Appendice 2.B – Glossario IV Direttiva CEE

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CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI (CLASSE A). Sono iscritti i crediti relativi a versamenti
dovuti dai soci, per il capitale sottoscritto, ma non ancora versato.
IMMOBILIZZAZIONI (CLASSE B). Sono rappresentate da investimenti durevoli nell’attività e indicate in relazione alle loro caratteristiche in:
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI (CLASSE B, SOTTOCLASSE I). Si tratta di beni caratterizzati dalla mancanza di
tangibilità. Sono individuati da costi, che non esauriscono la loro utilità in un solo periodo e manifestano i
benefici economici lungo un arco temporale di più esercizi.
Sono rappresentate da:
• costi di impianto e di ampliamento (Voce B.I.1, spese di costituzione della società e relativi ampliamenti);
• costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità (Voce B.I.2, costi di ricerca applicata riferiti a progetti
identificabili, che si concluderanno con la realizzazione di prodotti e il futuro conseguimento di ricavi;
spese di pubblicità riferite alla fase di lancio di nuovi prodotti, non ricorrenti ed eccezionali);
• diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere d’ingegno (Voce B.I.3, diritti
esclusivi di sfruttamento di invenzioni nascenti internamente all’impresa o acquisite, diritti di utilizzazione delle opere d’ingegno nella forma di contratto di edizione, di rappresentazione, di esecuzione,
licenze su software applicativo acquisito a titolo di diritto di proprietà o a titolo di licenza d’uso a tempo
indeterminato);
• concessioni, licenze, marchi e diritti simili (Voce B.I.4, nel caso di concessioni, sono quantificate
dalle somme pagate una tantum per l’esercizio di diritti su beni di proprietà degli enti concedenti o di
attività di competenza di tali organismi; nel caso di licenze sono comprese le somme per l’esercizio di
attività regolamentate);
• avviamento (Voce B.I.5, sussiste nel caso di acquisto di azienda, fusioni, scorpori, quando la differenza
tra il prezzo pagato e il valore patrimoniale del complesso aziendale è positiva; rappresenta un apprezzamento della potenzialità di utili futuri);
• immobilizzazione in corso e acconti (Voce B.I.6, sono indicati rispettivamente i beni immateriali in
corso di realizzazione e le somme pagate in corso di realizzazione di un bene);
• altre immobilizzazioni immateriali (Voce B.I.7, diritti reali di godimento su titoli, oneri accessori su
finanziamenti).
I beni immateriali sono valorizzati al costo di acquisto o di produzione, dedotte le quote di ammortamento effettuate. Il valore indicato non può eccedere il valore recuperabile, definito come il maggior
valore tra il valore realizzabile per effetto della cessione e il valore d’uso (valore attuale dei flussi attribuiti
allo sfruttamento dell’immobilizzazione).
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI (CLASSE B, SOTTOCLASSE II). Analogamente alle immobilizzazioni materiali,
non esauriscono la loro utilità in un solo periodo e manifestano i relativi benefici economici lungo un arco
temporale di più esercizi. Tuttavia, diversamente dalle precedenti, sono caratterizzate dal requisito di tangibilità.
Sono rappresentate da terreni e fabbricati (Voce B.II.1), impianti e macchinario (Voce B.II.2), attrezzature industriali e commerciali (Voce B.II.3), altri beni (Voce B.II.4), immobilizzazioni in corso
e acconti (Voce B.II.5).
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A esclusione delle immobilizzazioni in corso e degli acconti, sono valutate in bilancio al loro valore
di acquisto, comprensivo di eventuali oneri accessori di acquisto (spese notarili per la redazione di atti di
acquisto, in caso di beni immobili e mobili registrati, spese per la progettazione e il collaudo, montaggio e
posa in opera nell’ipotesi di impianti e macchinari) al netto del fondo ammortamento (che comprende le
quote annualmente accantonate per la ripartizione del costo pluriennale). Tale valore è inoltre comprensivo
delle spese sostenute per interventi rivolti all’ampliamento, all’ammodernamento o al miglioramento degli
elementi strutturali di un’immobilizzazione (spese di manutenzione straordinaria).
Le immobilizzazioni in corso (costruzioni in economia) sono valutate in relazione a tutti quei costi
sostenuti dall’impresa per la realizzazione interna, affinché il bene sia effettivamente utilizzabile. Esse
sono stimate al costo di fabbricazione inclusi i costi diretti (materiali e mano d’opera diretta, spese di
progettazione, costi di forniture esterne) e di una quota parte delle spese generali di fabbricazione e delle
spese generali di produzione (tuttavia, se l’attività di costruzione in economia presenta carattere occasionale, la quota si riferisce esclusivamente alle spese generali di produzione a essa riferibili).
Gli acconti iscritti rappresentano esborsi sostenuti per la consegna futura di beni in corso di realizzazione. Sono distinti dagli anticipi, poiché erogati al momento della stipulazione del contratto.
Le immobilizzazioni materiali possono essere rivalutate solo nei casi in cui le leggi speciali, generali o
di settore, lo richiedano o lo permettano (correttivi parziali dell’inflazione). La rivalutazione non può
essere effettuata in misura superiore al valore d’uso del bene. L’effetto netto della rivalutazione viene
iscritto tra le riserve del patrimonio netto alla Voce A.III Riserva di rivalutazione.
Nel caso di dinamica inflativa significativa e di assenza di leggi di rivalutazione monetaria, il valore
d’iscrizione in bilancio delle immobilizzazioni non rappresenta il rispettivo valore di mercato. La differenza tra tali grandezze costituisce una riserva occulta, in quanto non indicata in bilancio.
IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE (CLASSE B, SOTTOCLASSE III). Sono individuate sia da investimenti durevoli
in altre attività d’impresa, sia da crediti finanziari di medio/lungo termine. In particolare, sono indicati:
• partecipazioni (Voce B.III.1, azioni ordinarie, privilegiate o di risparmio, quote rappresentative del
capitale di società non azionarie);
• crediti finanziari (Voce B.III.2);
• altri titoli (Voce B.III.3, obbligazioni, titoli di stato, certificati immobiliari);
• azioni proprie (Voce B.III.4, con apposita costituzione di fondi nel passivo).
La principale caratteristica è rappresentata dalla continuità del rapporto instaurato con la controparte. Sono
distinti i rapporti di:
a) controllo – nei quali l’impresa dispone della maggioranza dei voti esercitabili in assemblea ordinaria o
per esercitare un’influenza dominante sulle delibere in assemblea ordinaria, oppure vanta un’influenza
dominante in relazione ai vincoli contrattuali esistenti;
b) collegamento – nei quali l’impresa esercita un’influenza notevole su un’altra azienda. Tale influenza è
presumibile, quando in assemblea ordinaria può esercitare il 20 per cento dei voti oppure il 10 per cento
nel caso di società quotate.
In bilancio, sono distintamente indicati le partecipazioni e i crediti nei confronti di società controllate,
collegate e controllanti.
Il relativo valore di stima è formulato in base al costo di acquisto, a eccezione delle partecipazioni in
imprese collegate e controllate indicate secondo il metodo del patrimonio netto. Con tale metodo si attribuisce alle singole partecipazioni un valore corrispondente a quello del patrimonio della società partecipata,
in misura proporzionale alla quota di capitale posseduta.
ATTIVO CIRCOLANTE (CLASSE C). Comprende investimenti destinati a essere consumati, rinnovati, sostituiti
più volte nel corso dell’esercizio. Sono distinti, in misura decrescente, rispetto al loro livello di
liquidabilità in:
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RIMANENZE (CLASSE C, SOTTOCLASSE I). Sono indicati i beni nella forma di materie prime e semilavorati,
che saranno impiegati in processi produttivi futuri, e i prodotti finiti realizzati in corso d’anno, ma che
saranno venduti in futuro.
Le rimanenze sono individuate in relazione al titolo di proprietà vantato dall’impresa rispetto a tali beni
e non sulla base del possesso. Esse, quindi, comprendono i beni esistenti nei magazzini e negli stabilimenti, salvo quelli ricevuti da terzi in visione, in prova, in lavorazione, quelli presso terzi in conto deposito,
lavorazione, o acquistati dall’impresa, ma non ancora ricevuti.
In bilancio, sono riportate distintamente le seguenti voci:
• materie prime, sussidiarie e di consumo (Voce C.I.1);
• prodotti in corso di lavorazione e semilavorati (Voce C.I.2);
• lavori in corso su ordinazione (Voce C.I.3);
• prodotti finiti e merci (Voce C.I.4);
• acconti (voce C.I.5, esborsi sostenuti a fronte di merci da ricevere).
I criteri di valutazione delle rimanenze sono nel caso di:
• beni fungibili al costo specifico riferibile a tali merci;
• beni infungibili in base al criterio del:
• FIFO (le rimanenze sono valutate ai valori più recenti di acquisto dei beni, mentre i prelievi da magazzino sono espressi secondo quelli più antichi, ipotizzando che le quantità acquistate in passato siano le
prime a essere utilizzate o vendute);
• LIFO (le rimanenze sono valutate ai valori più remoti, in relazione all’ipotesi di prelevare da magazzino i beni acquistati di recente);
• costo medio ponderato (le rimanenze sono valutate al costo medio, ottenuto ponderando le quantità
acquistate in rapporto a rispettivi prezzi, nell’ipotesi che siano state prelevate dal magazzino merci
acquistate in epoche differenti).
La valutazione delle rimanenze è espressa a costo, sia nel caso di materie prime, sussidiarie e di consumo
(compresi gli oneri accessori), sia nell’ipotesi di semilavorati, prodotti finiti (compresi i costi internamente
sostenuti per la realizzazione).
Unica eccezione è rappresentata dai lavori in corso su ordinazione compresi alla voce C.I.3, in caso di
imprese operanti con contratto di appalto d’opera o di somministrazione, di durata pluriennale, i cui ricavi
non risultano frazionabili.
La valutazione può essere espressa in base:
1. allo stato di avanzamento lavori – intesa come applicazione della percentuale di avanzamento dei
lavori al prezzo pattuito (valutazione a ricavi);
2. al costo sostenuto individuato attraverso l’analitica rilevazione dei costi sostenuti in corso d’opera
(valutazione dei costi) e a ricavi alla consegna dell’opera.
CREDITI (CLASSE C, SOTTOCLASSE II). Sono indicati in via principale rispetto alla natura del debitore e alla
scadenza del credito, e, in via subordinata, all’origine.
In particolare, nella classe confluiscono:
• crediti verso clienti (Voce C.II.1);
• crediti verso imprese controllate (Voce C.II.2);
• crediti verso imprese collegate (Voce C.II.3);
• crediti verso controllanti (Voce C.II.4);
• crediti verso altri (Voce C.II.5).
Alla voce crediti verso clienti sono iscritti:
• i crediti per i quali è stato emesso regolare documento di pagamento, ma non ancora incassati;
• gli importi relativi a ricavi per merci e/o servizi per i quali è già avvenuta rispettivamente la traslazione
della proprietà o l’esecuzione dell’opera;
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• le cambiali attive e le ricevute bancarie, anche se presentate in anticipazione al salvo buon fine;
• i crediti ceduti pro solvendo (per i quali l’impresa compare come obbligato in via di regresso).
Nelle altre voci, i crediti sono individuati in relazione a un titolo che giustifica la nascita del rapporto.
I crediti devono essere indicati al presumibile valore di realizzo, inteso come il valore nominale decurtato
dal fondo svalutazione crediti. La stima della dimensione di tale fondo deve avvenire in rapporto all’anzianità
dei crediti per classi temporali di scaduto, ai prevedibili resi, alle rettifiche di fatturazione, agli abbuoni e
sconti.
ATTIVITÀ FINANZIARIE CHE NON COSTITUISCONO IMMOBILIZZAZIONI (CLASSE C, SOTTOCLASSE III). Sono individuati le partecipazioni in imprese controllate, collegate, controllanti, azioni proprie, obbligazioni e titoli
di Stato, detenuti per un breve periodo e per finalità speculative.
DISPONIBILITÀ LIQUIDE (CLASSE C, SOTTOCLASSE IV). La classe comprende:
• depositi bancari e postali (Voce C.IV.1);
• assegni (Voce C.IV.2);
• danaro e valori di cassa (Voce C.IV.3).
Circa i saldi dei depositi bancari, devono essere indicati tutti gli assegni e i bonifici disposti entro la data
di chiusura dell’esercizio e gli incassi effettuati dalle banche e accreditati nei conti prima della chiusura
dell’esercizio.
Gli importi sono indicati al presumibile valore di realizzo.
RATEI E RISCONTI ATTIVI (CLASSE D). Sorgono in relazione a contratti di durata (fornitura di gas, energia
elettrica, servizi telefonici).
I ratei attivi rappresentano crediti in moneta e misurano quote di ricavo, la cui integrale liquidazione
avverrà nell’esercizio futuro, ma di competenza, per la parte da essi misurata, dell’esercizio, cui si riferisce
il bilancio.
I risconti attivi esprimono quote di costo, rilevate integralmente nell’esercizio in corso o in precedenti,
e rappresentano la quota parte rinviata a uno o più esercizi successivi.
In linea generale, il principio alla base della loro rilevazione economica è rappresentato dal criterio di
computo del tempo fisico (computo dei giorni decorrenti tra l’inizio degli effetti economici e la chiusura
del bilancio, tra quest’ultimo e il termine degli effetti economici ). Tuttavia, nel caso di prestazioni rese o
ricevute, che non hanno effetto di continuità, la ripartizione è effettuata in base al decorso del tempo
economico.
PATRIMONIO NETTO (CLASSE A). Il patrimonio rappresenta l’insieme dei mezzi propri di proprietà dell’impresa. È distinto in relazione alla modalità di formazione in:
CAPITALE (CLASSE A, SOTTOCLASSE I). È iscritto il valore nominale del capitale sottoscritto dagli azionisti,
all’atto di costituzione dell’impresa, comprese le variazioni di aumento o di riduzione, deliberate successivamente.
RISERVA DA SOVRAPPREZZO DELLE AZIONI (CLASSE A, SOTTOCLASSE II). Rappresenta il maggior valore delle
azioni/quote sottoscritte rispetto all’ammontare nominale del capitale sociale ed è corrisposto dai soci. La
riserva non può essere distribuita fino a quando la riserva legale non ha raggiunto un preciso ammontare.
RISERVA DI RIVALUTAZIONE (CLASSE A, SOTTOCLASSE III). È costituita in relazione a rivalutazioni monetarie
delle attività patrimoniali dell’impresa, in seguito all’applicazione di leggi speciali emanate. Tali riserve
sono indisponibili.
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RISERVA LEGALE (CLASSE A, SOTTOCLASSE IV). Si forma per effetto di accantonamenti obbligatori dell’utile
d’esercizio a riserva, fino al raggiungimento di un quinto del capitale sociale.
RISERVA PER AZIONI PROPRIE IN PORTAFOGLIO (CLASSE A, SOTTOCLASSE V). Si costituisce a fronte dell’acquisto, in misura durevole, di azioni proprie. Essa non può essere utilizzata fino a quando le azioni rimangono
in portafoglio.
RISERVE STATUTARIE (CLASSE A, SOTTOCLASSE VI). Individuano gli accantonamenti effettuati in relazione ad
adempimenti di natura facoltativa e previsti dallo statuto.
ALTRE RISERVE (CLASSE A, SOTTOCLASSE VII). Nella voce vengono indicate altre riserve aventi carattere
residuale. In particolare, sono iscritti:
• i versamenti di soci (a fondo perduto, in conto capitale, aumento futuro di capitale sociale);
• gli accantonamenti previsti in relazione all’adempimento di obblighi di natura civilistica;
• gli accantonamenti previsti in relazione all’adempimento di obblighi di natura fiscale.
UTILI (PERDITE) PORTATI A NUOVO (CLASSE A, SOTTOCLASSE VIII). Rappresentano gli utili conseguiti in
esercizi precedenti non distribuiti e non accantonati a specifiche riserve di patrimonio netto e le perdite di
esercizi precedenti non coperte da parte degli azionisti.
UTILE (PERDITA) D’ESERCIZIO (CLASSE A, SOTTOCLASSE IX). Individua l’incremento o il decremento subito
dal capitale per effetto dell’attività aziendale, svolta nell’esercizio.
FONDI PER RISCHI E ONERI (CLASSE B). La classe comprende gli accantonamenti destinati a copertura di
perdite o debiti aventi natura determinata, esistenza certa o probabile, ma di ammontare indeterminato (nel
caso del fondo per operazioni o concorsi a premio, fondo lavori ciclici di manutenzione, fondi per
prepensionamenti) o data di sopravvenienza indeterminata (fondo per penalità contrattuali, fondo garanzia
prodotti). In particolare, sono compresi:
• i fondi di quiescenza (Voce B.1, rappresentati dalle indennità accantonate per prepensionamenti, per
cessazioni di rapporti di agenzia);
• i fondi imposte (Voce B.2, oneri tributari non certi, ma probabili a seguito di contenziosi fiscali in
essere o comunque possibili);
• altri (Voce B.3, si tratta di somme accantonate per rischi non generici).
TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO (CLASSE C). Rappresenta una voce di debito a
formazione progressiva, in quanto matura nel proseguire del rapporto con il dipendente. È per l’impresa
una fonte di finanziamento nel corso del rapporto di lavoro e per il lavoratore una forma di risparmio
forzato. Non vanno iscritti nella voce gli importi per i rapporti di lavoro cessati, ma non ancora liquidati.
DEBITI (CLASSE D). Sono distinti, in via principale, in relazione all’origine, alla scadenza, all’esistenza di
garanzie e, in misura subordinata, in rapporto alla natura del debitore.
Con riferimento alla voce dei debiti verso banche (Voce D.3) sono compresi, distinti in rapporto alla
loro esigibilità, i rapporti di finanziamento di breve termine (gli scoperti su c/c, le anticipazioni s.b.f.) e di
lungo termine (mutui). Inoltre, relativamente ai debiti verso controllate, collegate e controllanti (Voce
D.8-9-10) sono indicate le obbligazioni contrattuali di natura sia finanziaria, sia commerciale.
Tutti i valori riportati nelle rispettive voci sono distinti per scadenza e indicati al valore nominale.
Unica eccezione è rappresentata dai debiti espressi in valuta estera (Paesi non UE), che dovranno essere
rettificati in caso di variazione del tasso di cambio rispetto alla moneta di conto.
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RATEI E RISCONTI PASSIVI (CLASSE E). I ratei passivi rappresentano debiti in moneta e misurano quote di
costo, la cui integrale liquidazione avverrà nell’esercizio futuro, ma di competenza, per la parte da essi
misurata, dell’esercizio cui si riferisce il bilancio.
I risconti passivi esprimono quote di ricavo rilevate integralmente nell’esercizio in corso o in precedenti e rappresentano la quota parte rinviata a uno o più esercizi successivi. Devono essere indicati distintamente gli importi riferiti a periodi superiori all’anno.
Considerazioni analoghe a quelle formulate per i ratei e risconti attivi possono essere espresse in relazione alle metodologie di computo.
VALORE DELLA PRODUZIONE (CLASSE A). Le voci, che compongono il valore della produzione, sono:
RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI (VOCE A.1). Sono iscritti i ricavi delle vendite e delle prestazioni realizzati dall’impresa, rettificati da resi, abbuoni e sconti e premi, se riferibili alla produzione dell’anno
(altrimenti, collocati alle Voci E.20 e E.21 e nell’area C, se si tratta di sconti finanziari). Sono inoltre
compresi i ricavi dalla vendita occasionale di materie prime, sussidiarie e semilavorati.
VARIAZIONI DELLE RIMANENZE DI PRODOTTI IN CORSO DI LAVORAZIONE, SEMILAVORATI E FINITI (VOCE A.2).
Sono riportate le variazioni riferibili a tali beni e ottenute come differenza tra il valore finale delle rimanenze iscritto nello Stato patrimoniale di fine anno rispetto a quello di inizio anno. La voce accoglie le
rimanenze che abbiano subito una lavorazione all’interno dell’impresa; le rimanenze che non hanno subito
lavorazione, compaiono fra i costi di produzione alla voce B.11.
VARIAZIONI DEI LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE (VOCE A.3). Sono definite le variazioni riferibili a lavori in
corso su ordinazione (di cui alla classe C dello Stato patrimoniale, sezione Attivo) e ottenute come differenza tra il valore finale iscritto nello Stato patrimoniale di fine anno rispetto a quello di inizio anno.
INCREMENTI DI IMMOBILIZZAZIONI PER LAVORI INTERNI (VOCE A.4). Sono evidenziate le spese sostenute nell’anno per la realizzazione di beni strumentali all’interno dell’impresa (costruzioni interne).
ALTRI RICAVI E PROVENTI (VOCE A.5). Sono indicati i rimborsi spese, assicurativi, penalità addebitate a
clienti, proventi derivanti dalla gestione patrimoniale di immobili, plusvalenze derivanti dalla cessione di
beni strumentali, impiegati nella normale attività produttiva e sostituiti per ragioni di carattere fisiologico.
COSTI DELLA PRODUZIONE (CLASSE B). Le voci che compongono i costi della produzione sono:
COSTI PER MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E DI MERCI (VOCE B.6). Sono iscritti i costi relativi
all’acquisto di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci, impiegate nel processo produttivo. Sono
compresi gli oneri accessori sostenuti e inclusi dal fornitore nel prezzo pattuito.
COSTI PER PRESTAZIONI DI SERVIZI (VOCE B.7). Sono indicati i costi relativi a prestazioni di servizi e in
particolare:
• contratti di consulenza;
• contratti di trasporto;
• contratti di somministrazione (energia, acqua, gas);
• prestazioni destinate a personale dipendente (servizio mensa, visite mediche, aggiornamento professionale dei dipendenti);
• servizi prestati da istituti di credito e imprese finanziarie, diversi dagli oneri finanziari;
• pubblicità;
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•
•
•
•
•
•
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assistenza tecnica;
royalties;
lavorazioni;
manutenzione esterna;
provvigioni;
assicurazioni.
COSTI PER IL GODIMENTO DI BENI DI TERZI (VOCE B.8). Sono compresi i canoni di locazione finanziaria, gli
affitti, i corrispettivi per l’utilizzo di brevetti e marchi.
COSTI DEL PERSONALE (VOCE B.9). La voce include tutti i costi riferibili all’impiego di personale dipendente internamente all’azienda, nelle sue componenti:
• salari e stipendi, al lordo delle imposte e degli oneri sociali a carico del lavoratore dipendente;
• oneri sociali a carico del datore di lavoro;
• trattamento di fine rapporto, per la quota maturata nell’esercizio;
• altri costi (ferie maturate e non godute).
AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI (VOCE B.10). La prima voce rappresenta la quota attribuita all’esercizio di
un costo pluriennale riferibile a immobilizzi materiali e immateriali, in rapporto alla residua possibilità di
utilizzazione del cespite. Tale periodo è normalmente inferiore alla vita fisica del cespite e influenzato
da:
• deterioramento fisico legato al trascorrere del tempo;
• obsolescenza;
• piani aziendali per la sostituzione del cespite;
• condizioni di utilizzo (turni di produzione, livello tecnico del personale, luoghi di utilizzo);
• politiche di manutenzione e riparazione;
• stima dei produttori del cespite;
• perizie.
Le svalutazioni delle immobilizzazioni hanno carattere eccezionale e sono estranee al processo di ammortamento degli immobilizzi tecnici, oppure si riferiscono a immobilizzazioni non ammortizzabili.
VARIAZIONI DELLE RIMANENZE DI MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E DI MERCI (VOCE B.11). Rappresenta la differenza tra il valore delle giacenze iniziali rispetto a quelle finali.
ACCANTONAMENTI PER RISCHI (VOCE B.12). Sono iscritte le quote accantonate al fondo rischi di cui alla
classe B, voce 3 del passivo, per le quali sussiste incertezza in merito sia al loro manifestarsi, sia alla loro
entità (per esempio, accantonamento a fondo vertenze in corso).
ALTRI ACCANTONAMENTI (VOCE B.13). Sono iscritte le quote accantonate al fondo rischi di cui alla classe
B, voce 3 del passivo, per le quali sussiste incertezza in relazione alla loro entità (per esempio, accantonamento al fondo manutenzioni cicliche).
ONERI DIVERSI DI GESTIONE (VOCE B.14). Sono compresi costi e oneri diversi da quelli derivanti dalla
gestione caratteristica dell’impresa. Per esempio:
• oneri derivanti dalla gestione di immobili o di altri beni di natura patrimoniale;
• minusvalenze derivanti dalla cessione di beni strumentali impiegati nella normale attività produttiva,
commerciale o di servizio, ceduti per effetto del loro deperimento economico-tecnico e destinati a
essere sostituiti;
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• imposte indirette;
• sopravvenienze e insussistenze passive relative a valori stimati che non derivino da errori (carenze di
fondi premi, di garanzia, rischi).
DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE. Rappresenta un’indicazione intermedia relativa al
risultato dell’attività operativa e della gestione accessoria.
PROVENTI E ONERI FINANZIARI (CLASSE C). La classe comprende i proventi finanziari derivanti dagli investimenti effettuati dall’impresa, a titolo temporaneo o duraturo, e gli oneri finanziari relativi all’indebitamento
di medio-lungo termine. Sono indicati:
PROVENTI DA PARTECIPAZIONI, CON SEPARATA INDICAZIONE DI QUELLI RELATIVI A IMPRESE CONTROLLATE E COLLEGATE (VOCE C.15). La voce individua:
• dividendi percepiti al lordo delle ritenute subite e dei crediti d’imposta;
• altri proventi (plusvalenze derivanti dalla cessione delle partecipazioni, con esclusione di quelle aventi
natura straordinaria).
ALTRI PROVENTI FINANZIARI (VOCE C.16). La voce individua:
• proventi da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate (interessi da finanziamenti a lungo termine);
• proventi da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni (gli interessi su
titoli di debito pubblico, su prestiti obbligazionari);
• proventi da titoli iscritti nell’attivo circolante;
• proventi diversi (interessi attivi su c/c bancari, conti correnti postali, interessi di mora, differenze
positive di cambio, interessi attivi su crediti verso l’erario).
INTERESSI
E ALTRI ONERI FINANZIARI, CON SEPARATA INDICAZIONE DI QUELLI VERSO IMPRESE CONTROLLATE E
(VOCE C.17).
Rientrano nella voce tutti gli oneri finanziari sostenuti dall’impresa. In particolare:
interessi passivi e oneri finanziari relativi a operazioni di finanziamento di vario genere;
spese e commissioni bancarie relative al servizio di incasso effetti;
fidejussioni bancarie;
spese tenuta conto corrente;
perdite su cambi e accantonamenti al fondo rischi su cambi;
minusvalenze su cessioni di partecipazioni escluse quelle aventi natura straordinaria.
COLLEGATE E VERSO CONTROLLANTI
•
•
•
•
•
•
RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE (CLASSE D). Individua le rivalutazioni e le svalutazioni di
partecipazioni, di immobilizzazioni finanziarie, che non costituiscono partecipazioni, e di titoli iscritti
nell’attivo circolante, che non rappresentano immobilizzazioni. Le rivalutazioni consistono in ripristini di
valore delle attività finanziarie, quando sono venuti meno i motivi alla base della loro svalutazione; le
svalutazioni, invece, riguardano tutte le riduzioni di valore richieste dalla normativa civilistica.
PROVENTI E ONERI STRAORDINARI (CLASSE E). Sono indicati:
• plusvalenze e minusvalenze, derivanti dalla cessione di beni strumentali destinati alla normale attività
dell’impresa, ma aventi una notevole rilevanza rispetto alla totalità dei beni strumentali;
• sopravvenienze e insussistenze attive e passive, derivanti da fatti straordinari alla gestione ordinaria;
• componenti positivi o negativi relativi a esercizi precedenti, inclusi gli errori di valutazione di poste di
bilancio;
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• effetti di variazione dei criteri di valutazione adottati;
• imposte relative agli esercizi precedenti.
RISULTATO PRIMA
DELLE IMPOSTE.
Ottenuto dalla somma algebrica dei risultati intermedi individuati.
IMPOSTE SUL REDDITO DELL’ESERCIZIO. È indicato l’importo delle imposte correnti sul reddito d’esercizio.
UTILE (PERDITA) DELL’ESERCIZIO. Ottenuto come differenza tra il risultato prima delle imposte e le imposte
calcolate.