Convocazione e regolamento XV Congresso

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Convocazione e regolamento XV Congresso
XV Congresso confederale Cisl
5­8 luglio 2005
Palazzo dei Congressi, Roma
Partecipazione, sviluppo, solidarietà
Le fondamenta del nostro domani
Convocazione
Il Consiglio generale del 27 ottobre c.a. ha deliberato la convocazione del XV Congresso
confederale Cisl dal 5 luglio all' 8 luglio 2005 a Roma.
Il Consiglio generale ha, inoltre, approvato i regolamenti per l’elezione dei delegati e per lo
svolgimento dei lavori del XV Congresso confederale.
In allegato Vi trasmettiamo, quindi, i testi dei due regolamenti, nonché copia delle delibere
riguardanti:
1.
la partecipazione al congresso confederale della Alai;
2.
l'elenco delle Federazioni Nazionali di categoria che parteciperanno al Congresso.
Il Consiglio generale ha altresì provveduto alla nomina della Commissione consiliare che ha il
compito di esaminare e coordinare le proposte per le eventuali modifiche allo Statuto confederale a
norma dell’art. 52 dello Statuto, nella composizione che Vi inviamo in allegato.
L’importante e impegnativa fase congressuale che si apre richiede la massima razionalità nella
programmazione delle diverse scadenze di carattere politico-operativo.
Richiamiamo di seguito gli adempimenti più urgenti e, in ogni caso, necessari:
a) le segreterie nazionali di categoria devono determinare, in raccordo con le responsabili del
coordinamento femminile, la soglia minima di presenza delle donne nelle liste congressuali ai vari
livelli da inserire nei regolamenti congressuali così come previsto dall’art. 29 del regolamento di
attuazione dello Statuto confederale; le liste che non rispettano i limiti previsti sono nulle;
b) le strutture territoriali e regionali, nella composizione delle liste dovranno garantire che nessuno
dei due sessi può essere rappresentato al di sotto del 30%, auspicando inoltre che tale percentuale
venga confermata anche dai risultati delle elezioni. Le liste che non rispettano il limite indicato sono
nulle;
c) la forte presenza di extracomunitari immigrati nel nostro paese ed il più che positivo lavoro
svolto dall’ANOLF e dalle strutture con il progetto immigrati, rende necessario un impegno
significativo per garantire la presenza negli organismi di una rappresentanza dei lavoratori
immigrati;
d) entro la fine del mese di novembre i Consigli generali delle USR e delle federazioni nazionali di
categoria dovranno approvare i regolamenti per i rispettivi congressi. Tali regolamenti dovranno
essere inviati al dipartimento organizzativo confederale per verificarne la corrispondenza ai principi
statutari e alle deliberazioni formali degli organismi confederali. Le Ust invece, provvederanno ad
inviare i propri regolamenti alle rispettive Usr le quali avranno cura di verificarne la corrispondenza
ai principi statutari e alle stesse delibere confederali.
e) per quanto riguarda le categorie che, per oggettive motivazioni organizzative e di mancanza di
autonomia funzionale, hanno deciso di non mantenere nella Ust il proprio livello congressuale
territoriale (art. 35 dello Statuto confederale), l’elezione dei delegati al congresso della Unione
Sindacale territoriale e della categoria regionale sarà assicurata dagli eletti nelle assemblee
congressuali di posto di lavoro appositamente convocati in assemblea congressuale. La stessa
assemblea provvederà a nominare i componenti di diritto o da designare all’interno degli organismi
Ust. Tale percorso dovrà essere normato con un apposito articolo nei regolamenti delle federazioni
nazionali di Categoria;
f) l’elezione dei delegati deve avvenire prendendo a riferimento la media degli iscritti nel
quadriennio 2001-2004. Sulla base dei dati degli iscritti, trasmessi dalle Ust all’ufficio tesseramento
confederale, la Segreteria confederale provvederà, in conseguenza, alla verifica di convalida ed alla
comunicazione alle strutture del numero degli iscritti sulla base dei quali si svolgeranno i rispettivi
congressi.
Per quanto riguarda le varie fasi congressuali, Vi inviamo in allegato il calendario di massima entro
il quale si dovranno effettuare i congressi categoriali e orizzontali ai vari livelli, al fine di evitare
sovrapposizioni che renderebbero impossibile la partecipazione da parte dei delegati.
Le date fissate per la celebrazione dei congressi di Ust, Usr, Federazioni e settori nazionali di
categoria dovranno essere tempestivamente comunicate al Dipartimento organizzativo confederale.
Per la certificazione di tutta la fase congressuale sarà fornito entro il mese di novembre il
programma, gestito on line sulla rete First-class, che ne consente la gestione (modulistica per verbali,
documentazione informativa, anagrafe organismi eletti).
I verbali che contengono l'elezione dei delegati eletti al congresso di livello superiore devono essere
stampati, firmati dal presidente del congresso e inviati alla struttura di riferimento per gli
adempimenti congressuali.
REGOLAMENTO PER LO SVOLGIMENTO
DEL XV CONGRESSO CONFEDERALE
Partecipazione al Congresso
ART. 1
Partecipano al Congresso confederale, con diritto di voto e di parola, i delegati eletti dai Congressi
delle Federazioni nazionali di categoria e delle Unioni Sindacali Regionali.
ART. 2
Partecipano, con il solo diritto di parola, in quanto non delegati, i membri uscenti e subentranti a
qualsiasi titolo, del Consiglio generale della Cisl.
ART. 3
I delegati impossibilitati a presenziare al Congresso possono trasferire il proprio mandato ad altro
delegato della stessa Regione o della stessa Federazione nazionale di categoria eletto nella medesima
istanza congressuale, su convalida della Commissione Verifica poteri. Nessun delegato può
cumulare più di 2 (due) deleghe compresa la propria.
Commissioni e Uffici del Congresso
ART. 4
Il Congresso elegge:
a) l'Ufficio di Presidenza
b) l'Ufficio di segreteria;
c) i Questori;
d) gli Scrutatori.
ART. 5
Il Congresso elegge inoltre le seguenti Commissioni e i rispettivi Presidenti e Vicepresidenti:
a) Commissione per il regolamento composta da:
- Ufficio di Presidenza;
- Ufficio di Segreteria;
- componente della Segreteria confederale.
La Commissione ha il compito di:
1. esaminare le proposte relative all'eventuale inclusione, nell'ordine del giorno, di punti in esso non
compresi;
2. stabilire l'ordinamento dei lavori della Assemblea, delle Commissioni e delle eventuali sezioni di
lavoro;
3. autorizzare la distribuzione di documenti e di materiale congressuale.
b) Commissione per la Verifica dei poteri, composta da 1 Presidente, 1 Vicepresidente e 9 membri,
con il compito di:
1. esaminare e convalidare le deleghe;
2. autorizzare il trasferimento di deleghe;
3. esaminare e decidere in un'unica e definitiva istanza, tutte le vertenze di natura elettorale attinenti
all'elezione dei delegati.
c) Commissione per lo Statuto, composta da 1 Presidente, 1 Vice Presidente e 9 membri con il
compito di esaminare e riferire al Congresso sulle proposte di modifiche statutarie presentate ai sensi
dell'art. 52 dello Statuto Cisl.
Le modifiche statutarie proposte direttamente dal Congresso in applicazione dell'art. 52 dello Statuto
vanno presentate alla Commissione entro le ore 18 della seconda giornata dei lavori congressuali.
d) Commissione elettorale, composta da 1 Presidente, 1 Vicepresidente e 12 membri, con il compito
di ricevere le liste elettorali, controllarne la regolarità e predisporre il materiale relativo alla
votazione.
Ogni componente della Commissione elettorale assume la Presidenza di un seggio. Agli effetti dello
svolgimento delle elezioni, la Commissione è integrata con 4 Scrutatori per ogni seggio.
La Commissione elettorale ha, inoltre, il compito di esaminare e decidere, in un'unica e definitiva
istanza, tutte le vertenze riguardanti la votazione per l'elezione del Consiglio generale confederale.
e) Commissione per le Mozioni, composta da un Presidente, 1 Vicepresidente e da 11 membri, con il
compito di elaborare e/o coordinare i documenti finali.
La Commissione designa uno o più relatori che riferiranno al Congresso.
Svolgimento del dibattito sulla relazione generale
ART. 6
Il Congresso si può articolare in sezioni su tematiche specifiche.
ART. 7
I congressisti, che intendono prendere la parola nel corso del dibattito in Assemblea plenaria o nelle
sezioni, devono iscriversi alle rispettive Presidenze servendosi dell'apposito modulo.
ART. 8
I congressisti, che si iscrivono a parlare sulla relazione hanno la parola nell'ordine di iscrizione.
Coloro che chiedono di parlare per mozione d'ordine, hanno immediato diritto di parola, alla fine
dell'intervento del congressista che sta parlando, sempre che il loro intervento riguardi la procedura o
questioni in esame al momento in cui la mozione viene presentata.
Ogni congressista non può prendere la parola che una sola volta sulla stessa relazione, emendamento
o mozione. Sulle pregiudiziali e sulle mozioni d'ordine hanno diritto di parola un congressista che
parla a favore e uno che parla contro.
ART. 9
La durata dell'intervento del congressista non può superare i 15 (quindici) minuti. Gli interventi
possono anche essere consegnati in forma scritta alla Presidenza.
Gli interventi per la presentazione di mozioni d'ordine non possono superare i 5 (cinque) minuti. Gli
interventi sulle mozioni d'ordine, limitati ad un congressista che parla a favore e ad uno che parla
contro, non possono superare i 3 (tre) minuti.
In caso di proposta di chiusura delle iscrizioni a parlare, viene data la parola, per un tempo massimo
di 3 (tre) minuti ad un congressista che parla a favore e ad uno che parla contro.
Esame e approvazione delle proposte di modifica dello Statuto confederale
ART. 10
Gli interventi dei congressisti sulle singole proposte di modifica statutaria non possono superare la
durata di 5 (cinque) minuti.
Esame e approvazione delle proposte di mozioni e di ordini del giorno
ART. 11
Sulle proposte di mozioni presentate al Congresso dall'apposita Commissione, possono essere
presentati emendamenti o prospettate mozioni alternative; possono, altresì, essere presentati ordini
del giorno.
Per la discussione e l'approvazione di emendamenti, di mozioni o di ordini del giorno, la procedura
da osservare è quella di cui ai successivi articoli.
ART. 12
Gli emendamenti alle mozioni presentate all'apposita Commissione, le mozioni alternative e gli
emendamenti a queste ultime, nonchè gli ordini del giorno e gli emendamenti a questi ultimi possono
essere presentati solo in forma scritta.
ART. 13
La presentazione di emendamenti alle proposte di mozioni presentate dall'apposita Commissione, di
mozioni alternative o di ordini del giorno deve avvenire entro e non oltre le ore............ nelle mani
del Presidente della Commissione Mozioni, o di un suo incaricato, che ne darà attestazione scritta al
presentatore.
Gli emendamenti possono essere sottoscritti anche da un solo delegato, le mozioni alternative e gli
ordini del giorno devono essere sottoscritti da almeno 50 congressisti.
La Commissione Mozioni può unificare in un unico testo gli emendamenti che presentano analogia
di contenuti.
Sugli emendamenti non accolti la Commissione Mozioni riferirà al Congresso le relative
motivazioni.
ART. 14
Sugli emendamenti che non sono stati accolti dalla Commissione per le Mozioni e che vengono
riconfermati dai proponenti, viene adottata la seguente procedura:
a) viene data la parola al delegato o ad uno dei delegati, nel caso di sottoscrizioni plurime, per
l'illustrazione dell'emendamento. La durata dell'intervento non può superare il tempo massimo di 5
(cinque) minuti;
b) possono intervenire un delegato che parla a favore ed un delegato che parla contro per un tempo
non superiore a 3 (tre) minuti ciascuno.
Sugli emendamenti unificati in un unico testo i delegati proponenti hanno la facoltà di dissociarsi
dalla proposta formulata dalla Commissione Mozioni e di riconfermare gli emendamenti originari. In
tal caso viene applicata la medesima procedura prevista per gli emendamenti non accolti di cui al
paragrafo precedente.
ART. 15
Al termine dell'esame degli emendamenti alle singole mozioni, il Congresso procede alla votazione
di ciascuna di esse nel loro complesso.
ART. 16
La Commissione Mozioni dà conto al Congresso degli ordini del giorno e delle proposte di mozioni
alternative che le sono pervenute.
Gli ordini del giorno e le mozioni alternative possono essere illustrati da uno dei presentatori, che
prende la parola per un tempo massimo di 10 (dieci) minuti.
ART. 17
La procedura stabilita per l'esame degli emendamenti di cui agli articoli precedenti viene adottata
anche in caso di presentazione di emendamenti alle mozioni alternative.
ART. 18
Sugli ordini del giorno, la Commissione Mozioni può proporre al Congresso propri emendamenti. La
procedura di cui agli art. 13 e 14 del presente Regolamento viene adottata anche per l'approvazione
degli ordini del giorno.
Sistemi di votazione - Dichiarazione di voto
ART. 19
Le votazioni avvengono:
a) per alzata di mano;
b) per appello nominale (su richiesta di almeno 100 delegati);
c) a scrutinio segreto per l'elezione dei membri del Consiglio generale
dei sindaci e del Collegio dei probiviri.
confederale, del Collegio
ART. 20
Le dichiarazioni di voto non possono superare il tempo massimo di 3 (tre) minuti.
ART. 21
Nelle votazioni per alzata di mano o per appello nominale, i delegati votano "pro-capite" e non
secondo i voti congressuali rappresentati. Nelle votazioni a scrutinio segreto ogni delegato partecipa
alla votazione in base al numero degli iscritti che rappresenta al Congresso.
ART. 22
L'attribuzione dei voti ai delegati si effettua sulla base di quanto stabilito dall'apposito Regolamento
per l'elezione dei delegati al Congresso confederale.
Presentazione delle/a liste/a ed elezione del Consiglio generale confederale
ART. 23
L'elezione dei membri elettivi del Consiglio generale confederale si svolge su una o più liste e con
diritto di scelta fra i candidati delle varie liste. Il voto di lista è ammesso allorquando il numero dei
candidati non supera i 2/3 degli eleggibili.
Nel caso di presentazione di più liste, il Congresso, con deliberazione presa a maggioranza dei 2/3
dei delegati, può adottare il sistema della lista unica. In tal caso i candidati devono essere elencati in
ordine alfabetico, salvo diversa deliberazione dell’assemblea congressuale.
Nel caso di lista unica il numero dei candidati dovrà essere superiore di almeno il 20% degli
eleggibili
La candidatura deve essere accettata per iscritto dall'interessato. L'accettazione deve essere espressa
con la firma posta accanto al nominativo di ciascuna lista.
Ogni candidato potrà far parte di una sola lista.
I candidati non possono sottoscrivere la presentazione di alcuna lista.
Le liste sono valide se presentate da almeno 80 delegati aventi diritto al voto.
Ogni lista non può contenere un numero di candidati inferiore ad 1/3 degli eleggibili.
Ogni lista deve esprimere candidati di almeno 3 (tre) Unioni sindacali regionali e/o Federazioni
nazionali di categoria e in applicazione all'art. 29 del regolamento di attuazione allo Statuto
confederale, garantire che nessuno dei due sessi abbia una rappresentanza al di sotto del 30% dei
candidati. Le liste che non rispettano le obbligazioni indicate sono nulle.
Ogni presentatore non potrà firmare più di una lista.
Ogni elettore potrà votare non più dei 2/3 degli eleggibili e non meno di 1/3, pena la nullità della
scheda. Risultano eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero di voti.
ART. 24
La presentazione delle/a liste/a dovrà avvenire entro
REGOLAMENTO PER L'ELEZIONE DEI DELEGATI AL
XV CONGRESSO CONFEDERALE Cisl
ART. 1
Il Congresso confederale della Cisl si svolgerà dal 5 luglio 2005 all' 8 luglio 2005.
Le strutture nazionali di categoria e le Unioni sindacali regionali eleggono, nei propri congressi, i
delegati al congresso confederale.
ART. 2
I congressi aziendali di posto di lavoro costituiscono la prima istanza congressuale dovranno
prevedere che i candidati nelle liste per il congresso territoriale di categoria siano espressione
prevalente dei componenti delle Sas e quindi anche degli eletti nelle liste Cisl nelle Rsu.
Conseguentemente i delegati di Sas e delle Leghe devono rappresentare almeno il 70% dei delegati
ai congressi territoriali di categoria, il 40% dei delegati ai congressi regionali ed il 30% dei congressi
nazionali.
Come pure i delegati al Congresso confederale di provenienza USR dovranno essere espressione
prevalente di rappresentanza delle Ust.
ART. 3
Le varie fasi congressuali delle strutture della Cisl si svolgeranno come segue:
a) congressi di base nei luoghi di lavoro e/o nelle leghe e/o nel territorio per l'elezione dei delegati ai
Congressi dei sindacati territoriali di categoria e l'elezione delle Sas e/o Ras o comunque
denominati;
b) congressi dei sindacati territoriali di categoria per l'elezione dei delegati ai congressi delle
strutture regionali di categoria (Fsr) e delle Unioni sindacali territoriali (Ust);
c) congressi delle Unioni sindacali territoriali (Ust) per eleggere i delegati al congresso dell’Unione
sindacale regionale (Usr);
d) congresso della struttura regionale di categoria per eleggere i delegati al congresso della struttura
nazionale di categoria e della Unione sindacale regionale (Usr);
e) congresso dell'Unione sindacale regionale (Usr) per eleggere i delegati al congresso confederale;
f) congressi delle strutture nazionali di categoria per eleggere i delegati al congresso confederale.
Il numero dei delegati ai vari livelli congressuali è determinato secondo la quantità e le modalità
previste dai relativi regolamenti.
ART. 4
I congressi di Federazione nazionale di categoria e di Unione sindacale regionale dovranno
concludersi tassativamente entro il 20 giugno 2005
ART. 5
I delegati delle strutture nazionali di categoria hanno una rappresentatività pari al 50% della media
degli iscritti nel quadriennio 2001-2004.
I delegati delle Unioni sindacali regionali hanno una rappresentatività pari al 50% della media degli
iscritti nel quadriennio 2001-2004.
ART. 6
In base a quanto disposto dall'art. 31 del regolamento di attuazione dello Statuto confederale:
a) la FNP parteciperà ai Congressi orizzontali (confederale, regionale, territoriale) con un numero
di delegati pari al 25% del totale della media del quadriennio 2001-2004 degli associati della Cisl -
pensionati compresi - nella struttura interessata (Confederazione, Unione regionale, Unione
territoriale).
Nel caso in cui gli iscritti alla FNP siano inferiori al 25% del totale degli iscritti, pensionati
compresi, la FNP parteciperà ai congressi con il totale dei propri iscritti.
ART. 7
In ogni fase congressuale hanno diritto al voto soltanto gli iscritti alla Cisl in regola con i contributi e
in possesso della tessera confederale alla data del 31 dicembre 2004.
Entro i tempi previsti dalla circolare del 19 ottobre 2004 prot. n. 89/SL/mds del dipartimento
Organizzativo le Unioni sindacali territoriali dovranno trasmettere alla confederazione la ripartizione
degli iscritti per Federazioni. La segreteria confederale comunicherà, dopo convalida, a tutte le
strutture il numero degli iscritti sulla base del quale si svolgeranno i rispettivi Congressi.
ART. 8
Il quoziente di rappresentatività è stabilito sulla base di un delegato ogni 3.000 iscritti o frazione. Le
frazioni fino a 1.500 sono arrotondate a 1.500, quelle da 1.501 in su sono arrotondate a 3.000.
ART. 9
L'ordine del giorno del congresso deve comprendere i seguenti punti:
1) elezione della presidenza e della segreteria;
2) elezione delle Commissioni: a) Statuto, b) Verifica poteri, c) Elettorale, d) Mozioni;
3) elezione dei Questori e Scrutatori;
4) relazione della Segreteria,
5) votazione delle mozioni;
6) elezione dei delegati alle istanze superiori (Federazioni nazionali e USR);
7) elezione degli organi.
8) Relazione del collegio dei sindaci revisori
ART. 10
I delegati impossibilitati a partecipare al Congresso possono trasferire il proprio mandato ad altro
delegato; non possono però essere cumulate più di due deleghe compresa la propria. Non è ammesso
il trasferimento di delega per le assemblee congressuali di posto di lavoro in quanto è prevista la
partecipazione diretta degli iscritti.
ART. 11
L'elezione dei delegati si svolge a scrutinio segreto con una o più liste e con diritto di scelta tra i
candidati delle varie liste.
Non può essere candidato per l'elezione a delegato a Congresso confederale colui che è già stato
eletto delegato da altro Congresso.
Ogni candidato può far parte di una sola lista.
La candidatura deve essere accettata per iscritto dall'interessato.
Le liste, per essere valide, dovranno essere firmate da almeno 1/10 dei delegati.
Ogni presentatore non può firmare più di una lista. I candidati non possono firmare la presentazione
di liste.
In applicazione dell'art. 30 del regolamento di attuazione dello Statuto confederale, i regolamenti
congressuali delle Federazioni nazionali di Categoria e delle Unioni sindacali fisseranno una
percentuale minima di candidate da inserire nelle liste, anche tenendo conto della presenza
femminile nelle rispettive realtà. Per quanto riguarda la composizione delle liste dei congressi delle
strutture orizzontali a ogni livello, nessuno dei due sessi può essere rappresentato al di sotto del
30% dei candidati. Le liste che non rispettano il limite previsto sono nulle.
La Commissione elettorale raccoglie in un'unica scheda le varie liste. Ogni elettore può votare non
più di 2/3 degli eleggibili e non meno di 1/3. Risultano eletti i candidati che hanno riportato il
maggior numero di voti.
Nel caso di presentazione di più liste, il Congresso, con deliberazione presa a maggioranza dei 2/3
dei delegati, può adottare il sistema della lista unica. In tal caso i candidati devono essere elencati in
ordine alfabetico, salvo diversa deliberazione della assemblea congressuale.
ART. 12
I membri elettivi del Consiglio generale confederale sono eletti dai delegati al Congresso
confederale.
I consiglieri generali confederali rappresentanti delle federazioni nazionali di categoria e delle USR
sono eletti dai rispettivi Consigli generali. Tali elezioni devono svolgersi prima del Congresso
confederale.
ART. 13
I componenti il Collegio dei Sindaci confederale sono eletti dai delegati al Congresso confederale.
ART. 14
I componenti il Collegio dei Probiviri confederale sono eletti dai delegati al Congresso confederale.
ART. 15
Al fine della verifica di corrispondenza ai principi statutari le Federazioni nazionali di categoria e le
Unioni sindacali regionali invieranno i rispettivi regolamenti congressuali alla segreteria confederale
(Settore organizzativo).
DELIBERA
Il Consiglio generale della Cisl, riunito a Principina Terra (Grosseto) il 27 ottobre 2004 convoca il
XV Congresso confederale Nazionale per i giorni 5/8 luglio 2005 a Roma presso il Palazzo dei
Congressi, approva i relativi regolamenti ed assunto le seguenti deliberazioni:
1. Partecipano al XV Congresso confederale, oltre alle Usr, le seguenti Federazioni Nazionali di
categoria:
ƒ
Femca
ƒ
Fistel
ƒ
Fim
ƒ
Flaei
ƒ
Filca
ƒ
Fai
ƒ
Ugc
ƒ
Fps
ƒ
Cisl Scuola
ƒ
Flp
ƒ
Fit
ƒ
Fisascat
ƒ
Fiba
ƒ
Fnp
ƒ
Fir
ƒ
Cisl Università
ƒ
Sinalco
ƒ
Clacs
ƒ
Cisl Medici
2. Partecipazione al Congresso confederale degli iscritti Alai.
Considerato le peculiarità della struttura sopra indicata e l'opportunità che la stessa realizzi un
percorso congressuale di legittimazione della propria dirigenza, ai sensi dell’art.24 dello Statuto
confederale, l'Associazione Alai parteciperà ai congressi delle strutture orizzontali, ai vari livelli,
attraverso una aggregazione tecnica con il Clacs, senza peraltro interferire nella elezione della
dirigenza e nella composizione degli organismi della Federazione interessata.
3. Partecipazioni ai congressi dei lavoratori con più di un rapporto part-time
I lavoratori che per effetto di più contratti part-time risultino iscritti a più Federazioni di categoria
possono partecipare ad un solo congresso, a loro scelta.
COMMISSIONE STATUTO
Presidente: ARSENIO CAROSI
Vicepresidente: MARIO MEDDE
Componenti n. 12
1) FNP:
L. Battisti
LOMBARDIA:
C. Borio
2) FIM
G. Caprioli
SICILIA:
P. Mezzio
3) FILCA:
D. Pesenti
PIEMONTE:
M. Scotti
4) FPS :
R. Tarelli
MARCHE
G. Serpilli
5) COORD. F.LE
A. Parente
FRIULI:
S. Marzotto
6) UNIVERSITA':
A. Marsilia
CALABRIA:
L. Sbarra
CALENDARIO CONGRESSI
Congressi di luogo di lavoro
entro il 28 febbraio 2005
Congressi di Categorie Terr.li e Ust
entro il 30 marzo 2005
Congressi Categorie Regionali
dal 1° aprile al 30 aprile 2005
Congressi Usr
dal 2 maggio al 30 maggio 2005
Congressi Fnc
dal 1° giugno al 20 giugno 2005
Le strutture (Usr) regionalizzate possono convocare i Congressi a partire dal 1° aprile 2005.
Programma dei lavori XV Congresso confederale
Martedì 5 luglio 2005
Ore 10,00 Distribuzione materiale congressisti
Ore 15,00 Apertura del XV Congresso
Elezione della Presidenza
Saluto del Sindaco del Comune di Roma Walter Veltroni
Saluto del Segretario generale della Ces John Monks
Saluto del Segretario generale della Cisl Internazionale Ryder Guy
Saluto del Segretario generale del Sindacato Cristiano Cmt Willy Thys
Ore 16,30 Approvazione del Regolamento per lo svolgimento del XV Congresso e per l'elezione dei
componenti del Consiglio generale, del Collegio dei Sindaci e del Collegio dei
Probiviri
Elezione delle Commissioni congressuali e degli uffici del Congresso
Ore 17,00 Saluto del Segretario generale dell'Ust di Roma Danilo Reali
Ore 17,30 Relazione del Segretario generale Savino Pezzotta
Ore 19,30 Sospensione lavori
Mercoledì 6 luglio 2005
Ore 9,00 Relazione del Collegio dei sindaci
Ore 9,30 Apertura del dibattito sulla relazione del Segretario generale
Ore 11.00 Interventi delle associazioni e delle organizzazioni del sociale
Ore 12,00 Sessione per la discussione e approvazione delle modifiche statutarie
Ore 13,30 Sospensione dei lavori
Ore 15,00 Ripresa dei lavori
Ore 16.00 intervento di Vasco Errani Presidente Conferenza delle Regioni
Ore 16,30 Tavola rotonda Internazionale: "Sfide globali: nuovo sindacato internazionale"
Il punto di vista economico:
Mario Deaglio Docente di Economia Internazionale Università di Torino
Il punto di vista geo-politico:
Lucio Caracciolo Direttore “LIMES”
I punti di vista sindacali:
Roberto Ippolito giornalista de “La Stampa”dialoga con i dirigenti sindacali dei vari continenti:
Joao Antonio Felicio Segretario generale della Cut Brasile
Maung Maung Segretario generale Ftub Birmania
Robiatou S. Diallo Segretaria generale Cntg Guinea Conacry
Govindasami Rajasekaran Presidente Mtuc Malesia
Julio Roberto Gomez Presidente Cgt Colombia
Cai Chongguo China Labour Bullettin
Emilio Gabaglio Presidente dei Negoziati per la rifondazione sindacale internazionale
Conclusioni: Savino Pezzotta Segretario generale
Ore 18.30 Riconoscimento internazionale "Giulio Pastore"
Ore 19.30 Sospensione lavori
Giovedì 7 luglio 2005
Ore 9,00 Ripresa del dibattito
Ore 12.00 Interventi di:
Guglielmo Epifani Segretario generale Cgil
Luigi Angeletti Segretario generale Uil
Ore 13,30 Sospensione dei lavori
Ore 15,00 Ripresa del dibattito congressuale
Ore 18.00 Interventi delle associazioni e delle organizzazioni del sociale
Ore 18,30 Intervento del Rappresentante del governo
Ore 19,30 Sospensione dei lavori
Venerdì 8 luglio 2005
Ore 9.00 Ripresa del dibattito congressuale
Ore 10,30 Discussione e votazione dei documenti e delle mozioni congressuali
Ore 12,00 Replica del Segretario generale Cisl
Apertura dei seggi per la elezione del Consiglio generale, del Collegio dei sindaci e del Collegio dei
probiviri.
Proclamazione degli eletti
Relazione di Savino Pezzotta
La Mozione finale del XV Congresso confederale Cisl
Il XV Congresso della Cisl approva e assume la relazione e le conclusioni del Segretario generale,
gli arricchimenti pervenuti dal dibattito, le Tesi confederali e i contributi emersi nel percorso
congressuale.
In particolare, il Congresso fa suoi e sottolinea i temi di discussione, di impegno, gli indirizzi
organizzativi, gli obiettivi e le proposte della relazione.
La Cisl, la globalizzazione e la pace
1.La Cisl, nel constatare che la globalizzazione è un fenomeno inarrestabile quanto potenzialmente
in sé positivo, mette in evidenza che è necessario governarla in modo da piegare l'economia alle
logiche del vivere insieme, della politica, assumendo a premessa che tutti i popoli e tutti gli esseri
umani hanno diritto ad accedere a un livello di vita e di sviluppo dignitoso, con un lavoro adeguato
nella democrazia e nella libertà.
2. Questo processo deve consentire ai popoli di partecipare attivamente all'elaborazione di una
politica di sviluppo e di distribuzione delle risorse che permetta a tutti di non sentirsi emarginati,
togliendo spazio così anche a quel sentimento di rivalsa che può essere insieme, alibi e terreno di
coltura di un terrorismo internazionale che la Cisl condanna totalmente.
In particolare quando, proprio mentre si concludevano i lavori del nostro Congresso, esso scatenava
ancora il proprio furore contro decine e decine di cittadini innocenti; per i quali la Cisl ha associato il
suo dolore a quello di tutti gli uomini di buona volontà.
3. La Cisl condanna tutte le guerre e sceglie la pace quale condizione imprescindibile alla
convivenza degli esseri umani, nel suo significato pieno di assenza di conflitto e di pienezza di
giustizia.
4.La Cisl riconferma la propria assoluta contrarietà all'utilizzo della guerra come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali e contrasta i tentativi illusori e pericolosi di soluzione
basati su priorità e visioni unilaterali che non tengono conto dell'equilibrio dei valori e degli
interessi.
5. La Cisl ribadisce che è ormai indispensabile, anche con la ricerca del necessario accordo
internazionale, definire modalità e tempi del ritiro del contingente italiano dall'Iraq.
La Cisl,la globalizzazione e lo sviluppo
6. La Cisl constata che, sul piano economico, non siamo ancora giunti a una concezione e a una
pratica della globalizzazione come opportunità di maggiore e più equo sviluppo per tutti. Ma siamo,
invece, di fronte agli effetti di una globalizzazione completamente scollegata da vincoli sociali, che
scatena processi di concorrenza insostenibili perché giocati quasi soltanto sui costi e per prodotti e
servizi a minore valore aggiunto.
7. La Cisl è convinta che, mentre si costruisce con l'azione e la pratica di tutti gli uomini di buona
volontà un mondo più equo, bisogna subito cancellare completamente e senza condizionalità
pretestuose il debito estero dei paesi più poveri, anzitutto quelli africani, garantendo loro anche
termini di scambio commerciali più equi. Altresì la Cisl sostiene che deve essere vietata la vendita e
la fornitura di armamenti ai paesi non democratici o sotto regimi totalitari.
In relazione ai problemi che la globalizzazione pone ai lavoratori ed al sindacato, va potenziata
l'azione di cooperazione internazionale della Cisl attraverso l'ISCOS che ci impegna sia sul terreno
della solidarietà sia, e soprattutto, per far crescere attraverso il potenziamento di quei sindacati la
partecipazione dei lavoratori nelle decisioni che li riguardano e riguardano i loro diritti sociali,
economici e politici.
La Cisl e l'Europa
8. La Cisl conferma il sostegno al processo di integrazione europea e all'obiettivo degli Stati Uniti
d'Europa, al completamento del mercato interno, all'unificazione monetaria e all'allargamento, ma
insiste sulla necessità che sia resa prioritaria l'affermazione concreta di una qualità politica e sociale
dello sviluppo economico.
Ciò può avvenire solo attraverso la definizione, a breve, di un bilancio comune dotato di risorse
sufficienti e ripartite in modo tale da permettere un'iniziativa di politica macroeconomica da parte
delle istituzioni europee a sostegno della crescita, delle reti transnazionali, della coesione economica,
sociale e territoriale, della ricerca e sviluppo e della formazione.
La salvaguardia degli obiettivi di qualità economica, sociale e ambientale dello sviluppo comunitario
deve tener conto anche degli aspetti non meramente quantitativi legati alla misurazione del PIL ma
del complesso di parametri che vengono ormai raccomandati anche dalle Nazioni Unite (come
l'aspettativa di vita e il livello di istruzione).
Nel contesto globale, questo è il più significativo fattore di competitività del modello europeo che
può permettere alla UE di contribuire alla ricostruzione di un equilibrio mondiale improntato alla
multipolarità, all'equità, all'affermazione della democrazia e dei diritti, al rispetto delle norme sociali
fondamentali dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro.
9. La Cisl si impegna a contrastare le derive politiche, sociali e culturali che caratterizzano la crisi
attuale dell'Europa, con un'iniziativa di proposta politica, organizzativa e, se del caso, statutaria
dentro la Ces, prevedendo la presenza della Ferpa nel comitato esecutivo della stessa Ces, per
migliorare e valorizzare l'esercizio della contrattazione e della concertazione del sindacato europeo.
In particolare, la Cisl chiederà alla Ces di coordinare l'iniziativa negoziale delle confederazioni e
delle Federazioni europee di settore per completare, attraverso il dialogo sociale e gli accordi tra le
parti, tanto la legislazione sociale necessaria, quanto quella attinente al completamento del mercato.
L'assunzione di una responsabilità contrattuale a livello europeo deve prefiggersi di fare da argine
fino ad invertire la tendenza a perseguire una competitività giocata tutta sui costi invece che sulla
qualità.
Su questi temi la Cisl impegna a convocare specifiche sessioni dei propri organi dirigenti.
Cisl, sindacato e globalizzazione
10. Anche il sindacato può dare il suo specifico e indispensabile contributo ad una governance della
globalizzazione con la diffusione di diritti e tutele per i lavoratori che aiuti a costruire società
democratiche e un più giusto rapporto tra società e economia: così anche esso dà il suo contributo a
edificare un'Europa che del sociale faccia il pilastro della propria compattezza.
11. Secondo la Cisl questo obiettivo va perseguito sia rafforzando, e qualificando, il ruolo di
rappresentanza politica e la proposta di rifondazione del sindacalismo internazionale che fa perno su
Cisl Internazionale e Cmt, sia consolidando le possibilità di azione anche negoziale del sindacato
europeo, sia con forme dirette di intervento a favore dei popoli più sfortunati e dei loro sindacati.
Proprio per questi stessi motivi, la Cisl continuerà sostenere in particolare i sindacati liberi birmano e
cinese oltre, naturalmente, il progetto Africa.
La globalizzazione, la competizione internazionale e la concertazione necessaria
12. La Cisl è convinta che l'Italia si metterà in grado di competere e di difendere anche il made in
Italy attraverso politiche di sviluppo tecnologico avanzato e di stampo espansivo orientate su nuovi
prodotti e servizi ad alto valore aggiunto e non solo sulla rincorsa al ribasso dei costi ed, al massimo,
sul miglioramento dei processi produttivi, il rischio è quello di un declino continuo del nostro
sistema economico.
13. La Cisl è persuasa che sia necessario recuperare le politiche di concertazione, e la conseguente
politica dei redditi, per riuscire a governare questa fase economica, segnata dall'arresto dello
sviluppo, da una vera e propria recessione, quindi anche dal contenimento dell'inflazione dovuto alla
riduzione dei consumi, da una spesa pubblica fuori controllo e dalla progressiva perdita di potere
d'acquisto di pensioni e retribuzioni.
14. La Cisl, per rilanciare lo sviluppo e governare la complessità della società di oggi, è decisa ad
ottenere la disponibilità reale da parte di ogni governo col quale avrà a che fare per riaprire un
confronto serio che renda esigibili le politiche della concertazione e dei redditi.
Con questo governo non è stato possibile. La Cisl è convinta che le inadempienze rispetto anche a
quanto concordato con il "Patto per l'Italia", l'abbandono della concertazione, i ritardi, gli errori e,
più in generale, il "sottrarsi" al confronto sono le cause della pessima gestione economica che stiamo
registrando e le difficoltà del paese.
Oggi, il paese non può permettersi un anno di apnea pre-elettorale. O il governo presenta subito un
programma minimo e credibile di misure d'emergenza economiche e sociali, oppure è preferibile il
ricorso immediato alle urne.
Una nuova politica di concertazione e dei redditi deve però anche trovare spazio a livello territoriale
e sociale per aiutare ad avviare un nuovo assetto contrattuale che qualifichi i contratti nazionali e
consolidi la contrattazione decentrata affinché la produttività realizzata venga ridistribuita e non si
trasformi più solo in rendita e/o profitto. A questo fine, è indispensabile affermare la partecipazione
dei lavoratori quale nuovo principio di qualificazione dei criteri di gestione dell'impresa.
15. A questo riguardo, la Cisl rilancia la propria strategia per rivedere l'accordo del luglio '93, ormai
non più adeguato, per carenza di applicazione della contrattazione di secondo livello, a difendere il
potere d'acquisto dei salari e delle pensioni.
16. La Cisl è determinata a veder rinnovati i numerosi contratti nazionali di categoria scaduti da
tempo e il cui prolungato ritardo sta pregiudicando spesso anche i livelli di tutela nel recupero
salariale dell'inflazione e mette in discussione sia il normale diritto alla stessa contrattazione
nazionale che la sua esigibilità.
Un lavoro equo per tutti
17. La Cisl è impegnata a promuovere il valore della legalità in ogni ambito della vita sociale ed
economica; ritiene pertanto necessario che le istituzioni attuino più efficaci politiche di contrasto
dell'economia sommersa e del lavoro irregolare, fattori anche di distorsione della concorrenza e di
disgregazione sociale.
18. Secondo la Cisl, il contrasto al lavoro nero e alle diverse tipologie di sommerso va condotto, per
essere efficace, sia con iniziative di carattere generale, sia a livello territoriale e settoriale, anche con
politiche contrattuali. È un'azione che, per prime, deve coinvolgere le imprese insieme al sindacato
stesso e, poi, enti locali e regioni.
19. Deve prevedere misure coerenti, la verifica della clausola del rispetto dei contratti e delle
condizioni di lavoro in tutti gli appalti sia pubblici che privati, con l'utilizzo del documento unico di
regolarità contributiva (Durc), l'utilizzo di una pluralità di strumenti - penalizzazioni ed incentivi anche fiscali come sprone efficace all'emersione ricorrendo alla generalizzazione di un sano conflitto
di interesse come avvenuto per gli sgravi fiscali nelle ristrutturazioni edili. Serve, anche un'azione
mirata, efficace, di repressione dell'evasione, rivolta anche a chi riceve sussidi grazie ad essa.
20. Si tratta, dunque, di fare anche di questo impegno una dimensione integrata e qualificante dello
sviluppo locale. La proposta che avanziamo a Cgil e Uil e agli imprenditori è quella di un patto di
contrasto al lavoro nero che non si limiti solo a chiedere al governo provvedimenti, ma ci impegni
tutti in prima persona.
21. Chiediamo a tutti gli attori impegnati, per prime le imprese, di mettere in campo un'azione
sostenuta di boicottaggio nei confronti dei prodotti e dei lavori che vengono effettuati ed esercitati in
nero.
Le organizzazioni sociali, una ricchezza per la democrazia
22. Nel nostro paese le organizzazioni sociali svolgono un ruolo fondamentale di vivificazione della
democrazia, sia rivendicando nei confronti delle istituzioni la garanzia dei diritti, sia mobilitando
risorse umane e finanziarie in campo sociale, culturale, assistenziale e solidale. Iniziative che
ribadiscono la centralità della persona in antitesi ad una visione economicistica.
Tra le altre, la cooperazione, un'organizzarsi del sociale in cui la Cisl è essa stessa presente, ha un
peso non trascurabile per il suo contributo all'economia ed allo sviluppo del paese. Ma assume anche
un valore emblematico in termini di partecipazione e di democrazia economica.
Le organizzazioni non profit ed il volontariato, poi, sono in grado di sviluppare rapporti incentrati
sulla gratuità o sulla reciprocità che rafforzano la coesione sociale e responsabilizzano i cittadini
rispetto al benessere della comunità. Riteniamo dunque che il loro riconoscimento, la valorizzazione
delle specifiche missioni ed uno sviluppo equilibrato, in una corretta logica sussidiaria – antitetica
alle logiche di pura privatizzazione – possa costruire un intreccio fra socialità, responsabilità delle
istituzioni e mercato che consenta non solo di allargare la rete di tutele, di rafforzare la solidarietà, di
promuovere lavoro garantito ed eticamente motivato, ma anche di rispondere ad una nuova domanda
di protagonismo sociale.
La Cisl intende pertanto rafforzare e stabilizzare le relazioni e le alleanze con il vitale mondo del non
profit con il quale condivide i medesimi valori, anche valorizzando gli organismi di propria
emanazione come l'Anteas.
La Cisl, l'autonomia e la difesa della Costituzione
23. La Cisl ribadisce la sua autonomia di sindacato che rifiuta ogni subalternità al quadro di governo
per promuovere e valorizzare il ruolo proprio della rappresentanza sociale organizzata: luogo
privilegiato di partecipazione democratica che non si esaurisce nell' istanza del voto ma si esercita e
vive quotidianamente nel confronto tra istituzioni e corpi intermedi, reso più difficile oggi anche da
una deriva autoritaria che limita fortemente gli spazi di mediazione impedendo nei fatti un vero
confronto con gli attori sociali.
24. La Cisl si riconosce nei valori fondanti della nostra Costituzione. Ribadisce quindi le sue critiche
al progetto governativo di riforma costituzionale che, con la devolution, determina sperequazioni
territoriali e una pericolosa diversificazione di accesso e di costi a diritti fondamentali come salute,
istruzione e sicurezza, mentre, con il rafforzamento eccessivo del Presidente del Consiglio,
compromette il bilanciamento democratico dei poteri e riduce gli spazi di dialogo e di partecipazione
nella società.
25. Altra cosa per la Cisl è la valorizzazione del federalismo, che nella sua concezione originaria - il
fare unità delle diversità - postula il riconoscimento di doveri, diritti , responsabilità - secondo il
principio di sussidiarietà e la pratica della solidarietà e della cooperazione - e dei mezzi (un equo
federalismo fiscale) per dare loro piena attuazione.
Tutele, contrattazione, bilateralità
26. La Cisl ribadisce la funzione decisiva del sindacalismo confederale come risorsa di una
democrazia capace di assecondare l'azione sussidiaria di cittadini, corpi sociali, ed istituzioni
periferiche dello Stato; il sindacalismo confederale incarna gli interessi di lavoratori e pensionati e si
assume la responsabilità di riavviare uno sviluppo più deciso, equilibrato e giusto del paese.
27.Convinta di questa analisi, la Cisl sottolinea la necessità di assumere iniziative che rilancino e
consolidino anzitutto:
1.
Un sistema di tutele per tutti i lavoratori non standard, da attuarsi attraverso la contrattazione e
con un "nuovo statuto dei diritti del lavoro e dei lavori": aggiuntivo e non sostitutivo, delle norme
previste dallo Statuto dei lavoratori e capace di disciplinare positivamente il lavoro flessibile con
limiti temporali definiti e garantendo a questi lavoratori servizi sociali, previdenziali e assistenziali.
Così come capace di una tutela efficace della maternità delle lavoratrici. Tenendo conto dei processi
di esternalizzazione e delocalizzazione che interessano la nostra società, nonché del trasferimento di
numerose attività dall'industria al terziario, la Cisl ritiene necessario governare ed accompagnare
questi processi definendo un sistema di regole che garantiscano reali tutele ai lavoratori. La Cisl è
impegnata a dare piena attuazione a quanto previsto in materia di congedi parentali al fine di
conciliare i tempi di vita e quelli di lavoro per salvaguardare i tempi necessari ai rapporti familiari e
interpersonali. E, in proposito, è necessario riaffermare il concetto, in via ordinaria, di "domenica"
come giornata festiva, dedicata ai rapporti sociali e alla convivenza familiare.
2.
La partecipazione dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali alla vita dell'impresa quale
fondamentale criterio di qualificazione della governance delle imprese stesse attraverso
l'introduzione dei principi di trasparenza e di democrazia. Importanti spazi in questa direzione sono
rappresentati dalla trasposizione nel nostro ordinamento delle direttive sulla società europea e sui
diritti di informazione e consultazione; la stessa responsabilità sociale delle imprese attiverà reali
processi di cambiamento solo se darà luogo a protocolli condivisi e negoziati tra management e
rappresentanze dei lavoratori.
3.
Una riforma del sistema contrattuale che valorizzi la contrattazione di secondo livello,
aziendale o territoriale, estendendo a tutti i lavoratori i benefici della produttività; e ciò al di là del
livello di contrattazione collettiva nazionale del lavoro che deve continuare a garantire il recupero
dell'inflazione reale ed uno zoccolo comune di diritti a tutti i lavoratori. Nei settori polverizzati e del
lavoro diffuso è necessario anche prevedere forme di garanzia per l'integrale applicazione dei
contratti.
4.
La promozione di una "contrattazione per la conciliazione" che, nei contratti nazionali,
preveda espliciti rinvii alla contrattazione di secondo livello sulle questioni relative alle condizioni di
lavoro e alla stessa incentivazione del lavoro femminile.
5.
La diffusione degli enti bilaterali che, nel rapporto con le associazioni imprenditoriali,
realizzino l'applicazione delle tutele contrattuali, la libera adesione al sindacato e una gestione
concordata di strumenti di sostegno alla crescita delle tutele dei lavoratori nel mercato del lavoro ed
allo sviluppo delle imprese. In particolare, vanno rafforzati i Fondi paritetici interprofessionali dello
0,30% per la formazione continua dei lavoratori. Nelle attività formative, la Cisl è chiamata a
svolgere, col contributo sostanziale dello IAL, un decisivo ruolo negoziale, progettuale ed attuativo.
La crisi economica e sociale dell'Italia e la concertazione come politica
per contrastare il declino
28. Per la Cisl, serve all'Italia il ripristino di una politica di concertazione, quadro in cui inserire
accordi - come quello del '93, opportunamente rivisitato - che siano in grado di stabilizzare e
vivificare l'economia del paese. La Cisl conferma, infatti, l'opzione fondamentale per la
concertazione come politica per il coordinamento delle politiche economiche, salariali, previdenziali,
fiscali, tariffarie; per la promozione dello sviluppo e di una maggiore equità sociale.
In particolare, si ripropone la questione dell'andamento dei prezzi di prima necessità per le famiglie
dei lavoratori e dei pensionati che sono stati e sono oggetto negli ultimi anni di numerose azioni
speculative. Oltre che nella dimensione nazionale, l'azione del sindacato per il miglioramento dei
salari e delle pensioni deve tradursi in iniziative diffuse di concertazione delle politiche tariffarie e di
contenimento dei prezzi anche ai livelli decentrati di amministrazione e di governo locale.
29.Si fanno perciò decisivi:
1. Sul piano più generale, il recupero del ritardo di sviluppo rispetto agli altri paesi europei
privilegiando la ricerca e l'innovazione come necessità strategica ed una nuova politica industriale
per restituire all'Italia il suo ruolo storico all'interno del gruppo del G-8.
In particolare l'innovazione e la ricerca – fattori essenziali per recuperare competitività sostenibile
dello sviluppo nel mercato globalizzato per intervenire sull'ottimizzazione delle risorse naturali –
necessitano di concrete politiche di sostegno, di consistenti risorse dedicate nonché di efficaci
meccanismi di trasferimento e di diffusione tra i centri di ricerca di eccellenza ed il settore
manifatturiero e dei servizi, con particolare riferimento alle PMI.
Si tratta qui di favorire l'aggregazione di queste imprese e la loro specializzazione produttiva
spingendole verso dimensioni aziendali ottimali.
Un'altra dimensione importante di attività produttiva di cui la Cisl riconferma la necessità del
rilancio è anche lo sviluppo del turismo, del resto considerato settore primario in Europa,
valorizzando le risorse naturali, ambientali, climatiche, culturali, museali e archeologiche del nostro
paese.
In questo contesto di valorizzazione del settore dei servizi, assume un particolare significato il lavoro
che, anche a livello europeo, si sta svolgendo attraverso il dialogo sociale nella regolamentazione dei
sistemi di appalto al fine di affermare il principio del sistema dell'offerta economicamente più
vantaggiosa invece del continuo ricorso ad appalti con il massimo ribasso che finiscono per contrarre
i livelli occupazionali senza garantire l'applicazione dei Ccnl.
Il sistema creditizio italiano, nel rapporto sempre più intrecciato tra banca ed industria, dimostra i
limiti di un'insufficiente politica per uno sviluppo socialmente compatibile. Le parti sociali dovranno
ricercare accordi territoriali e nazionali per l'erogazione del credito a sostegno della crescita
economica e sociale dell'intero paese e, soprattutto, del Mezzogiorno.
Una politica di sviluppo per il Mezzogiorno non può prescindere da una rinnovata attenzione al
sistema creditizio locale necessaria per supportare le iniziative produttive e la crescita complessiva
del tessuto economico.
Tutto ciò non si può realizzare se non si afferma il rilievo che ormai assume il tema ambientale e
della cura e manutenzione del territorio, la forestazione e il riconoscimento del ruolo dell'agricoltura
rispetto ai molteplici interessi socio-economici.
Inoltre, è indispensabile riconoscere la priorità del Mezzogiorno non solo come fattore di squilibrio
territoriale da superare, ma anche come elemento indispensabile a far concorrere il paese tutto
nell'Unione europea ed in particolare nell'area dello sviluppo mediterraneo ed insulare. La Cisl
propone di convocare al Sud una Convention euromediterranea con tutti i sindacati di quella regione
e con la Ces.
Oltre alla realizzazione delle infrastrutture indispensabili al superamento del gap Nord-Sud, va
assunta come priorità strategica la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno per allargare
l'occupazione, combattere l'illegalità e rendere unito un paese oggi diviso da scelte di politica
economica palesemente antimeridionali.
La Cisl ritiene che uno dei punti di attacco per la ripresa economica e produttiva del nostro paese, sia
il settore delle telecomunicazioni e in generale della comunicazione.
Altra priorità di una politica pubblica e contrattuale da ammodernare è quella del sostegno alle madri
e alle donne lavoratrici allo scopo di ampliare la partecipazione e l'occupazione, contrastando da una
parte il fenomeno dello scoraggiamento e, dall'altra, la rinuncia forzata al rientro nel mercato del
lavoro dopo la maternità o, addirittura, prima della maternità stessa.
È indispensabile, inoltre, un'azione forte di contrasto alle nuove povertà: fra le quali, in particolare,
quelle che colpiscono i nuclei monoparentali.
2. Una modifica della legge 30 che accolga le richieste da noi avanzate per garantire una
occupazione meno precaria, con più tutele ed opportunità e per dare reale efficacia all'autonomia
delle parti sociali nella difesa delle condizioni d'impiego. Bisogna costruire, contestualmente, poi, un
quadro di nuove tutele estese ai settori esclusi e ai lavoratori non standard: statuto dei lavori,
ammortizzatori sociali, formazione continua per rafforzare le garanzie di sicurezza economica e
occupabilità e favorire il passaggio verso l'occupazione stabile.
3. Una riforma fiscale che preveda specificamente il sostegno della famiglia e ponga particolare
attenzione al ruolo ed alle responsabilità del lavoro femminile con un sistema di incentivi fiscali che
renda vantaggiosa l'assunzione delle donne; una riforma fiscale così concepita richiederebbe una
lotta decisa all'evasione ed all'elusione e sarebbe sostenuta con favore dalla grande maggioranza dei
cittadini italiani. La politica fiscale deve, inoltre, per la Cisl, sostenere lo sviluppo favorendo una
fiscalità di vantaggio a partire dalla riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro. In relazione alla
fiscalità, è assolutamente improcrastinabile il riequilibrio tra pensionati e lavoratori attivi sulla no
tax-area con particolare attenzione agli incapienti.
4. Una riforma pensionistica mirata a garantire a tutti i lavoratori una pensione dignitosa e che
reintroduca e garantisca flessibilità in uscita, in particolare per i lavoratori con scarse tutele
occupazionali e per i lavori usuranti.
Per quanto concerne i criteri di accesso alle pensioni di anzianità, la Cisl propone l'individuazione di
una quota derivante dalla somma dell'anzianità contributiva e di quella anagrafica, raggiunta la quale
sia possibile accedere al pensionamento.
Per la previdenza complementare vanno privilegiati i fondi pensione di natura contrattuale, nonché
va data effettiva esigibilità alla previdenza complementare nel settore pubblico.
La Cisl chiede, inoltre, l'introduzione di un'aliquota previdenziale unica per tutti i lavoratori siano
essi dipendenti o indipendenti e la realizzazione della tutela reale delle pensioni dall'inflazione.
La Cisl condivide e sostiene l'impegno e la lotta della FNP come protagonista negoziale a favore dei
pensionati ed il perseguimento di meccanismi che, partendo dalle pensioni più basse, recuperino il
potere d'acquisto delle pensioni tutelando le fasce più deboli, e sostanzialmente possano cogliere un
obiettivo redistributivo.
5. Un sistema sanitario e sociale moderno, equo ed efficace, che risponda ai bisogni e alla domanda
di salute e di benessere, costituisce un parametro di civiltà, una garanzia dei diritti di cittadinanza,
una correzione del grado di disuguaglianza economica e sociale ed un fattore di inclusione.
La rimodulazione del welfare indotta dalla grave situazione socio-economica del paese, dal processo
demografico, dall'evoluzione strutturale delle famiglie, e dall'integrazione degli immigrati deve
avvenire, nel quadro di un nuovo modello di sviluppo, attraverso un progetto partecipato e negoziato
ai vari livelli del sistema, mirato ad una tutela universalistica, al ruolo primario del pubblico, cui
possa concorrere, con regole e trasparenza, il privato e, in particolare, il privato-sociale.
Il welfare sanitario e sociale, come bene sociale, rappresenta un fattore di sviluppo che richiede
investimenti in ricerca, innovazione e valorizzazione delle risorse professionali, superando la deriva
dell'economicismo e delle politiche di contenimento, razionalizzando il modello organizzativo e
abbattendo lo spreco e le diseconomie di scala.
Lo snodo strategico proposto si incentra sull’integrazione socio-sanitaria distrettuale che assicuri la
continuità assistenziale, la domiciliarità, affronti le criticità e le disabilità, alleggerisca il costo
sociale dell'invecchiamento, realizzando, nel quadro della fiscalità generale, un congruo
finanziamento del fondo ad hoc per la non autosufficienza. In tal senso si propone di attivare in tutti i
territori e i posti di lavoro la raccolta di firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa
popolare.
I livelli essenziali sanitari, socio-sanitari e sociali costituiscono altrettanti diritti omogenei ed
esigibili in tutto il territorio nazionale in un contesto di programmazione partecipata, che richiede il
riordino del sistema ospedaliero, secondo corretti parametri demografici ed epidemiologici, e la
realizzazione a rete della medicina del territorio, la qualificazione dell'equipè multidisciplinari, il
contenimento della mobilità sanitaria, la risoluzione delle liste di attesa, il recupero della
prevenzione e della riabilitazione, la garanzia dell'accesso ai servizi sociali, lo sviluppo dei servizi
per l'infanzia, la promozione del rapporto vita-lavoro, il contrasto alla povertà e all'emarginazione.
Con la riattivazione della concertazione centrale, regionale e locale si dovranno determinare le fonti
di finanziamento dei rispettivi Fondi sanitario e delle politiche sociali, ripartiti in ragione dei reali
fattori generatori di disagio e malessere in modo che le istituzione preposte, nello svolgere le proprie
funzioni e nell'erogare i servizi di competenza, possano coordinare l'autonomia e la differenziazione
con la garanzia dei diritti, stabilendo, con la selezione della domanda in base alla prova dei mezzi
(ISEE), eventuali strumenti di partecipazione, collettiva ed individuale, favorendo lo sviluppo dei
Fondi integrativi per prestazioni aggiuntive ai livelli essenziali.
Investire in salute diventa così importante per il benessere dei cittadini e per la competitività del
paese, ma occorre adottare specifiche priorità quali un progetto rivolto al riequilibrio territoriale
della rete dei servizi sociali, sanitari e ospedalieri, monitorato e verificato con continuità.
Il nuovo welfare deve anche recuperare il valore e la portata innovativa della legge 328/2000,
adottando gli strumenti attuativi in ogni Regione e realizzando sistemi di qualità degli interventi dei
servizi sociali, favorendo la partecipazione dei cittadini e delle famiglie, attivando i processi di
verifica delle prestazioni.
Il processo di costruzione del nuovo welfare richiede il recupero di un assetto accettabile delle
relazioni sindacali combinato con un'iniziativa politica delle Regioni, della Conferenza StatoRegioni, del ruolo delle autonomie locali e un protagonismo dei cittadini, delle famiglie, del terzo
settore e delle varie forme di associazione e, in particolare, del sindacato.
6. Una diversa politica dell'accoglienza per i cittadini stranieri emigrati nel nostro paese che tenda
alla loro libera integrazione. La Cisl è convinta che la presenza tra di noi di una popolazione di
cittadini immigrati con le loro famiglie pone problemi e, insieme, grandi opportunità.
La presenza sempre più numerosa di immigrati nel lavoro è la prova della loro indispensabilità per
l'economia del nostro paese, per il quale rappresentano una fonte di ricchezza.
Sempre più falso e strumentale risulta quindi il richiamo alla criminalità per gli immigrati e per gli
stessi clandestini.
La scelta operata dal legislatore con la Bossi-Fini è punitiva, oltre che ingiusta, nei confronti degli
immigrati.
Oggi va rilanciato l'impegno per una diversa politica dei flussi, coordinata anche a livello europeo,
legata alle esigenze reali dei vari territori, per il ripristino degli ingressi, per la ricerca del lavoro, per
eliminare tutte le rigidità del cosiddetto "contratto di soggiorno", le quali sono la causa di gran parte
dell'immigrazione irregolare.
Per la Cisl è importante la Convenzione ONU sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie
e l'iniziativa per il riconoscimento della "cittadinanza europea di residenza", così come la richiesta
del voto amministrativo degli immigrati, della riforma della cittadinanza, e di una legge organica
sull'asilo politico.
Oggi le decine di migliaia di immigrati che hanno scelto la Cisl vi debbono trovare una tutela
moderna ed efficace, motivazioni concrete ed ideali.
Un ruolo protagonista degli immigrati può dare nuova linfa alla Cisl con l'impegno delle categorie a
tutti i livelli in termini organizzativi, di formazione e di recepimento delle loro esigenze specifiche
nella contrattazione. Inoltre, va favorito l'inserimento negli incarichi sindacali.
In questo ambito va ricordata, sottolineata, e riconfermata l'esperienza fatta dalla Cisl, anche con
l'impegno forte e articolato dell'Anolf.
Allo stesso modo va apprezzata l'azione svolta dall'Inas per la tutela e la difesa dei lavoratori italiani
emigrati. L'esigenza di tutela e assistenza in relazione alla libera circolazione dei lavoratori in
Europa deve portare alla costruzione di un "patronato" europeo condiviso tra i sindacati e mirato a
garantire i diritti di tutti i lavoratori e cittadini migranti.
7. Un ampliamento del mercato delle locazioni in grado di produrre un'offerta abitativa compatibile
con le disponibilità di reddito dei soggetti deboli che necessitino di tutela sociale con il
rifinanziamento del fondo per il sostegno agli affitti. La soluzione va anche cercata attraverso il
rilancio dell'edilizia residenziale pubblica ed attivando un fondo nazionale per le politiche della casa.
È importante che anche l'abitazione sia considerata quale livello essenziale di prestazione. Per questo
scopo serve un intervento pubblico di indirizzo forte per orientare un mercato finalizzato alla
realizzazione di abitazioni a canone moderato.
8. Una riforma dei sistemi dell'istruzione, della formazione e dell'Università che sia davvero
rispondente ai bisogni e alle domande di crescita culturale, sociale ed economica del paese e di tutti i
suoi cittadini.
La Cisl ribadisce le valutazioni negative già espresse in merito ai processi di riforma in atto, che
stanno causando il progressivo deterioramento della scuola pubblica statale, della formazione
professionale e dell'Università. Nei confronti del governo rivendica l'apertura di un tavolo di
concertazione sulle linee di politica scolastica e universitaria, al fine di modificare anche
profondamente l'impianto legislativo e gli atti di decretazione secondaria della riforma della scuola
nonché i provvedimenti sul reclutamento e lo stato giuridico della docenza universitaria e sugli
ordinamenti.
Non è più rinviabile un nuovo e condiviso "patto per l'istruzione e la formazione" su cui convergano
tutti i soggetti istituzionali, politici e sociali, coinvolti a diverso titolo per disegnare un quadro di
governo nazionale complessivo, che affermi l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita come diritto
di cittadinanza, l'insostituibile ruolo della scuola pubblica statale e la irrinunciabile unitarietà del
servizio di istruzione e formazione, fino ai livelli post-universitari e di specializzazione.
9. Una politica contrattuale e legislativa per migliorare la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro.
10. La Cisl deve impegnarsi a completare la riforma del modello contrattuale dell'artigianato anche a
seguito del recente accordo. Pure su questo versante è necessario valorizzare la bilateralità attraverso
un rapporto più organico con la contrattazione e con modalità che favoriscano l'adesione dei
lavoratori al sindacato.
11. L'ammodernamento e la produttività della Pubblica amministrazione: anche in quanto fattore di
competitività del paese, garantita da una riforma che esalti e valorizzi professionalità e disponibilità
dei lavoratori.
La Cisl ritiene che occorra finalmente assumere il settore pubblico come strategico per la gestione e
l'organizzazione di servizi indispensabili allo sviluppo economico e sociale. E, in questa prospettiva,
investire seriamente in un settore che abbraccia trasversalmente campi d'azione dai quali non si può
prescindere per una politica di sviluppo e di crescita competitiva.
La Cisl vuole quindi la ripresa del percorso interrotto delle riforme e rimettere al centro dell'agenda
politica un piano d'azione condiviso e partecipato dalle parti sociali per garantire efficienza e
facilitare lo sviluppo economico e l'iniziativa imprenditoriale in un quadro di regole e di tutele di
diritti ed interessi generali.
Per quanto riguarda l'amministrazione della giustizia e della sicurezza, la Cisl chiede un progetto,
con il coinvolgimento del sindacato, per l'obiettivo della "filiera integrata dei servizi di sicurezza e
giustizia" capace di dare efficienza all'amministrazione.
12. I processi di privatizzazione delle aziende che svolgono servizi pubblici non devono essere
imposti da esigenze di cassa e di finanza pubblica, ma quando utili o necessari devono rispondere a
corrette logiche industriali e di crescita produttiva del paese. Pertanto, devono rappresentare una vera
opportunità di democrazia economica e di partecipazione da realizzarsi attraverso l'azionariato
diffuso, in particolare quello dei lavoratori. Solo così sarà possibile garantire la qualità e
l'universalità dei relativi servizi, la salvaguardia dei livelli occupazionali e la valorizzazione delle
risorse umane.
13. Il miglioramento del servizio elettrico deve essere perseguito sul piano qualitativo e quantitativo,
adeguandone l'assetto infrastrutturale al contesto europeo attraverso gli investimenti sulle reti, sulle
energie rinnovabili e sulla ricerca di fonti alternative e quella sul nucleare civile sicuro. In questo
ambito, va sostenuto il ricorso al "carbone pulito", al fine di ridurre il costo della bolletta elettrica per
famiglie ed imprese.
Per garantire la sicurezza e il "governo" del sistema elettrico italiano è ormai anche necessario
istituire un organismo "partecipato" (anti black-out) di indirizzo e di controllo.
Il nostro modello di sindacato
30. La Cisl constata che esiste nel nostro paese una questione sindacale: molti lavoratori non sono
rappresentati, c'è un dibattito sempre aperto sul rapporto con il capitalismo, c'è il problema
dell’autonomia del sindacalismo dalla politica.
La Cisl, ancor di più dopo l'esperienza di questi anni, riconferma le scelte del proprio modello
sindacale.
1. Un sindacato libera associazione che individua nel socio il centro e il destinatario dell'azione
sindacale e pone la propria attenzione alla valorizzazione della persona umana, di ogni
lavoratrice/lavoratore, nel suo contesto di relazioni.
È per questo motivo che la Cisl resta contraria alla regolamentazione per legge della rappresentanza
e della vita interna delle associazioni sindacali, privilegiando l'autoregolamentazione.
Il nostro modello è, dunque, fondato sull'autonomia: che non è mai neutralità o agnosticismo ma è
l'unica modalità per considerarci a tutti gli effetti soggetto politico pieno, senza vincoli ideologici,
statutari o di fatto con scelte postulate da altri soggetti che non siano lavoratori e sindacato, cioè
senza confusione di ruoli con i partiti e le istituzioni.
2. Un modo di partecipare segnato anche dal coinvolgersi del sindacato, nelle forme e nei modi
opportuni ma con determinazione, nella gestione del mercato del lavoro e della sicurezza sociale per
fare meglio il mestiere del sindacato: rappresentare, difendere, contrattare.
3. Il Congresso impegna il Consiglio generale affinché prima della fine del 2005 dia avvio a un
percorso di riflessione sul modello organizzativo partendo dalle risultanze dell'ultima Assemblea
organizzativa, per adeguare l'organizzazione ai nuovi obiettivi di tutela e rappresentanza, rafforzando
la confederalità e rendendo coerente il modello organizzativo con le sfide nuove che il territorio
propone a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione, anche ai fini di una verifica del Patto
associativo.
4. La Cisl s'impegna a tutti i livelli ad essere luogo d'incontro e di motivazione per i giovani che
vivono l'esperienza di partecipazione all'interno dei luoghi di lavoro offrendo spazi idonei di
rappresentanza.
A livello nazionale e territoriale occorre creare nelle categorie e nelle Unioni un forum dei giovani
Cisl come luogo di incontro e di motivazione per chi vive l'esperienza sindacale e di lavoro ed al fine
di far crescere l'attenzione verso le politiche sociali e del lavoro che interessano il mondo giovanile;
di coordinare i progetti e le attività in grado di aggregare e far crescere la loro appartenenza alla Cisl;
di promuovere percorsi di formazione e crescita sui temi specifici.
5. Dobbiamo creare le condizioni politiche ed organizzative perché le caratteristiche di genere
segnino il nostro fare sindacato. Servono una dichiarata volontà politica, impegni e regole capaci di
garantire una effettiva presenza femminile a tutti i livelli, comprese le segreterie e un rafforzamento
del ruolo dei coordinamenti donne a ogni livello.
6. I grandi cambiamenti di scenario, le modifiche organizzative e tecnologiche, i riflessi nella cultura
e nei comportamenti ci impongono di operare con militanti, quadri e dirigenti, preparati, competenti
e motivati.
La formazione sindacale sempre più deve diventare leva strategica per l'organizzazione. Tutti,
ognuno in riferimento al proprio ruolo, siamo chiamati a contribuire alla valorizzazione del capitale
umano di cui disponiamo investendo in formazione a tutti i livelli.
7. La Cisl deve essere in grado di rispondere a tutte le richieste di aiuto, di tutela e di servizi che ci
chiedono i lavoratori privilegiando il patto associativo.
Proposta per una concertazione "semplificata"
31. Il percorso che la Cisl da questo Congresso propone a tutti i nostri interlocutori, per rilanciare il
minimo di convergenza necessario a riavviare la crescita dell'economia e del paese, si articola su un
patto sociale tra governo, Regioni, parti sociali che condividano alcune priorità decisive per lo
sviluppo del paese, precisi obiettivi da perseguire e verifiche cadenzate nei tempi sulla loro
realizzazione.
Una versione "semplificata" della concertazione, sugli obiettivi di carattere economico e sociale:
crescita, innovazione, Mezzogiorno, risorse umane, tutela del potere d'acquisto di salari e pensioni.
Secondo la Cisl sarà comunque un percorso difficile perché postula il superamento in progress ed in
fase di aggiornamento dei vincoli programmatici di politica economica e sociale che tengono
assieme le coalizioni. In ogni caso, nell'attuale sistema bipolare, la Cisl è impegnata a rappresentare
le proprie proposte in campo economico e sociale ad entrambe le coalizioni, riservandosi poi di
giudicarne i comportamenti sui contenuti e senza pregiudizi.
Proposta per un nuovo modello contrattuale
32. Mentre le controparti e il governo discutono di modello contrattuale, il sindacato confederale non
ha ancora una proposta unitaria.
Dobbiamo superare l'eccesso di centralismo contrattuale che ci inibisce di misurarci con la
contrattazione in molti luoghi di lavoro e riduce il protagonismo negoziale delle strutture di base,
rendendo anche più difficoltosa negli ultimi anni la difesa reale del potere d'acquisto di salari e
stipendi, dei redditi da lavoro dipendente. È un discorso che vale per tutti i settori e che va, perciò,
poi declinato a seconda delle loro proprie specificità.
Ai fini dell'aggiornamento del modello contrattuale in modo rispondente sia agli interessi dei
lavoratori che a quelli del paese, la Cisl conferma la sua proposta e chiede di:
1. Aprire un percorso comune, definito nei tempi, proponendo che su questo tema del modello
contrattuale, del suo aggiornamento e della sua nuova articolazione si apra, da metà settembre un
dibattito con tutti i lavoratori per avviare ad ottobre un confronto con le controparti.
2. Se non riusciremo a raggiungere una proposta di dibattito condivisa, la Cisl procederà ad una
grande consultazione con i propri iscritti, aperta a tutti i lavoratori per illustrare e discutere le proprie
proposte, senza rassegnarsi all'immobilismo.
I rapporti tra sindacati
33. La Cisl è sempre stata consapevole che a Cgil e Uil la legano molte cose: storia, passione, un
intreccio fitto di lavoro comune, il riconoscerci nei valori repubblicani della costituzione,
nell'appartenenza alla stessa centrale internazionale e alla CES. La nostra non è, insomma, né
contiguità né, tanto meno, vicinanza obbligata.
1. Non ci distinguiamo più sul valore della democrazia e sulla visione del mondo, ma restano
differenze di rilievo per poter formare un’organizzazione sola sui modelli e sui ruoli, sull'idea di
partecipazione.
2. Del resto, resta costante – è nella nostra natura – la possibilità di momenti di convergenza per
realizzare su temi specifici, e anche strategici, l'unità dei lavoratori: essa non presuppone, infatti,
necessariamente un'unità organizzativa o di regole che imbriglino le organizzazioni.
3. Proponiamo, dunque, a Uil e Cgil un percorso che per noi passa attraverso l'identità della Cisl
come presupposto per realizzare il necessario "pluralismo convergente" di cui si avverte tutto il
bisogno.
Sarà di sicuro un convergere fatto di mediazioni politiche e di percorsi che possono, devono, essere
anche dialettici. Il tema di fondo per noi è proprio quello di una convergenza tra le Confederazioni in
grado di valorizzare il sindacalismo nel suo ruolo di autonomo soggetto politico.
È la capacità del sindacalismo confederale di definire i nuovi perimetri della sua azione anche
all'interno di un contesto segnato e vissuto in positivo come pluralismo vivo e arricchente delle
identità sindacali, non negativamente come frantumazione.
4. Sappiamo che questa è una sfida alta. Sappiamo anche che si deve giocare, però, pena il declino
dell'esperienza e dell'idea stessa del sindacalismo confederale e con essa anche della costruzione di
una società a democrazia diffusa e partecipata fatta di spazi di partecipazione e di protagonismo dei
lavoratori, dei pensionati, dei cittadini, delle Parti Sociali, dei Partiti, delle Istituzioni.
Il Congresso affida la realizzazione delle indicazioni che emergono dalla relazione, dal dibattito e da
questa Mozione finale agli organi che eleggerà alla sua conclusione.
Ordini del giorno del XV Congresso confederale
Ordine del Giorno donne
Il XV Congresso confederale per favorire la rappresentanza femminile negli organismi, in
continuità con gli impegni assunti in questi anni e con le decisioni dell’Assemblea organizzativa,
IMPEGNA
il Consiglio generale, che affronterà l’aggiornamento del regolamento di attuazione dello Statuto
confederale, ad inserire nel regolamento stesso una norma che garantisca la presenza di almeno una
donna nelle segreterie a tutti i livelli come da indicazione dell’Assemblea organizzativa.
Ordine del giorno Fir Cisl
Il XV Congresso nazionale della Cisl
rilevato che con la costituzione della Federazione dell’innovazione e della ricerca la
Confederazione ha voluto ulteriormente sottolineare l’importanza della ricerca scientifica e
tecnologica, che fermo il suo fine conoscitivo, assume sempre maggiore rilievo come fattore
per la crescita culturale, sociale ed economica nazionale, costituendo un sostegno
indispensabile per la competitività del “Sistema Italia” e per l’occupazione;
rilevata la grande attenzione dell’opinione pubblica sui temi della competitività e
dell’innovazione; l’incessante pubblicistica, alimentata dal mondo scientifico, da quello
imprenditoriale, da quello politico, sulla debolezza del nostro potenziale di ricerca e di
innovazione e sulla conseguente scarsità della risorsa innovazione disponibile per il sistema
produttivo;
- rilevata la dichiarata posizione della Ue sul nesso tra sviluppo economico e conoscenza,
posta, quest’ultima al centro del funzionamento della società che è già entrata con il nuovo
secolo nella fase di transizione verso l’ “economia della conoscenza”;
- rilevato che, a riscontro di queste valutazioni, rapporti internazionali, comunitari, nazionali i
dati disponibili danno concordemente l’immagine dell’insufficienza della ricerca nel nostro
paese non compensata da risultati di eccellenza raggiunti da singoli ricercatori e centri; in
sintesi:
a) ci sono in Italia 2,82 ricercatori ogni 1.000 appartenenti alle forze lavoro, contro i 5,7 a
livello europeo, 9,4 del Giappone, e i 13,8 della Finlandia che guida la graduatoria;
b) il numero di brevetti italiani registrati all’European Patent Office e di 64,6 ogni milione
di abitanti, mentre diventano 103,6 a livello europeo e 140 per il Giappone;
c) la spesa per la ricerca è pari all’1,07% sul Pil, contro l’1,98% a livello europeo e la
quota di ricerca pubblica raggiunge lo 0,69% sul Pil contro una media europea dello
0,77%;
d) la spesa privata in ricerca è pari allo 0,57% del totale del valore aggiunto dell’industria,
contro il 4,78% della Svezia, il 2,55% degli Stati Uniti e l’1,61% dell’Unione europea;
rilevato che nelle classifiche della competitività dei diversi paesi l’Italia scende
costantemente di livello.
Il Congresso:
sottolinea che a fronte della assoluta insufficienza delle risorse a disposizione e della
disattenzione del governo per la ricerca, confermata e riconosciuta dall’ultima legge
finanziaria, l’Italia dispone di ricercatori con livelli vantaggiosamente confrontabili con
quelli degli altri paesi e in particolare dei paesi della UE;
- ribadisce che un’attività di ricerca che sia di sostegno per lo sviluppo richiede oggi ingenti
risorse strumentali e umane: è quindi un impegno costoso tenuto anche conto dei tempi
medio/lunghi occorrenti per ottenere risultati; pertanto senza un adeguato, e rilevante,
impegno finanziario è velleitaria la speranza di ottenere esiti significativi ai fini della
competitività-paese.
Il Congresso quindi impegna la Segreteria confederale a prendere ogni iniziativa concertativa
affinché l’attività di ricerca sia assunta dal governo come priorità nazionale e a tal fine:
- aumentando il finanziamento pubblico della ricerca, tendenzialmente fino a raggiungere il
3% del Pil come previsto dalla Ue e revocando la fissazione dei limiti di spesa per gli
organismi di ricerca pubblici;
- abolendo il divieto di nuove assunzioni da parte degli Enti pubblici di ricerca, così come già
previsto per l’Università;
alleggerendo il carico fiscale gravante sugli Enti pubblici di ricerca che non godono
attualmente di alcuna facilitazione;
- adottando speciali misure per lo sviluppo della ricerca nel Mezzogiorno dove si verifica un
forte differenziale negativo con il resto del paese;
- facilitando ogni forma di cooperazione con le imprese ai fini di un comune lavoro di ricerca
e di un efficiente trasferimento dell’innovazione;
- facilitando l’adozione di accordi tra organismi di ricerca pubblica e regioni per lo sviluppo
di attività di ricerca;
- assicurando un migliore impegno per l’ottenimento dei fondi comunitari per la ricerca e lo
snellimento burocratico;
- adottando un’iniziativa sistematica di valutazione delle politiche di incentivo della ricerca e
dell’innovazione, così come praticato in altri paesi.
Ordine del giorno Welfare
Il XV Congresso della Cisl, riunito in Roma presso il Palazzo dei Congressi nei giorni 5\8 luglio
2005, come sviluppo delle linee e degli indirizzi della Relazione del Segretario generale Savino
Pezzotta, impegna l’Organizzazione ai vari livelli a elaborare e attuare, nelle forme della
partecipazione e del confronto nei territori, politiche sanitarie, socio-sanitarie e sociali assumendo
come base di riferimento i contenuti del presente documento.
Il welfare state complessivo, ed in particolare quello sanitario e sociale, costituisce un parametro di
civiltà e di modernità di una nazione ed è strettamente collegato all'assetto socio-sanitario del paese,
ai bisogni vecchi e nuovi della popolazione, alla domanda di salute, come bene pubblico ed
individuale, alle urgenze del futuro prossimo venturo.
Il progetto di un nuovo welfare sociale e sanitario deve misurarsi con il cambiamento
progressivo in corso, con la sfida della globalizzazione che richiede una dimensione sovranazionale della progettualità, con la competizione fra modelli sociali, con le connesse politiche
attive della fiscalità e della redistribuzione del reddito, con i processi di privatizzazione attualmente
privi del contestuale fattore generatore della liberalizzazione, in uno scenario dove è tuttavia sempre
più radicata la cultura della salute, l'obiettivo del bene-essere, l'orizzonte di una prolungata vita
attiva e autonoma.
Anche la tenuta dell'attuale modello di welfare deve misurarsi con i guasti provocati da una
storica ed irrisolta crescita duale nel tempo e nello spazio, nonché da ragioni demografiche, dalla
mancata rigenerazione del capitale sociale.
Più di recente hanno inciso le lacerazioni e l'impoverimento della rete delle strutture dei servizi
socio-sanitari, il malessere diffuso dei professionisti ed operatori, le grandi differenze dei livelli di
qualità ed efficienza dei territori, prodotti dalle politiche neo-liberiste con una visione privatistica
del diritto alla salute, la conseguente concezione dello "stato minimo".
Inoltre non possono essere sottovalutati l'economicismo come aprioristico indirizzo di razionamento
del bisogno e di smantellamento dello stato sociale, l'inveterata difficoltà delle istituzioni a tradurre
gli obiettivi di benessere, di garanzia dei diritti di cittadinanza, di correzione delle disuguaglianze in
processi di programmazione partecipata e di azioni ispirate ai principi di empowerment, di equità e
di sussidiarietà.
La cultura Cisl e l'esperienza storica degli associati, incentrati su un concetto di libertà proprio della
centralità della persona e della responsabilità sociale, esprimono l'esigenza di un nuovo modello di
sviluppo che si basi su un sistema socio-sanitario equo ed efficace, come risultante di una
rimodulazione del welfare che, nel sottrarsi alla mitizzazione del mercato e delle conseguenti forme
di concentrazione e di monopolio e di aspetti di allargamento delle disuguaglianze economiche e
sociali, realizzi un progetto di riformismo solidale, sostenuto con forza dalle forme di
rappresentanza democratica della società civile, e in particolare, del sindacato, orientato su una
condivisione di valori, sulla esigibilità dei diritti di cittadinanza con attenzione partecipe verso le
criticità, le esclusioni, la povertà assoluta e relativa che si espande.
La dinamica delle forme di finanziamento del welfare risente delle incertezze istituzionali sia
dell'Europa che dell'Italia, della situazione di recessione dell'economia che, a sua volta, determina
una modesta crescita dei redditi, dei salari, della competitività e della produttività che implicano
costi crescenti verso le fasce sociali più deboli.
Il modello di società delineato dalla Cisl richiede un sistema di tutela universalistica ed un
rafforzamento del rigore fiscale e monetario, una stabilità macro-economica, incentrata sulla tenuta
della moneta unica europea, che eviti una deriva sociale, economica e finanziaria che
penalizzerebbe ulteriormente i lavoratori, i pensionati, le espressioni dell'allungamento della vita
della popolazione, della precarietà del mercato del lavoro, degli interessi e delle identità delle
generazioni.
Questo modello implica il riconoscimento di un ruolo primario del pubblico, cui possa concorrere,
con precise regole e accentuata trasparenza, il privato e, in particolare, il privato sociale, in modo
che la concezione solidaristica diventi un vettore di sviluppo socio economico, rafforzi una
maggiore rilevanza del territorio e della comunità di riferimento, recuperi il valore e la funzione
della prevenzione, della sicurezza sociale e della riabilitazione, sostenga le politiche sociali e le
correlative potenzialità relazionali della famiglia.
Lo snodo strategico del modello proposto si incentra prioritariamente nella integrazione sociosanitaria distrettuale idonea a costituire un "governo unitario dei bisogni complessi" che
accompagni il ciclo della vita delle persone, alleggerendo il costo sociale dell'invecchiamento e
delle disabilità, risolvendo con un apposito Fondo la non autosufficienza, assicurando la continuità
assistenziale e la domiciliarità , con una operatività in team e con un concorso finanziario,
nell'ambito delle rispettive competenze, del sistema sanitario e delle autonomie locali.
Il principio dell'integrazione socio-sanitaria presuppone la determinazione dei Lea e dei Liveas
come diritti essenziali, omogenei ed esigibili in tutto il territorio nazionale e richiede il susseguirsi
della programmazione partecipata a tutti i livelli, il completamento del riordino quanti-qualitativo
della rete ospedaliera con corretti parametri demografici ed epidemiologici e la contestuale
realizzazione della rete strumentale e degli insediamenti della medicina del territorio, con la
qualificazione del ruolo delle équipe multidisciplinari, del medico di medicina generale, delle forme
intermedie di pre e post ricovero ordinario, dei day hospital e dei day surgery, dell'ospedale di
comunità e dell'Utap.
Nell'intero settore sociale e sanitario il processo di novazione legislativa, la soluzione dell'ampia
conflittualità istituzionale, l'ampliarsi della produzione legislativa ed amministrativa regionale in
termini non sempre univoci ed omogenei richiedono un assetto regolato ed operoso dell'istituzioni
centrali, ivi compresa la Conferenza Stato-Regioni e la Conferenza unificata, delle singole Regioni
e dell'area territoriale degli Enti locali.
L'assetto complessivo delle istituzioni deve recuperare il vuoto ormai endemico delle relazioni
sindacali, dalla concertazione alla contrattazione diffusa sul territorio, secondo un itinerario in grado
di valorizzare il ruolo politico ed economico delle Regioni, nella loro forma associativa e
nell'approdo autorevole dell'insieme delle istituzioni della rete delle autonomie locali, in una
unitaria e solidale dimensione di responsabilità politica, progettuale, gestionale e finanziaria.
L'attuale configurazione della Conferenza dei presidenti regionali non consentirà più di sottrarsi al
confronto con le parti sociali, all'iniziativa politica collettiva, alla assunzione di specifiche
responsabilità, ma imporrà di assumere un ruolo proponente più coordinato e di assicurare un grado
più intenso, anche con il confronto con il sindacato, nell'omogeneità dell'azione regionale e
interregionale che, valorizzando le diversità e le specificità, non le riduca a mere contrapposizioni.
In questa prospettiva la concertazione potrà diventare un mezzo strumentale utile ed essenziale per
determinare le fonti di finanziamento in un contesto tributario più equo, recuperando risorse dalla
lotta all'evasione, all'elusione e al sommerso nella loro espressione di modelli sociali che, nel
tempo, hanno imposto continue e pesanti emissioni di debito pubblico. Un flusso ordinato di
trasferimento di risorse, combinate con il concorso fiscale locale, consentirà di ripartire i fondi
nazionali sanitario e sociale in ragione dei reali fattori generatori di disagio e malessere e consentirà
alle Regioni e agli Enti locali di svolgere le proprie funzioni e di erogare i servizi di propria
competenza, superando gli squilibri socio-economici territoriali, introducendo anche meccanismi di
riduzione della differenza dovuta alla diversa capacità fiscale.
Quando si affrontano, in tema di federalismo, le ragioni dell'autonomia, e quindi della
differenziazione, devono fondarsi su un’accettabile compensazione con quelle della garanzia dei
diritti, il cui esercizio però deve raggiungere risultati omogenei con costi ottimali, abbattendo il
peso delle spreco e dell’inappropriatezza, delle diseconomie di scala, senza abbandonare i territori
più deboli al loro destino.
La rimodulazione del welfare appare indifferibile, mantenendo il modello universalistico,
garantendo l'accesso con la prova dei mezzi (Isee), stabilendo eventuali strumenti di
compartecipazione collettiva ed individuale, favorendo lo sviluppo dei fondi integrativi per
prestazioni aggiuntive ai livelli essenziali.
In questo senso il ripensare il welfare rappresenta un fattore di qualità dello sviluppo e un
incentivo strategico alla crescita socio-economica, in termini reddituali, occupazionali, di
investimento produttivo in creatività e lavoro, in allargamento dell'indotto della cura e
dell'assistenza, in infrastrutture territoriali e in una nuova e più estesa cittadinanza.
Ma la concretezza dell'agire sociale impone l'adozione di specifiche priorità che attengono da un
lato al livello di qualità dei servizi e delle prestazioni, alla appropriatezza ed economicità degli
accessi, alla politica del farmaco, alla regolazione con standard razionali del quasi-mercato della
salute e dall'altro al riequilibrio territoriale, coevo e connesso al federalismo fiscale.
Occorre pertanto un progetto di investimento mirato teso al riequilibrio delle potenzialità, alla
omogeneizzazione delle opportunità, alla diffusione territoriale delle eccellenze, alla
riqualificazione della rete dei servizi sociali, sanitari e ospedalieri, che superi il metodo degli
interventi a pioggia e senza riscontro.
Un simile progetto può produrre un risultato utile se costruito con analisi comparate, se monitorato
con continuità, se verificato sul piano dell'efficacia dell'investimento e dell'efficienza delle misure e
dei servizi addizionali.
Il welfare state può essere considerato in fase evolutiva se la razionalizzazione in progress diventa
sistemica, se il ben-essere progressivamente si espande a tutti i cittadini a partire da quelli in
condizione di fragilità sociale, se l'immigrazione si integra nella società civile e nel diritto alla
salute, se la mobilità sanitaria si riduce ed in tempi ragionevoli si risolve con il progetto di
riequilibrio territoriale, se le liste di attesa diventano trasparenti e si abbattono con interventi di
riordino dell'offerta e di equa selezione della domanda,se gli interventi sociali superano la
frammentazione, se le risorse umane e professionali sono realmente valorizzate e costantemente
motivate.
Il quadro del welfare deve infine recuperare il valore e la portata innovativa della legge 328/2000
realizzando, con omogeneità territoriale, sistemi di qualità degli interventi dei servizi sociali,
definendo i Liveas, destinando le necessarie risorse verso i sistemi locali e il fondo nazionale,
favorendo l'accesso, l'accreditamento, la qualità dell'offerta, la partecipazione dei cittadini e delle
famiglie e i processi di verifica delle prestazioni.
In questo quadro diventa strategico sostenere la famiglia con una pluralità di interventi tra cui la
definizione di un efficace strumento nazionale di lotta alla povertà, l’ampliamento della rete di
offerta di servizi per l’infanzia, la valorizzazione delle opportunità di conciliazione degli impegni
lavorativi con quelli familiari.
Il complessivo sistema del welfare deve riacquistare un’incrementale capacità progettuale e di sfida
dell'innovazione, una costante inclinazione al confronto e alla concertazione per definire le politiche
e rendere coerenti i comportamenti, in un assetto cooperativo dei vari livelli di governo e della
gestione della struttura dello stato sociale rendendo compatibili i vari profili dell'agire pubblico e
verificando le risultanze del rapporto pubblico-privato.
È sicuramente una prospettiva che richiede coraggio e intelligenza politica.
Elezione membri Consiglio generale
Schede Valide
Schede Nulle
Schede bianche
Totale Schede
Nota Bene
927
19
9
955
** Risultano eletti i primi 127 candidati
Candidato
Pezzotta Savino
Bonfanti Ermenegildo
Furlan Annamaria
Bellini Renzo
Bonanni Raffaele
Baretta Pierpaolo
Santini Giorgio
Betti Sergio
Regenzi Cesare
Sorgi Antonino
Parente Annamaria
Turri Franco
Surano Franco
Battisti Luigi
Cal Luigino
Ventura Giovanna
Sbarra Ulderico
Pelecca Rosita
Chianese Arnaldo
Petteni Gianluigi
Trevisan Gianni
Ciucci Oberdan
Rossi Adele
Scatà Vincenzo
Scarsi Giuseppe
Angelini Antonio
Ausili Tommaso
Spiller Sergio
Rondinelli Daniela
Morelli Fiorella
De Bortoli Valeria
Cianfoni Augusto
Scuteri Antonio
Venneri Antonio
Frigerio Rita
Bertone Mario
Putzolu Oriana
Guizzardi Ivan
Porto Franca
Colecchia Giulio
Trambaiolli Orazio
Tondo Achille
Bonomo Dionisio
Domaneschi Osvaldo
Alberani Alessandro
Ciotti Pietro
Innocenti Claudia
2.586.000
2.160.000
2.157.000
2.154.000
2.151.000
2.148.000
2.145.000
2.145.000
2.142.000
2.139.000
1.419.000
1.407.000
1.404.000
1.395.000
1.392.000
1.386.000
1.383.000
1.377.000
1.374.000
1.368.000
1.362.000
1.359.000
1.353.000
1.347.000
1.338.000
1.335.000
1.329.000
1.323.000
1.317.000
1.311.000
1.305.000
1.299.000
1.293.000
1.290.000
1.287.000
1.284.000
1.278.000
1.275.000
1.269.000
1.266.000
1.263.000
1.260.000
1.260.000
1.257.000
1.254.000
1.248.000
1.245.000
Catuara Domenico
Monti Luciana
Attila Cristina
Farina Giuseppe
Grazzini Enzo
Loschi Sandro
Giorgi Franco
Cicerone Paolo
Biondo Salvatore
Ceres Antonio
Minardi Girolamo
Tosco Nanni
Moscuzza Giuseppe
Ganga Ignazio
Galbiati Lorenzo
Gobetti Carlo
Bottoni Alberto
Menini Aldo
Faverin Giovanni
Mastrovincenzo Stefano
Umiliati Massimo
Zannino Domenico
Cecchetto Maurizio
Angeloni Brigida
Landaverde Ortiz Juana Celia
Reetto Margherita
Tessitore Giorgio
Rigucci Paolo
Pastrello Giovanni
Benaglia Roberto
Restelli Gianluigi
Mongillo Rosa
Avola Giovanni
Angius Antonio
Piovesan Mario
Retini Sergio
Fania Giovani
Faiotto Stefano
Di Rodi raffaella
Virgilio Giuseppe
Balestra Vincenzo
Zuardi Vincenzo
Peracchini Pierluigi
Di Quattro Maria
Paramucchi Paolo
Minichino Nicola
Acocella Giuseppe
Baricevic Walter
Tedesco Vito
Sabusco rosa
Vannucci Elena
1.245.000
1.242.000
1.239.000
1.233.000
1.230.000
1.227.000
1.224.000
1.221.000
1.218.000
1.215.000
1.212.000
1.209.000
1.209.000
1.203.000
1.200.000
1.197.000
1.194.000
1.191.000
1.188.000
1.182.000
1.176.000
1.173.000
1.173.000
1.173.000
1.170.000
1.167.000
1.164.000
1.161.000
1.161.000
1.158.000
1.155.000
1.152.000
1.152.000
1.149.000
1.146.000
1.143.000
1.140.000
1.137.000
1.137.000
1.134.000
1.131.000
1.128.000
1.125.000
1.122.000
1.119.000
1.119.000
1.116.000
1.113.000
1.110.000
1.104.000
1.101.000
Saady Mohamed
Gallorini Elio
Trivellato Antonietta
Gruttadauria Giuseppe
Gissi Maddalena
Ciaramella Antonio
Melighetti Gabriella
Comisso Giorgio
Micalone Giuseppe
Paglia Ugo
Zangolli Sergio
Lucci Carmela
Righetti Franco
Pagani Giuseppe
Corra Renzo
Tamburella Giovanni
Renzler Dorothea
Lezzi Enzo
Sarli Giovanni
Tagliabue Fausto
Viganò Marco
Panerai Paola
Volapato Daniela
Mocci Mario
Nipoti Renata
Pirulli Giovanni
Angellotti Francesco
Gorla Paola
Aloisi Maria Antonietta
Santus Giuseppina
Morandi Andrea
Leonardi Lorenza
Calabrò Domenica
Polionoli Gianbettino
Finizio Angelo
Capponi Rina
Rondinelli Giustina
Scatà Fabrizio
Orsini Anna
Valgiovio Laura
Ranucci Bruno
Taddei Paola
Bugiani Rossella
Armenio Susanna
Magnifico Alfredo
De Simone Andrea
Dragonetti Carmela
Pititto Sergio
Madeo Fiore
Conti Francesca
Corda Antonello
1.098.000
1.095.000
1.089.000
1.086.000
1.083.000
1.077.000
1.074.000
1.065.000
1.062.000
1.059.000
1.056.000
1.053.000
1.050.000
1.047.000
1.044.000
1.041.000
1.035.000
1.032.000
1.029.000
1.026.000
1.023.000
1.020.000
1.014.000
1.011.000
1.008.000
993.000
978.000
972.000
933.000
888.000
876.000
873.000
870.000
861.000
849.000
843.000
837.000
834.000
831.000
819.000
813.000
795.000
792.000
789.000
786.000
780.000
765.000
759.000
747.000
729.000
723.000
Esposito Giuseppina
Gaggio Caterina
Gastoldi Luigi
Moras Laura
Bortoli Pietro
Mattalia Mirella
Crescetelli Ernesto
Papotto Biagio
Ruscito Rosanna
Orlandi Sandro
Andriolo Cecilia
Rassu Gloria
717.000
699.000
696.000
681.000
669.000
663.000
645.000
639.000
633.000
621.000
612.000
597.000
Elezione sindaci
Schede Valide
Schede Nulle
Schede bianche
Totale Schede
891
43
25
959
Nota
*Risultano eletti i primi tre
candidati
CANDIDATO
Di Marco Renato
Sciarma Fulvio
Avonto Giovanni
Lupi Sonia
Foglietta Fausto
2.136.000
1.419.000
1.395.000
1.263.000
1.254.000
Elezione probiviri
Schede Valide
Schede Nulle
Schede bianche
Totale Schede
CANDIDATO
896
38
20
954
2.151.000
2.139.000
1.407.000
1.386.000
1.377.000
Biffi Carlo
Formis valeriano
Oboe Bruno
Alberti Lucio
Sapienza Orazio
Statuto confederale
Testo aggiornato alla luce delle modifiche approvate dal Congresso confederale, svoltosi a Roma
nei giorni 5-8 luglio 2005, conformemente a quanto stabilito dall’art.52 del Capitolo XXIII dello
Statuto stesso “Procedure per le modifiche statutarie”.
Sommario
Statuto confederale
Preambolo
Patto di unificazione
delle forze sindacali democratiche
13
PARTE I.
NORME GENERALI COSTITUTIVE
17
Capitolo I
Princìpi e finalità
17
Capitolo II
Le Federazioni di categoria
21
Capitolo III
Diritti e doveri degli iscritti
25
PARTE II.
NORME GENERALI SUGLI ORGANI DIRIGENTI E COLLEGIALI
27
Capitolo IV
I Consigli generali
27
Capitolo V
I Collegi dei sindaci
29
Capitolo VI
I Collegi dei probiviri
31
Capitolo VII
Rotazioni e limiti di età
36
Capitolo VIII
Incompatibilità
38
Capitolo IX
Eleggibilità e cooptazioni
40
PARTE III.
GLI ORGANI DELLA CONFEDERAZIONE
43
Capitolo X
Definizione degli organismi
43
Capitolo XI
Il Congresso confederale
44
Capitolo XII
Il Consiglio generale confederale
46
Capitolo XIII
Il Comitato esecutivo confederale
48
Capitolo XIV
La Segreteria confederale
50
PARTE IV.
LE ARTICOLAZIONI CONFEDERALI REGIONALI
53
Capitolo XV
Le strutture regionali e territoriali
53
Capitolo XVI
Il coordinamento
55
Capitolo XVII
I servizi
57
PARTE V.
GESTIONI STRAORDINARIE, FINANZE E PATRIMONIO
59
Capitolo XVIII
Il commissariamento delle strutture
59
Capitolo XIX
La reggenza
61
Capitolo XX
Contribuzione e tesseramento
62
Capitolo XXI
Patrimonio
PARTE VI.
SCIOGLIMENTO DELLA CONFEDERAZIONE,
STATUTARIE, REGOLAMENTI
E NORME TRANSITORIE
63
MODIFICHE
65
Capitolo XXII
Procedure per lo scioglimento della Confederazione
65
Capitolo XXIII
Procedure per le modifiche statutarie
66
Capitolo XXIV
Regolamenti di attuazione
68
Capitolo XXV
Adeguamenti statutari e norme transitorie
69
Statuto approvato dal I Congresso confederale, 11-14 novembre 1951, e modificato dal II
Congresso confederale, 23-27 aprile 1955; dal III Congresso confederale, 19-22 marzo 1959; dal IV
Congresso confederale, 10-13 maggio 1962; dal V Congresso confederale, 22-25 aprile 1965; dal
VI Congresso confederale, 17-20 luglio 1969; dal VII Congresso confederale 18-21 giugno 1973;
dall’VIII Congresso confederale, 14-18 giugno 1977; dal IX Congresso confederale, 7-12 ottobre
1981; dal X Congresso confederale, 8-13 luglio 1985; dall’XI Congresso confederale, 14-18 luglio
1989; dal XII Congresso confederale, 28 giugno-2 luglio 1993; dal XIII Congresso confederale, 2124 maggio 1997; dal XIV Congresso confederale, 12-15 giugno 2001.
Preambolo
Patto di unificazione
delle forze sindacali democratiche
I
Le forze sindacali resesi libere ed indipendenti da ogni forma di influenze esterne, convinte che,
senza la faziosità di chi voleva fare dei sindacati veri e propri strumenti di partito, l’esperimento
unitario iniziato dopo la Liberazione si sarebbe potuto realizzare, solennemente concordano e
decidono di riunificarsi in una sola Organizzazione.
II
La nuova Organizzazione sorge per stringere in un unico volontario vincolo sindacale tutti i
lavoratori italiani che – convinti della necessità di respingere un sindacalismo fondato, ispirato e
diretto da correnti politiche ed ideologiche – vogliono impostare il movimento sindacale
all’autogoverno delle categorie esercitato nel quadro della solidarietà sociale e delle esigenze
generali del paese.
III
La nuova Organizzazione unificata afferma la sua decisa volontà di tutelare la dignità ed il rispetto
della persona umana come condizione primaria di vera giustizia sociale e proclama i seguenti
fondamentali diritti dei lavoratori, che prende solenne impegno di difendere e propugnare:
1. diritto al lavoro, come naturale mezzo di vita, ed alla sua libera scelta;
2. diritto alla giustizia sociale, fondamentale mezzo di pace duratura nella convivenza civile;
3. diritto all’inserimento delle forze di lavoro negli organi che determinano gli indirizzi della
politica economica del paese;
4. diritto alla garanzia ed alla stabilità dell’occupazione, nella più ampia libertà individuale e
familiare;
5. diritto all’assistenza ed alla previdenza contro ogni concessione paternalistica, da realizzare
attraverso una legislazione che garantisca stabilmente il soddisfacimento delle esigenze dei
lavoratori e delle loro famiglie, in ogni tempo e luogo ed ogni evenienza della vita;
6. diritto alla costituzione di libere organizzazioni sindacali democratiche ed al libero esercizio della
loro azione sindacale, ivi compreso il diritto di sciopero, per la legittima difesa degli interessi di chi
lavora;
7. diritto alla rappresentanza dei lavoratori negli organismi che esistono o possono esistere, in modo
da rendere determinante l’influenza del mondo del lavoro sugli orientamenti sociali della vita
nazionale;
8. diritto all’immissione delle forze del lavoro nella gestione e nel possesso dei mezzi di
produzione.
IV
Sulla base di questi fondamentali diritti dei lavoratori liberi, la nuova Organizzazione si propone i
seguenti obiettivi:
1. associare tutte le categorie di lavoratori in sindacati democratici, indipendenti da qualsiasi
influenza esterna, sia politica che ideologica, e miranti esclusivamente alla difesa degli interessi dei
lavoratori, ispirati al principio della supremazia del lavoro sul capitale, essendo il lavoro la più alta
espressione di dignità dell’essere umano;
2. elevare, nel quadro e nello spirito della più ampia solidarietà, il tenore di vita dei lavoratori ed in
particolare le condizioni economiche e sociali delle categorie meno progredite, al fine di assicurare
a tutti, sul piano economico e culturale, una condizione di vita adeguata allo sviluppo civile della
nazione;
3. realizzare concretamente il principio del pieno impiego di tutte le energie lavorative del paese,
anche attraverso l’impulso alla istruzione tecnica e professionale dei lavoratori per conseguire la
migliore qualificazione della manodopera;
4. promuovere con ogni mezzo, ed anche mediante radicali riforme, la migliore utilizzazione di tutte
le risorse attuali e potenziali della nazione;
5. promuovere con ogni mezzo la solidarietà economica tra i popoli e far riconoscere il principio
della libera circolazione del lavoro nel mondo e del libero accesso alle materie prime;
6. stabilire ed intensificare i rapporti di fraterna collaborazione con organizzazioni sindacali
democratiche di altri paesi, allo scopo di contribuire al benessere generale ed alla pace tra i popoli.
Roma, addì 30 aprile 1950
PARTE I.
NORME GENERALI COSTITUTIVE
Capitolo I
Princìpi e finalità
Articolo 1
È costituita la Confederazione italiana sindacati lavoratori (CISL) con sede in Roma.
La CISL aderisce alla Confederazione internazionale dei sindacati liberi (CISL internazionale)
ed alla Confederazione europea dei sindacati (CES).
Le decisioni assunte dagli organi statutari della Confederazione europea dei sindacati
costituiscono un riferimento indispensabile per la definizione delle posizioni sindacali sul piano
interno.
Articolo 2
La Confederazione italiana sindacati lavoratori si richiama e si ispira, nella sua azione, ad una
concezione che, mentre vede la personalità umana naturalmente svolgersi attraverso l’appartenenza
ad una serie organica di comunità sociali, afferma che al rispetto delle esigenze della persona
debbono ordinarsi società e Stato.
Le posizioni che essa prende dinanzi ai problemi dell’organizzazione economica e sociale
mirano a realizzare la solidarietà e la giustizia sociale, mediante le quali si consegue il trionfo di un
ideale di pace.
Essa ritiene che le condizioni dell’economia debbono permettere lo sviluppo della personalità
umana attraverso la giusta soddisfazione dei suoi bisogni materiali, intellettuali e morali, nell’ordine
individuale, familiare e sociale.
Essa constata che le condizioni attuali del sistema economico non permettono la realizzazione di
questo fine e pertanto ritiene necessaria la loro trasformazione, in modo da assicurare un migliore
impiego delle forze produttrici e una ripartizione più equa dei frutti della produzione tra i diversi
elementi che vi concorrono:
– sul piano interno, mediante:
a. la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’unità produttiva e la loro immissione nella
proprietà dei mezzi di produzione;
b. la partecipazione dei lavoratori alla programmazione ed al controllo dell’attività economica;
c. l’attuazione di radicali riforme atte alla utilizzazione, nell’interesse della collettività, di tutte le
risorse del paese;
– sul piano internazionale, mediante:
a. la solidarietà internazionale dei sindacati lavoratori liberi e democratici;
b. l’unificazione economica dei mercati come premessa della unificazione politica degli Stati.
Essa intende promuovere queste trasformazioni con il libero esercizio dell’azione sindacale,
nell’ambito del sistema democratico; afferma che le organizzazioni sindacali devono separare le
loro responsabilità da quelle dei raggruppamenti politici, dai quali si distinguono per natura, finalità
e metodo di azione; intende rivendicare costantemente la piena indipendenza da qualsiasi influenza
esterna e l’assoluta autonomia di fronte allo Stato, ai governi e ai partiti.
Essa afferma che l’accoglimento del sindacato democratico e della sua azione nel seno della
società civile organizzata determina una crescente e inderogabile esigenza strutturale della stessa e
costituisce una garanzia e una difesa dell’ordine democratico.
Pertanto, mentre si ispira al principio della supremazia del lavoro sul capitale e si impegna a
perseguire il miglioramento delle condizioni economiche delle classi lavoratrici e l’elevazione
morale, culturale e sociale delle stesse, e a promuovere una politica di pari opportunità tra uomini e
donne nel lavoro e nella società, ritiene che il movimento sindacale e la sua possibilità di azione si
basino su una sola necessaria condizione: l’adesione libera e spontanea dei lavoratori alla
organizzazione sindacale e la moltiplicazione della forza organizzativa di questa.
Decisa ad utilizzare al massimo le risorse formative proprie del movimento sindacale, essa
intende, d’altra parte, fare appello al concorso delle forze intellettuali e morali capaci di servire alla
preparazione dei lavoratori, in funzione delle responsabilità che loro incombono in una
organizzazione democratica della vita professionale ed economica, e della loro completa
emancipazione.
Sviluppando la sua azione in difesa e rappresentanza degli interessi generali del lavoro, la
Confederazione assume la piena responsabilità di questa azione, che essa determina nella totale
indipendenza da ogni raggruppamento esterno.
Articolo 3
La Confederazione provvede a:
– fissare gli indirizzi fondamentali di politica sindacale, economica, salariale ed organizzativa;
– rappresentare l’Organizzazione di fronte agli organi centrali del pubblico potere;
– promuovere e produrre direttamente o tramite le proprie strutture l’edizione di pubblicazioni,
giornali, riviste, periodici… al fine di informare i propri iscritti e la pubblica opinione sulle
iniziative e le attività sindacali o culturali, anche in compartecipazione con altri soggetti aventi le
stesse finalità;
– esercitare l’azione di coordinamento e di collegamento nazionale ed internazionale tra le
associazioni di categoria;
– programmare e gestire l’attività di formazione come insostituibile strumento di politica dei quadri;
– promuovere e perseguire una politica di pari opportunità tra uomini e donne al fine di garantire
una piena partecipazione alla vita democratica dell’Organizzazione con particolare attenzione alla
parte sotto rappresentata. Tale obiettivo dovrà concretizzarsi attraverso una equilibrata presenza
organizzativa di entrambi i sessi a tutti i livelli e in tutti i settori;
– designare gli incarichi di rappresentanza sindacale;
– assistere, nel quadro degli indirizzi confederali, le organizzazioni di categoria nella azione
sindacale, predisponendo allo scopo tutti i necessari servizi;
– promuovere e sostenere, nella visione pluralistica della società, anche sperimentando forme di
compartecipazione, la costituzione e la crescita di organismi a carattere solidaristico che tutelino il
lavoratore nei rapporti economici e sociali esterni ai luoghi di lavoro;
– realizzare per i propri iscritti e i loro familiari un sistema integrato e polivalente di servizi
(vertenze legali, servizi previdenziali, fiscali, assicurativi ecc.);
– promuovere, coordinare e controllare la attuazione ai vari livelli della Organizzazione degli
indirizzi confederali;
– promuovere la tutela dei diritti etnici al fine di garantire piena partecipazione alla vita democratica
della Confederazione;
– regolare i rapporti tra organismi verticali e/o orizzontali e dirimerne i conflitti;
– realizzare i necessari interventi:
sugli organismi nazionali di categoria in caso di gravi violazioni dello Statuto confederale, di
mancato rispetto delle decisioni degli organi confederali, di violazione delle norme contributive
confederali; sulle strutture orizzontali, per i motivi di cui sopra, nonché per promuoverne
l’efficienza;
– rappresentare le Federazioni di categoria o su richiesta delle medesime ovvero quando si tratti di
questione di interesse generale:
a. dinanzi ai pubblici poteri ed alle varie istituzioni;
b. dinanzi alle organizzazioni dei datori di lavoro;
c. dinanzi alle istituzioni ed organizzazioni internazionali.
Capitolo II
Le Federazioni di categoria
(vedi articoli 47, 48, 49, 50, 57 e 58 del Regolamento)
Articolo 4
Fanno parte della Confederazione le Federazioni nazionali di categoria le quali, sulla base dei
rispettivi statuti, si possono articolare in sindacati di seconda affiliazione, in settori e/o comparti
merceologici.
Le Federazioni nazionali di categoria sono quelle riportate nel Regolamento di attuazione.
Le Federazioni nazionali di categoria ammesse secondo le procedure di cui al successivo
articolo 5, devono ispirarsi nel loro Statuto e nell’azione ai princìpi esposti nell’articolo 2.
Spetta alle Federazioni nazionali di categoria, in uno con i sindacati di seconda affiliazione, con
i settori e/o comparti merceologici, il compito di:
a. promuovere e coordinare la costituzione e lo sviluppo dei propri organismi di base in ogni
ambiente di lavoro e delle strutture sindacali ai vari livelli categoriali: sindacato territoriale (ST) e
Federazione sindacale regionale (FSR) in corrispondenza – rispettivamente – delle Unioni sindacali
territoriali (UST) e delle Unioni sindacali regionali (USR).
Qualora le Federazioni nazionali di categoria ritenessero in relazione ad oggettive esigenze
organizzative, funzionali e di rappresentanza di dotarsi di “articolazioni funzionali” non coincidenti
con le UST e le USR dovranno comunque garantire, in corrispondenza delle stesse la
disaggregazione categoriale della rappresentanza democratica, l’espressione della stessa negli
organismi UST e USR, nonché la corrispettiva attribuzione della titolarità degli iscritti e dei relativi
flussi contributivi;
b. attuare, nell’ambito degli indirizzi e della programmazione confederale, iniziative intese a
promuovere una efficace formazione sindacale;
c. procedere alla stipulazione di contratti, accordi, regolamenti e protocolli collettivi di lavoro, ai
diversi livelli di competenza;
d. presiedere all’elaborazione ed attuazione di adeguate politiche di settore nel quadro degli
indirizzi confederali;
e. esercitare tutte quelle funzioni che siano demandate alle organizzazioni di categoria in virtù di
leggi, regolamenti, statuti e disposizioni degli organismi sindacali cui aderiscono, di enti o di
pubblici poteri;
f. promuovere e curare l’attuazione degli indirizzi confederali ai vari livelli dell’Organizzazione e
realizzare i necessari interventi verso eventuali politiche e comportamenti difformi, violazioni
statutarie, inadempienze organizzative.
Per il conseguimento di detti fini le Federazioni nazionali di categoria e i sindacati di seconda
affiliazione esercitano le seguenti competenze:
– eleggere nei loro Congressi di ST, FSR e Federazioni nazionali i delegati ai Congressi delle
corrispondenti strutture orizzontali;
– partecipare, di norma con il proprio Segretario generale, alle riunioni degli organismi dei settori
e/o comparti merceologici a tutti i livelli per conseguire il coordinamento e l’omogeneità delle
decisioni;
– stabilire, nel proprio Consiglio generale, il riparto della contribuzione di competenza verticale e
svolgere la funzione ispettiva e sindacale;
– attuare le gestioni straordinarie nelle proprie strutture ai vari livelli.
Il Collegio dei probiviri della Federazione nazionale di categoria ha giurisdizione e competenza
anche sui sindacati di seconda affiliazione, sulle articolazioni di settore e/o di comparto
merceologico della propria Federazione nazionale di categoria.
Gli statuti delle Federazioni nazionali di categoria stabiliscono nell’ambito delle indicazioni del
presente articolo più precise definizioni dei compiti all’interno delle proprie articolazioni.
Le strutture regionali delle Federazioni nazionali di categoria fanno parte delle Unioni sindacali
regionali e le strutture territoriali delle Federazioni nazionali di categoria fanno parte delle Unioni
sindacali territoriali secondo i criteri stabiliti dagli statuti e dai regolamenti delle Unioni sindacali
regionali.
Nell’ambito della Confederazione si configurano le organizzazioni a Statuto speciale che
rappresentano in prevalenza lavoratori autonomi e associati produttori diretti, che non occupano
lavoratori dipendenti.
Tali organizzazioni godono dell’autonomia statutaria necessaria per meglio rappresentare gli
interessi professionali degli associati, ferma restando l’ispirazione dello Statuto e dell’azione ai
princìpi esposti nell’articolo 2, nonché le normative riguardanti il tesseramento, l’elezione e il
finanziamento democratico degli organi, le incompatibilità.
Fermi restando i princìpi statutari citati, il Comitato esecutivo confederale verifica la sussistenza
delle condizioni e la rispondenza degli Statuti delle suddette organizzazioni ai princìpi di cui al
comma precedente.
La Confederazione può altresì stabilire patti associativi con soggetti che rappresentino
aggregazioni culturali e sociali, associazioni professionali ed altre esperienze sindacali che, pur non
essendo disciplinati secondo le forme istituzionali proprie del sindacato, organizzano tuttavia il
lavoro in aree prevalentemente non contrattualizzate o per specificità professionali, nonché i servizi
nelle loro più diverse forme e manifestazioni, condividendo le finalità ed i princìpi della CISL.
La partecipazione alla vita democratica interna dell’organizzazione si realizza solo con
l’adesione individuale.
Articolo 5
Le Federazioni di categoria o organismi similari che intendono aderire alla Confederazione devono
rivolgere domanda scritta alla Segreteria confederale, corredata dai documenti indicati nel
Regolamento di attuazione e dalla dichiarazione di avere preso conoscenza dello Statuto e del
Regolamento della Confederazione e di impegnarsi ad uniformare ad essi la propria azione e ad
apportare al proprio Statuto le modifiche necessarie per l’adeguamento a quello confederale.
L’ammissione dei sindacati di categoria che intendono aderire all’interno di una Federazione di
categoria già costituita è deliberata dal Consiglio generale della Federazione di categoria secondo le
procedure indicate nel primo comma del presente articolo ed è convalidata dal Comitato esecutivo
confederale.
Contro le decisioni di cui ai commi precedenti è ammesso ricorso al Consiglio generale
confederale da parte delle Federazioni di categoria o del sindacato di categoria che ha chiesto
l’ammissione entro 30 giorni dalla comunicazione del rifiuto della stessa o della mancata convalida.
Le radiazioni delle Federazioni nazionali di categoria, per grave e ripetuta inosservanza delle
norme statutarie o regolamentari, sono pronunciate dal Consiglio generale a maggioranza dei 2/3
degli aventi diritto al voto.
Le disaffiliazioni delle Federazioni nazionali di categoria possono essere decise solo dal
rispettivo Congresso, convocato con apposito ordine del giorno.
Le somme versate alla Confederazione dalle Federazioni nazionali di categoria disaffiliatesi o
radiate rimangono acquisite dalla Confederazione.
Capitolo III
Diritti e doveri degli iscritti
(vedi articoli 1, 2, 3 e 4 del Regolamento)
Articolo 6
L’iscrizione alla CISL deve costituire espressione di una scelta libera ed individuale di ciascun
lavoratore che di essa condivida princìpi e finalità.
Gli iscritti alla CISL hanno diritto a partecipare alla elaborazione delle linee di politica
sindacale, ad eleggere i propri rappresentanti sul luogo di lavoro ed i propri delegati alle successive
istanze congressuali.
Essi hanno inoltre il diritto a ricevere tempestivamente la tessera d’iscrizione al sindacato, ad
essere tutelati nei propri diritti contrattuali e ad usufruire, in modo privilegiato rispetto ai non
iscritti, dei servizi dell’organizzazione.
Gli iscritti hanno diritto a essere adeguatamente informati e coinvolti nelle decisioni che li
riguardano e ad esercitare il diritto di critica nei confronti dei dirigenti sindacali, nei limiti previsti
dal presente Statuto, e in termini democraticamente e civilmente corretti.
Ogni iscritto ha il dovere di essere coerente con i valori richiamati nel presente Statuto, ad
operare nell’attività sindacale in coerenza con le decisioni assunte dagli organi statutari ed a
partecipare all’attività sindacale.
Ogni iscritto ha l’obbligo di pagare i contributi d’iscrizione al sindacato con le modalità e
nell’ammontare definiti dalla categoria di appartenenza.
È prevista l'intrasmissibilità della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti a
causa di morte e la non rivalutabilità della stessa.
PARTE II.
NORME GENERALI SUGLI ORGANI DIRIGENTI E COLLEGIALI
Capitolo IV
I Consigli generali
(vedi articoli 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40 e 41 del Regolamento)
Articolo 7
I Consigli generali sono formati da componenti eletti dal Congresso, da componenti di diritto e da
componenti designati.
I regolamenti di attuazione degli Statuti definiscono il numero complessivo dei componenti, il
numero dei componenti da eleggere in sede congressuale, il numero e le modalità di definizione dei
componenti di diritto e designati.
La componente elettiva così determinata dovrà essere almeno pari al 50% del numero
complessivo dei componenti del Consiglio generale.
Gli eventuali componenti aggiuntivi derivanti dalle cooptazioni previste dall’articolo 21 e dal
comma quinto dell’articolo 27 dello Statuto e quelli derivanti dall’applicazione della clausola di
salvaguardia prevista nel regolamento di attuazione per la categoria dei pensionati nei Consigli
generali delle strutture confederali, non vengono considerati per il conteggio del 50% di cui al
precedente comma.
Articolo 8
I Consigli generali prima di procedere alle votazioni per l’elezione della Segreteria, deliberano,
sulla base di esigenze di funzionalità, sulla struttura della stessa con riferimento alla presenza o
meno del Segretario generale aggiunto ed al numero dei componenti la Segreteria.
Capitolo V
I Collegi dei sindaci
(vedi articolo 63 del Regolamento)
Articolo 9
I Collegi dei sindaci della Confederazione, delle Federazioni di categoria ad ogni livello, delle
Unioni sindacali regionali e territoriali provvedono al controllo amministrativo e adempiono alle
loro funzioni a norma degli articoli del presente Statuto e relativo Regolamento. L'attività del
Collegio dei Sindaci deve essere improntata ai principi di autonomia e indipendenza. A tal fine il
Regolamento di attuazione dello Statuto stabilisce le incompatibilità.
Essi partecipano alle sedute del Consiglio generale con voto consultivo; a mezzo del loro
presidente riferiscono periodicamente sull’andamento amministrativo sia al Comitato esecutivo, sia
al Consiglio generale della Confederazione, delle Federazioni di categoria a ogni livello, delle
Unioni regionali e territoriali; rispondono della loro azione dinanzi al Congresso.
I collegi dei sindaci sono composti da cinque componenti di cui tre effettivi e due supplenti. Essi
sono eletti dal rispettivo Congresso e non sono revocabili nel corso del mandato congressuale. Nelle
votazioni si esprimono tre preferenze.
Risultano eletti componenti effettivi del Collegio dei sindaci i tre candidati che hanno riportato
in sede congressuale il maggior numero di voti.
I due candidati che seguono immediatamente nella graduatoria dei suffragi fanno parte del
Collegio quali componenti supplenti.
Qualora venga a mancare, per dimissioni o altra causa, uno dei componenti effettivi, subentra il
candidato che ha riportato il maggior numero di voti e il posto di componente supplente sarà
conferito al candidato non eletto che ha riportato il maggior numero dei suffragi.
Qualora non sussistano candidati non eletti i rispettivi Consigli generali provvedono
all’integrazione del Collegio e, nel caso di più candidature, risulterà eletto chi ha riportato più
voti.
I Consigli generali, nella prima riunione dopo il Congresso, nominano il Presidente, scegliendo
tra i componenti effettivi e tenuto conto dei requisiti e/o titoli di specifica competenza
professionale.
Qualora la vacanza riguardi il presidente del Collegio dei sindaci il rispettivo Consiglio generale
ha facoltà di nominarne uno ex novo, scegliendo tra soggetti iscritti o non iscritti all’Organizzazione
che abbiano requisiti e/o titoli di specifica competenza professionale.
I sindaci non possono far parte di organi deliberanti delle strutture controllate. È inoltre
incompatibile la carica di sindaco di un organismo con quella di sindaco di un altro organismo.
Il Collegio confederale dei sindaci provvede al controllo amministrativo anche degli enti e delle
associazioni della CISL, salvo una diversa composizione per gli stessi enti e delle associazioni che
consegua da disposizioni di legge o amministrative secondo quanto stabilito dal Regolamento di
attuazione allo Statuto.
Qualora a livello delle Federazioni territoriali non venga realizzata la costituzione del Collegio
dei sindaci, il controllo amministrativo sarà esercitato dal Collegio regionale di categoria
Capitolo VI
I Collegi dei probiviri
(vedi articoli 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28 e 66 del Regolamento)
Articolo 10
I Collegi dei probiviri della Confederazione, delle Federazioni nazionali di categoria, delle Unioni
sindacali regionali sono organi di garanzia statutaria e di giurisdizione interna. L’attività del
Collegio dei Probiviri deve essere improntata ai principi di autonomia e indipendenza. A tal fine il
Regolamento di attuazione dello Statuto stabilisce le incompatibilità.
Essi hanno il compito di decidere, previe adeguate istruttorie per l’accertamento dei fatti e relative
contestazioni, sui ricorsi contro presunte violazioni dello Statuto e del Regolamento e sulle vertenze
elettorali, oltreché di dirimere le controversie, i conflitti tra i soci e gli organismi ai vari livelli, nei
limiti stabiliti dal presente Statuto e dal Regolamento di attuazione.
I Collegi dei probiviri della Confederazione e delle Federazioni nazionali di categoria sono inoltre
competenti a pronunciare, entro il termine perentorio di 15 giorni, la ratifica di legittimità dei
provvedimenti relativi alle gestioni commissariali
Articolo 11
Sono competenti in prima istanza:
a. per i conflitti interni alle singole categorie i Collegi dei probiviri delle Federazioni nazionali di
categoria;
b. per tutti gli altri casi i Collegi dei probiviri delle Unioni sindacali regionali, salvo quelli in cui è
competente a decidere in unica e definitiva istanza il Collegio confederale.
Il Collegio confederale dei probiviri decide in seconda ed ultima istanza sui ricorsi contro le
deliberazioni dei Collegi di cui al primo comma.
Il Collegio confederale dei probiviri è competente a decidere, in unica e definitiva istanza, sulle
sanzioni disciplinari che riguardano i componenti della Segreteria confederale, i segretari generali
delle USR e delle Federazioni nazionali di categoria integrato di volta in volta da n° 6 componenti,
di cui 3 sorteggiati tra i Presidenti dei Collegi dei Probiviri delle Federazioni Nazionali di Categoria
e 3 sorteggiati tra i Presidenti dei Collegi dei Probiviri delle Unioni Sindacali Regionali. Il sorteggio
dovrà essere effettuato in occasione della prima riunione utile del Comitato Esecutivo.
Articolo 12
I Collegi dei probiviri sono composti da cinque componenti eletti dal Congresso e non revocabili
nell’arco del mandato congressuale
Nelle votazioni si esprimono tre preferenze.
Risultano eletti i componenti i Collegi dei probiviri i candidati che hanno ottenuto il maggior
numero di voti.
Qualora si determini una vacanza, per dimissioni o altra causa, subentrano, fino a concorrenza, i
candidati non eletti che hanno riportato il maggior numero di voti.
Qualora non sussistano candidati non eletti i Consigli generali provvedono alla integrazione del
Collegio e, nel caso di più candidature, risulteranno eletti coloro che hanno riportato più voti.
I Consigli generali nella prima riunione dopo i Congressi nominano il presidente del Collegio
scegliendo tra i componenti e tenuto conto dei requisiti e/o titoli di specifica competenza
professionale.
Il Consiglio generale approva apposito regolamento di funzionamento a cui dovranno
uniformarsi i Collegi
Se la vacanza riguarda il presidente del Collegio i Consigli generali hanno l’obbligo di
eleggerlo ex novo, anche al di fuori dei componenti in carica, tra soggetti, iscritti o non iscritti
all’Organizzazione, in possesso di particolari titoli e/o requisiti professionali, entro 30 giorni dal
verificarsi della vacanza stessa. Durante la vacanza del Presidente, il Collegio sospende la propria
attività: non sono consentite funzioni vicarie e i termini di scadenza dei procedimenti in corso sono
sospesi fino ad insediamento del nuovo Presidente.
I probiviri non possono far parte di organi deliberanti. È incompatibile anche la carica di
proboviro di un organismo con quella di proboviro di un altro.
Al fine di garantire la piena autonomia, anche sul piano economico, del Collegio, viene istituito,
per la copertura dei relativi oneri, un separato ed autonomo capitolo di bilancio.
Articolo 13
I Collegi emettono:
a. ordinanze allo scopo di regolare l’attività istruttoria e raccogliere prove;
b. lodi decisori del merito delle controversie.
I lodi dei Collegi debbono essere motivati.
Il Presidente ha l'obbligo di notificarli alle parti e hanno immediato valore esecutivo per le
strutture e i soci cui essi si riferiscono.
I Collegi, su motivato ricorso avverso provvedimenti formali, qualora ravvedano sulle questioni
da decidere esigenze di urgenza e contemporaneamente il pericolo che, nelle more del normale
procedimento statutario si determinino danni irreparabili, possono assumere con ordinanza i
provvedimenti cautelari del caso, nel termine di 15 giorni dal ricevimento del ricorso.
Tali ordinanze non pregiudicano il merito e possono essere revocate dallo stesso Collegio che le
ha emesse, previa adeguata motivazione.
Possono essere, tuttavia, reclamate davanti al Collegio confederale che decide in via definitiva
nel termine di 15 giorni dal ricevimento del ricorso.
Le stesse ordinanze, sulla base delle esigenze di cui sopra, possono essere anche assunte dal
Collegio confederale.
Nel caso di emissione delle ordinanze di cui al primo comma, il motivato lodo del Collegio sul
ricorso dovrà essere emesso entro 30 giorni dalla decorrenza dell’ordinanza
Articolo 14
I Collegi dei probiviri sono competenti ad irrogare sanzioni di natura disciplinare ai soci. Nella
decisione dei lodi il Collegio dei probiviri si attiene al rispetto del principio generale della
proporzionalità e gradualità della sanzione. L’eventuale annullamento definitivo del lodo di primo
grado comporta la caducazione di tutti gli effetti conseguenti alla pronuncia annullata.
Le sanzioni che possono essere comminate sono:
– il richiamo scritto;
– la deplorazione con diffida;
– la destituzione dalle eventuali cariche;
– la sospensione da 3 a 12 mesi, con destituzione da eventuali cariche;
– l’espulsione.
In presenza di fatti nuovi e rilevanti debitamente provati, il Collegio confederale dei probiviri
può riaprire il procedimento disciplinare per un’eventuale riforma del lodo emesso.
I soci sospesi sono automaticamente riammessi nell’Organizzazione al termine del periodo di
sospensione. Il ripristino nelle cariche elettive potrà avvenire solo a seguito di una nuova elezione e
non per cooptazione.
I soci espulsi dall’Organizzazione potranno essere riammessi non prima di 5 anni dal
provvedimento.
Articolo 15
Per misura cautelativa il socio sottoposto a procedimento penale può essere, in relazione alla natura
e/o alla particolare gravità del reato, sospeso a tempo indeterminato.
Competenti a decidere la sospensione cautelativa, da effettuarsi con procedura d’urgenza, sono
la Segreteria confederale, le Segreterie delle Federazioni nazionali e regionali di categoria e quelle
di Unioni sindacali regionali per i rispettivi livelli di competenza sentiti il sindacato territoriale e la
Unione sindacale territoriale dove è avvenuta l’iscrizione.
La sospensione cautelativa è immediatamente esecutiva e deve essere ratificata dal competente
Collegio dei probiviri entro 30 giorni, pena la nullità.
La revoca della sospensione cautelativa è disposta immediatamente dalla Segreteria che l’ha
stabilita al cessare delle cause che l’hanno determinata. Qualora si rendessero necessari
provvedimenti ulteriori si deve seguire la normale procedura prevista dagli articoli 10, 11, 12, 13,
14 e dal Regolamento di attuazione.
Articolo 16
Quando le Segreterie di categoria e/o confederali nell’ambito della specifica competenza territoriale
sono a conoscenza di violazioni statutarie, hanno l’obbligo di intervenire per far cessare tali
violazioni e, qualora tale intervento sia inefficace, hanno l’obbligo di denunciare tali comportamenti
al Collegio dei probiviri.
L’omissione di intervento e di denuncia può essere a sua volta oggetto di ricorso ai probiviri
competenti.
Capitolo VII
Rotazioni e limiti di età
(vedi articoli 10 e 67 del Regolamento)
Articolo 17
Al fine di favorire la rotazione nelle responsabilità dirigenziali, Segretari Generali e Segreterie a
tutti i livelli, come importante fattore di democrazia sindacale, il periodo massimo entro cui è
possibile ricoprire la medesima carica è di tre mandati (12 anni ).
Il raggiungimento del 65° anno di età rappresenta causa di cessazione della carica di
componente di Segreteria a qualsiasi livello.
I componenti delle segreterie di categoria possono mantenere la carica sino al 65° anno di età, a
condizione che non siano titolari di pensione e indipendentemente dalla erogazione effettiva della
stessa a seguito di rapporti di collaborazione o di lavoro subordinato attivati dall’interessato.
Le disposizioni di cui ai comma 1, 2 e 3 non si applicano alle cariche di Segreteria nella
Federazione nazionale pensionati a tutti i livelli.
I dirigenti eletti in difformità alle norme contenute nel presente articolo sono automaticamente
decaduti dalle relative cariche
Capitolo VIII
Incompatibilità
(vedi articoli 5, 6, 7, 8, 9 e 10 del Regolamento)
Articolo 18
Per affermare l’assoluta autonomia della CISL nei confronti dei partiti, dei movimenti e delle
formazioni politiche, delle associazioni che svolgono attività interferenti e che si pongano in
conflitto con quelle istituzionali proprie della CISL, delle assemblee elettive e dei poteri esecutivi a
tutti i livelli, sono stabilite con le cariche direttive, esecutive, di sindaco, di proboviro, di dirigenti
responsabili di enti CISL (in quanto componenti dei Consigli generali) a qualsiasi livello, le
seguenti incompatibilità:
a. incarichi di governo, giunta regionale, provinciale, associazioni di comuni e consorzio
intercomunale, comunali, circoscrizionali, di quartiere e simili comunque denominati;
b. candidature alle assemblee legislative nazionali, regionali, provinciali, associazioni di comuni e
consorzio intercomunale, comunali.
Per i livelli istituzionali subcomunali i vincoli di incompatibilità con le cariche sindacali sono
definiti nel Regolamento di attuazione allo Statuto confederale;
c. incarichi esecutivi e direttivi nazionali, regionali, provinciali, associazioni di comuni e consorzio
intercomunale, comunali, circoscrizionali, sezionali e simili comunque denominate in partiti,
movimenti e formazioni politiche, associazioni che svolgono attività interferenti con quella
sindacale.
Il Comitato esecutivo confederale e i Comitati esecutivi delle USR, sentita la Segreteria
confederale, sono competenti a concedere ai dirigenti sindacali autorizzazione ad assumere o a
conservare incarichi non derivanti da designazione sindacale.
Articolo 19
Le incompatibilità previste nel presente capitolo sono applicabili anche agli operatori che
rappresentano l’Organizzazione nello svolgimento di funzioni politiche.
Nei casi ove si verifichino le situazioni di cui al comma 1 lettere a, b e c dell’articolo 18 gli
operatori vengono collocati in aspettativa non retribuita.
Capitolo IX
Eleggibilità e cooptazioni
(vedi articoli 4, 17, 18 e 30 del Regolamento)
Articolo 20
I soci, con requisiti previsti dai singoli Statuti e Regolamenti, possono accedere alle cariche
direttive della Confederazione, delle Unioni sindacali regionali, territoriali e delle Federazioni
nazionali di categoria alla sola condizione di avere una anzianità di iscrizione alla Cisl di almeno 2
anni.
Le Unioni regionali, territoriali e le Federazioni nazionali di categoria potranno stabilire, nei
rispettivi Statuti, limiti temporali di anzianità di associazione inferiore a quanto previsto nel
precedente comma per l’accesso dei soci alle cariche direttive delle rispettive strutture periferiche.
Nel caso in cui nei suddetti Statuti non sia indicato tale limite temporale, vale quello previsto dal
comma 1 del presente articolo.
Articolo 21
I Consigli generali, i Comitati direttivi e gli organismi similari comunque denominati delle Unioni
sindacali regionali, delle Unioni sindacali territoriali, delle Federazioni nazionali e regionali di
categoria hanno la facoltà di cooptare al loro interno, con deliberazione adottata a maggioranza dei
2/3 dei votanti, nuovi componenti nel limite massimo del 5% dei componenti gli organismi stessi.
Per quanto riguarda gli organismi dei sindacati territoriali di categoria la percentuale del 5% di
cui al comma precedente può essere estesa fino al tetto del 10%.
Nel caso in cui le decadenze degli organismi espressi dai Congressi ne determinassero la
riduzione dei componenti in misura superiore ad un terzo del totale la percentuale del 10% può
essere estesa fino al 20%.
A livello territoriale, regionale e nazionale la FNP designa, in ogni corrispondente Comitato
direttivo o Consiglio generale di categoria, un proprio rappresentante, proveniente dalla stessa, con
voto consultivo.
PARTE III.
GLI ORGANI DELLA CONFEDERAZIONE
Capitolo X
Definizione degli organismi
Articolo 22
Sono organi della Confederazione:
1. il Congresso confederale;
2. il Consiglio generale confederale;
3. il Comitato esecutivo confederale;
4. la Segreteria confederale;
5. il Collegio dei sindaci;
6. il Collegio dei probiviri.
Capitolo XI
Il Congresso confederale
(vedi articoli 26, 29, 30, 31, 32 e 34 del Regolamento)
Articolo 23
Il Congresso confederale è l’organo massimo deliberante della CISL. Esso si riunisce in via
ordinaria ogni quattro anni salvo le convocazioni straordinarie.
La periodicità dei Congressi delle Federazioni nazionali di categoria e delle loro strutture
territoriali, a partire dal luogo di lavoro che costituisce prima istanza congressuale, è fissata dai
rispettivi Statuti.
La convocazione straordinaria del Congresso può essere richiesta:
a. dal Consiglio generale a maggioranza di 2/3 dei suoi componenti;
b. da 1/3 dei soci, i quali firmano la richiesta a mezzo delle Federazioni regionali di categoria. Le
Unioni sindacali regionali sono responsabili della autenticità delle firme. Le richieste di
convocazione straordinaria debbono essere motivate.
Articolo 24
Il Congresso confederale è composto per il 50% dai delegati eletti nei Congressi delle Federazioni
nazionali di categoria e per il restante 50% dai delegati eletti nei Congressi delle Unioni sindacali
regionali.
Partecipano inoltre, con il solo diritto di parola qualora non siano delegati, i componenti uscenti
e i subentranti a qualsiasi titolo nel Consiglio generale.
Il Regolamento di attuazione detta le disposizioni relative alla rappresentanza femminile nelle
liste dei delegati e alla partecipazione dei delegati della Federazione nazionale pensionati.
Partecipano al Congresso confederale con propri delegati le Federazioni nazionali di categoria e
le Unioni sindacali regionali che sono in regola con il tesseramento confederale.
Articolo 25
L’ordine del giorno del Congresso confederale è fissato dal Consiglio generale su proposta della
Segreteria confederale e deve essere noto almeno un mese prima della data di convocazione del
Congresso.
Articolo 26
Il Congresso confederale fissa l’indirizzo generale della Confederazione ed in particolare si
pronuncia sulla relazione programmatica della Segreteria. Elegge a scrutinio segreto i componenti
elettivi del Consiglio generale.
Le decisioni del Congresso sono prese a maggioranza semplice (cioè con il voto favorevole del
50% più uno dei votanti) ad eccezione di quelle per le quali si prevede una maggioranza qualificata.
Capitolo XII
Il Consiglio generale confederale
(vedi articoli 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41 e 60 del Regolamento)
Articolo 27
Il Consiglio generale è l’organo deliberante della Confederazione tra un Congresso e l’altro; esso si
riunisce almeno due volte l’anno ed ha il compito di definire gli indirizzi di massima dell’attività
sindacale ed organizzativa sulla base delle deliberazioni del Congresso.
Elegge nel suo seno: prima la Segreteria confederale, poi il Comitato esecutivo.
Ad esso spetta inoltre il compito di convocare il Congresso in sessione ordinaria allo scadere del
quadriennio, ed in sessione straordinaria. Esamina ed approva le proposte contenute nella relazione
che la Segreteria confederale sottoporrà al Congresso, nonché le linee di politica delle risorse della
Confederazione.
Convalida le ammissioni di cui all’articolo 5 e delibera sui ricorsi di cui agli articoli 5 e 29.
Emana il Regolamento della Confederazione. Pronuncia le radiazioni di cui all’articolo 5.
Nomina, su proposta della Segreteria confederale, sentito il coordinamento donne, la
responsabile del coordinamento stesso che entra a far parte di diritto del Consiglio generale ove non
ne sia già componente.
Le decisioni del Consiglio generale, salvo quelle previste nel presente Statuto a maggioranza
qualificata, sono prese a maggioranza semplice.
Articolo 28
Il Consiglio generale confederale è normalmente convocato dal Comitato esecutivo su proposta
della Segreteria e straordinariamente a richiesta di 1/3 dei suoi componenti o su deliberazione presa
a maggioranza semplice dal Comitato esecutivo.
In via eccezionale ed in casi di particolare urgenza, il Consiglio generale può essere convocato
dalla Segreteria confederale.
Capitolo XIII
Il Comitato esecutivo confederale
(vedi articoli 11, 12, 13, 14, 42, 43, 44, 49 e 63 del Regolamento)
Articolo 29
Il Comitato esecutivo è l’organo competente per l’attuazione degli indirizzi definiti dal Consiglio
generale e dalle Commissioni in cui il Consiglio generale stesso si articola.
La composizione del Comitato esecutivo è stabilita dal Regolamento di attuazione.
Il Comitato esecutivo:
a. delibera sulle ammissioni delle Federazioni nazionali di categoria e convalida le ammissioni dei
settori e/o comparti merceologici successive all’iniziale assetto delle stesse Federazioni nazionali di
categoria;
b. decide sui conflitti tra Unioni, tra queste e le Federazioni;
c. approva il bilancio della Confederazione;
d. approva i bilanci preventivi annuali e consuntivi di competenza della Confederazione;
e. ratifica i bilanci degli enti e delle Associazioni CISL, approva gli Statuti e la relazione morale
degli enti e delle Associazioni medesime.
f. convoca con deliberazione a maggioranza semplice il Consiglio generale, fissandone l’ordine del
giorno;
g. decide in materia di inquadramento dei Sindacati e delle Federazioni di categoria, nonché delle
loro operazioni di riaggregazione.
Contro tali deliberazioni è ammesso ricorso al Consiglio generale entro 30 giorni dalla
comunicazione.
Il Comitato esecutivo si riunisce almeno ogni 2 mesi ed è convocato dalla Segreteria confederale
o su richiesta di almeno 1/3 dei propri componenti. Il Comitato esecutivo è presieduto dal
Segretario generale.
Le decisioni del Comitato esecutivo, salvo quelle previste nel presente Statuto a maggioranza
qualificata, sono prese a maggioranza semplice
Articolo 30
Il Comitato esecutivo per quanto attiene alle problematiche della condizione della donna si avvale
del contributo di studio, elaborazione e proposta del coordinamento femminile.
Spetta al Comitato esecutivo stabilire i criteri di composizione e le modalità operative dello
stesso coordinamento.
Capitolo XIV
La Segreteria confederale
(vedi articoli 5, 7, 8, 19, 33, 34, 35, 36, 37, 39, 42, 43 e 44 del Regolamento)
Articolo 31
La Segreteria confederale è composta:
a. dal Segretario generale;
b. dal Segretario generale aggiunto;
c. da Segretari;
eletti dal Consiglio generale nel proprio seno in successive e separate votazioni.
Articolo 32
La Segreteria confederale rappresenta la Confederazione nei confronti dei terzi e delle pubbliche
autorità, prende tutte le misure atte ad assicurare il normale funzionamento della Confederazione
stessa, attuando le decisioni dei superiori organi deliberanti.
Essa risponde collegialmente di fronte ai superiori organi deliberanti della gestione del
patrimonio finanziario della Confederazione.
Costituisce un settore specifico di attività confederale, da attribuire alla responsabilità di un
Segretario confederale, quello relativo all’amministrazione del patrimonio della Confederazione e
di ogni altra attività economica e finanziaria comunque promossa o gestita nell’interesse della
Confederazione.
La Segreteria confederale predispone per il Congresso la relazione programmatica ed il bilancio
da sottoporre al Comitato esecutivo secondo quanto previsto dall’articolo 27.
Essa interviene a comporre ogni conflitto insorgente tra le organizzazioni aderenti.
Il Segretario generale ha la rappresentanza legale della Confederazione; il Segretario generale
aggiunto lo sostituisce a tutti gli effetti.
I Segretari hanno la responsabilità di settori di attività confederale.
PARTE IV.
LE ARTICOLAZIONI CONFEDERALI REGIONALI
Capitolo XV
Le strutture regionali e territoriali
(vedi articoli 57 e 58 del Regolamento)
Articolo 33
La Confederazione si articola sul piano territoriale in Unioni sindacali regionali (USR) e queste a
loro volta in Unioni sindacali territoriali (UST). Esse esplicano, in quanto di competenza, le stesse
funzioni della Confederazione, di cui al precedente articolo 3 e costituiscono istanza congressuale.
Le USR per il territorio di propria pertinenza sono titolari delle decisioni di politica sindacale,
nell’ambito degli indirizzi fissati dalla Confederazione, sulle materie di competenza primaria della
Regione.
Le unioni sindacali territoriali (UST) possono articolarsi in Unioni zonali e/o Unioni comunali
e/o disporre di sedi periferiche quando ciò sia richiesto da esigenze di funzionalità. Le Unioni zonali
e le Unioni comunali non costituiscono istanza congressuale.
Articolo 34
In ogni regione e provincia a Statuto autonomo è costituita l’Unione sindacale regionale (USR).
Sono organi dell’Unione sindacale regionale:
a. il Congresso generale regionale;
b. il Consiglio generale regionale;
c. il Comitato esecutivo regionale;
d. la Segreteria regionale;
e. il Collegio dei sindaci;
f. il Collegio dei probiviri.
Le competenze e le modalità di funzionamento degli organi di cui al comma 2 sono stabilite dai
rispettivi Statuti e Regolamenti di attuazione regionali.
Articolo 35
Nell’ambito di ogni regione possono essere costituite, su delibera del Consiglio generale
dell’Unione sindacale regionale, le Unioni sindacali territoriali (UST) cui debbono corrispondere i
sindacati territoriali di categoria. Eventuali diversi assetti dei sindacati territoriali di categoria
devono essere decisi di concerto tra le USR e le Federazioni sindacali regionali sentite le UST e le
Federazioni territoriali di categoria interessate.
Sono organi dell’Unione sindacale territoriale (UST):
a. il Congresso di UST;
b. il Consiglio generale di UST;
c. il Comitato esecutivo di UST;
d. la Segreteria di UST;
e. il Collegio dei sindaci.
Le competenze e le modalità di funzionamento degli organi di cui al comma 2 sono stabiliti dai
rispettivi Statuti e Regolamenti delle Ust.
Capitolo XVI
Il coordinamento
(vedi articolo 56 del Regolamento)
Articolo 36
Gli organismi orizzontali ai rispettivi livelli (confederali e unionali) sono competenti a coordinare
l’azione organizzativa e sindacale delle Federazioni nazionali di categoria o organismi similari.
A tale scopo essi solleciteranno il più ampio scambio di informazioni tra le varie strutture
verticali e favoriranno il loro incontro promuovendo riunioni settoriali o comunque intercategoriali
al fine di armonizzare le singole posizioni.
Di ogni azione sindacale categoriale deve essere data informazione ai competenti organismi
territoriali.
Agli stessi spetta in via esclusiva il potere di deliberare azioni di sciopero intercategoriale,
settoriale o generale.
Articolo 37
Per le azioni sindacali che riguardino anche singole categorie di settori pubblici, di servizi
essenziali, di servizi previdenziali ed assistenziali e che debbano culminare in scioperi a livello
nazionale, regionale, sub-regionale il cui svolgimento sia tale da pregiudicare il funzionamento dei
servizi stessi ai fini delle necessità collettive, deve essere sentito il preventivo parere della rispettiva
Segreteria confederale, unionale di regione, unionale sub-regionale competente per territorio.
In caso di parere difforme la decisione in materia spetta al Comitato esecutivo competente
territorialmente che si riunirà congiuntamente alla Segreteria della categoria interessata.
Articolo 38
Le strutture orizzontali possono assumere, d’intesa con gli organismi nazionali competenti e solo in
caso di carenza locale, le necessarie iniziative di pertinenza verticale per promuovere la costituzione
o ricostituzione degli organismi categoriali del corrispondente livello territoriale e devono
assistenza diretta laddove manchi l’apporto categoriale.
Gli organi delle strutture orizzontali ai vari livelli inoltre possono procedere alla convocazione
degli organi delle strutture verticali del corrispondente livello territoriale con diritto di parola alle
riunioni medesime.
Capitolo XVII
I servizi
Articolo 39
Per assicurare agli iscritti ed ai lavoratori una tutela individuale, familiare e sociale più efficace ed
estesa, per rafforzare il patto associativo nella CISL, le UST costituiscono strutture polivalenti ed
integrate di servizi, sulla base degli indirizzi confederali e con il coordinamento delle USR.
Tali strutture coordinano la politica dei servizi della Confederazione, delle categorie, degli Enti
e delle Associazioni confederali, curando la diffusione nel territorio del sistema servizi.
Con cadenza biennale dovrà essere convocata la conferenza dei servizi.
PARTE V.
GESTIONI STRAORDINARIE, FINANZE E PATRIMONIO
Capitolo XVIII
Il commissariamento delle strutture
(vedi articolo 28 del Regolamento)
Articolo 40
Nel caso di gravi violazioni dello Statuto confederale anche su scelte fondamentali di politica
economica e contrattuale, di violazione delle norme contributive confederali da parte di organi delle
Federazioni nazionali di categoria il Comitato esecutivo della Confederazione, a maggioranza dei
2/3 dei votanti, può, con provvedimento motivato e su adeguata istruttoria e contestazione, disporre
lo scioglimento di tutti gli organi e la nomina di un Commissario.
Analoghi provvedimenti motivati possono essere adottati con identica procedura dal Comitato
esecutivo della Confederazione nei confronti delle Unioni sindacali regionali e territoriali sia per i
motivi di cui al precedente comma sia nel caso di grave inefficienza della struttura stessa.
Negli stessi casi di cui al comma 1 il Comitato esecutivo può con la stessa procedura disporre la
sospensione delle rappresentanze di strutture categoriali o territoriali dal diritto di partecipazione
agli organismi confederali (ai vari livelli territoriali) di cui facciano parte. La durata massima di
sospensione è di 4 mesi.
I provvedimenti sono immediatamente esecutivi e vanno trasmessi entro tre giorni dall’adozione
al Collegio confederale dei probiviri, il quale deve provvedere, entro il termine perentorio di 15
giorni, alla ratifica di legittimità. La mancata pronuncia entro tale termine equivale a ratifica.
Articolo 41
Negli stessi casi e con le medesime procedure di cui all’articolo 40 può essere nominato un
commissario ad acta per lo svolgimento di funzioni specifiche, munito dei poteri necessari senza
ricorrere allo scioglimento degli organi.
Articolo 42
I provvedimenti di cui ai precedenti articoli 40 e 41 possono essere decisi dalle Federazioni
nazionali di categoria con l’osservanza delle norme contenute negli articoli medesimi e nel
Regolamento di attuazione.
Il commissariamento ad acta, di cui all’articolo 41, può essere deciso, sempre con il rispetto
delle relative norme, dalle USR nei confronti di una UST, previa acquisizione dell’obbligatorio
parere favorevole della Segreteria confederale.
È ammesso il ricorso, nel termine perentorio di 15 giorni, al Collegio confederale dei probiviri
per la verifica di legittimità.
Capitolo XIX
La reggenza
Articolo 43
Allorché un organismo di Federazione nazionale di categoria o di Unione sindacale regionale o di
Unione sindacale territoriale risulti carente di uno o più dirigenti e gli organismi stessi ritengano di
non essere in grado, temporaneamente, di dar luogo alla loro sostituzione secondo le procedure
statutarie loro proprie, gli stessi possono chiedere alla Segreteria confederale di decidere che venga
loro inviato un reggente che può essere estraneo all’organismo o anche alla categoria di cui trattasi.
La reggenza cessa al Congresso ordinario e può cessare precedentemente allorché l’organismo
sia nelle condizioni di eleggere il dirigente secondo le procedure statutarie e comunque d’intesa con
la Confederazione.
Le norme di cui ai precedenti commi valgono per le Federazioni nazionali di categoria nei
confronti dei sindacati di seconda affiliazione, dei propri settori e/o comparti merceologici.
Analoga prassi potrà essere adottata dalle segreterie USR nei confronti delle UST.
Capitolo XX
Contribuzione e tesseramento
(vedi articoli 1, 2, 3, 4 e 55 del Regolamento)
Articolo 44
L’adesione alla CISL si realizza a mezzo di una quota contributiva annua, in misura percentuale,
che comprende anche il costo della tessera. Sulla base di tale quota che viene fissata dai competenti
organi confederali, la Confederazione rilascerà la tessera che è obbligatoria per tutti gli aderenti a
qualsiasi categoria o professione appartengano.
Agli aderenti attraverso i patti associativi di cui all’articolo 4 sarà rilasciata la tessera
preassociativa.
Articolo 45
La tessera viene emessa dalla Confederazione e non è consentito ad alcuna organizzazione aderente
o dipendente stamparne esemplari simili o sostitutivi, anche se provvisori. La tessera costituisce
l’unico documento dell’adesione del lavoratore all’organizzazione sindacale. Il periodo di validità
della tessera è fissato dal Comitato esecutivo confederale. La tessera deve essere completata,
all’atto del rilascio all’aderente, con l’emblema di categoria.
La Segreteria confederale concorda con la SGB CISL della Provincia autonoma di Bolzano un
modello di tessera che rifletta la interetnicità dei lavoratori aderenti alla CISL.
Capitolo XXI
Patrimonio
(vedi articoli 61, 62, 63, 64 e 65 del Regolamento)
Articolo 46
Il patrimonio della Confederazione è costituito dai contributi degli associati e da tutti i beni mobili
ed immobili ad essa pervenuti per qualsiasi titolo o causa ed ovunque siano dislocati, al centro o alla
periferia (nella sede della Confederazione, presso le Federazioni di categoria o presso le Unioni
sindacali).
Per tutte le strutture vi è l'obbligo statutario di redigere e di approvare annualmente un
rendiconto economico e finanziario. Vi è inoltre il divieto di distribuire, anche in modo indiretto,
utili o avanzi di gestione, nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell'Associazione, salvo
che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge.
Finché dura la Confederazione, i singoli associati o gruppi di associati o le associazioni ad essa
aderenti non possono chiedere le divisioni del fondo comune o patrimoniale né pretendere, in caso
di recesso, quota alcuna per qualsiasi titolo anche sotto forma di restituzione di contributi in
precedenza versati.
Articolo 47
La Confederazione risponde di fronte ai terzi e all’autorità giudiziaria unicamente delle obbligazioni
assunte dal Segretario generale congiuntamente, per gli aspetti economici e finanziari, al Segretario
confederale che presiede al settore relativo all’amministrazione.
Articolo 48
Le organizzazioni categoriali e territoriali o le persone che le rappresentano sono responsabili per le
obbligazioni da esse direttamente assunte verso chiunque e non potranno per qualsiasi titolo o causa
o in ispecie per il fatto dell’adesione o della dipendenza dalla Confederazione chiedere di essere
sollevate dalla stessa.
Articolo 49
Eventuali controlli di natura amministrativa o interventi di natura finanziaria disposti dalla
Confederazione a favore delle organizzazioni categoriali o territoriali o dei loro associati
costituiscono normale attività di assistenza propria della Confederazione senza assunzione di
corresponsabilità.
Le Unioni sindacali regionali hanno facoltà di verifica dei bilanci delle Unioni sindacali
territoriali.
Articolo 50
La Confederazione può costituire enti, promuovere e partecipare ad associazioni e società.
PARTE VI.
SCIOGLIMENTO DELLA CONFEDERAZIONE, MODIFICHE STATUTARIE, REGOLAMENTI
E NORME TRANSITORIE
Capitolo XXII
Procedure per lo scioglimento della Confederazione
(vedi articolo 56 del Regolamento)
Articolo 51
Lo scioglimento della Confederazione può essere pronunciato solamente dal Congresso confederale
a maggioranza di 3/4 dei voti rappresentati. In caso di scioglimento, il Congresso confederale
delibera la destinazione e l’impiego del patrimonio della Confederazione.
In ogni caso vi è l'obbligo di devolvere il patrimonio dell'ente, in caso di suo scioglimento per
qualunque causa, ad altra associazione con finalità analoghe o ai fini di pubblica utilità e salvo
diversa destinazione imposta dalla legge.
Capitolo XXIII
Procedure per le modifiche statutarie
Articolo 52
Le modifiche al presente Statuto possono essere proposte in occasione del Congresso confederale:
a. dal Congresso su richiesta scritta del 50% + 1 dei delegati;
b. dal Consiglio generale confederale a maggioranza di 2/3;
c. dalle Federazioni nazionali di categoria e dalle Unioni sindacali regionali (USR) su deliberazione
dei propri organi direttivi prese a maggioranza di 2/3 dei loro componenti.
Il Consiglio generale confederale, nella riunione in cui procede alla convocazione del
Congresso, nomina una commissione consiliare delegata con l’incarico di esaminare e coordinare le
proposte di modifica predisposte dagli organi delle Federazioni nazionali di categoria e delle Unioni
sindacali regionali.
Le proposte di modifica devono essere inviate alla commissione entro 3 mesi dalla data di
effettuazione del Congresso.
La commissione, raccolte le proposte di modifica, le porta a conoscenza di tutte le strutture
dell’Organizzazione entro 2 mesi dall’effettuazione del Congresso.
Tenuto conto delle osservazioni e dei giudizi provenienti dalle strutture, il Consiglio generale –
convocato almeno 15 giorni prima della effettuazione del Congresso – proporrà al Congresso le
modifiche che avranno ricevuto la maggioranza dei 2/3; su quelle che riceveranno soltanto la
maggioranza semplice, il Consiglio generale porterà il proprio parere al Congresso.
Il Congresso confederale si pronuncia sulle proposte di modifica a maggioranza dei 2/3 dei
votanti.
Non è ammessa altra procedura di modifica.
Capitolo XXIV
Regolamenti di attuazione
(vedi articoli 66 e 68 del Regolamento)
Articolo 53
Le strutture confederali regionali e territoriali e le Federazioni nazionali di categoria e i sindacati di
seconda affiliazione devono dotarsi di un Regolamento di attuazione dei rispettivi Statuti.
Articolo 54
I Regolamenti di attuazione degli Statuti devono essere deliberati e possono successivamente essere
modificati dai rispettivi Consigli generali esclusivamente in base alla seguente procedura.
Il Consiglio generale deve essere regolarmente convocato con uno specifico punto all’ordine del
giorno, con un preavviso di almeno 15 giorni e con allegate alla convocazione le proposte di
modifica del Regolamento.
Le decisioni di modifica vanno assunte con il voto favorevole dei 2/3 degli aventi diritto al voto.
Capitolo XXV
Adeguamenti statutari e norme transitorie
(vedi articoli 61 e 63 del Regolamento)
Articolo 55
Le Federazioni nazionali di categoria e le Unioni sindacali regionali e territoriali dovranno attenersi
alle norme contenute nel presente Statuto e Regolamento di attuazione e provvedere di conseguenza
ad adeguare ad esse i propri Statuti e i propri Regolamenti di attuazione.
Le norme contrastanti sono nulle.
La competenza a dichiarare la nullità è del Collegio confederale dei probiviri.
Articolo 56
A seguito dello spostamento di alcune norme statutarie nel Regolamento di attuazione deciso nel
Congresso confederale, in via transitoria, tali norme rimangono in vigore sino alla approvazione da
parte del Consiglio generale confederale del nuovo Regolamento di attuazione.
Articolo 57
Le elezioni avvenute in sede congressuale dei Collegi dei sindaci e dei Collegi dei probiviri, sulla base
delle norme in vigore al momento delle elezioni, anche se difformi da quelle stabilite nel presente Statuto
in conseguenza delle modifiche apportate dal Congresso, rimangono valide sino al prossimo Congresso.