Gratis - SWISSLIFE Magazin

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Gratis - SWISSLIFE Magazin
SWISSLIFE
7° anno // Numero 2 // CHF 0.00
Estate 2016 //
Gratis
«Vuoi ancora una rondella di salsiccia?» Tutti probabilmente si sono
sentiti rivolgere questa domanda quando sono andati con la mamma in
macelleria. La «rondella», tuttavia, non era gratuita – veniva offerta
con l’acquisto di carne. E spesso questa tattica del salame del macellaio
ha avuto successo: molti hanno conosciuto così la salsiccia.
Editoriale // 3
Buongiorno
Si dice comunemente che ciò che non costa nulla,
non valga nulla.
Davvero?
A parte il fatto che alla fine dei conti c’è sempre qualcuno
che in qualche modo paga, non importa se gratis, in omaggio,
senza compenso, senza costi o regalato: spesso ciò che
è gratuito vale di più di un servizio pagato a caro prezzo.
Ivo Furrer
CEO Swiss Life Svizzera
Basti pensare agli innumerevoli familiari che senza fare
tante storie e senza lamentarsi curano i membri più anziani
della famiglia – felice il Paese che può e vuole ancora per­
metterselo. Per non parlare di tutti quei volontari che in
Svizzera si occupano di tutto il possibile: la manutenzione
dei sentieri per le escursioni, l’organizzazione di feste
piccole e grandi, le giornate ecologiche del ruscello di paese,
il volontariato come conducenti tassisti per persone con
handicap o nelle associazioni sportive locali. Le energie,
le iniziative e l’impegno profusi sono tanto ammirevoli
quanto meritevoli di gratitudine.
Tutti coloro impegnati nel volontariato forniscono un
contributo al bene comune e alla nostra pacifica convivenza,
mai apprezzato pienamente. Questo lavoro gratuito for­
nisce, inoltre, un grande contributo perché ci ritroviamo
sempre in comunità che hanno un traguardo comune,
lontano dalla mentalità del profitto e della massimizzazione
dell’utile.
Mi compiaccio insieme a voi di questo tipo di gratuità,
questo servizio alla collettività – e vi auguro una rilassante
lettura del nostro numero estivo.
SWISSLIFE Estate 2016
6
15
16
Photo Selection:
WC, gratuito
La collezione di Marco Volkens dei «posticini»
svizzeri è nata col tempo grazie a scoperte del
tutto casuali, spesso nei posti più impensabili,
e alle prime riprese.
Perché collabora gratuitamente,
Hansueli Weibel?
Questionario:
Giorni senza
soldi a Basilea
Storia di copertina:
Quei posticini, ritirate tranquille.
Da anni il fotografo Marco Volken si
dedica a quelle costruzioni tanto stra­
vaganti quanto anonime nel nulla
svizzero, che chiama «ritirate tranquille».
Il suo omonimo volume illustrato
contiene riprese di una bellezza moz­
zafiato – da pagina 6.
Michael Hugentobler ha provato a tirare a
campare senza soldi e senza lavoro. Anche il
suo orgoglio gli si è messo contro alla ricerca
di qualcosa di commestibile.
24
Mix di numeri:
Non pagato batte pagato
Nulla è gratuito. Chi deve arrabattarsi
senza soldi deve rispondere a due doman­
de. Prima domanda: Dove trovo qualcosa
da mangiare? E seconda domanda: Dove
pernotto? Solo soddisfare queste esigenze
primarie comporta molto impegno e so­
prattutto è anche umiliante e frustrante,
come potete leggere da pagina 16.
Responsabilità generale: Swiss Life, Comunicazione Svizzera, Martin Läderach Commissione redazionale: Ivo Furrer, René Aebischer, Thomas Bahc, Monika Behr,
Elke Guhl, Christian Pfister, Hans­Jakob Stahel, Paul Weibel Responsabile della redazione UPDATE: Dajan Roman Indirizzo della redazione: Rivista SWISSLIFE,
Public Relations, General­Guisan­Quai 40, 8022 Zurigo, [email protected] Responsabile del progetto: Mediaform | Christoph Grenacher, Ittenthal / Zurigo
Ideazione e progettazione: Agenzia pubblicitaria Festland, San Gallo / Zurigo Traduzione: Swiss Life Language Services Stampa e spedizione: medienwerkstatt ag, Sulgen;
stampato su carta FSC Cambiamenti d’indirizzo e ordinazioni: Rivista SWISSLIFE, General­Guisan­Quai 40, 8022 Zurigo, [email protected] Tiratura: 115 000
Pubblicazione: 3 volte l'anno; primavera, estate, autunno. Avviso legale: le informazioni relative a servizi e prodotti contenute nella presente pubblicazione non
costituiscono un’offerta in termini giuridici. Non viene tenuta alcuna corrispondenza in merito a concorsi. È escluso il ricorso alle vie legali. ISSN 1664­5588
La rivista SWISSLIFE è una lettura interessante, ma non obbligatoria. Se in futuro volete rinunciarci,
potete comunicarcelo con l’invio gratuito della cartolina­risposta in fondo alla rivista.
Contenuto // 5
27
«Apprendisti pensionati» significa
vivere per un determinato periodo
insieme a pensionati per sperimentare
in modo reale la terza fase della vita
o partecipare a un evento di «Appren­
disti pensionati» come per esempio
a quello di Lotti Luraschi di 81 anni
(immagine). Cosa significa, lo potete
scoprire da pagina 30.
Avete voglia di un abbraccio?
Wolfgang Weber, di statura alta, offre
insieme ad altri free hugger abbracci
in strada. I passanti decidono se
accettarli. Wolfgang Weber non sta
lì a braccia spalancate per non
assillare nessuno, come potete
leggere da pagina 42.
40
42
Pensaci, ora tocca a te.
La speranza di vita aumenta, così come la
qualità della vita. Ma come ci si sente a essere
un giovane vecchio? Chi lo vuole sapere legge
«Pensaci, ora tocca a te» o visita «Apprendisti
pensionati».
Tour de Suisse:
A Swiss Life:
Nel regno dell’invisibile
Wolfgang Weber
Nel suo tempo libero Wolfgang Weber non
conosce timori. Il fondatore del «Free Hugs
Network Svizzera» offre nelle strade animate
un abbraccio a persone perfettamente scono­
sciute. Gratuitamente.
49
Un mazzolin di fiori:
51
Prototipi:
Buono e gratuito
52
Concorso:
Avete un’incontenibile voglia di vincere?
54
2066:
Acetosa
Fine della scarsità
SWISSLIFE on-line:
www.swisslife.ch/rivista, disponibile
anche come app per tablet e smartphone
su Google Play e nell’App Store
SWISSLIFE Estate 2016
6 // Photo Selection
Gratis
in quel
posticino
Questa serie di immagini del fotografo Marco Volken non è
intenzionale, ma il risultato di casuali scoperte in piena natura.
La conclusione: l’architettura delle piccole cose gode
di molta libertà. Ogni «posticino» è un gioco d’equilibrio
tra utilità, scherzo, dignità, intimità e bricolage.
Pagina precedente: Chorntal | 431 s.l.m. | Gipf­Oberfrick AG
Sopra: Wildstrubelhütte | 2783 s.l.m. | Lenk BE
Sotto: Bivouac du Dolent/La Maye| 2665 s.l.m. | Orsières VS
Photo Selection // 9
Roslenalp/Oberalp| 1762 s.l.m. | Sennwald SG
SWISSLIFE Estate 2016
Voralphütte | 2124 s.l.m. | Göschenen UR
Photo Selection // 11
SWISSLIFE Estate 2016
Chamanna Georgy | 3175 s.l.m. | Pontresina GR
Photo Selection // 13
Sopra: Streccia | 637 s.l.m. | Terre di Pedemonte TI
Sotto: Refuge du Bois des Brigands | 849 s.l.m. | Montanaire VD
SWISSLIFE Estate 2016
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Questionario // 15
Quanto è importante l’associazione
Mammern Classics nel paese?
L’associazione dà al nostro piccolo paese
di appena 650 abitanti una meravigliosa
coesione. Quasi tutti gli abitanti partecipa­
no al musical, che si svolge dal 26 agosto
al 10 settembre in una tenda circense diret­
tamente all’Untersee.
Quale importanza rivestono nell’associazione
gli aiutanti che lavorano a titolo onorario?
Senza tutti questi volontari non potremmo
mettere in scena questo mega evento.
Senza tutti questi idealisti che ci aiutano,
saremmo persi.
Se dovesse pagare tutto il lavoro gratuito fatto
per l’associazione, quanto verrebbe a costare?
Beh, certamente si aggiungerebbe un bel
gruzzolo al nostro attuale budget di circa
400 000 franchi. Penso che si aggirerebbe
attorno ai 30 000 franchi.
Nella tarda estate mettete in scena il musical
«Seegfrörni» (lago ghiacciato). Non è un po’
presto per un lago ghiacciato?
Affatto. Recitiamo in questa bellissima
tenda circense – e grazie alla benedizione
della tecnica possiamo ghiacciare il lago.
Vi stupirete!
SWISSLIFE Estate 2016
Cosa offre di gratuito il vostro musical?
Un ambiente da sogno che non ha prezzo.
Cosa farebbe col tempo che avrebbe a
disposizione se non fosse impegnato
nell’associazione Mammern Classics?
Ho sempre lavorato come imprenditore edile;
raramente abbiamo potuto staccare. A breve
compirò 70 anni e mi piace viaggiare, fare
escursioni, andare in montagna. E anche il
grande giardino ha bisogno di me.
Dove altro lavora gratuitamente?
Canto e suono nel coro maschile Mammern
Theater.
Cosa le porta il lavoro gratuito?
La buona sensazione di fare qualcosa per
la comunità e far sì che anche in un piccolo
paese non si perda la coesione.
Quante ore a settimana lavora gratuitamente?
Adesso non tanto ancora, forse una mezza
giornata, con impegno crescente. Ad agosto
e settembre sono impegnato praticamente
a pieno regime – insieme ai miei colleghi
costruiamo il palcoscenico!
www.mammernclassics.ch
Storia di copertina // 17
Giorni senza
soldi
a Basilea
Testo e immagine: Michael Hugentobler
È possibile oggi tirare a campare gratuitamente?
E se sì, per quanto tempo? Il nostro autore Michael Hugentobler
ha osato cimentarsi nell’esperimento nella città sull’ansa del Reno.
La sua esperienza dimostra: niente è gratuito. E vivere senza soldi
è anche una questione di rispetto per se stessi.
SWISSLIFE Estate 2016
I
n una delle prime giornate di
primavera sono andato a Ba­
silea con l’intenzione di non
spendere soldi per una setti­
mana. Alla stazione c’era un
uomo con le guance gonfie che chiede­
va monete. Gli ho risposto che non
avevo nulla e lui ha preso atto del rifiu­
to con la routine del mendicante abi­
tuato alle bugie dei passanti. Sul suo
viso non si vedeva né vergogna né indi­
gnazione. Si è girato, gobbo e curvo,
rivolgendo la stessa domanda a un al­
scritto un libro sul tema ed è arrivato
alla conclusione che questo modello
commerciale funziona da oltre cento
anni e continuerà a funzionare. Perché
gratuito non è gratuito. A ogni offerta
è legata una condizione. Il brezel di
Brezelkönig è gratuito solo per chi or­
dina una tazza di tè.
Quando sono arrivato a Basilea mi
sono prefisso di non lavorare per con­
troprestazioni né di rovistare nei bidoni
dell’immondizia. Quindi non sapevo
neanche se avrei trovato da mangiare
«Prima del viaggio a Basilea
avevo la speranza di poter
sopravvivere con bollini e buoni.»
tro, con la voce monotona di un avviso
registrato. Anche questa volta la rispo­
sta è stata: «Non ho soldi.»
Settimane prima del viaggio a Basi­
lea avevo la speranza di poter sopravvi­
vere con bollini e buoni. Ogni giorno si
accumulano nella cassetta delle lettere
opuscoli colorati di Digitec, Micro­
spot o Kiosk. Gli hotel offrono fanta­
stici sconti, le terme allettano con of­
ferte speciali e quasi ogni tazza di caffè
sembra essere gratuita. Si potrebbe
pensare che tutto nella vita sia così
conveniente da non dover spendere
soldi. Chris Anderson, l’ex caporedat­
tore della rivista USA «Wired», ha
nelle prime 24 ore. Sulla Marktplatz i
merli zufolavano dai tetti rossi, accan­
to a una colonna di marmo stava un
uomo con mustacchi neri e un sasso­
fono d’oro suonando «Speak Softly,
Love» di Nino Rota. Ha terminato il
pezzo con un fragoroso «Hei!» e un
inchino davanti a nessuno. Nella sua
custodia c’erano tre monete solitarie,
forse messe lì da lui stesso. Sono anda­
to alla Coop accanto nella speranza
di campioni di formaggio gratuiti.
Ma quel giorno non c’erano. Alla
Migros non c’era del salame in degu­
stazione e anche Globus non offriva
alcun boccone.
Avevo messo in conto che molte
cose mi avrebbero ostacolato durante
questo reportage, ma non il mio orgo­
glio. Ho camminato in lungo e in largo
sulla Marktplatz, avvicinandomi ai
passanti, disperavo, mi voltavo, ripro­
vavo, fallendo di nuovo. Avrei preferito
ascoltare il sassofonista, dimentican­
do tutto questo. Invece ho attraversato
la città, camminando sull’acciottolato,
nelle cui fessure marcisce un pastone
di coriandoli e mozziconi di sigarette,
passando sotto cupole di vetro fino
alla scuola d’arte dove l’associazione
Foodsharing intrattiene un punto di
distribuzione.
Foodsharing intende fermare lo
spreco degli alimenti e incoraggia le
persone a consegnare i loro alimenti
eccedenti al punto di distribuzione,
dove poi ognuno può servirsi. Nel giro
di tre anni l’associazione ha mobilitato
10 000 persone, che riforniscono gra­
tuitamente questi punti di distribu­
zione in Germania, Olanda, Austria e
Svizzera. Il fondatore è un tedesco di
nome Raphael Fellmer. Per cinque
anni ha vissuto senza soldi costruen­
dosi in questo periodo una rete di ne­
gozi bio che gli regalavano ciò che non
potevano più vendere. La sua partner
ha partorito durante questo periodo
senza che i due avessero pagato qual­
cosa per il soggiorno in ospedale,
l’ostetrica o la ginecologa.
Purtroppo il punto di distribuzio­
ne era vuoto. Sono tornato a piedi alla
Marktplatz. Basilea, questa città in cui
non conosco nessuno, mi sembrava
estranea e inospitale, le persone scom­
parivano nei negozi, nelle boutique e
Storia di copertina // 19
nei caffè con una serietà dipinta sul
viso che ricordava lo sport agonistico.
Fino alla chiusura dei negozi sono sta­
to in piedi davanti a un antiquario e
guardavo un’incisione in bianco e nero
di due persone sedute nude su delle
pietre, la donna teneva in mano una
mela, dietro di lei si impennava un ser­
pente, un cane abbaiava, un cervo alza­
va la testa in segno di avvertimento e
un rinoceronte si voltava in un gesto
difficilmente interpretabile, oscillante
tra attacco e fuga. La vita biblica in
paradiso – anche questa legata a con­
dizioni.
A fianco c’era una panetteria e
quando la commessa stava per chiude­
re bottega, le mie gambe hanno inizia­
to a muoversi, ma giunto davanti alla
commessa, le mie labbra non riusciva­
no ad articolare le parole. La donna è
stata paziente, mi ha ascoltato, ma poi
ha scosso la testa. Sono corso a un’al­
tra panetteria dietro l’angolo e anche
lì la commessa ha scosso la testa. Un
gesto che nei giorni successivi si sareb­
be ripetuto continuamente. Uno che
in questo campo ha avuto più successo
è stato il giornalista Michael Holzach,
che negli anni ’80 ha attraversato la
Germania a piedi e senza soldi. Tutta­
via, Holzach deve essere apparso come
un vagabondo mendicante. La gente
gli ha dato da mangiare anche solo per
compassione verso il suo cane.
Il cielo si era già fatto scuro quando
ho incontrato Alex, che in realtà non si
chiama Alex. Alcune settimane prima
lo avevo contattato attraverso Couch­
surfing, un sito Web che offre alloggio
gratuito. Alex era seduto in un caffè.
SWISSLIFE Estate 2016
«Giunto
davanti alla
commessa,
le mie labbra
non riuscivano
ad articolare
le parole.»
Ha pagato una birra. Una volta svuota­
ti i bicchieri, ne ordinava dell’altra.
Dopo circa due ore aveva una testa ros­
sa e ho avuto l’impressione che avesse
iniziato a bere già prima del nostro in­
contro.
«Couchsurfing non è davvero gra­
tuito», ha detto Alex, «perché io voglio
qualcosa da te.» Poteva anche annoiar­
si da solo, ma con me voleva divertirsi.
Tornando barcollando dal bar ha
detto: «Dopo andiamo in un club di
spogliarello.» Ha respinto la mia obie­
zione che non poteva invitare un gior­
nalista impegnato in una ricerca in un
club di spogliarello. Ha disinnescato
con una risata l’argomentazione che la
quintessenza dello sperpero schernisce
l’idea di questa storia. C’era un sotto e
un sopra chiaramente definito.
A tarda notte, dopo un’assurda lite
coniugale tra estranei, Alex sedeva
sprofondato davanti al PC nel suo ap­
partamento e mormorava che era un
vero peccato non aver visitato il club di
spogliarello. Il suo appartamento tra­
smetteva una sensazione come se non
vi vivesse nessuno. Sul televisore erano
visibili punti rossi, gialli e blu, attra­
verso i quali venivano sparati, come
pallottole di pistole, punti più piccoli.
Sotto c’era scritto «Nessun segnale».
Alex ha cambiato un cavo e sullo scher­
mo è apparso Moritz Bleibtreu che
sniffava cocaina. Alex ha raccontato
della sua dipendenza da anfetamina
nel passato, affermando che fortuna­
tamente era immune contro gli effetti
dell’alcol. Abbiamo bevuto una botti­
glia di vino bianco in un tempo grotte­
sco e poi si è addormentato, con il
mento appoggiato sul petto e le scarpe
addosso.
Ho lasciato la casa prima dell’alba.
Acqua gocciolava da alberi spogli. Le
nuvole nere spazzate via per lasciare
spazio a un blu brillante, ma poi è arri­
vata la prossima pioggia. In un punto
di distribuzione di Foodsharing nella
Schanzenstrasse ho trovato una pa­
gnotta di pane, tre carote e un pepe­
rone. E un giovane con lo chignon. Il
giovane ha detto: «Niente è gratuito
in questa vita, neanche lo scarto della
panetteria – se si accorgono che qual­
cuno si prende il pane dal container,
chiudono il container.» Il giovane mi
ha indirizzato a un ex chiosco accanto
al punto di distribuzione, dipinto con
frasi quali «Ogni cuore è una cellula
rivoluzionaria» o «Nessuna battaglia a
stomaco vuoto» situato in mezzo a un
cantiere, circondato da costruzioni in
vetro. Lì da quel momento in poi mi
hanno dato un pranzo vegano, che in
realtà costa cinque franchi, ma con
una scusa dopo si potevano lavare i
piatti.
Ci sono molte organizzazioni che
propagano una vita gratuita. Per esem­
pio Freecycle.org, con nove milioni di
membri in tutto il mondo, che nelle
proprie città scambiano prodotti per
non doverli buttare (purtroppo a Basi­
lea non veniva offerto nulla nel perio­
gni. Alla fine è stato come una contrat­
tazione salariale. Solo, la discussione
non verteva sui soldi, ma su favori e
concezioni del mondo, ma il concetto
era lo stesso.
La quarta mattina sono entrato in
un piccolo locale con basso soffitto e
un buffet. Si prendeva un vassoio, si
metteva una tazza sul vassoio, riem­
«Non avevo il diritto di togliere
dalla bocca a questi uomini il
pane, il burro e la marmellata.»
do del mio soggiorno). O il movimento
Freeconomy del ricercatore economico
e attivista irlandese Mark Boyle. Per un
anno Boyle ha alloggiato in una rou­
lotte regalata e non ha speso nulla,
diventando autosufficiente. Una vita
gratuita sembra funzionare solo con
molto tempo a disposizione e all’inter­
no della propria zona di comfort, per­
ché quando Boyle ha voluto visitare il
luogo di nascita del Mahatma Gandhi
in India, è arrivato solo fino in Francia.
Non parlava francese e non poteva
spiegare alle persone perché viveva
senza soldi. Per loro era un normalissi­
mo mendicante.
La notte successiva l’ho trascorsa
sul divano di un’argentina. Come con­
tropartita l’ho seguita da una chiesa a
un’altra, da un Gesù in croce a un altro
e così è diventato una routine: il tiro
alla fune tra dare e prendere, mentre
ognuno cerca di soddisfare i suoi biso­
piendola di caffè dalla caffettiera ter­
mos e quando la caffettiera ha iniziato
a gorgogliare, un signore dalla faccia
allegra ha preso una nuova caffettiera
da sotto il bancone. Ai tavoli di questa
cucina popolare erano seduti uomini
taciturni, con lo sguardo basso. Uno
non aveva la cintura ai pantaloni e la
suola si stava staccando dalla scarpa.
Uno si era addossato sfinito contro il
suo zaino e dormiva a bocca aperta.
Uno puliva la sua pipa, utilizzando
carta igienica e spingendo lo scovolino
nel canale di aerazione.
Ero seduto davanti a un piatto col­
mo di pane, burro e marmellata di al­
bicocca, e riflettevo che potevo conti­
nuare il mio esperimento. Oramai
avevo capito come funzionava. Ma
non volevo. Di solito ero dipendente
dai soldi, ora ero dipendente dalle per­
sone con i soldi. La differenza sta nella
libertà di decisione. Chi ha i soldi può
decidere se vuole mangiare riso selvati­
co con broccoli o pomodori e mozza­
rella. Prima di andare a dormire non
deve farsi trascinare in un club di spo­
gliarello, ma gli basta tirare la coperta
sopra il naso e chiudere gli occhi. Può
visitare le chiese e guardare le statue di
Gesù, se gli piace, oppure andare in un
museo e godersi i ritratti di Dora sedu­
ta di Picasso.
Mi è sembrato quasi ironico che
proprio nel posto più sconfortante de­
gli ultimi giorni, ossia la cucina popo­
lare, si conservasse il rispetto: non si
doveva mendicare nulla e non era ne­
cessario piegarsi alla volontà altrui.
Come se entrare in questo locale fosse
una prova sufficiente per confermare
la gravità della situazione. E ora che
l’orgoglio faceva le fusa nel mio petto
come un gatto stanco, la coscienza ha
iniziato a brontolare. Non avevo il di­
ritto di togliere dalla bocca a questi
uomini il pane, il burro e la marmella­
ta. Mentre io avrei dormito di nuovo
in un letto caldo, a loro mancavano
sempre cintura e scovolino per la pipa.
Alla fine di quel giorno mi sono ar­
reso. Era poco prima di mezzanotte, la
città era vuota. Alla stazione è passata
una donna su un monopattino. Aveva
circa 40 anni e in spalla portava uno
zaino rosa di Hello Kitty. Si è fermata,
girata e mi ha chiesto degli spiccioli.
Le ho detto che non ne avevo. Lei ha
preso atto del rifiuto con la routine
della mendicante abituata alle bugie
dei passanti. Come l’uomo quattro
giorni prima. E anche sul suo viso non
si vedeva né vergogna né indignazione.
Ne era immune? Non gliel’ho chiesto,
l’ho intuito.
Storia di copertina // 23
SWISSLIFE Estate 2016
Non pagato batte pagato
In Svizzera, è noto, si lavora molto. Quello che si ignora è il fatto che il volume del
lavoro non pagato è superiore del 14 percento al lavoro retribuito. La maggior parte
del lavoro gratuito riguarda il lavoro domestico. Che ricade soprattutto sulle spalle
delle donne. Cucinare, pulire o lavare non è compito degli uomini. Non ancora.
LAVORO RETRIBUITO
7,7 miliardi di ore
LAVORO NON RETRIBUITO
8,7 miliardi di ore
Mix di numeri // 25
401 miliardi di franchi
62%
38%
COSTO DEL LAVORO RISPARMIATO
23%
Compiti di assistenza
PARTE UOMINI / DONNE
67%
Lavoro domestico
Attività a titolo onorario
e di volontariato
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27
Pensaci, ora tocca a te.
74
anni è l’età a partire dalla quale
l’Institute for Applied Systems Analysis
austriaco definisce le persone come
«vecchie». La vita lunga ha ora una
Come ci
propria piattaforma.
si sente, lo si scopre su «Apprendisti
pensionati».
Pagina 28
Pagina 30
Così sono i nostri clienti
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Capire i clienti è l’obiettivo supremo del
nostro lavoro. Per questo motivo 100
collaboratrici e collaboratori di Swiss Life
hanno visitato 100 clienti. Raquel Moreno,
responsabile Servizio medico e Ufficio
per la gestione della salute in azienda
presso Swiss Life Svizzera, ha incontrato
il responsabile corsa di Ironman
Nico Aeschimann.
«Da quando ho iniziato con Ironman
pratico anche io il triathlon. Sono il tipo
‹o lo faccio bene o non lo faccio› – voglio
sperimentare quello che sperimentano gli
atleti. Mi ricordo esattamente del mio
primo Ironman. Vai a prenderti il numero
di pettorale, ricevi il braccialetto riservato
agli atleti, posi la tua bicicletta e sai: ora
partecipo anche io. Ora è arrivato, questo
momento. Ora non puoi fare altro che
partire. Mi ero allenato per un anno e
– fiuu – quanto ero nervoso! E pensare
che si tratta solo di metà Ironman. Così
come lo allestiamo qui a Rapperswil sul
lago di Zurigo. Il mio primo Ironman intero
l’ho fatto in Malesia. So come funziona,
sia come partecipante sia come organizzatore. Quando tre anni fa il mio capo mi
ha detto che sarebbe espatriato, per me
era chiaro: me ne incarico io. Ora sono il
responsabile corsa di Ironman Svizzera.
Lo sport unisce in un modo particolare.
Lo sentiamo anche nel nostro team. Tutti
noi lavoriamo per quel giorno: l’Ironman
è l’acme, il premio ultimativo. Ne ho
bisogno. Devo vedere risultati tangibili.»
Una propria
piattaforma
per la longevità
«A otto anni vorrei saper fare le magie.», afferma Greta, cinque anni.
«L’odierna speranza di vita è del tutto senza precedenti»,
afferma il professor James Vaupel, direttore fondatore
del Max Planck Insitut per la ricerca demografica a
Rostock. «Mai prima d’ora l’essere umano ha vissuto
neanche lontanamente così a lungo come oggi.»
Per questo è importante per
lui riflettere su come gestire
questa vita più lunga. Una
nuova piattaforma speciale
fornisce informazioni,
impulsi ed emozioni:
swisslife.com/hub
Pensaci, ora tocca a te // 29
Ping pong
La previdenza non deve
essere difficile. Una
domanda, una risposta.
Nella chat. Adesso. Subito.
I fatti per la speranza di vita chiaramente aumentata
nei Paesi industrializzati parlano da sé:
Nei Paesi benestanti
la speranza di vita
aumenta da un
secolo e mezzo di
circa 2,5 anni ogni
decennio. Questa
tendenza è
confermata anche
da statistiche
provenienti da
Svizzera, Francia,
Germania e Austria.
V
Nei Paesi industrializzati la
speranza di vita è
più alta che mai.
Alla nascita, con
81 anni per gli
uomini e 85,2 anni
per le donne (2014)
è più del doppio
rispetto al XIX
secolo. All’epoca si
attestava per
esempio a Ginevra
a circa 40 anni per
tutti.
iviamo sempre più a lungo. Ma
cosa ce ne facciamo di questa
conoscenza, cosa significa per la
società? «Le conseguenze della
crescente speranza di vita sono chiaramente sottovalutate in tutti gli ambiti della vita», afferma Patrick Frost, CEO del
gruppo Swiss Life.
Per questo motivo l’impresa si è prefissa di rendere il tema della «vita più
lunga e secondo le proprie scelte» oggetto
di una discussione pubblica: «Vogliamo
che questo tema riceva dalla società
l’attenzione che merita considerata la sua
enorme importanza per la generazione di
oggi», spiega Patrick Frost. La discussione
può svolgersi sulla piattaforma swisslife.
com/hub appositamente creata allo scopo, per la quale forniscono contributi anche
SWISSLIFE Estate 2016
Alcuni decenni fa la
crescente speranza
di vita media era
ancora riconducibile al fatto che era
possibile impedire
casi di decesso
prematuri. Dagli
anni ’70 questo
incremento è
dovuto soprattutto
al regresso della
mortalità delle
persone oltre i
65 anni.
Me., 8 giugno 14:26
Sono appena diventato
padre. Ci sono aspetti
aggiuntivi di cui devo tenere
conto nella previdenza?
Prima di tutto:
congratulazioni vivissime!
Ed è un bene che rifletta
sulla sua previdenza.
Per rispondere alla sua
domanda: spesso per
giovani padri come lei è utile
assicurare una possibile
incapacità di guadagno.
L’età avanzata non
è priva di patologie
croniche, tuttavia
in molti casi
consente una vita
autonoma.
rinomati giornalisti della rivista economica inglese «The Economist». Da un sondaggio dell’Economist Intelligence Unit,
con cui collabora Swiss Life, è risultato
per esempio che per il 91 percento di tutti
gli anziani l’indipendenza è un obiettivo
importante. La conseguente libertà di
scelta consente uno sguardo completo su
una vita appagante: unisce autonomia,
competenza e legami sociali in tutte le fasi
della vita.
In un emozionale filmato di tre minuti
del regista svizzero Elias Ressegatti le persone dimostrano come la libertà di una
vita più lunga e secondo le proprie scelte
non debba essere a carico della collettività. Anna Maria, 103 anni, lo conclude
come segue: «Cosa desidero ancora? Che
dire? Tutto fila liscio come l’olio.»
Come?
Sotto forma di una rendita.
Le consiglio di analizzare la
situazione della previdenza
insieme al suo consulente.
E, data la sua nuova
situazione famigliare, ci
saranno certamente altri
punti con potenziale di
ottimizzazione.
Grazie mille.
Jürg Renggli, agente generale di
Swiss Life a Herisau e il nostro team
di consulenti rispondono nella
chat anche alle vostre domande:
myworld.ch/chat
Ecco
Ecco come
come sisi sperisperimenta
menta la
la «vecchiaia»
«vecchiaia»
Parlarne è una cosa. Viverla è
un’altra: questo è quanto hanno
imparato tutti coloro che si sono
candidati su www.proberentnern.ch/it per sperimentare nel
modo più realistico possibile la
terza fase della vita. Hanno vissuto un giorno indimenticabile, che
rimarrà a lungo impresso nella
loro memoria: forse persino fino
a quando entreranno se stessi
nella terza fase della vita.
L
a speranza di vita aumenta continuamente.
Inoltre, non solo viviamo sempre più a lungo, bensì rimaniamo giovani più a lungo.
Quindi possiamo goderci una vita più lunga
secondo le nostre scelte e anche durante la vecchiaia
possiamo acquisire nuove capacità. Ma: ancora ci
orientiamo alle persone anziane che ci circondano –
di norma ai nostri nonni. Eppure i neo pensionati già
ora presentano un’immagine della vecchiaia più moderna e soprattutto più abile a livello digitale. E questo sviluppo continua inalterato. Questo vuol dire
che in futuro non seguiremo più sentieri già battuti e
che avremo a disposizione tutte le possibilità per diversi anni dopo il pensionamento.
Ma cosa significa ciò concretamente per me?
Quale personalità svilupperò fino alla vecchiaia? Difficile dirlo. Dopotutto non si può «sperimentare» la
vecchiaia – almeno per ora. Oppure sì? Sul sito proberentnern.ch/it/ è possibile vedere quattro documentari: quattro giovani persone scoprono quanto
può essere variegata e intrigante la vita durante la
vecchiaia. Per un certo periodo di tempo hanno vissuto insieme a dei pensionati – così come coloro che
si sono candidati per gli esclusivi eventi «Apprendisti
pensionati»: tutti loro erano accomunati dal fatto di
aver riconosciuto e compreso che la speranza di vita
aumenta e che affrontare personalmente la longevità
è indispensabile.
Pensaci, ora tocca a te // 31
Improvvisare con Pius Acker
Si dice sempre che i «vecchi» abbiano abitudini e
opinioni fisse. Durante il primo evento di «Apprendisti pensionati», Pius Acker (80 anni) sfata questo
luogo comune: il suo workshop sull’improvvisazione
offre ai visitatori l’opportunità di uscire dalla
propria zona di comfort e di scoprire terreni
inesplorati.
Per Pius Acker
l’improvvisazione
non ha mai riguardato solo il teatro,
bensì è sempre
stata anche un fattore della vita reale, che comporta
rivelare qualcosa
di sé, essere aperti
e fare nuove esperienze – anche durante la vecchiaia.
Si possono e si devono commettere
errori, imparare
da questi e andare
avanti. La cosa
importante è fidarsi dell’istinto e
comunicare faccia
a faccia con le
altre persone.
Recitare insegna a improvvisare nella
vita: Pius Acker consiglia ai partecipanti di «Apprendisti pensionati» di
fidarsi più spesso del proprio istinto.
SWISSLIFE Estate 2016
Pius Acker, un multitalento di 80 anni, non ci pensa
proprio ad andare in pensione. È membro del consiglio d’amministrazione di una start-up e un attore
appassionato di teatro improvvisato. Nell’evento
«Apprendisti pensionati» da lui organizzato, «Improvvisare – arte del vivere», ha molto in serbo per i
partecipanti. Vuole farli uscire dalla loro zona di
comfort e accompagnarli in un’avventura che stuzzica
i loro istinti, la fiducia in loro stessi e la loro spontaneità.
Nel variegato gruppo di donne e uomini alcuni
appaiono rilassati, altri in attesa. Si parte: cinque,
quattro, tre, due, uno... via! «Sedetevi, a turno, sulla
seggiola e rimanete lì per 20 secondi.» Il primo test di
Pius Acker espone i partecipanti direttamente alla
luce dei riflettori. Lì, al centro dell’attenzione, si
scorge ogni fremito di labbra, ogni battito di ciglia,
ogni muscolo contratto – mentre, abbagliati dalla
luce, non si riconosce nulla. Si tratta di un momento
in cui tutti si sentono un po’ persi, nudi e vulnerabili.
Allora è questo il temuto salto nel buio. Tuttavia, da
provetto attore di teatro, Pius Acker sa che solo questo atto di vulnerabilità permette di rompere il ghiaccio.
Impavido, conduce coraggiosamente la sua truppa verso terre sconosciute, verso l’improvvisazione
teatrale. Alle imitazioni di animali subentrano giochi
con la palla che si tramutano in scene e situazioni
spontanee. La stanza è pervasa da un’atmosfera speciale: la magia di un gruppo, i cui componenti si fidano l’uno dell’altro, di essere se stessi, sperimentando
al contempo le possibili, infinite, variazioni dell’espressione personale. Qui tutto è concesso: bloccarsi, sfogarsi, ridere e punzecchiare. Il piacere di recitare è contagioso; Pius Acker sorride tra sé.
Quella domenica pomeriggio, sotto la sua direzione, nel giro di poche ore il gruppo si trasforma in
una truppa affiatata che sul palco si cimenta con
successo con la sua filosofia di vita.
Ora si tratta di far confluire questo slancio nella
quotidianità, in fin dei conti è lì che ha inizio la grande improvvisazione della vita: cinque, quattro, tre,
due, uno… via!
Investire
secondo
le proprie
scelte
Oggigiorno, chi
riceve del denaro in
eredità o da un’assicurazione sulla vita si
chiede, giustamente:
Cosa fare con il
denaro? È meglio
metterlo in un conto
in banca? Gli interessi sono quasi inesistenti, le tasse invece
sono alte. Gli investimenti in fondi in
questo caso rappresentano una valida
alternativa. Soprattutto se comportano
vantaggi fiscali e una
copertura in caso di
decesso. E si hanno
a disposizione tre
strategie d’investimento tra cui si può
cambiare in qualunque momento –
come avviene con
Swiss Life Premium
Comfort.
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Per Lotti Luraschi
la vita ha molto a
che fare con i temi
musica e ballo. Va
da sé che in questo modo si rimane sempre attivi.
La sua elevata
qualità della vita è
dovuta, tuttavia,
anche a una salutare quantità di
lavoro e alla gioia
di vivere.
Per Lotti Luraschi non ci sono dubbi: chi balla ha una vita sempre attiva.
I consigli di Lotti per una vita
più lunga e migliore.
Anno dopo anno la speranza di vita media in
Svizzera aumenta di sei settimane. Questo significa
che viviamo sempre più a lungo. La questione,
tuttavia, non è come invecchiare, bensì come vivere
meglio più a lungo. Durante l’evento «Apprendisti
pensionati» dedicato al ballo, a San Gallo, Lotti
Luraschi (81 anni) dà tre preziosi consigli.
Lotti Luraschi non dimostra più di 72 anni. Eppure
questa affascinante pensionata tra due settimane ne
compirà 82! Ben vestita, con un portamento elegante e grande carisma, Lotti dimostra che possiamo
invecchiare mantenendo lo spirito sveglio. Questa
sera la nostra appassionata di ballo e di canto accoglie gli invitati del secondo evento per apprendisti
pensionati in compagnia del suo partner di ballo
Harry Gaschi, a San Gallo. Il programma prevede
molti passi di danza – accompagnati da consigli pratici per una vita migliore e più lunga.
Tra hit e successi del passato, grazie ai quali la
timidezza e le ginocchia del gruppo si sciolgono mi-
nuto dopo minuto, Lotti Luraschi condivide tre consigli veramente utili.
Primo consiglio: «Ballare, ballare, ballare. Ballare fa bene non solo alla mente, bensì mantiene in
movimento e favorisce la comunicazione.» Secondo
consiglio: «Smettere di lavorare – ma continuando a
lavorare.» La pensionata cerca degli impegni mirati,
che le facciano bene e la divertano. Fa l’insegnante di
ballo in un corso per anziani, canta in un coro, scrive
e si riserva del tempo per i suoi tre nipoti e i due pronipoti: «C’è bisogno di me.» Terzo, fondamentale,
consiglio: «Vivere con gioia senza pensare a ieri o a
domani.»
E ora di nuovo in pista: tra i partecipanti di «Apprendisti pensionati» che si sono iscritti al corso di
ballo, ci sono anche dei veri pensionati del suo corso
di ballo per anziani, che Lotti Luraschi, senza pensarci troppo, ha infiltrato nel club Oya. Giovani e anziani si confondono sotto la luce soffusa, alcuni conducono, altri si lasciano condurre, mentre le sequenze
dei passi si susseguono con grande creatività in una
fantastica atmosfera. Se in quel momento qualcuno
si chiedesse cosa riserva il futuro, non avrebbe alcun
dubbio: andrà tutto bene. Finché balleremo, tutto
andrà bene.
Pensaci, ora tocca a te // 33
Hic et nunc:
meditazione zen sul Rigi.
«Apprendisti pensionati» nel modo giusto: il maestro
zen Vanja Palmers con il suo gruppo di meditazione.
Vanja Palmers
ha raggiunto se stesso.
Nel centro di meditazione situato al di sopra del
Lago dei Quattro Cantoni, il maestro zen non si
limita a insegnare la pace
interiore, bensì la vive in
prima persona. E sa bene
ciò che conta per vivere
una vita migliore: salute,
alimentazione e vigilanza.
SWISSLIFE Estate 2016
Un gruppo di estranei – la maggior parte ha saputo di
«Apprendisti pensionati» tramite Internet – si incontra una domenica sul Lago dei Quattro Cantoni. Il
tema della giornata è affascinante: meditare con
Vanja Palmers – erede di Calida, hippy, maestro zen e
utopista – nel centro di meditazione di Felsentor.
Partiamo. Prima con un romantico trenino a cremagliera, poi a piedi nella neve. C’è un’unica via che dal mitico
Felsentor porta in un altro mondo: si percepisce che
questo centro di meditazione è un luogo speciale. È un
punto d’incontro con persone, animali e se stessi. Un
luogo in cui si avverte ancora fortemente la natura. Un
luogo in cui ci si prende tempo e in cui viene dato tempo.
Prima della tradizionale meditazione domenicale
aperta al pubblico, Vanja Palmers invita a prendere un
tè con una fetta di torta. Da subito la discussione si fa
animata, inconsueta e affascinante. Come lo stesso
ospitante, con i suoi 68 anni. È qualcuno che vive i propri ideali e valori con una meravigliosa pace interiore.
Chiediamo come fare per vivere meglio. Ecco le tre cose
da perseguire:
Primo: la salute. La vita è movimento, il respiro è
movimento, il movimento quotidiano è importante per
la salute. Secondo: l’alimentazione. Un’alimentazione
che pone la qualità al di sopra della quantità e fa meno
uso possibile di sostanze animali. È un modo di nutrirsi
più sano per la persona stessa e per il pianeta. Terzo: la
vigilanza. Vigilanza per non confonderci con i nostri
stessi pensieri. Vigilanza per percepire sempre il proprio
respiro. Vigilanza nei confronti di noi stessi e degli altri,
degli animali e della natura. Vigilanza significa essere
presenti a noi stessi nel momento presente.
Il centro di meditazione zen a Felsentor è costruito
con legno d’olmo e profuma di resina e incenso. Come
dal nulla puntualmente fanno la loro apparizione le
persone che oggi mediteranno con noi. Ci sediamo
tutti su un cuscino, cercando la posizione più comoda
per i prossimi trenta minuti. Lasciamo scorrere il respiro
e iniziamo con una meditazione cantata, un’armonia di
respiro e voci; un momento da brivido che si smorza
lentamente. In questo silenzio che condividiamo, percepiamo ora, a momenti, un cinguettio, lo strofinio di una
calza sul cuscino, fino a quando il gong segnala la fine
della meditazione, e tutti riaffioriamo alla vita esteriore.
Il gruppo di partecipanti di «Apprendisti pensionati»
riprende la via del ritorno nella quotidianità ricco di
questa esperienza ispirante – con la speranza di riuscire
a tradurre in realtà, almeno in parte, quanto appreso
questo pomeriggio.
Vincete
500 franchi per
il vostro
futuro!
In Europa la speranza di vita supera tutti
i record. Una vita più
lunga secondo le
proprie scelte, tuttavia, cambia la nostra
idea di diventare
«vecchi» – e di essere
«vecchi». La nostra
domanda è: a partire
da quale età l’Institute for Applied
Systems Analysis
austriaco definisce
le persone come
«vecchie»?
68 anni?
70 anni?
74 anni?
Rispondendo in modo corretto
alla domanda del concorso,
potete vincere un contributo
iniziale per la vostra previdenza
privata. Buona fortuna!
Inviate la cartolina nella
copertina posteriore
o partecipate on-line:
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La previdenza per
una vita
più lunga
La maggior parte
delle persone desidera vivere la vita
secondo le proprie
scelte il più a lungo
possibile.
In tal caso un reddito regolare dopo
il pensionamento
di certo aiuta.
Swiss Life Calmo
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questo reddito vita
natural durante, a
prescindere da ciò
che accade sul mercato dei capitali.
Con questo prodotto è possibile anche
scegliere autonomamente quando si
desidera riprendere
una parte degli
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1½ locali?
Quattro stagioni!
Caroline Kaufmann,
30 anni, abita nei
pressi del lago di
Ginevra. Dopo il
pensionamento potrebbe immaginarsi
di vivere in un altro
posto a seconda della
stagione e di dedicarsi completamente ai
suoi hobby: cucinare
sano, stare insieme
alla famiglia e agli
amici e fare del moto:
immersioni o sci.
Caroline Kaufmann oggi – e invecchiata fotograficamente
di 40 anni con l’app Oldify.
30
Qual è la sua professione?
Svolgo la funzione di responsabile
di vendita regionale.
Dove abita?
In un piccolo appartamento di una stanza e mezzo
con vista sul Lago di Ginevra.
70
Cosa farà dopo
il pensionamento?
Mi godrò la vita, avrò più tempo per
i miei hobby e per viaggiare – e forse mi dedicherò
anche a un'organizzazione senza fini di lucro.
Pensaci, ora tocca a te // 35
Kieser suda
«Il sollevamento pesi
rende statici?»
Cosa fa nel tempo libero?
Purtroppo non ho molto tempo libero
da dedicare ai miei hobby, ma amo sciare, fare immersioni, nuotare, ballare e
fare passeggiate. Inoltre mi piace trascorrere del tempo con i miei amici,
leggere e cucinare.
Quanto denaro le occorre per vivere?
Non spendo molto, tranne che per le
vacanze e per i miei hobby, e adeguo il
mio stile di vita al mio salario. Inoltre
cerco sempre di mettere qualcosa da
parte per il futuro.
Cosa fa per la sua salute?
Cerco di mangiare in modo sano e fare
regolarmente del movimento. E mi prendo del tempo per me – come si dice
sempre: mens sana in corpore sano!
Come vuole abitare a 70 anni?
Sarebbe fantastico vivere in un posto
diverso a seconda della stagione: in montagna d’inverno, periodicamente in un
paese caldo, tra le palme, vicino alla mia
famiglia – niente di lussuoso, bensì accogliente, affinché mi senta a mio agio.
Cosa inizierà a fare con il tempo libero?
Mi piacerebbe cucinare per la mia famiglia e i miei amici e in più viaggiare, sciare
e fare immersioni.
Di quanto denaro avrà bisogno
per vivere?
Difficile dirlo – ma deve essere abbastanza affinché io possa viaggiare e dedicarmi
ai miei hobby.
Cosa farà per la sua salute?
Spero che potrò muovermi ogni giorno,
mangiare in modo sano e prendermi cura
di me.
La «Villa
aux roses»
Da quando abbiamo avuto la nostra
bimba abbiamo pensato all’acquisto
di una casa – ma nessuna andava
bene. Poi questo annuncio, la telefonata con il consulente Immopulse
– e tachicardia pura quando ci siamo trovati di fronte alla casa. Uno
di noi si è informato su ciò che ancora serviva per acquistare l’oggetto
immobiliare, l’altra ha declamato:
«Questa villa aspettava noi, non ce
ne sono altre!». L’atmosfera, l’ambiente, il sorriso costante di Abigael
durante la visita, l’assistenza durante
l’acquisto: tutto era perfetto. Con la
«Villa aux roses» abbiamo realizzato
il nostro sogno.
SWISSLIFE Estate 2016
Magali Clivaz, Gregory Pavone
e Abigael hanno trovato il loro
nido in mezzo al verde.
Interessanti offerte e informazioni
sulla proprietà d’abitazioni sono
disponibili al sito
www.swisslife.ch/immopulse
Ci sono due aspetti che determinano la nostra mobilità: da un lato la nostra agilità e
dall’altro il potere elastico dei nostri muscoli.
La nostra agilità dipende dall’ossatura e dal
termine della pubertà resta più o meno uguale. Ciò su cui possiamo intervenire, tuttavia,
è il potere elastico dei nostri muscoli. Con
risultati straordinari – a patto che ci si alleni
regolarmente e in modo corretto dal punto
di vista anatomico. In questo modo le fibre
muscolari si allungano – e voi diventate più
agili. Inoltre, un significativo esempio di vita
vera dimostra che la nostra staticità non ha
niente a che fare con il sollevamento pesi.
Molti anni fa nel mio studio lavorava Njue
Jackson – un bodybuilder del Kenya i cui muscoli erano estremamente sviluppati. E che
nelle competizioni sul palco lasciava sempre
tutti stupefatti terminando il suo esercizio
libero con una spaccata. Non solo era molto
agile a livello del bacino, anche i suoi muscoli
presentavano un elevato potere elastico.
Nonostante il sollevamento pesi – o forse sarebbe meglio scrivere: grazie al sollevamento
pesi. Il sollevamento pesi, correttamente
praticato, rende gli altri esercizi di stretching
superflui. Tuttavia questi esercizi, durante la
riabilitazione possono essere estremamente
utili. Infatti non muovere le articolazioni
anche solo per un breve periodo in seguito a
un’operazione, riduce il potere di allungamento dei muscoli. Questo perché i sarcomeri, la più piccola unità funzionale della muscolatura, vengono demoliti in serie – quindi
il muscolo si accorcia, e la vostra mobilità si
riduce. In questi casi un trattamento fisioterapico, unito al sollevamento pesi, può aiutare a ristabilire la totale mobilità.
Werner Kieser (75 anni), falegname
qualificato, ex pugile, autore di libri e
filosofo (MA), è l’istruttore di palestra
di maggiore successo in Europa con
un impero di 141 filiali. Il suo blog:
kieser-training.de/blog
Finalmente libero
dalla sveglia
Donato Galli è cresciuto in Ticino. A 16 anni ha effettuato un apprendistato come
dirigente d’esercizio nella stazione di Magadino. In seguito ha lavorato diversi anni
come traduttore. A 58 anni è andato in pensione anticipatamente. Dalla terrazza
di casa sua gode di una stupenda vista sul Lago Maggiore – e sulla stazione dove
ha avuto inizio la sua vita professionale.
Testo: Yvonne Eckert, foto: Giorgio von Arb
«
Il mio progetto per il 2016 è fare
ciò che voglio – ricaricarmi. Voglio
far sì, in modo consapevole, che
quest’anno rappresenti un punto
di svolta. Tra ciò che è passato e
ciò che di nuovo verrà. I miei ultimi giorni di lavoro me li sono goduti, fino all’ultimo
colloquio telefonico ero assolutamente immerso nel
ritmo del lavoro, e poi: zac! Il 1° febbraio mi sono
alzato presto e ho detto: che bello!
Circa un anno e mezzo fa ho cominciato ad accarezzare l’idea di andare in pensione anticipatamente. Ne ho parlato con la mia famiglia e naturalmente abbiamo dovuto effettuare dei calcoli, per
vedere se potevamo permettercelo a livello finanziario. Inoltre ero preoccupato, soprattutto per i miei
figli. Quindi adesso posso dire di essere molto contento del fatto che tutto sia successo al momento
giusto. Mia figlia si sposa e mio figlio ha iniziato la
sua formazione come guardia di frontiera. Il fatto di
aver comprato questa casa 24 anni fa ci dava una
certa sicurezza. Fortunatamente ho sposato una
donna straordinaria, perfettamente in grado di amministrare l’economia domestica, cosa estremamente importante.
Prima la sveglia suonava alle 06.15. Adesso a
volte alle quattro e mezzo sono già in cucina a bere
una tazza di caffè, altre invece dormo fino alle 8.00.
Ormai mettiamo la sveglia solo se abbiamo in programma qualcosa di particolare. La struttura del
lavoro non mi manca, c’è sempre qualcosa da fare.
Abbiamo un giardino e una casetta in montagna,
con 2500 m2 di terreno da coltivare, oltre a degli
alberi da frutto. Mi piace fare i cruciverba e comporre poesie per le feste in famiglia o i compleanni.
Pensaci, ora tocca a te // 37
Inoltre vorrei riprendere a fare sport. Ho giocato a
calcio fino a 50 anni, allenandomi due volte a settimana, e il fine settimana di solito facevamo una
partita – per mia moglie c’erano molte magliette da
lavare.
Per il dopo ho un paio di progetti in mente. Mi
piacerebbe fare qualche piccola traduzione – quando si va in pensione anticipatamente, è ancora possibile fare queste cose. Mia moglie ha un paio d’anni più di me, e adesso riceve l’AVS. Siamo felici di
avere più tempo l’uno per l’altra e progettiamo di
fare dei viaggi insieme.
Adesso le cose vanno bene, ma abbiamo attraversato anche momenti difficili. A 50 anni ho avuto
un burnout e sono dovuto restare a casa circa un
anno e mezzo, diventando disoccupato. Naturalmente anche questa esperienza ha contribuito alla
mia decisione di andare anticipatamente in pensione. Per fortuna all’epoca mia suocera ci ha aiutato.
Quindi ora desidero ricambiare, fare del volontariato, ad esempio per la Croce Rossa, portare a spasso
le persone anziane o sostenere organizzazioni come
«Tavolino magico». Il mio sogno più grande sarebbe
vincere una grossa somma all’EuroMillions. E con il
denaro mi piacerebbe aiutare le persone, ma non in
Africa, bensì qui, in Ticino. Persone che si trovano in
difficoltà, che devono stare attente perché a fine
mese ci sia ancora del denaro per comprare da mangiare. Sono contento di essere
andato in pensione in anticipo.
Forse fra un anno dovremo riparlarne, ma per il momento
non ho alcun timore riguardo al
futuro.
6573
»
Enzo Parianotti, agente generale Swiss Life a Magadino (agenzia generale di Locarno)
ci racconta cosa c’è di bello da vedere nel comune di Magadino.
Situato sulle sponde dello stupendo Lago Maggiore, Magadino invita
a restare tra le sue grotte e le sue spiagge, e a dedicarsi a un totale
«dolce far niente». A chi invece piace fare un po’ di attività consiglio
di visitare le «Bolle di Magadino». La zona protetta alle foci dei fiumi
Ticino e Verzasca è un paradiso per uccelli, insetti e fiori. La visita con
tabelloni informativi dura circa due ore.
SWISSLIFE Estate 2016
Pianificare
la pensione
Una lunga vita è
bella se vissuta
secondo le proprie
scelte. Anche sul
piano finanziario.
Ciò comprende
pensare per tempo al
pensionamento e
pianificare le finanze
di conseguenza.
Purtroppo a tal fine
non esiste una soluzione sicura. Ciascuno
ha le proprie esigenze. Ma c’è una cosa
che vale sempre:
pianificare per tempo
è fondamentale, in
quanto assicura il
necessario margine
di manovra. Inoltre,
permette di ottimizzare la situazione a
livello individuale.
@
Domande sulla pianificazione
finanziaria? Scrivete ad
Annette Behringer, esperta
finanziaria presso Swiss Life:
[email protected].
Inviateci la cartolina nella copertina posteriore della rivista
o visitate il seguente link:
swisslife.ch/finanzplanung
Un fatto della vita di Swiss Life:
«Durante la vita ognuno di noi consuma circa 5 000 000 di litri di acqua potabile.
Sono due piscine olimpiche lunghe 50 metri, larghe 25 metri e profonde 2 metri.»
Conoscete già i vostri fatti della vita? Calcolateli ora:
www.viviamosemprepiualungo.ch
«Adesso ho due vite.»
Pensaci, ora tocca a te.
Una grande felicità comporta grandi responsabilità.
Swiss Life vi sostiene adeguatamente con una copertura del
rischio completa per le famiglie. Scoprite i dettagli su
www.swisslife.ch/protezione-rischio
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Nel regno dell’invisibile
La particella elementare di Higgs si è nascosta con
successo per molto tempo, finché nel 2012 i ricercatori
del Cern, l’Organizzazione Europea per la Ricerca
Nucleare, sono riusciti a dimostrarne l’esistenza.
Questo trionfo della scienza è stato raggiunto grazie alla
macchina più grande del mondo, ossia l’acceleratore
di particelle Large Hadron Collider lungo 27 chilometri.
Una visita gratuita dell’esposizione permanente
e una visita guidata nelle profondità del laboratorio
sotterraneo ampliano e confondono la propria
comprensione del mondo. Tuttavia, prenotare è
d’obbligo – e farlo per tempo, consigliabile.
Tour de Suisse // 41
Come ci si arriva
Si consiglia l’arrivo in treno – e la sveglia
mattutina: da Lugano s’impiegano cinque
ore e mezzo, da San Gallo ben quattro,
da Zurigo o Basilea poco meno di tre e da
Berna circa due ore.
Ecco cosa vi aspetta
Nel più grande centro di ricerca per la fisica
delle particelle al mondo ci sono esposizioni
e visite guidate gratuite (prenotare!) Il
CERN presenta a un largo pubblico le
ultime conoscenze nel campo della scienza,
della fisica delle particelle, dell’alta tecno­
logia e le loro applicazioni nella vita
quotidiana. I misteri dell’universo vengono
spiegati in maniera molto avvincente.
Le attrazioni
Il centro della ricerca e dell’innovazione è
un punto di orientamento alto 27 metri
con un diametro di 40 metri – un simbolo
per il pianeta Terra. Già «Palais de l’Equili­
bre», costruito per l’Expo.02 sulle rive del
Lago di Neuchâtel, l’edificio è stato dona­
to al CERN dalla Confederazione Svizzera.
Oggi ospita un’affascinante esposizione
permanente.
i Buono a sapersi
Una volta sul posto è assolutamente
necessario prenotare una visita guidata
personale di due ore in francese o inglese.
Vengono presentati il CERN, la sua storia
e i più recenti sviluppi ed esperimenti
scientifici che qui vengono condotti. Il pro­
gramma prevede anche una visita nel
locale di controllo di un esperimento. An­
cora meglio è la visita guidata per gruppi
di tre ore (a partire da otto persone),
durante la quale viene visitato il locale di
controllo e/o un acceleratore sulla super­
ficie dell’areale.
Buon appetito
Ginevra offre una moltitudine di ristoranti.
In centro e nel quartiere Eaux Vives va
per la maggiore la cucina tradizionale, nel
quartiere Les Paquis la cucina esotica e
a Carouge quella italiana.
Buona notte
A Ginevra ci sono gli hotel più costosi della
Svizzera. Ma anche qui si trovano numerose
pensioni, ostelli e B&B. Sono meno lussuosi,
ma in compenso più simpatici.
© credit
Altre scoperte
Cosa sarebbe Ginevra senza il suo lago?
Durante una gita con il piroscafo sul secon­
do lago più grande dell’Europa centrale po­
tete ammirare pittoreschi vigneti, romantici
paesini e castelli fiabeschi. Vi sembrerà di
essere in vacanza sulla Costa Azzurra.
A Swiss Life // 43
Testo: Yvonne Eckert, foto: Tom Haller
Quello che
abbraccia
le persone
Sabato pomeriggio, davanti al Globus a Zurigo,
le persone camminano velocemente lungo la Bahnhofstrasse,
la maggior parte stracarica di borse dello shopping.
In mezzo ci sono alcune persone con cartelli tra le mani,
che recano la scritta «Free Hugs».
SWISSLIFE Estate 2016
«
Non sto lì continuamente con le braccia spalan­
cate, così i passanti non devono sentirsi assediati
e ognuno può decidere liberamente se vuole veni­
re da me. Qualche volta tengo semplicemente il
cartello davanti a me», afferma Wolfgang Weber,
che ha fondato ’Free Hugs Network Schweiz’. Weber, di sta­
tura alta e dallo sguardo penetrante, si appresta ogni due
settimane a offrire gratuitamente un abbraccio alle persone
intente allo shopping. Contatto tra persone perfettamente
sconosciute? Di questi tempi? ’Proprio per questo’, sostiene
Weber, «oggi molti contatti sono
virtuali. Il cervello è superallena­
to e non sappiamo affatto come
avvicinarci gli uni agli altri. Ma
appena si verifica un contatto, il
cervello stacca la spina, la pancia
prende le redini, il cervello emo­
zionale».
Chi lo consente? Non ci sono
resistenze? «Certo. Qualche volta
è anche più difficile offrire qual­
cosa gratuitamente, perché le
persone lo percepiscono come
sospettoso», ritiene Weber. Ci
sono persino quelli che temono
che durante l’abbraccio sfili loro
il portafoglio dalla tasca.
Il movimento Free Hugs è stato fondato dall’australiano
Juan Mann. Quando nel 2004 è tornato a casa dopo un lun­
go soggiorno all’estero si è sentito estraneo e solo. Per que­
sto motivo si è messo con un cartello su cui era scritto «Free
Hugs» in una zona pedonale di Sydney. La sua idea ha rag­
giunto una specie di stato cult dopo alcuni problemi inizia­
li. Nel frattempo la polizia gli aveva vietato gli abbracci gra­
tuiti, ma così facendo gli abbracci gratuiti erano diventati
ancora più popolari. Il gruppo Sick Puppies aveva attirato
l’attenzione sull’azione – la clip ha raccolto milioni di clic.
Anche Weber ha conosciuto questo movimento grazie a
questo video. Una cliente americana glielo aveva mandato
via e­mail per ringraziarlo. «Quando l’ho visto la prima vol­
ta, sapevo: ecco quello che cercavo!» Da allora non ha più
meditato da solo in una stanza chiusa, ma è uscito in stra­
da. Per lui essere aperto a tutti è la prova del suo sviluppo
spirituale. Non solo parlarne, ma praticarlo realmente. Però
a casa sua a Sciaffusa non osava ancora farlo. Lo tormenta­
vano i tipici pensieri svizzeri: «Cosa penserà la gente di me.
È da matti, la propria reputazione potrebbe andare a farsi
benedire.» Così, ha iniziato in un luogo straniero, dove la
gente non lo conosceva, in Giappone, insieme ai suoi stu­
denti. All’epoca si è comportato in modo molto neutrale,
racconta, al massimo qualche volta assumeva un sorriso
«giapponese».
Weber si è poi piazzato la prima volta in strada a Sciaffusa
con il cartello abbracci gratuiti in occasione del mercatino di
Natale. «Ci regaliamo molte cose
materiali, ma spesso forse sarebbe
sufficiente un semplice abbraccio,
per dire che ti voglio bene e ti
rispetto.» Con le sue azioni vuole
esprimere pace, apertura, tolle­
ranza e solidarietà. Vuole che le
persone si ricordino che nel loro
intimo sono tutti uguali, con le
stesse paure e bisogni.
All’inizio a Sciaffusa lo accom­
pagnavano una madre con il fi­
glio. Negli ultimi anni la rete degli
abbracci gratuiti si è estesa, alcuni
partecipano regolarmente, altri
occasionalmente. A lui piace che la
rete è costituita sia da giovani che da anziani. «Così i passanti
possono scegliere a chi vogliono avvicinarsi», sostiene. Ogni
volta si aggregano persone che desiderano condividere l’espe­
rienza. Per diffondere «questo virus», i free hugger comuni­
cano anche via social media, postano video e foto delle loro
azioni su Youtube o Facebook. «Forse così qualcuno viene
contagiato.»
Weber svolge il «suo lavoro» sotto il sole e la pioggia. «È
un impegno, un sì a qualcosa.» Qualche volta preferirebbe
fare altro, ma: «Le azioni free hug sono la cosa più impor­
tante nella vita. Tutto il resto è contorno, decorazione.»
Quando si arriva a un abbraccio, è un «momento sacro».
Tutto quello che gira per la testa viene lasciato da parte per
un breve momento, ci si sente sicuri, il tempo svanisce.
Sulla sua maglietta color turchese c’è scritto Free Hug in
lettere bianche. A Weber piace questa maglietta, che ha cre­
ato lui stesso a Taiwan, e che spesso comporta discussioni.
Ma qualche volta dimentica persino di indossarla – finché
La testa è superallenata. Ma appena si
verifica un contatto,
il cervello stacca la
spina, la pancia prende
le redini, il cervello
emozionale.
Avanti il prossimo: Wolfgang Weber nell’intrepido esercizio della sua attività alla Bahnhofstrasse a Zurigo.
SWISSLIFE Estate 2016
Per Wolfgang Weber le azioni free hug sono la cosa più importante della vita, un abbraccio è come un «momento sacro».
A Swiss Life // 47
improvvisamente si trova di fronte una persona con le brac­
cia spalancate.
Molte reazioni agli abbracci gratuiti sono positive, ma ci
sono anche persone che fanno un largo giro attorno a lui,
dicono di no oppure lo prendono a male parole. Ma perché
lo fa? Weber desidera «offrire qualcosa dal suo cuore», dif­
fondere la pace. Sui suoi cartelli c’è scritto abbraccio gratu­
ito in arabo, subito sotto in ebraico e russo. «Free Hugs è
anche un ponte gettato, perché noi costruiamo», afferma.
Il movimento mondiale Free Hugs è diventato più noto
e quindi più accettato grazie a
molte azioni, anche sulla Piazza
Rossa a Mosca o come azione di
pace «apolitica» in Vietnam. Re­
centemente, però, Weber e i suoi
free hugger hanno vissuto «un
momento difficile», come lo defi­
nisce lui, alla stazione centrale di
Zurigo. Sono stati espulsi. «La
paura è molto grande attualmen­
te. Distribuire volantini va bene,
ma fermare la gente e abbracciar­
la no.» Ma queste batoste non
fanno desistere Weber dalla sua
missione.
Prima pensava che l’abbrac­
cio dovesse essere neutro. Oggi è importante «che ci si in­
contra». Se qualcuno si fa avanti, si avvicina velocemente a
questa persona. Quando si tratta di una donna anziana, la
abbraccia in modo più dolce. Inoltre, è importante non ab­
bracciare qualcuno più a lungo di quanto lo faccia la perso­
na abbracciata. E alla fine ringrazia «per la condivisione»,
perché anche a lui rimane qualcosa di questo momento.
Le persone più diverse si lasciano abbracciare, persino i
poliziotti. Alcuni sono felici di ricevere per una volta qual­
cosa gratuitamente, un manager ha detto con le lacrime agli
occhi che è stato abbracciato per la prima volta senza riser­
va. Spesso le donne anziane attendono a lungo nelle loro
vicinanze prima di accettare un abbraccio. Qualche volta si
abbraccia una coppia davanti agli occhi di Weber e gli co­
munica che sono già in possesso della loro parte. Allora li
sollecita, ridendo, a condividere la loro abbondanza. Una
volta un uomo anziano, piuttosto trascurato, in sedia a ro­
telle li ha guardati a lungo e poi è passato oltre. 15 minuti
dopo è tornato con rose rosse e le ha consegnate a ogni free
hugger – «è stato incredibilmente commovente».
Quando Weber, che si definisce per altro piuttosto intro­
verso, si mette in strada, «spalanco tutte le porte». In questo
modo può proteggersi anche da eventuali incontri sgrade­
voli. Quando tutte le porte sono aperte, tutto può uscire di
nuovo, anche le cose sgradevoli. Nelle sue azioni il pacifista
non distingue tra chi gli è simpatico e chi no, abbraccerebbe
sia Obama sia Putin: «In effetti anche con un breve abbrac­
cio si può trasmettere qualcosa», sostiene. Per lui il contatto
ha inizio già con il contatto visivo, a volte è sufficiente darsi
la mano, l’abbraccio reciproco è il culmine.
Weber è molto critico rispetto
alla pressione sociale ad avere
sempre di più. «Siamo completa­
mente dipendenti dalla crescita
esterna. Ma verso cosa vogliamo
crescere? Prima o poi finisce.»
Lui si batte, al contrario, perché
torniamo ad accorgerci del pros­
simo. Perché basta poco per
comunicare agli altri che non
sono soli. «Ognuno è in grado
di farlo, indipendentemente dal­
la sua lingua.»
Sebbene Weber utilizzi lui
stesso i social media per la sua
causa, vede anche gli svantaggi
dello sviluppo digitale. Gli smartphone sono utili, ma al­
lontanano le persone le une dalle altre, «è sempre più diffi­
cile avvicinarsi gli uni agli altri». Lui crede che spesso ci
manchi il coraggio di interagire. Invece, leggiamo libri o
guardiamo film sull’amore. È convinto che anche la nostra
anima ha bisogno di essere in forma, non solo il nostro cor­
po: «Abbiamo bisogno di contatti, altrimenti diventiamo
freddi.»
Dopo un sabato in cui Weber ha condiviso abbracci e
«momenti sacri» dalle 10 alle 16 in tre città con le persone
più diverse, torna a casa gratificato, commosso e «soddisfat­
to al 101 percento». È consapevole che con i suoi cartelli è
riuscito a stabilire un contatto – anche se solo per un breve
momento. È convinto che gli abbracci siano una medicina
accessibile a tutti. «E funziona, per tutti, anche se non tutti
lo percepiscono subito.» La scienza gli dà ragione. Studi di­
mostrano che gli abbracci abbassano la pressione e preven­
gono la depressione. È sufficiente mettere la mano sulla
spalla per diminuire la produzione degli ormoni di stress e
stimolare gli ormoni di rilassamento.
Nelle sue azioni il
pacifista non
distingue tra chi gli è
simpatico e chi no,
abbraccerebbe sia
Obama sia Putin.
SWISSLIFE Estate 2016
Locarno
5–15 | 8 | 2015
Main sponsors:
Destination sponsor:
Institutional partners:
Republic and Canton of Ticino with
Federal Office of Culture
Swiss Agency for Development and Cooperation sdc
City and Region of Locarno
The Leopards of Locarno
by Jannuzzi Smith
26
Main sponsors:
Julia, Switzerland
68
Festival del film
Locarno
5–15 | 8 | 2015
Destination sponsor:
Institutional partners:
Republic and Canton of Ticino with
Federal Office of Culture
Swiss Agency for Development and Cooperation sdc
City and Region of Locarno
Un mazzolin di fiori // 49
Acetosa (rumex acetosa)
In Svizzera la bomba di vitamina C viene
anche chiamata sprezzantemente «Blacke»:
da aprile a novembre la poligonacea
cresce su prati piuttosto umidi, è un
ortaggio a foglia come il tarassaco o gli
spinaci a foglia e contiene una straordi­
naria quantità di vitamina C. Le giovani
foglie possono essere aggiunte alle insa­
late o a salse e omelette. È buona anche una
zuppa di acetosa, sia calda che fredda.
Ma doppia attenzione: l’acetosa
contiene molto biossalato di po­
tassio – quindi moderare il con­
sumo, affinché nel corpo non si
crei eccessivo acido ossalico (calcoli
renali) nocivo alla salute. E:
raccogliendo l’acetosa bisogna,
inoltre, fare attenzione che
non provenga da prati con­
cimati eccessivamente. De­
vono essere raccolte solo
piante con foglie in perfette
condizioni. Le foglie più vec­
chie a forma di punta con bu­
chi color ruggine sono indigeste.
1
L’infiorescenza rossastra è un doppio racemo.
2
I fiori lunghi da 2 a 3 mm sono poco appariscenti.
3
Il frutto è una piccola noce triangolare.
4
Le foglie della pianta alta fino a 120 cm
sono lunghe fino a 15 cm nella parte inferiore.
SWISSLIFE Estate 2016
1
2
3
4
Illustrazioni: Alexander Schmidt
Gli energizzanti
del prato
Hmm, il dessert all’acetosa
È possibile creare un dessert
fresco e aspro con fragole,
acetosa e ricotta di capra (se
non disponibile: passare un
cremoso formaggio di capra
con la ricotta): grattugiare la
scorza da un’arancia e spremere
il succo. Lavare, pulire e tagliare
in quattro o otto, in base alle
dimensioni, 400 g di fragole.
Marinare con succo d’arancia e
zucchero vanigliato. Lavare
l’acetosa, asciugare in una cen­
trifuga e con un coltello affilato
tagliare in sottili strisce. Quindi
frullare finemente in un mixer
con 70 g di zucchero a velo, la
scorza d’arancia grattugiata, un
pizzico di sale e 400 g di ricotta.
Montare due decilitri di panna
con 70 g di zucchero a velo e
mescolare con la ricotta. Inseri­
re la ricotta in una tasca da pa­
sticciere e alla fine alternare
strati di fragole a strati di ricot­
ta in un bicchiere, guarnire con
mandorle a fette tostate.
L’app SWISSLIFE è disponibile
gratuitamente in Google Play e nell’App Store oppure
all’indirizzo www.swisslife.ch/rivista.
Prototipi // 51
Chi lo ha inventato?
La Svizzera è piena di persone con
idee straordinarie che lanciano
prodotti di successo. Alcuni punti
salienti in merito...
Bring
Marco Cerqui aveva già
preparato la lista della
spesa a casa, ma l’ha di­
menticata. «La mia ra­
gazza mi ha mandato
un’immagine della lista
sul cellulare. Non mol­
to pratico – ma era
un’idea commerciale»:
trasferire la pianificazione della spesa sullo smartphone. Insieme al
suo collega Sandro Strebel ha sviluppato l’app gratuita «Bring!» In­
gegnoso: la lista virtuale facilita la pianificazione comune, gestendo
le proprie liste nell’app con numerosi utenti. «Raramente fare la spesa
è una questione individuale. La comunicazione è importante», spiega
Sandro Strebel. getbring.com
Acqua gratuita
Basta gratis! Prima
valeva ancora la
massima: in ogni
ristorante deve essere
disponibile il foglio
ufficiale, l’avventore
deve poterlo leggere
– con un bicchiere di
acqua gratuito. Una volta era così.
Oggi solo nel Canton Ticino,
secondo la legge cantonale sugli
esercizi pubblici, un cliente può
chiedere acqua di rubinetto gratuita – a condizione che consumi
un pasto principale. La coppia di
artisti concettuali della Svizzera
orientale Frank e Patrik Riklin,
invece, ha installato a Zurigo una
fontana che si trova sull’areale
Hunziker a Zurigo-Nord – e oltre
all’acqua eroga cioccolata o brodo.
socialurbanzone.ch
20 Minuti
Guadagnare soldi gratuitamente? È possibile –
come dimostra il giornale gratuito 20 Minuti,
lanciato nel 1999 in Svizzera. Oggi è l’unico
quotidiano nazionale pubblicato nelle tre lingue
ufficiali tedesco, francese e italiano e con le sue
brevi informazioni giornalistiche
raggiunge ogni giorno oltre
due milioni di lettori. Il
foglio rilevato nel 2005
dall’impresa mediatica
Tamedia con forte orientamento digitale – 20minuti.ch
è il portale news più utilizzato
in Svizzera – è una miniera
d’oro per Tamedia: ora l’impresa
mira a sbarcare in Germania
con il quotidiano di successo.
20min.ch
SWISSLIFE Estate 2016
Noleggio biciclette
Un modo ideale per conoscere
le città: Züri rollt, Bern
rollt, La Chaux­de­Fonds
roule, Le Locle roule,
Neuchâtel roule,
Genève roule e Valais
roule offrono per i resi­
denti locali e i turisti
allettanti citybike ed
E­bike. Il noleggio di
biciclette in gran parte
gratuito è una storia di successo: dalla prima
stagione di noleggio a Zurigo nel 1994 la rete è
stata continuamente ampliata. La flotta di bici­
clette di «Schweiz rollt» è composta attualmente
di sette città/regioni con circa 1000 biciclette
complessive. schweizrollt.ch
Avete un’
incontenibile
voglia di vincere?
Con un pizzico di fortuna questa affettatrice di Volano potrebbe presto trovarsi nella
vostra cucina. La moderna tecnica e i coltelli particolarmente affilati garantiscono
il taglio di sottilissime fette di prosciutto crudo e di perfette «rondelle di salsiccia».
In quante «rondelle» da 2 mm è possibile tagliare una salsiccia di Lione lunga 26,5 cm
se a ogni estremità ne vengono tagliati 3 cm? Vi auguriamo di ritagliarvi un buon
piazzamento all'estrazione dell'apparecchio del valore di 3000 franchi.
Il vincitore sarà informato personalmente. Il fortunato vincitore dell’ultimo concorso di SWISSLIFE è
Samuel Stalder a Pieterlen. 500 franchi per il futuro vanno a Werner Häusermann­Meyer a Frauenfeld.
Concorso // 53
a
-rispost
artolina ertina
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Invia
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6.
e ult
Termin 31 agosto 201
SWISSLIFE Estate 2016
Illustrazione: Luca Schenardi
54 // 2066
«Vuoi ancora una rondella di salsiccia?» Tutti probabilmente si sono
sentiti rivolgere questa domanda quando sono andati con la mamma in
macelleria. La «rondella», tuttavia, non era gratuita – veniva offerta
con l’acquisto di carne. E spesso questa tattica del salame del macellaio
ha avuto successo: molti hanno conosciuto così la salsiccia.
Fine della scarsità Le stampanti 3D creano una sorta di paese
della cuccagna, in cui c’è tutto per tutti. Come funziona il mercato
e come si comportano le persone nell’abbondanza?
In «Star Trek: The Next Generation» è stato presentato per
la prima volta un cosiddetto replicatore. Il replicatore è una
stampante 3D in grado di rilevare nella sua struttura ato­
mica e produrre qualsiasi oggetto in qualsiasi materiale
pensabile. Nella serie TV «Star Trek» si trova sul ponte della
navicella spaziale e produce tutto ciò che è necessario, uten­
sili, snack oppure una coppetta da cocktail.
Ciò che ieri era fantascienza, oggi è realtà. È possibile ac­
quistare stampanti 3D per il consumo privato nei mercati
specializzati in prodotti elettronici o si possono ordinare in
Internet per produrre giocattoli, gioielli, semplici oggetti di
uso comune o anche pezzi di ricambio per apparecchi o mo­
bili difettosi. Nel settore professionale le stampanti 3D ven­
gono impiegate sempre più spesso per oggetti molto com­
plessi, dall’utensile speciale nella stazione spaziale fino agli
organi artificiali. Di recente Amazon ha depositato alcuni
brevetti in cui viene descritto come in futuro le merci deside­
rate vengono prodotte direttamente durante il viaggio verso
il cliente sul furgone per le consegne con le stampanti 3D.
E ad Amsterdam viene costruita un’intera casa con la stampante 3D. Se si parte dal presupposto che oggi la stampante
3D si trova in una posizione in cui si trovava il telefono cel­
lulare 30 anni fa, si può prevedere che tra dieci anni più della
metà delle merci di uso quotidiano verrà stampata a casa e
non sarà più acquistata. In ogni casa ci sarà una specie di
fabbrica, che rende le cose disponibili in modo semplice e
veloce come oggi lo smartphone rende disponibile le infor­
mazioni. Presto esisteranno anche le «stampanti 3D inver­
se», ossia le cose che non desideriamo più vengono riciclate,
ritrasformandole nei loro componenti atomici. In questo
modo il materiale di costruzione per le stampanti non si
esaurirà mai e sarà pressoché gratuito. La caratteristica più
spettacolare delle macchine del desiderio universali è che
possono riprodurre se stesse. Chi possiede una stampante
3D può anche produrre una stampante 3D per i propri amici.
Così saranno liberamente disponibili non solo la maggior
parte delle merci, ma anche i mezzi di produzione. Nel bel
mondo nuovo delle stampanti 3D è praticamente tutto
gratuito. Non esistono più i consumatori, solo produttori
che approvvigionano se stessi e scambiano idee in bibliote­
che di prodotti virtuali.
Finora il mondo era governato dalla scarsità e il compito
centrale dell’economia era distribuire in modo efficiente le
merci che sono scarse. La stampante 3D crea un nuovo mondo
in cui abbonda tutto. Questo modificherà profondamente
non solo le regole del gioco del mercato, ma anche il nostro
modo di pensare. Questa abbondanza ci renderà obesi e
pigri? No, al contrario: l’economo di Harvard Sendhil
Mullainathan e lo psicologo di Princeton Eldar Shafir hanno
dimostrato nel loro libro «Scarcity» grazie a dozzine di
esperimenti che le persone che vivono nell’abbondanza pren­
dono decisioni più intelligenti rispetto alle persone indigenti.
Karin Frick getta uno sguardo
al futuro per SWISSLIFE.
Da vari anni ormai l’economista osserva e
analizza le tendenze e le controtendenze nel
campo dell’economia, della società e dei
consumi. È responsabile della ricerca e membro
della direzione del Gottlieb Duttweiler Institute.
www.swisslife.ch/rivista