Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università
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Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI La pecora (Ovis aries, Linnaeus 1758) è un mammifero della famiglia dei bovidi, genere Ovis. E’ stata addomesticata prima dei bovini ed è diffusa attualmente in ogni continente. L’allevamento, in genere semiestensivo, prevede uno o più gruppi (greggi), per gestire i quali l'uomo si affida spesso a cani pastore. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Il nome pecora è riservato all'adulto femmina, il maschio della specie si chiama ariete o montone, mentre il piccolo è denominato agnello fino ad un anno di età. La specie ha tre attitudini produttive principali: latte, carne e lana, alle quali si può aggiungere la pelle. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI La lana (pelo senza midollo), è utilizzata fin dall'antichità come fibra tessile; la qualità è differente a seconda della razza dell'animale e della parte del corpo da cui proviene. Il latte come bevanda è molto meno diffuso di quello di bovino, ma è largamente impiegato nell'industria casearia per la produzione di formaggi In particolare, il latte di pecora è più ricco in grassi e i suoi prodotti presentano un aroma spiccato molto apprezzato. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Gli agnelli vengono allevati principalmente per la carne; è l'animale sacrificale per eccellenza nelle culture che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Gli agnelli, alla nascita, hanno otto denti da latte provvisori. Ad un anno i due incisivi frontali sono sostituiti da quelli permanenti; all'età di due anni si aggiungono altri due incisivi permanenti e fra i 3-4 anni si completa la dentizione permanente per arrivare intorno al quarto anno d'età agli otto incisivi definitivi (fase detta di pecora zoppa) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Nelle regioni tropicali in passato le pecore erano allevate soprattutto per la produzione della carne mentre accessorie erano quelle di latte, lana e pelle. Oggi le produzioni sono più diversificate e comprendono anche utilizzazioni aggiuntive rispetto alle quattro principali sopra ricordate. Ad esempio: • in alcune zone dell’India e dell’Indonesia le pecore vengono utilizzate principalmente per il loro materiale fecale che, dopo opportuna maturazione, viene impiegato come concime; • le pecore Bushier dell’Himalaya vengono ancora usate come mezzo di trasporto di merci; Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI • in parte dell’India l’utilizzazione prevalente è ancora la carne ma è in aumento la produzione di lana soprattutto con l’introduzione di razze migliorate e con un largo impiego dell’incrocio; • la lana è invece in contrazione nelle zone umide della Malaysia, dove è stata avviata la sostituzione delle pecore merinizzate esistenti con pecore a vello raso e peloso o assente (pecora del Camerun); • • in gran parte dell’Africa l’attitudine principalmente sfruttata è la produzione del latte, mentre nelle Americhe e in Australia le pecore vengono allevate soprattutto per la lana. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI 1. Origini Le pecore appartengono alla famiglia dei Bovidi, sottofamiglia Caprinae, genere Ovis, nel quale si riconoscono diverse specie selvatiche: cinque, sei o sette a seconda degli Autori, ma alcuni riducono questo numero a due ed altri, tenuto conto del fatto che tutti gli ovini sono tra loro fecondi, considerano una sola specie. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Una delle classificazioni prevalenti (Corbet) prevede comunque sei specie distinte: 1. Muflone (Ovis orientalis o Ovis musimon), dell’Europa e dell’Asia occidentale; a volte il Muflone europeo viene classificato come Ovis musimon; 2. Urial (Ovis vignei), pure dell’Asia occidentale; 3. Argali (Ovis ammon) dell’Asia centrale; 4. Bighorn americano (Ovis canadensis), originario dell’America settentrionale; 5. Bighorn siberiano (Ovis nivicola); 6. Pecora di Dall (Ovis dalli) dell’Alaska e del Canada. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Muflone (Ovis orientalis o Ovis musimon) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Muflone (Ovis orientalis o Ovis musimon) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Muflone (Ovis orientalis o Ovis musimon) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Ovis orientalis di Cipro o muflone di Cipro Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Ovis orientalis anatolica Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Urial (Ovis vignei) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Ovis vignei o Urial o pecora del Belucistan Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Argali (Ovis ammon) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Ovis ammon severtzovi, Uzbekistan Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Mongolian argali (Ovis ammon) , femmina adulta, in Mongolia. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Mongolian argali (Ovis ammon), maschi adulti. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Ovis ammon hodgsoni, India Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Ovis ammon karelinii Cina Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Mongolian argali (Ovis ammon), giovane. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Argali (Ovis ammon) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Bighorn americano (Ovis canadensis) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Bighorn americano (Ovis canadensis nelsonii) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Bighorn siberiano (Ovis nivicola) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Bighorn siberiano (Ovis nivicola) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Pecora di Dall (Ovis dalli) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Ciascuna specie comprende molte razze. Il Muflone ha 54 cromosomi e l’Argali 58. La pecora domestica (Ovis aries), distribuita in tutto il mondo, deriva dall’Ovis orientalis, con il probabile apporto, più o meno significativo a seconda delle razze, dell’Argali e dell’Urial. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Le pecore sono state domesticate in epoca remota, prima del completo sviluppo dell’agricoltura. Il centro di domesticazione fu probabilmente nelle zone steppiche dell’Asia centro-occidentale, nella mezzaluna fertile o nelle sue vicinanze. Da qui le pecore si diffusero gradualmente a sud verso la Persia, l’India e l’Asia sud-orientale, e a ovest nell’Asia occidentale, in Europa e in Africa. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Alcune pecore dell’area tropicale hanno importanti depositi adiposi a livello delle natiche o alla base della coda. La localizzazione della maggior parte del grasso sottocutaneo in un solo punto, limitato, del corpo, fa pensare ad un adattamento a fini di termoregolazione. Però il fatto che tali depositi siano presenti solo nelle pecore domestiche e in alcuni casi siano veramente macroscopici, fa ritenere che essi siano il risultato della selezione dell’uomo che, in ambienti difficili, ha selezionato gli animali che più si presentavano in grado di attraversare lunghi periodi di carenze alimentari. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI I primi ovini introdotti in Africa appartenevano ad un tipo primitivo di Muflone; i loro discendenti attuali sono pecore di piccola taglia, con gambe sottili e vello peloso (caprino), distribuiti in Sudan, nel corno d’Africa e in Africa occidentale (Dinka in Sudan, Baluba nel Katanga, Dwarf forest in Africa occidentale). Probabilmente di poco successiva fu l’introduzione dell’Urial, con corna a vite, che ha lasciato molte tracce nelle razze ovine dell’Africa occidentale (Guinea, Hansa ....). Una terza introduzione fu quella delle pecore lanose tipo Ammon, che probabilmente sostituirono gradualmente le preesistenti pecore a vello caprino in Egitto e poi si diffusero in molte zone semiaride del continente. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Pecore dalla coda semi-grassa, sempre di tipo Ammon, furono probabilmente introdotte in Africa dall’Asia occidentale intorno al 2000 a.C. Pecore dalla coda grassa (steatopige) giunsero in Africa orientale al seguito di popoli migranti e loro discendenti sono oggi presenti nelle parti orientali, centrali e meridionali del continente. Più tardi altre pecore steatopige a vello caprino vennero introdotte in Eritrea, Somalia, Kenia e Etiopia e i loro discendenti (pecore somalo-arabe) sono ancora presenti in tutto il corno d’Africa. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Nel XIX secolo queste pecore furono introdotte nella provincia del Capo e dettero origine alla razza Araba (meglio Persiana) dalla testa nera, oggi diffusa in Africa orientale e meridionale. Gli ovini oggi presenti in gran numero nelle Americhe e in Oceania sono stati portati dai colonizzatori europei. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Distribuzione Dei circa 1.100 milioni di ovini presenti nel mondo oltre 200 milioni si trovano in paesi della fascia tropicale. Il continente più ricco di pecore è sicuramente l’Asia, con circa 280 milioni di capi, esclusa la Russia asiatica e gli stati asiatici dell’exUnione sovietica, con i quali il loro numero sfiora i 400 milioni. Africa e Americhe hanno ciascuna consistenze intorno ai 150 milioni di capi, l’Oceania circa 220 milioni e l’Europa circa 120 milioni. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Alcune razze ovine tropicali 1. West African dwarf o Djallonkè. Popola le regioni umide dell’Africa occidentale. E’ una pecora a vello peloso con coda fine e mantello bianco o bianco e nero, piuttosto lungo sul collo. Peso medio dell’adulto: 36 kg Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze 41 OVINI West African dwarf Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze 2. Fulani (Ouda) Popola le regioni a savana di tutta l’Africa tropicale, dall’Etiopia alla Nigeria (Sahel). E’ una pecora pelosa-lanosa con coda sottile, gambe lunghe, orecchie grandi e cadenti, di grandi dimensioni (i maschi arrivano a 80 cm alla spalla). Il mantello è nero sulla testa, il collo, la parte anteriore del tronco e sugli arti anteriori, bianco nelle regioni posteriori. Il maschio, provvisto di corna, pesa in media 65 – 70 kg e le femmine 35 – 40 kg. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze 3. Sudanese. Popola le regioni subdesertiche del Sudan. E’ una pecora pelosa a vello raso, di grandi dimensioni. E’ buona produttrice di latte Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze 4. Awassi. Diffusa in tutto il medio oriente, suddivisa in numerosi ceppi o sotto-razze, dalla coda grassa. ( ad esempio in Siria: Shagra dalla testa rossa, Porsha con testa nera, Absa con testa grigia ecc., ma ci sono anche ceppi completamente bianchi); il peso può variare, nelle femmine, tra i 40 e i 70 kg (genotipi più o meno migliorati). Buona produzione di carne, di latte (400 – 500 kg) e di lana (circa 2 kg). Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Awassi, Kyrgyz mountain Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze 5. Persiana o Araba dalla testa nera E’ presente, oltre che in Iran, anche in Africa (Somalia e Africa meridionale) . Il nome “persiana” è forse improprio, ma altrettanto improprio è il termine “araba”. Quelle dell’Africa vengono infatti dalla Somalia e sono poi state migliorate nel sud del continente. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze 6. Merino. Le pecore merino sono originarie della Spagna (XII secolo, ma l’opera di selezione era già cominciata ai tempi dei Romani) e da qui gradualmente esportate in gran parte del mondo. Sono le più importanti pecore da lana. Anche le italiane Vissana e Sopravissanna hanno sangue merino, con lane del diametro inferiore ai 20 micron. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI – Zone climatiche Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze OVINI - Distribuzione Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Merino Coda semi grassa Coda fine lana grossa Dip. Biotecnologie AgrarieLana – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Coda grassa media Ritmi riproduttivi Pecora poliestrale discontinua Fotoperiodo variare durata ore luce melatonina Accorciamento giornate aumento secrezione ghiandola pineale stimola secrezione LHRh (LH Releasing hormone) Necessità di avere parti in epoca favorevole Milano Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Ritmi riproduttivi Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze -La pecora ha ritmi e cicli riproduttivi abbastanza brevi e regolari: - maturità sessuale 120-180 giorni - i primi calori iniziano dal 4° al 7° mese (40-60% PV) - parto si ha dopo 5 mesi di gestazione La pecora in genere non soffre di ipofecondità per la vita semibrada che conduce ed ha anche la possibilità di compiere due parti all’anno Ciclo estrale 17 giorni (14-19) Durata estro 30-60 ore Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Struttura demografica allevamento Produzione del latte: femmine in lattazione su 100 capi in accr. Fertilità Nati per pecora Fecondità annuale prolificità Quota di rimonta Età 1°parto – Precocità sessuale e somatica Durata della carriera delle pecore Rapporto pecore e arieti Precocità sessuale e somatica dei maschi Sistemi di fecondazione (naturale e I.A.) Interparto e distribuzione stagionale parti Durata carriera pecore dedicate ad attività produttiva Durata fasi anaestrali Asciutta Pecore in lattazione ai max. produttivi (3°-5°latt.) Longevità Intensità di selezione e quoziente di avvicendamento Produzione della carne: incremento demografico agnelli macello su 100 capi in allevamento Pecore per 100 capi allevati Agnelli nati e sopravvissuti fino macellazione per 100 capi in allevamento Interparto e distribuzione stagionale nascite Durata e stagionalità fasi anaestrali Prolificità (Abortività) Mortalità perinatale Indice sopravvivenza Mortalità in fase di allattamento Fertilità Nati per 100 pecore Fecondità annuale Prolificità Età 1°parto Quota di rimonta Durata della carriera delle pecore Precocità sessuale e somatica Longevità Intensità di selezione e quoziente di avvicendamento Rapporto pecore e arieti Precocità sessuale e somatica maschi Sistema di fecondazione (libera, controllata, F.A.) Età al primo parto o alla prima monta del maschio Condizionata dall’età alla pubertà precocità sessuale Manifestazione primo calore fecondo e 1° servizio Legata alla precocità somatica Cause variabilità: • genetiche • alimentari • ambientali (clima – fotoperiodo) • biologiche Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Fertilità Pecore partorite / Pecore avviate alla monta Vicina al 90% nelle razze italiane Monta stagionale influenza il parametro Si può quindi riferire ad un turno di monta Fattori influenti: • stagione di inseminazione • durata della stagione di monta • rapporto pecore/arieti (25-30 pecore x ariete) • metodo di inseminazione • effetto ariete • stato nutrizionale e sanitario Se gruppi di monta con un solo ariete diminuire numero pecore Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Prolificità Numero medio agnelli per pecora Ovini sono considerati unipari ma variabilità Fattori influenti: • genetica (razze) • alimentazione (flushing) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Fecondità Numero agnelli nati per stagione di monta /100 pecore Riassume fertilità e prolificità Se più parti durante l’anno fecondità annuale È il dato più significativo per gli allevamenti da carne Età media a fine carriera Diversa per ogni categoria animale Fattori variabilità: • genetica (longevità) • ambientale (clima) • alimentare • tecniche allevamento • gestione programmi selettivi Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Intervallo interparto Periodo tra due parti successivi Dipende da variabili: • fisiologiche (stagionalità – ritorni in calore - …) • tecniche (scelte allevatore) Intervallo medio tra generazioni Età media dei genitori alla nascita dei figli Si deve considerare i figli destinati alla riproduzione Basso intervallo generazioni si susseguono rapidamente alta quota di rimonta Percentuale di pecore in produzione Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Calcolo quota di rimonta 1) Un gregge è composto da 200 pecore e 5 arieti: · 180 pecore partoriscono; · 10 pecore abortiscono; · 5 pecore danno un agnello che muore alla nascita; · nascono 270 agnelli di cui 150 femmine; · 8 agnelli muoiono tra il 2° e il 7° giorno di vita; · 7 agnelli muoiono tra l’8° giorno di vita e lo svezzamento; · 6 agnelle muoiono prima della maturità sessuale e dopo lo svezzamento; · la vita media è di 5 anni. Calcolare: • indici demografici • quota di rimonta annua Quante pecore devo far accoppiare con i migliori arieti per ottenere la rimonta. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze 1)Rapporto sessi: adulti M/F=5/200=0,025 F/M=200/5=40; M/M+F=0,02; F/M+F=0,98; agnelli M/F=120/150=0,8 F/M=150/120=1,25; M/M+F=0,45 F/M+F=0,55; 200 pecore e 5 arieti: · 180 pecore partoriscono; · 10 pecore abortiscono; · 5 agnelli morti nascita; · nascono 270 agnelli (150 femmine); · 8 agnelli muoiono tra il 2° e il 7° d; · 7 agnelli muoiono tra l’8° d e svezzamento; · 6 agnelle muoiono prima maturità sessuale; · la vita media è di 5 anni. Natalità 200+5+270 270/475=0,57; su tutta la popolazione Abortività 10*1,5=15 15/(270+15+5)=0,052 Natimortalità 5/285=0,0175; 5/290=0,017 200 pecore e 5 arieti: · 180 pecore partoriscono; · 10 pecore abortiscono; · 5 agnelli morti nascita; · nascono 270 agnelli (150 femmine); · 8 agnelli muoiono tra il 2° e il 7° d; · 7 agnelli muoiono tra l’8° d e svezzamento; · 6 agnelle muoiono prima maturità sessuale; · la vita media è di 5 anni. Mortalità prenatale 15+5/290=0,052+0,017=0,069 Mortalità neonatale 8/270=0,03 Mortalità infantile 7/270=0,026 Mortalità giovanile 6/270=0,022 200 pecore e 5 arieti: · 180 pecore partoriscono; · 10 pecore abortiscono; · 5 agnelli morti nascita; · nascono 270 agnelli (150 femmine); · 8 agnelli muoiono tra il 2° e il 7° d; · 7 agnelli muoiono tra l’8° d e svezzamento; · 6 agnelle muoiono prima maturità sessuale; · la vita media è di 5 anni. Mortalità postnatale 8+7+6/270=0,03+0,026+0,022=0,078 Fertilità 180/200=0,9 Prolificità 270/180=1,5 200 pecore e 5 arieti: · 180 pecore partoriscono; · 10 pecore abortiscono; · 5 agnelli morti nascita; · nascono 270 agnelli (150 femmine); · 8 agnelli muoiono tra il 2° e il 7° d; · 7 agnelli muoiono tra l’8° d e svezzamento; · 6 agnelle muoiono prima maturità sessuale; · la vita media è di 5 anni. Fecondità 195/200=0,975 180+10+5 Rimonta femminile 200/5=40 Rimonta maschile 5/5=1 Mortalità postnatale 40+(40x0,078)=40+3,12=43 agnelle 43/0,9=48/1,5=32*2=64 0,9 Fertilità 1,5 Prolificità Rapporto sessi Malattie più comuni Malattie infettive Afta epizootica virale contagiosa abbattimento Brucellosi Brucella melitensis batterio Aborti 3-5 mese gestazione Latte escluso dal consumo Salmonellosi Salmonella abortus ovis Frequenza massima aborti 2°-3° mese gravidanza Pericolo uomo consumo carne e latte Pseudo-tubercolosi (linfoadenite caseosa) Ascessi sottocutanei Favorita da scarsa igiene e affezioni cutanee Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Malattie più comuni Malattie infettive Carbonchio ematico Bacillus anthracis pericolo (antrace) Allevamento brado e semibrado Agalassia contagiosa Mycoplasma agalacticae antibiotici Lesioni della mammella Enterotossine Clostridium A livello del tubo digerente Forme acute e forme ad evoluzione lenta Listeriosi Lysteria monocytogenes antibiotici e sulfamidici Periodo invernale primaverile Carico elevato – razione non bilanciata – alimenti deteriorati Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Altre malattie Diarrea neonatale Infezioni batteriche Predisponenti freddo umido – errori alimentari Pasteurellosi elevata morbilità in condizioni di scarsa igiene antibiotici e sulfamidici Mastiti stafilococcica – gangrenosa – agalassia contagiosa Igiene della mammella e isolamento animali infetti Tetania da pascolo Chetosi e acidosi ruminale (solo allevamenti intensivi) Tossicosi gravidica carenze energetiche a fine gravidanza Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Parassitosi Strongili gastrointestinali antielmintici 15 gg prima pascolo ed a fine pascolo Strongili polmonari Cestodi (tenie) tenicidi prima pascolo per evitare contaminazione terreni Fasciola hepatica ambienti umidi Coccidi andamento stagionale per animali al pascolo – diagnosi con esame feci – prevenzione disinfezione ricoveri – trattamenti sulfamidici, furanici, coccidiostatici e vitamine Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze TECNICHE DI CONDUZIONE Caratteristiche comportamentali delle pecore: - la pecora è un animale che ama vivere in gruppo Facili operazioni di movimento del gregge Non esiste, però, come per gli animali selvatici, un capogruppo, in quanto il primo che si muove viene seguito dagli altri. Per spostare e radunare il gregge ed anche per custodirlo è utile e comodo servirsi di un cane pastore. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze TECNICHE DI CONDUZIONE - Un buon cane da pastore riesce a compiere manovre incredibili e quasi impossibili per l’uomo (es. ricondurre nel gregge agnelli smarriti sulla cresta di un calanco impraticabile per l’uomo, trovare il gregge smarrito o fuori vista anche a distanza di qualche chilometro, o nella nebbia, o al buio, e così via), e in più può difendere il gregge dai ladri e dai cani randagi. Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze TECNICHE DI CONDUZIONE - pecora abitudinaria tende sempre a seguire gli stessi percorsi e gli stessi spostamenti facilita il compito all’allevatore Ha buona memoria ed impara anche facilmente nuove manovre Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Bisogna inoltre ricordare che: - pecora ruminante - «boli di rigurgito» - Come ruminante non possiede gli incisivi superiori - inferiori sono molto taglienti e servono per recidere l’erba anche molto in basso -rischio di scollettamento provocando l’impoverimento del pascolo - La capienza del rumine ovino è di circa 35 litri (180 per i bovini). Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Pascolo e pascolamento Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Il pascolamento Pascolamento più adeguato TURNATO Consumo rapido di ciascuna area 2-4 giorni Ritorno sulla superficie erba 8-10 cm (20-40 giorni) Definizione turno e carico bestiame produttività Misurazione attraverso zone di saggio (1-2 mq) Sperimentale pascolo diretto e stima quantità con indicatori e parallele prove di digeribilità Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Il pascolamento CRITERI DI PASCOLAMENTO • stagione di pascolamento • durata giornaliera del pascolamento (3-12 ore) • momenti della giornata (no umidi o assolati) Efficienza del rapporto pascolo-animale Rapporto tra quantità erba ingerita dagli animali e quella disponibile sul pascolo Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Il consumo volontario Quantità alimenti quantità erba disponibile ma anche da Consumo Volontario Appetibilità e Capacità ingestione Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Appetibilità Gusto Composto Reazione Classificazione Dolce Saccarosio Sensibilità Cervidi>bovini>caprini>ovini Salato NaCl Sensibilità Bovini>ovini>caprini=cervidi Tolleranza Ovini = caprini>cervidi>bovini Sensibilità Cervidi=bovini>caprini>ovini Tolleranza Cervidi>caprini>ovini=bovini Sensibilità Caprini>cervidi>ovini=bovini Tolleranza Caprini>cervidi>ovini=bovini Acido Amaro Ac. acetico OVINI gusto senso principale ma anche olfatto Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Capacità di ingestione Fattori di variabilità del livello di ingestione al pascolo Densità Qualità erba presente Altezza erba (7-8 cm) % Fibra Qualità erba % Lignificazione Indice di concentrazione Digeribilità Presenza essenze gradite Assenza essenze non gradite Colore Caratteri sensoriali Odore Sapore Tatto Capacità di ingestione Livello di ingestione volontario (L.I.) Alimenti L.I. (kg s.s. / q PV) Pascoli verdi e foraggi ottimi 5,0 Pascoli di media qualità – silomais ottimo – fieno ottimo 4,0 – 5,0 Pascoli e foraggi verdi qualità scadente – silomais medio – fieno medio – fieno-silo medio 2,5 – 4,0 Pascoli e foraggi verdi molto scadenti – fieni scadenti – insilati scadenti - paglie 1,7 – 2,5 Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Copertura fabbisogni in relazione a qualità pascolo e C.I. P.V. kg C.I. kg s.s. U.F. s.s. U.F. consumate Fabb. Manten. Deficit 30 0,90 35 0,32 0,46 0,14 50 0,45 0,01 65 0,58 - 35 0,37 50 0,52 - 65 0,68 - 35 0,42 50 0,60 - 65 0,78 - 35 0,47 50 0,67 - 65 0,87 - 35 0,52 50 0,75 35 40 45 50 1,05 1,20 1,35 1,50 0,49 0,53 0,57 0,62 0,12 0,11 0,10 0,10 Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze 65 0,97 - - - La pecora in quanto ruminante, incorre nel pericolo di meteorismo (o timpanismo) a volte anche mortale, nel caso di ingestione di leguminose verdi o bagnate (erba medica, trifoglio ladino). Occorre quindi evitare il pascolamento sui medicai. • pecora, come la gran parte degli animali, ha un buon fiuto, col quale sa riconoscere le altre pecore del gregge da eventuali pecore estranee, chi l’alleva e la propria prole. •riesce a vedere anche al buio e ciò favorisce il pascolamento notturno, molto conveniente d’estate Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze • pecora non sopporta il calore del sole estivo (in tal caso si protegge tenendo la testa all’ombra della pancia di un’altra pecora e tutte insieme stanno ammassate allo stesso modo) che, se prolungato, potrebbe anche procurarle dei gravi danni. • pecora resiste bene alle basse temperature e alle intemperie • occorre evitare correnti d’aria che potrebbero aversi all’interno dell’ovile polmoniti e blocchi digestivi soprattutto negli animali più giovani e più vecchi • evitare anche di pascolare in terreni malsani e con ristagni di acqua, per evitare malattie Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Longevità 13 anni Età produttiva (longevità funzionale) allev. stanziale 11-12 anni Allevamento pastorale arriva al massimo a 6 anni Montoni stanziale carriera di 10-11 anni pastorale soli 5 anni La pecora rifiuta le graminacee se troppo alte e dure Altezza ideale è sui 20 cm Normalmente sa distinguere le piante velenose o tossiche dalle altre, tuttavia è meglio evitare il pascolamento in terreni infestati dalle medesime (felci, equiseti, ecc.). Evitare pure il pascolamento nei frutteti e nei vigneti che siano stati trattati con anticrittogamici ed altre sostanze tossiche (tutti gli anni si registra una mortalità del 10% negli ovini allevati in pianura a causa di tali veleni, mentre un altro 10% muore di meteorismo provocato dal pascolamento in medicai) Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Riservare i terreni più comodi per almeno uno sfalcio d’erba, tanto da poter avere una sufficiente quantità di fieno a disposizione per il periodo invernale o in caso di necessità. Tempo di pascolamento varia stagioni e quantità erba Minimo di 3 ore in primavera Massimo di 8 ore in estate Pecora non beve molto necessario che abbia disposizione, soprattutto d’estate e dentro l’ovile sempre a Estate e con alimentazione secca il consumo idrico per capo adulto è di circa 5 litri al giorno Dip. Biotecnologie Agrarie – Sezione Scienze Animali – Università di Firenze Lettiera mantenuta pulita ed asciutta con aggiunta di paglia Distribuire nelle mangiatoie durante i periodi di pascolo verde (apporta cellulosa ed agisce da astringente) La lettiera va rimossa una volta all’anno Pecora sazia ferma e si corica riprendere pascolo dopo 1-2 ore