relazione rev04 - Home Valutazione degli effetti Ambientali

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relazione rev04 - Home Valutazione degli effetti Ambientali
REGIONE BASILICATA
PROVINCIA DI POTENZA
COMUNE DI POTENZA
relazione tecnica
contenente un aggiornamento delle informazioni di cui all'articolo 29_ter, commi 1 e 2 del D.
Lgs 152/06 riguardante i valori limite di monossido di carbonio applicati all’acciaieria di
siderpotenza
Potenza , 6 febbraio 2013
dr. Loris Bianco
Sommario
1.Stato autorizzativo di fatto ................................................................................................................3
2.Dati forniti dall’azienda in sede di richiesta di AIA .........................................................................4
3.Limiti prescritti negli allegati alla parte V del D. Lgs 152/2006 ......................................................4
4.Limiti adottabili in impianti simili ....................................................................................................5
5.limiti riportati nelle linee guida del comparto siderurgico................................................................5
6. Limiti riportati nelle linee guida in altri comparti............................................................................6
7.Limiti adottati in altri impianti nazionali ..........................................................................................6
8.Valori effettivi rilevati a camino (dati storici precedenti all’emanazione dell’AIA)........................7
9.valutazione delle ricadute conseguenti ad un diverso limite.............................................................7
10.Modifiche legate alla realizzazione di quanto previsto nella modifica sostanziale ........................8
11.descrizione delle principali caratteristiche dei processi produttivi, con l'indicazione della natura e
della quantità dei materiali impiegati.................................................................................................10
12.Conclusioni ...................................................................................................................................13
13. Scheda E rev 12 dd 13/02/2013…………………………………………………………………15
Aggiornamento informazioni AIA ex art. 29 _ter, commi 1, 2 D. Lgs 152/06
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1.Stato autorizzativo di fatto
La regione Basilicata ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi dell’art. 29quater, comma 11 del D. Lgs 152/06, alla società Ferriere Nord spa per l’esercizio dell’impianto
denominato Siderpotenza con delibera n° 176 del 22 febbraio 2012.
Il provvedimento di AIA all’appendice 4 (quadro delle emissioni in atmosfera) riporta alla tabella 1
(pag. 89/93) il quadro delle emissioni in atmosfera per l’impianto esistente, alla tabella 2 (pag.
90/93) quello riferito al termine della fase 3 ed alla tabella 4 (pag. 91/93) quello riferito al termine
della fase 5.
I valori limite previsti per il CO sono quelli di seguito riportati.
Valore limite CO
(monossido di
carbonio) mg/Nmc
E1
E2
E6
Tab. 1: Valori attuali
Tab. 2: Alla fine della
fase 3
100
100
Camino non esistente
Tab. 3: Alla fine della
fase 5
Emissione non prevista Emissione non prevista
100
100
100
100
Successivamente all’atto autorizzativo dd 22/02/2012, Ferriere Nord Spa con comunicazione di
modifica non sostanziale dd 3/12/2012, ratificata con nota del 24-01-2013 prot. n° 0014349/75AB
del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, mantenendo invariata la emissione potenziale
complessiva dell’impianto, ha modificato l’assetto emissivo durante le fasi 3, 4, 5 portando i camini
da due (E2, E6) ad un unico camino.
Portata nel punto
di emissione E1
[m3/h]
Portata nel punto
di emissione E2
[m3/h]
Portata nel punto
di emissione E6
[m3/h]
Portata totale
ATTUALE
320.000
450.000
-
770.000
FASE 1
320.000
450.000
-
770.000
FASE 2
320.000
450.000
-
770.000
FASE 3
-
-
1.250.000
1.250.000
FASE 4
-
-
1.250.000
1.250.000
FASE 5
-
-
1.720.000
1.720.000
[m3/h]
Riepilogo delle portate previste in AIA. In grigio le portate modificate con comunicazione di modifica non
sostanziale dd 3/12/2012 ratificata con nota del 24-01-2013 prot.n° 0014349/75AB del Dipartimento
Ambiente della Regione Basilicata.
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2.Dati forniti dall’azienda in sede di richiesta di AIA
A pagina 93 di 93 dell’AIA, alle note delle tabelle, si precisa che la tipologia degli inquinanti ed i
relativi valori limite di emissione che il gestore è tenuto a rispettare tengono conto di quanto
comunicato dalla stessa ditta in sede di presentazione dell’istanza di Autorizzazione Integrata
Ambientale, dei limiti prescritti negli allegati alla parte V del D. Lgs 152/2006, dei limiti adottati in
impianti simili e di quelli riportati nelle linee guida del comparto siderurgico.
Nella relazione tecnica in allegato 1 alla domanda di Autorizzazione Integrata presentata da Ferriere
Nord Spa alla regione Basilicata nel 2006, il parametro CO viene previsto nel piano di
monitoraggio al capitolo 10.1 (Controllo delle emissioni in aria) senza tuttavia indicare ipotesi di
valori limite. La scheda E allegata alla domanda iniziale di AIA non riportava valori di CO per i
camini E1, E2 o E6.
I valori limite di CO attualmente in vigore non risultano quindi da una proposta della ditta Ferriere
Nord Spa.
3.Limiti prescritti negli allegati alla parte V del D. Lgs 152/2006
Il D. Lgs 152/06 prevede nei suoi allegati alla parte quinta alcuni riferimenti utili per la
determinazione dei valori limite delle singole sostanze. L’allegato 1, alla parte seconda, punto 3
(Sostanze inorganiche che si presentano prevalentemente sotto forma di gas o vapore) presenta i
seguenti limiti per le diverse classi di pericolosità.
Sostanze
Classe I
Classe II
Classe III
Classe IV
Classe V
- Clorocianuro
- Fosfina
- Fosgene
- Acido cianidrico
- Bromo e suoi composti, espressi come acido
bromidrico
- Cloro
- Fluoro e suoi composti, espressi come acido
fluoridrico
- Idrogeno solforato
- Composti inorganici del cloro sotto forma di gas
o vapore, esclusi clorocianuro e fosgene,
espressi come acido cloridrico.
- Ammoniaca
- Ossidi di azoto (monossido e biossido), espressi
Valore
emissione
1 mg/Nm3
di
5 mg/Nm3
30 mg/Nm3
250 mg/Nm3
500 mg/Nm3
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come biossido di azoto
- Ossidi di zolfo (biossido e triossido), espressi
come biossido di zolfo
In tale elenco non è riportato il monossido di carbonio. Oltreciò è necessario evidenziare che il
valore limite applicato in AIA è compreso fra quelli applicati per i composti inorganici del cloro
(classe III) e quello dell’ammoniaca (classe IV).
Alla parte terza dell’allegato 1 sono riportati i valori di emissione per specifiche tipologie di
impianti. Alla tipologia 16 “Impianti per la produzione d'acciaio per mezzo di convertitori, forni ad
arco elettrici, e forni di fusione sotto vuoto” relativamente al CO non viene posto alcun valore
definito ma viene solo indicato “Negli impianti per fusione ad eccezione dei forni ad arco e nei
convertitori l'effluente gassoso deve essere riutilizzato, per quanto possibile, o combusto”.
4.Limiti adottabili in impianti simili
La categoria 16 (parte terza dell’allegato 1 alla parte quinta del D. Lgs 152/06) è sicuramente
quella specifica per il forno elettrico di Siderpotenza. Considerando una tipologia similare, la 17
“Fonderie di ghisa, d'acciaio” si trovano valori molto superiori a quanto riportato in AIA. Viene
infatti riportato “1.000 mg/Nm3 per i cubilotti a vento caldo dotati di recuperatore”.
All’allegato II alla parte quinta, parte II, sezione 7, laddove vengono trattati i grandi impianti di
combustione, sono riportati i valori di riferimento per gli impianti di potenza termica nominale pari
o superiore a 50 MW e viene indicato un limite di 250 mg/Nmc addirittura con la nota che
“L'autorità competente può fissare, per particolari situazioni impiantistiche, un valore limite di
emissione maggiore del valore di emissione sopra indicato”
5.limiti riportati nelle linee guida del comparto siderurgico
L’autorizzazione integrata di Potenza è stata emessa con riferimento alle BAT italiane contenute nel
DM 31 gennaio 2005 (emanazione di linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle
migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell’allegato I del decreto legislativo 4 agosto
1999, n° 372). Il decreto al paragrafo 6.3.1, laddove affronta il controllo delle emissioni in aria in
siderurgia, al capitolo acciaieria elettrica, prevede il monitoraggio del CO con frequenza annuale
(carica-fusione-spillaggio EAF). Il decreto non riporta valori di riferimento.
Il BREF (2001) da cui sono state tratte le indicazioni del DM 31 gennaio 2005, al capitolo 9, pagina
281 riportano valori variabili da 740 a 3900 g riferiti ad un flusso di 8000 Nmc. Fatti i dovuti
calcoli il valore ricavabile è variabile da 92 a 487 mg/Nmc.
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Il BREF di recente emanazione (2012) a pagina 429 riporta valori variabili da 50 a 4500 g riferiti a
8000-10000 Nmc. In tal modo i valori ricavabili di riferimento sono variabili da 5 a 562 mg/Nmc.
Alla tabella 8.3, dopo il sistema di abbattimento il livello di CO è stimato variabile da 88 a 256
mg/Nmc. Non viene affrontato nello specifico il controllo del CO ed il suo valore limite.
Le BAT conclusions del 28 febbraio 2012 (pag. 96, BAT n° 88) non riportano valori di riferimento
per il CO, vengono considerati solo polveri totali, mercurio e diossine.
Ciò che emerge dai report sulle migliori tecnologie applicabili a livello italiano ed europeo è quindi
che i valori di CO sono estremamente variabili non solo in base alle tipologie impiantistiche ma
anche nel corso della singola colata.
6. Limiti riportati nelle linee guida in altri comparti
Il BREF di una attività siderurgica quale la fonderia che in parte utilizza tecnologie comparabili a
quelle della acciaieria (Reference Document on Best Available Techniques in the Smitheries and
Foundries Industry May 2005) a pagina 317 riporta nella tabella 5.3 “Emissions to air associated
with the use of BAT for the EAF melting of ferrous metals” un valore di CO pari a 200 mg/Nmc.
Nelle BAT italiane (DM 31/01/2005) tratte dal BREF, al capitolo relativo alle fonderie (pag. 349)
vengono riportati i limiti per le emissioni per diverse tipologie di forni usati in fonderia. Fra le
diverse tipologie (assieme a cubilotti ed altro) vi è anche la tipologia “fusione di acciaio e ghisa al
forno elettrico ad arco” con un limite per il CO di 200 mg/nmc.
Le fonderie, rispetto alle acciaierie, hanno dimensioni decisamente più ridotte con un quantitativo di
emissioni limitato che ne permettono un migliore controllo dei parametri.
7.Limiti adottati in altri impianti nazionali
Da una ricognizione sulle AIA disponibili in rete, seppure alcune regioni o provincie (Toscana,
Lombardia, Liguria, Veneto, etc) non abbiano reso disponibili i dati sul WEB è comunque possibile
tracciare un quadro riepilogativo della situazione italiana.
Impianto
Cogne acciai speciali
Acciaierie Valbruna
Acciaierie Beltrame
Lucchini
Acciaierie Valsugana
ABS
Ferriere Nord spa
collocazione
Aosta, Val d’Aosta
Bolzano, Trentino Alto Adige
San Didero, Torino, Piemonte
Trieste, Friuli Venezia Giulia
Trento, Trentino Alto Adige
Cargnacco
Udine,
Friuli
Venezia Giulia
Osoppo Udine, Friuli Venezia
Limite
Nessun limite sul CO
Nessun limite sul CO
Nessun limite sul CO
Nessun limite sul CO
3000 mg/Nmc
200 mg/Nmc
200 mg/Nmc
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Nunki Steel
Acciaieria fonderia Cividale
Giulia
S. Giorgio Udine, Friuli 200 mg/Nmc
Venezia Giulia
Cividale, Udine, Friuli Venezia 200 mg/Nmc
Giulia
I risultati della ricerca evidenziano l’estrema variabilità dei valori limite applicati.
8.Valori effettivi rilevati a camino (dati storici precedenti
all’emanazione dell’AIA)
CO mg/Nmc
Novembre 2008
Luglio 2009
Settembre 2009
Luglio 2010
Ottobre 2010
Maggio 2011
Settembre 2011
Camino E1
79,00
68,33
33,42
62,00
55,33
38,67
23,00
Camino E2
44,33
180,33
20,76
331,33
293,33
242,33
231,67
La valutazione dei dati storici degli ultimi anni precedenti all’emissione dell’AIA evidenzia come il
camino E1 soddisfa pienamente il limite attuale di 100 mg/Nmc, mentre il camino E2, nonostante il
flusso finale risulti in entrambi i casi dalla miscelazione di emissioni dirette e di captazioni alla
cappa, in gran parte dei casi non soddisfa i valori limite fissati. Successivamente all’attuazione della
fase 3 con l’adozione di un unico punto di emissione, i valori saranno mediati e nel complesso
assumeranno valori inferiori a quanto oggi presente nel punto di emissione E2, tuttavia
probabilmente superiore a 100 mg/Nmc.
9.valutazione delle ricadute conseguenti ad un diverso limite
Lo studio di valutazione della dispersione degli inquinanti predisposto dalla Eurofins - Programma
Ambiente di Padova è redatto in risposta alla prescrizione 46 dell’AIA ed è stato inviato a Regione
ed ARPA nel corso del mese di agosto 2012. Lo studio ha evidenziato come applicando una
emissione pari al limite autorizzativo attuale per ogni punto, i valori più elevati di concentrazione di
CO al suolo si mantengono al di sotto del 2,4% del limite giornaliero di 10 mg/mc (massimo
giornaliero della media mobile di 8 ore) previsto dal D. Lgs 155/2010. Tale valore contempla
chiaramente anche le emissioni del laminatoio, tuttavia supponendo cautelativamente una
triplicazione del limite da 100 a 300 mg/Nmc su tutte le emissioni, i valori al suolo risultano pari al
7,2% del limite, con ampio margine di sicurezza per la salute umana. Nella integrazione alla
relazione tecnica “previsione di dispersione in atmosfera degli inquinanti emessi da fonti
stazionarie- Monossido di Carbonio” allegata e specificatamente redatta ai fini della presente
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modifica sostanziale relativamente al camino E6 (a completa sostituzione di E1 ed E2) viene
evidenziato che con una emissione a camino pari a 280 mg/Nmc di CO non si osservano
superamenti dei limiti di legge per l’esposizione della popolazione, nonostante si sia supposto ai fini
dei calcoli un valore delle emissioni costantemente al limite durante tutto l’arco dell’anno. I valori
più elevati di concentrazione si mantengono al di sotto del 8.7% del limite giornaliero, per le zone
localizzate nell’area industriale in considerazione. Per le aree abitate più vicine (villaggio
Bucaletto) i valori massimi dell’anno sono inferiori al 5% del limite.
10.Modifiche legate alla realizzazione di quanto previsto nella
modifica sostanziale
10.1.
Modifiche a carico del sistema aziendale di scarico delle acque reflue
Non sono previste modifiche del sistema aziendale di scarico delle acque reflue.
10.2.
Modifiche a carico del sistema aziendale di approvvigionamento idrico
Non sono previste modifiche del sistema aziendale di approvvigionamento idrico.
10.2. Modifiche a carico delle emissioni in atmosfera e degli impianti tributari dei camini
L’impianto di captazione ed abbattimento dei fumi di acciaieria non subirà variazioni rispetto a
quanto già comunicato come modifica non sostanziale con nota dd 3/12/2012 ratificata con nota del
24-01-2013 prot.n° 0014349/75AB del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata. La
modifica riguarda unicamente il limite emissivo autorizzato.
10.4. Presenza di eventuali punti di accumulo rifiuti o modifica a quelli esistenti.
Non sono previsti punti di accumulo dei rifiuti o depositi temporanei degli stessi diversi da quelli
già esistenti.
10.5. Presenza di sorgenti significative di rumore e misure di contenimento
Non sono previste modifiche nel clima acustico.
10.6. Presenza ed eventuale descrizione di eventuali attività che possono portare a contaminazione
significativa del suolo o della falda e misure di prevenzione e contenimento.
Non ci sono variazioni rispetto all’attuale.
10.7. Modifiche o nuova realizzazione a carico di punti e depositi previsti in AIA (stoccaggio,
deposito oli, depositi materia prima, etc)
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Non ci sono variazioni rispetto agli stoccaggi e/o depositi previsti in AIA.
10.8. Modifiche a carico delle potenzialità produttive degli impianti aziendali IPPC (Acciaieria,
laminatoio).
L’impianto non altera le potenzialità produttive degli impianti aziendali IPPC.
10.9. Modifiche ai sistemi di rilevamento (contatori, misuratori, etc) rilevanti in AIA o alla rete
aziendale piezometrica.
Non sono previste modifiche ai sistemi di rilevamento rispetto a quanto descritto in AIA. Modalità e
tempistiche di installazione non variano. Verrà implementato il sistema interno di monitoraggio del
CO e proposto un monitoraggio presso i recettori.
10.10. Modifica alle attività di rilevamento radiometrico
Non sono previste modifiche alle attività di rilevamento radiometrico.
10.11. Presenza di attività che possono generare imbrattamento delle aree circostanti e descrizione
delle eventuali misure di mitigazione e correzione.
Non sono previste attività che possono generare imbrattamento delle aree circostanti.
10.12. Modifica alla gestione di registri, registrazioni e modalità operative e manutentive e di
controllo previste in AIA
Non sono previste modifiche
10.13. Modifiche significative relative alla produzione e gestione dell’energia
Non sono previste modifiche
10.14. Modifiche che comportano o possono comportare variazioni alle prescrizioni previste
nell’ambito del rischio di incidente rilevante ex D. Lgs 334/99.
Non sono previste modifiche
10.15. Modifica alle attività aziendali di produzione, gestione, trattamento e conferimento dei
rifiuti.
Non vengono modificate le procedure di gestione dei rifiuti attualmente in uso.
10.16. Modifica alle attività svolte precedentemente nell’area
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Non ci sono variazioni nelle attività svolte nell’area.
10.17. Acquisizioni ed espansioni di aree e fabbricati
Non sono previste modifiche relative alla modifica oggetto della presente.
10.18. Adozione di nuovi e diversi materiali pericolosi
Non sono previsti utilizzi di nuovi e diversi materiali pericolosi.
10.19. Modifiche a quanto previsto dal documento di AIA decreto Regione FVG 1579 AL10-UDAIA-6 dd 6/7/2010 non previste dai precedenti punti.
Non sono previste modifiche
11.descrizione delle principali caratteristiche dei processi
produttivi, con l'indicazione della natura e della quantità dei
materiali impiegati
L’attività oggetto del presente studio non comporta variazioni dei processi produttivi e dei materiali
e delle quantità impiegate. Di seguito viene riportata una descrizione sintetica delle metodologie
operative strettamente legate alla attività del forno elettrico ad arco che genera le emissioni oggetto
delal proposta di variazione.
11.1 Carica del forno fusorio
Le materie prime di carica quali il rottame, l’eventuale ghisa e il preridotto, vengono usualmente
trasferiti nelle ceste di carica a fondo apribile secondo un mix riconducibile alla tipologia
dell’acciaio da produrre.
In alcuni casi nella cesta si aggiungono altri prodotti quali il carbone in pezzatura e gli additivi
scorificanti. Questi materiali se granulometricamente fini vengono insufflati mediante iniezione
diretta con lancia all’interfaccia scoria acciaio liquido.
Le ceste, dal parco rottame alla zona di carica forno, sono movimentate prima con carrelli su rotaia
per il trasferimento ad un’altra campata del capannone, dopo sollevate con gru e trasferite in forno
EAF.
La carica avviene dopo che al forno è stata tolta tensione, gli elettrodi sono stati sollevati e la volta è
stata aperta. A questo punto è possibile effettuare l’introduzione in forno del contenuto della cesta
attraverso l’apertura del fondo mobile tramite l’ausilio di un carroponte.
Questa operazione si ripete normalmente da tre a cinque volte per ogni ciclo di colata con un peso
delle cariche decrescente. Tali operazioni durano indicativamente da 1 a 3 minuti cadauna.
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11.2 Fusione in EAF dell’acciaio
La fase di fusione del rottame avviene tramite la somministrazione di energia con i seguenti sistemi:
-Energia generata dall’arco elettrico degli elettrodi di grafite nel momento in cui chiudono il
circuito elettrico;
-Energia generata da bruciatori alimentati da combustibili gassosi posizionati sulla parete del forno;
-Energia proveniente dalla ossidazione di alcuni elementi chimici presenti nel bagno ad opera dell’
ossigeno iniettato mediante apposite lance
L’operazione principale condotta nel forno fusorio è la fusione della carica metallica mentre la fase
di affinazione dell’acciaio viene effettuata successivamente nel forno siviera (LF). La capacità del
forno fusorio è di 80 ton nominali di acciaio liquido spillato e l’intero ciclo di colata varia da 45 a
60 minuti a seconda della tipologia produttiva dell’acciaio. L’isolamento termico del forno è
assicurato da refrattari magnesiaci. In EAF è presente anche un piccolo quantitativo di dolomite in
quanto essa viene applicata come materiale refrattario della porta di scorifica.
11.3 Scorifica e spillaggio
La scoria prodotta che si trova sul metallo liquido viene in parte tolta alla fine della fusione e prima
dello spillaggio. Il forno viene inclinato verso la porta di scorifica e la scoria defluisce
naturalmente, cadendo in una paiola posta ad un livello inferiore rispetto al forno da dove viene
rimossa periodicamente con gru di sollevamento.
Una volta portato l’acciaio liquido contenuto nel forno alla temperatura ed alle caratteristiche
volute, si passa alla fase di spillaggio, che avviene inclinando il forno dalla parte opposta alla porta
di scorifica e versando l’acciaio liquido attraverso un foro di colata (EBT) nella siviera sottostante
già a temperatura idonea per ricevere il bagno fusorio.
Nelle operazioni di scorifica e spillaggio si sviluppano delle emissioni di polveri secondarie la cui
captazione è presidiata dall’impianto di aspirazione del forno dei fumi secondari (cappa). La scoria,
è un composto di ossidi di ferro, calcio, silicio, magnesio, alluminio e manganese. I primi tre
costituiscono complessivamente circa l’80% della composizione chimica di questo sottoprodotto
della produzione di acciaio.
A raffreddamento avvenuto la scoria EAF viene inviata all’impianto di frantumazione e vagliatura
dove ha inizio il ciclo produttivo della granella. Il totale della scoria prodotta durante tutto il
processo (Fusione in EAF e metallurgia secondaria) si aggira tra il 12% ed il 18% dell’acciaio
spillato; di questa circa il 90%, pari approssimativamente a 12 ton scoria/colata, è quella prodotta
direttamente al forno EAF, mentre la rimanente parte, pari a circa 1 ton scoria/colata, è quella che
proviene dalla metallurgia secondaria.
11.4 Metallurgia secondaria in forni di affinazione
L’acciaio liquido ottenuto dal forno fusorio viene affinato in un unico forno siviera (LF) al fine di
conferire al prodotto le caratteristiche e la composizione desiderate.
Il trattamento in forno siviera è di breve durata (circa 30 minuti) e vi vengono eseguite le seguenti
operazioni:
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-Aggiunta di carbone, calce e ferroleghe per raggiungere la composizione chimica dell’acciaio.
-Insufflaggio di azoto/argon per l’omogeneizzazione chimica e termica del bagno.
Nel forno siviera vengono utilizzati additivi quali ferroleghe e scorificanti.
Alla fine del ciclo sulla scoria che ricopre il bagno liquido viene messa una polvere di copertura
termicamente isolante.
Al termine dei trattamenti di metallurgia secondaria l’acciaio è pronto per essere colato in colata
continua, per la produzione di billette.
I fenomeni emissivi dovuti alle reazioni che avvengono nel forno siviera sono di minore entità e
circoscritti rispetto a quelli del forno fusorio. Per questo il forno siviera è dotato di un sistema di
aspirazione direttamente posto sulla volta del forno per la captazione dei fumi che si sviluppano
dalle reazioni metallurgiche. L’aspirazione dei fumi viene convogliata all’impianto fumi del forno
fusorio.
11.5 Trattamento delle emissioni e convogliamento a camino E1 (emissioni primarie) Situazione
attuale
L’aspirazione diretta dal EAF avviene dal quarto foro della volta. Immediatamente dopo il forno è
poi presente una camera di calma detta “sacca polveri” con volume pari a 85 mc che raccoglie il
materiale più grossolano e pesante che si deposita per gravità in una tramoggia basale (rifiuto CER
100207*). Il flusso delle polveri in uscita da questa camera di calma viene poi raffreddato attraverso
4 settori di air cooler ognuno dotato di 8 ventilatori. Dal sistema di raffreddamento le aspirazioni
passano attraverso un sistema di abbattimento delle polveri a secco dotato di maniche filtranti che
operano in depressione. Ognuno dei due gruppi (FL1, FL2) di settori di maniche è dotato di una
superficie filtrante pari a circa 1764 m2. Le polveri abbattute vengono direttamente conferite ad
aziende autorizzate. L’aspirazione viene garantita da due ventilatori (V1, V2) posti ai piedi del
camino. Le emissioni dal camino vengono monitorate tre volte l’anno per i parametri fissati ai fini
della dichiarazione INES. Il sistema è dotato di un by-pass con ventilatore booster fra il sistema
delle emissioni primarie e quello delle secondarie in grado di ridistribuire il carico. In tal modo si
attua un raffreddamento ed un minor carico di polveri delle emissioni primarie garantendo una
maggiore durata delle maniche ed una maggiore efficacia dell’azione filtrante.
11.6 Trattamento delle emissioni e convogliamento a camino E2 (emissioni secondarie) Situazione
attuale
Le emissioni diffuse che si alzano dal EAF in occasione dell’apertura della volta sono aspirate
tramite una cappa nella parte alta del capannone. Nel corso del suo tragitto il condotto raccoglie le
emissioni del forno LF, dopo che queste sono state rilanciate da un booster, per arrivare infine al
sistema di abbattimento. Il sistema di abbattimento delle polveri è a secco e dotato di maniche
filtranti che operano in depressione. Sono presenti sei settori di maniche che complessivamente
sono dotati di una superficie filtrante pari a circa 4885 m2. L’aspirazione viene garantita da due
ventilatori (V3, V4) posti ai piedi del camino. Il sistema è dotato di un by-pass fra il sistema delle
emissioni primarie e quello delle secondarie in grado di ridistribuire il carico. In tal modo si attua un
raffreddamento ed un minor carico di polveri delle emissioni primarie garantendo una maggiore
durata delle maniche ed una maggiore efficacia dell’azione filtrante.
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11.7 Trattamento delle emissioni e convogliamento a camino E6 (emissioni primarie e secondarie)
Situazione da realizzare
L’aspirazione diretta dal EAF (emissioni primarie) avviene dal quarto foro della volta.
Immediatamente dopo il forno è poi presente una camera di calma detta “sacca polveri” che
raccoglie il materiale più grossolano e pesante che si deposita per gravità in una tramoggia basale
(rifiuto CER 100207*). Il flusso delle polveri in uscita da questa camera di calma viene poi
raffreddato attraverso 4 settori di air cooler ognuno dotato di 8 ventilatori.
L’aspirazione delle emissioni diffuse (emissioni secondarie) che si alzano dal EAF in occasione
dell’apertura della volta avviene tramite una cappa nella parte alta del capannone. Nel corso del suo
tragitto il condotto raccoglie le emissioni del forno LF, dopo che queste sono state rilanciate da un
booster, verso il sistema di abbattimento.
Il sistema di condotte unisce le emissioni primarie e le secondarie. In tal modo si attua un
raffreddamento ed un minor carico di polveri delle emissioni primarie garantendo una maggiore
durata delle maniche ed una maggiore efficacia dell’azione filtrante.
L’impianto di abbattimento consta di :
un filtro a maniche di una superficie filtrante pari a circa13500 mq;
un camino unico di 36 metri di altezza e di 6300 mm di diametro;
due ventilatori che garantiranno una portata massima complessiva pari a 1.250.000 nella
fase 3, incrementabile a 1.720.000 m^3/h nella fase 5.
Le polveri abbattute vengono direttamente conferite ad aziende autorizzate.
La realizzazione del camino E6 è stata oggetto di comunicazione di modifica non sostanziale dd
3/12/2012, ratificata con nota del 24.01-2013 prot.n°0014349/75AB del Dipartimento Ambiente
della Regione Basilicata.
12.Conclusioni
I limiti prescritti negli allegati alla parte V del D. Lgs 152/2006 non prevedono valori di riferimento
per il monossido di carbonio come pure non ve ne è traccia nelle linee guida italiane del comparto
siderurgico e nelle BAT conclusions che corrisponde al documento tecnico normativo di riferimento
per la stesura delle nuove AIA. In effetti molti impianti, dalle notizie disponibili pubblicamente
sulla rete WEB non sembrano essere stati dotati di limiti per l’emissione di CO, pur essendo talvolta
ugualmente assoggettati all’obbligo del suo monitoraggio.
Nel caso si ritenga necessario applicare un limite, esso può essere ricavato da una lettura congiunta
degli allegati alla parte quinta del D. Lgs 152/06 e dal documento BREF da cui le BAT conclusions
sono state ricavate.
L’allegato 1 (parte seconda) alla parte V del D. Lgs 152/2006 non riporta il monossido di carbonio
ed alla classe IV riporta unicamente l’ammoniaca. La pericolosità del monossido di carbonio
rispetto a quella dell’ammoniaca è valutabile attraverso l’analisi dei valori limite di esposizione
della ACGIH così come resi disponibili nel Supplemento al "Giornale degli Igienisti Industriali",
suppl. al vol. 2 _ n. 2, Aprile 2011, edito dall'AIDII _ Associazione Italiana degli Igienisti
Industriali.
Aggiornamento informazioni AIA ex art. 29 _ter, commi 1, 2 D. Lgs 152/06
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Nell’elenco ACGIH il TWA per il CO è fissato a 28,6 mg/mc mentre quello riferito all’ammoniaca
è indicato a 17 mg/mc. Ciò porterebbe a concludere che il valore limite fissabile in emissione al
camino per il CO dovrebbe essere superiore a quello proprio dell’ammoniaca e quindi superiore a
250 mg/Nmc.
Il BREF 2012 che costituisce il riferimento per le migliori tecnologie attualmente applicabili
prevede valori di CO in emissione oscillanti fra 5 e 562 mg/Nmc. L’emissione media di CO del
processo di fusione in EAF può pertanto essere considerata la media di tali valori ed approssimabile
a 280 mg/Nmc.
Aggiornamento informazioni AIA ex art. 29 _ter, commi 1, 2 D. Lgs 152/06
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