16 marzo 2016
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16 marzo 2016
Test racchette: la Pure Aero per tutti Provata la Babolat di Rafa Nadal nella versione più maneggevole LA RIVISTA Anno XII - n.10 - 16 marzo 2016 Pag.24 Dopo Maria, Rafa: “Basta con le insinuazioni” Doping: la Sharapova si difende e Nadal querela un ministro francese che lo accusa Pag.4 e 10 IBI 16: Frecce scontate e navette gratis Iniziativa straordinaria per chi ha un biglietto per il Foro Italico Il ritorno di Del Potro in tempo per la Davis? Il polso sinistro è guarito: il gigante di Tandil farà di nuovo paura? Pag.3 Pre-qualificazioni IBI 16 i primi vincitori Pag.6 Una grande partita di vita (o di morte) Da Firenze, Ortisei e Terni ecco chi l’ha spuntata tra migliaia di iscritti Tra il barone Von Cramm e Don Budge una sfida di Davis epocale Pag.18 Pag.14 Rovescio a una mano, le 5 mosse giuste Dalla torsione del tronco al passo di recupero, tecnica e biomeccanica Pag.22 GLI ALTRI CONTENUTI Buone notizie Pag.3 - Batch Point: la ferocia dei mediocri Pag.5 - Focus: Thiago Monteiro sotto il segno di Guga Pag.12 - I numeri della settimana Pag.16 Tennis in tv Pag.17 - Pre-quali IBI 16 - Protagonisti: Maria Elena Camerin Pag.20 - Circuito Fit-Tpra: Lara, la nuova n.1 Pag.21 - La regola del gioco: cambi palle, occhio a non sbagliare Pag.26 prima pagina Buone notizie di Enzo Anderloni L e buone notizie esistono. Come esistono immagini che trasmettono emozioni positive. È sempre più difficile trovarle sui giornali, nei notiziari, in rete. Perché da che mondo è mondo (del giornalismo) sembra che non facciano notizia, che siano per forza meno interessanti dei disastri, dei crimini, dello spettacolo desolante delle bassezze umane. Chissà perché però continuiamo a credere che un minimo di equilibrio non guasterebbe. E continuiamo anche a essere convinti che la positività, la bellezza finiscano per generare un circolo virtuoso, necessario contraltare a quello vizioso. E allora ecco una gran bella notizia. È ufficiale: tutti i possessori di un biglietto per gli Internazionali BNL d’Italia 2016, per gli amici dei social #ibi16, godranno dello sconto del 30% sul biglietto del Frecciarossa (o Frecciargento o Frecciabianca) che li porterà a Roma e li riaccompagnerà a casa. Ma non solo: arrivati alla stazione troveranno una navetta che li porterà gratuitamente al Foro Italico. Non è uno scherzo: è tutto vero. No, perché a un simile annuncio, vista la situazione dei mezzi pubblici della Capitale e il cronico disinteresse dell’Amministrazione Comunale al supporto logistico degli spettatori del DIRETTORE Angelo Binaghi COMITATO DI DIREZIONE Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina DIRETTORE RESPONSABILE Enzo Anderloni tennis (quasi 200mila in 7 giorni), si rischia una risata istintiva e collettiva come quella della stampa estera all’annuncio del Governo che quest’anno sarà completata l’autostrada SalernoReggio Calabria. I dettagli dell’accordo Fit-Trenitalia si trovano su tutti i nostri siti da federtennis.it a internazionalibnlditalia.com: le modalità d’accesso sono chiare, semplicissime. E l’operazione si combina con quella che prevede addirittura alcune Frecce totalmente gratuite per chi acquisterà i pacchetti biglietto+soggiorno, che permettono - con soluzioni per tutte le tasche - di andare a Roma a godersi uno dei tornei più belli del mondo. COORDINAMENTO REDAZIONALE Angelo Mancuso SUPER TENNIS TEAM Antonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica) FOTO Getty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli HANNO COLLABORATO Giovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio A CURA DI Sportcast srl Via Cesena, 58 - 00182 Roma [email protected] 3 3 E a proposito di bellezza, dovendo pensare a una delle motivazioni più forti per andare al Foro Italico dal 2 al 15 di maggio, emergono forti le immagini del tennis di Roberta Vinci, che incanta anche da Indian Wells. Che classe, che tocco, che ricami e che efficacia. Scusate l’esagerazione, ma in campo femminile è lei che meglio di ogni altro interpreta la parte di Roger. Tennis bello e sorridente il suo, dove lo sforzo c’è ma non si vede. Tennis che non vediamo l’ora di godere in tutto il suo splendore agli IBI16. Non a caso, anche da fermo (in senso agonistico) uno come Federer muove il gioco e lo fa con un sorriso. Roger è uno cui piace scherzare e il suo ultimo divertimento è comunicare con gli emoji, con le faccine e gli altri simboli che ci stiamo quasi tutti abituando a usare nei nostri messaggini su whatsapp e simili. Alcuni suoi tweet sembrano quasi dei rebus per chi ha una certa età, mentre i giovanissimi ci si trovano come davanti ai cartoni animati. L’ultima è che Federer si è fatto fare anche la maglietta con la sua faccina che sorride. E sulle prossime ci sarà tutta la sua famiglia: Mirka, le gemelle Charlene e Myla, i gemellini Lenny e Leo. Sorridere, rimanere un po’ bambini e andare alla ricerca del bello. Certo non risolve tutti i problemi. Però aiuta. E questa è una (buona) notizia certa. REALIZZAZIONE E IMPAGINAZIONE GAME Comunicazione & Media S.r.l. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. REDAZIONE E SEGRETERIA Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G 00135 Roma Info: [email protected] Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 dell’ 8 gennaio 2004 La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www. federtennis.it e www.supertennis.tv e spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected] Nadal col bastone, Djokovic con la carota La questione Sharapova ha provocato reazioni anche “al maschile”. Rafa è stata il più duro, ma poi si è dovuto difendere (annunciando querele). Djokovic ci è andato più cauto, Federer ne è rimasto fuori l’unico che si è potuto permettere un sussiegoso silenzio è stato naturalmente Roger Federer. Il quale, in tempi non sospetti, ha dichiarato a più riprese che nel tennis i controlli sono “pochi” e mal effettuati e che contro l’uso di sostanze dopanti gli organismi di controllo dovrebbero essere severissimi. Però ecco la coincidenza: negli ultimi giorni ha intensificato la pubblicazione sui social di immagini che lo ritraggono in una forma strepitosa, intento a lavorare e sudare per ritrovare la condizione dopo l’interventi chirurgico al ginocchio. Come a dire: guardate gente come si è sportivi veri, altro che il Meldonium. Difficile sottrarsi alla sensazione, nel calcolato e organizzatissimo mondo di Roger, che tale scelta non sia un caso. Le parole di Nadal: “Voglio credere che non volesse farlo. Però è stata negligente e deve pagare per questo. Gli errori capitano, ma deve essere punita” DI PIERO VALESIO - FOTO GETTY IMAGES A vete presente la teoria del caos? La buonanima di Michael Chrichton ci basò la saga di Jurassic Park che si protrae fino ai giorni nostri. Tale teoria sostiene che se una farfalla sbatte le ali a Tokyo attraverso flussi imperscrutabili le conseguenze di quel gesto si allungano nel tempo e nello spazio fino a scatenare un temporale su Roma. Se poi la farfalla ha le fattezze e la leggiadria di Maria Sharapova allora il conseguente temporale è destinato a diventare un tifone. Il silenzio di Federer Maria ha sbattuto le ali ammettendo l’uso del Meldonium (farmaco il cui nome sembra una via di mezzo fra Le parole di Djokovic: “Maria è un’amica ed è stata molto coraggiosa nell’assumersi le sue responsabilità. Ma il giocatore che sbaglia deve accettare le conseguenze” il vibranium di cui era fatto lo scudo di Capitan America e la kriptonite di Superman) e l’onda lunga delle sue parole è arrivata, ovviamente, anche nel tennis maschile. Portando i protagonisti del circus a dover fare i conti non solo con la russa ma pure con se stessi. Diciamolo: se la stessa comunicazione pubblica l’avesse effettuata una collega della Sharapova di minor appeal mediatico in pochi, forse nessuno, si sarebbe preso la briga, anche sotto sollecitazione, di esprimere un parere. Nei confronti della Sharapova non si può fare perché lei rappresenta un simbolo che non si può evitare, a meno di apparire pavidi. E i tennisti-maschi-alfa tutto vogliono meno che trasmettere la sensazione di avere paura. Tra i big Djokovic usa poco bastone e tanta carota Djokovic ha atteso qualche giorno poi ha scelto una via di antico sapore democristiano per commentare la vicenda. Diciamo un 70 per cento di carota e un 30 per cento (anche meno) di bastone. “Maria è un’amica e penso sia stata molto coraggiosa nell’assumersi le sue responsabilità. Del resto lei è stata sempre molto padrona di se stessa”, la carota. “Il giocatore che ha sbagliato deve assumersi certe conseguenze, però”, il bastone, come vedete più un rametto di larice che non un tek indiano. Per un leader come Nole difficile pensare di non porsi al fianco di una che era e resta una leader mondiale, soprattutto sul piano della comunicazione. Poi c’è chi come Nadal ha pagato il prezzo mediatico, se vogliamo, più strano di questa circostanza: e forse anche il più paradigmatico di come funzionano le cose nell’ambito della comunicazione planetaria. Intanto Fabbiano scalpita: vince in Cina e ora è 107 Atp Si è parlato molto di lui in questa prima fetta di 2016. Merito dei risultati, convincenti e continui. È il pugliese Thomas Fabbiano, uno che da junior aveva fatto vedere grandi cose e che ora - a 26 anni - sta puntando in alto. Lo ha fatto con le prime vittorie Atp, arrivate fin dalle prime esperienze nei tabelloni principali del circuito maggiore, ma anche con la continuità dimostrata nei challenger. Il ragazzo di Grottaglie ha vinto domenica scorsa il torneo da 50 mila dollari di montepremi di Zhuhai, dove non ha dovuto far fuori alcun Top 100, ma in compenso si è sbarazzato dell’indiano Bhambri, n.111, in semifinale. E poi ha vinto in rimonta l’atto decisivo, giocato contro il padrone di casa Ze Zhang (5-7 6-1 6-3). Così Thomas, 172 cm di altezza per due spalle larghe così, punta forte ai primi 100 del ranking. Quando le classifiche saranno aggiornate ufficialmente, dopo Indian Wells, l’atleta di coach Fabio Gorietti (si allenano a Foligno) dovrebbe essere a una manciata di posizioni dal traguardo, cioè al n.107. Candidandosi prepotentemente, fra l’altro, a diventare il quinto uomo di Davis. (g.r.) Nadal durissimo, fa il Savonarola Rafa è intervenuto a gamba tesissima sulla russa. Nessuno più di lui le ha negato il beneficio del dubbio e fors’anche la possibilità di una redenzione. “Voglio credere che non volesse farlo. Però è stata negligente e deve pagare per questo. Gli errori capitano, deve essere punita”. Anche in questo caso difficile sottrarsi alla sensazione che essendo Rafa colui che più di ogni altro è quotidianamente accompagnato da voci (mai dimostrate peraltro) di doping e di uno o più ‘silent ban’ - gli stop silenti - che gli sarebbero stati concessi in passato per evitargli squalifiche, egli medesimo abbia inteso, novello Savonarola, scagliarsi contro la reproba anche per rivolgere verso se stesso una luce purificatrice. È come se avesse detto: visto che sono altri(e) coloro che vanno tenuti d’occhio? E voi che per anni avere rotto le scatole a me. Il caso Bachelot Il malcapitato Rafa è però incorso nelle ire della ministra francese Bachelot che facendo seguito alle sparate sulla pentola di pozione magica emesse da Noah qualche tempo addietro ha tacciato lo spagnolo di essersi infortunato nel 2011 a causa di pratiche illecite. Parole che hanno costretto il povero Rafa a doversi reimmergere nel suo mondo (altro che nelle pentola magica) e a querelare la ministra, peraltro attaccata durissimamente pure da molti giocatori francesi come Gasquet e Mahut. Cosa impariamo da questo bailamme? Che Maria forse sarà squalificata ma il sorriso che ha palesato facendosi fotografare in spiaggia poche ore dopo “la” comunicazione ha ben ragione di esistere: il suo futuro come tennista è incerto. Il suo futuro come icona globale è ancora più consolidato di prima. Alè. Federer, impegnato nella riabilitazione, è stato l’unico big a non esporsi sul caso Sharapova. Ma in passato ha preso posizione sulla lotta al doping, definendola troppo blanda Batch - Point La ferocia dei mediocri Qualche mattina fa, nello stesso giorno in cui gli altri quotidiani dedicavano l’apertura ai morti negli attentati terroristici del giorno prima ad Ankara e in Costa d’Avorio o all’affermazione nelle elezioni amministrative tedesche del neonato partito anti-immigrazione, il quotidiano “Libero” sparava in prima pagina l’orrenda notizia dei “buchi milionari della tv del tennis”. Adesso - a parte il fatto che il titolo non rispecchiava quanto c’era scritto nel pezzo, a parte il fatto che il bilancio di “SuperTennis” è attivo così come è attivo quello della FIT, a parte il fatto che se anche la notizia fosse stata vera i soldi della FIT sono privati e uno coi soldi propri ci può fare quello che gli pare, e a parte persino il fatto che i presunti “buchi” di SuperTennis sarebbero comunque una bazzecola se paragonati a quelli accumulati anno dopo anno da “Libero” - adesso, dicevo, non è che varrebbe proprio la pena perdere tempo dietro a una cavolata del genere, a una penosa rimasticatura di polemiche che erano infondate già 6-7 anni fa, quando le tirarono fuori i soliti sfigati, e figuriamoci oggi che SuperTennis è il quarto canale sportivo d’Italia per audience. Senonché… senonché questo piccolo, apparentemente trascurabile episodio è con tutta evidenza l’ultimo e più rachitico frutto di un albero coltivato dai media di tutto il mondo sul fertile terreno di un’opinione pubblica sempre meno capace e desiderosa, a causa della brutalità irriflessiva del social networking, di capire e approfondire: l’albero dello scandalo a tutti i costi, meglio se legato a uno dei settori della vita pubblica in realtà più virtuosi, lo sport. Intendiamoci, non è che lo sport abbia sinora fatto moltissimo per tagliare l’erba sotto ai piedi dei sempre più numerosi “troll” che godono solo quando possono attaccarne le istituzioni, i riti e, soprattutto, i più celebri e amati dei protagonisti. Anzi, soltanto da pochi anni, con il dilagare delle accuse, l’impegno contro il doping, la corruzione e le scommesse truccate è diventato una priorità assoluta. Ciò non toglie che alla gente davvero per bene, quella che sa dare alle cose il giusto valore, tutto questo rigirare il coltello nelle piaghe di una delle cose più belle e più colme di valori etici non può non apparire, sempre più spesso, la tutt’altro che innocente testimonianza del dilagare della mediocrità umana e professionale di coloro che il mondo dovrebbero raccontarlo così com’è veramente. BATCH Delpo sta tornando, in tempo per la Davis? Juan Martin Del Potro sta risolvendo i problemi al polso sinistro. È sceso in campo a Indian Wells e potrebbe essere l’uomo in più dell’Argentina che affronteremo a luglio nei quarti del World Group DI RICCARDO BISTI - FOTO GETTY IMAGES M Juan Martin Del Potro, 27 anni, oggi è n.420 del ranking Atp, dopo aver giocato 3 tornei nell’ultimo anno e mezzo. Nel 2009 vinse gli Us Open e nel 2010 fu n.4 al mondo arco Chiudinelli ci ha messo paura per 4 ore e 43 minuti. Giocando una delle sue migliori partite, è arrivato a tanto così dal battere Paolo Lorenzi in Coppa Davis. La gente di Pesaro, così come gli spettatori in Tv, avrà notato i suoi piedi “a papera”. Ricordano un po’ quelli dei protagonisti di Piernas Locas Crane, un cartone animato del 1978 che ha avuto grande successo soprattutto in Argentina. L’Argentina di Juan Martin Del Potro, nostra avversaria in Coppa Davis. Pure lui ha i piedi a papera, proprio come le due simpatiche gru gialle che cercano di catturare una libellula e non ci riescono mai. Ce l’ha sempre avuta, Palito, quell’andatura lì. Un po’ dinoccolata, apparentemente pigra. Ma sul campo da tennis è stato l’unico a contrastare la supremazia dei Fab Four quando l’oligarchia non accettava intrusi. Il trionfo allo Us Open 2009 resta un’impresa indimenticabile, una delle più grandi nella storia dello sport argentino. Se l’operazione al polso destro nel 2010 aveva avuto un decorso normale (otto mesi di stop), la tendinite al polso sinistro è diventata prima un dramma, poi un incubo. Ci sono volute tre operazioni per rimetterlo in sesto, ma gli esiti sono tutti da vedere. Del Potro è tornato a Delray Beach e ha colto una buona semifinale: gioca piuttosto bene, ma sembra ancora vulnerabile dalla parte del rovescio. I tre sogni di Delpo Del Potro e la squadra di Davis: rapporto burrascoso, dai litigi con Nalbandian alle riconciliazioni. Tornerà in squadra per la sfida con l’Italia del 13-15 luglio? Dobbiamo capire se è solo paura, oppure se il problema è strutturale. Delpo è sceso in campo, grazie a una wild card, al Master 1000 di Indian Wells per raccogliere altre indicazioni. Tutti sanno che Italia-Argentina sarà condi- zionata dalla presenza del gigante di Tandil, l’uomo che ha battuto Roger Federer per due volte di fila a Basilea, laddove lo svizzero è ancora più imprendibile. L’uomo che da ragazzino, mentre Wilson spediva in Argentina un tecnico pur di non perderlo come testimonial (non si trovava col bilanciamento della sua racchetta di allora), diceva di avere tre sogni. Vincere lo Us Open, diventare numero 1 Atp e sollevare al cielo la Coppa Davis. Il primo l’ha realizzato, il secondo gli è stato portato via dagli infortuni... il terzo merita più di un approfondimento. Un po’ di storia che ci aiuti a capire se JMDP avrà voglia di venire in Italia (15-17 luglio). Del Potro ha giocato due finali, ma ha avuto problemi sia con alcuni capitani che con la dirigenza dell’Asociacion Argentina de Tenis. Una federazione senza troppe risorse, il cui fatturato dipende molto dalla Coppa Davis. Non solo amore Del Potro è partito fortissimo. Nel 2008 (capitano Alberto Mancini) contribuì al piazzamento in finale, poi a Mar del Plata, contro gli spagnoli, successe di tutto. L’ex compagno David Nalbandian lo attaccò pubblicamente per aver giocato il Masters di Shanghai nella settimana precedente, a suo dire rovinando la preparazione. In effetti, Palito perse da Feliciano Lopez e si fece male durante il match. Due giorni dopo non riuscì a scendere in campo: mentre Josè Acasuso perdeva contro Fernando Verdasco, lui e Nalbandian guardavano la partita distanziati di 13 sedie. In quello che è passato alla storia come “marplatazo”, si narra che negli spogliatoi forse qualcuno alzò le mani. Ci rimise il povero “Luli” Mancini. Il suo posto fu preso da Modesto “Tito” Vazquez, l’unico che fino a oggi ha sempre ottenuto il “sì” di Del Potro. Nel 2009 arrivarono in semifinale, Del Potro fece il massimo contro la Repubblica Ceca (batté Berdych a casa sua), ma la pochezza dei compagni fu fatale all’albiceleste. La rottura con l’albi-celeste Dopo l’infortunio del 2010, nel 2011 ritrovò la finale: grazie alle immense doti diplomatiche di Vazquez, ricucì il rapporto con Nalbandian. A Siviglia, contro il dream team spagnolo, giocò due partite quasi commoventi contro Ferrer e Nadal, ma le perse entrambe. Per lui non ci furono rimpianti, ma la AAT pensò bene di destituire Vazquez. Al suo posto Martin Jaite, già direttore del torneo di Buenos Aires ed ex numero 10 Atp. Sembrava tutto ok: Delpo vinse i due singolari contro la Croazia ma poi, durante la semifinale contro la Repubblica Ceca, si ruppe qualcosa. Vinse il primo punto contro Stepanek, poi decise di non scendere più in campo per un problema fisico. Mentre al suo posto giocava Carlos Berlocq, la gente lo accolse con i fischi. La squadra non prese posizione in sua difesa, nemmeno la federazione. E così, dopo mille tormenti interiori e malintesi con la stampa, decise di mettere da parte l’Insalatiera. Una scelta potenzialmente drammatica, giacché Del Potro è l’unico grande giocatore rimasto all’Argentina. Gli anni d’oro della “Legiòn” erano già terminati. Il tempo ha portato via i vari Coria, Gaudio, Puerta, Zabaleta, Acasuso, Calleri e infine Nalbandian. Senza di lui, l’Argentina di Jaite si è trovata a giocare uno spareggio per non retrocedere, l’unico negli ultimi quindici anni. Il disgelo di Cervone Aveva provato a ricucire il rapporto l’ex presidente AAT Arturo Grimaldi, un tipo distinto e molto british. Provò a scrivergli, a telefonargli. Ma lui, che non ha un carattere facile, non ne volle sapere. Poi le cose sono cambiate di nuovo. Grimaldi è scomparso prematuramente, ad appena 63 anni, e il suo posto è stato preso da Armando Cervone. Primo atto ufficiale: via Martin Jaite, in panchina Daniel Orsanic, ex doppista di buon livello. La AAT lo avrebbe scelto proprio per i buoni rapporti con Del Potro. Guarda caso, anche mentre lottava con il polso, è ricomparso in Coppa Davis. Lo scorso anno era in panchina a fare il tifo sia contro il Brasile che contro la Croazia. Insomma, tutto farebbe pensare a un Del Potro disponibile... qualora fosse arruolabile. Il nuovo corso “Spero di averlo, dipende da tante cose”, ha sibilato Orsanic dopo il successo in Polonia. La situazione si chiarirà nei prossimi mesi, quando gli incubi del 2015 saranno via via più sfumati. Ma adesso i ricordi sono ancora freschi, a partire dal videomessaggio pubblicato lo scorso giugno, in cui un Del Potro visibilmente emozionato comunicava che si sarebbe operato per la terza volta al polso sinistro. E smentiva le voci di un possibile ritiro o addirittura la caduta in uno stato depressivo. I fatti gli hanno dato ragione, anche se gli manca una guida tecnica stabile. La scorsa estate ha messo fine all’eterno rapporto con coach Franco Davin e il preparatore atletico Martiniano Orazi. In questi mesi ha continuato ad allenarsi qua e là: un po’ a Buenos Aires, un po’ nella natia Tandil, un po’ a Miami. A Delray Beach si è presentato con il solo Diego Rodriguez, storico fisioterapista dell’ex nemico David Nalbandian. Popolarità e soldi gli avrebbero consentito di andare a Buenos Aires, o magari trovare rifugio all’estero, invece ha scelto di restare nell’amata Tandil. Tra popolarità e famiglia È talmente popolare che è stato costretto a comprare la via che conduce alla sua abitazione, sigillandola con un bel cancello blindato. A casa c’è ancora la madre che lo chiama dicendogli che è pronta la cena, oppure l’orsetto del Boca Juniors che gli aveva regalato il nonno quando aveva 4 anni. “A casa mi sembra di tornare bambino”. Ed è lì che ricorda la sorella maggiore, scomparsa tanti anni fa in un’incidente stradale. A lei sono dedicati i baci al cielo e il segno della croce dopo ogni vittoria. Più in generale, JMDP soffre l’eccessiva popolarità e non sempre ha avuto un rapporto idilliaco con la stampa. Per risolvere il problema, ha assunto il miglior addetto stampa possibile: Jorge Viale. Chiamato da Del Potro, ha rinunciato a qualsiasi incarico. Viale ha puntato su una comunicazione incisiva sui social network (Facebook e Twitter), dove compaiono spesso foto, messaggi e anche qualche filmato. Sarà bene seguirli: da lì, probabilmente, scopriremo se ci saranno novità su un ritorno. circuito mondiale wta Maria si difende È cominciata la partita a scacchi tra Sharapova e WADA, con le prime mosse della russa. Tra accuse e giustificazioni. Anche il suo sponsor tecnico sta con lei. La prima udienza il 23 marzo? di Andrea Nizzero “S pero che mi sia concesso di giocare di nuovo. Ma in ogni caso, voglio che voi, i miei fan, sappiate la verità e abbiate i fatti”. Queste sono le parole, ricche di pathos, scelte da Maria Sharapova per chiudere il suo post su Facebook dell’11 marzo. E per giocare la mossa d’apertura, difensiva, di una nuova partita. Non di tennis ma a scacchi. Sono passati quattro giorni dalla conferenza stampa con cui ha dato al mondo una cattiva notizia: “Ho voluto farvi sapere che pochi giorni fa ho ricevuto una lettera dall’ITF che ho fallito un test antidoping.” Con queste precise parole, errore sintattico incluso (il coinvolgimento emotivo è indubbio, per quanto la scena avesse un’accurata regia), la Sharapova aveva aperto invece la storica conferenza stampa di lunedì.Come è stato fatto notare da più parti, la contrita confessione di Maria dev’essere vista non solo come un passo volontario verso la redenzione, ma anche come l’astuta prima mossa di una lunga partita a scacchi. L’ITF, la WADA e le autorità del tennis le hanno concesso di svelare al mondo la notizia della positività, con i suoi termini. Insomma, le hanno concesso di scegliere i bianchi, di dettare le mosse. E come negli scacchi, avendo il “tratto” Maria potrà sì muovere per prima ma dovrà anche stare attenta a Maria Sharapova resta in contatto con i propri fan soprattutto dai social network, da Facebook (oltre 15 milioni di like) a Instagram (quasi un milione e mezzo di follower) non scoprirsi troppo, a non portare la partita su binari imprevisti che la possano esporre a uno scacco. Meldonium: i fatti Maria si augura che i suoi tifosi sappiano la verità e possiedano i fatti. Cerchiamo allora di isolarne qualcuno, tenendo presente che non è cosa semplicissima. Sappiamo che Maria ha fatto uso di meldonium dal 2006, che l’ha utilizzato fino al gennaio 2016, e sappiamo che in un suo test antido- La circolare della Wada, datata 16 settembre 2015, in cui si avvertono gli atleti sugli imminenti cambiamenti in vista della stagione agonistica 2016 10 ping fatto agli ultimi Australian Open è stata identificata la sostanza. È meno scontato di quanto sembri: li possiamo definire fatti semplicemente perché l’ha detto lei, ed essendo una verità a lei sfavorevole la si può considerare tale (allo stesso modo, come sanno gli appassionati di legal thriller, una confessione di un crimine vale come prova in giudizio proprio perché sfavorevole alla parte che l’ha resa). Ma essendo questa una partita a scacchi, Maria ha “mosso” ovviamente anche in direzione a sé favorevole, sia vendendo la sua conferenza stampa come atto di ravvedimento volontario e assunzione di responsabilità, sia portando altre circostanze tutte da provare: “non sapevo [che il meldonium fosse diventato una sostanza proibita]”; “alcuni giorni fa, quando ho ricevuto la mail dell’ITF, non sapevo che [il mildronato] ha anche un altro nome, meldonium”; “mi era stata prescritta per diversi problemi di salute che stavo attraversando nel 2006. Mi ammalavo molto, prendevo la febbre ogni 2 mesi, risultati dell’elettrocardiogramma irregolari, oltre che segnali di Il post su Facebook: “Io non fingo di essere rotta...” “Voglio condividere alcune informazioni, discutere le ultime notizie, e farvi sapere che ci sono cose che sono state riportate erroneamente nei media, e sono determinata a reagire. […] Un’indiscrezione [del Times di Londra, ndr] ha sostenuto che io sia stata avvisata cinque volte del divieto sul medicinale che stavo prendendo. Non è vero e non è mai successo.” Maria porta anche nuovamente a giustificazione la difficoltà di tenersi aggiornata, in un sistema dove le informazioni sarebbero di difficile comprensione. Allegate al post di Maria ci sono queste due immagini, che ritraggono un vademecum che l’ITF ha consegnato ai giocatori all’inizio del 2016. La circolare della WADA, datata settembre 2015 e spedita a tutti gli atleti, riporta però sia la parola meldonium, sia la parola mildronato. Al termine del post, Maria pare togliersi un sassolino dalla scarpa, alludendo ai famigerati “silent ban”, le squalifiche insabbiate: “Sono orgogliosa di come ho giocato. Sono stata onesta e diretta. Non farò finta di essere infortunata così da poter nascondere la verità sui miei test.” La prossima puntata del caso Sharapova è prevista entro il 23 marzo a Londra, dove – secondo indiscrezioni di Sky Sports UK - si terrà la prima udienza. In quell’occasione, dice l’agguerrita Sharapova, “l’ITF riceverà i miei registri medici”. diabete, con precedenti di diabete nella mia famiglia”. 99 i fermati per il farmaco Tra i fatti che sono emersi invece dopo la sua confessione, ci sono i seguenti: il meldonium non è mai stato venduto né approvato negli Stati Uniti, il Paese dove lei ha vissuto per gli ultimi 21 anni; il motivo per cui è finito sulla lista è perché la WADA ha dimostrato che molti atleti, in particolare russi ed est europei, lo utilizzavano per migliorare le prestazioni; il numero di atleti risultati positivi dall’inizio dell’anno aumenta di giorno in giorno (99 nell’ultimo aggiornamento arrivato dalla WADA); nel comunicato WADA del 16 settembre 2015, una circolare inviata a tutti gli atleti che preavvertiva sui cambiamenti in arrivo, “meldonium” è la prima parola del terzo paragrafo, “mildronato” è la seconda; lo stesso comunicato, nella sua interezza, conta 189 parole di un inglese cristallino (se siete arrivati fino a questo punto, avete letto più di 400 parole in questo articolo). Va però anche detto che per capire quanto sia arbitrario il sistema antidoping attuale basta leggere il comunicato stampa con cui la Head, uno degli sponsor principali di Maria, la sostiene e difende: “Per quanto sia fuori dubbio che lei sia risultata positiva (…) noi mettiamo in discussione la decisione della WADA di aggiungere il meldonium alla sua lista vietata nel modo in cui l’ha aggiunto; pensiamo che l’azione corretta da parte della WADA sarebbe stata imporre una soglia di dosaggio consentita. In queste circostanze, incoraggeremmo la WADA a rilasciare studi scientifici che confermino la tesi che il meldonium debba essere una sostanza vietata”. La Head ha scelto di stare dalla parte della Sharapova. Ma di certo c’è che il confine tra ciò che è doping e ciò che non lo è, non è una certezza ma finisce quasi sempre nell’ambito delle opinioni. Come messo in luce dalla Head. Contano anche i tempi Non solo il “cosa”, ma anche il “quando” è una decisione arbitraria, non conseguente al mutato sentimento collettivo e condiviso che precede invece le nuove norme di diritto penale (quelle cui corrisponde una condanna paragonabile, con le dovute proporzioni, a quella del doping). Per capire le potenziali conseguenze paradossali del sistema attuale, basta immaginare che la lista WADA entri in vigore il 31 gennaio, invece che il 31 dicembre, e che la scorsa settimana Maria annunci effettivamente il suo ritiro, come si pensava alla vigilia. Di fronte agli stessi fatti, ma con una semplice differenza nei documenti (una data su una lista), l’otto marzo avremmo celebrato lei e la sua carriera, in una data perfetta per un’eroina donna. Eppure Sharapova avrebbe comunque utilizzato nello stesso modo, e con gli stessi stempi, la stessa sostanza considerata dopante, ottenendo gli stessi risultati sportivi. È giusto quindi, pur riconoscendo lo scivolone enorme di Maria e la necessità di una sanzione come da regolamento, giudicarla con lo stesso metro di giudizio con cui si giudicano i criminali? Al di là che si creda o meno alla sua storia, è coerente la condanna morale pesantissima che la Sharapova, come ogni atleta coinvolto in casi di doping, si trova ad affrontare? È coerente, se si pensa ai moltissimi campioni del passato che utilizzavano – senza averne cognizione e quindi senza intenzioni fraudolente - sostanze o pratiche poi giudicate dopanti? Con chi gioca Maria La partita a scacchi di Maria è appena cominciata, e quando sarà finita potremmo trarre conclusioni più accurate. Bloccando sul nascere la voglia di puntare il dito e giudicare, è però facile accorgersi come il sistema antidoping attuale non possa fornirci risposte e certezze necessarie per valutare il com- portamento di qualcuno con così tanta ferocia. Alla fine conterà anche con chi Maria ha deciso di giocare questa partita: con le autorità che devono decidere la sua condanna, o con gli appassionati che devono decidere sulla sua buona fede? Sono due scacchiere diverse, e la seconda va affrontata in modo diverso. Quando in premio c’è la fiducia, se anche solo una delle molte cose che ha affermato si dimostrasse non vera, quella mossa d’apertura potrebbe farla ritrovare sotto scacco. Noi della Head, orgogliosi con Maria Dal comunicato ufficiale di Head del 11 Marzo 2016. “Per più di dieci anni, Maria Sharapova è stata un esempio di integrità femminile ispirando milioni di fan di tutto il mondo a giocare e a seguire il tennis. L’onestà e coraggio dimostrati annunciando e riconoscendo il suo errore sono stati ammirevoli. HEAD è orgogliosa di stare vicino a Maria, ora e nel futuro e per questo motivo abbiamo intenzione di prolungare il suo contratto. Thiago Monteiro, sotto il segno di Guga Kuerten crede in lui, tanto da sostenerlo in prima persona. Il brasiliano ha già battuto gente come Almagro e Tsonga, riportando entusiasmo al tennis carioca. E nelle ultime due settimane ha guadagnato 150 posti DI ALESSANDRO NIZEGORODCEW GETTY IMAGES FOTO D al nulla, all’improvviso, Thiago Monteiro. Alzi la mano chi ad inizio 2016 avrebbe scommesso sul giovane tennista brasiliano, che nelle ultime settimane ha guadagnato 150 posizioni Atp, battuto Nicolas Almagro e Jo-Wilfred Tsonga, riportando entusiasmo nel pubblico verde-oro, alla ricerca da anni di un nuovo Guga Kuerten. Thiago Monteiro ha 21 anni, è di Fortaleza (Brasile), e oggi è n.236 Atp, suo best ranking La storia Guga e Thiago, due storie che si intrecciano, una carriera che può finalmente decollare. Monteiro nasce a Fortaleza, nord-est del Brasile, il 31 maggio 1994. Inizia a giocare all’età di 8 anni e sin da piccolo dimostra grandi qualità tecniche e caratteriali. Nel 2009 si trasferisce nell’accademia di Larri Passos, ex coach e mentore di Gustavo Kuerten. ‘Guga’ crede molto in Monteiro e inizia a curarne il rapporto con gli sponsor dandogli, sostanzialmente, la possibilità di girare per il mondo per provare a inseguire il sogno di diventare professionista. “Kuerten è stavo importantissimo per me - racconta Monteiro - perché quando sono andato via da Fortaleza ero giovanissimo e inesperto. Mi ha sempre trasmesso grande tranquillità e allo stesso tempo una enorme carica agonistica. In passato mi sono anche allenato con lui ed è stata un’emozione indescrivibile”. Durante la carriera giovanile Monteiro vince e convince, tanto è vero che a livello under 18 arriva fino al numero 2 del mondo nel gennaio 2012. Ginocchio miracolato Il salto nel mondo del professionismo non è semplice, anche a causa di due seri infortuni, il primo al gomito nel 2014, il secondo all’inizio del mese di giugno 2015: Monteiro è in campo al Challenger di Proprad-Tatry, in Slovacchia, per un match di qualificazione. Tie-break del terzo set contro Robin Stanek, match-point Monteiro. Un movimento sbagliato, una torsione innaturale del ginocchio, il brasiliano finisce a terra urlando dal dolore. La diagnosi? Rottura totale del legamento crociato anteriore. Ma i fisioterapisti e lo stesso Monteiro non sono convinti, l’articolazione sembra in discrete condizioni e il ginocchio stabile. Dopo nuovo consulto si decide di non operare e di tornare a in campo. Nel frattempo, nel 2014, Monteiro aveva cambiato vita e accademia, trasferendosi a Rio da Janeiro al Tennis Route Team, dove si allena con Thomaz Bellucci sotto la supervisione dei coach Duda Matos e João Swetsch. Exploit e futuro Thiago Monteiro ha iniziato il 2016 intorno al n.400 del ranking, ma in poche settimane il mancino di Fortaleza si è portato al 236 grazie al 2° turno raggiungo all’Atp 500 di Rio de Janeiro e ai quarti di finale a San Paolo. E pensare che il match disputato a Rio è stato il primo incontro Atp della vita per Monteiro, che si è trovato di fronte il n.9 del mondo Jo-Wilfred Tsonga. A suon di vincenti di diritto il brasiliano ha finito per imporsi 6-3 3-6 6-4, portando a casa la sua prima vittoria nel circuito maggiore, per di più contro un Top 10. Era dal 2012 che un tennista brasiliano non superava un Top Player (Bellucci su Tipsarevic), all’epoca n.9, a Gstaad. “Sono un po’ emozionato - ha raccontato Monteiro ai giornalisti dopo la vittoria sul francese - perché questa è la prima conferenza stampa della mia vita...”. La settimana successiva, a San Paolo, Monteiro si è tolto il lusso di battere anche un terraiolo doc come Nicolas Almagro e ha pure conquistato una semifinale challenger a Santiago. La carriera del ragazzo di Fortaleza, 22 anni da compiere a maggio, sembra essere decollata. “Sapevo che sarei arrivato a questo livello - ha chiosato - perché il lavoro svolto negli anni è sempre stato di qualità. E finalmente inizia a pagare”. I GIOCATORI PROFESSIONISTI DEL TEAM BABOLAT POSSONO GIOCARE CON UN MODELLO PERSONALIZZATO O DIVERSO DA QUELLO PRESENTATO. * SALVO IN GIAPPONE. ) Rafa Nadal (SPAAY PL ro Ae re Pu lat Racchetta Babo Corde RPM Blast A) (SPA) al (SP Nadal Raf Rafaa Nad Drivee proDriv Aeropro PLAYYAero olatPLA Bab Babolat FB.COM/BABOLAT ng string Blasttstri RPMBlas et//RPM rack racket @BABOLAT BABOLAT – RACCHETTE, SCARPE*, BORSE ED ACCESSORI UFFICIALI DEL TORNEO DI WIMBLEDON BABOLAT – RACCHETTE, CORDE, PALLE, BORSE ED ACCESSORI UFFICIALI DEL ROLAND GARROS Quella grande partita di vita (o di morte) Fu un match di Davis, a Wimbledon nel 1937: Von Cramm contro Don Budge. Era il singolare decisivo di un Germania-Usa che valeva la Coppa. Il tedesco era nel mirino dei nazisti. E infatti Hitler telefonò… DI ALESSANDRO MASTROLUCA L a storia perfetta, la partita perfetta. È il 20 luglio 1937, una mattinata d’estate insolitamente calda a Londra. A Wimbledon, mentre le temperature toccano i 25 gradi, le bandiere della Union Jack sventolano insieme a quelle a stelle e strisce degli Stati Uniti e alle svastiche del Terzo Reich. La guerra è ancora lontana, anche se gli spettatori che assistono a quella che diventerà la partita del secolo, ne sentono gli echi nei racconti degli scontri a Madrid o delle tensioni fra Cina e Giappone. Mancano tre minuti alle cinque quando inizia l’ultimo, decisivo singolare della finale Interzona di Coppa Davis. Si gioca per andare a sfidare nella finalissima la Gran Bretagna, che ha vinto le ultime quattro edizioni ma non ha più Fred Perry, passato professionista. Per cui, è questa la vera finale, Usa-Germania. E non potrebbe esserci contrapposizione più completa in campo. Sotto l’occhio del regime Da una parte, il barone Gottfried Von Cramm, dall’altra Don Budge. Cramm è aristocratico da generazioni, incarna la speranza del regime tedesco di portare a casa la Davis e di avere un volto bello e spendibile all’estero. Ma Von Cramm è gay, e fa sempre più fatica a nascondere le sue tendenze, e in passato ha sposato, anche per rispettare le convenienze sociali, una donna di ascendenza ebraica. Il regime, dunque, lo sopporta e lo tutela solo finché vince, solo perché vince. Per lui la Davis, e il tennis nel complesso, è una questione di vita o di morte. Senza nessuna concessione all’iperbole o alla retorica. È sceso al n.2 del mondo proprio dopo la finale di Wimbledon, che ha perso proprio da Budge, il suo opposto perfetto. Tanto potente in campo quanto introverso fuori, rosso di capelli e di idee, è uno di quei campioni che ha vissuto sotto il segno del jazz, l’altra sua grande passione. Figlio di un immigrato scozzese, John “Jack” Budge, ha giocato diverse partite con la squadra riserve dei Glasgow Rangers ma un incidente in allenamento e diversi attacchi di polmonite lo convincono a emigrare dove il clima è più mite. Da piccolo gioca a baseball con la mazza da mancino, che lo abitua al movimento rapido e violento col braccio destro. Nel primo dei molti incroci di destini che contrappuntano la sua storia, diventa l’idolo di Joe Di Maggio, il più grande giocatore di baseball di sempre e il grande amore di Marilyn Monroe. “Sai, il mio sogno era di diventare tennista”, gli dice incontrandolo a un concerto jazz negli Anni ’40. “Strano risponde Budge -, il mio era di giocare per gli Yankees”. Ha il più bel rovescio a una mano della sua epoca, e una voglia di vincere che nessun dubbio riesce mai a scalfire. “È il miglior tennista che abbia mai visto”, diceva di lui Bill Tilden, amico e consigliere in incognito di Von Cramm per quella partita. Che la telefonata pre-partita di Hitler al suo giocatore, raccontata da Budge e sempre negata da Cramm, sia vera o no, è impossibile da stabilire. Quel che resta, è la vittoria di Budge 8-6 al quinto con un rovescio in tuffo, davanti a uno stadio che ha fatto platealmente il tifo per il suo avversario. Von Cramm, corretto fino al sacrificio, gli rivela: “Don, è stata la più bella partita che io abbia giocato”. E la prima a essere interamente radiotrasmessa in diretta dalla BBC. Che aveva previsto un collegamento per le prime fasi e poi non potè più staccare la cronaca. Fino alla fine. Pillole di California I primi 25 del ranking Atp DI GIORGIO SPALLUTO - FOTO GETTY IMAGES 3 i match vinti al tie-break del 3° set da Roberta Vinci nel 2016. L’azzurra si è imposta in volata contro Timea Babos a San Pietroburgo, Daria Kasatkina (Doha) e Margarita Gasparyan a Indian Wells, annullando complessivamente 5 matchpoint alle 2 russe. 8 le tenniste a essersi aggiudicate per due volte il torneo di Indian Wells: Martina Navratilova, Mary Joe Fernandez, Steffi Graf, Lindsay Davenport, Serena Williams, Kim Clijsters, Daniela Hantuchova e Maria Sharapova. Solo Navratilova è riuscita a imporsi per due volte consecutivamente (1990 e 1991). 48 i Masters 1000 vinti dai ‘Big Four’ (Djokovic, Murray, Federer e Nadal) negli ultimi 52 disputati. Le uniche eccezioni: Robin Soderling (Bercy 2010), David Ferrer (Bercy 2012), Stan Wawrinka (Monte-Carlo 2014) and Jo-Wilfried Tsonga (Toronto 2014). 41 i minuti impiegati da Denisa Allertova per battere Petra Cetkovska nel match di 1° turno del torneo di Indian Wells. Si tratta del match più corto della stagione. Le due ceche hanno impiegato meno di Serena Williams e Kasatkina, in campo per 44 minuti a Melbourne. 3h24 la durata della maratona vinta dalla cinese Zhang Shuai su Caroline Wozniacki nel 2° turno del torneo di Indian Wells. La cinese si è aggiudicata quello che a oggi è il match Wta più lungo del 2016. Pos. Nome (nazionalità) 1 Novak Djokovic (SRB) 2 Andy Murray (GBR) 3 Roger Federer (SUI) 4 Stan Wawrinka (SUI) 5 Rafael Nadal (ESP) 6 Kei Nishikori (JPN) 7 Tomas Berdych (CZE) 8 David Ferrer (ESP) 9 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 10 Richard Gasquet (FRA) 11 John Isner (USA) 12 Marin Cilic (CRO) 13 Dominic Thiem (AUT) 14 Milos Raonic (CAN) 15 Kevin Anderson (RSA) 16 Gael Monfils (FRA) 17 David Goffin (BEL) 18 Roberto Bautista Agut (ESP) 19 Gilles Simon (FRA) 20 Bernard Tomic (AUS) 21 Viktor Troicki (SRB) 22 Benoit Paire (FRA) 23 Jack Sock (USA) 24 Feliciano Lopez (ESP) 25 Pablo Cuevas (URU) I primi 25 italiani del ranking Atp Punti 15585 8370 7695 6360 4640 3935 3765 3505 2995 2750 2585 2590 2465 2095 2020 1995 1975 1935 1810 1670 1580 1571 1525 1495 1475 Le prime 25 del ranking Wta Pos. Nome (nazionalità) 1 Serena Williams (USA) 2 Angelique Kerber (GER) 3 Agnieszka Radwanska (POL) 4 Garbine Muguruza (ESP) 5 Carla Suarez Navarro (ESP) 6 Simona Halep (ROU) 7 Petra Kvitova (CZE) 8 Roberta Vinci (ITA) 9 Belinda Bencic (SUI) 10 Maria Sharapova (RUS) 11 Flavia Pennetta (ITA) 12 Venus Williams (USA) 13 Lucie Safarova (CZE) 14 Elina Svitolina (UKR) 15 Victoria Azarenka (BLR) 16 Ana Ivanovic (SRB) 17 Sara Errani (ITA) 18 Svetlana Kuznetsova (RUS) 19 Karolina Pliskova (CZE) 20 Timea Bacsinszky (SUI) 21 Andrea Petkovic (GER) 22 Sloane Stephens (USA) 23 Madison Keys (USA) 24 Caroline Wozniacki (DEN) 25 Jelena Jankovic (SRB) Punti 8975 5700 5505 4776 3855 3810 3603 3485 3450 3442 3154 3092 2768 2695 2660 2531 2530 2480 2470 2290 2110 2105 2005 1991 1975 Pos. Rank. 1 32 2 43 3 53 4 77 5 90 6 107 7 140 8 169 9 186 10 191 11 208 12 227 13 247 14 249 15 252 16 265 17 266 18 286 19 307 20 316 21 330 22 340 23 354 24 355 1515 25 369 Nome Fabio Fognini Andreas Seppi Paolo Lorenzi Simone Bolelli Marco Cecchinato Thomas Fabbiano Luca Vanni Andrea Arnaboldi Alessandro Giannessi Matteo Donati Filippo Volandri Gianluca Naso Federico Gaio Salvatore Caruso Lorenzo Giustino Matteo Viola Riccardo Bellotti Flavio Cipolla Alessandro Bega Roberto Marcora Gianluca Mager Edoardo Eremin Lorenzo Sonego Stefano Napolitano Francisco Bahamonde Punti 1250 990 855 682 608 544 404 331 283 277 246 228 213 209 208 184 184 169 154 146 141 135 128 128 121 Le prime 25 italiane del ranking Wta Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Rank. Nome 8 Roberta Vinci 11 Flavia Pennetta 17 Sara Errani 42 Camila Giorgi 70 Karin Knapp 105 Francesca Schiavone 273 Martina Caregaro 279 Giulia Gatto-Monticone 315 Alice Matteucci 328 Anastasia Grymalska 329 Nastassja Burnett 343 Nastassja Burnett 330 Alberta Brianti 355 Gioia Barbieri 370 Cristiana Ferrando 375 Martina Trevisan 390 Georgia Brescia 405 Jessica Pieri 418 Corinna Dentoni 453 Claudia Giovine 476 Jasmine Paolini 480 Alice Balducci 488 Bianca Turati 509 Stefania Rubini 529 Anna Giulia Remondina Punti 3485 3154 2530 1200 923 656 158 151 125 118 116 106 116 104 99 98 94 85 79 68 60 59 58 54 51 Torna Tennis Magazine per spiegare il mondo della racchetta attraverso sette diverse prospettive. Si parte dal coach che insegna tecnica e tattica, passando dal personal trainer che mostra come mantenersi in forma, e ancora dallo psicologo che cura l’aspetto mentale. Nella seconda parte, spazio ai test delle racchette, all’intervento del medico, all’abbigliamento e alle regole del gioco. Conferme ma anche novità: per esempio, la possibilità di ascoltare ‘in diretta’ i commenti dei nostri tester, in grado d’ora in poi di esprimere le proprie valutazioni durante lo scambio. Come per le serie tv, ecco la seconda stagione di Tennis Magazine, la prima puntata 2016 mercoledì alle 20.30 T Sempre più... nutrizione orna Tennis Magazine, e lo fa con tante conferme e alcune novità. La trasmissione di SuperTennis Tv ‘dalla parte di chi gioca’ ripropone lo schema vincente della prima stagione: sette blocchi Nella sezione dedicata alla medicina, quest’anno attenzione particolare a ciò che riguarda cibo e bevande: dalla colazione alla cena, capiremo quali sono gli alimenti più adatti e quelli da evitare in vista di un match. I mental coach, inoltre, saranno molteplici, e si alterneranno per proporre la loro visione del mondo del tennis, dandoci diverse prospettive e spunti. I protagonisti saranno alcuni dei migliori professionisti italiani, a disposizione degli spettatori per farli crescere, e per far sì che il loro tennis diventi più completo, più efficace, più divertente. Insomma, per farvi allenare da pro. Indian Wells e poi Miami, sempre live Alcuni, nel tempo, hanno parlato di quinto Slam. Di certo c’è che si tratta del primo appuntamento importante della primavera americana. SuperTennis trasmetterà in diretta tutto il torneo femminile, e lo farà in serata e lungo la notte con molte ore di copertura. Le coordinate per non perdersi un punto sono sempre le stesse: canale numero 64 del digitale terrestre, numero 224 della piattaforma Sky, canale 30 di TivùSat e web streaming su www.supertennis.tv. King of Tennis, McEnroe & Co: finale live venerdì alle 20.30 Giovedì 17 Venerdì 18 00:30 - Magazine ATP 01:00 - WTA Indian Wells (replica) 05:00 - WTA Indian Wells QF1 (replica) 07:15 - I miti del Foro 07:45 - Reloaded Fed Cup 1° turno 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Magazine ATP 09:30 - WTA Indian Wells QF2 (replica) 11:30 - Nadal vs Djokovic, ATP Roma 2014 13:30 - Magazine WTA 14:00 - I Miti del Foro Djokovic 14:30 - WTA Indian Wells QF1 (replica) 16:30 - Tennis Magazine 16:45 - La Voce delle Regioni 17.00 - News 17:05 - WTA Indian Wells QF2 (replica) 19:00 - Live WTA Premier Indian Wells QF3 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - News 21:05 - King of Tennis, McEnroe vs Wilander (differita) 23:00 - King of Tennis, (differita) 00:45 - Tennis Parade 01:00 - Live WTA Premier Indian Wells QF4 03:00 - Nadal vs Wawrinka, ATP Roma 2015 05:00 - WTA Indian Wells QF3 (replica) 07:00 - WTA Indian Wells QF4 (replica) 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Tennis Magazine 09:30 - Murray vs Djokovic, ATP Roma 2011 12:30 - WTA Indian Wells QF3 (replica) 14:30 - WTA Indian Wells QF4 (replica) 16:30 - Magazine ATP 16:45 - La Voce delle Regioni 17.00 - News 17:05 - WTA Indian Wells QF1 (replica) 18:30 - LIVE king Of Tennis, Finale 3° e 4° posto 20:25 - News 20:30 - LIVE king Of Tennis, Finale 22:15 - La Voce delle Regioni 22:30 - WTA Indian Wells QF2 (replica) Sabato 19 00:00 - WTA Indian Wells QF3 (replica) 02:00 - Live WTA Premier Indian Wells SF 04:00 - Live WTA Premier Indian Wells SF 06:00 - Halep vs Jankovic, WTA Roma 2013 08:15 - Magazine WTA 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - king Of Tennis, Finale 3° e 4° posto 10:30 - king Of Tennis, Finale 12:15 - Tennis Parade 12:30 - WTA Indian Wells SF1 (replica) 14:30 - WTA Indian Wells SF2 (replica) 16:30 - Magazine WTA 17.00 - News 17:05 - Tennis Magazine 20:00 - Magazine ATP 20:30 - I Miti del Foro Djokovic 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - News 21:05 - Road to Foro 21:30 - WTA Indian Wells SF1 (replica) 23:00 - WTA Indian Wells SF2 (replica) Domenica 20 01:00 Nadal vs Davydenko, ATP Roma 2007 04:00 - Errani vs Li, WTA Roma 2014 06:00 - Tennis Parade 06:15 - I Miti del Foro Djokovic 06:45 - WTA Indian Wells SF2 (replica) 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Indian Wells SF2 (replica) 11:00 - Gulbis vs Nadal, ATP Roma 2010 13:45 - Magazine ATP 14:15 - Tennis Parade 14:30 - WTA Indian Wells SF1 (replica) 16:30 - Road to Foro 17:00 - News 17:05 - WTA Indian Wells SF2 (replica) 19:00 - Live WTA Premier Indian Wells Finale 21:00 - News 21:05 - Reloaded Coppa Davis 1° turno 22:05 - Tennis Magazine 22:30 - I Miti del Foro Djokovic 23:00 - WTA Indian Wells Finale (replica) Lunedì 21 01:00 - Lorenzi vs Chiudinelli, Coppa Davis 2016 05:45- Magazine ATP 06:15 - Tennis Parade 06:30 - WTA Indian Wells (replica) 08:30 - Road to Foro Italico 09:00 - WTA Indian Wells Finale (replica) 11:00 - King Of Tennis, McEnroe VS Wilander 13:00 - Reloaded Coppa Davis 1° turno 14:00 - Magazine WTA 14:30 - WTA Indian Wells (replica) 16:30 - Tennis Parade 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - News 17:05 - WTA Indian Wells SF1 (replica) 18:45 Road to Foro 19:00 - WTA Indian Wells SF2 (replica) 21:00 - News 21:05 - I miti del Foro Sorelle d’Italia 21:30 - WTA Indian Wells Finale (replica) 23:30 - Road to Foro Italico Martedì 22 00:00 - Murray vs Nishikori, Coppa Davis 2016 05:00 - I miti del Foro Sorelle d’Italia 05:30 - WTA Indian Wells (replica) 07:30- Magazine WTA 08:00 - Reloaded Coppa Davis 1° turno 09:00 - Seppi vs Wawrinka, ATP Roma 2012 12:30 - WTA Indian Wells SF (replica) 14:30 - King Of Tennis, Finale 3° e 4° posto 16:15 - I miti del Foro Sorelle d’Italia 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - News 17:05 - WTA Indian Wells Finale (replica) 19:00- Magazine WTA 19:30 - Reloaded Coppa Davis 1° turno 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - News 21:05 - World of Tennis 21:30 - WTA Indian Wells (replica) NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali Mercoledì 23 00:00 - Djokovic vs Kukushkin, Coppa Davis 2016 05:00 - Road to Foro Italico of Tennis 05:30 - King Of Tennis, McEnroe VS Wilander 07:45 - I miti del Foro Sorelle d’Italia 08:15 - World of Tennis 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Indian Wells (replica) 11:00 - king Of Tennis, Finale 12:45 - Road to Foro 13:15 - WTA Indian Wells Finale (replica) 15:15 - Tennis Magazine 15:45 - La Voce delle Regioni 16:00 - LIVE WTA Miami 17.55 - News 18:00 - LIVE WTA Miami 19.55 - News 20:00 - LIVE WTA Miami 21:45 - La Voce delle Regioni 22:00 - LIVE WTA Miami Vicina quota 4.000: i “Bnl” a tutta forza Tutte le tappe con il segno “più”, pronti ad abbattere un’altra bandiera. A pochi giorni dall’inizio già due terzi degli iscritti totali del 2015: a Terni vincono Travaglia e Grymalska. A Ortisei Prader e Chiesa T re i tornei conclusi, diversi ancora in corso, molti in attesa di chiudere le iscrizioni e altri che devono ancora aprirle. Eppure le pre-qualificazioni degli Internazionali Bnl d’Italia, che quest’anno contano su ben 25 appuntamenti, si stanno già avvicinando a quota 4.000 iscritti. Un numero enorme, che fa ancora più impressione se si pensa che nel 2015 il totale già altissimo - aveva toccato le 6.000 unità. Ora non siamo che all’inizio, e siamo già ai due terzi del totale. In effetti è cresciuto il numero dei tornei, così come le categorie (oltre a singolare maschile e femminile, anche i doppi), e sono cresciuti anche l’interesse e l’attesa. Oltre ai numeri però è già il campo a parlare, con altri verdetti emessi e parecchi pass per i campi del Foro Italico consegnati. Da Nord a Sud. Di seguito i resoconti delle tappe di Terni, in Umbria, e di Ortisei, in Alto Adige. Le premiazioni alle pre-qualificazioni degli Internazionali Bnl d’Italia giocate a Terni Grymalska e Travaglia, da Terni a Roma Si è chiusa con la vittoria dei due favoriti della vigilia la seconda edizione delle Pre-Qualificazioni giocate a Terni. Stefano Travaglia nel tabellone maschile e Anastasia Grymalska in quello femminile si sono aggiudicati il pass per il Foro Italico oltre al ricco assegno per il vincitore. Un torneo di livello elevatissimo con 303 iscritti (227 uomini e 76 donne) di cui 143 di Seconda Categoria e tanto spettacolo sui campi dei 10 circoli della provincia ternana (più Todi e Spoleto). Le fasi finali si sono svolte al Circolo Lavoratori Terni. In campo femminile, per il titolo, si sono sfidate le prime due teste di serie del tabellone. Vale a dire Anastasia Grymalska e Claudia Giovine. Quest’ultima, brindisina e cugina di Flavia Pennetta, si è aggiudicata il primo set ma poi la torinese nata a Kiev si è portata a casa secondo, terzo set, vittoria e primo premio di 2.800 euro (alla finalista 1.680, alle semifinaliste Di Sarra e Torelli ne vanno 800, alle perdenti ai quarti Bullani, Balducci, Floris e Meccico 480 euro). Tra i maschi invece sfida decisiva tra due giocatori che si conoscono molto bene, perché compagni d’allenamento a Foligno. Stefano Travaglia, testa di serie numero 1, posizione nel ranking Atp 196, già con esperienza al Foro Italico, e il nemmeno diciottenne Riccardo Balzerani. Proprio Travaglia si è portato a casa 3.500 euro e biglietto per Roma, così come Balzerani che ha guadagnato 2.100 euro (ai semifinalisti Spinnato e Di Nicola 1.000, ai perdenti ai quarti Rizzuti, Della Tommasina, Portaluri e De Lucia 600). “Fin dall’inizio è stata una partita moto tesa - ha detto Travaglia -. Nel primo set Riccardo ha sfruttato tutte le palle che poteva sfruttare poi, fortunatamente, ho avuto la meglio. Sono soddisfatto perché il livello è stato decisamente alto”. Grande soddisfazione per il presidente del Circolo Lavoratori Terni Giovanni Scordo: “L’impegno e gli sforzi organizzativi sono stati ripagati a pieno. Non possiamo non ringraziare la Federazione per la fiducia che ha riposto nel nostro Circolo, che il prossimo anno compirà ottant’anni, e speriamo di poter festeggiare continuando a puntare su eventi d’alto livello”. Da Ortisei parte la rincorsa di Prader Patrick Prader ha dovuto fermarsi sei mesi per un infortunio al gomito. Ora il 29enne di Barbiano è tornato. Domenica ha vinto nella Tennishalle Runggaditsch di Ortisei gli Open Bnl 2016, assicurandosi con questo successo un posto nelle pre-qualificazioni a inizio maggio per gli Internazionali Bnl d´Italia a Roma. Nel tabellone femminile si è imposta invece la 19enne Deborah Chiesa di Torbole. In totale erano 140 gli iscritti al torneo gardenese, tra questi quasi 50 di Seconda Categoria. Prader a Ortisei era il numero 1 del seeding e non ha deluso le aspettative. Dopo aver eliminato nei quarti di finale Matteo Siccardi, ha superato in semifinale Francesco Salviato in tre set. In finale Prader ha trovato il sorprendente Tommaso Gabrielli. Il 22enne di Bassano (Vicenza) nei quarti aveva eliminato contro pronostico il numero 2 del tabellone, Giacomo Oradini. Prader in finale è subito partito forte, aggiudicandosi la prima frazione per 6-4. Poi però Gabrielli è entrato meglio nel match, non ha più commesso errori, vincendo il secondo set per 6-3. Nel terzo, decisivo set grande allungo di Prader, che scappa sul 4-1 e poi chiude per 6-2. L’altoatesino rimane cosi, anche nel terzo confronto diretto, imbattuto contro Gabrielli ed intasca 3.500 euro di montepremi. “Dopo questa lunga pausa per infortunio - ha detto Prader -, non ho pensato di poter rientrare subito con una vittoria. Ma sono andato meglio del previsto. Già l’anno scorso ho fatto le pre-qualificazioni al Foro Italico, una bella soddisfazione che ripeto molto volentieri”. Nella gara femminile invece la beniamina locale Verena Hofer è volata in semifinale, battendo Francesca Sella con il risultato di 6-4 6-2. Qui però la sua corsa si è fermata contro l´esperta italo-svizzera Lisa Sabino, n.442 del mondo. In finale quest’ultima si è dovuta arrendere all´ottima trentina Deborah Chiesa, che si allena a Rovereto con Luca e Andrea Stoppini. La Chiesa si è imposta per 6-3 6-2: Ortisei sembra essere uno dei suoi tornei favoriti (tre mesi fa ha vinto con la croata Lekaj il doppio del torneo Itf da 10.000 dollari altoatesino). Nei tornei di Terza e Quarta categoria i titoli sono rimasti in Alto Adige con Thomas Berger e Teresa Schwienbacher vincitori in “Terza” e Jacun Prugger e Martina Charlotte Moser in “Quarta”. Qui sopra, Deborah Chiesa; a destra, Patrick Prader. Sotto, la premiazione del torneo maschile a Ortisei Dai tabelloni Open a quelli degli Nc, tutti i risultati delle finali TERNI, UMBRIA Finale Open Maschile: Stefano Travaglia b. Riccardo Balzerani 2-6 6-1 6-3. Finale Open Femminile: Anastasia Grymalska b. Claudia Giovine 4-6 6-4 6-3. Finale 3° Categoria Maschile: Daniele Mancinelli b. Gabriele Pennaforti 6-3 7-5. Finale 3° Categoria Femminile: Sara Valentini b. Maddalena Pierotti 6-4 6-3. Finale 4° Categoria Maschile: Matteo Garzini b. Francesco Giovannelli 6-1 3-6 6-3. Finale 4° Categoria Femminile: Ginevra Ciocchetti b. Benedetta Rosi n.d. Finale Tabellone Nc Maschile: Antonio Alunni b. Alessandro Reali 4-6 6-1 6-0. ORTISEI, ALTO ADIGE Finale Open Maschile: Patrick Prader b. Tommaso Gabrielli 6-3 4-6 6-2. Finale Open Femminile: Deborah Chiesa b. Lisa Sabino 6-3 6-2. Finale 3° Categoria Maschile: Thomas Berger b. Filippo Orru 6-1 6-2. Finale 3° Categoria Femminile: Teresa Schwienbacher b. Linda Bortolameolli 6-4 6-4. Finale 4° Categoria Maschile: Jacun Prugger b. Daniel Vinatzer 6-4 6-0. Finale 4° Categoria Femminile: Martina Charlotte Moser b. Mara Jungmann 7-6(5) 6-2. Maria Elena Camerin: “Roma, che emozioni” Nel 2005 vinse un match tiratissimo in lotta sul Centrale del Foro Italico contro l’allora Top 20 Dechy. Oggi la 34enne veneta torna agli Internazionali dopo aver vinto la tappa di Firenze degli Open Bnl Maria Elena Camerin qui alla prima volta al Foro Italico, nel 2004. Tornerà ancora, 12 anni dopo, grazie alle pre-qualificazioni DI SARA MONTANELLI - FOTO A. COSTANTINI M aria Elena Camerin, classe 1982 ed ex n.41 della classifica Wta, grazie alla sua vittoria al Match Ball di Firenze, tornerà a calcare i campi del Foro Italico per partecipare alle pre-qualificazioni degli Internazionali Bnl d’Italia 2016. Maria Elena ha giocato complessivamente 11 Slam nel corso della sua carriera e nel 2015 con la squadra del Tc Prato si è cucita sul petto il tricolore. Che effetto ti fa tornare a giocare sui campi del Foro Italico? “È il mio torneo preferito, credo che ogni giocatore italiano ci tenga molto a partecipare. Spero di poter giocare ancora una volta, perché in questo periodo sto collaborando a un progetto con la Federazione, sto seguendo alcune ragazze under 18 e inoltre una settimana al mese aiuto la Scuola Tennis di Prato. Sicuramente se riuscirò a incastrare gli impegni, tornare al Foro Italico sarebbe una bella esperienza, mi dà sempre grandi sensazioni”. Com’è stato il passaggio da giocatrice a maestra di tennis? “È stato un passaggio che ho fatto gradualmente. In questo periodo sto avendo la fortuna di seguire alcune ragazzine under 18 nei tornei maggiori, quelli che ho giocato anch’io qualche anno fa. Questo mi aiuta perché mentalmente mi sembra di essere ancora in campo a giocare. Credo che il passaggio sia più complicato per chi smette definitivamente di giocare per insegnare subito in un circolo tennis. Io ho già trovato grandi stimoli e questo lavoro mi piace molto. Le ragazzine mi cercano, mi chiedono consigli, è stimolante tutto questo. Lo sto facendo con molta passione”. avevo altre qualità. Tanta grinta e un buon gioco di gambe su tutte. Io, Flavia Pennetta e Roberta Vinci eravamo tutte più mature prima del tempo, adesso credo che la maturità arrivi più tardi”. Che cosa pensi sia cambiato rispetto a quando giocavi tu? “Secondo me le ragazze di adesso sanno fare molte più cose rispetto a quando giocavo io. Sono più complete tecnicamente. Soprattutto per quanto riguarda il mio caso, sapevo fare molte meno cose rispetto a loro però magari Se dovessi pensare al tuo successo tennistico più bello quale sarebbe? “La vittoria più bella è sicuramente quella contro Anastasija Myskina a Bali. Però vincere in Italia, a Roma, sul campo centrale del Foro Italico contro Natalie Dechy, che a quei tempi era tra le prime 20 del mondo”. Quali sono i tuoi obiettivi futuri? “Mi piacerebbe molto creare un mio giocatore, iniziare con lui un progetto dai 14 anni, crescerlo e farlo diventare un professionista. Questa sarebbe la cosa che mi realizzerebbe di più. Però per ora voglio continuare a fare esperienza, a giocare con i bambini sui campi del minitennis e a fare lezioni private. Voglio rendermi conto della possibilità che mi sta offrendo il tennis per poi prendere la strada che mi piace di più”. Lara, la nuova n.1 Al primo posto della classifica femminile c’è una new entry: si chiama Lara Brambilla, è di Milano, ha due figli e un lavoro impegnativo. “Nel tennis cerco il modo di superare i miei limiti”. Ecco chi è la nuova capofila Altra novità: ecco il nuovo circuito “Corsi Adulti” DI MAX FOGAZZI - FOTO CAROLA CARERA I l ranking generale femminile ha una nuova numero 1. Si chiama Lara Brambilla, è di Milano e ha conquistato la vetta la scorsa settimana ai danni di Elvira Di Lorenzo, attualmente costretta a inseguire dal secondo posto. Sono solo 114 i punti che dividono le due, 8.120 a 8.006. C’è invece più distacco (66 per la numero 2, 80 per la nuova capofila) se si considera il power, cioè l’indice di valore di un giocatore o di una giocatrice calcolato tramite un algoritmo apposito e studiato in esclusiva dal circuito Fit-Tpra. Dalle risposte di Lara emerge la figura che meglio incarna lo spirito dell’amatore e del circuito amatoriale in sé. Famiglia, lavoro, poco tempo libero, ma tanta passione e tanta voglio di mettersi alla prova con lo sport. E con il tennis soprattutto. Un cocktail in grado di farti diventare la nuova numero 1. Di che cosa ti occupi nella vita? “Lontana dalla mia passione, il tennis ovviamente, mi occupo delle vendite mercato estero per una importante azienda internazionale”. Da quanto tempo giochi a tennis? “Devo dire che amo davvero tantissimo il tennis, come amo anche tutto lo sport in generale. A tennis ho sempre giocato fin da quando ero bambina. L’ho sempre fatto da autodidatta, senza prendere lezioni e sempre e soltanto a livelli amatoriali”. Il Circuito Fit-Tpra si arricchisce di un altro servizio esclusivo, il circuito tornei “Corsi adulti”. Tutti gli allievi dei Corsi adulti e coloro che prendono lezioni private organizzati da Maestri Fit, potranno partecipare a tornei specifici e a un ranking unico a loro dedicato. Il Circuito “Corso Adulti” Fit-Tpra, permette anche ai praticanti meno esperti di avere una scheda giocatore simile a quella di un Top Player dell’Atp, aggiornata in tempo reale, di partecipare a un ranking che si aggiorna in tempo reale in base ai risultati e dei grafici di rendimento. Questo tipo di tornei sarà suddiviso in due diversi livelli, quello base (limit 45) e quello avanzato (limit 65). Ricordiamo sempre che i limiti non fanno riferimento all’età, ma all’indice power di ogni singolo giocatore. Questa tipologia di tornei, a discrezione degli insegnanti organizzatori, potrà essere chiusa e riservata ai soli allievi del circolo, oppure aperti a più persone. Gli allievi dei “Corsi Adulti” avranno così una classifica dedicata che somma i punti di ogni torneo del Circuito, filtrabile per categoria, per circolo, comune, provincia, regione, fino ad arrivare al Ranking nazionale degli “Allievi dei Corsi Adulti”. Sul prossimo numero approfondiremo questa ulteriore grande novità. Oggi quanti giorni alla settimana giochi a tennis? “Attualmente riesco a giocare a tennis all’incirca due o tre ore a settimana. Purtroppo non ho molto tempo libero dovendo dividermi tra il lavoro e gli impegni della famiglia. Ho due figli, uno di 11 e uno di 7 anni, ma quando posso mi ritaglio un po’ di tempo per me e la mia racchetta”. giocare. In generale però mi piacciono molto Roger Federer e Roberta Vinci”. Chi è il tuo idolo tennistico? “In realtà preferisco giocare, non seguo molto il tennis in tv, semplicemente perché preferisco dedicare tutto il poco tempo libero che ho a disposizione per scendere in campo a Il tuo obiettivo per il 2016? “Il mio obiettivo è uno solo: continuare a giocare e misurarmi con nuove sfide e nuovi avversari. Ma non tanto per raggiungere grandi traguardi, più che altro per continuare a superare i miei limiti”. Quindi hai scelto il circuito Fit-Tpra per giocare il più possibile? “Sì, quando mi sono iscritta al circuito Tpra, nel 2012, ero alla ricerca di persone nuove con cui giocare. E in questi quattro anni devo dire che mi sono davvero divertita tanto”. Rovescio a una mano, le 5 dritte giuste Per avere un rovescio ‘alla Federer’ ci sono parametri tecnici e biomeccanici fondamentali da rispettare. Vediamo quali sono e quanto contano... delle articolazioni sono maggiori rispetto a quelli presenti nel rovescio a due mani, che al contrario è un’abilità contraddistinta dall’impiego di una catena cinetica chiusa. Inoltre, essendo il rovescio a una mano caratterizzato da un movimento di preparazione molto ampio, volto ad aumentare la distanza tra racchetta e punto di impatto, i tempi di applicazione della forza sono maggiori rispetto a quelli relativi al rovescio bimane (270 millisecondi contro 240 millisecondi). Tali considerazioni sono pertinenti nella misura in cui la meccanica esecutiva del rovescio a una mano rispetti alcuni parametri tecnico/ biomeccanici. 1 La torsione del tronco DI GENNARO VOLTURO I.S.F. ROBERTO LOMBARDI FOTO GETTY IMAGES A ttualmente soltanto quattro dei primi venti tennisti della classifica Atp eseguono il rovescio a una mano. Sono Federer (nella foto), Wawrinka, Gasquet e Thiem. Per quanto concerne il circuito Wta, tra le prime venti giocatrici, Carla Suarez Navarro e Roberta Vinci sono le uniche interpreti di tale abilità tecnica. Nonostante i dati presi in considerazione indichino una netta prevalenza nel tennis moderno del rovescio bimane, è importante ricordare come i tennisti che eseguono il rovescio a una mano producano maggiore velocità della racchetta al momento dell’impatto rispetto ai giocatori bimani. Essendo il rovescio a una mano un’abilità contraddistinta dall’impiego di una catena cinetica aperta, i gradi di libertà di movimento dei segmenti corporei e Una buona torsione del tronco è il primo aspetto tecnico significativo su cui focalizzare l’attenzione. Si ricordi che nel rovescio a una mano moderno, le spalle ruotano di circa 120° rispetto alla posizione di partenza e tale azione è enfatizzata dall’impiego di una stance (posizione dei piedi) chiusa. 2 L’arretramento dell’attrezzo L’arretramento dell’attrezzo è vincolato alla torsione del tronco. Grazie alla torsione delle spalle e delle anche e all’azione dell’arto non dominante, è possibile ruotare la racchetta dai 240° ai 270° durante la fase di preparazione (ovviamente tali misurazioni sono puramente indicative in quanto devono necessariamente essere correlate alla situazione tattica). In tal modo il tennista può determinare una distanza dell’attrezzo dal punto di impatto che gli consenta di aumentare i tempi di applicazione della forza creando i presupposti per produrre la massima accelerazione dell’attrezzo. E’ molto importante che al termine della preparazione il gomito sia flesso, affinché il tennista possa sfruttare tale articola- zione come componente di spinta attraverso un movimento di estensione. 3 L’azione dell’arto dominante 4 Azione dell’arto non dominante Braccio, avambraccio e mano intervengono in sequenza, durante la fase di accelerazione, attraverso le seguenti componenti di spinta: estensione orizzontale e abduzione (allontanamento dal tronco) del braccio, estensione del gomito e flessione della mano. È fondamentale che la palla sia colpita con una buona distanza laterale per sfruttare al meglio la lunghezza della leva ed è altrettanto rilevante che l’estensione del gomito si completi una frazione di secondo prima dell’impatto in modo da poter far intervenire la mano come ulteriore componente di accelerazione. L’arto non dominante in primo luogo favorisce il cambio di impugnatura e l’arretramento della racchetta. Nella prima fase del movimento di accelerazione, cioè al termine della caduta verticale dell’attrezzo, è molto importante che la mano sinistra (ci riferiamo a un giocatore destrimane) sia rilasciata dal cuore della racchetta per disporsi lungo il fianco posteriore. In tal modo l’arto non dominante può svolgere una funzione di equilibrio minimizzando la torsione del tronco durante la fase di accelerazione. 5 Il passo di recupero Eseguendo l’abilità tecnica in posizione chiusa (la cosiddetta semi-closed stance), dopo aver eseguito il colpo si corre il rischio di essere fuori posizione. Pertanto è molto importante che dopo aver completato il finale di movimento, si effettui un passo laterale di recupero con il piede posteriore (il cosiddetto recovery step) per proseguire in forma dinamica e senza fasi di interruzione. 19 La Pure Aero per tutti Nella nuova gamma nera e giallo fluo di Babolat c’è anche la Team, a metà tra le agonistiche più toste e le ultraleggere. Ben bilanciata, ideale per colpire da fondo, magari accentuando il top spin. Costa 219,95 euro DI MAURO SIMONCINI C’ era come prevedibile molta attesa per il nuovo attrezzo di Rafa Nadal e molti altri giocatori del circuito Atp. La nuova versione della Pure Aero - oltre che molto fashion nel suo look nero e giallo fluo - ha confermato tutti i pregi delle precedenti edizioni, esaltando ancora di più la resa degli spin. E come già successo anche in passato, proprio il modello di riferimento da 300 grammi di peso è accompagnato da una variante Tour più pesante (315) e una Team più leggera (285 grammi il telaio nudo). La versione Team è la conferma della direzione, chiara e definita, che le aziende stanno imboccando ormai da qualche stagione: proposta di attrezzi agonistici leggeri per la bilancia ma comunque incisivi; maneggevoli e comodi ma non per questo “teneri”. Il peso è lo stesso di alcune racchette amatoriali ma altre specifiche (il piatto da 100” per esempio) rendono più “cattivo” il telaio. Su tutte il bilanciamento abbastanza contenuto al cuore rende equilibrata la Pure Aero Team, concedendo spinta, ma anche tanto controllo. La gamma Pure Aero è dotata della tecnologia AeroModular che migliora la velocità di movimento della testa della racchetta (con una minor resistenza all’aria). In più, per favorire il movimento delle corde e dunque rendere ancor più efficaci gli spin, c’è anche la nuova tecnologia FSI Spin. Lo sweetspot (area utile d’impatto) ridisegnato, i passacorde a ore 6 e 12, allungati per lasciare le corde verticali centrali libere, e uno schema corde aperto (maglie larghe). Manovrabilità da un lato e rotazioni dall’altro. In campo La primissima sensazione è abba- IL LAB Lunghezza: 68,6 cm Peso: 302 g Ovale: 100 pollici quadrati Profilo: 22-24 mm Bilanciamento: 33 cm Rigidità: 68 Inerzia: 308 Potenza: 53 su 100 Controllo: 48/100 Maneggevolezza: 81/100 (corde Babolat Spiraltek calibro 1,30) stanza nitida: se non si conoscesse la scheda di laboratorio e soprattutto il peso della racchetta, sembrerebbe di aver in mano una moderna agonistica 300x100. È così in effetti, perché quei 15 grammi in meno aggiungono molto in termini di comodità e maneggevolezza all’attrezzo senza far perdere peso specifico. I primi colpi da fondo campo sono lì a confermare queste sensazioni di gioco: le giocate coperte in top spin riescono facilmente anche ai meno esperti; controllo e profondità restano costanti. Anche giocando piatto ci si appoggia bene (anche in termini di comfort) sul colpo dell’avversario; lo sweetspot è davvero molto ampio e aiuta anche in circostanze di difesa e difficoltà o in esecuzioni non proprio corrette. Il meglio lo si ottiene comunque con preparazioni ampie, anche “sbracciando” per cercare di far girare al massimo la pallina: si ottengono spin cattivi e traiettorie davvero ostiche da ribattere. Per certi versi è sorprendente la resa della Pure Aero Team nei pressi della rete: il bilanciamento non eccessivamente spostato in avanti la rende comoda anche per le giocate di volo che risultano facili ma pure aggressive. Bene anche il servizio con nota di merito supplementare per le variazioni tagliate (il kick meglio ancora dello slice). Una racchetta perfetta, definitiva, per donne agoniste o di passaggio per ragazzi in crescita, che una volta sviluppati fisicamente potranno tentare con le più pesanti Pure Aero e Pure Aero Tour. Alle quali la Team non ha davvero nulla da “invidiare”, anzi. PAGELLONE 80/100 Estetica: 8 A fondocampo: 8 Rete: 8 Servizio: 8 Top: 8 Back: 8 Potenza: 8 Controllo: 8 Maneggevolezza: 8 Comfort: 8 Le concorrenti Come detto nel test della Babolat Pure Aero Team, è ormai consolidato l’alleggerimento di qualche grammo di peso dei modelli più agonistici. Qualche variante nelle caratteristiche che renda poco più accessibili le racchette e il gioco è fatto. Per Wilson per esempio c’è il sistema Spin che ha coinvolto sia la famiglia Blade (Blade 98s pesa 10 grammi in meno e ha il pattern ribaltato 18x16) sia Pro Staff (la 97LS pesa 290 grammi e ha il medesimo schema corde) come pure Burn. Per gli austriaci di Head la S aggiunta a Prestige, Speed o Radical significa almeno 15 grammi in meno di peso. Prestige S pesa 305 grammi mentre Radical S ne pesa 260. Cambio palle, occhio a non sbagliare Molti tornei amatoriali e federali non li prevedono, ma più sale il livello e più diventano frequenti. Questo ha un’incidenza importante su chi deve andare alla battuta. Soprattutto in caso di errore di turno di servizio La situazione Ernesto sta giocando una partita di singolare contro Davide. Il torneo fissa un cambio palle all’inizio del terzo set. Davide ha vinto il primo set. Che cosa succede? Durante il secondo set, sul punteggio di 1-1, per errore va a servire Ernesto invece di Davide. Nessuno se ne accorge e si va sul punteggio di 2-1 per Ernesto. Come ci si comporta? Avendo completato un gioco, a questo punto l’ordine dei servitori resta così alterato fino al termine del parziale. Ed Ernesto vince il secondo set, così si va al terzo: che cosa succederà a questo punto? I diversi cambi palle In molti tornei amatoriali o anche federali, non é previsto che ci sia il cambio palle all’interno della singola partita, di conseguenza molti di voi non si sono mai posti il problema dei casi di errori con i cambi palle. Più però il livello dei tornei sale, e più è facile trovare nel regolamento che le palle possano essere cambiate o a intervalli regolari (cambio palle 7/9, come a livello Atp, 9/11 come a livello challenger, o 11/13 come a livello Futures). Ma ci sono anche situazioni in cui le palle possono essere cambiate all’inizio del terzo set (come nelle qualificazioni Itf o nei tornei giovanili). E se c’è un errore? Qualora venissero commessi degli errori in occasione dei cambi palle, la regola generale è che va tutelato e mantenuto il diritto del giocatore che doveva servire con palle nuove. Di conseguenza se si cambiano in anticipo di un gioco (quindi consentendo all’avversario di battere con palle nuove), esse dovranno essere cambiate nuovamente alla fine di quel gioco onde consentire al giocatore che ne aveva originariamente diritto, di servire con palle nuove. Come si procede? Nel nostro caso, quindi, molti di voi risponderebbero che le palle si cambiano all’inizio del secondo gioco del terzo set, dato che durante il secondo set l’ordine dei servitori è stato alterato... E invece no! Il cambio palle verrà comunque effettuato all’inizio del terzo set: questo perché mentre nel caso degli intervalli 7/9, 9/11, 11/13 chi andrà a servire con palle nuove è già definito sin dall’inizio della partita, nel caso del terzo set non sapremo, se non in quel momento, chi potrà servire con palle nuove. Inviateci le vostre domande I nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri dubbi - o le vostre curiosità - di natura regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica numero per numero SuperTennis cambia banda. Risintonizza! 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