N.15 - La nostra storia - Associazione Italiana Allevatori

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N.15 - La nostra storia - Associazione Italiana Allevatori
E naturalmente fermenti lattici.
È questa la ricetta vincente dei formaggi tipici
a marchio Italialleva prodotti dal caseificio
Cissva di Capo di Ponte (Bs)
Il Caseificio sociale del Sebino e della Valcamonica
(Cissva) nasce nel 1982 “per razionalizzare la raccolta e la lavorazione del prezioso latte delle nostre fattorie e malghe - si legge in un depliant della cooperativa
camuna - dando la possibilità a chi ha scommesso
sull’agricoltura di montagna di vincere la sfida”. Una
sfida sicuramente ardua ma ancora apertissima, grazie
alle intelligenti strategie di questa interessante realtà
del lattiero-caseario nazionale, che ha deciso di puntare
sui prodotti tradizionali delle montagne bresciane,
coniugando la tipicità all’innovazione, alla sicurezza
alimentare e all’origine al 100% locale e italiana del
latte. Origine garantita dal bollino blu di Italialleva
Latte camuno,
caglio e sale
di Alessandro Amadei
“I
mportante realtà cooperativa che
con la propria attività contribuisce
al mantenimento dell’economia agricola
montana, per aver esteso la garanzia Italialleva al 100% della propria produzione
lattiero-casearia”. Come segnalavamo sullo
scorso numero de l’Allevatore magazine, è
con questa motivazione che l’Associazione
italiana allevatori ha conferito al Caseificio sociale del Sebino e della Valcamonica
(Cissva) il premio Italialleva di quest’anno.
Certamente un gradito riconoscimento
per lo staff dirigenziale e per tutti gli allevatori soci della nota cooperativa di Capo
di Ponte (Bs), nata 30 anni fa proprio con
l’obiettivo di garantire la sopravvivenza
Biglietto da visita
Caseificio sociale di Valle Camonica e del Sebino
sede
Via S. Briscioli, 40 – 25044 Capo di Ponte (Bs)
contatti - sito web - posta elettronica
Tel. 0364 42173; www.cissva.it, [email protected]
l’azienda
• Soci conferenti: 70, per un totale annuo di 152mila quintali di latte ritirato
(di cui 125mila trasformati in formaggi a marchio Cissva)
• Altri conferenti: 32, per un totale annuo di 34mila quintali di latte
(lavorati a parte)
• Provenienza latte: esclusivamente dalla Val Camonica e dalla Val Sebino
• Produzioni: formaggi a pasta dura o semimorbida tipici della tradizione locale (Silter, Casolet, Casatta di Corteno Golgi ecc.) per un totale di 17 referenze, incluso latte Uht
• Canali di commercializzazione: gdo (nord Italia), grossisti, dettaglianti e spacci aziendali di Capo di Ponte, Pisogne, Iseo ed Edolo
• Fatturato annuale: 14 milioni di euro
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Foto a fianco
Giancarlo Panteghini, presidente del caseificio
Cissva e vicepresidente dell’Apa di Brescia
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della zootecnia da latte nelle verdi vallate
che dal lago d’Iseo salgono verso il passo
del Tonale e verso l’Aprica.
E anche se da allora molte stalle hanno
chiuso i battenti e altre sono in procinto
di chiuderli per via di un mancato ricambio generazionale che brucia tantissimo a
chi ha sempre interpretato con passione
e orgoglio il mestiere di allevatore, c’è un
dato di fatto innegabile: oggi come allora
durante i mesi estivi le vacche continuano
a pascolare sugli alpeggi delle montagne
camune e gli allevatori continuano a trasformare il loro latte in golose forme di
Silter. A beneficio di un ambiente che si è
mantenuto integro e che è tuttora in grado
di richiamare frotte di turisti, capaci di apprezzare, oggi forse più di allora, l’unicità
dei formaggi locali. Ma senza la presenza
del caseificio Cissva tutto ciò non sarebbe
stato possibile. Vuoi perché è grazie all’attività e al successo commerciale di questa
realtà cooperativa che gli allevatori di queste vallate hanno potuto essere remunerati
dignitosamente per l’intero arco dell’anno,
e mantenersi in attività. Vuoi perché nel
corso dei lustri la Cissva ha saputo credere nelle proprie scelte strategiche, tra cui
quella di puntare solo ed esclusivamente
sul latte degli allevamenti locali.
Tradizione e innovazione
“I nostri 70 soci e gli altri 32 conferenti – puntualizza subito il presidente della
cooperativa Giancarlo Panteghini – sono
tutti, senza eccezioni, di queste zone. Parliamo di titolari di aziende di dimensioni
variabili dai 4 ai 150-180 capi, in cui si alFoto a fianco
Nei magazzini della cooperativa è possibile
ammirare l’intera gamma produttiva, che comprende
formaggi a latte pastorizzato o crudo, scremato o
intero
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Foto sopra, da sinistra
Il latte lavorato presso la cooperativa proviene
esclusivamente dalle fattorie e dalla malghe della Val
Camonica e della Val Sebino. Una scelta risalente al
lontano 1982…
La cooperativa camuna garantisce la completa rintracciabilità, “dalla forchetta al forcone”, dei propri
prodotti
levano la razza Bruna italiana, la Frisona
italiana e la Pezzata Rossa italiana. E in
cui l’alpeggio estivo, delle manze o dell’intera mandria, è ancora la norma”.
Altra scelta strategica risalente se non agli
esordi della cooperativa, ai suoi primissimi
anni, quella di trasformare il latte locale
nei formaggi della tradizione locale: ecco
il Silter, il Casolet, la Casatta di Corteno
Golgi, o il classico Nostrano. Rispetto per
la tradizione valligiana ma spazio libero
all’inventiva dei casari: nasce così la Rosa
Camuna, autentico orgoglio del caseificio
Cissva e formaggio assolutamente originale per la forma, opportunamente brevettata – e richiamante il fiore che compare nelle incisioni dei Camuni, divenuto
simbolo della Regione Lombardia - e per
il suo gusto, dolce e profumato. Non meno
innovativi nella forma (altrettanto brevettata) e nella sostanza anche il Cuore di
Valle e il Piccolo Cuore di Valle, che vanno
a ruba per matrimoni o festività come San
Valentino. Ma l’elenco delle invenzioni sarebbe lungo.
Con Italialleva
“La nostra cooperativa – sintetizza Panteghini – produce in tutto 17 referenze
comprendenti formaggi a latte scremato o
intero, crudo o pastorizzato, a pasta dura o
semimorbida, ma anche il latte Uht in bottiglia o in brik. E da un anno a questa parte
l’intera produzione è a marchio Italialleva”.
Una scelta unanimemente condivisa da
soci e cda, spiega il presidente di Cissva, e
che altro non è che il naturale coronamento della strategia da sempre seguita dalla
cooperativa camuna. “Già da prima specificavamo in etichetta che i nostri formaggi
erano prodotti esclusivamente con il latte
della Valcamonica e della Val Sebino. Il
marchio Italialleva è un’ulteriore garanzia
per il nostro consumatore sull’italianità
al 100% dei nostri prodotti. E chi, se non
l’Associazione italiana allevatori, poteva
certificarcelo?”. E la soddisfazione dei soci
per l’adesione alla piattaforma Aia è tangibile: “il fatto di poter offrire al consumatore ulteriori garanzie ci dà morale. Tanto
più che nei nostri punti vendita abbiamo
osservato come la clientela sia curiosa,
ponga domande sul significato del bollino
blu. E ne esca soddisfatta”.
Prezzo remunerativo
Ed è per tutto questo insieme di fattori
- dalla qualità dei prodotti all’origine del
latte certificata Italialleva, dal riuscito connubio tra tradizione e innovazione alle garanzie sulla completa rintracciabilità, “dalla
forchetta al forcone”, dei prodotti – che i
formaggi del caseificio Cissva vanno forte sulle tavole dei consumatori. E in virtù
di una distribuzione capillare che utilizza
il canale della gdo, ma anche i grossisti, i
dettaglianti e i 4 spacci aziendali (Capo di
Ponte, Pisogne, Iseo ed Edolo) i risultati
Foto a fianco
Il 90% della produzione Cissva è rappresentato dalla
Rosa Camuna, formaggio dalla forma particolare
(brevettata) di cui vengono venduti annualmente 500600mila pezzi
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Foto sopra
Oltre allo spaccio di Capo
di Ponte, la cooperativa
dispone anche dei punti
vendita di Pisogne, Iseo e
di Edolo. “Sono il veicolo
pubblicitario più immediato”
sottolinea il presidente
Panteghini
Foto a fianco
Anche il latte, disponibile in
bottiglia o in brik, è targato
Italialleva
commerciali non mancano. Un dato su
tutti: il fatturato annuo di Cissva è attualmente collocato intorno ai 14 milioni di
euro. Numeri che consentono alla cooperativa di remunerare sufficientemente soci
e conferenti. “Il prezzo che riconosciamo –
osserva Panteghini - è superiore a quello
di mercato. L’anno scorso, per esempio, siamo arrivati a 42,58 centesimi più Iva come
prezzo medio totale dell’anno”. I soci, infatti, ricevono prima un acconto (attualmente 32 centesimi più Iva), poi ogni 3 mesi
altri 6 centesimi e i premi qualità, e infine
il conguaglio annuale, che oscilla intorno
ai 3-6 centesimi a seconda delle risultanze
di bilancio. “Ma per i costi produttivi che
abbiamo quassù – commenta ancora il
presidente – non sono certo prezzi esorbitanti. Diciamo che ci consentono di andare avanti”. Per la gioia di tutti, allevatori,
consumatori e villeggianti. n
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