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Gmail - Rete lab. privata 1 di 1 https://mail.google.com/mail/u/0/?ui=2&ik=94681b5cac&view=pt&se... ASPATINFORMA aspatinforma <[email protected]> Rete lab. privata Giovanna Morvillo <[email protected]> 08 luglio 2013 15:18 A: Giovanna Morvillo <[email protected]>, [email protected], [email protected], Felicetta Stanco <[email protected]>, [email protected], [email protected], [email protected], anisap <[email protected]>, Istituto Fumo <[email protected]>, [email protected], [email protected] Cc: Lara Natale <[email protected]>, [email protected] Si trasmette in allegato Piano Rete Laboratoristica Privata modificato ed integrato con parte delle osservazioni poste dalle SS.LL Cordiali Saluti Giovanna Morvillo Segreteria del Sub Commissario ad acta Mario Morlacco Regione Campania Centro Direzionale Is. C3, 13° p. Napoli Direct line +39 081 7969736 Fax +39 081 7969377 mailto: [email protected] piano rete privata visionata 5-7-2013.doc 744K 10/07/2013 15:33 PIANO DI RIASSETTO DELLA RETE LABORATORISTICA TERRITORIALE PRIVATA 1 1. Premessa Con delibera del Consiglio dei Ministri in data 24 luglio 2009 il Presidente pro-tempore della Regione Campania è stato nominato Commissario ad acta per il risanamento del servizio sanitario regionale, a norma dell’art. 4 del decreto legge 01/10/2007, n. 159 convertito con modificazioni dalla legge 29/11/2007 n. 222. Con la stessa delibera il Commissario è stato incaricato di dare attuazione al Piano di rientro dal disavanzo del servizio sanitario regionale campano e, in via prioritaria, di provvedere alla realizzazione di specifici interventi, identificati in diciotto punti, tra cui il “completamento del riassetto della rete laboratoristica e di assistenza specialistica ambulatoriale” (punto 10 della delibera del Consiglio dei Ministri). In data 23 aprile 2010 il Consiglio dei Ministri, a seguito dell’insediamento del nuovo Presidente della Giunta della Regione Campania, ha provveduto alla nomina dello stesso quale Commissario ad acta per la prosecuzione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione. Nel medesimo provvedimento di nomina il Consiglio dei Ministri ha reiterato, al punto 1) lettera j), l’adempimento relativo al completamento del riassetto della rete laboratoristica e di assistenza territoriale. Inoltre la legge finanziaria per l'anno 2007 (L. n.296/2006) ha sancito l'obbligo per le Regioni di adottare un piano di riorganizzazione della rete delle strutture pubbliche e private accreditate. Tale modello è stato voluto per migliorare l'efficienza delle strutture sanitarie mediante un maggiore utilizzo delle metodiche automatizzate. Ovviamente, il raggiungimento di siffatta finalità presuppone l'adeguamento - espressamente stabilito dal legislatore nella citata normativa - dei requisiti organizzativi e di personale in coerenza con il criterio dell'efficienza. In tale ottica, ed in perfetta conformità all'introdotto modello, la legge 133/2008, ha integrato il D.Lgs. n.502/92 prevedendo tra i criteri generali per l'accesso all'accreditamento istituzionale, anche il criterio della soglia minima di efficienza. Sicché, l'efficienza, ovvero la soglia minima, è al tempo stesso presupposto per la riorganizzazione della rete e prerequisito per accedere all'accreditamento istituzionale. La riorganizzazione della rete laboratoristica campana non si traduce, tuttavia, in un mero adempimento agli obiettivi imposti dal Piano di rientro e dalla delibera del Consiglio dei Ministri, ma rappresenta l’opportunità di determinare una riqualificazione dell’offerta. Per tali motivi è stato già emanato il DC n.55 del 30/09/2010 che adotta il piano di riassetto della rete laboratoristica per le strutture pubbliche, differendo ad un successivo atto la riorganizzazione della rete laboratoristica privata. II piano di razionalizzazione si applica a tutte le discipline dell'area della Medicina di Laboratorio previste dalle DGRC n. 3958 del 7.08.2001 e ss.mm.ii. 2 Ogni attività di diagnostica di medicina di laboratorio, ovunque venga effettuata, deve essere gestita sotto la responsabilità del laboratorio di riferimento e ricondotta alle discipline riportate, nel rispetto, e con verifica continua, della qualità sia interna documentata CQI che esterna VEQ, certificata da enti validati a livello regionale o nazionale. 2. Progettazione della rete laboratoristica privata 2.1 Analisi del contesto L’evoluzione tecnologica, attraverso processi di consolidamento delle piattaforme e di integrazione, rende possibile e in parte opportuna la riduzione numerica, o meglio la razionalizzazione del numero delle strutture di Laboratorio clinico di dimensione produttiva al di sotto di certi livelli. In questo contesto la tumultuosa evoluzione delle tecnologie e dell’Information technology (I.T.) ha portato la Medicina di Laboratorio ad essere al centro di processi di facile razionalizzazione economica ma spesso scevri dall’integrazione di razionalizzazione dei processi induttivi di spesa (appropriatezza). La numerosità delle strutture diffuse su tutto il territorio non è sempre correlato a razionali criteri di complementarietà ai bisogni assistenziali nell’ambito di una razionale integrazione con le strutture pubbliche, infatti apparendo spesso dispersiva e frammentaria la loro ubicazione. La diversa configurazione numerica e organizzativa dei Laboratori privati si caratterizza per un numero elevato di strutture al di sotto di una massa critica prestazionale accettabile, solo in parte giustificata da peculiari situazioni socio-ambientali. Le contenute dimensioni delle strutture rendono difficoltoso l'accesso a sistemi e ad apparecchiature di maggior impegno tecnologico o comunque non consentono l'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse strumentali, con ripercussione anche sui costi di gestione. Inoltre è dimostrato, anche in letteratura, che il raggiungimento di un'adeguata massa critica di esami di laboratorio consente e garantisce il conseguimento di alti livelli qualitativi del dato analitico. Alla luce di queste evidenze appare chiaro anche la sofferenza economica a cui possono soggiacere la maggior parte dei laboratori privati. La massa critica prestazionale, quindi, è fondamentale per una serie di aspetti tra cui, in modo particolare si segnalano: − Causa di diseconomia di gestione − affidabilità qualitativa delle prestazioni stesse, in quanto un numero basso di esami non consente di adottare tecnologie automatizzate avanzate, le quali sarebbero meno influenzate dalla manualità, che fa aumentare fortemente il rischio pre e post analitico riguardante l’identificazione e la rintracciabilità dl campione, − appropriatezza e offerta (gamma delle prestazioni), strettamente correlate al numero di utenti che hanno accesso alla struttura. 3 Il processo di riorganizzazione si rende, inoltre, oltremodo necessario, per le intervenute normative nazionali e regionali di adozione del nuovo nomenclatore tariffario, che intervengono in modo significativo sulla rideterminazione delle tariffe soprattutto per la branca di patologia clinica. Come conseguenza di ciò potrebbero verificarsi seri problemi di sussistenza economica, in particolare per le piccole strutture, con riverberi negativi sui livelli occupazionali e di qualità delle prestazioni erogate. Quindi il provvedimento di riordino riveste carattere d’urgenza non solo per adempiere ad un obbligo normativo, ma anche per tutelare gli erogatori e i fruitori delle prestazioni. In base alla normativa regionale i Laboratori si classificano in tre livelli caratterizzati da un numero massimo prestazionale a carico dl SSR, che a sua volta è correlato con uno standard di personale: I° livello fino a 83.300 prestazioni, con l’automazione si eleva fino a 99.960 II° livello fino a 166.600 prestazioni, con l’automazione si eleva fino a 199.920 III° livello fino a 249.900 prestazioni, con l’automazione si eleva fino a 299.880. Ciò evidenzia che da parte del legislatore esiste già una volontà specifica nel riconoscere dei livelli prestazionali di riferimento. In Regione Campania, fonte nsis 2011, si contano ben 679 Laboratori in provvisorio accreditamento, di cui: 386 erogano un numero di prestazioni annuali inferiori a 50.000, 219 erogano un numero di prestazioni annuali tra 50.000 e 99.960, 63 erogano un numero di prestazioni annuali tra 99.961 e 199.920, 9 erogano un numero di prestazioni annuali tra 199.921 e 299.880, 2 erogano un numero di prestazioni annuali maggiori a 299.880. Anche se i dati di cui sopra si riferiscono solo a prestazioni rese a carico del SSR, si rileva un’incoerenza tra la normativa regionale e le potenzialità espresse dalle strutture che operano in provvisorio accreditamento. Pertanto, analogamente a quanto è stato realizzato nel pubblico è oltremodo necessario dare nuove connotazioni prestazionali alle strutture erogatrici attraverso il meccanismo dell’aggregazione e del concentramento delle attività. 2.2 Criteri per la riorganizzazione La rideterminazione dei Laboratori privati tiene conto dei seguenti criteri: − la normativa di riferimento nazionale e regionale − le linee guida AGENAS 4 l’evoluzione del processo di informatizzazione che permette i collegamenti in rete tra le − varie strutture e/o punti di erogazione del servizio, compresi i centri prelievi. − l’evoluzione e il consolidamento della strumentazione analitica − la concentrazione degli esami a più alto costo e più bassa frequenza anche ai fini del controllo di appropriatezza − le particolari situazioni territoriali − la distribuzione dell’offerta delle strutture pubbliche. È necessario, però, che un razionale approccio ad un piano di riorganizzazione venga realizzato con un percorso graduale con chiari processi di pianificazione e programmazione, che devono essere integrati negli obiettivi generali della programmazione sanitaria regionale. La sopra descritta esigenza di riorganizzazione e di razionalizzazione nell'uso delle risorse, supportata anche da forme giuridiche più adeguate a tale finalità, è ora fortemente manifestata anche dalle strutture di laboratorio di analisi private. Tale nuovo assetto, oltre alla realizzazione di economie di scala e all'ottimizzazione dell'uso delle risorse, nonché dei livelli di servizio, favorisce la maggiore efficienza delle diverse strutture accreditate, rendendole in grado, tra l'altro: - di ridurre i tempi di risposta e quindi di consegna del referto, - di organizzare, sotto l'aspetto informatico e informativo, un sistema in grado di garantire la trasmissione delle informazioni in tempo reale, eventualmente con diretta relazione con il prescrittore e con la stessa ASL di riferimento ai fini del monitoraggio delle prestazioni erogate, - di meglio standardizzare ed armonizzare le modalità di refertazione nell'ambito della buona pratica di laboratorio. 2.3 Modelli organizzativi Ciò premesso, processi di ristrutturazione strumentale ed organizzativa possono essere favoriti riconoscendo ai laboratori privati l’accessibilità ad appositi strumenti di razionalizzazione dimensionale, oltre che giuridica, che consentano loro di meglio organizzare, anche sotto l'aspetto dell'autorizzazione e dell’accreditamento all'esercizio, la propria attività. La prestazione di analisi, infatti, ben si presta ad una segmentazione funzionale, articolata in fasi, e più specificatamente: Fase pre analitica: a) accoglimento dell'utente, informazione sulle modalità di erogazione della prestazione e sulla gestione dei dati personali e sensibili, accettazione, prelievo ematico/raccolta campione biologico, espletamento pratiche amministrativo-economiche 5 b) preparazione dei campioni biologici per il trasporto e conferimento al laboratorio service per l'esecuzione delle analisi Fase analitica La fase analitica consiste nel: a) ricevimento dei campioni e loro verifica b) esecuzione delle analisi e validazione dei risultati Fase post analitica Emissione e firma del referto, consegna degli esiti al paziente utente e consulenza specialistica. La concentrazione presso un “laboratorio centralizzato” dei processi relativi alla fase analitica e la permanenza sul territorio dei punti di pre-processing (fase pre-analitica) e post-processing (fase post-analitica) della prestazione diagnostica, costituisce un approccio complementare, certamente innovativo, rispetto a quello monadico fino ad oggi comunemente adottato. Il laboratorio può essere comunque aperto al pubblico. Si possono configurare, pertanto, nuovi modelli di integrazione/collaborazione improntati sulla centralizzazione, in un'unica entità operativa, delle risorse umane, tecnologiche e strutturali, necessarie allo svolgimento della fase analitica del processo di erogazione della prestazione. Tale centralizzazione della fase analitica comporta una sinergia organizzativa - rete - tra le singole strutture di laboratorio autorizzate, con individuazione di un'unica sede operativa di analisi, con a capo un unico responsabile, alla quale confluiscono. Ciò premesso, si ritengono prontamente e parimenti percorribili, anche sotto l'aspetto della compatibilità con i requisiti di autorizzazione ed accreditamento previsti dalla attuale legislazione e regolamentazione regionale, alcune delle soluzioni di seguito riportate. 2.3.1 Modello A “di rete” Concentrazione della fase analitica del processo di erogazione della prestazione, relativo ad un determinato potenziale di domanda servito da uno specifico insieme di strutture accreditate operanti nell’ambito territoriale di una stessa ASL e/o ambito provinciale, presso uno dei laboratori partecipanti alla rete (laboratorio centralizzato), il quale potrà eventualmente dislocare gli spazi ad essa dedicati in altra sede distinta; in tale caso la responsabilità della fase analitica ricade in capo al direttore responsabile del laboratorio di service, cui vengono conferiti i campioni biologici raccolti dai singoli laboratori della rete ed eventuali punti prelievo connessi, attivati e/o da attivare. Il laboratorio di service, dovendo essere dotato di spazi, strumentazione e personale adeguati al carico di lavoro da svolgere, provvederà ad aggiornare, qualora 6 necessario, la propria autorizzazione all'esercizio e di conseguenza il titolo di accreditamento, ai sensi della normativa regionale di riferimento. 2.3.2 Modello B “stazione analitica” Concentrazione della fase analitica presso una struttura dedicata (laboratorio service), con propria direzione responsabile, distinta da ciascun laboratorio partecipante alla rete. Tale struttura, non aperta al pubblico, si configura quale soggetto avente individualità giuridico amministrativa propria e, come tale, deve essere autorizzata all'esercizio ai sensi della normativa regionale di riferimento e deve possedere i requisiti ulteriori di accreditamento se non modificati dal presente provvedimento. L'atto autorizzativo, in tale caso, deve indicare espressamente i laboratori di analisi facenti parte della rete ed eventuali punti prelievo connessi, attivati e/o da attivare. Tale tipologia di struttura, non aperta al pubblico, non essendo attualmente specificamente prevista dalla regolamentazione regionale, per essere attivata richiede prioritariamente che ne venga definita la relativa disciplina. Nell’ambito di detta disciplina è opportuno prevedere che le strutture accreditate che fungono già da laboratorio centralizzato nel Modello A, che intendano optare per tale nuova tipologia possono comunicare alle Istituzioni interessate la loro trasformazione in laboratori service Modello B, con conseguente perdita del potere soggettivo di sottoscrivere accordi contrattuali per prestazioni da erogarsi verso i singoli assistiti del Servizio Sanitario. 2.3.3 Modello C “multiservice” Raggruppamento in un unico network centrale, erogatore di diverse tipologie di prestazioni, con adozione di uno dei due modelli precedenti per quanto riguarda le prestazioni di laboratorio, ma contempli un accorpamento anche di altre discipline (ad esempio centri antidiabete, cardiologia e altre branche a visita) e diagnostiche (ad esempio radiologia, medicina nucleare), che sono integrative e complementari nei processi diagnostico-terapeutici del paziente, purché gli associati ne abbiano già la titolarità. Indipendentemente dalle diverse forme organizzative mediante cui si concretizza la centralizzazione in un unico “laboratorio” della fase analitica, comporta una sinergia organizzativa – di rete – tra le singole strutture di laboratorio accreditate, o tra punti di prelievo autorizzati facenti capo ad una stessa struttura accreditata, ed, appunto, l’unica sede operativa di analisi. A detta struttura di service, diretta da un unico responsabile, viene demandato il compito dei trattamenti analitici che confluiscono nella stessa. 7 I modelli organizzativi di cui si tratta, nel quadro dei principi di integrazione, adeguatezza ed appropriatezza allocativa delle risorse e di utilizzo economico delle stesse a cui si ispira la normativa regionale in campo sanitario, possono prevedere il coinvolgimento anche dei laboratori di analisi delle strutture pubbliche, individuabili sia come “laboratori service”, sia quali strutture destinatarie di prestazioni analitiche prodotte da altre strutture accreditate. Tutti i modelli organizzativi prevedono, pertanto, che ciascuna struttura accreditata, partecipi alla rete mantenendo la propria connotazione di laboratorio privato di analisi cliniche, come tale soggetto ad accreditamento. L’innovazione, in sostanza, consiste nel fatto che nell’ambito della propria autonomia organizzativa e gestionale, ciascuna struttura accreditata per fornire prestazioni di analisi direttamente agli assistiti del SSR, può optare di svolgere le fasi del processo diagnostico tutte al proprio interno, se ne ha il requisito prestazionale, ovvero conservando quella di testa e di coda nel proprio interno e delegando all’esterno quella intermedia di natura analitica, rispetto a detta nuova condizione, ciascuna struttura della rete conserva, quindi, la propria individualità giuridico - amministrativa e la responsabilità delle fasi preanalitica e post analitica, attribuendo, in outsourcing, la fase analitica al laboratorio centralizzato o al service, che può essere costituito da un laboratorio pre-esistente (Modello A) o ad un laboratorio service nuova stazione analitica (Modello B). 2.4 Il processo di riorganizzazione Un sistema di governance clinica è basato sulla creazione di reti e di network delle strutture che siano in grado di dare risposte coerenti ai bisogni dei cittadini. L’aumento della tipologia e complessità degli esami di laboratorio e dei requisiti richiesti per l’accreditamento delle strutture private rende necessario il superamento della frammentazione per garantire la qualità e redditività delle prestazioni da erogare. Pertanto, anche in considerazione delle esperienze già maturate in altre Regioni e in base alle linee guida Agenas, deve essere prevista una soglia minima di attività al di sotto della quale non si può riconoscere il titolo di struttura accreditata. In tal senso si prospetta quale soglia minima per i laboratori generali di base con settori specializzati un volume di attività pari o superiore a 199.920 prestazioni annue. In considerazione però dell’attuale configurazione del privato in provvisorio accreditamento si individua una soglia intermedia di 99.960 prestazioni annue e una soglia minima, in prima applicazione, di 70.000 prestazioni annue, utilizzando una dettagliata tempistica programmatoria. Obiettivi Dismissione dei laboratori a bassa produzione Adeguamento del numero delle strutture agli standard previsti con centralizzazione e 8 consolidamento delle funzioni di base, complesse e specialistiche Rideterminazione dei Laboratori (fabbisogno) Centralizzazione delle attività analitiche specialistiche ad alta complessità Miglioramento e riqualificazione dell'accessibilità e degli assetti organizzativi garantendo agli utenti in ogni zona territoriale dell'Azienda Sanitaria adeguato trattamento e stesse opportunità, attraverso una attenta modulazione della dislocazione territoriale degli ambulatori, anche mediante la trasformazione e/o l'attivazione di punti prelievo e consegna referti; 3. Situazione attuale Nelle tabelle di seguito riportate sono censiti i Laboratori divisi per ASL (fonte NSIS) Anno 2011. AZIENDA SANITARIA LOCALE AVELLINO CODICE STRUTTURA 085200 085300 085500 085700 085800 085900 086200 086500 086700 087100 087200 087600 087700 087800 095200 105102 105400 115100 125100 145100 145300 150001 150002 150003 150004 150005 150006 150112 150113 150115 150116 150117 PRESTAZIONI A CARICO SSR 59.731 37.661 78.755 57.938 31.286 33.861 181.463 6.554 31.200 36.036 497 15.081 170.422 161.138 56.747 89.490 13.416 89.838 51.743 48.690 103.031 82.107 56.889 75.627 53.974 50.980 56.061 38.419 36.598 65.359 84.870 31.536 9 150122 151000 155100 155200 155300 165100 Totale 31.308 44.668 27.031 37.926 56.917 26.614 2.211.462 AZIENDA SANITARIA LOCALE BENEVENTO CODICE STRUTTURA 150032 150033 150035 170300 170501 170700 171400 171401 171500 171600 171700 171800 174000 180200 190200 190300 190700 190800 200200 210400 210401 220600 220700 230200 230800 Totale PRESTAZIONI A CARICO SSR 99.488 77.291 30.575 56.491 89.332 61.756 42.098 47.601 172.618 90.770 80.774 26.159 11.221 28.412 54.169 96.723 35.971 53.503 35.091 91.283 19.312 28.097 17.175 35.410 55.802 1.437.122 AZIENDA SANITARIA LOCALE CASERTA CODICE STRUTTURA 000008 000010 000012 000013 000015 000016 000048 000049 000051 PRESTAZIONI A CARICO SSR 109.259 32.190 32.852 82.176 28.710 84.773 91.848 66.927 28.275 10 000052 000053 000054 000056 000058 000059 000061 000062 000063 000064 000065 000071 000077 000078 000079 000081 000082 000085 000087 000088 000089 000090 000091 000092 000093 000094 000100 000105 000114 000117 000118 000130 150020 150023 341103 341104 341105 341106 341107 341108 341113 341115 351103 351104 351105 351106 351107 351108 361104 361105 361106 361107 50.152 38.140 61.548 73.255 32.645 46.778 25.783 71.589 29.185 30.202 6.737 52.011 28.768 36.160 50.969 122.325 42.961 56.068 90.682 41.347 51.481 14.621 29.750 71.123 22.801 47.719 53.909 48.991 196.003 142.930 52.185 71.512 115.450 75.898 45.990 46.005 103.577 37.225 56.801 178.782 3.707 60.357 127.906 52.586 52.105 61.169 59.810 50.046 139.591 54.234 37.484 48.300 11 361108 361109 361110 361111 361113 371103 371104 371105 371106 371110 381103 381104 381105 381106 381107 381108 381109 381116 391103 391105 391107 391108 391140 401103 401104 401105 401107 411103 411104 411105 421103 421104 421105 421109 431103 431105 431107 431108 Totale 123.838 48.436 32.568 130.590 44.145 79.453 125.832 49.909 101.857 72.889 43.079 53.892 21.450 36.634 44.789 10.124 37.910 13.351 31.196 58.125 10.826 98.382 44.847 27.277 115.156 17.420 20.034 40.225 68.901 28.538 27.733 136.499 69.314 14.586 75.278 75.748 36.202 27.612 5.849.008 AZIENDA SANITARIA LOCALE NAPOLI 1 CENTRO CODICE STRUTTURA 440007 440021 440022 440025 440026 440029 440030 440033 440034 PRESTAZIONI A CARICO SSR 4.733 21.254 44.291 8.810 42.582 24.268 31.031 23.318 58.163 12 440036 440040 440044 440045 440049 440065 440075 440076 450046 450072 450073 450074 450075 450076 450078 450079 450080 450081 450085 450434 450436 450437 460099 460101 460102 460103 460105 460108 460109 460110 460111 460112 460120 460125 460133 460405 470125 470148 470151 470154 470155 470156 470157 470158 470161 470162 470163 470164 470166 470167 470168 470171 14.677 13.398 25.195 13.385 25.093 27.184 714.555 11.726 10.466 4.063 44.687 25.733 23.219 214.767 35.718 121.031 23.472 52.670 15.566 5.908 34.199 22.329 2.168 13.215 35.781 86.441 23.523 71.679 36.743 7.858 36.684 55.232 51.517 41.880 180.731 14.659 7.838 9.379 36.869 15.245 31.008 188.423 46.220 61.564 70.453 35.048 14.207 13.761 36.117 75.264 558 44.688 13 470174 470182 470194 480183 480184 480185 480187 480200 480201 480202 480209 480212 480213 490206 490207 490208 490209 490210 490213 490215 490216 490218 490219 490242 490243 490248 500235 500236 500237 500238 500240 500241 500242 500243 500260 500262 500263 510261 510265 510273 510274 510275 510278 510280 510282 510283 510284 510285 510286 510287 510288 510289 12.328 320.272 32.341 31.275 30.207 46.029 74.758 58.197 84.898 23.746 40.445 459 36.365 56.230 55.989 18.881 91.439 30.748 34.824 32.946 184.333 29.009 35.726 50.498 37.019 62.500 61.589 163.490 47.555 42.937 33.956 191.102 58.310 25.767 77.534 85.034 52.627 531 9.451 36.667 25.411 61.619 156.919 25.576 47.156 46.009 26.820 9.028 29.075 55.943 52.482 24.823 14 510291 510293 510295 510299 510407 510408 510429 520312 520318 520319 520321 520322 520323 520324 520326 520327 520328 520329 520333 520336 520350 520355 530334 530337 530366 530367 530368 530369 530370 530372 530373 530375 530376 530377 530378 530379 530380 530381 530385 530387 530388 530389 530390 530391 530398 530424 530426 530431 Totale 24.739 16.078 6.990 94.550 36.166 15.901 7.133 27.449 30.738 27.906 54.576 63.486 122.978 30.804 16.867 62.514 97.351 60.404 27.281 26.595 46.863 27.460 47.894 16.777 250.543 94.992 22.721 46.750 27.977 45.462 36.304 23.552 51.834 3.142 68.718 20.441 8.036 67.581 31.089 19.679 29.000 87.398 42.105 44.246 4.272 183.818 60.000 31.520 8.331.797 AZIENDA SANITARIA LOCALE NAPOLI 2 NORD 15 CODICE STRUTTURA 021050 021051 021052 021053 022011 022012 022013 022014 022015 022016 022019 022020 022021 022026 022027 022031 022032 022060 022061 023005 023008 023015 023016 023017 023018 023019 023020 023021 023022 023024 023025 023026 023027 023028 023029 023030 023033 023034 023035 023036 023037 023039 023040 023041 023042 023043 023052 023053 023055 312011 PRESTAZIONI A CARICO SSR 26.303 113.665 27.541 73.509 62.489 55.769 33.833 8.396 24.795 98.612 82.599 45.428 83.592 92.435 3.036 64.564 54.118 33.993 186.204 12.579 25.811 92.359 40.129 58.943 23.920 38.792 96.907 24.416 31.069 78.743 84.904 1.769 116.342 55.124 44.989 67.766 157.326 43.102 86.366 52.410 23.392 70.414 24.170 79.080 134.573 34.057 55.623 86.205 68.832 102.036 16 322011 322111 322311 332311 332611 332811 412011 412111 412211 412311 412411 412611 412711 422011 512211 512311 512411 512511 522011 522111 612211 612511 612611 612711 612911 613011 613111 613211 613311 613411 614011 690100 690200 690600 690700 690800 712111 712211 712311 712411 712511 720300 720400 720500 812211 812311 812411 822011 832111 Totale 74.909 42.444 7.384 49.220 183.167 71.102 63.214 30.928 42.493 101.812 230.773 30.227 95.296 71.928 54.267 40.388 35.893 37.040 55.008 48.830 41.861 20.627 28.001 54.091 58.376 49.203 38.905 47.173 89.129 103.915 30.860 298.088 18.016 24.679 76.991 82.913 62.550 48.476 59.651 82.044 42.050 38.378 17.757 69.301 46.750 75.897 17.644 77.191 64.670 6.214.539 AZIENDA SANITARIA LOCALE NAPOLI 3 SUD 17 CODICE STRUTTURA 008016 008017 008021 008023 008026 008027 008028 008029 008111 008112 008113 008117 008122 008128 008135 008212 008213 008214 008215 008216 008217 008218 008219 008310 008311 008312 008313 008314 008315 008316 008317 008318 008320 008324 008411 008412 008413 008414 008415 008416 008421 008422 008426 008427 008433 008434 008437 008441 008443 008512 008513 PRESTAZIONI A CARICO SSR 93.824 19.020 106.759 85.875 50.308 132.448 75.466 47.240 75.932 94.630 36.993 14.837 225.818 140.270 20.528 40.613 31.294 59.841 18.728 23.817 44.751 31.834 55.841 35.520 22.879 37.703 54.845 16.135 67.578 47.266 38.994 22.076 30.790 7.413 45.879 51.670 61.642 26.125 32.529 21.965 46.309 44.526 174.725 44.542 120.675 36.741 88.677 66.677 40.015 20.780 88.590 18 008514 008515 008516 008517 008518 008521 008524 008525 008527 008528 008611 008612 008613 008614 008615 008619 008621 008714 008716 008810 008812 008813 009010 009011 009012 009014 009015 009017 150102 150111 150115 700700 700800 700900 701000 701100 701200 701300 701400 701500 701600 710700 710800 710900 711000 711100 730500 730600 730700 730800 730900 731000 28.658 23.991 30.123 71.830 35.990 48.506 41.183 14.161 17.968 54.911 29.452 16.536 63.800 53.031 66.220 60.413 132.982 48.518 71.646 70.994 64.653 57.456 22.703 24.387 146.717 75.805 47.021 35.687 989 1.856 1.636 44.125 17.885 18.506 25.049 68.596 24.539 39.661 37.454 47.240 31.032 212.784 19.192 29.445 85.193 64.889 118.479 45.727 26.598 215.958 38.553 64.628 19 731100 731200 731300 740200 740300 740400 740600 740700 750300 750400 750500 750600 760400 760500 760600 760700 760800 760900 761000 770100 770200 770600 770700 770800 770900 771000 771100 780200 780300 780400 790100 790200 790300 790400 76020A LAB067 Totale 7.532 68.441 39.726 47.897 100.285 29.643 41.042 26.721 85.606 3.658 120.618 14.947 17.596 66.434 24.614 74.683 36.622 59.476 36.743 24.784 6.446 37.084 106.605 35.814 82.579 21.690 57.303 34.570 38.406 67.104 45.992 21.771 14.160 66.554 12.840 123.081 7.354.356 AZIENDA SANITARIA LOCALE SALERNO CODICE STRUTTURA 000300 002011 002600 002800 002900 003300 003400 003500 003900 004600 005000 005500 PRESTAZIONI A CARICO SSR 169 52.408 22.347 24.020 32.086 201.708 22.796 33.438 44.540 25.060 37.666 6.810 20 006600 006700 006900 007000 007100 007500 007800 008400 008700 009500 010000 010600 010700 010800 011300 011400 013200 013601 020100 020200 020400 020500 030200 040105 040108 040112 040114 040115 050102 050103 050108 060102 060103 060104 060105 070100 070103 070106 070107 070109 070110 070111 070112 070113 070114 080102 080103 080106 102300 102600 102700 103000 46.833 127.582 88.072 28.812 8.819 43.295 61.219 18.080 73.872 22.397 70.128 57.683 70.980 128.896 173.517 26.579 4.515 61.119 65.317 53.433 272.776 135.502 59.620 34.224 47.837 44.274 87.579 35.244 19.832 146.699 128.010 109.444 33.346 66.043 81.527 54.041 21.143 36.136 12.836 91.841 57.128 62.706 80.988 17.326 19.436 29.312 91.911 24.425 26.583 37.494 58.773 62.575 21 103200 103700 109100 109200 307300 307700 307800 370000 371000 373000 408000 409600 470700 470800 471000 570000 570200 570300 570301 570401 570501 570600 571100 571200 580201 580301 580401 590201 590301 600201 600301 600401 600501 600601 600801 601600 601700 601800 601900 610401 610601 610701 611000 611001 620201 630101 630201 805800 LAB003 LAB004 LAB008 LAB023 113.963 45.842 19.897 39.940 48.044 47.298 17.180 40.287 47.200 48.700 19.840 20.418 25.639 61.780 18.429 47.768 17.001 55.210 79.442 107.428 61.779 66.582 23.554 29.409 51.235 68.269 21.752 50.266 197.513 23.463 20.732 22.904 22.542 122.786 42.026 47.606 40.534 24.554 104.598 52.131 29.870 29.944 58.727 55.058 42.012 50.163 77.048 75.613 43.765 53.435 75.908 9.836 22 LAB034 LAB036 Totale 4. 129.078 32.589 6.599.394 Programmazione 4.1 Processo attuativo In considerazione dell’attuale situazione si deduce che per coprire l’attuale fabbisogno prestazionale, pari a circa 38 milioni di esami annui, il numero di strutture operanti sul territorio della Regione Campania, potrà ammontare a circa 200, distribuite a seconda della densità abitativa e della diversificazione di offerta, sia pubblica che privata. TABELLA RIASSUNTIVA ASL AVELLINO NUMERO DI STRUTTURE ATTUALI 38 ASL BENEVENTO 25 1.437.122 14 7 ASL CASERTA ASL NAPOLI 1 CENTRO ASL NAPOLI 2 NORD 99 5.849.008 58 29 161 8.331.797 84 42 99 6.214.539 62 31 ASL NAPOLI 3 SUD 139 7.354.356 74 37 ASL SALERNO 118 6.599.394 66 33 TOTALE 679 37.997.678 380 190 AZIENDA 2.211.462 NUMERO DI STRUTTURE A MEDIO TERMINE 22 NUMERO DI STRUTTURE A REGIME 11 NUMERO DI PRESTAZIONI Si dà atto che il requisito erogativo deve comprendere sia le prestazioni rese in regime privatistico che quelle rese in regime di accreditamento con SSR. Di fatto però non ci sono ancora le condizioni per monitorare il dato riguardante le prestazioni rese in regime privatistico. Nelle more dell’attivazione delle necessarie procedure di monitoraggio e per non oltre 6 mesi decorrenti dalla data di emanazione del decreto, i volumi di prestazioni resi con onere a carico dei privati saranno autocertificati con allegazione di documentazione contabile. In sede di programmazione si adotterà la seguente tempistica: a) in prima applicazione, entro 180 giorni dalla data di pubblicazione del decreto di approvazione del presente piano. - sono sospese dall’accreditamento tutte le strutture che erogano un numero di prestazioni al di sotto di 70.000. Dette strutture cessano di erogare prestazioni a carico del SSR, ma mantengono il titolo autorizzativo nel rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa di riferimento, le stesse possono configurarsi come punti prelievo conferenti a strutture con una connotazione dimensionale superiore, oppure accorparsi fra di loro (consorzi, ATI, formazioni societarie), purché il laboratorio service, a cui afferiranno, rispetti tutti i requisiti 23 di accreditamento previsti dalla normativa vigente, commisurati al carico di lavoro conseguente all’aggregazione delle strutture interessate e abbia una configurazione dimensionale superiore a 99.960 prestazioni annue, a prescindere dal modello organizzativo che adotteranno, - tutte le strutture che erogano un numero di prestazioni annue tra 70.001 e 99.960 devono dichiarare la loro disponibilità ad aggregarsi con altre strutture di uguale o diversa configurazione prestazionale (consorzi, ATI, formazioni societarie) per realizzare dei laboratori service e/o dei network prestazionali, che garantiscano un volume prestazionale superiore a 99.960 prestazioni annue, indicando la sede della struttura centrale (laboratorio centralizzato o service), la quale dovrà poi rispettare tutti i requisiti di accreditamento previsti dalla normativa vigente, commisurati al carico di lavoro conseguente all’aggregazione delle strutture interessate, a prescindere dal modello organizzativo che adotteranno; - tutte le strutture che erogano un numero di prestazioni tra 99.961 e 199.920 prestazioni mantengono, temporaneamente, il rapporto di erogatori privati accreditati in forza delle procedure previste dalla legge regionale n. 5/2013 e del titolo rilasciato dalla competente struttura regionale; - in tale arco temporale, che va dal 181° giorno al 270° giorno dalla data di pubblicazione del decreto, sarà effettuata la verifica del numero di strutture erogatrici (singole società e/o consorzi/ATI) per le quali si può riconoscere l’idoneità temporanea di produttore accreditato in base al numero di prestazioni erogate nel periodo corrispondente; - nel periodo intermedio, dal 181 giorno a 360 giorni dalla data di pubblicazione del decreto, si provvederà alla revisione delle strutture erogatrici (singole società e/o consorzi/ATI) per le quali è rispettato il parametro prestazionale minimo (99.960 prestazioni), considerando anche quelle in regime privatistico. - a regime definitivo, entro due anni, dalla data di emanazione del decreto, si dovrà raggiungere lo standard minimo indicato dalle linee guida Ministeriali (circa 200.000 prestazioni/annue) per struttura erogatrice (singole società e/o consorzi/ATI), differenziandolo con atti successivi in base alla densità di popolazione dell’area geografica corrispondente. La fase di transizione del primo anno ha anche l’obiettivo di verificare l’impatto del riordino e la necessità di consentire eventuale rimodulazione dell’offerta. 24 In particolari situazioni, purché opportunamente motivato e documentato, potrà essere mantenuto un rapporto prestazioni/erogatore inferiore a quello previsto (piccole isole e comunità montane geograficamente isolate e con rete viaria poco utilizzabile), deroga che deve essere approvata in sede regionale. Per i laboratori di analisi cliniche ubicati in Case di Cura la soglia minima di efficienza è calcolata anche tenendo conto degli esami erogati a favore dei pazienti ricoverati presso la Casa di Cura stessa. Le modalità di aggregazione potranno prevedere la creazione sia di formule societarie, cooperative, strutture consortili oppure ATI, anche di tipo pubblico-privato, che divengano esclusivi interlocutori della Regione. Al fine di evitare concentrazioni e possibili posizioni dominanti, sono vietate le aggregazioni che prevedano l’ingresso di soggetti economici diversi dalle strutture di laboratorio, quali ad esempio fornitori di reagenti, assicurazioni e società finanziarie. Gli ambiti territoriali delle aggregazioni non dovranno eccedere il territorio aziendale e/o provinciale. Tutte le strutture e/o le aggregazioni che erogano un numero di prestazioni uguale o superiore a 199.220 potranno essere autorizzate ad attivare forme aggregative anche in ambito regionale, in tal caso il piano industriale va approvato in sede regionale e comunicato alle rispettive Aziende Sanitarie coinvolte. Inoltre, al fine di evitare la formazione di Trust, le costituite aggregazioni non potranno detenere quote di partecipazione in altre aggregazioni presenti in tutto il territorio nazionale. Quindi, l’aggregazione non deve rappresentare un meccanismo formale di sopravvivenza, ma la reale riorganizzazione dell’offerta. L’aggregazione delle strutture e la creazione di una rete integrata di laboratori sembra ancor più necessaria in virtù dei processi di informatizzazione che, con i progetti di “ricetta on line” o di “tessera sanitaria informatizzata”, necessitano di un governo degli erogatori da parte del sistema regionale in grado di garantire, nel rispetto della libera scelta del cittadino, concrete certezze in termini di qualità e sicurezza dei servizi erogati dalle strutture “accreditate”. I soggetti che intendono aggregare i loro servizi costituiscono una figura giuridica societaria, scelta tra quelle consentite dal codice civile; copia di tale atto costitutivo e dello statuto è inviata all'azienda sanitaria territoriale per le verifiche di competenza. I soggetti che alla data di entrata in vigore del decreto hanno già aggregato i loro servizi in una figura giuridica societaria non devono procedere alla ricostituzione di una nuova società, fermo restando l'adempimento degli oneri sopra previsti relativi all'invio di copia dell'atto costitutivo e dello statuto all'azienda sanitaria territoriale. Le singole strutture che intendono aggregarsi funzionalmente e amministrativamente comunicano alla relativa azienda sanitaria di competenza: 25 - la natura giuridica e il nome della struttura già costituita o costituenda; - i nominativi di ciascuna delle strutture afferenti; - l'indirizzo della struttura presso la quale intendono aggregarsi. Nei limiti temporali indicati, le strutture accreditate dovranno realizzare gli adeguamenti, se necessari, ed associarsi nelle previste forme societarie che risponderanno ai requisiti minimi di cui al DGRC n. 3958/2001 e s.m.i. e quelli ulteriori del regolamento n. 1 del 2007, nonché tutte le modifiche e/o integrazioni contenute nel presente decreto. Occorre precisare che la definizione dei carichi di lavoro massimi erogabili da ogni singolo erogatore di prestazioni, derivante dai requisiti strumentali, strutturali e professionali posseduti, rappresenta solo la Capacità Operativa Massima (C.O.M.) invalicabile attribuita, ma non rappresenta un diritto ad effettuare per il SSR un tale numero di prestazioni, essendo tale limite demandato alla contrattazione con le Aziende Sanitarie territorialmente competenti, ai sensi dell'art. 8 quinques del D.Lgs. 502/92 e s.m.i. Le aggregazioni tra le strutture a prescindere dal modello adottato potranno essere costituite in una delle forme previste dal Codice Civile: A.T.I. (Associazioni Temporanee Impresa), Società Consortile, Consorzio e altre formule societarie. Ciascuna struttura gestirà i rapporti con la aggregazione (ATI/società consortile, etc.) di cui esso fa parte, quali l’adesione, le dimissioni etc., secondo le modalità previste dalle vigenti norme del Codice Civile e delle leggi specifiche in materia. L’accordo contrattuale con l’ASL di appartenenza sarà sottoscritto dalla ATI/società consortile e varrà per tutti gli appartenenti ad essa. Ciascuna struttura della rete conserva la propria individualità giuridico - amministrativa e la responsabilità delle fasi preanalitica e post analitica. 4.2 Organizzazione della rete I laboratori che si organizzano in rete devono congiuntamente comunicare l'avvenuta costituzione della rete e il tipo di modello organizzativo che è stato adottato, nonché comunicare la data di avvio delle attività. La comunicazione deve essere effettuata nei confronti della Regione, dei Comuni e delle Aziende Sanitarie Locali di ubicazione territoriale di ciascun laboratorio di analisi, per gli eventuali adempimenti di competenza. Ogni variazione della composizione o dell'assetto della rete deve essere parimenti comunicata. Ciascun laboratorio della rete deve richiedere l'aggiornamento, qualora necessario, della propria autorizzazione all'esercizio. Al riguardo si precisa che le fasi preanalitica e post analitica identificano l'unità funzionale di laboratorio. In particolare i laboratori che optano per l’outsourcing della fase 26 analitica, dovranno comunicare al Comune, alla ASL territorialmente competente ed alla Regione: a) che intendono avvalersi della facoltà di esternalizzare la fase di trattamento analitico ad un outsourcer; b) la denominazione, la sede, la P.IVA, gli estremi dell’atto di accreditamento del laboratorio centralizzato o service, e del direttore responsabile dello stesso; c) la tipologia di esami da conferirsi al laboratorio che tratterà la totalità dei campioni da analizzare; d) la dichiarazione di permanenza in capo alla struttura accreditata, con riferimento alla sede autorizzata in cui opera, delle attività relative alla fase pre-analitica e post-analitica delle prestazioni diagnostiche di cui è stata terziarizzata la fase analitica; e) ai fini della permanenza dei requisiti strutturali tecnologici ed organizzativi, la dichiarazione che i requisiti che devono essere posseduti dalla struttura accreditata, ove ridottisi per effetto della scelta verso forme di terziarizzazione delle attività, si intendono confermati nella loro sussistenza in quanto integralmente posseduti dalla struttura (laboratorio service) a cui è stata demandata l’esecuzione della fase analitica della prestazione. Al fine di garantire livelli uniformi di accesso alle prestazioni sanitarie in tutto il territorio dell'Azienda Territoriale, è consentito il trasferimento delle strutture che ne facciano richiesta, dalle zone cittadine, o dai comuni con numerosa presenza di laboratori, nelle aree disagiate e nelle zone carenti individuate dalla stessa Azienda nella ricognizione a seguito delle risultanze dei processi di aggregazione, ciò al fine di un equilibrato rapporto tra struttura dell’offerta e popolazione, onde assicurare nell’ambito distrettuale e/o aziendale una omogeneità di offerta assistenziale. Ove non vi siano richieste di trasferimento, è consentito, sempre previa autorizzazione dell'Azienda Territoriale, ai laboratori che fanno parte di una società, di istituire dei punti di accesso in Comuni o frazioni dove non ci sono laboratori pubblici e privati, che sono distanti non meno di 10 km. 4.3 Adempimenti connessi all’attivazione di modalità di outsourcing È utile sottolineare che, in caso di aggregazioni fra strutture, tutti i requisiti previsti dalla normativa vigente inerenti al processo produttivo saranno di competenza della struttura centrale mentre sono a carico delle singole strutture confluite i requisiti della parte dell'accoglienza dei pazienti e della conservazione dei risultati. 27 Nei punti prelievo vanno rispettati gli standard già previsti dal DCA 55/2010 (&7.Regolamentazione service, centri prelievo e trasporto campioni) e va preservata la sicurezza del cittadino, assicurando il pronto intervento in caso di lipotimia e shock. Nel caso vi sia un differimento temporale tra l’effettuazione del prelievo e la consegna dello stesso presso il sito di produzione, il punto prelievo dovrà essere dotato, inoltre, di un frigorifero idoneo alla conservazione dei campioni. La capillarizzazione dell’offerta di attività di prelievo va quindi saldata alla qualità pre-analitica e post-analitica, elementi sempre più rilevanti nell’assicurare la qualità complessiva delle strutture. Di conseguenza, i processi di raccolta, di pre-trattamento, di trasporto dei campioni biologici e di refertazione devono rispondere agli standard di qualità descritti in letteratura e previsti nei documenti di regolamentazione dei laboratori clinici (procedure di trasporto e conservazione dei campioni). Al riguardo, appare opportuno richiamare la Circolare Ministeriale n. 3 dell'8 maggio 2003 “Raccomandazioni per la sicurezza del trasporto di materiali infettivi e di campioni diagnostici”, che detta indicazioni circa le cautele che devono essere assicurate nella fase di trasporto dei campioni e reperti biologici, idonee a garantire l'affidabilità dei risultati e la protezione igienica, e inoltre i requisiti europei della ISO 15189:2007. Rispettando queste caratteristiche, i punti prelievo possono costituire uno strumento di risposta alla chiusura delle piccole strutture. Tutto questo si realizza solo attivando meccanismi di reale aggregazione fra strutture di laboratorio, volte non tanto alla sopravvivenza delle stesse, ma ad un reale progetto di miglioramento della qualità complessiva. Allo scopo di agevolare l’organizzazione delle future aggregazioni è consentito il sistema del “service di laboratorio” fra strutture operanti nella rete, ossia la possibilità per le strutture di laboratorio eroganti prestazioni di definire il proprio “core business” in termini di tipologia di esami eseguiti “in house” e poter utilizzare altre strutture per esami che, per numerosità, complessità e/o necessità di strumentazione e personale molto qualificato, vanno consolidati all’interno di poche realtà. Lo scambio di campioni biologici, a livello regionale e fra soggetti accreditati, ha il valore di soddisfare l’utenza e preservare, nel contempo, la qualità del servizio. Le attività in "service" potranno essere effettuate limitatamente ad esami di particolare impegno professionale ed economico, riconducibili all’uso di tecniche più complesse e costose come: Biologia molecolare, Immunofluorescenza, HPLC, Gas Massa, Assorbimento Atomico, e/o anche per approfondimenti più specialistici come nel campo delle malattie emocoagulative, genetiche e di Medicina del Lavoro. L'attivazione del “service” deve essere comunicata all'azienda sanitaria territorialmente competente, che predisporrà tutti i controlli sanitari e giuridico-amministrativi, e dovrà essere svolta secondo i seguenti principi: 28 - il paziente deve essere informato del service e deve esprimere la sua autorizzazione; - deve essere assicurata la "tracciabilità" dell'esame in ogni fase della sua esecuzione; - il laboratorio che ha effettuato il prelievo, laboratorio denominato "inviante", deve monitorare il trasporto dei campioni al laboratorio "ricevente" in modo tale che questi vengano trasportati secondo gli standard già previsti nella procedura di trasporto e conservazione dei campioni, su indicata per i punti prelievo; - il laboratorio "ricevente", che deve essere accreditato per lo specifico esame ricevuto, non può a sua volta ricorrere, per quel dato esame, all'attivazione di ulteriore service; - il referto emesso dal laboratorio "ricevente", che è responsabile ai fini medico-legali dell'esame eseguito, deve essere inviato al laboratorio "inviante" e allegato al referto finale, consegnato da quest'ultimo all'utente e conservato in copia presso gli archivi del laboratorio che ha effettuato il prelievo; - tutte le prestazioni sono rimborsate dal S.S.R. esclusivamente al laboratorio che ha effettuato il prelievo e che ha, pertanto, ricevuto la richiesta. È possibile accedere “al service” regionale solo per le strutture di laboratorio autonome accreditate e in possesso della stessa configurazione organizzativa, nella considerazione che i laboratori di analisi possano accettare solo e unicamente richieste per le prestazioni compatibili con il Decreto di autorizzazione Sindacale posseduto, ovvero sussistendo lo stesso titolo di e con quello di accreditamento istituzionale. 5. Pianificazione attuativa aziendale L’attuazione del processo di riorganizzazione della rete laboratoristica è demandata in gran parte alle Aziende Sanitarie, realizzando una forte sinergia tra il livello regionale e quello locale, al fine di raggiungere gli obiettivi programmati nei tempi prefissati. La pianificazione attuativa delle Aziende Sanitarie, pertanto, sarà accompagnata dal livello regionale che provvederà ad emanare tempestivamente, laddove necessarie, linee guida che supportino il livello locale nelle più idonee scelte per la realizzazione degli obiettivi prefissati e garantiscano, nel contempo, criteri e metodologie uniformi nel contesto regionale. Pertanto, le direzioni aziendali dovranno approvare, di concerto con gli erogatori privati, e trasmettere alla struttura commissariale, entro 90 giorni dalla pubblicazione del presente provvedimento, un piano in cui dovranno essere specificate puntuali e dettagliate previsioni concernenti: la definizione delle modalità di attuazione delle azioni previste e i relativi tempi di attuazione, salvo giustificate cause, non dovranno essere superiori a quelli prefissati, per ciascuna delle fasi. 29 Per le azioni che prevedono il coinvolgimento di diverse Aziende Sanitarie è indispensabile la concertazione con accordi sottoscritti tra i Direttori Generali delle AASSLL interessate. La struttura commissariale provvederà a monitorare e verificare l’intero processo. In prima istanza, la verifica dello stato di attuazione delle direttive regionali sarà effettuata a 6 mesi dall’emanazione delle stesse. 6. Modifiche e integrazioni dei Requisiti minimi Tecnologici e Organizzativi La tipologia delle strutture, nonché delle dotazioni strumentali, hanno un diverso grado di complessità commisurato alla realtà ed alla tipologia dei quesiti diagnostici richiesti al Laboratorio. a) Laboratorio Generale di Base: sono laboratori ad organizzazione semplice e unitaria, che possono svolgere indagini nell’ambito della biochimica clinica, ematologia, urine, emocoagulazione (sezione di base - prestazioni di I° livello codificate nel nomenclatore come B) b) Laboratori Generali di Base con settori Specializzati: sono laboratori ad organizzazione complessa che, per carico di lavoro, case mix e complessità dei quesiti diagnostici posti, necessitano di un'articolazione in settori/moduli specializzati nonché di dotazioni tecnologiche e di competenze professionali adeguate. Oltre alle prestazioni evidenziate al punto a) essi possono erogare indagini diagnostiche nell’ambito della immunochimica, tossicologia, sieroimmunologia, microbiologia, virologia, citoistopatologia, biologia molecolare e genetica (sezione di base e settori specializzati - prestazioni di I° e II° livello codificate nel nomenclatore come B e A1/A2/A3/A4/A5/A6) c) Laboratori Specializzati: esplicano indagini diagnostiche monospecialistiche ad elevato livello tecnologico e professionale nell’ambito delle specialità previste dai settori specializzati (codificate nel nomenclatore come A1/A2/A3/A4/A5/A6) 7.1 Requisiti tecnologici Tutte le apparecchiature devono essere collegate alla rete elettrica mediante stabilizzatore di corrente, adottando tutti gli accorgimenti tecnici atti a prevenire eventuali incidenti e nel rispetto della normativa internazionale di sicurezza. I settori specializzati annessi ai laboratori generali di base possono utilizzare apparecchiature già in dotazione al laboratorio generale, ove ciò sia consentito dal carico di lavoro complessivo e dalla tipologia di esami da eseguire. Tutti gli strumenti di misura devono garantire tarature certificate da enti riconosciuti (SIT). Tutti i supporti tecnologici necessari allo svolgimento delle attività e che hanno la funzione di controllo delle temperature di reazione o di conservazione (termostati/incubatori, bagnomaria, frigoriferi, congelatori, ecc.) debbono essere forniti di termogramma (o sistemi di misurazione similari) e 30 termometri controllati e certificati. È indispensabile l’utilizzo esclusivo di materiale di consumo monouso, che non necessita di sterilizzazione. Tutte le apparecchiature analitiche di ogni ordine e grado dovranno avere e applicare un piano di manutenzione ordinaria e di registrazione delle manutenzioni avvenute sia ordinarie che straordinarie. È obbligatorio in tutti i laboratori l’uso di sistemi di prelievo ematico che sia assolutamente sicuro per gli operatori e per i pazienti. Detti sistemi, al momento, prevedono l’utilizzo di procedure di prelievo sotto vuoto del tipo vacutainer. 7.1.1 Sezione di Base Dotazione minima tecnologica: - banchi di lavoro idonei al tipo ed al carico di lavoro; - arredi per la conservazione dei reagenti che non hanno bisogno di temperatura controllata (a temperatura ambiente e lontano da fonti di calore e di luce); - due centrifughe con range di almeno 0-4000 giri, apertura e chiusura di sicurezza, testate multiple con adattatori per le dimensioni di provette utilizzate ; - frigoriferi e congelatori a -25°C in numero e capacità sufficiente alla conservazione dei reattivi termolabili e dei campioni, con temperatura controllata; - termostato/incubatore termoregolabile e a temperatura controllata; - bagnomaria termoregolabile e a temperatura controllata; - agitatore di sangue intero, se non compreso nel contaglobuli; - microscopio binoculare con possibilità di osservazione in campo chiaro, oscuro, a contrasto di fase ed in fluorescenza e con varie ottiche (10-20-40-100 X); - attrezzatura idonea per l’esecuzione dell’elettroforesi delle proteine (gel di agarosio o capillare); - agglutinoscopio; - strumentazione per la determinazione dei tests emocoagulativi; - contaglobuli elettronico ad almeno 7 parametri; - analizzatore automatico per le indagini biochimiche (colorimetriche, cinetiche, enzimatiche e potenziometriche) di 1°livello (laboratorio generale di base). 31 La sezione di base deve possedere spazi per esecuzioni analitiche, opportunamente modulati, anche con l'uso di pareti mobili, nonché uno spazio separato per l'esecuzione delle indagini microbiologiche. 7.1.2 Sezioni Specializzate Le sezioni specializzate devono essere in possesso della strumentazione di seguito elencata per ciascuna specialità e possono comunque utilizzare apparecchiature già in dotazione alla sezione di base o ad altre sezioni specializzate, sempre in funzione del carico di lavoro. In caso di svolgimento di attività radioimmunologica, il locale dedicato deve essere separato e rispondere alle norme previste dalle vigenti disposizioni in materia. In caso di esecuzione di metodiche di Biologia Molecolare, con particolare riferimento a quelle che riguardano l'amplificazione genica (PCR), nello spazio dedicato devono essere individuate almeno due distinte aree di lavoro, una per l'Estrazione Pre-Amplificazione ed una seconda per la Rilevazione Post-Amplificazione con rispetto del flusso di lavoro specifico per la metodica. A1 - Chimica clinica e immunochimica Dotazione minima tecnologica: - banchi di lavoro idonei al tipo ed al carico di lavoro; - arredi per la conservazione dei reagenti che non hanno bisogno di temperatura controllata (a temperatura ambiente e lontano da fonti di calore e di luce); - centrifuga con range di almeno 0-4000 giri, apertura e chiusura di sicurezza, testate multiple con adattatori per le dimensioni di provette utilizzate ; - frigoriferi e congelatori a -25°C in numero e capacità sufficiente alla conservazione dei reattivi termolabili e dei campioni, con temperatura controllata; - termostato/incubatore termoregolabile e a temperatura controllata; - bagnomaria termoregolabile e a temperatura controllata; - microscopio binoculare con possibilità di osservazione in campo chiaro, oscuro, a contrasto di fase ed in fluorescenza e con varie ottiche (10-20-40-100 X); - strumentazione automatica per analisi con metodiche immunometriche, utilizzabile anche per lo screening tossicologico. 32 In caso di esecuzione di analisi tossicologiche di II° livello con finalità TossicologicoForensi e Medico-Legali, oltre ai precedenti: - Gas Cromatografo completo con campionatore per spazio di test (conferma Alcol); - Gas Cromatografo accoppiato allo spettrometro di massa GC/MS (conferma droghe d’abuso); - HPLC accoppiato allo spettrometro di massa LC/MS (conferma droghe d’abuso); - HPLC UV/visibile per CDT. Per eventuali altre indagini tossicologiche, in senso lato, oltre agli strumenti già citati, si aggiunge: - Spettrofotometro in assorbimento atomico, con fiamma e fornetto di grafite (per determinazioni di metalli in tracce). Tutte le strutture che intendono eseguire le indagini di Tossicologia così come da Delibera della Giunta Regionale della Campania n°133 del 12/02/2011, devono attenersi ai requisiti tecnici/organizzativi ai sensi del protocollo operativo di cui alla DGRC N° 1448 del 11/09/2009. In caso di esecuzione di metodiche con radioisotopi in vitro oltre ai precedenti: - centrifuga refrigerata (in caso di analisi con separazione in fase liquida); - spettrometro per la conta di radiazioni gamma e/o beta; - sistema di raccolta e di smaltimento del materiale radioattivo in decadimento secondo quanto stabilito dalla normativa in materia; - materiale di consumo (pipette, provette, e altro in mono uso) idoneo per l'esecuzione di esami radioisotopici in vitro; - spazio per il lavaggio e la decontaminazione; - sistema di lavaggio per le analisi con separazione in fase solida; A2 - Microbiologia e sieroimmunologia Dotazione minima tecnologica: - banchi di lavoro idonei al tipo ed al carico di lavoro; - arredi per la conservazione dei reagenti che non hanno bisogno di temperatura controllata (a temperatura ambiente e lontano da fonti di calore e di luce); 33 - centrifuga con range di almeno 0-4000 giri, apertura e chiusura di sicurezza, testate multiple con adattatori per le dimensioni di provette utilizzate ; - frigoriferi e congelatori a -25°C in numero e capacità sufficiente alla conservazione dei reattivi termolabili e dei campioni, con temperatura controllata; - termostato/incubatore termoregolabile e a temperatura controllata; - bagnomaria termoregolabile e a temperatura controllata; - microscopio binoculare con possibilità di osservazione in campo chiaro, oscuro, a contrasto di fase ed in fluorescenza e con varie ottiche (10-20-40-100 X); - cappa a flusso laminare verticale; - sistema di coltura in anaerobiosi e microaerofilia. In caso di esecuzione di analisi immunochimiche: - strumentazioni automatiche per le indagini previste nel settore. In caso di esecuzione di analisi con PCR si rimanda all'Appendice A. A3 - Ematologia Dotazione minima tecnologica: - banchi di lavoro idonei al tipo ed al carico di lavoro; - arredi per la conservazione dei reagenti che non hanno bisogno di temperatura controllata (a temperatura ambiente e lontano da fonti di calore e di luce); - centrifuga con range di almeno 0-4000 giri, apertura e chiusura di sicurezza, testate multiple con adattatori per le dimensioni di provette utilizzate ; - frigoriferi e congelatori a -25°C in numero e capacità sufficiente alla conservazione dei reattivi termolabili e dei campioni, con temperatura controllata; - termostato/incubatore termoregolabile e a temperatura controllata; - bagnomaria termoregolabile e a temperatura controllata; - microscopio binoculare con possibilità di osservazione in campo chiaro, oscuro, a contrasto di fase ed in fluorescenza e con varie ottiche (10-20-40-100 X); - agitatore di sangue intero, se non compreso nel contaglobuli; 34 - contaglobuli automatico completo dei sette parametri fondamentali e con istogrammi; - strumentazione e materiale idoneo per esame citologico del sangue periferico e del midollo; - strumentazione automatica per lo studio dei fattori della coagulazione, della fibrinolisi, della funzionalità piastrinica e degli inibitori della coagulazione; - strumentazione e materiali idonei per lo studio delle malattie del sangue. A4 - Virologia Dotazione minima tecnologica: - banchi di lavoro idonei al tipo ed al carico di lavoro; - arredi per la conservazione dei reagenti che non hanno bisogno di temperatura controllata (a temperatura ambiente e lontano da fonti di calore e di luce); - centrifuga con range di almeno 0-4000 giri, apertura e chiusura di sicurezza, testate multiple con adattatori per le dimensioni di provette utilizzate ; - frigoriferi e congelatori a -25°C in numero e capacità sufficiente alla conservazione dei reattivi termolabili e dei campioni, con temperatura controllata; - termostato/incubatore termoregolabile e a temperatura controllata; - bagnomaria termoregolabile e a temperatura controllata; - microscopio binoculare con possibilità di osservazione in campo chiaro, oscuro, a contrasto di fase ed in fluorescenza e con varie ottiche (10-20-40-100 X); - microscopio rovesciato; - termostato per coltura a pressione controllata di C02 e a temperatura controllata; - attrezzatura per colture di cellule; - congelatore a -20°C e a temperatura controllata; - congelatore ad almeno -70°C e a temperatura controllata; - centrifuga a bracci oscillanti; - cappa a flusso laminare verticale in box sterile; - attrezzature e materiali per l'esecuzione delle principali indagini sierologiche; 35 In caso di esecuzione di analisi immunochimiche: - strumentazioni automatiche per le indagini previste nel settore. In caso di esecuzione di analisi con PCR si rimanda all'Appendice A. A5 - Citoistopatologia Dotazione minima tecnologica: - banchi di lavoro idonei al tipo ed al carico di lavoro; - arredi per la conservazione dei reagenti che non hanno bisogno di temperatura controllata (a temperatura ambiente e lontano da fonti di calore e di luce); - centrifuga con range di almeno 0-4000 giri, apertura e chiusura di sicurezza, testate multiple con adattatori per le dimensioni di provette utilizzate ; - frigoriferi e congelatori a -25°C in numero e capacità sufficiente alla conservazione dei reattivi termolabili e dei campioni, con temperatura controllata; - termostato/incubatore termoregolabile e a temperatura controllata; - bagnomaria termoregolabile e a temperatura controllata; - microscopio binoculare con possibilità di osservazione in campo chiaro, oscuro, a contrasto di fase ed in fluorescenza e con varie ottiche (10-20-40-100 X); - microtomo; - stufa per inclusioni; - centralina per la preparazione dell'inclusione; - coloratore per vetrini istologici, o sistema di colorazione manuale standardizzato; - citocentrifuga; - istoteca adeguata. In caso di esecuzione di analisi con PCR si rimanda all'Appendice A. A6 - Genetica Dotazione minima tecnologica: - banchi di lavoro idonei al tipo ed al carico di lavoro; 36 - arredi per la conservazione dei reagenti che non hanno bisogno di temperatura controllata (a temperatura ambiente e lontano da fonti di calore e di luce); - centrifuga con range di almeno 0-4000 giri, apertura e chiusura di sicurezza, testate multiple con adattatori per le dimensioni di provette utilizzate ; - frigoriferi e congelatori a -25°C in numero e capacità sufficiente alla conservazione dei reattivi termolabili e dei campioni, con temperatura controllata; - termostato/incubatore termoregolabile e a temperatura controllata; - bagnomaria termoregolabile e a temperatura controllata; - microscopio binoculare con possibilità di osservazione in campo chiaro, oscuro, a contrasto di fase ed in fluorescenza e con varie ottiche (10-20-40-100 X), con possibilità di effettuare microfotografie; - termostato per colture ceIIulari con erogazione di C02; - centrifuga a braccio oscillante; - cappa a flusso laminare verticale in box sterile; - microscopio rovesciato in caso di colture ceIIulari; - attrezzature idonee per le colorazioni citogenetiche; - sistema automatico con software dedicato per l'esecuzione del cariotipo; - attrezzatura idonea per l'identificazione di markers genetici; - istoteca; - termostato in acqua (intervallo temperatura 30-90°C); - incubatore a secco (50-70° C); Inoltre per esami effettuati con PCR si rimanda all'Appendice A. Ciascuna sezione può avvalersi di attrezzature presenti in altre sezioni, ove ciò sia consentito dal carico di lavoro complessivo e dalla tipologia di esami da eseguire. Appendice A - Strumentazione in caso si esecuzione di analisi in PCR Dotazione minima tecnologica: 37 - banchi di lavoro dotati di superfici lavabili e decontaminabili, - lampade UV per irradiazione ambienti e banchi di lavoro, - set di pipette a volume variabile strettamente dedicate e diversificate per le varie fasi di lavorazione, - frigorifero (da +4° C a – 20°C) , - cappa a flusso laminare verticale, - centrifuga idonea alle modalità operative, - termostato a secco fino a 100° C, - termociclatore programmabile per amplificazione DNA, - ultracongelatore -80°C per lo stoccaggio dei campioni. Nel caso si effettui la lettura degli amplificati mediante elettroforesi, sono da prevedere anche: - sistema per elettroforesi orizzontale (gel di agarosio), - transilluminatore UV, La strumentazione descritta identifica una struttura che possa eseguire indagini in PCR di tipo qualitativo senza l'uso di sonde fluorescenti. Per indagini quantitative e per la ricerca di mutazioni con l'ausilio di probe fluorescenti occorre disporre inoltre di: - sistema per Real Time - PCR, - fornetto per ibridazione, - spettrofotometro UV-VIS 7.1.3 Configurazione tecnologica e coefficiente di correzione Trattandosi di laboratori con un numero di prestazioni superiori 99.960 si esclude che l’attività possa essere espletata con tecnologie meramente manuali. Si profilano pertanto almeno tre diverse configurazioni tecnologiche: 1. apparecchiature automatiche che eseguono i test, senza utilizzare la provetta primaria e/o il piatto campionatore o similari e senza produrre i risultati in forma di referto; 38 2. apparecchiature automatiche, che partendo dalla provetta primaria posta su piatto campionatore o similari consenta di eseguire i test in modo randomizzato e produrre i risultati sotto forma di referto; 3. alta automazione, con accesso random al campione, piatto campionatore o similari, interfacciamento host query e identificazione tramite codice a barre o similari, che rappresenta il salto di qualità nei confronti delle precedenti alternative, incidendo in modo significativo nell’abbattimento degli errori e del tempo uomo. Nella prima configurazione tecnologica si deve eseguire una seconda accettazione del paziente su tutti gli strumenti ed i dati, una volta validati e trascritti sui fogli di lavoro, hanno bisogno di un ulteriore inserimento nell’host per la stampa del referto. Nel caso della seconda configurazione c’è la possibilità di stampare l’esame sotto forma di referto, la qual cosa permette di avere un referto del paziente dato dall’unione dei referti forniti dagli strumenti, consentendo di contenere il tempo uomo e di ridurre gli errori di inserimento. La terza configurazione comporta una drastica riduzione del tempo uomo, essendo l’accettazione degli esami trasmessa direttamente alla strumentazione e i dati, dopo la loro validazione, ritrasmessi nuovamente all’host con stampa del referto finale. Inoltre l’utilizzo del codice a barre, che viene apposto direttamente sulle provette all’atto del prelievo, riduce al minimo l’errore preanalitico, che inevitabilmente, in modo variabile, si genererebbe nei passaggi manuali. In virtù delle considerazioni fin qui espresse viene rimodulato il coefficiente di correzione da applicare alle nuove configurazioni tecnologiche come specificato nella tabella seguente: Configurazione Tecnologica Automatica configurazione base Automatica con accesso random, utilizzo provetta primaria e produzione di referto Alta automazione: Accesso random al campione, interfacciamento bidirezionale all’host, identificazione tramite codice a barre o altra tecnologia Alta automazione: Accesso random al campione, interfacciamento bidirezionale all’host, identificazione tramite codice a barre o altra tecnologia Attivate Coefficiente Almeno 3/4 1,00 4/4 1,20 Chimica clinica – ematologia – coagulazione immunometria 4/4 1,50 Chimica clinica – ematologia – coagulazione – immunometria - urine 5/5 1,80 Linee Analitiche Chimica clinica – ematologia – coagulazione immunometria Chimica clinica – ematologia – coagulazione immunometria 39 Non partecipano alla determinazione della configurazione tecnologica gli esami microbiologici. I soggetti privati accreditati provvederanno a certificare la configurazione tecnologica della propria struttura mediante relazione di un tecnico abilitato. Tale strumentazione, in sede di controllo “in loco” da parte delle ASL, sarà sottoposta a verifica per l’attribuzione del coefficiente. Resta implicito che la struttura deve possedere almeno la configurazione tecnologica di base. 7.2. Requisiti organizzativi Ogni struttura deve individuare il direttore responsabile, che deve essere in possesso dei requisiti professionali e di carriera previsti dalle leggi vigenti. Allo stesso è fatto obbligo di servirsi di personale abilitato dalla normativa vigente per l'esecuzione dei prelievi e per altre eventuali attività di specifica competenza. Il direttore responsabile avendone i requisiti, può anche essere responsabile di una sezione specializzata facente parte del laboratorio da lui diretto. Il direttore responsabile del Laboratorio non può avere analoga direzione responsabile in altre strutture e/o aggregazioni. Per ogni sezione specializzata deve essere previsto, in qualità di responsabile, un laureato in possesso dei requisiti di legge il quale dovrà assicurare la sua presenza per un numero di ore proporzionato al carico di lavoro; uno stesso laureato può sovrintendere a non più di due sezioni specializzate dello stesso laboratorio aggregato. In caso di assenza del direttore responsabile per un periodo non superiore a 60 giorni, le sue funzioni vengono assunte da un altro dirigente sanitario in possesso dei requisiti di legge previsti per lo svolgimento della funzione. Per periodi superiori, è fatto obbligo di nominare un sostituto avente le caratteristiche del direttore responsabile con relativa comunicazione all'ASL territorialmente competente. Devono essere previsti documenti interni che descrivono: - le azioni poste in essere per il miglioramento continuo della qualità della performance analitica; - i processi di sanificazione ambientale e smaltimento dei rifiuti, effettuati secondo modalità e criteri adeguati e coerenti con la normativa vigente; - le modalità di approvvigionamento e gestione dei materiali diagnostici (reagenti e prodotti farmaceutici), i quali devono essere correttamente identificati e contenere tutte le informazioni necessarie per l'uso corretto. Ciascun Laboratorio che partecipa alla rete deve essere dotato di un sistema informatico che permetta di trasferire i dati da e verso ciascuna struttura partecipante all'aggregazione, indipendentemente dal modello adottato. 40 Il Sistema del controllo di qualità Il Laboratorio deve definire un Sistema di Controllo che soddisfi la necessità di individuare gli errori in fase analitica ai fini del risultato. Tale sistema deve prevedere un controllo di qualità interno (CQI) e un controllo di qualità esterno (VEQ). Per il CQI devono essere definiti la frequenza di esecuzione, le concentrazioni del controllo, i modelli di elaborazione e di validazione adeguati alla complessità delle analisi nonché i “traguardi analitici” da raggiungere. Deve esistere la registrazione documentata dell’effettiva esecuzione e validazione dei risultati. Deve esistere evidenza di programmi di VEQ e di valutazioni attuate con eventuali azioni correttive. Il Laboratorio deve definire criteri che descrivano l’accettabilità tecnica del dato analitico e le responsabilità. Il controllo di qualità intralaboratorio ha lo scopo di garantire costantemente l’affidabilità del dato analitico, a tal fine è necessario: a) l'uso giornaliero di standard (primari, secondari) per la valutazione della precisione e l'allestimento delle carte di controllo per tutte le metodiche di impiego routinario con la valutazione della deviazione standard relativa (C.V. percentuale); b) l'uso settimanale di sieri a titolo noto per il controllo di accuratezza su tutte le metodiche; c) l'uso contestuale al loro utilizzo, di volta in volta di sieri a titolo noto per il controllo di accuratezza sulle metodiche meno frequenti. I dati relativi ai controlli di precisione e di accuratezza effettuati nell'ambito di ciascun laboratorio devono essere riportati su apposito registro (anche informatizzato). Per tutte le prestazioni erogate attraverso l’uso di un analizzatore bisogna eseguire la VEQ e i CQI, con componenti terzi e l’adozione di criteri di accettabilità (vedi Linee guida per gestione dei programmi di Controllo di Qualità Interno e VEQ – documenti SIBioC). Riferimenti organizzativi di personale La dotazione del personale deve essere esplicitata in un documento che dichiari le responsabilità assegnate e la distribuzione del personale della struttura in riferimento alle attività programmate. La dotazione minima di personale, a prescindere dal carico di lavoro, della unità produttiva (sia essa chiusa o aperta al pubblico) del laboratorio aggregato o non, quale che ne sia la forma e/o la tipologia, è la seguente: − Direttore responsabile (Medico, biologo o chimico) specialista in disciplina afferente alla patologia clinica o equipollenti (o dieci anni di servizio documentato nella branca) − Collaboratore professionista laureato (medico, biologo o chimico) 41 − Tecnico di laboratorio con titolo abilitante: diploma universitario ex L. 251/2000 o titolo equipollente ai sensi del D.M. 27.07.2000. Per quanti in servizio effettivo alla data del 16 novembre 2004 valgono le disposizioni dell’art.6, comma 2, della L.R. 12.11.2004 n.8 − Collaboratore amministrativo − Addetto ai prelievi (solo nel caso che il laboratorio sia aperto al pubblico) − Addetto alle pulizie o contratto con ditta di pulizia È consentito l’utilizzo di personale laureato medico, biologo, chimico e laureato in scienze infermieristiche e tecnico sanitario di laboratorio biomedico a rapporto libero-professionale. Il Direttore responsabile dovrà assicurare, per le funzioni di direzione, una presenza oraria settimanale minima di almeno 15 ore, che verrà incrementata a seconda del carico di lavoro. Nel caso vi siano settori specializzati aggregati ad un laboratorio di base dovrà essere previsto un responsabile laureato, in possesso dei requisiti di legge, che assicuri la presenza per un numero di ore proporzionale al carico di lavoro e comunque non inferiore a 15 ore settimanali; uno stesso professionista collaboratore può sovrintendere a non più di due settori specializzati in rapporto al carico di lavoro. L'organico dei settori specializzati aggregati ai laboratori generali di base deve prevedere oltre all’organico dei laboratori generali di base almeno collaboratore professionista laureato (medico, biologo o chimico), in possesso dei requisiti di legge per ogni 2 settori aggiuntivi. L’orario di servizio del personale sarà funzione del carico di lavoro e della configurazione tecnologica. La dotazione organica minima e a tempo pieno consente l’esecuzione di un massimo di prestazioni a carico del SSR pari a 200.000, con configurazione tecnologica di base. Le struttura che erogano un numero di prestazioni a carico del SSR tra 200.000 e 500.000, aggiungeranno un tecnico di laboratorio, con un orario di servizio incrementale in base alle prestazioni erogate, fino a orario completo al raggiungimento delle 500.000. Le strutture che eseguono prestazioni a carico del SSR tra 500.000 e 800.000 aggiungeranno all’organico una terza unità tecnica , un secondo collaboratore professionista laureato (medico, biologo o chimico) e una seconda unità amministrativa, con un orario di servizio incrementale in base alle prestazioni erogate, fino a orario completo al raggiungimento delle 800.000. Per le strutture che eseguono un numero di prestazioni a carico del SSR superiore a 800.000 si applicano gli stessi criteri incrementali proporzionali. I limiti prestazionali possono essere incrementati applicando il coefficiente di correzione in rapporto alla configurazione tecnologica posseduta. Al fine di verificare l’adeguatezza tra numero di addetti e prestazioni rese dalle strutture, ogni anno le stesse sono tenute a comunicare l’elenco del personale con l’orario reso e i ruoli rivestiti alle ASL territorialmente competenti. Gli addetti ai 42 prelievi dovranno garantire una presenza attiva pari a 1 ora per ogni 15 prelievi effettuati. I prelievi possono essere eseguiti anche dai laureati già presenti nella struttura con altre funzioni, purché garantiscano, in termini di impegno orario, la copertura richiesta in base al numero di prelievi da eseguire. Ai fini del calcolo orario da rendere per eseguire i prelievi, in base alle prestazioni rese dai laboratori e agli standard di riferimento, si può considerare valido un rapporto di un prelievo per ogni 8 prestazioni. A fine anno, quindi, è fatto obbligo alla strutture di comunicare insieme al resto del personale anche l’impegno orario degli addetti ai prelievi e il numero di pazienti accettati. 7. Norme finali Non sono applicabili tutte le disposizioni in contrasto con quelle del presente provvedimento. 43