Collegamento N. 17 2012
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Collegamento N. 17 2012
ANNO 17 - N. 17 - 1 OTTOBRE 2012 L’ufficio dello sceriffo L’amico Antonio Carnevale mi perdonerà se utilizzo lo stesso titolo di un articolo a sua firma, pubblicato su questo Collegamento un pò di anni fa quando anch’egli era un mobiliere, ma vivendo oggi le stesse difficoltà di allora ed essendo il titolo alquanto calzante, non ne ho potuto fare a meno. Oggi come allora, la Mobile vive le stesse criticità. Carnevale evidenziò il sistematico impiego della Mobile nonostante la natura dell’evento delittuoso non fosse di propria competenza. Per tutto e tutti esisteva solo ed esclusivamente la Mobile. Soprattutto in orari di reperibilità: ti chiamavano di notte anche per un ciclomotore in fiamme solo perché si trovava nei pressi del palazzo della Regione. Il Direttivo Nazionale SIULP riunito a Roma il 27 e 28 settembre 2012 APPROVA La relazione introduttiva e le conclusioni del Segretario Generale nazionale. CONSIDERA Che, nonostante i ristretti ambiti imposti ai rappresentanti del Governo in materia di armonizzazione previdenziale, sia in ogni caso prioritario continuare l’azione di contrasto sin qui intrapresa per garantire la salvaguardia e la valorizzazione della specificità dei lavoratori del comparto sicurezza anche, se del caso, con forme di protesta pubblica da porre in essere secondo modalità da concordare con gli altri soggetti rappresentativi delle categorie interessate; RITIENE In ogni caso che sia necessario ed indifferibile dare avvio ad un percorso legislativo che conduca, in tempi certi e quanto più prossimi, ad un riordino delle carriere che consenta di riequilibrare le distorsioni prodotte dall’allungamento dell’età lavorativa del personale delle Forze di Polizia, e che, parimenti, sia finalmente data concreta attuazione agli istituti di previdenza complementare. AUSPICA Che le rilevanti ed inaccettabili distorsioni nell’applicazione della disciplina dei cambi turno e della reperibilità siano fatte oggetto di una interpretazione vincolante che risolva definitivamente i dubbi interpretativi insorti, nel rispetto dei fondamentali presupposti della tutela del personale e della regolare articolazione dell’orario di servizio. RITIENE Opportuno che, stante la carenza di risorse per la copertura integrale dei tagli derivanti dal c.d. “tetto salariale”, nell’attribuzione delle disponibilità stanziate per l’alimentazione del fondo perequativo si provveda ad una ripartizione del corrispondente indennizzo, secondo criteri di equità e progressività. Ritiene, altresì, necessario sollecitare l’Amministrazione e il Governo per conoscere quali e quante risorse sono disponibili dal FUG e dalla riduzione delle missioni all’estero. APPROVA La proposta di intesa che prevede la possibilità offerta ai colleghi in quiescenza di aderire – salvaguardando l’identità Siulp - alla Federazione nazionale Pensionati della Cisl con la garanzia di un riconoscimento della preziosa e specifica esperienza professionale da loro maturata, e conferisce delega alla Segreteria Nazionale per la conseguente stipula dell’accordo. PRENDE ATTO Con interesse della proposta di cooperazione tra la FNS-Cisl ed il SIULP che, nella condivisione dei valori confederali e nel rispetto delle reciproche autonomie organizzative e politiche, potrà consentire l’elaborazione di proposte politiche comuni sulla sicurezza e sulla tenuta democratica del paese, anche attraverso la promozione di iniziative comuni in tema di armonizzazione contrattuale tra i vari operatori della sicurezza e del soccorso pubblico, e valuta favorevolmente la possibilità concessa agli iscritti Siulp di accedere ai servizi offerti dalle strutture centrali e territoriali della CISL. DA MANDATO Alla Segreteria Nazionale di attivare tutte le iniziative idonee ed opportune per sollecitare l’Amministrazione affinché, l’iter legislativo finalizzato alla modifica delle procedure concorsuali per l’accesso alla qualifica di vice sovrintendente e basato sulla sola valutazione dei titoli e dell’anzianità, nelle more della definizione del riordino delle carriere, sia portato a compimento nel più breve tempo possibile. Approvato all’unanimità MOBILITÀ LEGGE 104/92: INCONTRO AL DIPARTIMENTO TARANTO CITTÀ DEI VELENI Pagina 2 Pagina 3 Nessun filtro, nessuna attività preventiva. Tanto ci pensa la Mobile. Oggi, la pratica si restringe alla sola la 4° Sezione - Contrasto al Crimine Diffuso (sempre la vecchia Antiscippo). Mentre allora erano i Commissariati o gli stessi uffici in seno alla Questura ad avvalersi della professionalità della Mobile, oggi sono le altre Sezioni investigative, con i funzionari in testa, a servirsi dell’Antiscippo. Alcuni esempi? Eccoli. C’è da fare una notifica all’avvocato? Manda l’antiscippo. Serve un pedinamento? Chiama l’antiscippo. Una perquisizione? L’antiscippo. Si costituisce un ricercato? Ancora l’antiscippo. C’è da eseguire uno sfratto? Invia l’Antiscippo. Sparano? Subito l’Antiscippo. E così via. Proprio come lo sceriffo nel vecchio Far West. Dei cow boy armati si accingevano a entrare in città? Chiamate lo sceriffo. Un altro al saloon aveva bevuto troppo? Avvertite lo sceriffo. Con la differenza che lo sceriffo era l’unico baluardo a difesa del territorio mentre la 4° Sezione è una delle sei in seno alla Mobile; ventiquattro dipendenti su 135 complessivi. Eppure si erano create alcune attese all’indomani della riorganizzazione delle Squadre Mobili laddove l’Antiscippo fu scorporata dalla Sezione Antirapina e trasformata in Contrasto al Crimine Diffuso. E ancor più in seguito all’insediamento del Dott. Rinella, che ne esaltò la specialità e l’importanza stabilendo che la IV Sezione non poteva e doveva essere chiamata a fronteggiare le incombenze altrui, trascurando il principale compito del controllo del territorio e la lotta alla microcriminalità. I rapinatori seriali di Rolex, gli scippi e il piccolo spaccio di stupefacenti e ancor più il bisogno di sicurezza dei cittadini, avevano bisogno di un’adeguata risposta. Qualche miglioramento lo si è intravisto nella parte iniziale della gestione soprattutto con il mancato impiego nei servizi di O.P. Poi, le buone intenzioni sono evaporate insieme all’autorevolezza di chi le ha manifestate. Perché tutto è ritornato come e peggio di prima. Se prima si veniva impiegati nelle operazioni di sfratto oggi lo si è per la demolizione di fabbricati. L’incarico? Assistere. A pensare male mi verrebbe da dire che la presenza dell’Antiscippo serva esclusivamente da deterrente. Esattamente come il poliziotto-buttafuori davanti le discoteche. Ma è solo un cattivo pensiero. La domanda, però, è: ciò accade per una precisa volontà del dirigente in rapporto alle oggettive difficoltà quale potrebbe essere la carenza di personale o frutto dell’influenza del solito Grillo Sparlante? Un Grillo (ma ce n’è più di uno) che impersona la voce della coscienza maligna del fomentare, denigrare e diffamare. Che alimenta ostilità per un malevolo tornaconto personale. Che a differenza del personaggio immaginario di Pinocchio, vive e prospera negli uffici della Mobile. A voler sminuire o chiudere con una battuta potrei dire che basterebbe consegnare ai colleghi della IV Sezione una bella stella di latta da appuntare sul petto in modo da sentirsi sceriffi a tutti gli effetti e salvaguardare il loro profilo professionale. E invece la questione non può essere liquidata in questi termini. Soprattutto all’indomani del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutosi a Bari, alla presenza del sottosegretario De Stefano e del vice capo della Polizia di Stato, Prefetto Francesco Cirillo, dove è emerso che la percezione di sicurezza è in calo per l’aumento dei reati predatori: rapine, furti in appartamento e scippi. Oltre all’emergenza della criminalità organizzata, che fa un uso disinvolto delle armi sparando di giorno e uccidendo per strada. Servirà l’invio di rinforzi a Bari per servizi straordinari di controllo, per arginare questa escalation criminale, ma sarebbe anche opportuno garantire adeguate risorse al personale che già si occupa del contrasto al crimine diffuso, perché operino al meglio delle loro possibilità. Purtroppo, l’appello lanciato qualche mese fa su questo Collegamento, sulla necessità di munire la IV Sezione di apparati radio funzionanti e mezzi efficienti, per espletare un normale servizio del controllo del territorio, è rimasto inascoltato. Allora si faccia chiarezza su come si intende gestire la IV Sezione – Contrasto al Crimine Diffuso. La si vuole modello ufficio dello sceriffo, succube delle altrui emergenze o funzionale alla richiesta di sicurezza dei cittadini? Sarà pure un caso che l’incremento di furti, rapine e scippi ( 0,2 per cento) si sia verificato sotto la gestione dell’attuale Dirigente della Squadra Mobile, ma non si può sottacere su alcune cause che ne hanno determinato l’aumento e che richiedono risposte adeguate. Altrimenti si fa prima a informare i cittadini, che la loro sicurezza è affidata all’ufficio dello sceriffo e passa per gli umori del Grillo Sparlante. Post Scriptum. Darei una stella da sceriffo anche al collega che da solo costituisce l’ex Sezione Catturandi, cancellata dalla riorganizzazione delle Squadre Mobili. Questo collega, prima di pensare ai modi d’intervento per arrestare il catturando, deve preoccuparsi di catturare i colleghi con i quali eseguire la cattura. A parte la mortificazione, giacché è costretto a peregrinare per i corridoi per convincere qualcuno a seguirlo, ciò che preoccupa è il totale disinteresse della dirigenza. Una dirigenza che ritiene non ci sia bisogno di assegnarvi personale alla Squadra Catturandi, come se d’incanto siano spariti anche i catturandi…fosse vero! Luigi ROMITA 1 Anno 17 - N. 17 1 Ottobre 2012 Mobilità Legge 104/92: esito incontro al Dipartimento Lo scorso 19 settembre si è svolto l’incontro tra il Direttore Centrale per le Risorse Umane e tutte le OO.SS. per discutere sui criteri riguardanti la mobilità relativa alla legge nr.104/92. In apertura dei lavori il Prefetto Fioriolli ha illustrato la problematica in esame, le criticità che l’Amministrazione deve affrontare sulla base di alcuni dati statistici che vengono qui riassunti: • Domande di trasferimento pendenti per il personale del ruolo Agenti Assistenti Sovrintendenti nr.584; per gli appartenenti al ruolo Ispettori le domande nell’anno 2011 sono state 18 di cui 8 accolte, 5 respinte e 4 in trattazione; per l’anno 2012 domande presentate nr. 20 di cui 9 accolte e 11 in trattazione; per gli appartenenti al ruo- lo direttivo le domande presentate sono state 2 di cui 1 respinta ed una in trattazione; • Il personale che fruisce dei permessi mensili previsti dalla legge nr.104/92 il ammonta a circa 6000 unità. L’Amministrazione ha, pertanto, chiesto al sindacato di aprire una discussione possibilmente condivisa per trovare criteri sulla mobilità che potessero contemperare l’esigenza di dare riscontro alle richieste del personale con la funzionalità di taluni uffici, in considerazione del fatto che le domande di trasferimento in uscita riguardano per la maggior parte solo alcune grandi sedi del nord e le domande in entrata riguardano solo poche città del sud. Il Prefetto Fioriolli, inoltre, ha affermato che l’Amministrazione sarebbe intenzionata a procedere al trasferimento del personale che, al termine dell’istruttoria abbia i requisiti richiesti dalla legge per assistere i figli o il coniuge portatori di handicap in condizione di gravità, mentre per tutti gli altri casi, si riserva di completare l’istruttoria e di valutare, caso per caso, la fattibilità del trasferimento. Al riguardo le scriventi organizzazioni hanno ribadito di dare immediata attuazione almeno ai trasferimenti del personale per l’assistenza ai figli e al coniuge nonché di essere pronte ad affrontare un confronto serio e costruttivo con l’Amministrazione sulla delicata problematica, anche al fine di stabilire procedure, criteri, tempi e modalità applicative certe e omogenee relative al- Spending Review: sindacati PS, no ai “Nonni in divisa” Al grido di “no ai nonni in divisa”, i sindacati di polizia si dicono pronti ad una “grande manifestazione nazionale”. Sull'armonizzazione del sistema pensionistico delle forze dell’ordine, Siulp, Sap, Ugl Polizia di Stato e Consap si aspettano “che il Governo nel suo insieme prenda in mano la situazione e, spostando il confronto presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, ponga in essere un’iniziativa con una netta inversione di tendenza rispetto a quanto proposto venerdì scorso a Palazzo Chigi dal ministro Fornero”. “Oggi - dicono Felice Romano, Ni- cola Tanzi, Valter Mazzetti e Giorgio Innocenzi, rispettivamente segretari generali dei sindacati Siulp, Sap, Ugl Polizia di Stato e Consap - abbiamo avuto un incontro al Ministero dell'interno con la nostra amministrazione alla quale abbiamo spiegato la necessità di un’armonizzazione del sistema pensionistico che tenga conto, come previsto dalla legge, della specificità della professione e che, soprattutto, non costringa i poliziotti italiani a diventare nonni in divisa, diminuendo sensibilmente l’efficacia del loro lavoro per i cittadini, per il mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica”. “So- Siulp: DIA struttura irrinunciabile per lotta alle mafie, il Governo ripristini i fondi Dichiarazione stampa del Segretario Generale Felice Romano I brillanti risultati a cui sono giunti gli uomini e le donne della DIA nella lotta alle mafie e nella confisca dei beni, rappresenta la prova inconfutabile che questa struttura è efficiente, efficace e necessaria per vincere la guerra contro il crimine. Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale del SIULP che, in occasione del ventennale della costituzione di questa struttura investigativa straordinaria e all’avanguardia, anche perché è riprova che il coordinamento delle Forze di Polizia quando effettuato bene da eccellenti riscontri, nel ringraziare i colleghi che operano nella DIA e il Ministro Cancellieri per gli apprezzamenti espressi, sottolinea la necessità che le risorse tagliate siano ripristinate immediatamente. Sostenere che la DIA è indispensabile ed efficace, nelle ricorrenze, dimenticandosi della stessa negli appostamenti di bilancio per ripristinare le risorse che sono state incautamente tagliate, significa non dare il pieno e legittimo riconoscimento al lavoro effettuato. Mi auguro, pertanto conclude Romano, che presto alle solite “pacche sulle spalle” seguano anche riconoscimenti concreti per ridare piena e totale agibilità a questo settore che, sinora non è stato risparmiato dall’ascia selvaggia dei tagli. Roma 21 settembre 2012. 2 prattutto - sottolineano i sindacalisti abbiamo rappresentato la necessità di un incontro urgente con il Ministro che sciolga la contraddizione emersa all’interno del Governo dopo che la Fornero ha sostenuto che quella rappresentata era la posizione condivisa da tutti i Ministri e le Amministrazioni interessate, mentre queste ultime continuano a sostenere che erano all'oscuro di tutto e che non condividono l'impostazione del ministro del lavoro”. ”La bozza di regolamento che ci è stata consegnata - affermano Siulp, Sap, Ugl Polizia di Stato e Consap - è irricevibile. Tra l’altro, già adesso gli o- la mobilità di cui alla legge nr. 104/92, oltre che correggere ogni forma di sperequazione tra il personale a parità di condizioni, anche con riguardo all’applicazione della norma in esame o quella di cui all’art 55 del DPR nr.335/82. Inoltre il cartello sindacale ha ribadito che qualunque confronto non può trovare l’approvazione delle parti sociali quando le proposte, come nei casi rappresentati dall’Amministrazione, costituiscono una deroga alle norme previste dalla legge nr.104/92 in materia di mobilità per il personale che assiste persone affette da handicap grave. L’Amministrazione ha preso atto delle posizioni espresse, ha manifestato la volontà di giungere in tempi rapidi alla conclusione dell’istruttoria delle domande pendenti e di assumere autonome determinazioni tenendo conto delle posizioni espresse da tutti i sindacati. • peratori delle forze dell’ordine hanno l’età pensionabile più alta d’Europa. Se le norme proposte non cambieranno, ci sarà una marea di pensionamenti immediati e un conseguente aumento del buco d’organico esistente”. “Siamo e resteremo disponibili al confronto - spiegano i sindacati di polizia - ma nel contempo non possiamo tollerare ulteriori penalizzazioni per il comparto sicurezza che avrebbero conseguenze gravi, immediate e dirette nei confronti dei cittadini. Altrimenti, saremo costretti ad organizzare una grande manifestazione nazionale degli operatori del comparto sicurezza e ad avviare una mobilitazione lunga e serrata”. • L’ultimo saluto In questi giorni si è spento Antonio Perotti, Ispettore Capo della Polizia di Stato in quiescenza. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo negli anni in cui ho prestato servizio, come Agente Ausiliario, presso il IX Reparto Mobile di Bari. Tessere le sue lodi potrebbe sembrare retorico, ma Antonio Perotti aveva doti di sensibilità ed umanità fuori dal comune, soprattutto nei confronti dei giovani colleghi che approdavano ad un nuovo mondo lavorativo. Come tanti, rappresentava, concedetemi l’eufemismo, la “vecchia” Polizia di Stato, quella composta da persone semplici che hanno sofferto in silenzio per anni sia a causa dell’organizzazione militare cui erano sottoposti, sia per l’ostilità di una buona fetta di società che ci additava come servi dello stato. Seppur non immune da difetti, quella Polizia, fatta di tanti Antonio Perotti, è riuscita comunque a trasmetterci dei valori, in particolare il rispetto verso tutti i colleghi ed un sano spirito di cameratismo, ormai in via di estinzione. Alla famiglia di Antonio, in particolare a suo figlio Genesio, Sostituto Commissario in servizio presso la D.I.A. e quadro sindacale Siulp, giungano le più sentite condoglianze da parte di tutta la struttura sindacale provinciale di Bari. Michele Saracino Se vuoi ricevere questo notiziario via e-mail in versione PDF in tempo reale e direttamente a casa tua invia una email a: [email protected], indicando il nome, il cognome ed il posto di lavoro. Il tuo indirizzo di posta elettronica verrà automaticamente inserito nell’apposito elenco dei destinatari di questo servizio. Anno 17 - N. 17 1 Ottobre 2012 Taranto, città dei veleni da tutelare i militari operanti con i loro presidi nell’area portuale. Una collaborazione che d'ora in avanti sarà sempre più proficua e questo lo sa bene Antonello Ciavarelli del Consiglio centrale di rappresentanza degli organismi militari nonché delegato dagli stessi Cocer. Preoccupati di tale situazione, prima ancora che scoppiasse un vero caso Ilva, nei mesi scorsi, per primi abbiamo emesso alcune delibere in seno al mandato di rappresentanze ricevuto dal nostro Direttivo Siulp che conta circa 40 membri, con le quali si intende chiedere ai nostri vertici anche in virtù della Legge n. 81/2008 ex 626 e agli enti preposti di valutare lo stato di rischio dei nostri operatori costantemente esposti agli agenti inquinanti, il loro stato di salute attraverso indagini medico-scientifiche, l’installazione di centraline per il monitoraggio dell’aria che rilevassero la quantità di sostanze dagli esperti ritenute nocive e cancerogene, come diossina, benzopirene e PM10 e ogni utile provvedimento preventivo che scongiuri o elimini al minimo i pericoli per la salute dei poliziotti operanti in quelle aree. Fastidi alle prime vie respiratorie, stati momentanei di malessere, pelle inaridita, divise che si “cristallizzano” al contatto con l’aria, polveri che si insinuano all’interno dei locali o sui davanzali delle finestre degli Uffici di Frontiera e della Polfer; sono questi segnali che non possono essere assolutamente sottovalutati. E' del tutto evidente come ogni apparato industriale, a maggior ragione se di dimensioni mastodontiche, determini con il passare degli anni anche pesanti effetti sul piano della sostenibilità ambientale con cause ed effetti sulla salute che si sviluppano anche dopo anni, secondo quanto ci riferiscono gli esperti della scienza e medicina. È certamente un inquinamento prodotto da oltre 40 anni dalle diverse realtà industriali presenti sul nostro territorio. Ed è per questo che gli attuali Ministri di Ambiente e Salute, mai come in questa fase, da un punto di vista politico e normativo, devono poter lavorare serenamente e con gli equilibri che il caso richiede, visto che nel rovescio della medaglia, tra le altre cose vi è, il mantenimento dei livelli occupazionali. Un binomio e una partita assai difficile tanto che comprendiamo a pieno le difficoltà e le preoccupazioni espresse delle oo.ss. confederali a cui lo stesso Siulp, nello spirito si ispira, essendo anch’esso confederale. In ogni caso, preferiamo mantenere un atteggiamento più cauto rispetto alla lettura di alcuni dati in questi giorni parzialmente diffusi dalla stampa e rinvenenti dalle associazioni ambientaliste che evidenzierebbero l’aumento di mortalità per tumori nella città di Taranto e provincia e l’aumento di patologie gravi come i mesoteliomi. A questo, pervengono inoltre dati che nella loro analisi, non ci fanno stare sereni poiché evidenzierebbero l’aumento, dai primi mesi dell’anno, di patologie tumorali nei confronti dei bambini così come di recente riportato da alcuni luminari della Università di Bari. Nella “bagarre” appena scoppiata, preferiamo aspettare il mese di ottobre, quando si concluderà lo studio “sentieri” dell'Istituto Superiore di Sanità e prima di ogni cosa sarà magari necessario comparare i dati con la perizia epidemiologica della Procura di Taranto a cui va tutto il nostro apprezzamento e sostegno per il difficile lavoro fin ora svolto. Per ritornare al punto che ha ispirato la nostra denuncia, al termine vi è da dire che, all’amarezza e alle perplessità espresse nei giorni scorsi dai Cocer, si aggiunge la nostra, poiché, nonostante la sensibilità dei loro vertici nello stimolare Legge Pinto: risarcimento per processo lungo più di sei anni “Dirigente per un giorno!”. Questo è il nuovo reality in onda su Tele Canne della Battaglia. Il format del programma è semplice quanto efficace. I concorrenti, rigidamente selezionati presso centri di psichiatria ospedalieri, devono presentarsi in incognita presso il Commissariato di Polizia. Una volta entrati negli Uffici dovranno simulare di essere il nuovo dirigente, quindi assolvere i propri compiti: scrivere romanzi, andare in ordine pubblico con il casco di protezione al contrario, sparare almeno qualche colpo in aria, vedere come fottere disciplinarmente e penalmente almeno due o tre colleghi, sconfiggere la Banda Bassotti, tenere almeno due o tre conferenze stampa al giorno, incitare il personale ad iscriversi al sindacato “chiù premi pi tutti”. Le prove sono veramente dure, molti si arrendono prima del termine, ma per arrivare in fondo non basta solo pazienza ed abilità. Infatti, arriva in finale solo chi non Le cronache locali dei nostri giorni incentrate sulle stringenti tematiche di ordine ambientale, le inchieste giudiziarie ad esse collegate e l'intervento a vari livelli delle istituzioni, impegnate nella salvaguardia di un diritto costituzionalmente garantito come quello della salute pubblica, hanno indotto il SIULP di Taranto, il maggiore sindacato del Comparto Sicurezza, a scendere in difesa degli operatori di Polizia esposti ai gravi rischi derivanti dall'inquinamento industriale. È bene rimarcare che la denuncia del nostro sindacato, al momento riveste un carattere esclusivo. Nel nostro settore, siamo i primi e gli unici, visto l'inspiegabile silenzio e l'inerzia delle numerose sigle sindacali del nostro comparto, distratte, a livello locale, chissà da quali altre situazioni senza che le stesse considerino il delicato momento. A tutela della salute sui luoghi di lavoro, il SIULP Jonico, già da tempo ha riservato attenzioni sulle condizioni in cui operano centinaia di poliziotti e poliziotte, discutendo sui riflessi e danni alla loro salute provocati dall'inquinamento atmosferico e marino. Infatti, ci siamo concentrati maggiormente su quelle aree a più alto rischio, in cui, ormai da anni, sorgono sia l’Ufficio di Polizia di Frontiera, collocato all’interno del porto (dove è noto come vi sia movimentazione con nastri trasportatori di minerali prodotti dal vicino siderurgico) che presso la Sezione di Polizia Ferroviaria situata nel Rione Tamburi dove, com’è noto, si rileva una pesante situazione di contaminazione atmosferica cagionata dalle polveri sottili rinvenenti dal vicino parco minerario. Per queste ragioni non abbiamo mai negato la scesa in campo al fianco delle rappresentanze di base dei Cocer di Marina Militare, Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza che ad onor del vero, per prime si sono rivolte alle Autorità e ai loro Comandi, avendo Le modifiche alla “Legge Pinto”, apportate dal Decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70 coordinato con la legge di conversione 12 luglio 2011, n. 106 (decreto sviluppo) rendono più restrittiva la disciplina del risarcimento per la irragionevole durata dei processi. Le novità in materia ridefiniscono l’intero procedimento, rendendolo più simile a quello previsto per il decreto ingiuntivo, prevedono sanzioni da irrogare per le richieste più pretestuose, comportano l’esclusione delle parti colpevoli di aver assunto condotte dilatorie e infine determinano dei termini rigidi per la presentazione delle domande nel senso che non dovranno essere trascorsi più di 60 giorni dal momento in cui la decisione che conclude il procedimento contestato sia diventata definitiva. Una particolare attenzione verrà riservata alla durata del procedimento: esso infatti non potrà durare più di 6 anni, con 3 anni per il primo grado, 2 per l’appello e 1 per la Cassazione. Al di sotto di queste soglie nessuna richiesta verrà presa in considerazione. Negli altri casi, andrà verificata dalla Corte d’appello la consistenza del ritardo: per ogni anno di sforamento, oppure per frazioni di an- no superiori a sei mesi, del limite del grado di giudizio, il risarcimento potrà essere compreso tra un minimo di 500 euro e un massimo di 1.500. Sarà possibile determinare un ammontare superiore, purché non superi il valore della causa. In questo passaggio è rilevante la condotta del giudice e soprattutto quella delle parti. Queste ultime devono tenere un comportamento idoneo, astenendosi dall’utilizzare poteri processuali legittimi in una funzione meramente dilatoria e di allungamento dei tempi della decisione. In tali casi nessun risarcimento potrà essere concesso. Il nuovo procedimento permetterà uno svolgimento diverso che prende avvio con la parte che presenta ricorso al presidente della Corte d’appello competente, quest’ultimo che designa un giudice competente alla trattazione della causa che, a sua volta, deciderà con decreto sulla base dei documenti presentati dalla parte. Il decreto poi potrà essere oggetto di impugnazione in tempi stretti. Si salvaguarderebbe in questo modo la possibilità di una tutela giurisdizionale rafforzata, visto che sull’impugnazione deciderà, ma solo a quel punto, la Corte d’appello in versione collegiale. gli Enti competenti all’adozione di provvedimenti cautelativi in favore della salute degli operatori militari di settore, ancora nulla è stato fatto. Ed è per questo che il Siulp di Taranto, stà predisponendo una successiva delibera che contiene specifiche richieste a tutela e salvaguardia dei nostri luoghi di lavoro. Questa volta però ci rivolgeremo direttamente al Ministro della Salute e per il tramite della nostra Segreteria nazionale, la invieremo al Capo della Polizia Prefetto Manganelli, ai massimi vertici locali come Questore e Prefetto, al Dirigente Compartimentale per la Polfer a quello della Zona di Frontiera, al nostro Medico competente, alla Divisione Centrale di Sanità in seno al nostro Dipartimento della P.S. e interesseremo il Dipartimento di Prevenzione dell'Asl locale. Non possiamo mostrarci insensibili a una simile situazione e siamo della idea che non potrà esserlo il nostro datore di lavoro che siamo certi darà dimostrazione di sensibilità su tale argomento. Da parte sua incombono precisi obblighi nella salvaguardia della salute e sicurezza di ogni lavoratore così come previsto dalla complessa normativa, raccolta nella riforma del Testo Unico reso operativo nel 2009, sintetizzata nel Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. In piena coerenza con quelle che sono le indicazioni impartite dalla Comunità Europea, le Amministrazioni, hanno il dovere di garantire e sostenere la qualità del lavoro, la salute e la sicurezza dei propri lavoratori. È questo l’obiettivo fondamentale da raggiungere e che assume maggiore rilevanza soprattutto ora che nella Provincia di Taranto, si registra una situazione esclusiva per non dire angosciosa sul piano del mantenimento di certi livelli che garantiscano la salute del cittadino. Antonio Di Gregorio Segretario Siulp TA La rubrica dell’irriverenza è scoperto dalla temibile ed infallibile commissaria Bellicapelli, un ibrido tra una Charlie’s Angels , Yelina Salas di C.S.I. Miami e Milena Vukotic. Implacabile negli interrogatori, con le sue domande a trabocchetto ha smascherato pericolosi criminali dal calibro di Jack Rubagalline e Macchia nera. C’è da scommetterci che solo pochissimi prescelti arriveranno a giocarsi la sfida che determinerà il “Dirigente modello”. Anche voi colleghi potete partecipare alla scelta del vincitore attraverso il televoto oppure mandando un sms al modico costo di 5 euro. Qualcuno ci dirà:<ma siamo su Scherzi a parte?>. <Purtroppo no!> , diciamo noi. Però, di una cosa siamo certi: un Ufficio di Polizia, talvolta, può essere diretto meglio da un dilettante allo sbaraglio che da professionisti dell’inettitudine. <Aridatece il Commissario Basettoni……ah….ah…>. 3 Anno 17 - N. 17 1 Ottobre 2012 • FLASH • FLASH • FLASH • FLASH • FLASH • FLASH • FLASH • Autovelox: Almeno un chilometro tra il dispositivo e la segnalazione Almeno un chilometro tra autovelox e segnale che impone il limite di velocità. Presegnalamento e visibilità delle postazioni. Sono di grande rilievo e impatto le disposizioni introdotte dal legislatore negli ultimi anni per regolamentare l’uso dei dispositivi che controllano la velocità dei veicoli. Ma in questi giorni le interpretazioni ministeriali su alcuni specifici aspetti dell'impiego degli autovelox, in particolare quelle sulla distanza dal segnale di velocità, sono state oggetto di critiche dagli organi parlamentari. La commissione trasporti della camera nella seduta del 13 settembre 2012 ha infatti approvato tre risoluzioni che impegnano il governo a riconsiderare le indicazioni contenute nella circolare del 12 agosto 2010, nel senso di chiarire che la disposizione di cui all’art. 25 della legge n. 120/2010 relativa alla distanza non inferiore a un chilometro dei dispositivi di controllo rispetto al segnale che impone il limite di velocità è applicabile anche ai casi in cui l’accertamento dell’illecito è effettuato con la presenza di un organo di polizia stradale. Distanza dal segnale di velocità. L’ultima modifica introdotta dall’art. 25 della legge 120/2010 prevede che con decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, devono essere definite le modalità di collocazione e uso dei dispositivi o mezzi tecnici di controllo, finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni delle norme di comportamento di cui all’art. 142 del codice della strada, che fuori dei centri abitati non possono comunque essere utilizzati o installati a una distanza inferiore a un chilometro dal segnale che impone il limite di velocità. Ma con la circolare prot. n. 300/A/l 1310/10/10/101/3/3/9 del 12 agosto 2010, il ministero dell'interno, discostandosi dal dettato normativo e sostituendosi di fatto al previsto decreto attuativo mai emanato, ha affermato che fuori dai centri abitati solo gli autovelox fissi devono essere posizionati ad almeno un chilometro dal segnale stradale che impone il limiti di velocità. L’obbligo di rispettare la distanza minima non riguarda invece i casi in cui l’accertamento dell’illecito è effettuato dalla polizia stradale. Di fronte a questa discrasia fra il dettato normativo e l’interpretazione del ministero dell'interno, la commissione trasporti della camera ha approvato le tre risoluzioni. Presegnalamento e visibilità. Ai sensi dell’art. 3 del decreto legge n. 117 del 3 agosto 2007 tutti i dispositivi per il controllo elettronico della velocità in funzione sulla rete stradale devono essere ben visibili e segnalati. In attuazione di tale disposto, il decreto del ministero dei trasporti del 15 agosto 2007 ha specificato che le postazioni di controllo possono essere segnalate con cartelli stradali di indicazione temporanei o permanenti, con segnali stradali luminosi a messaggio variabile o con dispositivi di segnalazione lu- minosi installati su veicoli. I segnali stradali di indicazione devono essere realizzati con un pannello rettangolare, di dimensioni e colore di fondo propri del tipo di strada sul quale sono installati. Sul pannello deve essere riportata l’iscrizione «controllo elettronico della velocità» oppure «rilevamento elettronico della velocità», eventualmente integrata con il simbolo o la denominazione dell’organo di polizia stradale che attua il controllo. I segnali stradali e i dispositivi di segnalazione luminosi devono essere installati con adeguato anticipo rispetto al luogo in cui viene effettuato il rilevamento della velocità, e in modo da garantirne il tempestivo avvistamento, in relazione alla velocità locale predominante. La distanza fra i segnali o i dispositivi e la postazione di rilevamento della velocità deve essere valutata in relazione allo stato dei luoghi; in particolare è necessario che non vi siano tra il segnale e il luogo di effettivo rilevamento intersezioni stradali che comporterebbero la ripetizione del messaggio dopo le stesse, e comunque non superiore a 4 km. Come indicato dalla direttiva ministeriale del 14 agosto 2009, salvo casi particolari in cui l’andamento plano-altimetrico della strada o altre circostanze contingenti rendono consigliabile collocarlo a una distanza maggiore, come distanza minima adeguata fra il segnale e la postazione di controllo si può considerare quella indicata, per ciascun tipo di strada, dall’art. 79, c. 3, del regolamento di esecuzione e attuazione del codice della strada per la collocazione dei segnali di prescrizione. Questa distanza minima, infatti, consente di garantire il corretto avvistamento del segnale da parte degli uteti in transito. Circa l’obbligo di piena visibilità delle postazioni di controllo, comunque, il riferimento deve essere fatto sempre solo alle strumentazioni e non anche agli agenti operanti. Questo aspetto è già stato chiarito anche dal ministero dei trasporti con un parere del 6 ottobre 2009. L’art. 183 del regolamento stradale, infatti, richiede che gli agenti del traffico siano ben percepibili quando effettuano segnalazioni in mezzo alla strada o si trovino ad operare in condizioni di scarsa visibilità, serali o notturne. L’obbligo di conoscibilità del controllo autovelox riguarda la sola postazione, e dunque gli agenti non sono tenuti a rendersi visibili. E se l’accertamento della velocità viene effettuato utilizzando il telelaser? Con una circolare del 15 marzo 2010 il Ministero dell’interno ha chiarito che in caso di utilizzo di dispositivi che rilevano la velocità dei veicoli in avvicinamento, la distanza minima di posizionamento della segnaletica di preavviso va riferita alla distanza che deve almeno intercorrere fra il luogo di posizionamento della segnaletica e il punto di rilevamento delle infrazioni, senza dunque fare riferimento al punto in cui è collocata la strumentazione. Questo perché la distanza deve essere adeguata per garantire il tempestivo avvistamento della postazione. (Fonte Italia Oggi). Cinque anni di interpretazioni Decreto legge n. 117 dei 3 agosto 2007 Prevede l'obbligo di segnalare e rendere visibili le postazioni di controllo della velocità Decreto del ministero dei trasporti del 15 agosto 2007 Dà attuazione alle disposizioni dell'art. 3 del di n. 117/2007 Direttiva dei ministro dell'interno del 14 agosto 2009 La direttiva del ministro Maroni sul controllo della velocità dei veicoli da parte degli org ani di polizia stradale Legge n. 129 del 29 luglio 2010 Dispone che un dm dovrà definire le modalità di collocazione e uso degli autovelox, che fuori dei centri abitati devono essere installati a una distanza di almeno un km dal segnate di velocità massima Fuori dai centri abitati l'obbligo dì posizionamento ad almeno un Circolare del ministero dell'interno del chilometro dai segnale stradale che impone il limiti di velocità vale 12 agosto 2010 solo gli autovelox fissi 4 Spray al Peperoncino per la Polizia Locale Gli spray al peperoncino conformi alle disposizioni ministeriali in vigore dall’inizio dell’anno non possono essere classificati come armi e quindi possono essere liberamente detenuti anche dagli operatori di polizia locale. Lo ha evidenziato il ministero dell’interno con la nota datata 7 settembre 2012 inoltrata alla prefettura di Vicenza. L'impiego degli spray antiaggressione al peperoncino a bassa gittata è stato disciplinato con il regolamento 12 maggio 2011, n. 103 concernente la definizione degli strumenti di autodifesa che nebulizzano un principio attivo naturale che non abbiamo attitudine a recare offesa alla persona, (pubblicato sulla G. U. n. 157 dell’08/07/2011). Sono già passati vari anni dall'approvazione del pacchetto sicurezza, la legge 94/2009 che all’art. 3/32 richiedeva l’approvazione urgente di un regolamento ad hoc per la definitiva liberalizzazione dei diffusi spray antiaggressione al peperoncino. La questione ha particolare rilievo anche per la polizia municipale che spesso si è dotata di questi semplici strumenti nonostante fino al 9 gennaio fossero pochissimi i prodotti ritenuti in libera vendita e quindi regolari. Con l’entrata in vigore del regolamento 103/2011 le cose sono notevolmente migliorate. Per ottenere la certificazione di libera vendita questi diffusi strumenti di difesa devono contenere una miscela non superiore a 20 mi di prodotto, con specifiche quantità massime di prodotti irritanti naturali. Gli spray in libera vendita non possono avere una gittata superiore a tre metri e devono essere etichettati e dotati di un sistema di sicurezza contro le attivazioni accidentali. Tutti gli strumenti di autodifesa non conformi a queste prescrizioni rimarranno disciplinati dalla materia dedicata alle armi, specifica il decreto ministeriale. Solo i soggetti che abbiano già compiuto almeno 16 anni potranno acquistare regolarmente gli spray. Restavano però dubbi sull’applicazione diretta di questa liberalizzazione in riferimento alla dotazione di questi spray agli agenti di polizia locale. A parere del Viminale questi strumenti non sono armi e quindi possono essere portati anche dalla polizia municipale senza necessità di alcuna specifica autorizzazione in materia di armamento. (Fonte Italia Oggi). Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-17734 presentata da MAURIZIO TURCO giovedì 20 settembre 2012, seduta n.689 Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: un comunicato delle organizzazioni sindacali della polizia di Stato ha diffuso il resoconto dell’incontro avvenuto il 18 settembre 2012 tra il direttore centrale per le risorse umane e tutte le organizzazioni sindacali per discutere sui criteri riguardanti la mobilità relativa alla legge n. 104 del 1992; nella nota si legge: «In apertura dei lavori il Prefetto Fioriolli ha illustrato la problematica in esame, le criticità che l’Amministrazione deve affrontare sulla base di alcuni dati statistici che vengono qui riassunti: domande di trasferimento pendenti per il personale del ruolo Agenti Assistenti Sovrintendenti n. 584; per gli appartenenti al ruolo ispettori le domande nell’anno 2011 sono state 18 di cui 8 accolte, 5 respinte e 4 in trattazione; per l’anno 2012 domande presentate n. 20 di cui 9 accolte e 11 in trattazione; per gli appartenenti al ruolo direttivo le domande presentate sono state 2 di cui 1 respinta ed una in trattazione; il personale che fruisce dei permessi mensili previsti dalla legge n. 104/92 ammonta a circa 6.000 unità; l’Amministrazione ha, pertanto, chiesto al sindacato di aprire una discussione possibilmente condivisa per trovare criteri sulla mobilità che potessero contemperare l’esigenza di dare riscontro alle richieste del personale con la funzionalità di taluni uffici, in considerazione del fatto che le domande di trasferimento in uscita riguar- dano per la maggior parte solo alcune grandi sedi del nord e le domande in entrata riguardano solo poche città del sud. Il Prefetto Fioriolli, inoltre, ha affermato che l’Amministrazione sarebbe intenzionata a procedere al trasferimento del personale che, al termine dell’istruttoria abbia i requisiti richiesti dalla legge per assistere i figli o il coniuge portatori di handicap in condizione di gravità, mentre per tutti gli altri casi, si riserva di completare l'istruttoria e di valutare, caso per caso, la fattibilità del trasferimento. Al riguardo le scriventi organizzazioni hanno ribadito di dare immediata attuazione almeno ai trasferimenti del personale per l’assistenza ai figli e al coniuge nonché di essere pronte ad affrontare un confronto serio e costruttivo con l’Amministrazione sulla delicata problematica, anche al fine di stabilire procedure, criteri, tempi e modalità applicative certe e omogenee relative alla mobilità di cui alla legge n. 104/92, oltre che correggere ogni forma di sperequazione tra il personale a parità di condizioni, anche con riguardo all’applicazione della norma in esame o quella di cui all’articolo 55 del decreto del Presidente della Repubblica n. 335/82. Inoltre il cartello sindacale ha ribadito che qualunque confronto non può trovare l’approvazione delle parti sociali quando le proposte, come nei casi rappresentati dall’Amministrazione, costituiscono una deroga alle norme previste dalla legge n. 104/92 in materia di mobilità per il personale che assiste persone affette da handicap grave. L’Amministrazione ha preso atto delle posizioni espresse, ha manifestato la volontà di giungere in tempi rapidi alla conclusione dell'istruttoria delle domande pendenti e di assumere autonome determinazioni tenendo conto delle posizioni espresse da tutti i sindacati» -: se tale argomento sia mai stato affrontato dal consiglio centrale della rappresentanza militare e, in caso affermativo, quali siano stati i dati statistici evidenziati dall’amministrazione militare e quali le proposte avanzate dall’organismo di rappresentanza, per sezione e per comparto. (4-17734). COLLEGAMENTO SIULP Quindicinale di Informazione Sindacale edito dal Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia Anno 17 N. 17 - 1 Ottobre 2012 Direttore Responsabile GEROLAMO GRASSI Direttore Editoriale: MICHELE SARACINO Redazione Mario BOCCOLA Vice Responsabile Consulenti GIUSEPPE IAFFALDANO PAOLO ZINI - RAFFAELE TATOLI FRANCESCO CORRERA FORTUNATO FORTUNATO Hanno collaborato a questo numero: L. ROMITA A. DI GREGORIO Reg. Trib. Bari N. 1278 Redazione: Via Palatucci, 4 - Bari Tel. 0805349784 - 0805291165 Telefax 0805349399 Internet: www.siulpbari.eu • E-Mail: [email protected] Stampa: Stampa Service di F.sco Stea Via L. Da Vinci, 4 - Valenzano (Ba) E-mail: [email protected] Info 347.8437389 La collaborazione al giornale è gratuita. Articoli e foto, anche se non pubblicate, non si restituiscono, e rispecchiano sempre il pensiero dell’autore. Senza il consenso scritto dell’editore è vietato riprodurre con qualsiasi mezzo il giornale o sue parti.