Convocazione e regolamento XV Congresso
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Convocazione e regolamento XV Congresso
XV Congresso confederale Cisl 58 luglio 2005 Palazzo dei Congressi, Roma Partecipazione, sviluppo, solidarietà Le fondamenta del nostro domani Convocazione Il Consiglio generale del 27 ottobre c.a. ha deliberato la convocazione del XV Congresso confederale Cisl dal 5 luglio all' 8 luglio 2005 a Roma. Il Consiglio generale ha, inoltre, approvato i regolamenti per l’elezione dei delegati e per lo svolgimento dei lavori del XV Congresso confederale. In allegato Vi trasmettiamo, quindi, i testi dei due regolamenti, nonché copia delle delibere riguardanti: 1. la partecipazione al congresso confederale della Alai; 2. l'elenco delle Federazioni Nazionali di categoria che parteciperanno al Congresso. Il Consiglio generale ha altresì provveduto alla nomina della Commissione consiliare che ha il compito di esaminare e coordinare le proposte per le eventuali modifiche allo Statuto confederale a norma dell’art. 52 dello Statuto, nella composizione che Vi inviamo in allegato. L’importante e impegnativa fase congressuale che si apre richiede la massima razionalità nella programmazione delle diverse scadenze di carattere politico-operativo. Richiamiamo di seguito gli adempimenti più urgenti e, in ogni caso, necessari: a) le segreterie nazionali di categoria devono determinare, in raccordo con le responsabili del coordinamento femminile, la soglia minima di presenza delle donne nelle liste congressuali ai vari livelli da inserire nei regolamenti congressuali così come previsto dall’art. 29 del regolamento di attuazione dello Statuto confederale; le liste che non rispettano i limiti previsti sono nulle; b) le strutture territoriali e regionali, nella composizione delle liste dovranno garantire che nessuno dei due sessi può essere rappresentato al di sotto del 30%, auspicando inoltre che tale percentuale venga confermata anche dai risultati delle elezioni. Le liste che non rispettano il limite indicato sono nulle; c) la forte presenza di extracomunitari immigrati nel nostro paese ed il più che positivo lavoro svolto dall’ANOLF e dalle strutture con il progetto immigrati, rende necessario un impegno significativo per garantire la presenza negli organismi di una rappresentanza dei lavoratori immigrati; d) entro la fine del mese di novembre i Consigli generali delle USR e delle federazioni nazionali di categoria dovranno approvare i regolamenti per i rispettivi congressi. Tali regolamenti dovranno essere inviati al dipartimento organizzativo confederale per verificarne la corrispondenza ai principi statutari e alle deliberazioni formali degli organismi confederali. Le Ust invece, provvederanno ad inviare i propri regolamenti alle rispettive Usr le quali avranno cura di verificarne la corrispondenza ai principi statutari e alle stesse delibere confederali. e) per quanto riguarda le categorie che, per oggettive motivazioni organizzative e di mancanza di autonomia funzionale, hanno deciso di non mantenere nella Ust il proprio livello congressuale territoriale (art. 35 dello Statuto confederale), l’elezione dei delegati al congresso della Unione Sindacale territoriale e della categoria regionale sarà assicurata dagli eletti nelle assemblee congressuali di posto di lavoro appositamente convocati in assemblea congressuale. La stessa assemblea provvederà a nominare i componenti di diritto o da designare all’interno degli organismi Ust. Tale percorso dovrà essere normato con un apposito articolo nei regolamenti delle federazioni nazionali di Categoria; f) l’elezione dei delegati deve avvenire prendendo a riferimento la media degli iscritti nel quadriennio 2001-2004. Sulla base dei dati degli iscritti, trasmessi dalle Ust all’ufficio tesseramento confederale, la Segreteria confederale provvederà, in conseguenza, alla verifica di convalida ed alla comunicazione alle strutture del numero degli iscritti sulla base dei quali si svolgeranno i rispettivi congressi. Per quanto riguarda le varie fasi congressuali, Vi inviamo in allegato il calendario di massima entro il quale si dovranno effettuare i congressi categoriali e orizzontali ai vari livelli, al fine di evitare sovrapposizioni che renderebbero impossibile la partecipazione da parte dei delegati. Le date fissate per la celebrazione dei congressi di Ust, Usr, Federazioni e settori nazionali di categoria dovranno essere tempestivamente comunicate al Dipartimento organizzativo confederale. Per la certificazione di tutta la fase congressuale sarà fornito entro il mese di novembre il programma, gestito on line sulla rete First-class, che ne consente la gestione (modulistica per verbali, documentazione informativa, anagrafe organismi eletti). I verbali che contengono l'elezione dei delegati eletti al congresso di livello superiore devono essere stampati, firmati dal presidente del congresso e inviati alla struttura di riferimento per gli adempimenti congressuali. REGOLAMENTO PER LO SVOLGIMENTO DEL XV CONGRESSO CONFEDERALE Partecipazione al Congresso ART. 1 Partecipano al Congresso confederale, con diritto di voto e di parola, i delegati eletti dai Congressi delle Federazioni nazionali di categoria e delle Unioni Sindacali Regionali. ART. 2 Partecipano, con il solo diritto di parola, in quanto non delegati, i membri uscenti e subentranti a qualsiasi titolo, del Consiglio generale della Cisl. ART. 3 I delegati impossibilitati a presenziare al Congresso possono trasferire il proprio mandato ad altro delegato della stessa Regione o della stessa Federazione nazionale di categoria eletto nella medesima istanza congressuale, su convalida della Commissione Verifica poteri. Nessun delegato può cumulare più di 2 (due) deleghe compresa la propria. Commissioni e Uffici del Congresso ART. 4 Il Congresso elegge: a) l'Ufficio di Presidenza b) l'Ufficio di segreteria; c) i Questori; d) gli Scrutatori. ART. 5 Il Congresso elegge inoltre le seguenti Commissioni e i rispettivi Presidenti e Vicepresidenti: a) Commissione per il regolamento composta da: - Ufficio di Presidenza; - Ufficio di Segreteria; - componente della Segreteria confederale. La Commissione ha il compito di: 1. esaminare le proposte relative all'eventuale inclusione, nell'ordine del giorno, di punti in esso non compresi; 2. stabilire l'ordinamento dei lavori della Assemblea, delle Commissioni e delle eventuali sezioni di lavoro; 3. autorizzare la distribuzione di documenti e di materiale congressuale. b) Commissione per la Verifica dei poteri, composta da 1 Presidente, 1 Vicepresidente e 9 membri, con il compito di: 1. esaminare e convalidare le deleghe; 2. autorizzare il trasferimento di deleghe; 3. esaminare e decidere in un'unica e definitiva istanza, tutte le vertenze di natura elettorale attinenti all'elezione dei delegati. c) Commissione per lo Statuto, composta da 1 Presidente, 1 Vice Presidente e 9 membri con il compito di esaminare e riferire al Congresso sulle proposte di modifiche statutarie presentate ai sensi dell'art. 52 dello Statuto Cisl. Le modifiche statutarie proposte direttamente dal Congresso in applicazione dell'art. 52 dello Statuto vanno presentate alla Commissione entro le ore 18 della seconda giornata dei lavori congressuali. d) Commissione elettorale, composta da 1 Presidente, 1 Vicepresidente e 12 membri, con il compito di ricevere le liste elettorali, controllarne la regolarità e predisporre il materiale relativo alla votazione. Ogni componente della Commissione elettorale assume la Presidenza di un seggio. Agli effetti dello svolgimento delle elezioni, la Commissione è integrata con 4 Scrutatori per ogni seggio. La Commissione elettorale ha, inoltre, il compito di esaminare e decidere, in un'unica e definitiva istanza, tutte le vertenze riguardanti la votazione per l'elezione del Consiglio generale confederale. e) Commissione per le Mozioni, composta da un Presidente, 1 Vicepresidente e da 11 membri, con il compito di elaborare e/o coordinare i documenti finali. La Commissione designa uno o più relatori che riferiranno al Congresso. Svolgimento del dibattito sulla relazione generale ART. 6 Il Congresso si può articolare in sezioni su tematiche specifiche. ART. 7 I congressisti, che intendono prendere la parola nel corso del dibattito in Assemblea plenaria o nelle sezioni, devono iscriversi alle rispettive Presidenze servendosi dell'apposito modulo. ART. 8 I congressisti, che si iscrivono a parlare sulla relazione hanno la parola nell'ordine di iscrizione. Coloro che chiedono di parlare per mozione d'ordine, hanno immediato diritto di parola, alla fine dell'intervento del congressista che sta parlando, sempre che il loro intervento riguardi la procedura o questioni in esame al momento in cui la mozione viene presentata. Ogni congressista non può prendere la parola che una sola volta sulla stessa relazione, emendamento o mozione. Sulle pregiudiziali e sulle mozioni d'ordine hanno diritto di parola un congressista che parla a favore e uno che parla contro. ART. 9 La durata dell'intervento del congressista non può superare i 15 (quindici) minuti. Gli interventi possono anche essere consegnati in forma scritta alla Presidenza. Gli interventi per la presentazione di mozioni d'ordine non possono superare i 5 (cinque) minuti. Gli interventi sulle mozioni d'ordine, limitati ad un congressista che parla a favore e ad uno che parla contro, non possono superare i 3 (tre) minuti. In caso di proposta di chiusura delle iscrizioni a parlare, viene data la parola, per un tempo massimo di 3 (tre) minuti ad un congressista che parla a favore e ad uno che parla contro. Esame e approvazione delle proposte di modifica dello Statuto confederale ART. 10 Gli interventi dei congressisti sulle singole proposte di modifica statutaria non possono superare la durata di 5 (cinque) minuti. Esame e approvazione delle proposte di mozioni e di ordini del giorno ART. 11 Sulle proposte di mozioni presentate al Congresso dall'apposita Commissione, possono essere presentati emendamenti o prospettate mozioni alternative; possono, altresì, essere presentati ordini del giorno. Per la discussione e l'approvazione di emendamenti, di mozioni o di ordini del giorno, la procedura da osservare è quella di cui ai successivi articoli. ART. 12 Gli emendamenti alle mozioni presentate all'apposita Commissione, le mozioni alternative e gli emendamenti a queste ultime, nonchè gli ordini del giorno e gli emendamenti a questi ultimi possono essere presentati solo in forma scritta. ART. 13 La presentazione di emendamenti alle proposte di mozioni presentate dall'apposita Commissione, di mozioni alternative o di ordini del giorno deve avvenire entro e non oltre le ore............ nelle mani del Presidente della Commissione Mozioni, o di un suo incaricato, che ne darà attestazione scritta al presentatore. Gli emendamenti possono essere sottoscritti anche da un solo delegato, le mozioni alternative e gli ordini del giorno devono essere sottoscritti da almeno 50 congressisti. La Commissione Mozioni può unificare in un unico testo gli emendamenti che presentano analogia di contenuti. Sugli emendamenti non accolti la Commissione Mozioni riferirà al Congresso le relative motivazioni. ART. 14 Sugli emendamenti che non sono stati accolti dalla Commissione per le Mozioni e che vengono riconfermati dai proponenti, viene adottata la seguente procedura: a) viene data la parola al delegato o ad uno dei delegati, nel caso di sottoscrizioni plurime, per l'illustrazione dell'emendamento. La durata dell'intervento non può superare il tempo massimo di 5 (cinque) minuti; b) possono intervenire un delegato che parla a favore ed un delegato che parla contro per un tempo non superiore a 3 (tre) minuti ciascuno. Sugli emendamenti unificati in un unico testo i delegati proponenti hanno la facoltà di dissociarsi dalla proposta formulata dalla Commissione Mozioni e di riconfermare gli emendamenti originari. In tal caso viene applicata la medesima procedura prevista per gli emendamenti non accolti di cui al paragrafo precedente. ART. 15 Al termine dell'esame degli emendamenti alle singole mozioni, il Congresso procede alla votazione di ciascuna di esse nel loro complesso. ART. 16 La Commissione Mozioni dà conto al Congresso degli ordini del giorno e delle proposte di mozioni alternative che le sono pervenute. Gli ordini del giorno e le mozioni alternative possono essere illustrati da uno dei presentatori, che prende la parola per un tempo massimo di 10 (dieci) minuti. ART. 17 La procedura stabilita per l'esame degli emendamenti di cui agli articoli precedenti viene adottata anche in caso di presentazione di emendamenti alle mozioni alternative. ART. 18 Sugli ordini del giorno, la Commissione Mozioni può proporre al Congresso propri emendamenti. La procedura di cui agli art. 13 e 14 del presente Regolamento viene adottata anche per l'approvazione degli ordini del giorno. Sistemi di votazione - Dichiarazione di voto ART. 19 Le votazioni avvengono: a) per alzata di mano; b) per appello nominale (su richiesta di almeno 100 delegati); c) a scrutinio segreto per l'elezione dei membri del Consiglio generale dei sindaci e del Collegio dei probiviri. confederale, del Collegio ART. 20 Le dichiarazioni di voto non possono superare il tempo massimo di 3 (tre) minuti. ART. 21 Nelle votazioni per alzata di mano o per appello nominale, i delegati votano "pro-capite" e non secondo i voti congressuali rappresentati. Nelle votazioni a scrutinio segreto ogni delegato partecipa alla votazione in base al numero degli iscritti che rappresenta al Congresso. ART. 22 L'attribuzione dei voti ai delegati si effettua sulla base di quanto stabilito dall'apposito Regolamento per l'elezione dei delegati al Congresso confederale. Presentazione delle/a liste/a ed elezione del Consiglio generale confederale ART. 23 L'elezione dei membri elettivi del Consiglio generale confederale si svolge su una o più liste e con diritto di scelta fra i candidati delle varie liste. Il voto di lista è ammesso allorquando il numero dei candidati non supera i 2/3 degli eleggibili. Nel caso di presentazione di più liste, il Congresso, con deliberazione presa a maggioranza dei 2/3 dei delegati, può adottare il sistema della lista unica. In tal caso i candidati devono essere elencati in ordine alfabetico, salvo diversa deliberazione dell’assemblea congressuale. Nel caso di lista unica il numero dei candidati dovrà essere superiore di almeno il 20% degli eleggibili La candidatura deve essere accettata per iscritto dall'interessato. L'accettazione deve essere espressa con la firma posta accanto al nominativo di ciascuna lista. Ogni candidato potrà far parte di una sola lista. I candidati non possono sottoscrivere la presentazione di alcuna lista. Le liste sono valide se presentate da almeno 80 delegati aventi diritto al voto. Ogni lista non può contenere un numero di candidati inferiore ad 1/3 degli eleggibili. Ogni lista deve esprimere candidati di almeno 3 (tre) Unioni sindacali regionali e/o Federazioni nazionali di categoria e in applicazione all'art. 29 del regolamento di attuazione allo Statuto confederale, garantire che nessuno dei due sessi abbia una rappresentanza al di sotto del 30% dei candidati. Le liste che non rispettano le obbligazioni indicate sono nulle. Ogni presentatore non potrà firmare più di una lista. Ogni elettore potrà votare non più dei 2/3 degli eleggibili e non meno di 1/3, pena la nullità della scheda. Risultano eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero di voti. ART. 24 La presentazione delle/a liste/a dovrà avvenire entro REGOLAMENTO PER L'ELEZIONE DEI DELEGATI AL XV CONGRESSO CONFEDERALE Cisl ART. 1 Il Congresso confederale della Cisl si svolgerà dal 5 luglio 2005 all' 8 luglio 2005. Le strutture nazionali di categoria e le Unioni sindacali regionali eleggono, nei propri congressi, i delegati al congresso confederale. ART. 2 I congressi aziendali di posto di lavoro costituiscono la prima istanza congressuale dovranno prevedere che i candidati nelle liste per il congresso territoriale di categoria siano espressione prevalente dei componenti delle Sas e quindi anche degli eletti nelle liste Cisl nelle Rsu. Conseguentemente i delegati di Sas e delle Leghe devono rappresentare almeno il 70% dei delegati ai congressi territoriali di categoria, il 40% dei delegati ai congressi regionali ed il 30% dei congressi nazionali. Come pure i delegati al Congresso confederale di provenienza USR dovranno essere espressione prevalente di rappresentanza delle Ust. ART. 3 Le varie fasi congressuali delle strutture della Cisl si svolgeranno come segue: a) congressi di base nei luoghi di lavoro e/o nelle leghe e/o nel territorio per l'elezione dei delegati ai Congressi dei sindacati territoriali di categoria e l'elezione delle Sas e/o Ras o comunque denominati; b) congressi dei sindacati territoriali di categoria per l'elezione dei delegati ai congressi delle strutture regionali di categoria (Fsr) e delle Unioni sindacali territoriali (Ust); c) congressi delle Unioni sindacali territoriali (Ust) per eleggere i delegati al congresso dell’Unione sindacale regionale (Usr); d) congresso della struttura regionale di categoria per eleggere i delegati al congresso della struttura nazionale di categoria e della Unione sindacale regionale (Usr); e) congresso dell'Unione sindacale regionale (Usr) per eleggere i delegati al congresso confederale; f) congressi delle strutture nazionali di categoria per eleggere i delegati al congresso confederale. Il numero dei delegati ai vari livelli congressuali è determinato secondo la quantità e le modalità previste dai relativi regolamenti. ART. 4 I congressi di Federazione nazionale di categoria e di Unione sindacale regionale dovranno concludersi tassativamente entro il 20 giugno 2005 ART. 5 I delegati delle strutture nazionali di categoria hanno una rappresentatività pari al 50% della media degli iscritti nel quadriennio 2001-2004. I delegati delle Unioni sindacali regionali hanno una rappresentatività pari al 50% della media degli iscritti nel quadriennio 2001-2004. ART. 6 In base a quanto disposto dall'art. 31 del regolamento di attuazione dello Statuto confederale: a) la FNP parteciperà ai Congressi orizzontali (confederale, regionale, territoriale) con un numero di delegati pari al 25% del totale della media del quadriennio 2001-2004 degli associati della Cisl - pensionati compresi - nella struttura interessata (Confederazione, Unione regionale, Unione territoriale). Nel caso in cui gli iscritti alla FNP siano inferiori al 25% del totale degli iscritti, pensionati compresi, la FNP parteciperà ai congressi con il totale dei propri iscritti. ART. 7 In ogni fase congressuale hanno diritto al voto soltanto gli iscritti alla Cisl in regola con i contributi e in possesso della tessera confederale alla data del 31 dicembre 2004. Entro i tempi previsti dalla circolare del 19 ottobre 2004 prot. n. 89/SL/mds del dipartimento Organizzativo le Unioni sindacali territoriali dovranno trasmettere alla confederazione la ripartizione degli iscritti per Federazioni. La segreteria confederale comunicherà, dopo convalida, a tutte le strutture il numero degli iscritti sulla base del quale si svolgeranno i rispettivi Congressi. ART. 8 Il quoziente di rappresentatività è stabilito sulla base di un delegato ogni 3.000 iscritti o frazione. Le frazioni fino a 1.500 sono arrotondate a 1.500, quelle da 1.501 in su sono arrotondate a 3.000. ART. 9 L'ordine del giorno del congresso deve comprendere i seguenti punti: 1) elezione della presidenza e della segreteria; 2) elezione delle Commissioni: a) Statuto, b) Verifica poteri, c) Elettorale, d) Mozioni; 3) elezione dei Questori e Scrutatori; 4) relazione della Segreteria, 5) votazione delle mozioni; 6) elezione dei delegati alle istanze superiori (Federazioni nazionali e USR); 7) elezione degli organi. 8) Relazione del collegio dei sindaci revisori ART. 10 I delegati impossibilitati a partecipare al Congresso possono trasferire il proprio mandato ad altro delegato; non possono però essere cumulate più di due deleghe compresa la propria. Non è ammesso il trasferimento di delega per le assemblee congressuali di posto di lavoro in quanto è prevista la partecipazione diretta degli iscritti. ART. 11 L'elezione dei delegati si svolge a scrutinio segreto con una o più liste e con diritto di scelta tra i candidati delle varie liste. Non può essere candidato per l'elezione a delegato a Congresso confederale colui che è già stato eletto delegato da altro Congresso. Ogni candidato può far parte di una sola lista. La candidatura deve essere accettata per iscritto dall'interessato. Le liste, per essere valide, dovranno essere firmate da almeno 1/10 dei delegati. Ogni presentatore non può firmare più di una lista. I candidati non possono firmare la presentazione di liste. In applicazione dell'art. 30 del regolamento di attuazione dello Statuto confederale, i regolamenti congressuali delle Federazioni nazionali di Categoria e delle Unioni sindacali fisseranno una percentuale minima di candidate da inserire nelle liste, anche tenendo conto della presenza femminile nelle rispettive realtà. Per quanto riguarda la composizione delle liste dei congressi delle strutture orizzontali a ogni livello, nessuno dei due sessi può essere rappresentato al di sotto del 30% dei candidati. Le liste che non rispettano il limite previsto sono nulle. La Commissione elettorale raccoglie in un'unica scheda le varie liste. Ogni elettore può votare non più di 2/3 degli eleggibili e non meno di 1/3. Risultano eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero di voti. Nel caso di presentazione di più liste, il Congresso, con deliberazione presa a maggioranza dei 2/3 dei delegati, può adottare il sistema della lista unica. In tal caso i candidati devono essere elencati in ordine alfabetico, salvo diversa deliberazione della assemblea congressuale. ART. 12 I membri elettivi del Consiglio generale confederale sono eletti dai delegati al Congresso confederale. I consiglieri generali confederali rappresentanti delle federazioni nazionali di categoria e delle USR sono eletti dai rispettivi Consigli generali. Tali elezioni devono svolgersi prima del Congresso confederale. ART. 13 I componenti il Collegio dei Sindaci confederale sono eletti dai delegati al Congresso confederale. ART. 14 I componenti il Collegio dei Probiviri confederale sono eletti dai delegati al Congresso confederale. ART. 15 Al fine della verifica di corrispondenza ai principi statutari le Federazioni nazionali di categoria e le Unioni sindacali regionali invieranno i rispettivi regolamenti congressuali alla segreteria confederale (Settore organizzativo). DELIBERA Il Consiglio generale della Cisl, riunito a Principina Terra (Grosseto) il 27 ottobre 2004 convoca il XV Congresso confederale Nazionale per i giorni 5/8 luglio 2005 a Roma presso il Palazzo dei Congressi, approva i relativi regolamenti ed assunto le seguenti deliberazioni: 1. Partecipano al XV Congresso confederale, oltre alle Usr, le seguenti Federazioni Nazionali di categoria: Femca Fistel Fim Flaei Filca Fai Ugc Fps Cisl Scuola Flp Fit Fisascat Fiba Fnp Fir Cisl Università Sinalco Clacs Cisl Medici 2. Partecipazione al Congresso confederale degli iscritti Alai. Considerato le peculiarità della struttura sopra indicata e l'opportunità che la stessa realizzi un percorso congressuale di legittimazione della propria dirigenza, ai sensi dell’art.24 dello Statuto confederale, l'Associazione Alai parteciperà ai congressi delle strutture orizzontali, ai vari livelli, attraverso una aggregazione tecnica con il Clacs, senza peraltro interferire nella elezione della dirigenza e nella composizione degli organismi della Federazione interessata. 3. Partecipazioni ai congressi dei lavoratori con più di un rapporto part-time I lavoratori che per effetto di più contratti part-time risultino iscritti a più Federazioni di categoria possono partecipare ad un solo congresso, a loro scelta. COMMISSIONE STATUTO Presidente: ARSENIO CAROSI Vicepresidente: MARIO MEDDE Componenti n. 12 1) FNP: L. Battisti LOMBARDIA: C. Borio 2) FIM G. Caprioli SICILIA: P. Mezzio 3) FILCA: D. Pesenti PIEMONTE: M. Scotti 4) FPS : R. Tarelli MARCHE G. Serpilli 5) COORD. F.LE A. Parente FRIULI: S. Marzotto 6) UNIVERSITA': A. Marsilia CALABRIA: L. Sbarra CALENDARIO CONGRESSI Congressi di luogo di lavoro entro il 28 febbraio 2005 Congressi di Categorie Terr.li e Ust entro il 30 marzo 2005 Congressi Categorie Regionali dal 1° aprile al 30 aprile 2005 Congressi Usr dal 2 maggio al 30 maggio 2005 Congressi Fnc dal 1° giugno al 20 giugno 2005 Le strutture (Usr) regionalizzate possono convocare i Congressi a partire dal 1° aprile 2005. Programma dei lavori XV Congresso confederale Martedì 5 luglio 2005 Ore 10,00 Distribuzione materiale congressisti Ore 15,00 Apertura del XV Congresso Elezione della Presidenza Saluto del Sindaco del Comune di Roma Walter Veltroni Saluto del Segretario generale della Ces John Monks Saluto del Segretario generale della Cisl Internazionale Ryder Guy Saluto del Segretario generale del Sindacato Cristiano Cmt Willy Thys Ore 16,30 Approvazione del Regolamento per lo svolgimento del XV Congresso e per l'elezione dei componenti del Consiglio generale, del Collegio dei Sindaci e del Collegio dei Probiviri Elezione delle Commissioni congressuali e degli uffici del Congresso Ore 17,00 Saluto del Segretario generale dell'Ust di Roma Danilo Reali Ore 17,30 Relazione del Segretario generale Savino Pezzotta Ore 19,30 Sospensione lavori Mercoledì 6 luglio 2005 Ore 9,00 Relazione del Collegio dei sindaci Ore 9,30 Apertura del dibattito sulla relazione del Segretario generale Ore 11.00 Interventi delle associazioni e delle organizzazioni del sociale Ore 12,00 Sessione per la discussione e approvazione delle modifiche statutarie Ore 13,30 Sospensione dei lavori Ore 15,00 Ripresa dei lavori Ore 16.00 intervento di Vasco Errani Presidente Conferenza delle Regioni Ore 16,30 Tavola rotonda Internazionale: "Sfide globali: nuovo sindacato internazionale" Il punto di vista economico: Mario Deaglio Docente di Economia Internazionale Università di Torino Il punto di vista geo-politico: Lucio Caracciolo Direttore “LIMES” I punti di vista sindacali: Roberto Ippolito giornalista de “La Stampa”dialoga con i dirigenti sindacali dei vari continenti: Joao Antonio Felicio Segretario generale della Cut Brasile Maung Maung Segretario generale Ftub Birmania Robiatou S. Diallo Segretaria generale Cntg Guinea Conacry Govindasami Rajasekaran Presidente Mtuc Malesia Julio Roberto Gomez Presidente Cgt Colombia Cai Chongguo China Labour Bullettin Emilio Gabaglio Presidente dei Negoziati per la rifondazione sindacale internazionale Conclusioni: Savino Pezzotta Segretario generale Ore 18.30 Riconoscimento internazionale "Giulio Pastore" Ore 19.30 Sospensione lavori Giovedì 7 luglio 2005 Ore 9,00 Ripresa del dibattito Ore 12.00 Interventi di: Guglielmo Epifani Segretario generale Cgil Luigi Angeletti Segretario generale Uil Ore 13,30 Sospensione dei lavori Ore 15,00 Ripresa del dibattito congressuale Ore 18.00 Interventi delle associazioni e delle organizzazioni del sociale Ore 18,30 Intervento del Rappresentante del governo Ore 19,30 Sospensione dei lavori Venerdì 8 luglio 2005 Ore 9.00 Ripresa del dibattito congressuale Ore 10,30 Discussione e votazione dei documenti e delle mozioni congressuali Ore 12,00 Replica del Segretario generale Cisl Apertura dei seggi per la elezione del Consiglio generale, del Collegio dei sindaci e del Collegio dei probiviri. Proclamazione degli eletti Relazione di Savino Pezzotta La Mozione finale del XV Congresso confederale Cisl Il XV Congresso della Cisl approva e assume la relazione e le conclusioni del Segretario generale, gli arricchimenti pervenuti dal dibattito, le Tesi confederali e i contributi emersi nel percorso congressuale. In particolare, il Congresso fa suoi e sottolinea i temi di discussione, di impegno, gli indirizzi organizzativi, gli obiettivi e le proposte della relazione. La Cisl, la globalizzazione e la pace 1.La Cisl, nel constatare che la globalizzazione è un fenomeno inarrestabile quanto potenzialmente in sé positivo, mette in evidenza che è necessario governarla in modo da piegare l'economia alle logiche del vivere insieme, della politica, assumendo a premessa che tutti i popoli e tutti gli esseri umani hanno diritto ad accedere a un livello di vita e di sviluppo dignitoso, con un lavoro adeguato nella democrazia e nella libertà. 2. Questo processo deve consentire ai popoli di partecipare attivamente all'elaborazione di una politica di sviluppo e di distribuzione delle risorse che permetta a tutti di non sentirsi emarginati, togliendo spazio così anche a quel sentimento di rivalsa che può essere insieme, alibi e terreno di coltura di un terrorismo internazionale che la Cisl condanna totalmente. In particolare quando, proprio mentre si concludevano i lavori del nostro Congresso, esso scatenava ancora il proprio furore contro decine e decine di cittadini innocenti; per i quali la Cisl ha associato il suo dolore a quello di tutti gli uomini di buona volontà. 3. La Cisl condanna tutte le guerre e sceglie la pace quale condizione imprescindibile alla convivenza degli esseri umani, nel suo significato pieno di assenza di conflitto e di pienezza di giustizia. 4.La Cisl riconferma la propria assoluta contrarietà all'utilizzo della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e contrasta i tentativi illusori e pericolosi di soluzione basati su priorità e visioni unilaterali che non tengono conto dell'equilibrio dei valori e degli interessi. 5. La Cisl ribadisce che è ormai indispensabile, anche con la ricerca del necessario accordo internazionale, definire modalità e tempi del ritiro del contingente italiano dall'Iraq. La Cisl,la globalizzazione e lo sviluppo 6. La Cisl constata che, sul piano economico, non siamo ancora giunti a una concezione e a una pratica della globalizzazione come opportunità di maggiore e più equo sviluppo per tutti. Ma siamo, invece, di fronte agli effetti di una globalizzazione completamente scollegata da vincoli sociali, che scatena processi di concorrenza insostenibili perché giocati quasi soltanto sui costi e per prodotti e servizi a minore valore aggiunto. 7. La Cisl è convinta che, mentre si costruisce con l'azione e la pratica di tutti gli uomini di buona volontà un mondo più equo, bisogna subito cancellare completamente e senza condizionalità pretestuose il debito estero dei paesi più poveri, anzitutto quelli africani, garantendo loro anche termini di scambio commerciali più equi. Altresì la Cisl sostiene che deve essere vietata la vendita e la fornitura di armamenti ai paesi non democratici o sotto regimi totalitari. In relazione ai problemi che la globalizzazione pone ai lavoratori ed al sindacato, va potenziata l'azione di cooperazione internazionale della Cisl attraverso l'ISCOS che ci impegna sia sul terreno della solidarietà sia, e soprattutto, per far crescere attraverso il potenziamento di quei sindacati la partecipazione dei lavoratori nelle decisioni che li riguardano e riguardano i loro diritti sociali, economici e politici. La Cisl e l'Europa 8. La Cisl conferma il sostegno al processo di integrazione europea e all'obiettivo degli Stati Uniti d'Europa, al completamento del mercato interno, all'unificazione monetaria e all'allargamento, ma insiste sulla necessità che sia resa prioritaria l'affermazione concreta di una qualità politica e sociale dello sviluppo economico. Ciò può avvenire solo attraverso la definizione, a breve, di un bilancio comune dotato di risorse sufficienti e ripartite in modo tale da permettere un'iniziativa di politica macroeconomica da parte delle istituzioni europee a sostegno della crescita, delle reti transnazionali, della coesione economica, sociale e territoriale, della ricerca e sviluppo e della formazione. La salvaguardia degli obiettivi di qualità economica, sociale e ambientale dello sviluppo comunitario deve tener conto anche degli aspetti non meramente quantitativi legati alla misurazione del PIL ma del complesso di parametri che vengono ormai raccomandati anche dalle Nazioni Unite (come l'aspettativa di vita e il livello di istruzione). Nel contesto globale, questo è il più significativo fattore di competitività del modello europeo che può permettere alla UE di contribuire alla ricostruzione di un equilibrio mondiale improntato alla multipolarità, all'equità, all'affermazione della democrazia e dei diritti, al rispetto delle norme sociali fondamentali dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro. 9. La Cisl si impegna a contrastare le derive politiche, sociali e culturali che caratterizzano la crisi attuale dell'Europa, con un'iniziativa di proposta politica, organizzativa e, se del caso, statutaria dentro la Ces, prevedendo la presenza della Ferpa nel comitato esecutivo della stessa Ces, per migliorare e valorizzare l'esercizio della contrattazione e della concertazione del sindacato europeo. In particolare, la Cisl chiederà alla Ces di coordinare l'iniziativa negoziale delle confederazioni e delle Federazioni europee di settore per completare, attraverso il dialogo sociale e gli accordi tra le parti, tanto la legislazione sociale necessaria, quanto quella attinente al completamento del mercato. L'assunzione di una responsabilità contrattuale a livello europeo deve prefiggersi di fare da argine fino ad invertire la tendenza a perseguire una competitività giocata tutta sui costi invece che sulla qualità. Su questi temi la Cisl impegna a convocare specifiche sessioni dei propri organi dirigenti. Cisl, sindacato e globalizzazione 10. Anche il sindacato può dare il suo specifico e indispensabile contributo ad una governance della globalizzazione con la diffusione di diritti e tutele per i lavoratori che aiuti a costruire società democratiche e un più giusto rapporto tra società e economia: così anche esso dà il suo contributo a edificare un'Europa che del sociale faccia il pilastro della propria compattezza. 11. Secondo la Cisl questo obiettivo va perseguito sia rafforzando, e qualificando, il ruolo di rappresentanza politica e la proposta di rifondazione del sindacalismo internazionale che fa perno su Cisl Internazionale e Cmt, sia consolidando le possibilità di azione anche negoziale del sindacato europeo, sia con forme dirette di intervento a favore dei popoli più sfortunati e dei loro sindacati. Proprio per questi stessi motivi, la Cisl continuerà sostenere in particolare i sindacati liberi birmano e cinese oltre, naturalmente, il progetto Africa. La globalizzazione, la competizione internazionale e la concertazione necessaria 12. La Cisl è convinta che l'Italia si metterà in grado di competere e di difendere anche il made in Italy attraverso politiche di sviluppo tecnologico avanzato e di stampo espansivo orientate su nuovi prodotti e servizi ad alto valore aggiunto e non solo sulla rincorsa al ribasso dei costi ed, al massimo, sul miglioramento dei processi produttivi, il rischio è quello di un declino continuo del nostro sistema economico. 13. La Cisl è persuasa che sia necessario recuperare le politiche di concertazione, e la conseguente politica dei redditi, per riuscire a governare questa fase economica, segnata dall'arresto dello sviluppo, da una vera e propria recessione, quindi anche dal contenimento dell'inflazione dovuto alla riduzione dei consumi, da una spesa pubblica fuori controllo e dalla progressiva perdita di potere d'acquisto di pensioni e retribuzioni. 14. La Cisl, per rilanciare lo sviluppo e governare la complessità della società di oggi, è decisa ad ottenere la disponibilità reale da parte di ogni governo col quale avrà a che fare per riaprire un confronto serio che renda esigibili le politiche della concertazione e dei redditi. Con questo governo non è stato possibile. La Cisl è convinta che le inadempienze rispetto anche a quanto concordato con il "Patto per l'Italia", l'abbandono della concertazione, i ritardi, gli errori e, più in generale, il "sottrarsi" al confronto sono le cause della pessima gestione economica che stiamo registrando e le difficoltà del paese. Oggi, il paese non può permettersi un anno di apnea pre-elettorale. O il governo presenta subito un programma minimo e credibile di misure d'emergenza economiche e sociali, oppure è preferibile il ricorso immediato alle urne. Una nuova politica di concertazione e dei redditi deve però anche trovare spazio a livello territoriale e sociale per aiutare ad avviare un nuovo assetto contrattuale che qualifichi i contratti nazionali e consolidi la contrattazione decentrata affinché la produttività realizzata venga ridistribuita e non si trasformi più solo in rendita e/o profitto. A questo fine, è indispensabile affermare la partecipazione dei lavoratori quale nuovo principio di qualificazione dei criteri di gestione dell'impresa. 15. A questo riguardo, la Cisl rilancia la propria strategia per rivedere l'accordo del luglio '93, ormai non più adeguato, per carenza di applicazione della contrattazione di secondo livello, a difendere il potere d'acquisto dei salari e delle pensioni. 16. La Cisl è determinata a veder rinnovati i numerosi contratti nazionali di categoria scaduti da tempo e il cui prolungato ritardo sta pregiudicando spesso anche i livelli di tutela nel recupero salariale dell'inflazione e mette in discussione sia il normale diritto alla stessa contrattazione nazionale che la sua esigibilità. Un lavoro equo per tutti 17. La Cisl è impegnata a promuovere il valore della legalità in ogni ambito della vita sociale ed economica; ritiene pertanto necessario che le istituzioni attuino più efficaci politiche di contrasto dell'economia sommersa e del lavoro irregolare, fattori anche di distorsione della concorrenza e di disgregazione sociale. 18. Secondo la Cisl, il contrasto al lavoro nero e alle diverse tipologie di sommerso va condotto, per essere efficace, sia con iniziative di carattere generale, sia a livello territoriale e settoriale, anche con politiche contrattuali. È un'azione che, per prime, deve coinvolgere le imprese insieme al sindacato stesso e, poi, enti locali e regioni. 19. Deve prevedere misure coerenti, la verifica della clausola del rispetto dei contratti e delle condizioni di lavoro in tutti gli appalti sia pubblici che privati, con l'utilizzo del documento unico di regolarità contributiva (Durc), l'utilizzo di una pluralità di strumenti - penalizzazioni ed incentivi anche fiscali come sprone efficace all'emersione ricorrendo alla generalizzazione di un sano conflitto di interesse come avvenuto per gli sgravi fiscali nelle ristrutturazioni edili. Serve, anche un'azione mirata, efficace, di repressione dell'evasione, rivolta anche a chi riceve sussidi grazie ad essa. 20. Si tratta, dunque, di fare anche di questo impegno una dimensione integrata e qualificante dello sviluppo locale. La proposta che avanziamo a Cgil e Uil e agli imprenditori è quella di un patto di contrasto al lavoro nero che non si limiti solo a chiedere al governo provvedimenti, ma ci impegni tutti in prima persona. 21. Chiediamo a tutti gli attori impegnati, per prime le imprese, di mettere in campo un'azione sostenuta di boicottaggio nei confronti dei prodotti e dei lavori che vengono effettuati ed esercitati in nero. Le organizzazioni sociali, una ricchezza per la democrazia 22. Nel nostro paese le organizzazioni sociali svolgono un ruolo fondamentale di vivificazione della democrazia, sia rivendicando nei confronti delle istituzioni la garanzia dei diritti, sia mobilitando risorse umane e finanziarie in campo sociale, culturale, assistenziale e solidale. Iniziative che ribadiscono la centralità della persona in antitesi ad una visione economicistica. Tra le altre, la cooperazione, un'organizzarsi del sociale in cui la Cisl è essa stessa presente, ha un peso non trascurabile per il suo contributo all'economia ed allo sviluppo del paese. Ma assume anche un valore emblematico in termini di partecipazione e di democrazia economica. Le organizzazioni non profit ed il volontariato, poi, sono in grado di sviluppare rapporti incentrati sulla gratuità o sulla reciprocità che rafforzano la coesione sociale e responsabilizzano i cittadini rispetto al benessere della comunità. Riteniamo dunque che il loro riconoscimento, la valorizzazione delle specifiche missioni ed uno sviluppo equilibrato, in una corretta logica sussidiaria – antitetica alle logiche di pura privatizzazione – possa costruire un intreccio fra socialità, responsabilità delle istituzioni e mercato che consenta non solo di allargare la rete di tutele, di rafforzare la solidarietà, di promuovere lavoro garantito ed eticamente motivato, ma anche di rispondere ad una nuova domanda di protagonismo sociale. La Cisl intende pertanto rafforzare e stabilizzare le relazioni e le alleanze con il vitale mondo del non profit con il quale condivide i medesimi valori, anche valorizzando gli organismi di propria emanazione come l'Anteas. La Cisl, l'autonomia e la difesa della Costituzione 23. La Cisl ribadisce la sua autonomia di sindacato che rifiuta ogni subalternità al quadro di governo per promuovere e valorizzare il ruolo proprio della rappresentanza sociale organizzata: luogo privilegiato di partecipazione democratica che non si esaurisce nell' istanza del voto ma si esercita e vive quotidianamente nel confronto tra istituzioni e corpi intermedi, reso più difficile oggi anche da una deriva autoritaria che limita fortemente gli spazi di mediazione impedendo nei fatti un vero confronto con gli attori sociali. 24. La Cisl si riconosce nei valori fondanti della nostra Costituzione. Ribadisce quindi le sue critiche al progetto governativo di riforma costituzionale che, con la devolution, determina sperequazioni territoriali e una pericolosa diversificazione di accesso e di costi a diritti fondamentali come salute, istruzione e sicurezza, mentre, con il rafforzamento eccessivo del Presidente del Consiglio, compromette il bilanciamento democratico dei poteri e riduce gli spazi di dialogo e di partecipazione nella società. 25. Altra cosa per la Cisl è la valorizzazione del federalismo, che nella sua concezione originaria - il fare unità delle diversità - postula il riconoscimento di doveri, diritti , responsabilità - secondo il principio di sussidiarietà e la pratica della solidarietà e della cooperazione - e dei mezzi (un equo federalismo fiscale) per dare loro piena attuazione. Tutele, contrattazione, bilateralità 26. La Cisl ribadisce la funzione decisiva del sindacalismo confederale come risorsa di una democrazia capace di assecondare l'azione sussidiaria di cittadini, corpi sociali, ed istituzioni periferiche dello Stato; il sindacalismo confederale incarna gli interessi di lavoratori e pensionati e si assume la responsabilità di riavviare uno sviluppo più deciso, equilibrato e giusto del paese. 27.Convinta di questa analisi, la Cisl sottolinea la necessità di assumere iniziative che rilancino e consolidino anzitutto: 1. Un sistema di tutele per tutti i lavoratori non standard, da attuarsi attraverso la contrattazione e con un "nuovo statuto dei diritti del lavoro e dei lavori": aggiuntivo e non sostitutivo, delle norme previste dallo Statuto dei lavoratori e capace di disciplinare positivamente il lavoro flessibile con limiti temporali definiti e garantendo a questi lavoratori servizi sociali, previdenziali e assistenziali. Così come capace di una tutela efficace della maternità delle lavoratrici. Tenendo conto dei processi di esternalizzazione e delocalizzazione che interessano la nostra società, nonché del trasferimento di numerose attività dall'industria al terziario, la Cisl ritiene necessario governare ed accompagnare questi processi definendo un sistema di regole che garantiscano reali tutele ai lavoratori. La Cisl è impegnata a dare piena attuazione a quanto previsto in materia di congedi parentali al fine di conciliare i tempi di vita e quelli di lavoro per salvaguardare i tempi necessari ai rapporti familiari e interpersonali. E, in proposito, è necessario riaffermare il concetto, in via ordinaria, di "domenica" come giornata festiva, dedicata ai rapporti sociali e alla convivenza familiare. 2. La partecipazione dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali alla vita dell'impresa quale fondamentale criterio di qualificazione della governance delle imprese stesse attraverso l'introduzione dei principi di trasparenza e di democrazia. Importanti spazi in questa direzione sono rappresentati dalla trasposizione nel nostro ordinamento delle direttive sulla società europea e sui diritti di informazione e consultazione; la stessa responsabilità sociale delle imprese attiverà reali processi di cambiamento solo se darà luogo a protocolli condivisi e negoziati tra management e rappresentanze dei lavoratori. 3. Una riforma del sistema contrattuale che valorizzi la contrattazione di secondo livello, aziendale o territoriale, estendendo a tutti i lavoratori i benefici della produttività; e ciò al di là del livello di contrattazione collettiva nazionale del lavoro che deve continuare a garantire il recupero dell'inflazione reale ed uno zoccolo comune di diritti a tutti i lavoratori. Nei settori polverizzati e del lavoro diffuso è necessario anche prevedere forme di garanzia per l'integrale applicazione dei contratti. 4. La promozione di una "contrattazione per la conciliazione" che, nei contratti nazionali, preveda espliciti rinvii alla contrattazione di secondo livello sulle questioni relative alle condizioni di lavoro e alla stessa incentivazione del lavoro femminile. 5. La diffusione degli enti bilaterali che, nel rapporto con le associazioni imprenditoriali, realizzino l'applicazione delle tutele contrattuali, la libera adesione al sindacato e una gestione concordata di strumenti di sostegno alla crescita delle tutele dei lavoratori nel mercato del lavoro ed allo sviluppo delle imprese. In particolare, vanno rafforzati i Fondi paritetici interprofessionali dello 0,30% per la formazione continua dei lavoratori. Nelle attività formative, la Cisl è chiamata a svolgere, col contributo sostanziale dello IAL, un decisivo ruolo negoziale, progettuale ed attuativo. La crisi economica e sociale dell'Italia e la concertazione come politica per contrastare il declino 28. Per la Cisl, serve all'Italia il ripristino di una politica di concertazione, quadro in cui inserire accordi - come quello del '93, opportunamente rivisitato - che siano in grado di stabilizzare e vivificare l'economia del paese. La Cisl conferma, infatti, l'opzione fondamentale per la concertazione come politica per il coordinamento delle politiche economiche, salariali, previdenziali, fiscali, tariffarie; per la promozione dello sviluppo e di una maggiore equità sociale. In particolare, si ripropone la questione dell'andamento dei prezzi di prima necessità per le famiglie dei lavoratori e dei pensionati che sono stati e sono oggetto negli ultimi anni di numerose azioni speculative. Oltre che nella dimensione nazionale, l'azione del sindacato per il miglioramento dei salari e delle pensioni deve tradursi in iniziative diffuse di concertazione delle politiche tariffarie e di contenimento dei prezzi anche ai livelli decentrati di amministrazione e di governo locale. 29.Si fanno perciò decisivi: 1. Sul piano più generale, il recupero del ritardo di sviluppo rispetto agli altri paesi europei privilegiando la ricerca e l'innovazione come necessità strategica ed una nuova politica industriale per restituire all'Italia il suo ruolo storico all'interno del gruppo del G-8. In particolare l'innovazione e la ricerca – fattori essenziali per recuperare competitività sostenibile dello sviluppo nel mercato globalizzato per intervenire sull'ottimizzazione delle risorse naturali – necessitano di concrete politiche di sostegno, di consistenti risorse dedicate nonché di efficaci meccanismi di trasferimento e di diffusione tra i centri di ricerca di eccellenza ed il settore manifatturiero e dei servizi, con particolare riferimento alle PMI. Si tratta qui di favorire l'aggregazione di queste imprese e la loro specializzazione produttiva spingendole verso dimensioni aziendali ottimali. Un'altra dimensione importante di attività produttiva di cui la Cisl riconferma la necessità del rilancio è anche lo sviluppo del turismo, del resto considerato settore primario in Europa, valorizzando le risorse naturali, ambientali, climatiche, culturali, museali e archeologiche del nostro paese. In questo contesto di valorizzazione del settore dei servizi, assume un particolare significato il lavoro che, anche a livello europeo, si sta svolgendo attraverso il dialogo sociale nella regolamentazione dei sistemi di appalto al fine di affermare il principio del sistema dell'offerta economicamente più vantaggiosa invece del continuo ricorso ad appalti con il massimo ribasso che finiscono per contrarre i livelli occupazionali senza garantire l'applicazione dei Ccnl. Il sistema creditizio italiano, nel rapporto sempre più intrecciato tra banca ed industria, dimostra i limiti di un'insufficiente politica per uno sviluppo socialmente compatibile. Le parti sociali dovranno ricercare accordi territoriali e nazionali per l'erogazione del credito a sostegno della crescita economica e sociale dell'intero paese e, soprattutto, del Mezzogiorno. Una politica di sviluppo per il Mezzogiorno non può prescindere da una rinnovata attenzione al sistema creditizio locale necessaria per supportare le iniziative produttive e la crescita complessiva del tessuto economico. Tutto ciò non si può realizzare se non si afferma il rilievo che ormai assume il tema ambientale e della cura e manutenzione del territorio, la forestazione e il riconoscimento del ruolo dell'agricoltura rispetto ai molteplici interessi socio-economici. Inoltre, è indispensabile riconoscere la priorità del Mezzogiorno non solo come fattore di squilibrio territoriale da superare, ma anche come elemento indispensabile a far concorrere il paese tutto nell'Unione europea ed in particolare nell'area dello sviluppo mediterraneo ed insulare. La Cisl propone di convocare al Sud una Convention euromediterranea con tutti i sindacati di quella regione e con la Ces. Oltre alla realizzazione delle infrastrutture indispensabili al superamento del gap Nord-Sud, va assunta come priorità strategica la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno per allargare l'occupazione, combattere l'illegalità e rendere unito un paese oggi diviso da scelte di politica economica palesemente antimeridionali. La Cisl ritiene che uno dei punti di attacco per la ripresa economica e produttiva del nostro paese, sia il settore delle telecomunicazioni e in generale della comunicazione. Altra priorità di una politica pubblica e contrattuale da ammodernare è quella del sostegno alle madri e alle donne lavoratrici allo scopo di ampliare la partecipazione e l'occupazione, contrastando da una parte il fenomeno dello scoraggiamento e, dall'altra, la rinuncia forzata al rientro nel mercato del lavoro dopo la maternità o, addirittura, prima della maternità stessa. È indispensabile, inoltre, un'azione forte di contrasto alle nuove povertà: fra le quali, in particolare, quelle che colpiscono i nuclei monoparentali. 2. Una modifica della legge 30 che accolga le richieste da noi avanzate per garantire una occupazione meno precaria, con più tutele ed opportunità e per dare reale efficacia all'autonomia delle parti sociali nella difesa delle condizioni d'impiego. Bisogna costruire, contestualmente, poi, un quadro di nuove tutele estese ai settori esclusi e ai lavoratori non standard: statuto dei lavori, ammortizzatori sociali, formazione continua per rafforzare le garanzie di sicurezza economica e occupabilità e favorire il passaggio verso l'occupazione stabile. 3. Una riforma fiscale che preveda specificamente il sostegno della famiglia e ponga particolare attenzione al ruolo ed alle responsabilità del lavoro femminile con un sistema di incentivi fiscali che renda vantaggiosa l'assunzione delle donne; una riforma fiscale così concepita richiederebbe una lotta decisa all'evasione ed all'elusione e sarebbe sostenuta con favore dalla grande maggioranza dei cittadini italiani. La politica fiscale deve, inoltre, per la Cisl, sostenere lo sviluppo favorendo una fiscalità di vantaggio a partire dalla riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro. In relazione alla fiscalità, è assolutamente improcrastinabile il riequilibrio tra pensionati e lavoratori attivi sulla no tax-area con particolare attenzione agli incapienti. 4. Una riforma pensionistica mirata a garantire a tutti i lavoratori una pensione dignitosa e che reintroduca e garantisca flessibilità in uscita, in particolare per i lavoratori con scarse tutele occupazionali e per i lavori usuranti. Per quanto concerne i criteri di accesso alle pensioni di anzianità, la Cisl propone l'individuazione di una quota derivante dalla somma dell'anzianità contributiva e di quella anagrafica, raggiunta la quale sia possibile accedere al pensionamento. Per la previdenza complementare vanno privilegiati i fondi pensione di natura contrattuale, nonché va data effettiva esigibilità alla previdenza complementare nel settore pubblico. La Cisl chiede, inoltre, l'introduzione di un'aliquota previdenziale unica per tutti i lavoratori siano essi dipendenti o indipendenti e la realizzazione della tutela reale delle pensioni dall'inflazione. La Cisl condivide e sostiene l'impegno e la lotta della FNP come protagonista negoziale a favore dei pensionati ed il perseguimento di meccanismi che, partendo dalle pensioni più basse, recuperino il potere d'acquisto delle pensioni tutelando le fasce più deboli, e sostanzialmente possano cogliere un obiettivo redistributivo. 5. Un sistema sanitario e sociale moderno, equo ed efficace, che risponda ai bisogni e alla domanda di salute e di benessere, costituisce un parametro di civiltà, una garanzia dei diritti di cittadinanza, una correzione del grado di disuguaglianza economica e sociale ed un fattore di inclusione. La rimodulazione del welfare indotta dalla grave situazione socio-economica del paese, dal processo demografico, dall'evoluzione strutturale delle famiglie, e dall'integrazione degli immigrati deve avvenire, nel quadro di un nuovo modello di sviluppo, attraverso un progetto partecipato e negoziato ai vari livelli del sistema, mirato ad una tutela universalistica, al ruolo primario del pubblico, cui possa concorrere, con regole e trasparenza, il privato e, in particolare, il privato-sociale. Il welfare sanitario e sociale, come bene sociale, rappresenta un fattore di sviluppo che richiede investimenti in ricerca, innovazione e valorizzazione delle risorse professionali, superando la deriva dell'economicismo e delle politiche di contenimento, razionalizzando il modello organizzativo e abbattendo lo spreco e le diseconomie di scala. Lo snodo strategico proposto si incentra sull’integrazione socio-sanitaria distrettuale che assicuri la continuità assistenziale, la domiciliarità, affronti le criticità e le disabilità, alleggerisca il costo sociale dell'invecchiamento, realizzando, nel quadro della fiscalità generale, un congruo finanziamento del fondo ad hoc per la non autosufficienza. In tal senso si propone di attivare in tutti i territori e i posti di lavoro la raccolta di firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare. I livelli essenziali sanitari, socio-sanitari e sociali costituiscono altrettanti diritti omogenei ed esigibili in tutto il territorio nazionale in un contesto di programmazione partecipata, che richiede il riordino del sistema ospedaliero, secondo corretti parametri demografici ed epidemiologici, e la realizzazione a rete della medicina del territorio, la qualificazione dell'equipè multidisciplinari, il contenimento della mobilità sanitaria, la risoluzione delle liste di attesa, il recupero della prevenzione e della riabilitazione, la garanzia dell'accesso ai servizi sociali, lo sviluppo dei servizi per l'infanzia, la promozione del rapporto vita-lavoro, il contrasto alla povertà e all'emarginazione. Con la riattivazione della concertazione centrale, regionale e locale si dovranno determinare le fonti di finanziamento dei rispettivi Fondi sanitario e delle politiche sociali, ripartiti in ragione dei reali fattori generatori di disagio e malessere in modo che le istituzione preposte, nello svolgere le proprie funzioni e nell'erogare i servizi di competenza, possano coordinare l'autonomia e la differenziazione con la garanzia dei diritti, stabilendo, con la selezione della domanda in base alla prova dei mezzi (ISEE), eventuali strumenti di partecipazione, collettiva ed individuale, favorendo lo sviluppo dei Fondi integrativi per prestazioni aggiuntive ai livelli essenziali. Investire in salute diventa così importante per il benessere dei cittadini e per la competitività del paese, ma occorre adottare specifiche priorità quali un progetto rivolto al riequilibrio territoriale della rete dei servizi sociali, sanitari e ospedalieri, monitorato e verificato con continuità. Il nuovo welfare deve anche recuperare il valore e la portata innovativa della legge 328/2000, adottando gli strumenti attuativi in ogni Regione e realizzando sistemi di qualità degli interventi dei servizi sociali, favorendo la partecipazione dei cittadini e delle famiglie, attivando i processi di verifica delle prestazioni. Il processo di costruzione del nuovo welfare richiede il recupero di un assetto accettabile delle relazioni sindacali combinato con un'iniziativa politica delle Regioni, della Conferenza StatoRegioni, del ruolo delle autonomie locali e un protagonismo dei cittadini, delle famiglie, del terzo settore e delle varie forme di associazione e, in particolare, del sindacato. 6. Una diversa politica dell'accoglienza per i cittadini stranieri emigrati nel nostro paese che tenda alla loro libera integrazione. La Cisl è convinta che la presenza tra di noi di una popolazione di cittadini immigrati con le loro famiglie pone problemi e, insieme, grandi opportunità. La presenza sempre più numerosa di immigrati nel lavoro è la prova della loro indispensabilità per l'economia del nostro paese, per il quale rappresentano una fonte di ricchezza. Sempre più falso e strumentale risulta quindi il richiamo alla criminalità per gli immigrati e per gli stessi clandestini. La scelta operata dal legislatore con la Bossi-Fini è punitiva, oltre che ingiusta, nei confronti degli immigrati. Oggi va rilanciato l'impegno per una diversa politica dei flussi, coordinata anche a livello europeo, legata alle esigenze reali dei vari territori, per il ripristino degli ingressi, per la ricerca del lavoro, per eliminare tutte le rigidità del cosiddetto "contratto di soggiorno", le quali sono la causa di gran parte dell'immigrazione irregolare. Per la Cisl è importante la Convenzione ONU sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie e l'iniziativa per il riconoscimento della "cittadinanza europea di residenza", così come la richiesta del voto amministrativo degli immigrati, della riforma della cittadinanza, e di una legge organica sull'asilo politico. Oggi le decine di migliaia di immigrati che hanno scelto la Cisl vi debbono trovare una tutela moderna ed efficace, motivazioni concrete ed ideali. Un ruolo protagonista degli immigrati può dare nuova linfa alla Cisl con l'impegno delle categorie a tutti i livelli in termini organizzativi, di formazione e di recepimento delle loro esigenze specifiche nella contrattazione. Inoltre, va favorito l'inserimento negli incarichi sindacali. In questo ambito va ricordata, sottolineata, e riconfermata l'esperienza fatta dalla Cisl, anche con l'impegno forte e articolato dell'Anolf. Allo stesso modo va apprezzata l'azione svolta dall'Inas per la tutela e la difesa dei lavoratori italiani emigrati. L'esigenza di tutela e assistenza in relazione alla libera circolazione dei lavoratori in Europa deve portare alla costruzione di un "patronato" europeo condiviso tra i sindacati e mirato a garantire i diritti di tutti i lavoratori e cittadini migranti. 7. Un ampliamento del mercato delle locazioni in grado di produrre un'offerta abitativa compatibile con le disponibilità di reddito dei soggetti deboli che necessitino di tutela sociale con il rifinanziamento del fondo per il sostegno agli affitti. La soluzione va anche cercata attraverso il rilancio dell'edilizia residenziale pubblica ed attivando un fondo nazionale per le politiche della casa. È importante che anche l'abitazione sia considerata quale livello essenziale di prestazione. Per questo scopo serve un intervento pubblico di indirizzo forte per orientare un mercato finalizzato alla realizzazione di abitazioni a canone moderato. 8. Una riforma dei sistemi dell'istruzione, della formazione e dell'Università che sia davvero rispondente ai bisogni e alle domande di crescita culturale, sociale ed economica del paese e di tutti i suoi cittadini. La Cisl ribadisce le valutazioni negative già espresse in merito ai processi di riforma in atto, che stanno causando il progressivo deterioramento della scuola pubblica statale, della formazione professionale e dell'Università. Nei confronti del governo rivendica l'apertura di un tavolo di concertazione sulle linee di politica scolastica e universitaria, al fine di modificare anche profondamente l'impianto legislativo e gli atti di decretazione secondaria della riforma della scuola nonché i provvedimenti sul reclutamento e lo stato giuridico della docenza universitaria e sugli ordinamenti. Non è più rinviabile un nuovo e condiviso "patto per l'istruzione e la formazione" su cui convergano tutti i soggetti istituzionali, politici e sociali, coinvolti a diverso titolo per disegnare un quadro di governo nazionale complessivo, che affermi l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita come diritto di cittadinanza, l'insostituibile ruolo della scuola pubblica statale e la irrinunciabile unitarietà del servizio di istruzione e formazione, fino ai livelli post-universitari e di specializzazione. 9. Una politica contrattuale e legislativa per migliorare la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. 10. La Cisl deve impegnarsi a completare la riforma del modello contrattuale dell'artigianato anche a seguito del recente accordo. Pure su questo versante è necessario valorizzare la bilateralità attraverso un rapporto più organico con la contrattazione e con modalità che favoriscano l'adesione dei lavoratori al sindacato. 11. L'ammodernamento e la produttività della Pubblica amministrazione: anche in quanto fattore di competitività del paese, garantita da una riforma che esalti e valorizzi professionalità e disponibilità dei lavoratori. La Cisl ritiene che occorra finalmente assumere il settore pubblico come strategico per la gestione e l'organizzazione di servizi indispensabili allo sviluppo economico e sociale. E, in questa prospettiva, investire seriamente in un settore che abbraccia trasversalmente campi d'azione dai quali non si può prescindere per una politica di sviluppo e di crescita competitiva. La Cisl vuole quindi la ripresa del percorso interrotto delle riforme e rimettere al centro dell'agenda politica un piano d'azione condiviso e partecipato dalle parti sociali per garantire efficienza e facilitare lo sviluppo economico e l'iniziativa imprenditoriale in un quadro di regole e di tutele di diritti ed interessi generali. Per quanto riguarda l'amministrazione della giustizia e della sicurezza, la Cisl chiede un progetto, con il coinvolgimento del sindacato, per l'obiettivo della "filiera integrata dei servizi di sicurezza e giustizia" capace di dare efficienza all'amministrazione. 12. I processi di privatizzazione delle aziende che svolgono servizi pubblici non devono essere imposti da esigenze di cassa e di finanza pubblica, ma quando utili o necessari devono rispondere a corrette logiche industriali e di crescita produttiva del paese. Pertanto, devono rappresentare una vera opportunità di democrazia economica e di partecipazione da realizzarsi attraverso l'azionariato diffuso, in particolare quello dei lavoratori. Solo così sarà possibile garantire la qualità e l'universalità dei relativi servizi, la salvaguardia dei livelli occupazionali e la valorizzazione delle risorse umane. 13. Il miglioramento del servizio elettrico deve essere perseguito sul piano qualitativo e quantitativo, adeguandone l'assetto infrastrutturale al contesto europeo attraverso gli investimenti sulle reti, sulle energie rinnovabili e sulla ricerca di fonti alternative e quella sul nucleare civile sicuro. In questo ambito, va sostenuto il ricorso al "carbone pulito", al fine di ridurre il costo della bolletta elettrica per famiglie ed imprese. Per garantire la sicurezza e il "governo" del sistema elettrico italiano è ormai anche necessario istituire un organismo "partecipato" (anti black-out) di indirizzo e di controllo. Il nostro modello di sindacato 30. La Cisl constata che esiste nel nostro paese una questione sindacale: molti lavoratori non sono rappresentati, c'è un dibattito sempre aperto sul rapporto con il capitalismo, c'è il problema dell’autonomia del sindacalismo dalla politica. La Cisl, ancor di più dopo l'esperienza di questi anni, riconferma le scelte del proprio modello sindacale. 1. Un sindacato libera associazione che individua nel socio il centro e il destinatario dell'azione sindacale e pone la propria attenzione alla valorizzazione della persona umana, di ogni lavoratrice/lavoratore, nel suo contesto di relazioni. È per questo motivo che la Cisl resta contraria alla regolamentazione per legge della rappresentanza e della vita interna delle associazioni sindacali, privilegiando l'autoregolamentazione. Il nostro modello è, dunque, fondato sull'autonomia: che non è mai neutralità o agnosticismo ma è l'unica modalità per considerarci a tutti gli effetti soggetto politico pieno, senza vincoli ideologici, statutari o di fatto con scelte postulate da altri soggetti che non siano lavoratori e sindacato, cioè senza confusione di ruoli con i partiti e le istituzioni. 2. Un modo di partecipare segnato anche dal coinvolgersi del sindacato, nelle forme e nei modi opportuni ma con determinazione, nella gestione del mercato del lavoro e della sicurezza sociale per fare meglio il mestiere del sindacato: rappresentare, difendere, contrattare. 3. Il Congresso impegna il Consiglio generale affinché prima della fine del 2005 dia avvio a un percorso di riflessione sul modello organizzativo partendo dalle risultanze dell'ultima Assemblea organizzativa, per adeguare l'organizzazione ai nuovi obiettivi di tutela e rappresentanza, rafforzando la confederalità e rendendo coerente il modello organizzativo con le sfide nuove che il territorio propone a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione, anche ai fini di una verifica del Patto associativo. 4. La Cisl s'impegna a tutti i livelli ad essere luogo d'incontro e di motivazione per i giovani che vivono l'esperienza di partecipazione all'interno dei luoghi di lavoro offrendo spazi idonei di rappresentanza. A livello nazionale e territoriale occorre creare nelle categorie e nelle Unioni un forum dei giovani Cisl come luogo di incontro e di motivazione per chi vive l'esperienza sindacale e di lavoro ed al fine di far crescere l'attenzione verso le politiche sociali e del lavoro che interessano il mondo giovanile; di coordinare i progetti e le attività in grado di aggregare e far crescere la loro appartenenza alla Cisl; di promuovere percorsi di formazione e crescita sui temi specifici. 5. Dobbiamo creare le condizioni politiche ed organizzative perché le caratteristiche di genere segnino il nostro fare sindacato. Servono una dichiarata volontà politica, impegni e regole capaci di garantire una effettiva presenza femminile a tutti i livelli, comprese le segreterie e un rafforzamento del ruolo dei coordinamenti donne a ogni livello. 6. I grandi cambiamenti di scenario, le modifiche organizzative e tecnologiche, i riflessi nella cultura e nei comportamenti ci impongono di operare con militanti, quadri e dirigenti, preparati, competenti e motivati. La formazione sindacale sempre più deve diventare leva strategica per l'organizzazione. Tutti, ognuno in riferimento al proprio ruolo, siamo chiamati a contribuire alla valorizzazione del capitale umano di cui disponiamo investendo in formazione a tutti i livelli. 7. La Cisl deve essere in grado di rispondere a tutte le richieste di aiuto, di tutela e di servizi che ci chiedono i lavoratori privilegiando il patto associativo. Proposta per una concertazione "semplificata" 31. Il percorso che la Cisl da questo Congresso propone a tutti i nostri interlocutori, per rilanciare il minimo di convergenza necessario a riavviare la crescita dell'economia e del paese, si articola su un patto sociale tra governo, Regioni, parti sociali che condividano alcune priorità decisive per lo sviluppo del paese, precisi obiettivi da perseguire e verifiche cadenzate nei tempi sulla loro realizzazione. Una versione "semplificata" della concertazione, sugli obiettivi di carattere economico e sociale: crescita, innovazione, Mezzogiorno, risorse umane, tutela del potere d'acquisto di salari e pensioni. Secondo la Cisl sarà comunque un percorso difficile perché postula il superamento in progress ed in fase di aggiornamento dei vincoli programmatici di politica economica e sociale che tengono assieme le coalizioni. In ogni caso, nell'attuale sistema bipolare, la Cisl è impegnata a rappresentare le proprie proposte in campo economico e sociale ad entrambe le coalizioni, riservandosi poi di giudicarne i comportamenti sui contenuti e senza pregiudizi. Proposta per un nuovo modello contrattuale 32. Mentre le controparti e il governo discutono di modello contrattuale, il sindacato confederale non ha ancora una proposta unitaria. Dobbiamo superare l'eccesso di centralismo contrattuale che ci inibisce di misurarci con la contrattazione in molti luoghi di lavoro e riduce il protagonismo negoziale delle strutture di base, rendendo anche più difficoltosa negli ultimi anni la difesa reale del potere d'acquisto di salari e stipendi, dei redditi da lavoro dipendente. È un discorso che vale per tutti i settori e che va, perciò, poi declinato a seconda delle loro proprie specificità. Ai fini dell'aggiornamento del modello contrattuale in modo rispondente sia agli interessi dei lavoratori che a quelli del paese, la Cisl conferma la sua proposta e chiede di: 1. Aprire un percorso comune, definito nei tempi, proponendo che su questo tema del modello contrattuale, del suo aggiornamento e della sua nuova articolazione si apra, da metà settembre un dibattito con tutti i lavoratori per avviare ad ottobre un confronto con le controparti. 2. Se non riusciremo a raggiungere una proposta di dibattito condivisa, la Cisl procederà ad una grande consultazione con i propri iscritti, aperta a tutti i lavoratori per illustrare e discutere le proprie proposte, senza rassegnarsi all'immobilismo. I rapporti tra sindacati 33. La Cisl è sempre stata consapevole che a Cgil e Uil la legano molte cose: storia, passione, un intreccio fitto di lavoro comune, il riconoscerci nei valori repubblicani della costituzione, nell'appartenenza alla stessa centrale internazionale e alla CES. La nostra non è, insomma, né contiguità né, tanto meno, vicinanza obbligata. 1. Non ci distinguiamo più sul valore della democrazia e sulla visione del mondo, ma restano differenze di rilievo per poter formare un’organizzazione sola sui modelli e sui ruoli, sull'idea di partecipazione. 2. Del resto, resta costante – è nella nostra natura – la possibilità di momenti di convergenza per realizzare su temi specifici, e anche strategici, l'unità dei lavoratori: essa non presuppone, infatti, necessariamente un'unità organizzativa o di regole che imbriglino le organizzazioni. 3. Proponiamo, dunque, a Uil e Cgil un percorso che per noi passa attraverso l'identità della Cisl come presupposto per realizzare il necessario "pluralismo convergente" di cui si avverte tutto il bisogno. Sarà di sicuro un convergere fatto di mediazioni politiche e di percorsi che possono, devono, essere anche dialettici. Il tema di fondo per noi è proprio quello di una convergenza tra le Confederazioni in grado di valorizzare il sindacalismo nel suo ruolo di autonomo soggetto politico. È la capacità del sindacalismo confederale di definire i nuovi perimetri della sua azione anche all'interno di un contesto segnato e vissuto in positivo come pluralismo vivo e arricchente delle identità sindacali, non negativamente come frantumazione. 4. Sappiamo che questa è una sfida alta. Sappiamo anche che si deve giocare, però, pena il declino dell'esperienza e dell'idea stessa del sindacalismo confederale e con essa anche della costruzione di una società a democrazia diffusa e partecipata fatta di spazi di partecipazione e di protagonismo dei lavoratori, dei pensionati, dei cittadini, delle Parti Sociali, dei Partiti, delle Istituzioni. Il Congresso affida la realizzazione delle indicazioni che emergono dalla relazione, dal dibattito e da questa Mozione finale agli organi che eleggerà alla sua conclusione. Ordini del giorno del XV Congresso confederale Ordine del Giorno donne Il XV Congresso confederale per favorire la rappresentanza femminile negli organismi, in continuità con gli impegni assunti in questi anni e con le decisioni dell’Assemblea organizzativa, IMPEGNA il Consiglio generale, che affronterà l’aggiornamento del regolamento di attuazione dello Statuto confederale, ad inserire nel regolamento stesso una norma che garantisca la presenza di almeno una donna nelle segreterie a tutti i livelli come da indicazione dell’Assemblea organizzativa. Ordine del giorno Fir Cisl Il XV Congresso nazionale della Cisl rilevato che con la costituzione della Federazione dell’innovazione e della ricerca la Confederazione ha voluto ulteriormente sottolineare l’importanza della ricerca scientifica e tecnologica, che fermo il suo fine conoscitivo, assume sempre maggiore rilievo come fattore per la crescita culturale, sociale ed economica nazionale, costituendo un sostegno indispensabile per la competitività del “Sistema Italia” e per l’occupazione; rilevata la grande attenzione dell’opinione pubblica sui temi della competitività e dell’innovazione; l’incessante pubblicistica, alimentata dal mondo scientifico, da quello imprenditoriale, da quello politico, sulla debolezza del nostro potenziale di ricerca e di innovazione e sulla conseguente scarsità della risorsa innovazione disponibile per il sistema produttivo; - rilevata la dichiarata posizione della Ue sul nesso tra sviluppo economico e conoscenza, posta, quest’ultima al centro del funzionamento della società che è già entrata con il nuovo secolo nella fase di transizione verso l’ “economia della conoscenza”; - rilevato che, a riscontro di queste valutazioni, rapporti internazionali, comunitari, nazionali i dati disponibili danno concordemente l’immagine dell’insufficienza della ricerca nel nostro paese non compensata da risultati di eccellenza raggiunti da singoli ricercatori e centri; in sintesi: a) ci sono in Italia 2,82 ricercatori ogni 1.000 appartenenti alle forze lavoro, contro i 5,7 a livello europeo, 9,4 del Giappone, e i 13,8 della Finlandia che guida la graduatoria; b) il numero di brevetti italiani registrati all’European Patent Office e di 64,6 ogni milione di abitanti, mentre diventano 103,6 a livello europeo e 140 per il Giappone; c) la spesa per la ricerca è pari all’1,07% sul Pil, contro l’1,98% a livello europeo e la quota di ricerca pubblica raggiunge lo 0,69% sul Pil contro una media europea dello 0,77%; d) la spesa privata in ricerca è pari allo 0,57% del totale del valore aggiunto dell’industria, contro il 4,78% della Svezia, il 2,55% degli Stati Uniti e l’1,61% dell’Unione europea; rilevato che nelle classifiche della competitività dei diversi paesi l’Italia scende costantemente di livello. Il Congresso: sottolinea che a fronte della assoluta insufficienza delle risorse a disposizione e della disattenzione del governo per la ricerca, confermata e riconosciuta dall’ultima legge finanziaria, l’Italia dispone di ricercatori con livelli vantaggiosamente confrontabili con quelli degli altri paesi e in particolare dei paesi della UE; - ribadisce che un’attività di ricerca che sia di sostegno per lo sviluppo richiede oggi ingenti risorse strumentali e umane: è quindi un impegno costoso tenuto anche conto dei tempi medio/lunghi occorrenti per ottenere risultati; pertanto senza un adeguato, e rilevante, impegno finanziario è velleitaria la speranza di ottenere esiti significativi ai fini della competitività-paese. Il Congresso quindi impegna la Segreteria confederale a prendere ogni iniziativa concertativa affinché l’attività di ricerca sia assunta dal governo come priorità nazionale e a tal fine: - aumentando il finanziamento pubblico della ricerca, tendenzialmente fino a raggiungere il 3% del Pil come previsto dalla Ue e revocando la fissazione dei limiti di spesa per gli organismi di ricerca pubblici; - abolendo il divieto di nuove assunzioni da parte degli Enti pubblici di ricerca, così come già previsto per l’Università; alleggerendo il carico fiscale gravante sugli Enti pubblici di ricerca che non godono attualmente di alcuna facilitazione; - adottando speciali misure per lo sviluppo della ricerca nel Mezzogiorno dove si verifica un forte differenziale negativo con il resto del paese; - facilitando ogni forma di cooperazione con le imprese ai fini di un comune lavoro di ricerca e di un efficiente trasferimento dell’innovazione; - facilitando l’adozione di accordi tra organismi di ricerca pubblica e regioni per lo sviluppo di attività di ricerca; - assicurando un migliore impegno per l’ottenimento dei fondi comunitari per la ricerca e lo snellimento burocratico; - adottando un’iniziativa sistematica di valutazione delle politiche di incentivo della ricerca e dell’innovazione, così come praticato in altri paesi. Ordine del giorno Welfare Il XV Congresso della Cisl, riunito in Roma presso il Palazzo dei Congressi nei giorni 5\8 luglio 2005, come sviluppo delle linee e degli indirizzi della Relazione del Segretario generale Savino Pezzotta, impegna l’Organizzazione ai vari livelli a elaborare e attuare, nelle forme della partecipazione e del confronto nei territori, politiche sanitarie, socio-sanitarie e sociali assumendo come base di riferimento i contenuti del presente documento. Il welfare state complessivo, ed in particolare quello sanitario e sociale, costituisce un parametro di civiltà e di modernità di una nazione ed è strettamente collegato all'assetto socio-sanitario del paese, ai bisogni vecchi e nuovi della popolazione, alla domanda di salute, come bene pubblico ed individuale, alle urgenze del futuro prossimo venturo. Il progetto di un nuovo welfare sociale e sanitario deve misurarsi con il cambiamento progressivo in corso, con la sfida della globalizzazione che richiede una dimensione sovranazionale della progettualità, con la competizione fra modelli sociali, con le connesse politiche attive della fiscalità e della redistribuzione del reddito, con i processi di privatizzazione attualmente privi del contestuale fattore generatore della liberalizzazione, in uno scenario dove è tuttavia sempre più radicata la cultura della salute, l'obiettivo del bene-essere, l'orizzonte di una prolungata vita attiva e autonoma. Anche la tenuta dell'attuale modello di welfare deve misurarsi con i guasti provocati da una storica ed irrisolta crescita duale nel tempo e nello spazio, nonché da ragioni demografiche, dalla mancata rigenerazione del capitale sociale. Più di recente hanno inciso le lacerazioni e l'impoverimento della rete delle strutture dei servizi socio-sanitari, il malessere diffuso dei professionisti ed operatori, le grandi differenze dei livelli di qualità ed efficienza dei territori, prodotti dalle politiche neo-liberiste con una visione privatistica del diritto alla salute, la conseguente concezione dello "stato minimo". Inoltre non possono essere sottovalutati l'economicismo come aprioristico indirizzo di razionamento del bisogno e di smantellamento dello stato sociale, l'inveterata difficoltà delle istituzioni a tradurre gli obiettivi di benessere, di garanzia dei diritti di cittadinanza, di correzione delle disuguaglianze in processi di programmazione partecipata e di azioni ispirate ai principi di empowerment, di equità e di sussidiarietà. La cultura Cisl e l'esperienza storica degli associati, incentrati su un concetto di libertà proprio della centralità della persona e della responsabilità sociale, esprimono l'esigenza di un nuovo modello di sviluppo che si basi su un sistema socio-sanitario equo ed efficace, come risultante di una rimodulazione del welfare che, nel sottrarsi alla mitizzazione del mercato e delle conseguenti forme di concentrazione e di monopolio e di aspetti di allargamento delle disuguaglianze economiche e sociali, realizzi un progetto di riformismo solidale, sostenuto con forza dalle forme di rappresentanza democratica della società civile, e in particolare, del sindacato, orientato su una condivisione di valori, sulla esigibilità dei diritti di cittadinanza con attenzione partecipe verso le criticità, le esclusioni, la povertà assoluta e relativa che si espande. La dinamica delle forme di finanziamento del welfare risente delle incertezze istituzionali sia dell'Europa che dell'Italia, della situazione di recessione dell'economia che, a sua volta, determina una modesta crescita dei redditi, dei salari, della competitività e della produttività che implicano costi crescenti verso le fasce sociali più deboli. Il modello di società delineato dalla Cisl richiede un sistema di tutela universalistica ed un rafforzamento del rigore fiscale e monetario, una stabilità macro-economica, incentrata sulla tenuta della moneta unica europea, che eviti una deriva sociale, economica e finanziaria che penalizzerebbe ulteriormente i lavoratori, i pensionati, le espressioni dell'allungamento della vita della popolazione, della precarietà del mercato del lavoro, degli interessi e delle identità delle generazioni. Questo modello implica il riconoscimento di un ruolo primario del pubblico, cui possa concorrere, con precise regole e accentuata trasparenza, il privato e, in particolare, il privato sociale, in modo che la concezione solidaristica diventi un vettore di sviluppo socio economico, rafforzi una maggiore rilevanza del territorio e della comunità di riferimento, recuperi il valore e la funzione della prevenzione, della sicurezza sociale e della riabilitazione, sostenga le politiche sociali e le correlative potenzialità relazionali della famiglia. Lo snodo strategico del modello proposto si incentra prioritariamente nella integrazione sociosanitaria distrettuale idonea a costituire un "governo unitario dei bisogni complessi" che accompagni il ciclo della vita delle persone, alleggerendo il costo sociale dell'invecchiamento e delle disabilità, risolvendo con un apposito Fondo la non autosufficienza, assicurando la continuità assistenziale e la domiciliarità , con una operatività in team e con un concorso finanziario, nell'ambito delle rispettive competenze, del sistema sanitario e delle autonomie locali. Il principio dell'integrazione socio-sanitaria presuppone la determinazione dei Lea e dei Liveas come diritti essenziali, omogenei ed esigibili in tutto il territorio nazionale e richiede il susseguirsi della programmazione partecipata a tutti i livelli, il completamento del riordino quanti-qualitativo della rete ospedaliera con corretti parametri demografici ed epidemiologici e la contestuale realizzazione della rete strumentale e degli insediamenti della medicina del territorio, con la qualificazione del ruolo delle équipe multidisciplinari, del medico di medicina generale, delle forme intermedie di pre e post ricovero ordinario, dei day hospital e dei day surgery, dell'ospedale di comunità e dell'Utap. Nell'intero settore sociale e sanitario il processo di novazione legislativa, la soluzione dell'ampia conflittualità istituzionale, l'ampliarsi della produzione legislativa ed amministrativa regionale in termini non sempre univoci ed omogenei richiedono un assetto regolato ed operoso dell'istituzioni centrali, ivi compresa la Conferenza Stato-Regioni e la Conferenza unificata, delle singole Regioni e dell'area territoriale degli Enti locali. L'assetto complessivo delle istituzioni deve recuperare il vuoto ormai endemico delle relazioni sindacali, dalla concertazione alla contrattazione diffusa sul territorio, secondo un itinerario in grado di valorizzare il ruolo politico ed economico delle Regioni, nella loro forma associativa e nell'approdo autorevole dell'insieme delle istituzioni della rete delle autonomie locali, in una unitaria e solidale dimensione di responsabilità politica, progettuale, gestionale e finanziaria. L'attuale configurazione della Conferenza dei presidenti regionali non consentirà più di sottrarsi al confronto con le parti sociali, all'iniziativa politica collettiva, alla assunzione di specifiche responsabilità, ma imporrà di assumere un ruolo proponente più coordinato e di assicurare un grado più intenso, anche con il confronto con il sindacato, nell'omogeneità dell'azione regionale e interregionale che, valorizzando le diversità e le specificità, non le riduca a mere contrapposizioni. In questa prospettiva la concertazione potrà diventare un mezzo strumentale utile ed essenziale per determinare le fonti di finanziamento in un contesto tributario più equo, recuperando risorse dalla lotta all'evasione, all'elusione e al sommerso nella loro espressione di modelli sociali che, nel tempo, hanno imposto continue e pesanti emissioni di debito pubblico. Un flusso ordinato di trasferimento di risorse, combinate con il concorso fiscale locale, consentirà di ripartire i fondi nazionali sanitario e sociale in ragione dei reali fattori generatori di disagio e malessere e consentirà alle Regioni e agli Enti locali di svolgere le proprie funzioni e di erogare i servizi di propria competenza, superando gli squilibri socio-economici territoriali, introducendo anche meccanismi di riduzione della differenza dovuta alla diversa capacità fiscale. Quando si affrontano, in tema di federalismo, le ragioni dell'autonomia, e quindi della differenziazione, devono fondarsi su un’accettabile compensazione con quelle della garanzia dei diritti, il cui esercizio però deve raggiungere risultati omogenei con costi ottimali, abbattendo il peso delle spreco e dell’inappropriatezza, delle diseconomie di scala, senza abbandonare i territori più deboli al loro destino. La rimodulazione del welfare appare indifferibile, mantenendo il modello universalistico, garantendo l'accesso con la prova dei mezzi (Isee), stabilendo eventuali strumenti di compartecipazione collettiva ed individuale, favorendo lo sviluppo dei fondi integrativi per prestazioni aggiuntive ai livelli essenziali. In questo senso il ripensare il welfare rappresenta un fattore di qualità dello sviluppo e un incentivo strategico alla crescita socio-economica, in termini reddituali, occupazionali, di investimento produttivo in creatività e lavoro, in allargamento dell'indotto della cura e dell'assistenza, in infrastrutture territoriali e in una nuova e più estesa cittadinanza. Ma la concretezza dell'agire sociale impone l'adozione di specifiche priorità che attengono da un lato al livello di qualità dei servizi e delle prestazioni, alla appropriatezza ed economicità degli accessi, alla politica del farmaco, alla regolazione con standard razionali del quasi-mercato della salute e dall'altro al riequilibrio territoriale, coevo e connesso al federalismo fiscale. Occorre pertanto un progetto di investimento mirato teso al riequilibrio delle potenzialità, alla omogeneizzazione delle opportunità, alla diffusione territoriale delle eccellenze, alla riqualificazione della rete dei servizi sociali, sanitari e ospedalieri, che superi il metodo degli interventi a pioggia e senza riscontro. Un simile progetto può produrre un risultato utile se costruito con analisi comparate, se monitorato con continuità, se verificato sul piano dell'efficacia dell'investimento e dell'efficienza delle misure e dei servizi addizionali. Il welfare state può essere considerato in fase evolutiva se la razionalizzazione in progress diventa sistemica, se il ben-essere progressivamente si espande a tutti i cittadini a partire da quelli in condizione di fragilità sociale, se l'immigrazione si integra nella società civile e nel diritto alla salute, se la mobilità sanitaria si riduce ed in tempi ragionevoli si risolve con il progetto di riequilibrio territoriale, se le liste di attesa diventano trasparenti e si abbattono con interventi di riordino dell'offerta e di equa selezione della domanda,se gli interventi sociali superano la frammentazione, se le risorse umane e professionali sono realmente valorizzate e costantemente motivate. Il quadro del welfare deve infine recuperare il valore e la portata innovativa della legge 328/2000 realizzando, con omogeneità territoriale, sistemi di qualità degli interventi dei servizi sociali, definendo i Liveas, destinando le necessarie risorse verso i sistemi locali e il fondo nazionale, favorendo l'accesso, l'accreditamento, la qualità dell'offerta, la partecipazione dei cittadini e delle famiglie e i processi di verifica delle prestazioni. In questo quadro diventa strategico sostenere la famiglia con una pluralità di interventi tra cui la definizione di un efficace strumento nazionale di lotta alla povertà, l’ampliamento della rete di offerta di servizi per l’infanzia, la valorizzazione delle opportunità di conciliazione degli impegni lavorativi con quelli familiari. Il complessivo sistema del welfare deve riacquistare un’incrementale capacità progettuale e di sfida dell'innovazione, una costante inclinazione al confronto e alla concertazione per definire le politiche e rendere coerenti i comportamenti, in un assetto cooperativo dei vari livelli di governo e della gestione della struttura dello stato sociale rendendo compatibili i vari profili dell'agire pubblico e verificando le risultanze del rapporto pubblico-privato. È sicuramente una prospettiva che richiede coraggio e intelligenza politica. Elezione membri Consiglio generale Schede Valide Schede Nulle Schede bianche Totale Schede Nota Bene 927 19 9 955 ** Risultano eletti i primi 127 candidati Candidato Pezzotta Savino Bonfanti Ermenegildo Furlan Annamaria Bellini Renzo Bonanni Raffaele Baretta Pierpaolo Santini Giorgio Betti Sergio Regenzi Cesare Sorgi Antonino Parente Annamaria Turri Franco Surano Franco Battisti Luigi Cal Luigino Ventura Giovanna Sbarra Ulderico Pelecca Rosita Chianese Arnaldo Petteni Gianluigi Trevisan Gianni Ciucci Oberdan Rossi Adele Scatà Vincenzo Scarsi Giuseppe Angelini Antonio Ausili Tommaso Spiller Sergio Rondinelli Daniela Morelli Fiorella De Bortoli Valeria Cianfoni Augusto Scuteri Antonio Venneri Antonio Frigerio Rita Bertone Mario Putzolu Oriana Guizzardi Ivan Porto Franca Colecchia Giulio Trambaiolli Orazio Tondo Achille Bonomo Dionisio Domaneschi Osvaldo Alberani Alessandro Ciotti Pietro Innocenti Claudia 2.586.000 2.160.000 2.157.000 2.154.000 2.151.000 2.148.000 2.145.000 2.145.000 2.142.000 2.139.000 1.419.000 1.407.000 1.404.000 1.395.000 1.392.000 1.386.000 1.383.000 1.377.000 1.374.000 1.368.000 1.362.000 1.359.000 1.353.000 1.347.000 1.338.000 1.335.000 1.329.000 1.323.000 1.317.000 1.311.000 1.305.000 1.299.000 1.293.000 1.290.000 1.287.000 1.284.000 1.278.000 1.275.000 1.269.000 1.266.000 1.263.000 1.260.000 1.260.000 1.257.000 1.254.000 1.248.000 1.245.000 Catuara Domenico Monti Luciana Attila Cristina Farina Giuseppe Grazzini Enzo Loschi Sandro Giorgi Franco Cicerone Paolo Biondo Salvatore Ceres Antonio Minardi Girolamo Tosco Nanni Moscuzza Giuseppe Ganga Ignazio Galbiati Lorenzo Gobetti Carlo Bottoni Alberto Menini Aldo Faverin Giovanni Mastrovincenzo Stefano Umiliati Massimo Zannino Domenico Cecchetto Maurizio Angeloni Brigida Landaverde Ortiz Juana Celia Reetto Margherita Tessitore Giorgio Rigucci Paolo Pastrello Giovanni Benaglia Roberto Restelli Gianluigi Mongillo Rosa Avola Giovanni Angius Antonio Piovesan Mario Retini Sergio Fania Giovani Faiotto Stefano Di Rodi raffaella Virgilio Giuseppe Balestra Vincenzo Zuardi Vincenzo Peracchini Pierluigi Di Quattro Maria Paramucchi Paolo Minichino Nicola Acocella Giuseppe Baricevic Walter Tedesco Vito Sabusco rosa Vannucci Elena 1.245.000 1.242.000 1.239.000 1.233.000 1.230.000 1.227.000 1.224.000 1.221.000 1.218.000 1.215.000 1.212.000 1.209.000 1.209.000 1.203.000 1.200.000 1.197.000 1.194.000 1.191.000 1.188.000 1.182.000 1.176.000 1.173.000 1.173.000 1.173.000 1.170.000 1.167.000 1.164.000 1.161.000 1.161.000 1.158.000 1.155.000 1.152.000 1.152.000 1.149.000 1.146.000 1.143.000 1.140.000 1.137.000 1.137.000 1.134.000 1.131.000 1.128.000 1.125.000 1.122.000 1.119.000 1.119.000 1.116.000 1.113.000 1.110.000 1.104.000 1.101.000 Saady Mohamed Gallorini Elio Trivellato Antonietta Gruttadauria Giuseppe Gissi Maddalena Ciaramella Antonio Melighetti Gabriella Comisso Giorgio Micalone Giuseppe Paglia Ugo Zangolli Sergio Lucci Carmela Righetti Franco Pagani Giuseppe Corra Renzo Tamburella Giovanni Renzler Dorothea Lezzi Enzo Sarli Giovanni Tagliabue Fausto Viganò Marco Panerai Paola Volapato Daniela Mocci Mario Nipoti Renata Pirulli Giovanni Angellotti Francesco Gorla Paola Aloisi Maria Antonietta Santus Giuseppina Morandi Andrea Leonardi Lorenza Calabrò Domenica Polionoli Gianbettino Finizio Angelo Capponi Rina Rondinelli Giustina Scatà Fabrizio Orsini Anna Valgiovio Laura Ranucci Bruno Taddei Paola Bugiani Rossella Armenio Susanna Magnifico Alfredo De Simone Andrea Dragonetti Carmela Pititto Sergio Madeo Fiore Conti Francesca Corda Antonello 1.098.000 1.095.000 1.089.000 1.086.000 1.083.000 1.077.000 1.074.000 1.065.000 1.062.000 1.059.000 1.056.000 1.053.000 1.050.000 1.047.000 1.044.000 1.041.000 1.035.000 1.032.000 1.029.000 1.026.000 1.023.000 1.020.000 1.014.000 1.011.000 1.008.000 993.000 978.000 972.000 933.000 888.000 876.000 873.000 870.000 861.000 849.000 843.000 837.000 834.000 831.000 819.000 813.000 795.000 792.000 789.000 786.000 780.000 765.000 759.000 747.000 729.000 723.000 Esposito Giuseppina Gaggio Caterina Gastoldi Luigi Moras Laura Bortoli Pietro Mattalia Mirella Crescetelli Ernesto Papotto Biagio Ruscito Rosanna Orlandi Sandro Andriolo Cecilia Rassu Gloria 717.000 699.000 696.000 681.000 669.000 663.000 645.000 639.000 633.000 621.000 612.000 597.000 Elezione sindaci Schede Valide Schede Nulle Schede bianche Totale Schede 891 43 25 959 Nota *Risultano eletti i primi tre candidati CANDIDATO Di Marco Renato Sciarma Fulvio Avonto Giovanni Lupi Sonia Foglietta Fausto 2.136.000 1.419.000 1.395.000 1.263.000 1.254.000 Elezione probiviri Schede Valide Schede Nulle Schede bianche Totale Schede CANDIDATO 896 38 20 954 2.151.000 2.139.000 1.407.000 1.386.000 1.377.000 Biffi Carlo Formis valeriano Oboe Bruno Alberti Lucio Sapienza Orazio Statuto confederale Testo aggiornato alla luce delle modifiche approvate dal Congresso confederale, svoltosi a Roma nei giorni 5-8 luglio 2005, conformemente a quanto stabilito dall’art.52 del Capitolo XXIII dello Statuto stesso “Procedure per le modifiche statutarie”. Sommario Statuto confederale Preambolo Patto di unificazione delle forze sindacali democratiche 13 PARTE I. NORME GENERALI COSTITUTIVE 17 Capitolo I Princìpi e finalità 17 Capitolo II Le Federazioni di categoria 21 Capitolo III Diritti e doveri degli iscritti 25 PARTE II. NORME GENERALI SUGLI ORGANI DIRIGENTI E COLLEGIALI 27 Capitolo IV I Consigli generali 27 Capitolo V I Collegi dei sindaci 29 Capitolo VI I Collegi dei probiviri 31 Capitolo VII Rotazioni e limiti di età 36 Capitolo VIII Incompatibilità 38 Capitolo IX Eleggibilità e cooptazioni 40 PARTE III. GLI ORGANI DELLA CONFEDERAZIONE 43 Capitolo X Definizione degli organismi 43 Capitolo XI Il Congresso confederale 44 Capitolo XII Il Consiglio generale confederale 46 Capitolo XIII Il Comitato esecutivo confederale 48 Capitolo XIV La Segreteria confederale 50 PARTE IV. LE ARTICOLAZIONI CONFEDERALI REGIONALI 53 Capitolo XV Le strutture regionali e territoriali 53 Capitolo XVI Il coordinamento 55 Capitolo XVII I servizi 57 PARTE V. GESTIONI STRAORDINARIE, FINANZE E PATRIMONIO 59 Capitolo XVIII Il commissariamento delle strutture 59 Capitolo XIX La reggenza 61 Capitolo XX Contribuzione e tesseramento 62 Capitolo XXI Patrimonio PARTE VI. SCIOGLIMENTO DELLA CONFEDERAZIONE, STATUTARIE, REGOLAMENTI E NORME TRANSITORIE 63 MODIFICHE 65 Capitolo XXII Procedure per lo scioglimento della Confederazione 65 Capitolo XXIII Procedure per le modifiche statutarie 66 Capitolo XXIV Regolamenti di attuazione 68 Capitolo XXV Adeguamenti statutari e norme transitorie 69 Statuto approvato dal I Congresso confederale, 11-14 novembre 1951, e modificato dal II Congresso confederale, 23-27 aprile 1955; dal III Congresso confederale, 19-22 marzo 1959; dal IV Congresso confederale, 10-13 maggio 1962; dal V Congresso confederale, 22-25 aprile 1965; dal VI Congresso confederale, 17-20 luglio 1969; dal VII Congresso confederale 18-21 giugno 1973; dall’VIII Congresso confederale, 14-18 giugno 1977; dal IX Congresso confederale, 7-12 ottobre 1981; dal X Congresso confederale, 8-13 luglio 1985; dall’XI Congresso confederale, 14-18 luglio 1989; dal XII Congresso confederale, 28 giugno-2 luglio 1993; dal XIII Congresso confederale, 2124 maggio 1997; dal XIV Congresso confederale, 12-15 giugno 2001. Preambolo Patto di unificazione delle forze sindacali democratiche I Le forze sindacali resesi libere ed indipendenti da ogni forma di influenze esterne, convinte che, senza la faziosità di chi voleva fare dei sindacati veri e propri strumenti di partito, l’esperimento unitario iniziato dopo la Liberazione si sarebbe potuto realizzare, solennemente concordano e decidono di riunificarsi in una sola Organizzazione. II La nuova Organizzazione sorge per stringere in un unico volontario vincolo sindacale tutti i lavoratori italiani che – convinti della necessità di respingere un sindacalismo fondato, ispirato e diretto da correnti politiche ed ideologiche – vogliono impostare il movimento sindacale all’autogoverno delle categorie esercitato nel quadro della solidarietà sociale e delle esigenze generali del paese. III La nuova Organizzazione unificata afferma la sua decisa volontà di tutelare la dignità ed il rispetto della persona umana come condizione primaria di vera giustizia sociale e proclama i seguenti fondamentali diritti dei lavoratori, che prende solenne impegno di difendere e propugnare: 1. diritto al lavoro, come naturale mezzo di vita, ed alla sua libera scelta; 2. diritto alla giustizia sociale, fondamentale mezzo di pace duratura nella convivenza civile; 3. diritto all’inserimento delle forze di lavoro negli organi che determinano gli indirizzi della politica economica del paese; 4. diritto alla garanzia ed alla stabilità dell’occupazione, nella più ampia libertà individuale e familiare; 5. diritto all’assistenza ed alla previdenza contro ogni concessione paternalistica, da realizzare attraverso una legislazione che garantisca stabilmente il soddisfacimento delle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie, in ogni tempo e luogo ed ogni evenienza della vita; 6. diritto alla costituzione di libere organizzazioni sindacali democratiche ed al libero esercizio della loro azione sindacale, ivi compreso il diritto di sciopero, per la legittima difesa degli interessi di chi lavora; 7. diritto alla rappresentanza dei lavoratori negli organismi che esistono o possono esistere, in modo da rendere determinante l’influenza del mondo del lavoro sugli orientamenti sociali della vita nazionale; 8. diritto all’immissione delle forze del lavoro nella gestione e nel possesso dei mezzi di produzione. IV Sulla base di questi fondamentali diritti dei lavoratori liberi, la nuova Organizzazione si propone i seguenti obiettivi: 1. associare tutte le categorie di lavoratori in sindacati democratici, indipendenti da qualsiasi influenza esterna, sia politica che ideologica, e miranti esclusivamente alla difesa degli interessi dei lavoratori, ispirati al principio della supremazia del lavoro sul capitale, essendo il lavoro la più alta espressione di dignità dell’essere umano; 2. elevare, nel quadro e nello spirito della più ampia solidarietà, il tenore di vita dei lavoratori ed in particolare le condizioni economiche e sociali delle categorie meno progredite, al fine di assicurare a tutti, sul piano economico e culturale, una condizione di vita adeguata allo sviluppo civile della nazione; 3. realizzare concretamente il principio del pieno impiego di tutte le energie lavorative del paese, anche attraverso l’impulso alla istruzione tecnica e professionale dei lavoratori per conseguire la migliore qualificazione della manodopera; 4. promuovere con ogni mezzo, ed anche mediante radicali riforme, la migliore utilizzazione di tutte le risorse attuali e potenziali della nazione; 5. promuovere con ogni mezzo la solidarietà economica tra i popoli e far riconoscere il principio della libera circolazione del lavoro nel mondo e del libero accesso alle materie prime; 6. stabilire ed intensificare i rapporti di fraterna collaborazione con organizzazioni sindacali democratiche di altri paesi, allo scopo di contribuire al benessere generale ed alla pace tra i popoli. Roma, addì 30 aprile 1950 PARTE I. NORME GENERALI COSTITUTIVE Capitolo I Princìpi e finalità Articolo 1 È costituita la Confederazione italiana sindacati lavoratori (CISL) con sede in Roma. La CISL aderisce alla Confederazione internazionale dei sindacati liberi (CISL internazionale) ed alla Confederazione europea dei sindacati (CES). Le decisioni assunte dagli organi statutari della Confederazione europea dei sindacati costituiscono un riferimento indispensabile per la definizione delle posizioni sindacali sul piano interno. Articolo 2 La Confederazione italiana sindacati lavoratori si richiama e si ispira, nella sua azione, ad una concezione che, mentre vede la personalità umana naturalmente svolgersi attraverso l’appartenenza ad una serie organica di comunità sociali, afferma che al rispetto delle esigenze della persona debbono ordinarsi società e Stato. Le posizioni che essa prende dinanzi ai problemi dell’organizzazione economica e sociale mirano a realizzare la solidarietà e la giustizia sociale, mediante le quali si consegue il trionfo di un ideale di pace. Essa ritiene che le condizioni dell’economia debbono permettere lo sviluppo della personalità umana attraverso la giusta soddisfazione dei suoi bisogni materiali, intellettuali e morali, nell’ordine individuale, familiare e sociale. Essa constata che le condizioni attuali del sistema economico non permettono la realizzazione di questo fine e pertanto ritiene necessaria la loro trasformazione, in modo da assicurare un migliore impiego delle forze produttrici e una ripartizione più equa dei frutti della produzione tra i diversi elementi che vi concorrono: – sul piano interno, mediante: a. la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’unità produttiva e la loro immissione nella proprietà dei mezzi di produzione; b. la partecipazione dei lavoratori alla programmazione ed al controllo dell’attività economica; c. l’attuazione di radicali riforme atte alla utilizzazione, nell’interesse della collettività, di tutte le risorse del paese; – sul piano internazionale, mediante: a. la solidarietà internazionale dei sindacati lavoratori liberi e democratici; b. l’unificazione economica dei mercati come premessa della unificazione politica degli Stati. Essa intende promuovere queste trasformazioni con il libero esercizio dell’azione sindacale, nell’ambito del sistema democratico; afferma che le organizzazioni sindacali devono separare le loro responsabilità da quelle dei raggruppamenti politici, dai quali si distinguono per natura, finalità e metodo di azione; intende rivendicare costantemente la piena indipendenza da qualsiasi influenza esterna e l’assoluta autonomia di fronte allo Stato, ai governi e ai partiti. Essa afferma che l’accoglimento del sindacato democratico e della sua azione nel seno della società civile organizzata determina una crescente e inderogabile esigenza strutturale della stessa e costituisce una garanzia e una difesa dell’ordine democratico. Pertanto, mentre si ispira al principio della supremazia del lavoro sul capitale e si impegna a perseguire il miglioramento delle condizioni economiche delle classi lavoratrici e l’elevazione morale, culturale e sociale delle stesse, e a promuovere una politica di pari opportunità tra uomini e donne nel lavoro e nella società, ritiene che il movimento sindacale e la sua possibilità di azione si basino su una sola necessaria condizione: l’adesione libera e spontanea dei lavoratori alla organizzazione sindacale e la moltiplicazione della forza organizzativa di questa. Decisa ad utilizzare al massimo le risorse formative proprie del movimento sindacale, essa intende, d’altra parte, fare appello al concorso delle forze intellettuali e morali capaci di servire alla preparazione dei lavoratori, in funzione delle responsabilità che loro incombono in una organizzazione democratica della vita professionale ed economica, e della loro completa emancipazione. Sviluppando la sua azione in difesa e rappresentanza degli interessi generali del lavoro, la Confederazione assume la piena responsabilità di questa azione, che essa determina nella totale indipendenza da ogni raggruppamento esterno. Articolo 3 La Confederazione provvede a: – fissare gli indirizzi fondamentali di politica sindacale, economica, salariale ed organizzativa; – rappresentare l’Organizzazione di fronte agli organi centrali del pubblico potere; – promuovere e produrre direttamente o tramite le proprie strutture l’edizione di pubblicazioni, giornali, riviste, periodici… al fine di informare i propri iscritti e la pubblica opinione sulle iniziative e le attività sindacali o culturali, anche in compartecipazione con altri soggetti aventi le stesse finalità; – esercitare l’azione di coordinamento e di collegamento nazionale ed internazionale tra le associazioni di categoria; – programmare e gestire l’attività di formazione come insostituibile strumento di politica dei quadri; – promuovere e perseguire una politica di pari opportunità tra uomini e donne al fine di garantire una piena partecipazione alla vita democratica dell’Organizzazione con particolare attenzione alla parte sotto rappresentata. Tale obiettivo dovrà concretizzarsi attraverso una equilibrata presenza organizzativa di entrambi i sessi a tutti i livelli e in tutti i settori; – designare gli incarichi di rappresentanza sindacale; – assistere, nel quadro degli indirizzi confederali, le organizzazioni di categoria nella azione sindacale, predisponendo allo scopo tutti i necessari servizi; – promuovere e sostenere, nella visione pluralistica della società, anche sperimentando forme di compartecipazione, la costituzione e la crescita di organismi a carattere solidaristico che tutelino il lavoratore nei rapporti economici e sociali esterni ai luoghi di lavoro; – realizzare per i propri iscritti e i loro familiari un sistema integrato e polivalente di servizi (vertenze legali, servizi previdenziali, fiscali, assicurativi ecc.); – promuovere, coordinare e controllare la attuazione ai vari livelli della Organizzazione degli indirizzi confederali; – promuovere la tutela dei diritti etnici al fine di garantire piena partecipazione alla vita democratica della Confederazione; – regolare i rapporti tra organismi verticali e/o orizzontali e dirimerne i conflitti; – realizzare i necessari interventi: sugli organismi nazionali di categoria in caso di gravi violazioni dello Statuto confederale, di mancato rispetto delle decisioni degli organi confederali, di violazione delle norme contributive confederali; sulle strutture orizzontali, per i motivi di cui sopra, nonché per promuoverne l’efficienza; – rappresentare le Federazioni di categoria o su richiesta delle medesime ovvero quando si tratti di questione di interesse generale: a. dinanzi ai pubblici poteri ed alle varie istituzioni; b. dinanzi alle organizzazioni dei datori di lavoro; c. dinanzi alle istituzioni ed organizzazioni internazionali. Capitolo II Le Federazioni di categoria (vedi articoli 47, 48, 49, 50, 57 e 58 del Regolamento) Articolo 4 Fanno parte della Confederazione le Federazioni nazionali di categoria le quali, sulla base dei rispettivi statuti, si possono articolare in sindacati di seconda affiliazione, in settori e/o comparti merceologici. Le Federazioni nazionali di categoria sono quelle riportate nel Regolamento di attuazione. Le Federazioni nazionali di categoria ammesse secondo le procedure di cui al successivo articolo 5, devono ispirarsi nel loro Statuto e nell’azione ai princìpi esposti nell’articolo 2. Spetta alle Federazioni nazionali di categoria, in uno con i sindacati di seconda affiliazione, con i settori e/o comparti merceologici, il compito di: a. promuovere e coordinare la costituzione e lo sviluppo dei propri organismi di base in ogni ambiente di lavoro e delle strutture sindacali ai vari livelli categoriali: sindacato territoriale (ST) e Federazione sindacale regionale (FSR) in corrispondenza – rispettivamente – delle Unioni sindacali territoriali (UST) e delle Unioni sindacali regionali (USR). Qualora le Federazioni nazionali di categoria ritenessero in relazione ad oggettive esigenze organizzative, funzionali e di rappresentanza di dotarsi di “articolazioni funzionali” non coincidenti con le UST e le USR dovranno comunque garantire, in corrispondenza delle stesse la disaggregazione categoriale della rappresentanza democratica, l’espressione della stessa negli organismi UST e USR, nonché la corrispettiva attribuzione della titolarità degli iscritti e dei relativi flussi contributivi; b. attuare, nell’ambito degli indirizzi e della programmazione confederale, iniziative intese a promuovere una efficace formazione sindacale; c. procedere alla stipulazione di contratti, accordi, regolamenti e protocolli collettivi di lavoro, ai diversi livelli di competenza; d. presiedere all’elaborazione ed attuazione di adeguate politiche di settore nel quadro degli indirizzi confederali; e. esercitare tutte quelle funzioni che siano demandate alle organizzazioni di categoria in virtù di leggi, regolamenti, statuti e disposizioni degli organismi sindacali cui aderiscono, di enti o di pubblici poteri; f. promuovere e curare l’attuazione degli indirizzi confederali ai vari livelli dell’Organizzazione e realizzare i necessari interventi verso eventuali politiche e comportamenti difformi, violazioni statutarie, inadempienze organizzative. Per il conseguimento di detti fini le Federazioni nazionali di categoria e i sindacati di seconda affiliazione esercitano le seguenti competenze: – eleggere nei loro Congressi di ST, FSR e Federazioni nazionali i delegati ai Congressi delle corrispondenti strutture orizzontali; – partecipare, di norma con il proprio Segretario generale, alle riunioni degli organismi dei settori e/o comparti merceologici a tutti i livelli per conseguire il coordinamento e l’omogeneità delle decisioni; – stabilire, nel proprio Consiglio generale, il riparto della contribuzione di competenza verticale e svolgere la funzione ispettiva e sindacale; – attuare le gestioni straordinarie nelle proprie strutture ai vari livelli. Il Collegio dei probiviri della Federazione nazionale di categoria ha giurisdizione e competenza anche sui sindacati di seconda affiliazione, sulle articolazioni di settore e/o di comparto merceologico della propria Federazione nazionale di categoria. Gli statuti delle Federazioni nazionali di categoria stabiliscono nell’ambito delle indicazioni del presente articolo più precise definizioni dei compiti all’interno delle proprie articolazioni. Le strutture regionali delle Federazioni nazionali di categoria fanno parte delle Unioni sindacali regionali e le strutture territoriali delle Federazioni nazionali di categoria fanno parte delle Unioni sindacali territoriali secondo i criteri stabiliti dagli statuti e dai regolamenti delle Unioni sindacali regionali. Nell’ambito della Confederazione si configurano le organizzazioni a Statuto speciale che rappresentano in prevalenza lavoratori autonomi e associati produttori diretti, che non occupano lavoratori dipendenti. Tali organizzazioni godono dell’autonomia statutaria necessaria per meglio rappresentare gli interessi professionali degli associati, ferma restando l’ispirazione dello Statuto e dell’azione ai princìpi esposti nell’articolo 2, nonché le normative riguardanti il tesseramento, l’elezione e il finanziamento democratico degli organi, le incompatibilità. Fermi restando i princìpi statutari citati, il Comitato esecutivo confederale verifica la sussistenza delle condizioni e la rispondenza degli Statuti delle suddette organizzazioni ai princìpi di cui al comma precedente. La Confederazione può altresì stabilire patti associativi con soggetti che rappresentino aggregazioni culturali e sociali, associazioni professionali ed altre esperienze sindacali che, pur non essendo disciplinati secondo le forme istituzionali proprie del sindacato, organizzano tuttavia il lavoro in aree prevalentemente non contrattualizzate o per specificità professionali, nonché i servizi nelle loro più diverse forme e manifestazioni, condividendo le finalità ed i princìpi della CISL. La partecipazione alla vita democratica interna dell’organizzazione si realizza solo con l’adesione individuale. Articolo 5 Le Federazioni di categoria o organismi similari che intendono aderire alla Confederazione devono rivolgere domanda scritta alla Segreteria confederale, corredata dai documenti indicati nel Regolamento di attuazione e dalla dichiarazione di avere preso conoscenza dello Statuto e del Regolamento della Confederazione e di impegnarsi ad uniformare ad essi la propria azione e ad apportare al proprio Statuto le modifiche necessarie per l’adeguamento a quello confederale. L’ammissione dei sindacati di categoria che intendono aderire all’interno di una Federazione di categoria già costituita è deliberata dal Consiglio generale della Federazione di categoria secondo le procedure indicate nel primo comma del presente articolo ed è convalidata dal Comitato esecutivo confederale. Contro le decisioni di cui ai commi precedenti è ammesso ricorso al Consiglio generale confederale da parte delle Federazioni di categoria o del sindacato di categoria che ha chiesto l’ammissione entro 30 giorni dalla comunicazione del rifiuto della stessa o della mancata convalida. Le radiazioni delle Federazioni nazionali di categoria, per grave e ripetuta inosservanza delle norme statutarie o regolamentari, sono pronunciate dal Consiglio generale a maggioranza dei 2/3 degli aventi diritto al voto. Le disaffiliazioni delle Federazioni nazionali di categoria possono essere decise solo dal rispettivo Congresso, convocato con apposito ordine del giorno. Le somme versate alla Confederazione dalle Federazioni nazionali di categoria disaffiliatesi o radiate rimangono acquisite dalla Confederazione. Capitolo III Diritti e doveri degli iscritti (vedi articoli 1, 2, 3 e 4 del Regolamento) Articolo 6 L’iscrizione alla CISL deve costituire espressione di una scelta libera ed individuale di ciascun lavoratore che di essa condivida princìpi e finalità. Gli iscritti alla CISL hanno diritto a partecipare alla elaborazione delle linee di politica sindacale, ad eleggere i propri rappresentanti sul luogo di lavoro ed i propri delegati alle successive istanze congressuali. Essi hanno inoltre il diritto a ricevere tempestivamente la tessera d’iscrizione al sindacato, ad essere tutelati nei propri diritti contrattuali e ad usufruire, in modo privilegiato rispetto ai non iscritti, dei servizi dell’organizzazione. Gli iscritti hanno diritto a essere adeguatamente informati e coinvolti nelle decisioni che li riguardano e ad esercitare il diritto di critica nei confronti dei dirigenti sindacali, nei limiti previsti dal presente Statuto, e in termini democraticamente e civilmente corretti. Ogni iscritto ha il dovere di essere coerente con i valori richiamati nel presente Statuto, ad operare nell’attività sindacale in coerenza con le decisioni assunte dagli organi statutari ed a partecipare all’attività sindacale. Ogni iscritto ha l’obbligo di pagare i contributi d’iscrizione al sindacato con le modalità e nell’ammontare definiti dalla categoria di appartenenza. È prevista l'intrasmissibilità della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte e la non rivalutabilità della stessa. PARTE II. NORME GENERALI SUGLI ORGANI DIRIGENTI E COLLEGIALI Capitolo IV I Consigli generali (vedi articoli 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40 e 41 del Regolamento) Articolo 7 I Consigli generali sono formati da componenti eletti dal Congresso, da componenti di diritto e da componenti designati. I regolamenti di attuazione degli Statuti definiscono il numero complessivo dei componenti, il numero dei componenti da eleggere in sede congressuale, il numero e le modalità di definizione dei componenti di diritto e designati. La componente elettiva così determinata dovrà essere almeno pari al 50% del numero complessivo dei componenti del Consiglio generale. Gli eventuali componenti aggiuntivi derivanti dalle cooptazioni previste dall’articolo 21 e dal comma quinto dell’articolo 27 dello Statuto e quelli derivanti dall’applicazione della clausola di salvaguardia prevista nel regolamento di attuazione per la categoria dei pensionati nei Consigli generali delle strutture confederali, non vengono considerati per il conteggio del 50% di cui al precedente comma. Articolo 8 I Consigli generali prima di procedere alle votazioni per l’elezione della Segreteria, deliberano, sulla base di esigenze di funzionalità, sulla struttura della stessa con riferimento alla presenza o meno del Segretario generale aggiunto ed al numero dei componenti la Segreteria. Capitolo V I Collegi dei sindaci (vedi articolo 63 del Regolamento) Articolo 9 I Collegi dei sindaci della Confederazione, delle Federazioni di categoria ad ogni livello, delle Unioni sindacali regionali e territoriali provvedono al controllo amministrativo e adempiono alle loro funzioni a norma degli articoli del presente Statuto e relativo Regolamento. L'attività del Collegio dei Sindaci deve essere improntata ai principi di autonomia e indipendenza. A tal fine il Regolamento di attuazione dello Statuto stabilisce le incompatibilità. Essi partecipano alle sedute del Consiglio generale con voto consultivo; a mezzo del loro presidente riferiscono periodicamente sull’andamento amministrativo sia al Comitato esecutivo, sia al Consiglio generale della Confederazione, delle Federazioni di categoria a ogni livello, delle Unioni regionali e territoriali; rispondono della loro azione dinanzi al Congresso. I collegi dei sindaci sono composti da cinque componenti di cui tre effettivi e due supplenti. Essi sono eletti dal rispettivo Congresso e non sono revocabili nel corso del mandato congressuale. Nelle votazioni si esprimono tre preferenze. Risultano eletti componenti effettivi del Collegio dei sindaci i tre candidati che hanno riportato in sede congressuale il maggior numero di voti. I due candidati che seguono immediatamente nella graduatoria dei suffragi fanno parte del Collegio quali componenti supplenti. Qualora venga a mancare, per dimissioni o altra causa, uno dei componenti effettivi, subentra il candidato che ha riportato il maggior numero di voti e il posto di componente supplente sarà conferito al candidato non eletto che ha riportato il maggior numero dei suffragi. Qualora non sussistano candidati non eletti i rispettivi Consigli generali provvedono all’integrazione del Collegio e, nel caso di più candidature, risulterà eletto chi ha riportato più voti. I Consigli generali, nella prima riunione dopo il Congresso, nominano il Presidente, scegliendo tra i componenti effettivi e tenuto conto dei requisiti e/o titoli di specifica competenza professionale. Qualora la vacanza riguardi il presidente del Collegio dei sindaci il rispettivo Consiglio generale ha facoltà di nominarne uno ex novo, scegliendo tra soggetti iscritti o non iscritti all’Organizzazione che abbiano requisiti e/o titoli di specifica competenza professionale. I sindaci non possono far parte di organi deliberanti delle strutture controllate. È inoltre incompatibile la carica di sindaco di un organismo con quella di sindaco di un altro organismo. Il Collegio confederale dei sindaci provvede al controllo amministrativo anche degli enti e delle associazioni della CISL, salvo una diversa composizione per gli stessi enti e delle associazioni che consegua da disposizioni di legge o amministrative secondo quanto stabilito dal Regolamento di attuazione allo Statuto. Qualora a livello delle Federazioni territoriali non venga realizzata la costituzione del Collegio dei sindaci, il controllo amministrativo sarà esercitato dal Collegio regionale di categoria Capitolo VI I Collegi dei probiviri (vedi articoli 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28 e 66 del Regolamento) Articolo 10 I Collegi dei probiviri della Confederazione, delle Federazioni nazionali di categoria, delle Unioni sindacali regionali sono organi di garanzia statutaria e di giurisdizione interna. L’attività del Collegio dei Probiviri deve essere improntata ai principi di autonomia e indipendenza. A tal fine il Regolamento di attuazione dello Statuto stabilisce le incompatibilità. Essi hanno il compito di decidere, previe adeguate istruttorie per l’accertamento dei fatti e relative contestazioni, sui ricorsi contro presunte violazioni dello Statuto e del Regolamento e sulle vertenze elettorali, oltreché di dirimere le controversie, i conflitti tra i soci e gli organismi ai vari livelli, nei limiti stabiliti dal presente Statuto e dal Regolamento di attuazione. I Collegi dei probiviri della Confederazione e delle Federazioni nazionali di categoria sono inoltre competenti a pronunciare, entro il termine perentorio di 15 giorni, la ratifica di legittimità dei provvedimenti relativi alle gestioni commissariali Articolo 11 Sono competenti in prima istanza: a. per i conflitti interni alle singole categorie i Collegi dei probiviri delle Federazioni nazionali di categoria; b. per tutti gli altri casi i Collegi dei probiviri delle Unioni sindacali regionali, salvo quelli in cui è competente a decidere in unica e definitiva istanza il Collegio confederale. Il Collegio confederale dei probiviri decide in seconda ed ultima istanza sui ricorsi contro le deliberazioni dei Collegi di cui al primo comma. Il Collegio confederale dei probiviri è competente a decidere, in unica e definitiva istanza, sulle sanzioni disciplinari che riguardano i componenti della Segreteria confederale, i segretari generali delle USR e delle Federazioni nazionali di categoria integrato di volta in volta da n° 6 componenti, di cui 3 sorteggiati tra i Presidenti dei Collegi dei Probiviri delle Federazioni Nazionali di Categoria e 3 sorteggiati tra i Presidenti dei Collegi dei Probiviri delle Unioni Sindacali Regionali. Il sorteggio dovrà essere effettuato in occasione della prima riunione utile del Comitato Esecutivo. Articolo 12 I Collegi dei probiviri sono composti da cinque componenti eletti dal Congresso e non revocabili nell’arco del mandato congressuale Nelle votazioni si esprimono tre preferenze. Risultano eletti i componenti i Collegi dei probiviri i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Qualora si determini una vacanza, per dimissioni o altra causa, subentrano, fino a concorrenza, i candidati non eletti che hanno riportato il maggior numero di voti. Qualora non sussistano candidati non eletti i Consigli generali provvedono alla integrazione del Collegio e, nel caso di più candidature, risulteranno eletti coloro che hanno riportato più voti. I Consigli generali nella prima riunione dopo i Congressi nominano il presidente del Collegio scegliendo tra i componenti e tenuto conto dei requisiti e/o titoli di specifica competenza professionale. Il Consiglio generale approva apposito regolamento di funzionamento a cui dovranno uniformarsi i Collegi Se la vacanza riguarda il presidente del Collegio i Consigli generali hanno l’obbligo di eleggerlo ex novo, anche al di fuori dei componenti in carica, tra soggetti, iscritti o non iscritti all’Organizzazione, in possesso di particolari titoli e/o requisiti professionali, entro 30 giorni dal verificarsi della vacanza stessa. Durante la vacanza del Presidente, il Collegio sospende la propria attività: non sono consentite funzioni vicarie e i termini di scadenza dei procedimenti in corso sono sospesi fino ad insediamento del nuovo Presidente. I probiviri non possono far parte di organi deliberanti. È incompatibile anche la carica di proboviro di un organismo con quella di proboviro di un altro. Al fine di garantire la piena autonomia, anche sul piano economico, del Collegio, viene istituito, per la copertura dei relativi oneri, un separato ed autonomo capitolo di bilancio. Articolo 13 I Collegi emettono: a. ordinanze allo scopo di regolare l’attività istruttoria e raccogliere prove; b. lodi decisori del merito delle controversie. I lodi dei Collegi debbono essere motivati. Il Presidente ha l'obbligo di notificarli alle parti e hanno immediato valore esecutivo per le strutture e i soci cui essi si riferiscono. I Collegi, su motivato ricorso avverso provvedimenti formali, qualora ravvedano sulle questioni da decidere esigenze di urgenza e contemporaneamente il pericolo che, nelle more del normale procedimento statutario si determinino danni irreparabili, possono assumere con ordinanza i provvedimenti cautelari del caso, nel termine di 15 giorni dal ricevimento del ricorso. Tali ordinanze non pregiudicano il merito e possono essere revocate dallo stesso Collegio che le ha emesse, previa adeguata motivazione. Possono essere, tuttavia, reclamate davanti al Collegio confederale che decide in via definitiva nel termine di 15 giorni dal ricevimento del ricorso. Le stesse ordinanze, sulla base delle esigenze di cui sopra, possono essere anche assunte dal Collegio confederale. Nel caso di emissione delle ordinanze di cui al primo comma, il motivato lodo del Collegio sul ricorso dovrà essere emesso entro 30 giorni dalla decorrenza dell’ordinanza Articolo 14 I Collegi dei probiviri sono competenti ad irrogare sanzioni di natura disciplinare ai soci. Nella decisione dei lodi il Collegio dei probiviri si attiene al rispetto del principio generale della proporzionalità e gradualità della sanzione. L’eventuale annullamento definitivo del lodo di primo grado comporta la caducazione di tutti gli effetti conseguenti alla pronuncia annullata. Le sanzioni che possono essere comminate sono: – il richiamo scritto; – la deplorazione con diffida; – la destituzione dalle eventuali cariche; – la sospensione da 3 a 12 mesi, con destituzione da eventuali cariche; – l’espulsione. In presenza di fatti nuovi e rilevanti debitamente provati, il Collegio confederale dei probiviri può riaprire il procedimento disciplinare per un’eventuale riforma del lodo emesso. I soci sospesi sono automaticamente riammessi nell’Organizzazione al termine del periodo di sospensione. Il ripristino nelle cariche elettive potrà avvenire solo a seguito di una nuova elezione e non per cooptazione. I soci espulsi dall’Organizzazione potranno essere riammessi non prima di 5 anni dal provvedimento. Articolo 15 Per misura cautelativa il socio sottoposto a procedimento penale può essere, in relazione alla natura e/o alla particolare gravità del reato, sospeso a tempo indeterminato. Competenti a decidere la sospensione cautelativa, da effettuarsi con procedura d’urgenza, sono la Segreteria confederale, le Segreterie delle Federazioni nazionali e regionali di categoria e quelle di Unioni sindacali regionali per i rispettivi livelli di competenza sentiti il sindacato territoriale e la Unione sindacale territoriale dove è avvenuta l’iscrizione. La sospensione cautelativa è immediatamente esecutiva e deve essere ratificata dal competente Collegio dei probiviri entro 30 giorni, pena la nullità. La revoca della sospensione cautelativa è disposta immediatamente dalla Segreteria che l’ha stabilita al cessare delle cause che l’hanno determinata. Qualora si rendessero necessari provvedimenti ulteriori si deve seguire la normale procedura prevista dagli articoli 10, 11, 12, 13, 14 e dal Regolamento di attuazione. Articolo 16 Quando le Segreterie di categoria e/o confederali nell’ambito della specifica competenza territoriale sono a conoscenza di violazioni statutarie, hanno l’obbligo di intervenire per far cessare tali violazioni e, qualora tale intervento sia inefficace, hanno l’obbligo di denunciare tali comportamenti al Collegio dei probiviri. L’omissione di intervento e di denuncia può essere a sua volta oggetto di ricorso ai probiviri competenti. Capitolo VII Rotazioni e limiti di età (vedi articoli 10 e 67 del Regolamento) Articolo 17 Al fine di favorire la rotazione nelle responsabilità dirigenziali, Segretari Generali e Segreterie a tutti i livelli, come importante fattore di democrazia sindacale, il periodo massimo entro cui è possibile ricoprire la medesima carica è di tre mandati (12 anni ). Il raggiungimento del 65° anno di età rappresenta causa di cessazione della carica di componente di Segreteria a qualsiasi livello. I componenti delle segreterie di categoria possono mantenere la carica sino al 65° anno di età, a condizione che non siano titolari di pensione e indipendentemente dalla erogazione effettiva della stessa a seguito di rapporti di collaborazione o di lavoro subordinato attivati dall’interessato. Le disposizioni di cui ai comma 1, 2 e 3 non si applicano alle cariche di Segreteria nella Federazione nazionale pensionati a tutti i livelli. I dirigenti eletti in difformità alle norme contenute nel presente articolo sono automaticamente decaduti dalle relative cariche Capitolo VIII Incompatibilità (vedi articoli 5, 6, 7, 8, 9 e 10 del Regolamento) Articolo 18 Per affermare l’assoluta autonomia della CISL nei confronti dei partiti, dei movimenti e delle formazioni politiche, delle associazioni che svolgono attività interferenti e che si pongano in conflitto con quelle istituzionali proprie della CISL, delle assemblee elettive e dei poteri esecutivi a tutti i livelli, sono stabilite con le cariche direttive, esecutive, di sindaco, di proboviro, di dirigenti responsabili di enti CISL (in quanto componenti dei Consigli generali) a qualsiasi livello, le seguenti incompatibilità: a. incarichi di governo, giunta regionale, provinciale, associazioni di comuni e consorzio intercomunale, comunali, circoscrizionali, di quartiere e simili comunque denominati; b. candidature alle assemblee legislative nazionali, regionali, provinciali, associazioni di comuni e consorzio intercomunale, comunali. Per i livelli istituzionali subcomunali i vincoli di incompatibilità con le cariche sindacali sono definiti nel Regolamento di attuazione allo Statuto confederale; c. incarichi esecutivi e direttivi nazionali, regionali, provinciali, associazioni di comuni e consorzio intercomunale, comunali, circoscrizionali, sezionali e simili comunque denominate in partiti, movimenti e formazioni politiche, associazioni che svolgono attività interferenti con quella sindacale. Il Comitato esecutivo confederale e i Comitati esecutivi delle USR, sentita la Segreteria confederale, sono competenti a concedere ai dirigenti sindacali autorizzazione ad assumere o a conservare incarichi non derivanti da designazione sindacale. Articolo 19 Le incompatibilità previste nel presente capitolo sono applicabili anche agli operatori che rappresentano l’Organizzazione nello svolgimento di funzioni politiche. Nei casi ove si verifichino le situazioni di cui al comma 1 lettere a, b e c dell’articolo 18 gli operatori vengono collocati in aspettativa non retribuita. Capitolo IX Eleggibilità e cooptazioni (vedi articoli 4, 17, 18 e 30 del Regolamento) Articolo 20 I soci, con requisiti previsti dai singoli Statuti e Regolamenti, possono accedere alle cariche direttive della Confederazione, delle Unioni sindacali regionali, territoriali e delle Federazioni nazionali di categoria alla sola condizione di avere una anzianità di iscrizione alla Cisl di almeno 2 anni. Le Unioni regionali, territoriali e le Federazioni nazionali di categoria potranno stabilire, nei rispettivi Statuti, limiti temporali di anzianità di associazione inferiore a quanto previsto nel precedente comma per l’accesso dei soci alle cariche direttive delle rispettive strutture periferiche. Nel caso in cui nei suddetti Statuti non sia indicato tale limite temporale, vale quello previsto dal comma 1 del presente articolo. Articolo 21 I Consigli generali, i Comitati direttivi e gli organismi similari comunque denominati delle Unioni sindacali regionali, delle Unioni sindacali territoriali, delle Federazioni nazionali e regionali di categoria hanno la facoltà di cooptare al loro interno, con deliberazione adottata a maggioranza dei 2/3 dei votanti, nuovi componenti nel limite massimo del 5% dei componenti gli organismi stessi. Per quanto riguarda gli organismi dei sindacati territoriali di categoria la percentuale del 5% di cui al comma precedente può essere estesa fino al tetto del 10%. Nel caso in cui le decadenze degli organismi espressi dai Congressi ne determinassero la riduzione dei componenti in misura superiore ad un terzo del totale la percentuale del 10% può essere estesa fino al 20%. A livello territoriale, regionale e nazionale la FNP designa, in ogni corrispondente Comitato direttivo o Consiglio generale di categoria, un proprio rappresentante, proveniente dalla stessa, con voto consultivo. PARTE III. GLI ORGANI DELLA CONFEDERAZIONE Capitolo X Definizione degli organismi Articolo 22 Sono organi della Confederazione: 1. il Congresso confederale; 2. il Consiglio generale confederale; 3. il Comitato esecutivo confederale; 4. la Segreteria confederale; 5. il Collegio dei sindaci; 6. il Collegio dei probiviri. Capitolo XI Il Congresso confederale (vedi articoli 26, 29, 30, 31, 32 e 34 del Regolamento) Articolo 23 Il Congresso confederale è l’organo massimo deliberante della CISL. Esso si riunisce in via ordinaria ogni quattro anni salvo le convocazioni straordinarie. La periodicità dei Congressi delle Federazioni nazionali di categoria e delle loro strutture territoriali, a partire dal luogo di lavoro che costituisce prima istanza congressuale, è fissata dai rispettivi Statuti. La convocazione straordinaria del Congresso può essere richiesta: a. dal Consiglio generale a maggioranza di 2/3 dei suoi componenti; b. da 1/3 dei soci, i quali firmano la richiesta a mezzo delle Federazioni regionali di categoria. Le Unioni sindacali regionali sono responsabili della autenticità delle firme. Le richieste di convocazione straordinaria debbono essere motivate. Articolo 24 Il Congresso confederale è composto per il 50% dai delegati eletti nei Congressi delle Federazioni nazionali di categoria e per il restante 50% dai delegati eletti nei Congressi delle Unioni sindacali regionali. Partecipano inoltre, con il solo diritto di parola qualora non siano delegati, i componenti uscenti e i subentranti a qualsiasi titolo nel Consiglio generale. Il Regolamento di attuazione detta le disposizioni relative alla rappresentanza femminile nelle liste dei delegati e alla partecipazione dei delegati della Federazione nazionale pensionati. Partecipano al Congresso confederale con propri delegati le Federazioni nazionali di categoria e le Unioni sindacali regionali che sono in regola con il tesseramento confederale. Articolo 25 L’ordine del giorno del Congresso confederale è fissato dal Consiglio generale su proposta della Segreteria confederale e deve essere noto almeno un mese prima della data di convocazione del Congresso. Articolo 26 Il Congresso confederale fissa l’indirizzo generale della Confederazione ed in particolare si pronuncia sulla relazione programmatica della Segreteria. Elegge a scrutinio segreto i componenti elettivi del Consiglio generale. Le decisioni del Congresso sono prese a maggioranza semplice (cioè con il voto favorevole del 50% più uno dei votanti) ad eccezione di quelle per le quali si prevede una maggioranza qualificata. Capitolo XII Il Consiglio generale confederale (vedi articoli 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41 e 60 del Regolamento) Articolo 27 Il Consiglio generale è l’organo deliberante della Confederazione tra un Congresso e l’altro; esso si riunisce almeno due volte l’anno ed ha il compito di definire gli indirizzi di massima dell’attività sindacale ed organizzativa sulla base delle deliberazioni del Congresso. Elegge nel suo seno: prima la Segreteria confederale, poi il Comitato esecutivo. Ad esso spetta inoltre il compito di convocare il Congresso in sessione ordinaria allo scadere del quadriennio, ed in sessione straordinaria. Esamina ed approva le proposte contenute nella relazione che la Segreteria confederale sottoporrà al Congresso, nonché le linee di politica delle risorse della Confederazione. Convalida le ammissioni di cui all’articolo 5 e delibera sui ricorsi di cui agli articoli 5 e 29. Emana il Regolamento della Confederazione. Pronuncia le radiazioni di cui all’articolo 5. Nomina, su proposta della Segreteria confederale, sentito il coordinamento donne, la responsabile del coordinamento stesso che entra a far parte di diritto del Consiglio generale ove non ne sia già componente. Le decisioni del Consiglio generale, salvo quelle previste nel presente Statuto a maggioranza qualificata, sono prese a maggioranza semplice. Articolo 28 Il Consiglio generale confederale è normalmente convocato dal Comitato esecutivo su proposta della Segreteria e straordinariamente a richiesta di 1/3 dei suoi componenti o su deliberazione presa a maggioranza semplice dal Comitato esecutivo. In via eccezionale ed in casi di particolare urgenza, il Consiglio generale può essere convocato dalla Segreteria confederale. Capitolo XIII Il Comitato esecutivo confederale (vedi articoli 11, 12, 13, 14, 42, 43, 44, 49 e 63 del Regolamento) Articolo 29 Il Comitato esecutivo è l’organo competente per l’attuazione degli indirizzi definiti dal Consiglio generale e dalle Commissioni in cui il Consiglio generale stesso si articola. La composizione del Comitato esecutivo è stabilita dal Regolamento di attuazione. Il Comitato esecutivo: a. delibera sulle ammissioni delle Federazioni nazionali di categoria e convalida le ammissioni dei settori e/o comparti merceologici successive all’iniziale assetto delle stesse Federazioni nazionali di categoria; b. decide sui conflitti tra Unioni, tra queste e le Federazioni; c. approva il bilancio della Confederazione; d. approva i bilanci preventivi annuali e consuntivi di competenza della Confederazione; e. ratifica i bilanci degli enti e delle Associazioni CISL, approva gli Statuti e la relazione morale degli enti e delle Associazioni medesime. f. convoca con deliberazione a maggioranza semplice il Consiglio generale, fissandone l’ordine del giorno; g. decide in materia di inquadramento dei Sindacati e delle Federazioni di categoria, nonché delle loro operazioni di riaggregazione. Contro tali deliberazioni è ammesso ricorso al Consiglio generale entro 30 giorni dalla comunicazione. Il Comitato esecutivo si riunisce almeno ogni 2 mesi ed è convocato dalla Segreteria confederale o su richiesta di almeno 1/3 dei propri componenti. Il Comitato esecutivo è presieduto dal Segretario generale. Le decisioni del Comitato esecutivo, salvo quelle previste nel presente Statuto a maggioranza qualificata, sono prese a maggioranza semplice Articolo 30 Il Comitato esecutivo per quanto attiene alle problematiche della condizione della donna si avvale del contributo di studio, elaborazione e proposta del coordinamento femminile. Spetta al Comitato esecutivo stabilire i criteri di composizione e le modalità operative dello stesso coordinamento. Capitolo XIV La Segreteria confederale (vedi articoli 5, 7, 8, 19, 33, 34, 35, 36, 37, 39, 42, 43 e 44 del Regolamento) Articolo 31 La Segreteria confederale è composta: a. dal Segretario generale; b. dal Segretario generale aggiunto; c. da Segretari; eletti dal Consiglio generale nel proprio seno in successive e separate votazioni. Articolo 32 La Segreteria confederale rappresenta la Confederazione nei confronti dei terzi e delle pubbliche autorità, prende tutte le misure atte ad assicurare il normale funzionamento della Confederazione stessa, attuando le decisioni dei superiori organi deliberanti. Essa risponde collegialmente di fronte ai superiori organi deliberanti della gestione del patrimonio finanziario della Confederazione. Costituisce un settore specifico di attività confederale, da attribuire alla responsabilità di un Segretario confederale, quello relativo all’amministrazione del patrimonio della Confederazione e di ogni altra attività economica e finanziaria comunque promossa o gestita nell’interesse della Confederazione. La Segreteria confederale predispone per il Congresso la relazione programmatica ed il bilancio da sottoporre al Comitato esecutivo secondo quanto previsto dall’articolo 27. Essa interviene a comporre ogni conflitto insorgente tra le organizzazioni aderenti. Il Segretario generale ha la rappresentanza legale della Confederazione; il Segretario generale aggiunto lo sostituisce a tutti gli effetti. I Segretari hanno la responsabilità di settori di attività confederale. PARTE IV. LE ARTICOLAZIONI CONFEDERALI REGIONALI Capitolo XV Le strutture regionali e territoriali (vedi articoli 57 e 58 del Regolamento) Articolo 33 La Confederazione si articola sul piano territoriale in Unioni sindacali regionali (USR) e queste a loro volta in Unioni sindacali territoriali (UST). Esse esplicano, in quanto di competenza, le stesse funzioni della Confederazione, di cui al precedente articolo 3 e costituiscono istanza congressuale. Le USR per il territorio di propria pertinenza sono titolari delle decisioni di politica sindacale, nell’ambito degli indirizzi fissati dalla Confederazione, sulle materie di competenza primaria della Regione. Le unioni sindacali territoriali (UST) possono articolarsi in Unioni zonali e/o Unioni comunali e/o disporre di sedi periferiche quando ciò sia richiesto da esigenze di funzionalità. Le Unioni zonali e le Unioni comunali non costituiscono istanza congressuale. Articolo 34 In ogni regione e provincia a Statuto autonomo è costituita l’Unione sindacale regionale (USR). Sono organi dell’Unione sindacale regionale: a. il Congresso generale regionale; b. il Consiglio generale regionale; c. il Comitato esecutivo regionale; d. la Segreteria regionale; e. il Collegio dei sindaci; f. il Collegio dei probiviri. Le competenze e le modalità di funzionamento degli organi di cui al comma 2 sono stabilite dai rispettivi Statuti e Regolamenti di attuazione regionali. Articolo 35 Nell’ambito di ogni regione possono essere costituite, su delibera del Consiglio generale dell’Unione sindacale regionale, le Unioni sindacali territoriali (UST) cui debbono corrispondere i sindacati territoriali di categoria. Eventuali diversi assetti dei sindacati territoriali di categoria devono essere decisi di concerto tra le USR e le Federazioni sindacali regionali sentite le UST e le Federazioni territoriali di categoria interessate. Sono organi dell’Unione sindacale territoriale (UST): a. il Congresso di UST; b. il Consiglio generale di UST; c. il Comitato esecutivo di UST; d. la Segreteria di UST; e. il Collegio dei sindaci. Le competenze e le modalità di funzionamento degli organi di cui al comma 2 sono stabiliti dai rispettivi Statuti e Regolamenti delle Ust. Capitolo XVI Il coordinamento (vedi articolo 56 del Regolamento) Articolo 36 Gli organismi orizzontali ai rispettivi livelli (confederali e unionali) sono competenti a coordinare l’azione organizzativa e sindacale delle Federazioni nazionali di categoria o organismi similari. A tale scopo essi solleciteranno il più ampio scambio di informazioni tra le varie strutture verticali e favoriranno il loro incontro promuovendo riunioni settoriali o comunque intercategoriali al fine di armonizzare le singole posizioni. Di ogni azione sindacale categoriale deve essere data informazione ai competenti organismi territoriali. Agli stessi spetta in via esclusiva il potere di deliberare azioni di sciopero intercategoriale, settoriale o generale. Articolo 37 Per le azioni sindacali che riguardino anche singole categorie di settori pubblici, di servizi essenziali, di servizi previdenziali ed assistenziali e che debbano culminare in scioperi a livello nazionale, regionale, sub-regionale il cui svolgimento sia tale da pregiudicare il funzionamento dei servizi stessi ai fini delle necessità collettive, deve essere sentito il preventivo parere della rispettiva Segreteria confederale, unionale di regione, unionale sub-regionale competente per territorio. In caso di parere difforme la decisione in materia spetta al Comitato esecutivo competente territorialmente che si riunirà congiuntamente alla Segreteria della categoria interessata. Articolo 38 Le strutture orizzontali possono assumere, d’intesa con gli organismi nazionali competenti e solo in caso di carenza locale, le necessarie iniziative di pertinenza verticale per promuovere la costituzione o ricostituzione degli organismi categoriali del corrispondente livello territoriale e devono assistenza diretta laddove manchi l’apporto categoriale. Gli organi delle strutture orizzontali ai vari livelli inoltre possono procedere alla convocazione degli organi delle strutture verticali del corrispondente livello territoriale con diritto di parola alle riunioni medesime. Capitolo XVII I servizi Articolo 39 Per assicurare agli iscritti ed ai lavoratori una tutela individuale, familiare e sociale più efficace ed estesa, per rafforzare il patto associativo nella CISL, le UST costituiscono strutture polivalenti ed integrate di servizi, sulla base degli indirizzi confederali e con il coordinamento delle USR. Tali strutture coordinano la politica dei servizi della Confederazione, delle categorie, degli Enti e delle Associazioni confederali, curando la diffusione nel territorio del sistema servizi. Con cadenza biennale dovrà essere convocata la conferenza dei servizi. PARTE V. GESTIONI STRAORDINARIE, FINANZE E PATRIMONIO Capitolo XVIII Il commissariamento delle strutture (vedi articolo 28 del Regolamento) Articolo 40 Nel caso di gravi violazioni dello Statuto confederale anche su scelte fondamentali di politica economica e contrattuale, di violazione delle norme contributive confederali da parte di organi delle Federazioni nazionali di categoria il Comitato esecutivo della Confederazione, a maggioranza dei 2/3 dei votanti, può, con provvedimento motivato e su adeguata istruttoria e contestazione, disporre lo scioglimento di tutti gli organi e la nomina di un Commissario. Analoghi provvedimenti motivati possono essere adottati con identica procedura dal Comitato esecutivo della Confederazione nei confronti delle Unioni sindacali regionali e territoriali sia per i motivi di cui al precedente comma sia nel caso di grave inefficienza della struttura stessa. Negli stessi casi di cui al comma 1 il Comitato esecutivo può con la stessa procedura disporre la sospensione delle rappresentanze di strutture categoriali o territoriali dal diritto di partecipazione agli organismi confederali (ai vari livelli territoriali) di cui facciano parte. La durata massima di sospensione è di 4 mesi. I provvedimenti sono immediatamente esecutivi e vanno trasmessi entro tre giorni dall’adozione al Collegio confederale dei probiviri, il quale deve provvedere, entro il termine perentorio di 15 giorni, alla ratifica di legittimità. La mancata pronuncia entro tale termine equivale a ratifica. Articolo 41 Negli stessi casi e con le medesime procedure di cui all’articolo 40 può essere nominato un commissario ad acta per lo svolgimento di funzioni specifiche, munito dei poteri necessari senza ricorrere allo scioglimento degli organi. Articolo 42 I provvedimenti di cui ai precedenti articoli 40 e 41 possono essere decisi dalle Federazioni nazionali di categoria con l’osservanza delle norme contenute negli articoli medesimi e nel Regolamento di attuazione. Il commissariamento ad acta, di cui all’articolo 41, può essere deciso, sempre con il rispetto delle relative norme, dalle USR nei confronti di una UST, previa acquisizione dell’obbligatorio parere favorevole della Segreteria confederale. È ammesso il ricorso, nel termine perentorio di 15 giorni, al Collegio confederale dei probiviri per la verifica di legittimità. Capitolo XIX La reggenza Articolo 43 Allorché un organismo di Federazione nazionale di categoria o di Unione sindacale regionale o di Unione sindacale territoriale risulti carente di uno o più dirigenti e gli organismi stessi ritengano di non essere in grado, temporaneamente, di dar luogo alla loro sostituzione secondo le procedure statutarie loro proprie, gli stessi possono chiedere alla Segreteria confederale di decidere che venga loro inviato un reggente che può essere estraneo all’organismo o anche alla categoria di cui trattasi. La reggenza cessa al Congresso ordinario e può cessare precedentemente allorché l’organismo sia nelle condizioni di eleggere il dirigente secondo le procedure statutarie e comunque d’intesa con la Confederazione. Le norme di cui ai precedenti commi valgono per le Federazioni nazionali di categoria nei confronti dei sindacati di seconda affiliazione, dei propri settori e/o comparti merceologici. Analoga prassi potrà essere adottata dalle segreterie USR nei confronti delle UST. Capitolo XX Contribuzione e tesseramento (vedi articoli 1, 2, 3, 4 e 55 del Regolamento) Articolo 44 L’adesione alla CISL si realizza a mezzo di una quota contributiva annua, in misura percentuale, che comprende anche il costo della tessera. Sulla base di tale quota che viene fissata dai competenti organi confederali, la Confederazione rilascerà la tessera che è obbligatoria per tutti gli aderenti a qualsiasi categoria o professione appartengano. Agli aderenti attraverso i patti associativi di cui all’articolo 4 sarà rilasciata la tessera preassociativa. Articolo 45 La tessera viene emessa dalla Confederazione e non è consentito ad alcuna organizzazione aderente o dipendente stamparne esemplari simili o sostitutivi, anche se provvisori. La tessera costituisce l’unico documento dell’adesione del lavoratore all’organizzazione sindacale. Il periodo di validità della tessera è fissato dal Comitato esecutivo confederale. La tessera deve essere completata, all’atto del rilascio all’aderente, con l’emblema di categoria. La Segreteria confederale concorda con la SGB CISL della Provincia autonoma di Bolzano un modello di tessera che rifletta la interetnicità dei lavoratori aderenti alla CISL. Capitolo XXI Patrimonio (vedi articoli 61, 62, 63, 64 e 65 del Regolamento) Articolo 46 Il patrimonio della Confederazione è costituito dai contributi degli associati e da tutti i beni mobili ed immobili ad essa pervenuti per qualsiasi titolo o causa ed ovunque siano dislocati, al centro o alla periferia (nella sede della Confederazione, presso le Federazioni di categoria o presso le Unioni sindacali). Per tutte le strutture vi è l'obbligo statutario di redigere e di approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario. Vi è inoltre il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione, nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell'Associazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge. Finché dura la Confederazione, i singoli associati o gruppi di associati o le associazioni ad essa aderenti non possono chiedere le divisioni del fondo comune o patrimoniale né pretendere, in caso di recesso, quota alcuna per qualsiasi titolo anche sotto forma di restituzione di contributi in precedenza versati. Articolo 47 La Confederazione risponde di fronte ai terzi e all’autorità giudiziaria unicamente delle obbligazioni assunte dal Segretario generale congiuntamente, per gli aspetti economici e finanziari, al Segretario confederale che presiede al settore relativo all’amministrazione. Articolo 48 Le organizzazioni categoriali e territoriali o le persone che le rappresentano sono responsabili per le obbligazioni da esse direttamente assunte verso chiunque e non potranno per qualsiasi titolo o causa o in ispecie per il fatto dell’adesione o della dipendenza dalla Confederazione chiedere di essere sollevate dalla stessa. Articolo 49 Eventuali controlli di natura amministrativa o interventi di natura finanziaria disposti dalla Confederazione a favore delle organizzazioni categoriali o territoriali o dei loro associati costituiscono normale attività di assistenza propria della Confederazione senza assunzione di corresponsabilità. Le Unioni sindacali regionali hanno facoltà di verifica dei bilanci delle Unioni sindacali territoriali. Articolo 50 La Confederazione può costituire enti, promuovere e partecipare ad associazioni e società. PARTE VI. SCIOGLIMENTO DELLA CONFEDERAZIONE, MODIFICHE STATUTARIE, REGOLAMENTI E NORME TRANSITORIE Capitolo XXII Procedure per lo scioglimento della Confederazione (vedi articolo 56 del Regolamento) Articolo 51 Lo scioglimento della Confederazione può essere pronunciato solamente dal Congresso confederale a maggioranza di 3/4 dei voti rappresentati. In caso di scioglimento, il Congresso confederale delibera la destinazione e l’impiego del patrimonio della Confederazione. In ogni caso vi è l'obbligo di devolvere il patrimonio dell'ente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalità analoghe o ai fini di pubblica utilità e salvo diversa destinazione imposta dalla legge. Capitolo XXIII Procedure per le modifiche statutarie Articolo 52 Le modifiche al presente Statuto possono essere proposte in occasione del Congresso confederale: a. dal Congresso su richiesta scritta del 50% + 1 dei delegati; b. dal Consiglio generale confederale a maggioranza di 2/3; c. dalle Federazioni nazionali di categoria e dalle Unioni sindacali regionali (USR) su deliberazione dei propri organi direttivi prese a maggioranza di 2/3 dei loro componenti. Il Consiglio generale confederale, nella riunione in cui procede alla convocazione del Congresso, nomina una commissione consiliare delegata con l’incarico di esaminare e coordinare le proposte di modifica predisposte dagli organi delle Federazioni nazionali di categoria e delle Unioni sindacali regionali. Le proposte di modifica devono essere inviate alla commissione entro 3 mesi dalla data di effettuazione del Congresso. La commissione, raccolte le proposte di modifica, le porta a conoscenza di tutte le strutture dell’Organizzazione entro 2 mesi dall’effettuazione del Congresso. Tenuto conto delle osservazioni e dei giudizi provenienti dalle strutture, il Consiglio generale – convocato almeno 15 giorni prima della effettuazione del Congresso – proporrà al Congresso le modifiche che avranno ricevuto la maggioranza dei 2/3; su quelle che riceveranno soltanto la maggioranza semplice, il Consiglio generale porterà il proprio parere al Congresso. Il Congresso confederale si pronuncia sulle proposte di modifica a maggioranza dei 2/3 dei votanti. Non è ammessa altra procedura di modifica. Capitolo XXIV Regolamenti di attuazione (vedi articoli 66 e 68 del Regolamento) Articolo 53 Le strutture confederali regionali e territoriali e le Federazioni nazionali di categoria e i sindacati di seconda affiliazione devono dotarsi di un Regolamento di attuazione dei rispettivi Statuti. Articolo 54 I Regolamenti di attuazione degli Statuti devono essere deliberati e possono successivamente essere modificati dai rispettivi Consigli generali esclusivamente in base alla seguente procedura. Il Consiglio generale deve essere regolarmente convocato con uno specifico punto all’ordine del giorno, con un preavviso di almeno 15 giorni e con allegate alla convocazione le proposte di modifica del Regolamento. Le decisioni di modifica vanno assunte con il voto favorevole dei 2/3 degli aventi diritto al voto. Capitolo XXV Adeguamenti statutari e norme transitorie (vedi articoli 61 e 63 del Regolamento) Articolo 55 Le Federazioni nazionali di categoria e le Unioni sindacali regionali e territoriali dovranno attenersi alle norme contenute nel presente Statuto e Regolamento di attuazione e provvedere di conseguenza ad adeguare ad esse i propri Statuti e i propri Regolamenti di attuazione. Le norme contrastanti sono nulle. La competenza a dichiarare la nullità è del Collegio confederale dei probiviri. Articolo 56 A seguito dello spostamento di alcune norme statutarie nel Regolamento di attuazione deciso nel Congresso confederale, in via transitoria, tali norme rimangono in vigore sino alla approvazione da parte del Consiglio generale confederale del nuovo Regolamento di attuazione. Articolo 57 Le elezioni avvenute in sede congressuale dei Collegi dei sindaci e dei Collegi dei probiviri, sulla base delle norme in vigore al momento delle elezioni, anche se difformi da quelle stabilite nel presente Statuto in conseguenza delle modifiche apportate dal Congresso, rimangono valide sino al prossimo Congresso.