La storia di una parola ed i suoi vari significati La «Ideologia del
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La storia di una parola ed i suoi vari significati La «Ideologia del
la Settimana 11 speciale domenica 8 novembre 2015 La «Ideologia del Gender» Nell’anno 2015 la parola “gender” si è imposta all’attenzione dell’opinione pubblica. A ciò ha probabilmente contribuito Papa Francesco, che in più occasioni ha parlato della teoria del gender, presentandola come un problema. Che qualcosa stesse accadendo, era noto agli osservatori più attenti dal 1995 (quarta Conferenza mondiale sulle donne di Pechino), quando il termine “gender” è entrato nei documenti ufficiali. Negli ultimi anni gli allarmi si sono moltiplicati, anche da fonti autorevoli. Papa Benedetto XVI, nel suo discorso alla Curia Romana il 21 dicembre 2012, parla della «nuova filosofia della sessualità» relativa al gender, segnalandone la pericolosità. Fino a pochi mesi fa, quando si pronunciava questa parola, la reazione dell’ascoltatore era di sorpresa: «di che si tratta?». Ora invece tutti, o quasi tutti, ne hanno sentito parlare. Questa notizia è stata contestata e smentita: «L’ideologia gender non esiste». In questa situazione, il bisogno di chiarezza è evidente. Nel confrontarci con le varie posizioni, incontriamo persone motivate sinceramente interessate alla difesa di uomini e donne rispetto a ogni ingiustizia e discriminazione. Apprezziamo questo sforzo, anche quando ci troviamo su posizioni diverse sulla scelta della via per raggiungere questi obiettivi. Vediamo in questo una base di dialogo. In questo foglio (da staccare e conservare) abbiamo esposto i termini essenziali della questione, cercando di coniugare brevità e completezza. Si tratta di una sintesi molto succinta, che non ha la pretesa di essere esaustiva, e invitiamo i lettori ad ulteriori approfondimenti. Ci auguriamo di aver fatto una cosa utile. Marta Vigato e Antonio Meo La storia di una parola ed i suoi vari significati Genere (in inglese gender). Una volta indicava una categoria grammaticale (parole di genere maschile, di genere femminile, in alcune lingue anche di genere neutro). Oggi si dice genere maschile e femminile anche parlando del sesso delle persone (invece che sesso maschile e femminile), usando sesso e genere come due termini equivalenti, ma in realtà hanno significati diversi. Su questo equivoco si giocano cambiamenti sociali, culturali e legislativi di grande rilievo, senza che l’opinione pubblica se ne renda conto. Vediamo allora di fare chiarezza. San Tomaso d’Aquino, grande filosofo, era solito iniziare le sue lezioni, mostrando una mela, con questa frase: «Questa è una mela. Chi non è d’accordo può andar via». È un evidente richiamo ad attenerci alla realtà dei fatti. Partiamo dunque dai dati scientifici. Nelle cellule umane ci sono 23 coppie di cromosomi, che determinano le nostre caratteristiche individuali. Nelle femmine la 23ª coppia è costituita da due cromosomi X, nei maschi da un cromosoma X e un cromosoma Y. Questa caratterizzazione maschile o femminile è inscritta in ciascuna delle nostre cellule. Sotto l’influsso dei cromosomi, il corpo si sviluppa in senso maschile o femminile, e la differenza tra maschi e femmine non riguarda solo gli organi genitali e le loro funzioni, ma tutto il corpo, e in particolare il cervello: tra cervello maschile e femminile ci sono significative differenze, in gran parte già presenti alla nascita. Oltre al sesso biologico, esiste anche il modo con sitivo, è il superamento delle discriminazioni. Secondo la logica gender la parola “differenza” significa “diseguaglianza”, e a sua volta la “disuguaglianza” è occasione di oppressione. Quindi la differenza sessuale è un’ingiustizia e va superata. Alcune definizioni cui un soggetto percepisce se stesso (il sesso psicologico), e il modo in cui lo percepiscono gli altri (il sesso sociale). Oggi la parola “sesso” è riferita alla componente biologica dell’identità sessuale; “genere”, invece, alla componente psicologica e sociale. A partire dal corpo, profondamente caratterizzato come maschile o femminile, e passando per la percezione soggettiva e sociale, si costruisce quindi la nostra identità, differenziata in maschile e femminile. Potremmo dire che l’identità è un compito: diventare ciò che si è. In altre parole scoprire la nostra natura e portarla a compimento. In contrasto con questa visione si pone l’ideologia del gender. Per questa ideologia, essere uomo o donna sarebbe frutto di una costruzione sociale. Questa visione, utilizzata dapprima nella lotta femminista, è stata poi adottata anche dai movimenti omosessualisti. In entrambi i casi l’obiettivo dichiarato, in sé po- Sesso biologico: è il sesso corporeo, maschile o femminile. Genere: è il sesso sociale e psicologico. Identità: è la risposta che una persona dà alla domanda «chi sono io?». Con l’identità sessuale la persona definisce il suo sesso: «io sono maschio» oppure «io sono femmina». Il pensiero gender assimila l’identità sessuale al sesso psicologico (cioè alla percezione di sé), e preferisce parlare di identità di genere. Orientamento sessuale: direzione (unica o prevalente) del desiderio sessuale, che può essere verso il sesso opposto, verso lo stesso sesso, verso entrambi, o altro. Attenzione: pulsione e comportamento non si equivalgono; l’uomo di fronte a qualsiasi impulso può scegliere cosa fare o non fare! Chi prova attrazione per una collega sexy, non per questo è obbligato a tradire la moglie. Ruolo di genere: ruolo svolto da un soggetto secondo il proprio genere [p. es. “La donna accudisce, l’uomo guida”]. Espressione pubblica del proprio genere, ciò che io esibisco agli altri per manifestare il mio genere. Nel pensiero gender, i ruoli sono una “costruzione sociale” imposta, da “decostruire”. LGBT / LGBTQ: Con queste sigle si indicano le associazioni e i movimenti che portano avanti le rivendicazioni di Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali e Queer Cosa afferma l’ideologia Gender " - L’ideologia gender distingue il sesso dal genere. Questa distinzione non è in sé scorretta, ma nell’ideologia gender viene particolarmente evidenziata. - L’ideologia gender separa il sesso dal genere. Il genere diventa una scelta libera, a prescindere dal sesso corporeo. - L’ideologia gender oppone sesso e genere, dando preminenza al genere. L’identità pubblica e i relativi ruoli devono corrispondere al genere scelto, senza condizionamenti da parte del sesso corporeo. - L’ideologia gender moltiplica i generi. Ciò che io desidero è così importante da presentarsi come identità personale. Le varie forme di desiderio sessuale (gli orientamenti) diventano così identità di genere. Le identità di genere prospettate sono sempre più numerose: Facebook ne propone 57. - L’ideologia gender dissolve i generi e il sesso. La molteplicità dei generi si trasforma in un’unica ininterrotta sfumatura, lungo cui l’individuo può spostarsi anche più volte nella vita. L’identità di genere e perfino l’identità sessuale perdono il loro senso. È l’ideologia queer, che rappresenta il punto estremo dell’ideologia gender. L’individuo queer non ha un’identità sessuale, ma un’identità neutra, fluida, definibile solo per autoaffermazione. Donna o uomo non è “qualcosa che si è”, ma “qualcosa che si fa”. Il gender non è un’invenzione nata da una fantasia vivace, è il punto d’arrivo di un’impostazione culturale che già da qualche secolo si è sempre più affermata nella nostra civiltà. Eccone alcune caratteristiche. La gnosi è un’antica dottrina, che considera l’individuo umano come uno spirito, caduto per disgrazia in un corpo. Sprovvista di una visione unitaria dell’uomo (io sono il mio corpo), la gnosi si basa sul dualismo mente/ corpo (io ho un corpo). Il corpo è visto come un oggetto, che la mente può usare e manipolare, e ri-troviamo Terreno culturale questa visione in tanti comportamenti attuali. Anche per la dottrina gender ciò che conta è il ge-nere, la percezione mentale, come mi sento, mentre il sesso corporeo non conta. Relativismo ed etica utilitaristica La visione relativista esclude che ci siano un significato o uno scopo insiti nella realtà. Ognuno decide da sé gli scopi che vuole. Ne derivano regole morali diverse da persona a persona, senza possibilità di identificare ciò che è bene in sé. La prospettiva gender, valoriz- zando la perce-zione personale rispetto alla realtà corporea, è in sintonia con la logica relativista. Individualismo libertario L’individuo rivendica con orgoglio la propria autodeterminazione, fino alla pretesa di essere il creatore di sé stesso, decidendo la propria natura. La mentalità corrente pare affetta da un’immaturità, un’incapacità adolescenziale ad ammettere il limite. La realtà della differenza sessuale po-ne un limite: un uomo non può essere donna, e viceversa. Allora si rifiuta la differenza, si nega la realtà. È la logica del peccato originale, che consiste in un atto di orgoglio: Decido io cos’è il bene e cos’è il male! Ritroviamo lo stesso orgoglio nel pensiero gender: Il corpo sessuato non mi deve condizionare, l’identità è mia e la gestisco io! Ne risulta svalutata la dimensione relazionale della persona, perché così facendo tra-scuro il fatto che dalla mia identità discendono conseguenze per gli altri. Noi umani siamo esseri sociali, e proprio la sessualità è l’aspetto che più di ogni altro ci caratterizza come esseri “in relazione”.