alvise perosa - Study In Australia

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alvise perosa - Study In Australia
Per Alvise Perosa, veneziano di prima generazione, non è strano vivere e studiare all’estero. A
cinque anni ha vissuto a Princeton, dove suo padre insegnava inglese e letteratura americana.
In seguito è tornato negli Stati Uniti per un programma di scambio studio, e poi di nuovo per
il suo dottorato come borsista Fulbright. Voleva offrire un’esperienza di vita simile anche ai
suoi figli.
“Desideravo che i miei figli potessero trascorrere un po’ di tempo all’estero in una scuola di un
paese anglofono,” afferma, “e mia moglie, che è avvocato, ha potuto concedersi un permesso
dal lavoro.”
ALVISE PEROSA
CORSO COMPLETATO in AUSTRALIA:
Ricerca post-dottorato
ISTITUTO:
University of Sydney, School of Chemistry
IMPIEGO ATTUALE:
Professore associato di Chimica Organica
presso l’Università Ca’ Foscari Venezia
Quando è arrivato però il momento di prendere un anno sabbatico dal suo posto al
Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi dell’Università Ca’ Foscari a Venezia, non
ha scelto gli Stati Uniti. Ha preso contatto invece con un collega dell’University of New South
Wales (UNSW) in Australia, che lo ha messo in contatto il Professor Thomas Maschmeyer
dell’University of Sydney.
“Gli australiani, lo stile di vita, il clima e le bellezze naturali affascinavano sia me che la mia
famiglia, perché non eravamo vi mai stati prima,” ha dichiarato.
Era la scienza però, e la chimica in particolare, che attiravano Alvise a Sydney.
Il Dott. Perosa ha vinto una Endeavour Research Fellowship del Governo australiano per la
ricerca post-laurea e post-dottorato, e si è trasferito a Sydney con la sua famiglia.
“Avevamo un appartamento vicino all’università a poca distanza da ogni punto di interesse,
bastava una breve passeggiata per raggiungere il parco e la piscina. La mia famiglia era
felice,” ha detto.
Insomma la University of Sydney e il professor Mashmeyer si sono rivelati una scelta
fortunata per lo scienziato italiano. “Abbiamo sviluppato un’area di ricerca che era
completamente nuova,” dichiara Alvise.
“Ci siamo concentrati sullo sviluppo della chimica fondamentale, per trasformare le materie
prime rinnovabili in sostanze chimiche a base bio,” spiega. “Lo scopo era di allontanarsi dal
petrolio e dal carbone per andare verso biomasse sostenibili, in modo da usare i residui
dell’agricoltura biologica per realizzare prodotti chimici.”
Alvise dice che la rete di contatti, la ricerca e i rapporti sviluppati in Australia sono stati
determinanti nel percorso che lo ha portato alla sua presente posizione di professore
associato in Chimica Organica all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
“ABBIAMO
SVILUPPATO
UN’AREA
DI RICERCA
CHE ERA
COMPLETAMENTE
NUOVA”
“Abbiamo costituito un programma ‘cotutelle’ (joint degree) per i dottorandi che ancora
prosegue con successo e ha contribuito alla mia reputazione scientifica,” dichiara. Tre italiani
e due australiani si sono già laureati con il programma cotutelle.
A Venezia il Dr Perosa guida un gruppo per la Chimica Verde, che si concentra sul
progettazione e riprogettazione di processi chimici con i quali creare prodotti chimici sicuri e
che non inquinano.
Ora vuole creare un altro collegamento australiano, per avviare e connettere questa
tecnologia verde con le aziende australiane che lavorano in Italia.
Alvise ammette di aver provato “molta tristezza” nel momento in cui ha lasciato l’Australia, e
che né lui né la sua famiglia hanno abbandonato l’idea di tornare a vivere là.
Perché l’Australia?
“Per la mancanza di qualsiasi gerarchia tra colleghi e le persone in generale, oltre
all’apertura mentale e all’entusiasmo per il futuro che sembra pervadere gli
australiani,” risponde.
“In Australia ci si rivolge al professore di più alto titolo accademico e al nuovo studente
allo stesso modo,” aggiunge. “Un capo dirige e insegna senza dimostrare alcun senso di
superiorità.”
Inoltre Alvise ama la natura “fantastica” e il fatto che sia una terra antica.
“Uluru e gli Olgas per esempio sono talmente diversi da tutto ciò che io e la mia famiglia
avevamo visto prima,” dice.
“I miei figli erano felicissimi di poter dare da mangiare a un lorichetto sulla nostra terrazza,”
aggiunge. “Alla fine, quando ce ne siamo andati, avevamo un’infinità di questi pappagallini
bellissimi, benché invasivi, che arrivavano da noi a colazione, pranzo e cena.”
“Un pomeriggio d’inverno i miei figli hanno visto dalla finestra del nostro appartamento al
terzo piano un grazioso micio che li fissava intensamente. Ma naturalmente non era un gatto,
bensì un possum!”