le conseguenze di quel
gesto si allungano nel tempo e nello
spazio fino a scatenare un temporale
su Roma. Se poi la farfalla ha le fattezze e la leggiadria di Maria Sharapova allora il conseguente temporale
è destinato a diventare un tifone.
Il silenzio di Federer
Maria ha sbattuto le ali ammettendo
l’uso del Meldonium (farmaco il cui
nome sembra una via di mezzo fra
Le parole di Djokovic: “Maria è un’amica ed
è stata molto coraggiosa nell’assumersi
le sue responsabilità. Ma il giocatore che
sbaglia deve accettare le conseguenze”
il vibranium di cui era fatto lo scudo
di Capitan America e la kriptonite di
Superman) e l’onda lunga delle sue
parole è arrivata, ovviamente, anche nel tennis maschile. Portando i
protagonisti del circus a dover fare i
conti non solo con la russa ma pure
con se stessi. Diciamolo: se la stessa
comunicazione pubblica l’avesse effettuata una collega della Sharapova
di minor appeal mediatico in pochi,
forse nessuno, si sarebbe preso la
briga, anche sotto sollecitazione, di
esprimere un parere. Nei confronti
della Sharapova non si può fare perché lei rappresenta un simbolo che
non si può evitare, a meno di apparire pavidi. E i tennisti-maschi-alfa tutto vogliono meno che trasmettere la
sensazione di avere paura. Tra i big
Djokovic usa poco
bastone e tanta carota
Djokovic ha atteso qualche giorno
poi ha scelto una via di antico sapore democristiano per commentare la
vicenda. Diciamo un 70 per cento di
carota e un 30 per cento (anche meno)
di bastone. “Maria è un’amica e penso
sia stata molto coraggiosa nell’assumersi le sue responsabilità. Del resto
lei è stata sempre molto padrona di se
stessa”, la carota. “Il giocatore che ha
sbagliato deve assumersi certe conseguenze, però”, il bastone, come vedete
più un rametto di larice che non un tek
indiano. Per un leader come Nole difficile pensare di non porsi al fianco di
una che era e resta una leader mondiale, soprattutto sul piano della comunicazione. Poi c’è chi come Nadal ha
pagato il prezzo mediatico, se vogliamo, più strano di questa circostanza:
e forse anche il più paradigmatico di
come funzionano le cose nell’ambito
della comunicazione planetaria.
Intanto Fabbiano scalpita:
vince in Cina e ora è 107 Atp
Si è parlato molto di lui in questa prima fetta di 2016. Merito dei risultati, convincenti e continui. È il
pugliese Thomas Fabbiano, uno che da junior aveva fatto vedere grandi cose e che ora - a 26 anni - sta
puntando in alto. Lo ha fatto con le prime vittorie Atp, arrivate fin dalle prime esperienze nei tabelloni
principali del circuito maggiore, ma anche con la continuità dimostrata nei challenger. Il ragazzo di Grottaglie ha vinto domenica scorsa il torneo da 50 mila dollari di montepremi di Zhuhai, dove non ha dovuto
far fuori alcun Top 100, ma in compenso si è sbarazzato dell’indiano Bhambri, n.111, in semifinale. E poi
ha vinto in rimonta l’atto decisivo, giocato contro il padrone di casa Ze Zhang (5-7 6-1 6-3). Così Thomas,
172 cm di altezza per due spalle larghe così, punta forte ai primi 100 del ranking. Quando le classifiche saranno aggiornate ufficialmente, dopo Indian Wells, l’atleta di coach Fabio Gorietti (si allenano a Foligno)
dovrebbe essere a una manciata di posizioni dal traguardo, cioè al n.107. Candidandosi prepotentemente,
fra l’altro, a diventare il quinto uomo di Davis. (g.r.)
Nadal durissimo,
fa il Savonarola
Rafa è intervenuto a gamba tesissima
sulla russa. Nessuno più di lui le ha negato il beneficio del dubbio e fors’anche
la possibilità di una redenzione. “Voglio
credere che non volesse farlo. Però è stata negligente e deve pagare per questo.
Gli errori capitano, deve essere punita”.
Anche in questo caso difficile sottrarsi
alla sensazione che essendo Rafa colui
che più di ogni altro è quotidianamente
accompagnato da voci (mai dimostrate
peraltro) di doping e di uno o più ‘silent
ban’ - gli stop silenti - che gli sarebbero stati concessi in passato per evitargli
squalifiche, egli medesimo abbia inteso,
novello Savonarola, scagliarsi contro la
reproba anche per rivolgere verso se
stesso una luce purificatrice. È come
se avesse detto: visto che sono altri(e)
coloro che vanno tenuti d’occhio? E voi
che per anni avere rotto le scatole a me.
Il caso Bachelot
Il malcapitato Rafa è però incorso nelle ire della ministra francese Bachelot
che facendo seguito alle sparate sulla
pentola di pozione magica emesse da
Noah qualche tempo addietro ha tacciato lo spagnolo di essersi infortunato nel 2011 a causa di pratiche illecite.
Parole che hanno costretto il povero
Rafa a doversi reimmergere nel suo
mondo (altro che nelle pentola magica) e a querelare la ministra, peraltro
attaccata durissimamente pure da
molti giocatori francesi come Gasquet
e Mahut. Cosa impariamo da questo
bailamme? Che Maria forse sarà squalificata ma il sorriso che ha palesato
facendosi fotografare in spiaggia poche ore dopo “la” comunicazione ha
ben ragione di esistere: il suo futuro
come tennista è incerto. Il suo futuro
come icona globale è ancora più consolidato di prima. Alè.
Federer, impegnato nella riabilitazione, è stato
l’unico big a non esporsi sul caso Sharapova.
Ma in passato ha preso posizione sulla lotta
al doping, definendola troppo blanda
Batch - Point
La ferocia dei mediocri
Qualche mattina fa, nello stesso giorno in cui gli altri quotidiani dedicavano
l’apertura ai morti negli attentati terroristici del giorno prima ad Ankara e in
Costa d’Avorio o all’affermazione nelle elezioni amministrative tedesche del
neonato partito anti-immigrazione, il quotidiano “Libero” sparava in prima
pagina l’orrenda notizia dei “buchi milionari della tv del tennis”.
Adesso - a parte il fatto che il titolo non rispecchiava quanto c’era scritto
nel pezzo, a parte il fatto che il bilancio di “SuperTennis” è attivo così come
è attivo quello della FIT, a parte il fatto che se anche la notizia fosse stata
vera i soldi della FIT sono privati e uno coi soldi propri ci può fare quello
che gli pare, e a parte persino il fatto che i presunti “buchi” di SuperTennis
sarebbero comunque una bazzecola se paragonati a quelli accumulati anno
dopo anno da “Libero” - adesso, dicevo, non è che varrebbe proprio la pena
perdere tempo dietro a una cavolata del genere, a una penosa rimasticatura
di polemiche che erano infondate già 6-7 anni fa, quando le tirarono fuori i
soliti sfigati, e figuriamoci oggi che SuperTennis è il quarto canale sportivo
d’Italia per audience.
Senonché… senonché questo piccolo, apparentemente trascurabile episodio è
con tutta evidenza l’ultimo e più rachitico frutto di un albero coltivato dai media di tutto il mondo sul fertile terreno di un’opinione pubblica sempre meno
capace e desiderosa, a causa della brutalità irriflessiva del social networking,
di capire e approfondire: l’albero dello scandalo a tutti i costi, meglio se legato
a uno dei settori della vita pubblica in realtà più virtuosi, lo sport.
Intendiamoci, non è che lo sport abbia sinora fatto moltissimo per tagliare
l’erba sotto ai piedi dei sempre più numerosi “troll” che godono solo quando
possono attaccarne le istituzioni, i riti e, soprattutto, i più celebri e amati dei
protagonisti. Anzi, soltanto da pochi anni, con il dilagare delle accuse, l’impegno contro il doping, la corruzione e le scommesse truccate è diventato una
priorità assoluta. Ciò non toglie che alla gente davvero per bene, quella che
sa dare alle cose il giusto valore, tutto questo rigirare il coltello nelle piaghe
di una delle cose più belle e più colme di valori etici non può non apparire,
sempre più spesso, la tutt’altro che innocente testimonianza del dilagare della
mediocrità umana e professionale di coloro che il mondo dovrebbero raccontarlo così com’è veramente.
BATCH
Delpo sta tornando,
in tempo per la Davis?
Juan Martin Del Potro sta risolvendo i problemi al polso sinistro.
È sceso in campo a Indian Wells e potrebbe essere l’uomo in più
dell’Argentina che affronteremo a luglio nei quarti del World Group
DI RICCARDO BISTI - FOTO GETTY IMAGES
M
Juan Martin Del Potro, 27 anni, oggi è n.420 del ranking Atp, dopo aver giocato 3 tornei
nell’ultimo anno e mezzo. Nel 2009 vinse gli Us Open e nel 2010 fu n.4 al mondo
arco Chiudinelli ci ha messo
paura per 4 ore e 43 minuti. Giocando una delle sue
migliori partite, è arrivato a
tanto così dal battere Paolo Lorenzi in
Coppa Davis. La gente di Pesaro, così
come gli spettatori in Tv, avrà notato i
suoi piedi “a papera”. Ricordano un po’
quelli dei protagonisti di Piernas Locas
Crane, un cartone animato del 1978
che ha avuto grande successo soprattutto in Argentina. L’Argentina di Juan
Martin Del Potro, nostra avversaria in
Coppa Davis.
Pure lui ha i piedi a papera, proprio
come le due simpatiche gru gialle che
cercano di catturare una libellula e
non ci riescono mai. Ce l’ha sempre
avuta, Palito, quell’andatura lì. Un po’
dinoccolata, apparentemente pigra.
Ma sul campo da tennis è stato l’unico a contrastare la supremazia dei Fab
Four quando l’oligarchia non accettava intrusi. Il trionfo allo Us Open 2009
resta un’impresa indimenticabile,
una delle più grandi nella storia dello sport argentino. Se l’operazione al
polso destro nel 2010 aveva avuto un
decorso normale (otto mesi di stop), la
tendinite al polso sinistro è diventata
prima un dramma, poi un incubo. Ci
sono volute tre operazioni per rimetterlo in sesto, ma gli esiti sono tutti da
vedere. Del Potro è tornato a Delray
Beach e ha colto una buona semifinale:
gioca piuttosto bene, ma sembra ancora vulnerabile dalla parte del rovescio.
I tre sogni di Delpo
Del Potro e la squadra di Davis: rapporto burrascoso, dai litigi con Nalbandian alle riconciliazioni.
Tornerà in squadra per la sfida con l’Italia del 13-15 luglio?
Dobbiamo capire se è solo paura, oppure se il problema è strutturale. Delpo è sceso in campo, grazie a una wild
card, al Master 1000 di Indian Wells
per raccogliere altre indicazioni. Tutti
sanno che Italia-Argentina sarà condi-
zionata dalla presenza del gigante di
Tandil, l’uomo che ha battuto Roger
Federer per due volte di fila a Basilea,
laddove lo svizzero è ancora più imprendibile. L’uomo che da ragazzino,
mentre Wilson spediva in Argentina un
tecnico pur di non perderlo come testimonial (non si trovava col bilanciamento della sua racchetta di allora), diceva
di avere tre sogni. Vincere lo Us Open,
diventare numero 1 Atp e sollevare al
cielo la Coppa Davis. Il primo l’ha realizzato, il secondo gli è stato portato
via dagli infortuni... il terzo merita più
di un approfondimento. Un po’ di storia che ci aiuti a capire se JMDP avrà voglia di venire in Italia (15-17 luglio). Del
Potro ha giocato due finali, ma ha avuto problemi sia con alcuni capitani che
con la dirigenza dell’Asociacion Argentina de Tenis. Una federazione senza
troppe risorse, il cui fatturato dipende
molto dalla Coppa Davis.
Non solo amore
Del Potro è partito fortissimo. Nel 2008
(capitano Alberto Mancini) contribuì al
piazzamento in finale, poi a Mar del Plata,
contro gli spagnoli, successe di tutto. L’ex
compagno David Nalbandian lo attaccò
pubblicamente per aver giocato il Masters
di Shanghai nella settimana precedente,
a suo dire rovinando la preparazione. In
effetti, Palito perse da Feliciano Lopez e
si fece male durante il match. Due giorni dopo non riuscì a scendere in campo:
mentre Josè Acasuso perdeva contro Fernando Verdasco, lui e Nalbandian guardavano la partita distanziati di 13 sedie.
In quello che è passato alla storia come
“marplatazo”, si narra che negli spogliatoi
forse qualcuno alzò le mani. Ci rimise il
povero “Luli” Mancini. Il suo posto fu preso da Modesto “Tito” Vazquez, l’unico che
fino a oggi ha sempre ottenuto il “sì” di
Del Potro. Nel 2009 arrivarono in semifinale, Del Potro fece il massimo contro la
Repubblica Ceca (batté Berdych a casa
sua), ma la pochezza dei compagni fu fatale all’albiceleste.
La rottura con l’albi-celeste
Dopo l’infortunio del 2010, nel 2011 ritrovò la finale: grazie alle immense doti diplomatiche di Vazquez, ricucì il rapporto
con Nalbandian. A Siviglia, contro il dream team spagnolo, giocò due partite quasi commoventi contro Ferrer e Nadal, ma
le perse entrambe. Per lui non ci furono
rimpianti, ma la AAT pensò bene di destituire Vazquez. Al suo posto Martin Jaite,
già direttore del torneo di Buenos Aires
ed ex numero 10 Atp. Sembrava tutto ok:
Delpo vinse i due singolari contro la Croazia ma poi, durante la semifinale contro
la Repubblica Ceca, si ruppe qualcosa.
Vinse il primo punto contro Stepanek, poi
decise di non scendere più in campo per
un problema fisico. Mentre al suo posto
giocava Carlos Berlocq, la gente lo accolse con i fischi. La squadra non prese
posizione in sua difesa, nemmeno la federazione. E così, dopo mille tormenti interiori e malintesi con la stampa, decise di
mettere da parte l’Insalatiera. Una scelta
potenzialmente drammatica, giacché Del
Potro è l’unico grande giocatore rimasto
all’Argentina. Gli anni d’oro della “Legiòn”
erano già terminati. Il tempo ha portato
via i vari Coria, Gaudio, Puerta, Zabaleta,
Acasuso, Calleri e infine Nalbandian. Senza di lui, l’Argentina di Jaite si è trovata a
giocare uno spareggio per non retrocedere, l’unico negli ultimi quindici anni.
Il disgelo di Cervone
Aveva provato a ricucire il rapporto l’ex
presidente AAT Arturo Grimaldi, un tipo
distinto e molto british. Provò a scrivergli, a telefonargli. Ma lui, che non ha un
carattere facile, non ne volle sapere. Poi
le cose sono cambiate di nuovo. Grimaldi
è scomparso prematuramente, ad appena
63 anni, e il suo posto è stato preso da
Armando Cervone. Primo atto ufficiale:
via Martin Jaite, in panchina Daniel Orsanic, ex doppista di buon livello. La AAT
lo avrebbe scelto proprio per i buoni rapporti con Del Potro. Guarda caso, anche
mentre lottava con il polso, è ricomparso in Coppa Davis. Lo scorso anno era in
panchina a fare il tifo sia contro il Brasile
che contro la Croazia. Insomma, tutto farebbe pensare a un Del Potro disponibile... qualora fosse arruolabile.
Il nuovo corso
“Spero di averlo, dipende da tante cose”,
ha sibilato Orsanic dopo il successo in
Polonia. La situazione si chiarirà nei prossimi mesi, quando gli incubi del 2015
saranno via via più sfumati. Ma adesso i
ricordi sono ancora freschi, a partire dal
videomessaggio pubblicato lo scorso
giugno, in cui un Del Potro visibilmente
emozionato comunicava che si sarebbe
operato per la terza volta al polso sinistro.
E smentiva le voci di un possibile ritiro o
addirittura la caduta in uno stato depressivo. I fatti gli hanno dato ragione, anche
se gli manca una guida tecnica stabile. La
scorsa estate ha messo fine all’eterno rapporto con coach Franco Davin e il preparatore atletico Martiniano Orazi. In questi
mesi ha continuato ad allenarsi qua e là:
un po’ a Buenos Aires, un po’ nella natia
Tandil, un po’ a Miami. A Delray Beach si
è presentato con il solo Diego Rodriguez,
storico fisioterapista dell’ex nemico David
Nalbandian. Popolarità e soldi gli avrebbero consentito di andare a Buenos Aires, o
magari trovare rifugio all’estero, invece ha
scelto di restare nell’amata Tandil.
Tra popolarità e famiglia
È talmente popolare che è stato costretto
a comprare la via che conduce alla sua
abitazione, sigillandola con un bel cancello blindato. A casa c’è ancora la madre che
lo chiama dicendogli che è pronta la cena,
oppure l’orsetto del Boca Juniors che gli
aveva regalato il nonno quando aveva 4
anni. “A casa mi sembra di tornare bambino”. Ed è lì che ricorda la sorella maggiore,
scomparsa tanti anni fa in un’incidente
stradale. A lei sono dedicati i baci al cielo e
il segno della croce dopo ogni vittoria. Più
in generale, JMDP soffre l’eccessiva popolarità e non sempre ha avuto un rapporto
idilliaco con la stampa. Per risolvere il problema, ha assunto il miglior addetto stampa possibile: Jorge Viale. Chiamato da Del
Potro, ha rinunciato a qualsiasi incarico.
Viale ha puntato su una comunicazione
incisiva sui social network (Facebook e
Twitter), dove compaiono spesso foto,
messaggi e anche qualche filmato. Sarà
bene seguirli: da lì, probabilmente, scopriremo se ci saranno novità su un ritorno.
circuito mondiale wta
Maria si difende
È cominciata la partita a scacchi tra Sharapova e WADA, con
le prime mosse della russa. Tra accuse e giustificazioni. Anche
il suo sponsor tecnico sta con lei. La prima udienza il 23 marzo?
di Andrea Nizzero
“S
pero che mi sia concesso di
giocare di nuovo. Ma in ogni
caso, voglio che voi, i miei
fan, sappiate la verità e abbiate i fatti”. Queste sono le parole, ricche di pathos, scelte da Maria Sharapova per chiudere il suo post su Facebook
dell’11 marzo. E per giocare la mossa
d’apertura, difensiva, di una nuova partita. Non di tennis ma a scacchi. Sono
passati quattro giorni dalla conferenza
stampa con cui ha dato al mondo una
cattiva notizia: “Ho voluto farvi sapere
che pochi giorni fa ho ricevuto una lettera dall’ITF che ho fallito un test antidoping.” Con queste precise parole,
errore sintattico incluso (il coinvolgimento emotivo è indubbio, per quanto
la scena avesse un’accurata regia), la
Sharapova aveva aperto invece la storica conferenza stampa di lunedì.Come è
stato fatto notare da più parti, la contrita confessione di Maria dev’essere vista
non solo come un passo volontario verso la redenzione, ma anche come l’astuta prima mossa di una lunga partita
a scacchi. L’ITF, la WADA e le autorità
del tennis le hanno concesso di svelare
al mondo la notizia della positività, con
i suoi termini. Insomma, le hanno concesso di scegliere i bianchi, di dettare
le mosse. E come negli scacchi, avendo
il “tratto” Maria potrà sì muovere per
prima ma dovrà anche stare attenta a
Maria Sharapova resta in contatto con i propri fan soprattutto dai social network,
da Facebook (oltre 15 milioni di like) a Instagram (quasi un milione e mezzo di follower)
non scoprirsi troppo, a non portare la
partita su binari imprevisti che la possano esporre a uno scacco.
Meldonium: i fatti
Maria si augura che i suoi tifosi sappiano la verità e possiedano i fatti.
Cerchiamo allora di isolarne qualcuno, tenendo presente che non è cosa
semplicissima. Sappiamo che Maria ha
fatto uso di meldonium dal 2006, che
l’ha utilizzato fino al gennaio 2016, e
sappiamo che in un suo test antido-
La circolare della
Wada, datata 16
settembre 2015,
in cui si avvertono
gli atleti sugli
imminenti
cambiamenti
in vista
della stagione
agonistica 2016
10
ping fatto agli ultimi Australian Open
è stata identificata la sostanza. È meno
scontato di quanto sembri: li possiamo
definire fatti semplicemente perché
l’ha detto lei, ed essendo una verità a
lei sfavorevole la si può considerare
tale (allo stesso modo, come sanno gli
appassionati di legal thriller, una confessione di un crimine vale come prova
in giudizio proprio perché sfavorevole
alla parte che l’ha resa). Ma essendo
questa una partita a scacchi, Maria ha
“mosso” ovviamente anche in direzione a sé favorevole, sia vendendo la sua
conferenza stampa come atto di ravvedimento volontario e assunzione di
responsabilità, sia portando altre circostanze tutte da provare: “non sapevo
[che il meldonium fosse diventato una
sostanza proibita]”; “alcuni giorni fa,
quando ho ricevuto la mail dell’ITF, non
sapevo che [il mildronato] ha anche un
altro nome, meldonium”; “mi era stata
prescritta per diversi problemi di salute che stavo attraversando nel 2006. Mi
ammalavo molto, prendevo la febbre
ogni 2 mesi, risultati dell’elettrocardiogramma irregolari, oltre che segnali di
Il post su Facebook: “Io non fingo di essere rotta...”
“Voglio condividere alcune informazioni, discutere le ultime notizie, e farvi sapere che ci sono cose che sono state riportate erroneamente nei media,
e sono determinata a reagire. […] Un’indiscrezione [del Times di Londra, ndr] ha sostenuto che io sia stata avvisata cinque volte del divieto sul
medicinale che stavo prendendo. Non è vero e non è mai successo.” Maria porta anche nuovamente a giustificazione la difficoltà di tenersi aggiornata,
in un sistema dove le informazioni sarebbero di difficile comprensione. Allegate al post di Maria ci sono queste due immagini, che ritraggono un
vademecum che l’ITF ha consegnato ai giocatori all’inizio del 2016. La circolare della WADA, datata settembre 2015 e spedita a tutti gli atleti, riporta
però sia la parola meldonium, sia la parola mildronato. Al termine del post, Maria pare togliersi un sassolino dalla scarpa, alludendo ai famigerati
“silent ban”, le squalifiche insabbiate: “Sono orgogliosa di come ho giocato. Sono stata onesta e diretta. Non farò finta di essere infortunata così da
poter nascondere la verità sui miei test.” La prossima puntata del caso Sharapova è prevista entro il 23 marzo a Londra, dove – secondo indiscrezioni
di Sky Sports UK - si terrà la prima udienza. In quell’occasione, dice l’agguerrita Sharapova, “l’ITF riceverà i miei registri medici”.
diabete, con precedenti di diabete nella
mia famiglia”.
99 i fermati per il farmaco
Tra i fatti che sono emersi invece dopo
la sua confessione, ci sono i seguenti:
il meldonium non è mai stato venduto
né approvato negli Stati Uniti, il Paese
dove lei ha vissuto per gli ultimi 21 anni; il motivo per cui è finito sulla lista è
perché la WADA ha dimostrato che molti atleti, in particolare russi ed est europei, lo utilizzavano per migliorare le
prestazioni; il numero di atleti risultati
positivi dall’inizio dell’anno aumenta
di giorno in giorno (99 nell’ultimo aggiornamento arrivato dalla WADA); nel
comunicato WADA del 16 settembre
2015, una circolare inviata a tutti gli atleti che preavvertiva sui cambiamenti
in arrivo, “meldonium” è la prima parola del terzo paragrafo, “mildronato” è
la seconda; lo stesso comunicato, nella
sua interezza, conta 189 parole di un
inglese cristallino (se siete arrivati fino
a questo punto, avete letto più di 400
parole in questo articolo).
Va però anche detto che per capire
quanto sia arbitrario il sistema antidoping attuale basta leggere il comunicato stampa con cui la Head, uno degli
sponsor principali di Maria, la sostiene
e difende: “Per quanto sia fuori dubbio
che lei sia risultata positiva (…) noi mettiamo in discussione la decisione della
WADA di aggiungere il meldonium alla
sua lista vietata nel modo in cui l’ha aggiunto; pensiamo che l’azione corretta
da parte della WADA sarebbe stata imporre una soglia di dosaggio consentita.
In queste circostanze, incoraggeremmo
la WADA a rilasciare studi scientifici che
confermino la tesi che il meldonium
debba essere una sostanza vietata”. La
Head ha scelto di stare dalla parte della
Sharapova. Ma di certo c’è che il confine tra ciò che è doping e ciò che non lo
è, non è una certezza ma finisce quasi
sempre nell’ambito delle opinioni. Come messo in luce dalla Head.
Contano anche i tempi
Non solo il “cosa”, ma anche il “quando” è una decisione arbitraria, non
conseguente al mutato sentimento
collettivo e condiviso che precede invece le nuove norme di diritto penale
(quelle cui corrisponde una condanna
paragonabile, con le dovute proporzioni, a quella del doping). Per capire
le potenziali conseguenze paradossali
del sistema attuale, basta immaginare
che la lista WADA entri in vigore il 31
gennaio, invece che il 31 dicembre, e
che la scorsa settimana Maria annunci effettivamente il suo ritiro, come si
pensava alla vigilia. Di fronte agli stessi fatti, ma con una semplice differenza
nei documenti (una data su una lista),
l’otto marzo avremmo celebrato lei
e la sua carriera, in una data perfetta
per un’eroina donna. Eppure Sharapova avrebbe comunque utilizzato nello
stesso modo, e con gli stessi stempi, la
stessa sostanza considerata dopante,
ottenendo gli stessi risultati sportivi. È
giusto quindi, pur riconoscendo lo scivolone enorme di Maria e la necessità
di una sanzione come da regolamento,
giudicarla con lo stesso metro di giudizio con cui si giudicano i criminali?
Al di là che si creda o meno alla sua
storia, è coerente la condanna morale
pesantissima che la Sharapova, come
ogni atleta coinvolto in casi di doping,
si trova ad affrontare? È coerente, se si
pensa ai moltissimi campioni del passato che utilizzavano – senza averne
cognizione e quindi senza intenzioni
fraudolente - sostanze o pratiche poi
giudicate dopanti?
Con chi gioca Maria
La partita a scacchi di Maria è appena
cominciata, e quando sarà finita potremmo trarre conclusioni più accurate. Bloccando sul nascere la voglia di
puntare il dito e giudicare, è però facile
accorgersi come il sistema antidoping
attuale non possa fornirci risposte e
certezze necessarie per valutare il com-
portamento di qualcuno con così tanta
ferocia. Alla fine conterà anche con chi
Maria ha deciso di giocare questa partita: con le autorità che devono decidere
la sua condanna, o con gli appassionati
che devono decidere sulla sua buona
fede? Sono due scacchiere diverse, e
la seconda va affrontata in modo diverso. Quando in premio c’è la fiducia,
se anche solo una delle molte cose che
ha affermato si dimostrasse non vera,
quella mossa d’apertura potrebbe farla
ritrovare sotto scacco.
Noi della Head,
orgogliosi
con Maria
Dal comunicato ufficiale di Head del 11
Marzo 2016. “Per più di dieci anni, Maria
Sharapova è stata un esempio di integrità
femminile ispirando milioni di fan di tutto
il mondo a giocare e a seguire il tennis.
L’onestà e coraggio dimostrati annunciando
e riconoscendo il suo errore sono stati
ammirevoli. HEAD è orgogliosa di stare
vicino a Maria, ora e nel futuro e per questo
motivo abbiamo intenzione di prolungare il
suo contratto.
Thiago Monteiro,
sotto il segno di Guga
Kuerten crede in lui, tanto da sostenerlo in prima persona. Il brasiliano
ha già battuto gente come Almagro e Tsonga, riportando entusiasmo
al tennis carioca. E nelle ultime due settimane ha guadagnato 150 posti
DI
ALESSANDRO NIZEGORODCEW
GETTY IMAGES
FOTO
D
al nulla, all’improvviso, Thiago Monteiro. Alzi la mano
chi ad inizio 2016 avrebbe
scommesso sul giovane tennista brasiliano, che nelle ultime settimane ha guadagnato 150 posizioni
Atp, battuto Nicolas Almagro e Jo-Wilfred Tsonga, riportando entusiasmo
nel pubblico verde-oro, alla ricerca da
anni di un nuovo Guga Kuerten.
Thiago Monteiro ha 21 anni,
è di Fortaleza (Brasile),
e oggi è n.236 Atp,
suo best ranking
La storia
Guga e Thiago, due storie che si intrecciano, una carriera che può finalmente decollare. Monteiro nasce a Fortaleza, nord-est del Brasile, il 31 maggio
1994. Inizia a giocare all’età di 8 anni
e sin da piccolo dimostra grandi qualità tecniche e caratteriali. Nel 2009
si trasferisce nell’accademia di Larri
Passos, ex coach e mentore di Gustavo
Kuerten. ‘Guga’ crede molto in Monteiro e inizia a curarne il rapporto con gli
sponsor dandogli, sostanzialmente, la
possibilità di girare per il mondo per
provare a inseguire il sogno di diventare professionista. “Kuerten è stavo
importantissimo per me - racconta
Monteiro - perché quando sono andato via da Fortaleza ero giovanissimo
e inesperto. Mi ha sempre trasmesso
grande tranquillità e allo stesso tempo
una enorme carica agonistica. In passato mi sono anche allenato con lui ed
è stata un’emozione indescrivibile”.
Durante la carriera giovanile Monteiro
vince e convince, tanto è vero che a livello under 18 arriva fino al numero 2
del mondo nel gennaio 2012.
Ginocchio miracolato
Il salto nel mondo del professionismo
non è semplice, anche a causa di due
seri infortuni, il primo al gomito nel
2014, il secondo all’inizio del mese di
giugno 2015: Monteiro è in campo al
Challenger di Proprad-Tatry, in Slovacchia, per un match di qualificazione.
Tie-break del terzo set contro Robin
Stanek, match-point Monteiro. Un movimento sbagliato, una torsione innaturale del ginocchio, il brasiliano finisce a
terra urlando dal dolore. La diagnosi?
Rottura totale del legamento crociato
anteriore. Ma i fisioterapisti e lo stesso
Monteiro non sono convinti, l’articolazione sembra in discrete condizioni e il
ginocchio stabile. Dopo nuovo consulto si decide di non operare e di tornare
a in campo. Nel frattempo, nel 2014,
Monteiro aveva cambiato vita e accademia, trasferendosi a Rio da Janeiro al
Tennis Route Team, dove si allena con
Thomaz Bellucci sotto la supervisione
dei coach Duda Matos e João Swetsch.
Exploit e futuro
Thiago Monteiro ha iniziato il 2016 intorno al n.400 del ranking, ma in poche settimane il mancino di Fortaleza
si è portato al 236 grazie al 2° turno
raggiungo all’Atp 500 di Rio de Janeiro e ai quarti di finale a San Paolo. E
pensare che il match disputato a Rio è
stato il primo incontro Atp della vita
per Monteiro, che si è trovato di fronte il n.9 del mondo Jo-Wilfred Tsonga.
A suon di vincenti di diritto il brasiliano ha finito per imporsi 6-3 3-6 6-4,
portando a casa la sua prima vittoria
nel circuito maggiore, per di più contro un Top 10. Era dal 2012 che un
tennista brasiliano non superava un
Top Player (Bellucci su Tipsarevic),
all’epoca n.9, a Gstaad. “Sono un po’
emozionato - ha raccontato Monteiro ai giornalisti dopo la vittoria sul
francese - perché questa è la prima
conferenza stampa della mia vita...”.
La settimana successiva, a San Paolo,
Monteiro si è tolto il lusso di battere
anche un terraiolo doc come Nicolas
Almagro e ha pure conquistato una
semifinale challenger a Santiago. La
carriera del ragazzo di Fortaleza, 22
anni da compiere a maggio, sembra
essere decollata. “Sapevo che sarei
arrivato a questo livello - ha chiosato
- perché il lavoro svolto negli anni è
sempre stato di qualità. E finalmente
inizia a pagare”.
I GIOCATORI PROFESSIONISTI DEL TEAM BABOLAT POSSONO GIOCARE CON UN MODELLO PERSONALIZZATO O DIVERSO DA QUELLO PRESENTATO. * SALVO IN GIAPPONE.
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Rafa Nadal (SPAAY
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BABOLAT – RACCHETTE, SCARPE*, BORSE
ED ACCESSORI UFFICIALI DEL TORNEO DI WIMBLEDON
BABOLAT – RACCHETTE, CORDE, PALLE, BORSE
ED ACCESSORI UFFICIALI DEL ROLAND GARROS
Quella grande partita
di vita (o di morte)
Fu un match di Davis, a Wimbledon nel 1937: Von Cramm contro
Don Budge. Era il singolare decisivo di un Germania-Usa che valeva
la Coppa. Il tedesco era nel mirino dei nazisti. E infatti Hitler telefonò…
DI ALESSANDRO MASTROLUCA
L
a storia perfetta, la partita perfetta. È il 20 luglio 1937, una
mattinata d’estate insolitamente calda a Londra. A Wimbledon, mentre le temperature toccano i
25 gradi, le bandiere della Union Jack
sventolano insieme a quelle a stelle e
strisce degli Stati Uniti e alle svastiche
del Terzo Reich. La guerra è ancora
lontana, anche se gli spettatori che assistono a quella che diventerà la partita del secolo, ne sentono gli echi nei
racconti degli scontri a Madrid o delle
tensioni fra Cina e Giappone. Mancano
tre minuti alle cinque quando inizia
l’ultimo, decisivo singolare della finale Interzona di Coppa Davis. Si gioca
per andare a sfidare nella finalissima la
Gran Bretagna, che ha vinto le ultime
quattro edizioni ma non ha più Fred
Perry, passato professionista. Per cui, è
questa la vera finale, Usa-Germania. E
non potrebbe esserci contrapposizione
più completa in campo.
Sotto l’occhio del regime
Da una parte, il barone Gottfried Von
Cramm, dall’altra Don Budge. Cramm è
aristocratico da generazioni, incarna la
speranza del regime tedesco di portare
a casa la Davis e di avere un volto bello
e spendibile all’estero. Ma Von Cramm
è gay, e fa sempre più fatica a nascondere le sue tendenze, e in passato ha
sposato, anche per rispettare le convenienze sociali, una donna di ascendenza ebraica. Il regime, dunque, lo sopporta e lo tutela solo finché vince, solo
perché vince. Per lui la Davis, e il tennis
nel complesso, è una questione di vita
o di morte. Senza nessuna concessione
all’iperbole o alla retorica.
È sceso al n.2 del mondo proprio dopo
la finale di Wimbledon, che ha perso
proprio da Budge, il suo opposto perfetto. Tanto potente in campo quanto
introverso fuori, rosso di capelli e di
idee, è uno di quei campioni che ha
vissuto sotto il segno del jazz, l’altra
sua grande passione. Figlio di un immigrato scozzese, John “Jack” Budge,
ha giocato diverse partite con la squadra riserve dei Glasgow Rangers ma
un incidente in allenamento e diversi
attacchi di polmonite lo convincono a
emigrare dove il clima è più mite. Da
piccolo gioca a baseball con la mazza
da mancino, che lo abitua al movimento rapido e violento col braccio destro.
Nel primo dei molti incroci di destini
che contrappuntano la sua storia, diventa l’idolo di Joe Di Maggio, il più
grande giocatore di baseball di sempre e il grande amore di Marilyn Monroe. “Sai, il mio sogno era di diventare
tennista”, gli dice incontrandolo a un
concerto jazz negli Anni ’40. “Strano risponde Budge -, il mio era di giocare
per gli Yankees”. Ha il più bel rovescio
a una mano della sua epoca, e una voglia di vincere che nessun dubbio riesce mai a scalfire. “È il miglior tennista
che abbia mai visto”, diceva di lui Bill
Tilden, amico e consigliere in incognito di Von Cramm per quella partita.
Che la telefonata pre-partita di Hitler
al suo giocatore, raccontata da Budge
e sempre negata da Cramm, sia vera o
no, è impossibile da stabilire. Quel che
resta, è la vittoria di Budge 8-6 al quinto con un rovescio in tuffo, davanti a
uno stadio che ha fatto platealmente il
tifo per il suo avversario. Von Cramm,
corretto fino al sacrificio, gli rivela:
“Don, è stata la più bella partita che io
abbia giocato”. E la prima a essere interamente radiotrasmessa in diretta dalla BBC. Che aveva previsto un collegamento per le prime fasi e poi non potè
più staccare la cronaca. Fino alla fine.
Pillole di California
I primi 25 del ranking Atp
DI GIORGIO SPALLUTO - FOTO GETTY IMAGES
3
i match vinti al tie-break del 3° set
da Roberta Vinci nel 2016. L’azzurra si è
imposta in volata contro Timea Babos a
San Pietroburgo, Daria Kasatkina (Doha)
e Margarita Gasparyan a Indian Wells,
annullando complessivamente 5 matchpoint alle 2 russe.
8 le tenniste a essersi aggiudicate per
due volte il torneo di Indian Wells: Martina
Navratilova, Mary Joe Fernandez, Steffi
Graf, Lindsay Davenport, Serena Williams,
Kim Clijsters, Daniela Hantuchova e Maria
Sharapova. Solo Navratilova è riuscita a
imporsi per due volte consecutivamente
(1990 e 1991).
48 i Masters 1000 vinti dai ‘Big Four’
(Djokovic, Murray, Federer e Nadal) negli
ultimi 52 disputati. Le uniche eccezioni:
Robin Soderling (Bercy 2010), David
Ferrer (Bercy 2012), Stan Wawrinka
(Monte-Carlo 2014) and Jo-Wilfried
Tsonga (Toronto 2014).
41 i minuti impiegati da Denisa
Allertova per battere Petra Cetkovska
nel match di 1° turno del torneo di Indian
Wells. Si tratta del match più corto della
stagione. Le due ceche hanno impiegato
meno di Serena Williams e Kasatkina, in
campo per 44 minuti a Melbourne.
3h24 la durata della maratona
vinta dalla cinese Zhang Shuai su Caroline
Wozniacki nel 2° turno del torneo di Indian
Wells. La cinese si è aggiudicata quello che
a oggi è il match Wta più lungo del 2016.
Pos.
Nome (nazionalità)
1
Novak Djokovic (SRB)
2
Andy Murray (GBR)
3
Roger Federer (SUI)
4
Stan Wawrinka (SUI)
5
Rafael Nadal (ESP)
6
Kei Nishikori (JPN)
7
Tomas Berdych (CZE)
8
David Ferrer (ESP)
9
Jo-Wilfried Tsonga (FRA)
10
Richard Gasquet (FRA)
11
John Isner (USA)
12
Marin Cilic (CRO)
13
Dominic Thiem (AUT)
14
Milos Raonic (CAN)
15
Kevin Anderson (RSA)
16
Gael Monfils (FRA)
17
David Goffin (BEL)
18 Roberto Bautista Agut (ESP)
19
Gilles Simon (FRA)
20
Bernard Tomic (AUS)
21
Viktor Troicki (SRB)
22
Benoit Paire (FRA)
23
Jack Sock (USA)
24
Feliciano Lopez (ESP)
25
Pablo Cuevas (URU)
I primi 25 italiani del ranking Atp
Punti
15585
8370
7695
6360
4640
3935
3765
3505
2995
2750
2585
2590
2465
2095
2020
1995
1975
1935
1810
1670
1580
1571
1525
1495
1475
Le prime 25 del ranking Wta
Pos.
Nome (nazionalità)
1
Serena Williams (USA)
2
Angelique Kerber (GER)
3
Agnieszka Radwanska (POL)
4
Garbine Muguruza (ESP)
5
Carla Suarez Navarro (ESP)
6
Simona Halep (ROU)
7
Petra Kvitova (CZE)
8
Roberta Vinci (ITA)
9
Belinda Bencic (SUI)
10
Maria Sharapova (RUS)
11
Flavia Pennetta (ITA)
12
Venus Williams (USA)
13
Lucie Safarova (CZE)
14
Elina Svitolina (UKR)
15
Victoria Azarenka (BLR)
16
Ana Ivanovic (SRB)
17
Sara Errani (ITA)
18
Svetlana Kuznetsova (RUS)
19
Karolina Pliskova (CZE)
20
Timea Bacsinszky (SUI)
21
Andrea Petkovic (GER)
22
Sloane Stephens (USA)
23
Madison Keys (USA)
24
Caroline Wozniacki (DEN)
25
Jelena Jankovic (SRB)
Punti
8975
5700
5505
4776
3855
3810
3603
3485
3450
3442
3154
3092
2768
2695
2660
2531
2530
2480
2470
2290
2110
2105
2005
1991
1975
Pos. Rank.
1
32
2
43
3
53
4
77
5
90
6
107
7
140
8
169
9
186
10 191
11 208
12 227
13 247
14 249
15 252
16 265
17 266
18 286
19 307
20 316
21 330
22 340
23 354
24 355
1515
25 369
Nome
Fabio Fognini
Andreas Seppi
Paolo Lorenzi
Simone Bolelli
Marco Cecchinato
Thomas Fabbiano
Luca Vanni
Andrea Arnaboldi
Alessandro Giannessi
Matteo Donati
Filippo Volandri
Gianluca Naso
Federico Gaio
Salvatore Caruso
Lorenzo Giustino
Matteo Viola
Riccardo Bellotti
Flavio Cipolla
Alessandro Bega
Roberto Marcora
Gianluca Mager
Edoardo Eremin
Lorenzo Sonego
Stefano Napolitano
Francisco Bahamonde
Punti
1250
990
855
682
608
544
404
331
283
277
246
228
213
209
208
184
184
169
154
146
141
135
128
128
121
Le prime 25 italiane del ranking Wta
Pos.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
Rank.
Nome
8
Roberta Vinci
11
Flavia Pennetta
17
Sara Errani
42
Camila Giorgi
70
Karin Knapp
105
Francesca Schiavone
273
Martina Caregaro
279 Giulia Gatto-Monticone
315
Alice Matteucci
328
Anastasia Grymalska
329
Nastassja Burnett
343
Nastassja Burnett
330
Alberta Brianti
355
Gioia Barbieri
370
Cristiana Ferrando
375
Martina Trevisan
390
Georgia Brescia
405
Jessica Pieri
418
Corinna Dentoni
453
Claudia Giovine
476
Jasmine Paolini
480
Alice Balducci
488
Bianca Turati
509
Stefania Rubini
529 Anna Giulia Remondina
Punti
3485
3154
2530
1200
923
656
158
151
125
118
116
106
116
104
99
98
94
85
79
68
60
59
58
54
51
Torna Tennis Magazine
per spiegare il mondo della racchetta
attraverso sette diverse prospettive.
Si parte dal coach che insegna tecnica
e tattica, passando dal personal trainer
che mostra come mantenersi in forma,
e ancora dallo psicologo che cura l’aspetto mentale. Nella seconda parte,
spazio ai test delle racchette, all’intervento del medico, all’abbigliamento e
alle regole del gioco. Conferme ma anche novità: per esempio, la possibilità
di ascoltare ‘in diretta’ i commenti dei
nostri tester, in grado d’ora in poi di
esprimere le proprie valutazioni durante lo scambio.
Come per le serie tv, ecco la seconda
stagione di Tennis Magazine, la prima
puntata 2016 mercoledì alle 20.30
T
Sempre più... nutrizione
orna Tennis Magazine, e lo fa
con tante conferme e alcune
novità. La trasmissione di SuperTennis Tv ‘dalla parte di
chi gioca’ ripropone lo schema vincente della prima stagione: sette blocchi
Nella sezione dedicata alla medicina,
quest’anno attenzione particolare a
ciò che riguarda cibo e bevande: dalla colazione alla cena, capiremo quali
sono gli alimenti più adatti e quelli da
evitare in vista di un match. I mental
coach, inoltre, saranno molteplici, e
si alterneranno per proporre la loro
visione del mondo del tennis, dandoci diverse prospettive e spunti. I protagonisti saranno alcuni dei migliori
professionisti italiani, a disposizione
degli spettatori per farli crescere, e
per far sì che il loro tennis diventi più
completo, più efficace, più divertente.
Insomma, per farvi allenare da pro.
Indian Wells
e poi Miami,
sempre live
Alcuni, nel tempo, hanno parlato di quinto
Slam. Di certo c’è che si tratta del primo
appuntamento importante della primavera
americana. SuperTennis trasmetterà in diretta tutto il torneo femminile, e lo farà in
serata e lungo la notte con molte ore di copertura. Le coordinate per non perdersi un
punto sono sempre le stesse: canale numero
64 del digitale terrestre, numero 224 della
piattaforma Sky, canale 30 di TivùSat e web
streaming su www.supertennis.tv.
King of Tennis, McEnroe & Co: finale live venerdì alle 20.30
Giovedì 17
Venerdì 18
00:30 - Magazine
ATP
01:00 - WTA Indian
Wells (replica)
05:00 - WTA Indian
Wells QF1 (replica)
07:15 - I miti del Foro
07:45 - Reloaded Fed
Cup 1° turno
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Magazine ATP
09:30 - WTA Indian
Wells QF2 (replica)
11:30 - Nadal vs
Djokovic, ATP Roma
2014
13:30 - Magazine
WTA
14:00 - I Miti del Foro
Djokovic
14:30 - WTA Indian
Wells QF1 (replica)
16:30 - Tennis
Magazine
16:45 - La Voce delle
Regioni
17.00 - News
17:05 - WTA Indian
Wells QF2 (replica)
19:00 - Live WTA
Premier Indian Wells
QF3
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - News
21:05 - King of
Tennis, McEnroe vs
Wilander (differita)
23:00 - King of
Tennis, (differita)
00:45 - Tennis Parade
01:00 - Live WTA
Premier Indian Wells
QF4
03:00 - Nadal vs
Wawrinka, ATP Roma
2015
05:00 - WTA Indian
Wells QF3 (replica)
07:00 - WTA Indian
Wells QF4 (replica)
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Tennis
Magazine
09:30 - Murray vs
Djokovic, ATP Roma
2011
12:30 - WTA Indian
Wells QF3 (replica)
14:30 - WTA Indian
Wells QF4 (replica)
16:30 - Magazine ATP
16:45 - La Voce delle
Regioni
17.00 - News
17:05 - WTA Indian
Wells QF1 (replica)
18:30 - LIVE king Of
Tennis, Finale 3° e 4°
posto
20:25 - News
20:30 - LIVE king Of
Tennis, Finale
22:15 - La Voce delle
Regioni
22:30 - WTA Indian
Wells QF2 (replica)
Sabato 19
00:00 - WTA Indian
Wells QF3 (replica)
02:00 - Live WTA
Premier Indian Wells
SF
04:00 - Live WTA
Premier Indian Wells
SF
06:00 - Halep vs
Jankovic, WTA Roma
2013
08:15 - Magazine
WTA
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - king Of Tennis,
Finale 3° e 4° posto
10:30 - king Of Tennis,
Finale
12:15 - Tennis Parade
12:30 - WTA Indian
Wells SF1 (replica)
14:30 - WTA Indian
Wells SF2 (replica)
16:30 - Magazine
WTA
17.00 - News
17:05 - Tennis
Magazine
20:00 - Magazine ATP
20:30 - I Miti del Foro
Djokovic
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - News
21:05 - Road to Foro
21:30 - WTA Indian
Wells SF1 (replica)
23:00 - WTA Indian
Wells SF2 (replica)
Domenica 20
01:00 Nadal vs
Davydenko, ATP
Roma 2007
04:00 - Errani vs Li,
WTA Roma 2014
06:00 - Tennis Parade
06:15 - I Miti del
Foro Djokovic
06:45 - WTA Indian
Wells SF2 (replica)
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - WTA Indian
Wells SF2 (replica)
11:00 - Gulbis vs
Nadal, ATP Roma
2010
13:45 - Magazine
ATP
14:15 - Tennis Parade
14:30 - WTA Indian
Wells SF1 (replica)
16:30 - Road to Foro
17:00 - News
17:05 - WTA Indian
Wells SF2 (replica)
19:00 - Live WTA
Premier Indian Wells
Finale
21:00 - News
21:05 - Reloaded
Coppa Davis 1° turno
22:05 - Tennis
Magazine
22:30 - I Miti del
Foro Djokovic
23:00 - WTA Indian
Wells Finale (replica)
Lunedì 21
01:00 - Lorenzi vs
Chiudinelli, Coppa
Davis 2016
05:45- Magazine ATP
06:15 - Tennis Parade
06:30 - WTA Indian
Wells (replica)
08:30 - Road to Foro
Italico
09:00 - WTA Indian
Wells Finale (replica)
11:00 - King Of
Tennis, McEnroe VS
Wilander
13:00 - Reloaded
Coppa Davis 1° turno
14:00 - Magazine
WTA
14:30 - WTA Indian
Wells (replica)
16:30 - Tennis Parade
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - News
17:05 - WTA Indian
Wells SF1 (replica)
18:45 Road to Foro
19:00 - WTA Indian
Wells SF2 (replica)
21:00 - News
21:05 - I miti del
Foro Sorelle d’Italia
21:30 - WTA Indian
Wells Finale (replica)
23:30 - Road to Foro
Italico
Martedì 22
00:00 - Murray vs
Nishikori, Coppa Davis
2016
05:00 - I miti del
Foro Sorelle d’Italia
05:30 - WTA Indian
Wells (replica)
07:30- Magazine
WTA
08:00 - Reloaded
Coppa Davis 1° turno
09:00 - Seppi vs
Wawrinka, ATP Roma
2012
12:30 - WTA Indian
Wells SF (replica)
14:30 - King Of Tennis,
Finale 3° e 4° posto
16:15 - I miti del
Foro Sorelle d’Italia
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - News
17:05 - WTA Indian
Wells Finale (replica)
19:00- Magazine
WTA
19:30 - Reloaded
Coppa Davis 1° turno
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - News
21:05 - World of
Tennis
21:30 - WTA Indian
Wells (replica)
NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali
Mercoledì 23
00:00 - Djokovic vs
Kukushkin, Coppa
Davis 2016
05:00 - Road to
Foro Italico of
Tennis
05:30 - King Of
Tennis, McEnroe VS
Wilander
07:45 - I miti del
Foro Sorelle d’Italia
08:15 - World of
Tennis
08:45 - La Voce
delle Regioni
09:00 - WTA Indian
Wells (replica)
11:00 - king Of
Tennis, Finale
12:45 - Road to
Foro
13:15 - WTA
Indian Wells Finale
(replica)
15:15 - Tennis
Magazine
15:45 - La Voce
delle Regioni
16:00 - LIVE WTA
Miami
17.55 - News
18:00 - LIVE WTA
Miami
19.55 - News
20:00 - LIVE WTA
Miami
21:45 - La Voce
delle Regioni
22:00 - LIVE WTA
Miami
Vicina quota 4.000:
i “Bnl” a tutta forza
Tutte le tappe con il segno “più”, pronti ad abbattere un’altra bandiera.
A pochi giorni dall’inizio già due terzi degli iscritti totali del 2015:
a Terni vincono Travaglia e Grymalska. A Ortisei Prader e Chiesa
T
re i tornei conclusi, diversi
ancora in corso, molti in attesa di chiudere le iscrizioni e altri che devono ancora
aprirle. Eppure le pre-qualificazioni
degli Internazionali Bnl d’Italia, che
quest’anno contano su ben 25 appuntamenti, si stanno già avvicinando a quota 4.000 iscritti. Un numero
enorme, che fa ancora più impressione se si pensa che nel 2015 il totale già altissimo - aveva toccato le 6.000
unità. Ora non siamo che all’inizio, e
siamo già ai due terzi del totale. In
effetti è cresciuto il numero dei tornei, così come le categorie (oltre a
singolare maschile e femminile, anche i doppi), e sono cresciuti anche
l’interesse e l’attesa. Oltre ai numeri però è già il campo a parlare, con
altri verdetti emessi e parecchi pass
per i campi del Foro Italico consegnati. Da Nord a Sud. Di seguito i resoconti delle tappe di Terni, in Umbria,
e di Ortisei, in Alto Adige.
Le premiazioni alle pre-qualificazioni degli Internazionali Bnl d’Italia giocate a Terni
Grymalska e Travaglia,
da Terni a Roma
Si è chiusa con la vittoria dei due favoriti della vigilia la seconda edizione
delle Pre-Qualificazioni giocate a Terni. Stefano Travaglia nel tabellone maschile e Anastasia Grymalska in quello
femminile si sono aggiudicati il pass
per il Foro Italico oltre al ricco assegno
per il vincitore. Un torneo di livello
elevatissimo con 303 iscritti (227 uomini e 76 donne) di cui 143 di Seconda
Categoria e tanto spettacolo sui campi
dei 10 circoli della provincia ternana
(più Todi e Spoleto). Le fasi finali si
sono svolte al Circolo Lavoratori Terni. In campo femminile, per il titolo,
si sono sfidate le prime due teste di
serie del tabellone. Vale a dire Anastasia Grymalska e Claudia Giovine.
Quest’ultima, brindisina e cugina di
Flavia Pennetta, si è aggiudicata il primo set ma poi la torinese nata a Kiev si
è portata a casa secondo, terzo set, vittoria e primo premio di 2.800 euro (alla finalista 1.680, alle semifinaliste Di
Sarra e Torelli ne vanno 800, alle perdenti ai quarti Bullani, Balducci, Floris e Meccico 480 euro). Tra i maschi
invece sfida decisiva tra due giocatori
che si conoscono molto bene, perché
compagni d’allenamento a Foligno.
Stefano Travaglia, testa di serie numero 1, posizione nel ranking Atp 196,
già con esperienza al Foro Italico, e il
nemmeno diciottenne Riccardo Balzerani. Proprio Travaglia si è portato a
casa 3.500 euro e biglietto per Roma,
così come Balzerani che ha guadagnato 2.100 euro (ai semifinalisti Spinnato
e Di Nicola 1.000, ai perdenti ai quarti
Rizzuti, Della Tommasina, Portaluri e
De Lucia 600). “Fin dall’inizio è stata
una partita moto tesa - ha detto Travaglia -. Nel primo set Riccardo ha sfruttato tutte le palle che poteva sfruttare
poi, fortunatamente, ho avuto la meglio. Sono soddisfatto perché il livello
è stato decisamente alto”.
Grande soddisfazione per il presidente del Circolo Lavoratori Terni Giovanni Scordo: “L’impegno e gli sforzi organizzativi sono stati ripagati a pieno.
Non possiamo non ringraziare la Federazione per la fiducia che ha riposto
nel nostro Circolo, che il prossimo anno compirà ottant’anni, e speriamo di
poter festeggiare continuando a puntare su eventi d’alto livello”.
Da Ortisei parte
la rincorsa di Prader
Patrick Prader ha dovuto fermarsi sei
mesi per un infortunio al gomito. Ora
il 29enne di Barbiano è tornato. Domenica ha vinto nella Tennishalle Runggaditsch di Ortisei gli Open Bnl 2016,
assicurandosi con questo successo un
posto nelle pre-qualificazioni a inizio maggio per gli Internazionali Bnl
d´Italia a Roma. Nel tabellone femminile si è imposta invece la 19enne Deborah Chiesa di Torbole.
In totale erano 140 gli iscritti al torneo
gardenese, tra questi quasi 50 di Seconda Categoria. Prader a Ortisei era il
numero 1 del seeding e non ha deluso
le aspettative. Dopo aver eliminato nei
quarti di finale Matteo Siccardi, ha superato in semifinale Francesco Salviato in tre set. In finale Prader ha trovato
il sorprendente Tommaso Gabrielli. Il
22enne di Bassano (Vicenza) nei quarti
aveva eliminato contro pronostico il
numero 2 del tabellone, Giacomo Oradini. Prader in finale è subito partito
forte, aggiudicandosi la prima frazione per 6-4. Poi però Gabrielli è entrato meglio nel match, non ha più commesso errori, vincendo il secondo set
per 6-3. Nel terzo, decisivo set grande
allungo di Prader, che scappa sul 4-1
e poi chiude per 6-2. L’altoatesino rimane cosi, anche nel terzo confronto
diretto, imbattuto contro Gabrielli ed
intasca 3.500 euro di montepremi.
“Dopo questa lunga pausa per infortunio - ha detto Prader -, non ho pensato di poter rientrare subito con una
vittoria. Ma sono andato meglio del
previsto. Già l’anno scorso ho fatto le
pre-qualificazioni al Foro Italico, una
bella soddisfazione che ripeto molto
volentieri”. Nella gara femminile invece la beniamina locale Verena Hofer è
volata in semifinale, battendo Francesca Sella con il risultato di 6-4 6-2. Qui
però la sua corsa si è fermata contro
l´esperta italo-svizzera Lisa Sabino,
n.442 del mondo. In finale quest’ultima si è dovuta arrendere all´ottima
trentina Deborah Chiesa, che si allena
a Rovereto con Luca e Andrea Stoppini. La Chiesa si è imposta per 6-3 6-2:
Ortisei sembra essere uno dei suoi tornei favoriti (tre mesi fa ha vinto con la
croata Lekaj il doppio del torneo Itf da
10.000 dollari altoatesino). Nei tornei
di Terza e Quarta categoria i titoli sono
rimasti in Alto Adige con Thomas Berger e Teresa Schwienbacher vincitori
in “Terza” e Jacun Prugger e Martina
Charlotte Moser in “Quarta”.
Qui sopra, Deborah Chiesa; a destra, Patrick Prader. Sotto, la premiazione del torneo maschile a Ortisei
Dai tabelloni Open a quelli degli Nc,
tutti i risultati delle finali
TERNI, UMBRIA
Finale Open Maschile: Stefano Travaglia b. Riccardo Balzerani 2-6 6-1 6-3.
Finale Open Femminile: Anastasia Grymalska b. Claudia Giovine 4-6 6-4 6-3.
Finale 3° Categoria Maschile: Daniele Mancinelli b. Gabriele Pennaforti 6-3 7-5.
Finale 3° Categoria Femminile: Sara Valentini b. Maddalena Pierotti 6-4 6-3.
Finale 4° Categoria Maschile: Matteo Garzini b. Francesco Giovannelli 6-1 3-6 6-3.
Finale 4° Categoria Femminile: Ginevra Ciocchetti b. Benedetta Rosi n.d.
Finale Tabellone Nc Maschile: Antonio Alunni b. Alessandro Reali 4-6 6-1 6-0.
ORTISEI, ALTO ADIGE
Finale Open Maschile: Patrick Prader b. Tommaso Gabrielli 6-3 4-6 6-2.
Finale Open Femminile: Deborah Chiesa b. Lisa Sabino 6-3 6-2.
Finale 3° Categoria Maschile: Thomas Berger b. Filippo Orru 6-1 6-2.
Finale 3° Categoria Femminile: Teresa Schwienbacher b. Linda Bortolameolli 6-4 6-4.
Finale 4° Categoria Maschile: Jacun Prugger b. Daniel Vinatzer 6-4 6-0.
Finale 4° Categoria Femminile: Martina Charlotte Moser b. Mara Jungmann 7-6(5) 6-2.
Maria Elena Camerin:
“Roma, che emozioni”
Nel 2005 vinse un match tiratissimo in lotta sul Centrale del Foro
Italico contro l’allora Top 20 Dechy. Oggi la 34enne veneta torna
agli Internazionali dopo aver vinto la tappa di Firenze degli Open Bnl
Maria Elena Camerin qui alla prima volta
al Foro Italico, nel 2004. Tornerà ancora,
12 anni dopo, grazie alle pre-qualificazioni
DI SARA MONTANELLI - FOTO A. COSTANTINI
M
aria Elena Camerin, classe
1982 ed ex n.41 della classifica Wta, grazie alla sua vittoria
al Match Ball di Firenze, tornerà a calcare i campi del Foro Italico per
partecipare alle pre-qualificazioni degli
Internazionali Bnl d’Italia 2016. Maria
Elena ha giocato complessivamente 11
Slam nel corso della sua carriera e nel
2015 con la squadra del Tc Prato si è cucita sul petto il tricolore.
Che effetto ti fa tornare a giocare sui
campi del Foro Italico?
“È il mio torneo preferito, credo che ogni
giocatore italiano ci tenga molto a partecipare. Spero di poter giocare ancora una
volta, perché in questo periodo sto collaborando a un progetto con la Federazione, sto seguendo alcune ragazze under
18 e inoltre una settimana al mese aiuto
la Scuola Tennis di Prato. Sicuramente se
riuscirò a incastrare gli impegni, tornare
al Foro Italico sarebbe una bella esperienza, mi dà sempre grandi sensazioni”.
Com’è stato il passaggio da giocatrice a maestra di tennis?
“È stato un passaggio che ho fatto
gradualmente. In questo periodo sto
avendo la fortuna di seguire alcune
ragazzine under 18 nei tornei maggiori, quelli che ho giocato anch’io qualche anno fa. Questo mi aiuta perché
mentalmente mi sembra di essere ancora in campo a giocare. Credo che il
passaggio sia più complicato per chi
smette definitivamente di giocare per
insegnare subito in un circolo tennis.
Io ho già trovato grandi stimoli e questo lavoro mi piace molto. Le ragazzine mi cercano, mi chiedono consigli, è
stimolante tutto questo. Lo sto facendo con molta passione”.
avevo altre qualità. Tanta grinta e un
buon gioco di gambe su tutte. Io, Flavia
Pennetta e Roberta Vinci eravamo tutte più mature prima del tempo, adesso
credo che la maturità arrivi più tardi”.
Che cosa pensi sia cambiato rispetto
a quando giocavi tu?
“Secondo me le ragazze di adesso
sanno fare molte più cose rispetto a
quando giocavo io. Sono più complete
tecnicamente. Soprattutto per quanto
riguarda il mio caso, sapevo fare molte
meno cose rispetto a loro però magari
Se dovessi pensare al tuo successo
tennistico più bello quale sarebbe?
“La vittoria più bella è sicuramente quella contro Anastasija Myskina a Bali. Però vincere in Italia, a Roma, sul campo
centrale del Foro Italico contro Natalie
Dechy, che a quei tempi era tra le prime
20 del mondo”.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
“Mi piacerebbe molto creare un mio giocatore, iniziare con lui un progetto dai
14 anni, crescerlo e farlo diventare un
professionista. Questa sarebbe la cosa
che mi realizzerebbe di più. Però per
ora voglio continuare a fare esperienza, a giocare con i bambini sui campi
del minitennis e a fare lezioni private.
Voglio rendermi conto della possibilità che mi sta offrendo il tennis per poi
prendere la strada che mi piace di più”.
Lara, la nuova n.1
Al primo posto della classifica femminile c’è una new entry: si chiama
Lara Brambilla, è di Milano, ha due figli e un lavoro impegnativo. “Nel tennis
cerco il modo di superare i miei limiti”. Ecco chi è la nuova capofila
Altra novità: ecco
il nuovo circuito
“Corsi Adulti”
DI
MAX FOGAZZI - FOTO CAROLA CARERA
I
l ranking generale femminile ha
una nuova numero 1. Si chiama
Lara Brambilla, è di Milano e ha
conquistato la vetta la scorsa settimana ai danni di Elvira Di Lorenzo,
attualmente costretta a inseguire dal
secondo posto. Sono solo 114 i punti
che dividono le due, 8.120 a 8.006.
C’è invece più distacco (66 per la numero 2, 80 per la nuova capofila) se
si considera il power, cioè l’indice di
valore di un giocatore o di una giocatrice calcolato tramite un algoritmo
apposito e studiato in esclusiva dal
circuito Fit-Tpra.
Dalle risposte di Lara emerge la figura
che meglio incarna lo spirito dell’amatore e del circuito amatoriale in sé. Famiglia, lavoro, poco tempo libero, ma
tanta passione e tanta voglio di mettersi alla prova con lo sport. E con il tennis
soprattutto. Un cocktail in grado di farti diventare la nuova numero 1.
Di che cosa ti occupi nella vita?
“Lontana dalla mia passione, il tennis
ovviamente, mi occupo delle vendite
mercato estero per una importante
azienda internazionale”.
Da quanto tempo giochi a tennis?
“Devo dire che amo davvero tantissimo il tennis, come amo anche tutto lo
sport in generale. A tennis ho sempre
giocato fin da quando ero bambina.
L’ho sempre fatto da autodidatta, senza prendere lezioni e sempre e soltanto a livelli amatoriali”.
Il Circuito Fit-Tpra si arricchisce di un altro
servizio esclusivo, il circuito tornei “Corsi
adulti”. Tutti gli allievi dei Corsi adulti e coloro che prendono lezioni private organizzati
da Maestri Fit, potranno partecipare a tornei
specifici e a un ranking unico a loro dedicato.
Il Circuito “Corso Adulti” Fit-Tpra, permette anche ai praticanti meno esperti di avere
una scheda giocatore simile a quella di un Top
Player dell’Atp, aggiornata in tempo reale, di
partecipare a un ranking che si aggiorna in
tempo reale in base ai risultati e dei grafici di
rendimento. Questo tipo di tornei sarà suddiviso in due diversi livelli, quello base (limit 45)
e quello avanzato (limit 65). Ricordiamo sempre che i limiti non fanno riferimento all’età,
ma all’indice power di ogni singolo giocatore.
Questa tipologia di tornei, a discrezione degli
insegnanti organizzatori, potrà essere chiusa
e riservata ai soli allievi del circolo, oppure
aperti a più persone. Gli allievi dei “Corsi
Adulti” avranno così una classifica dedicata
che somma i punti di ogni torneo del Circuito,
filtrabile per categoria, per circolo, comune,
provincia, regione, fino ad arrivare al Ranking
nazionale degli “Allievi dei Corsi Adulti”. Sul
prossimo numero approfondiremo questa ulteriore grande novità.
Oggi quanti giorni alla settimana
giochi a tennis?
“Attualmente riesco a giocare a tennis
all’incirca due o tre ore a settimana.
Purtroppo non ho molto tempo libero
dovendo dividermi tra il lavoro e gli
impegni della famiglia. Ho due figli,
uno di 11 e uno di 7 anni, ma quando
posso mi ritaglio un po’ di tempo per
me e la mia racchetta”.
giocare. In generale però mi piacciono
molto Roger Federer e Roberta Vinci”.
Chi è il tuo idolo tennistico?
“In realtà preferisco giocare, non seguo molto il tennis in tv, semplicemente perché preferisco dedicare
tutto il poco tempo libero che ho a
disposizione per scendere in campo a
Il tuo obiettivo per il 2016?
“Il mio obiettivo è uno solo: continuare
a giocare e misurarmi con nuove sfide e
nuovi avversari. Ma non tanto per raggiungere grandi traguardi, più che altro
per continuare a superare i miei limiti”.
Quindi hai scelto il circuito Fit-Tpra
per giocare il più possibile?
“Sì, quando mi sono iscritta al circuito Tpra, nel 2012, ero alla ricerca di
persone nuove con cui giocare. E in
questi quattro anni devo dire che mi
sono davvero divertita tanto”.
Rovescio a una mano,
le 5 dritte giuste
Per avere un rovescio ‘alla Federer’ ci sono parametri tecnici e biomeccanici
fondamentali da rispettare. Vediamo quali sono e quanto contano...
delle articolazioni sono maggiori rispetto a quelli presenti nel rovescio a
due mani, che al contrario è un’abilità
contraddistinta dall’impiego di una catena cinetica chiusa. Inoltre, essendo il
rovescio a una mano caratterizzato da
un movimento di preparazione molto
ampio, volto ad aumentare la distanza tra racchetta e punto di impatto, i
tempi di applicazione della forza sono
maggiori rispetto a quelli relativi al rovescio bimane (270 millisecondi contro
240 millisecondi). Tali considerazioni
sono pertinenti nella misura in cui la
meccanica esecutiva del rovescio a una
mano rispetti alcuni parametri tecnico/
biomeccanici.
1
La torsione del tronco
DI GENNARO VOLTURO
I.S.F. ROBERTO LOMBARDI
FOTO GETTY IMAGES
A
ttualmente soltanto quattro
dei primi venti tennisti della
classifica Atp eseguono il rovescio a una mano. Sono Federer (nella foto), Wawrinka, Gasquet e
Thiem. Per quanto concerne il circuito
Wta, tra le prime venti giocatrici, Carla
Suarez Navarro e Roberta Vinci sono le
uniche interpreti di tale abilità tecnica.
Nonostante i dati presi in considerazione indichino una netta prevalenza nel
tennis moderno del rovescio bimane,
è importante ricordare come i tennisti
che eseguono il rovescio a una mano
producano maggiore velocità della
racchetta al momento dell’impatto rispetto ai giocatori bimani. Essendo il
rovescio a una mano un’abilità contraddistinta dall’impiego di una catena cinetica aperta, i gradi di libertà di
movimento dei segmenti corporei e
Una buona torsione del tronco è il
primo aspetto tecnico significativo su
cui focalizzare l’attenzione. Si ricordi
che nel rovescio a una mano moderno,
le spalle ruotano di circa 120° rispetto
alla posizione di partenza e tale azione
è enfatizzata dall’impiego di una stance (posizione dei piedi) chiusa.
2
L’arretramento
dell’attrezzo
L’arretramento dell’attrezzo è vincolato alla torsione del tronco. Grazie alla
torsione delle spalle e delle anche e
all’azione dell’arto non dominante, è
possibile ruotare la racchetta dai 240°
ai 270° durante la fase di preparazione (ovviamente tali misurazioni sono
puramente indicative in quanto devono necessariamente essere correlate
alla situazione tattica). In tal modo il
tennista può determinare una distanza dell’attrezzo dal punto di impatto
che gli consenta di aumentare i tempi
di applicazione della forza creando i
presupposti per produrre la massima
accelerazione dell’attrezzo. E’ molto
importante che al termine della preparazione il gomito sia flesso, affinché il
tennista possa sfruttare tale articola-
zione come componente di spinta attraverso un movimento di estensione.
3
L’azione dell’arto
dominante
4
Azione dell’arto
non dominante
Braccio, avambraccio e mano intervengono in sequenza, durante la fase di
accelerazione, attraverso le seguenti
componenti di spinta: estensione orizzontale e abduzione (allontanamento
dal tronco) del braccio, estensione del
gomito e flessione della mano. È fondamentale che la palla sia colpita con una
buona distanza laterale per sfruttare
al meglio la lunghezza della leva ed è
altrettanto rilevante che l’estensione
del gomito si completi una frazione di
secondo prima dell’impatto in modo
da poter far intervenire la mano come
ulteriore componente di accelerazione.
L’arto non dominante in primo luogo
favorisce il cambio di impugnatura e
l’arretramento della racchetta. Nella
prima fase del movimento di accelerazione, cioè al termine della caduta verticale dell’attrezzo, è molto importante che la mano sinistra (ci riferiamo a
un giocatore destrimane) sia rilasciata
dal cuore della racchetta per disporsi
lungo il fianco posteriore. In tal modo
l’arto non dominante può svolgere una
funzione di equilibrio minimizzando la
torsione del tronco durante la fase di
accelerazione.
5
Il passo di recupero
Eseguendo l’abilità tecnica in posizione chiusa (la cosiddetta semi-closed
stance), dopo aver eseguito il colpo si
corre il rischio di essere fuori posizione.
Pertanto è molto importante che dopo
aver completato il finale di movimento,
si effettui un passo laterale di recupero con il piede posteriore (il cosiddetto
recovery step) per proseguire in forma
dinamica e senza fasi di interruzione.
19
La Pure Aero per tutti
Nella nuova gamma nera e giallo fluo di Babolat c’è anche la Team, a
metà tra le agonistiche più toste e le ultraleggere. Ben bilanciata, ideale
per colpire da fondo, magari accentuando il top spin. Costa 219,95 euro
DI
MAURO SIMONCINI
C’
era come prevedibile
molta attesa per il nuovo
attrezzo di Rafa Nadal e
molti altri giocatori del
circuito Atp. La nuova versione della
Pure Aero - oltre che molto fashion
nel suo look nero e giallo fluo - ha
confermato tutti i pregi delle precedenti edizioni, esaltando ancora di
più la resa degli spin.
E come già successo anche in passato, proprio il modello di riferimento
da 300 grammi di peso è accompagnato da una variante Tour più pesante (315) e una Team più leggera
(285 grammi il telaio nudo).
La versione Team è la conferma della direzione, chiara e definita, che le
aziende stanno imboccando ormai
da qualche stagione: proposta di
attrezzi agonistici leggeri per la bilancia ma comunque incisivi; maneggevoli e comodi ma non per questo
“teneri”. Il peso è lo stesso di alcune
racchette amatoriali ma altre specifiche (il piatto da 100” per esempio)
rendono più “cattivo” il telaio. Su tutte il bilanciamento abbastanza contenuto al cuore rende equilibrata la
Pure Aero Team, concedendo spinta,
ma anche tanto controllo.
La gamma Pure Aero è dotata della
tecnologia AeroModular che migliora
la velocità di movimento della testa
della racchetta (con una minor resistenza all’aria). In più, per favorire
il movimento delle corde e dunque
rendere ancor più efficaci gli spin, c’è
anche la nuova tecnologia FSI Spin.
Lo sweetspot (area utile d’impatto) ridisegnato, i passacorde a ore 6 e 12,
allungati per lasciare le corde verticali centrali libere, e uno schema corde
aperto (maglie larghe). Manovrabilità
da un lato e rotazioni dall’altro.
In campo
La primissima sensazione è abba-
IL LAB
Lunghezza: 68,6 cm
Peso: 302 g
Ovale: 100 pollici quadrati
Profilo: 22-24 mm
Bilanciamento: 33 cm
Rigidità: 68
Inerzia: 308
Potenza: 53 su 100
Controllo: 48/100
Maneggevolezza: 81/100
(corde Babolat Spiraltek calibro 1,30)
stanza nitida: se non si conoscesse la
scheda di laboratorio e soprattutto il
peso della racchetta, sembrerebbe di
aver in mano una moderna agonistica 300x100. È così in effetti, perché
quei 15 grammi in meno aggiungono
molto in termini di comodità e maneggevolezza all’attrezzo senza far
perdere peso specifico. I primi colpi
da fondo campo sono lì a confermare
queste sensazioni di gioco: le giocate coperte in top spin riescono facilmente anche ai meno esperti; controllo e profondità restano costanti.
Anche giocando piatto ci si appoggia bene (anche in termini di
comfort) sul colpo dell’avversario;
lo sweetspot è davvero molto ampio
e aiuta anche in circostanze di difesa e difficoltà o in esecuzioni non
proprio corrette. Il meglio lo si ottiene comunque con preparazioni ampie, anche “sbracciando” per cercare
di far girare al massimo la pallina:
si ottengono spin cattivi e traiettorie davvero ostiche da ribattere. Per
certi versi è sorprendente la resa
della Pure Aero Team nei pressi della rete: il bilanciamento non eccessivamente spostato in avanti la rende
comoda anche per le giocate di volo
che risultano facili ma pure aggressive. Bene anche il servizio con nota
di merito supplementare per le variazioni tagliate (il kick meglio ancora dello slice). Una racchetta perfetta, definitiva, per donne agoniste o
di passaggio per ragazzi in crescita,
che una volta sviluppati fisicamente
potranno tentare con le più pesanti
Pure Aero e Pure Aero Tour. Alle quali la Team non ha davvero nulla da
“invidiare”, anzi.
PAGELLONE
80/100
Estetica: 8
A fondocampo: 8
Rete: 8
Servizio: 8
Top: 8
Back: 8
Potenza: 8
Controllo: 8
Maneggevolezza: 8
Comfort: 8
Le concorrenti
Come detto nel test della Babolat Pure Aero Team, è ormai consolidato l’alleggerimento di qualche grammo di peso dei modelli più agonistici. Qualche variante nelle
caratteristiche che renda poco più accessibili le racchette e il gioco è fatto. Per Wilson per esempio c’è il sistema Spin che ha coinvolto sia la famiglia Blade (Blade 98s
pesa 10 grammi in meno e ha il pattern ribaltato 18x16) sia Pro Staff (la 97LS pesa
290 grammi e ha il medesimo schema corde) come pure Burn. Per gli austriaci di
Head la S aggiunta a Prestige, Speed o Radical significa almeno 15 grammi in meno
di peso. Prestige S pesa 305 grammi mentre Radical S ne pesa 260.
Cambio palle, occhio
a non sbagliare
Molti tornei amatoriali e federali non li prevedono, ma più sale il livello
e più diventano frequenti. Questo ha un’incidenza importante su chi
deve andare alla battuta. Soprattutto in caso di errore di turno di servizio
La situazione
Ernesto sta giocando una partita di
singolare contro Davide. Il torneo fissa
un cambio palle all’inizio del terzo set.
Davide ha vinto il primo set.
Che cosa succede?
Durante il secondo set, sul punteggio
di 1-1, per errore va a servire Ernesto
invece di Davide. Nessuno se ne accorge e si va sul punteggio di 2-1 per
Ernesto.
Come ci si comporta?
Avendo completato un gioco, a questo
punto l’ordine dei servitori resta così
alterato fino al termine del parziale. Ed
Ernesto vince il secondo set, così si va
al terzo: che cosa succederà a questo
punto?
I diversi cambi palle
In molti tornei amatoriali o anche federali, non é previsto che ci sia il cambio palle all’interno della singola partita, di conseguenza molti di voi non
si sono mai posti il problema dei casi
di errori con i cambi palle. Più però il
livello dei tornei sale, e più è facile trovare nel regolamento che le palle possano essere cambiate o a intervalli regolari (cambio palle 7/9, come a livello
Atp, 9/11 come a livello challenger, o
11/13 come a livello Futures). Ma ci
sono anche situazioni in cui le palle
possono essere cambiate all’inizio del
terzo set (come nelle qualificazioni Itf
o nei tornei giovanili).
E se c’è un errore?
Qualora venissero commessi degli
errori in occasione dei cambi palle,
la regola generale è che va tutelato e
mantenuto il diritto del giocatore che
doveva servire con palle nuove. Di
conseguenza se si cambiano in anticipo di un gioco (quindi consentendo
all’avversario di battere con palle nuove), esse dovranno essere cambiate
nuovamente alla fine di quel gioco onde consentire al giocatore che ne aveva originariamente diritto, di servire
con palle nuove.
Come si procede?
Nel nostro caso, quindi, molti di voi
risponderebbero che le palle si cambiano all’inizio del secondo gioco del
terzo set, dato che durante il secondo
set l’ordine dei servitori è stato alterato... E invece no! Il cambio palle verrà comunque effettuato all’inizio del
terzo set: questo perché mentre nel
caso degli intervalli 7/9, 9/11, 11/13
chi andrà a servire con palle nuove è
già definito sin dall’inizio della partita,
nel caso del terzo set non sapremo, se
non in quel momento, chi potrà servire con palle nuove.
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