Ha 32 anni e una società di successo che esporta in
Transcript
Ha 32 anni e una società di successo che esporta in
WAVE TANGRAM Periodico di attualità, cultura e politica di Monza e Brianza. Anno XI - N. 1 SPRING 2013 - Euro 5 MONZACLUB anno XI - n. 78 - SPRING 2013 PAVIMENTI IN ACCIAIO PER L’ARCHITETTURA La rivista della nuova Provincia. attualita l’intervista anima.re acsm agam Una mostra fotografica da non perdere Roberto Colombo racconta il successo di un’azienda Ha 32 anni e una società di successo che esporta in tutto il mondo WAVE STEELS È COMMERCIALIZZATO DA STAINLESS PRODUCTS S.R.L. VIALE DELLE INDUSTRIE, 9 - 20040 CAMBIAGO (MI) ITALY - TEL. +39 02.959.499.640 - FAX +39 02.959.499.641 WWW.WAVE-STEELS.IT MONZACLUB davide erba l'impresa È avere un'idea vincente EDITORIALE Simona Calvi Quante chiacchiere mentre i giovani se ne vanno… Per una volta concedetemi di essere polemica. Credo, per una ragione condivisibile. Come avrete modo di leggere nelle pagine che seguono, poco tempo fa sono stati resi pubblici gli ultimi rilevamenti, aggiornati a fine 2012, dell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, un registro che censisce tutti i connazionali che hanno fatto la valigia e si sono trasferiti altrove. Ora, non ci vuole un osservatore particolarmente acuto per rendersi conto della situazione. I dati, infatti, parlano di un’emigrazione di massa. Più 30 per cento rispetto al 2011. Circa 78mila persone che hanno lasciato il Paese. Provate a immaginare visivamente 78mila persone. Penso che la prima cosa che può venire in mente, al massimo, è un concerto. Certo non una fila di individui che, valigia alla mano, attendono un aereo o un treno. Nella maggior parte delle volte, sola andata. Cosa sta accadendo? Sì, lo sappiamo che c’è la crisi. Una crisi che sta ammazzando imprese e persone. Imprenditori e lavoratori. Personalmente sono convinta però che la congiuntura economica non sia l’unica ed esclusiva molla che fa pendere la bilancia verso l’emigrazione. E non credo nemmeno sia un caso che, chi se ne va, cerchi di restare in Europa e se possibile non troppo lontano. Le mete più gettonate, sempre secondo i dati Aire, sono Germania e Svizzera. Perché basta dare un’occhiata ai tantissimi blog, profili su social network quando non dei veri e propri reportage on line per comprendere come questi italiani (che per quasi la metà hanno fra i 20 e i 40 anni) stiano guardando nel frattempo al loro Paese. Emerge chiaramente un groviglio di sentimenti negativi, un misto di malinconia, delusione, rabbia e sconcerto. Non solo per la crisi, ma per come ad essa si sta rispondendo. A chiacchiere. Parlano di “decadenza culturale”, stanchezza, assopimento, ma non solo. Parlano di dottorati di ricerca da 2.000 euro al mese contro i 900 italiani. Per inciso, l’ultima busta paga dei parlamentari nostrani, distribuita pochi 1 MonzaClub giorni fa, tra stipendio, diarie e rimborsi, si aggira attorno ai 18mila euro. Mensili. E poi ci sono gli investimenti, annunciati e mai portati a termine. Pochi giorni fa, in occasione del 1 maggio, l’allarme disoccupazione, giovanile e non, è stato reiterato. Più della metà dei disoccupati appartiene alla categoria trenta - quarantenni che, a rigor di logica, dovrebbe essere invece quella se non al culmine, sicuramente in corso di carriera. Invece, no. È esattamente il contrario, senza contare la sacrosanta preoccupazione per una pensione che non prenderanno e che, proprio non avendo occupazione, non sono in grado di pagarsi. A differenza degli anni passati, questa volta ad essere fischiati non sono stati però soltanto i politici, ma anche i sindacati. Segno dei tempi. Così come segno dei tempi sono le immagini provenienti da Paesi come il Bangladesh e la Thailandia dove i salari, quando va bene, raggiungono i 150 euro al mese. Se vogliamo chiamarlo progressso facciamo pure… Ma ecco, allora, che il grido degli emigranti 2.0 non è solo comprensibile, ma condivisibile. La richiesta è una: quella di vivere in un Paese normale. Enrico Letta, neopremier di un Governo che, almeno dalle premesse, non pare destinato a durare, ha annunciato il taglio del secondo “stipendio” percepito dai ministri. Un bel gesto che, tuttavia, guardato con gli occhi di un’Italia in ginocchio ha il sapore della beffa, perché viene da chiedersi se fosse anche solo pensabile che un ministro avesse più di uno stipendio. Speriamo, almeno, sia l’avvio di riforme serie sulla spesa pubblica. Serie e non il solito taglio delle pensioni o l’introduzione di nuove tasse. L’Italia degli sprechi, ma soprattutto dei talenti che se ne vanno, non si merita l’ennesima presa in giro. DAI VALORE AL TUO BUSINESS: COMUNICA N on è facile parlare di persone e realtà che di so- concretizzazione di questa pazzia a divenire una conqui- lito stanno dietro le quinte, nell’ombra, immersi sta e su questa base sono state poste le fondamenta per nel proprio compito professionale principale: diffondere gli importanti traguardi successivi. l’identità positiva di aziende, persone ed iniziative. Un'agenzia di comunicazione made in Brianza creata da una giovane imprenditrice. Ma non è tutto. Con il Si, perché è questa in fondo la mission di Tramite R.P. tempo sono state inserite in Tramite altre figure, tutte & Comunicazione, agenzia di comunicazione integrata giovani professioniste del settore. Un team in rosa, af- del territorio che con l’umiltà della pura competenza si fiatato e caparbio, che si dedica quotidianamente alla è ritagliata, nel tempo, un’importante presenza su diver- gestione delle relazioni con i media per aziende, enti, si tavoli territoriali e non. associazioni ed iniziative territoriali; una struttura poliedrica, versatile e dinamica nella quale l’entusiasmo della squadra si fonde con l’esperienza collaudata nel settore della comunicazione. “Sono felice di aver creato del valore per me, per le mie collaboratrici e per i clienti e partner. Sono orgogliosa di aver avviato questa iniziativa imprenditoriale proprio in Brianza, una terra ostica sotto molti aspetti legati alla comunicazione ma pronta a dar fiducia a chi la merita davvero, lavorando con passione e chiarezza – afferma Ramona Brivio, titolare dell’agenzia – Oggi cerchiamo aziende ed Enti che vogliono valorizzare la propria identità, che desiderano interloquire al meglio con il proprio pubblico di riferimento, strutture che non intendono “immobilizzarsi” nascondendosi dietro la parola crisi ma che scel- L’agenzia nasce diversi anni fa dall’idea della sua fonda- gono di agire per affrontare trice, l’allora giovanissima Ramona Brivio, che, parten- nuove sfide. Noi possiamo do da zero, ha dato avvio ad un’impresa il cui core busi- essere il loro TRAMITE, ness è l’attività di ufficio stampa e pubbliche relazioni. abbiamo gli strumenti per accompagnarli sul- “Ufficio stampa e p.r. in Brianza? Una pazzia!” si mor- la via della ricono- morava nel settore. Invece è stata proprio la positiva scibilità positiva”. Ramona Brivio R.P. & Comunicazione Via Mascherpa, 14 20048 Carate Brianza (MB) Tel. 039.8946677 Fax 039.8942929 www.tramitecomunicazione.it Spring in questo numero 16 14 6 La difficile missione di Papa Francesco 7 Pronti, partenza, via. Ora ci vuole... Fibra 8 Emozionare oggi tramite le immagini della comunicazione 9 Quando la crisi finisce, ristabilire gli obiettivi 12 I numeri 14 Sporting Club: Cappuccio neo Pres 15 Il Ct Monza è... Special 16 anima.RE: Una mostra da non perdere 20 Italia addio. Gli emigranti 2.0 2 4 Viale Lombardia, il tunnel ora c'è 34 28 Davide Erba: Il mondo? È piccolo (relativamente) 3 4 Renato Cerioli: La ricetta anticrisi? Fare sistema 38 Roberto Colombo: La crisi si vince sul territorio 4 4 Matteo Cereda: Fare ricerca in Italia si può e si deve 4 8 Ghigos Ideas e la città da apparecchiare 52 La bouillabaisse - Food Fighter 56 Contrasti di primavera 65 Oggetto del dediderio: Una hipKey a prova di tutto 56 6 6 Toys for Boys: Dal grande Dandy al Grande Gatsby 6 8 Hi-Tech: Sette centimetri di pura energia MONZACLUB 70 Motori Auto: Mini Paceman 74 Motori Moto: Ktm Adventure, fuoristrada, ma non troppo 76 MMT: Momot 2013, la storia si rinnova Periodico registrato presso il Tribunale di Milano al n.242 Registro stampa periodica PERIODICO REALIZZATO DA: Monza Club Edizioni srl Piazza Carrobiolo, 5 20900 Monza Tel. 039/5961872 e-mail: [email protected] Prezzo di copertina: 5 euro 78 Golf: Il Regionale lombardo riparte dalla Brianza 82 Battesimo monzese per la Ferrari 458 Challenge 86 Leonardo Spreafico, l'artista che incantò il mondo DIRETTORE RESPONSABILE Simona Calvi 88 Le vibranti creazioni di Alberto Di Fabio 90 I mondi (im)possibili? Stanno in una spilla caporedattore Raffaele Pozzi 92 Scarabocchi... con le ore contate 3 MonzaClub GRAFICA BIMAGE communication srl Via A. Volta, 94 20832 Desio Tel. 0362/306929 e-mail: [email protected] www.bimage.it PUBBLICITÀ Monza Club Edizioni srl Tel. 039/5961874 e-mail: [email protected] STAMPA Promografica s.n.c. Via Magretti, 11 20037 Paderno Dugnano (MI) e.mail: [email protected] Contributors aprile 2013 MARCO COLOMBO Ingegnere, MBA Bocconi e TGMP alla Harvard Business School. Fondatore e CEO di Partecipazioni Industriali, holding operativa attiva in diversi settori: media e pre-stampa (CLX Europe), impiantistica industriale e TLC (Gruppo BMS Impianti), prodotti in vetroresina per nautica e edilizia (Resin Glass Lissone) e mobilità sostenibile (share - lock sistemi per biciclette). Già Presidente dei Giovani Imprenditori di Monza e attualmente membro della Giunta Nazionale di Confindustria, è Area Leader della Bocconi Alumn Association per Monza e Brianza. MARTINA SASSOLI Una laurea alla Bocconi, è giornalista professionista e appassionata di politica. Già consigliere comunale, è stata dal 2007 al 2012 assessore alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità del Comune di Monza. Dal 2005 è alla guida del movimento Giovane Italia Monza e Brianza e ricopre il ruolo di vicepresidente nazionale della leva giovanile azzurra. L’impegno istituzionale l’ha portata a diventare anche presidente di Anci Giovani Lombardia. Attualmente divisa tra Milano e New York sta seguendo la campagna elettorale per le presidenziali Usa dal comitato del candidato repubblicato Romney. GIANCARLO CAZZANIGA Esperto in comunicazione e appassionato di sport, da trent’anni dei suoi 58 è alla guida di Publitrust, agenzia specializzata nel settore advertising e comunicazione, pluripremiata nel corso degli anni per serietà e creatività. Accanto all’attività imprenditoriale, è stato anche insegnante di Comunicazione e marketing per corsi specialistici finanziati da Enti pubblici. Nel 2008 ha ricevuto da Confindustria la medaglia d’oro al merito industriale. Nel corso della sua carriera ha anche ricoperto ruoli istituzionali nell’associazione degli imprenditori monzesi e brianzoli dove si occupa soprattutto di Terziario avanzato. CLAUDIO MARTELLI Nato a Londra nel 1961, dopo una lunga carriera in multinazionali dell’energia e collaborazioni con Enti pubblici territoriali, ha dato vita al gruppo CM Associati, team di professionisti che da oltre vent’anni lavora a stretto contatto con le aziende per fornire consulenze ed elaborare strategie vincenti nell’affrontare l’attività professionale. È inoltre consulente strategico per lo sviluppo e il consolidamento sul mercato di aziende, Enti e studi professionali. Dopo Milano e Lugano, CM Associati ha aperto una nuova sede a Gallarate. RICCARDO TAGLIABUE Appassionato di fotografia e di motori fin da giovanissimo, un monzese doc che ha unito queste due passioni e ne ha fatto una professione. La sua prima foto è stata pubblicata sulla Gazzetta dello Sport quando aveva solo 17 anni e per 12 ha girato il mondo collaborando con testate nazionali ed internazionali nel settore del motociclismo. Ha pubblicato il suo primo libro a 24 anni e da lì ne sono seguiti più di 15 tradotti in 4 lingue. Nel 1997 ha vinto l’Euro Press Awards. È stato l’ufficio stampa di Honda HRC e di Yamaha Motor Europe. Oggi gestisce un’agenzia pubblicitaria, dove fotografia e giornalismo sono protagonisti. 4 MonzaClub GRETA LEONI Titolare dello Studio Leoni di Milano, è consulente del lavoro nel capoluogo lombardo. Attualmente si divide tra Milano e gli Stati Uniti dove sta maturando un’importante esperienza lavorativa presso la sede delle Nazioni Unite. Studio Leoni Via Statuto, 4 20121 Milano Tel. 02 36573500 - Fax 02 62910074 [email protected] www.studioleoni.it RAMONA BRIVIO Classe 1982, nasce, vive e soprattutto lavora in Brianza. Laureata in Comunicazione d’impresa, ha conseguito anche un master in Media Relations alla Business School del Sole 24 Ore. È Socia del Rotary Club Colli Briantei. È la fondatrice di Tramite R.P. Comunicazione, agenzia di comunicazione iscritta a Cdo Monza Brianza e Vera Brianza. È giornalista e socio professionista della Federazione Italiana Relazioni Pubbliche. GUIDO ONGARO Proprietario del ristorante Osteria la Lira, sta attualmente portando avanti l’attività cinquantennale della madre trasformando col passare del tempo una tradizionale osteria di quartiere in un locale al passo con i tempi. Appassionato di arte, ha trasferito questa sua passione anche all’interno del suo ristorante, trasformandolo in una vera e propria chicca, ispirata all’arte e al design. Senza dimenticare però le radici della cucina tradizionale cui dedica una parte della ricca offerta del ristorante. ANNALISA MANZIONE Beyourself 4u é una realtà che nasce in Brianza, dall’idea di una giovane donna che ha deciso di fare del proprio dono una professione. Di mettere a disposizione una dote innata, accompagnata da anni di studio e di esperienza presso grandi nomi della moda, per aiutare uomini e donne di qualsiasi età a riconoscere, valorizzare e sfruttare al massimo il proprio potenziale. L’obiettivo è quello di aumentare a livello esponenziale le possibilità di riuscita di ogni cliente in tutti gli ambiti della vita di relazione. Essere soddisfatti del proprio aspetto, piacersi, è il primo e fondamentale passo per piacere agli altri e avere successo. LUCA TOMMASI È nato a Monza nel 1972. È stato banditore e direttore della sede milanese di Finarte Casa d’aste. Attualmente, dirige uno spazio espositivo a due passi dal Duomo di Monza e conduce trasmissioni televisive dedicate al mercato dell’arte. Collabora da diversi anni con istituzioni italiane per l’organizzazione di mostre d’arte e attualmente riveste il ruolo di direttore artistico della Galleria civica E. Mariani di Seregno. Ha all’attivo numerose pubblicazioni d’arte edite da primarie case editrici nazionali. 5 MonzaClub im...presa diretta Marco Colombo - membro della Giunta Nazionale di Confindustria Il nuovo Santo Padre ha conquistato subito l’animo dei fedeli grazie ad una grande carica umana. E alla voglia di riportare la Chiesa alla sua missione pastorale La difficile missione di Papa Francesco Habemus Papam: così il cardinale pro-diacono (il primo nell’ordine dei diaconi) ha annunciato, come da tradizione millenaria, l’avvenuta elezione di Jorge Mario Bergoglio. Papa Francesco. Una inaspettata sorpresa, ma soprattutto un virata straordinaria nel governo della Chiesa. Un Gesuita, ordine devoto alla assoluta obbedienza alla Chiesa e al suo Pontefice. Il primo Papa Gesuita nella storia. Un “Papa Nero” che viene eletto come nella profezia di Nostradamus e come predetto dal Vescovo Malachia nel 1140. Papa “nero” non per il colore della pelle bensì per l’appartenenza a un ordine molto potente e strutturato gerarchicamente, quasi 18.000 Gesuiti. Un ordine e una impostazione che si sentiranno nel papato di Francesco. Un papa “simpatico” e comunicativo che è piaciuto a tutti dal primo momento. Lo si percepiva nelle interviste alle persone subito dopo l’elezione. Lo si poteva sentire nelle parole e leggere sui quotidiani del giorno dopo le elezioni del Conclave. Semplice nei particolari, la croce modesta, per materiali e simboli. Il “Buon Pastore” che ha in spalla una pecora smarrita e con una colomba che vola nel cielo. Semplice nelle parole: “Fratelli e sorelle: buona sera”. Semplice nella preghiera: “Pregate per me, pregate per ognuno di voi”. Un Padre Nostro, un’Ave Maria. Un uomo tra gli uomini, un pastore tra le pecore smarrite, anche all’interno del Vaticano. Un Papa che non ha paura a riconoscere gli errori fatti dalla Chiesa e che vuole ripartire dalla “fiducia reciproca”. Dal dialogo e dalla comprensione tra gli uomini. Sarà un grande Papa? Solo la storia ce lo potrà dire, ma di sicuro chi è apparso ieri al balcone è sembrato subito sia un grande leader che un uomo semplice. Un Papa che guiderà per esempi e non solo per parole. Quasi a ricordarci Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II. Figure straordinarie non solo per i credenti ma per tutto il Mondo e che sono state in grado di cambiare il destino della Chiesa e dell’umanità. Non è un caso la scelta del nome che il Cardinale Bergoglio ha voluto: Francesco. Il Santo che rappresenta la rinuncia a ciò che risulta essere superfluo e la assoluta devozione a Dio. 6 MonzaClub Francesco che spogliandosi di tutto tranne che dell’amore per Gesù e per gli uomini ha incarnato la sofferenza di Dio fattosi uomo. Un nome scelto quasi a dire: ora dobbiamo tornare a parlare di fede e amore. A concentrarsi sulle vere priorità della gente. A pregare. Papa Francesco avrà un compito straordinario: ricongiungere la gente con la Chiesa predicando la vita Cristiana e riavvicinando i tanti fedeli che si sono allontanati negli anni. Una missione ardua per non dire “quasi” impossibile dati gli scandali che hanno attraversato la Chiesa negli ultimi anni e il crescente distacco della gente comune da quelle che sono state viste come “politiche di palazzo” che poco avevano a che fare con la fede. Ma Papa Francesco deve provare. Non può sottrarsi al più difficile dei compiti e di certo non vuole sottrarsi al suo destino. Anzi. L’aria gioiosa che lo ha caratterizzato nella sua prima apparizione pubblica mostra una grande passione per il compito affidatogli che, sono certo, sarà in grado di svolgere con devozione e trascinando tutti con la grandezza di un uomo semplice e determinato. AL femminile Martina Sassoli - Presidente Anci Giovani Lombardia | www.martinasassoli.it il rapper escluso dal concertone del 1 maggio incanta gli adolescenti con un inno anti - monti. E la politica, dopo il rigore estremo, ha deciso di deporre le armi in nome dell’italia Pronti, partenza, via. ora ci vuole... fibra Così cantava, o meglio rappava, qualche mese fa Fabri Fibra, l’incantatore delle masse adolescenziali. Un rapper di nuova generazione, non politicizzato, non apertamente schierato, non troppo impegnato, semplicemente arrabbiato, come deve essere un vero duro e puro dello showbiz da strada. Oltre ad essere il refrain che martella per tutta la durata del pezzo, “Pronti, partenza, via” era anche il verso necessario per comporre la rima con “Monti via!”, vero e proprio momento apicale di tutto il brano. Non so perché, ma lo scorso 28 aprile, quando il neonato Governo Letta ha visto la luce, dopo non solo un parto travagliatissimo , ma una gestazione ancora più complessa e quasi elefantiaca, immediatamente ho pensato alla canzone del giovane Fibra. Pronti, partenza, via. Sembrava proprio così. Il neo capo del Governo e i neo ministri sembravano proprio ai nastri di partenza di una gara in stile 30 ore per la vita, o meglio 360 giorni per l’Italia. Un anno, questo il time limit che i bookmakers accreditano all’attuale Governo, per sistemare il nostro Paese. E allora, pronti, partenza, via, non c’è un minuto da perdere. O forse uno sì, lo perdiamo volentieri. A ringraziare con affettato savoir faire il Governo uscente, il regime da rigore e le tre signore austerità, equità e sobrietà. Insomma, il classico minuto di silenzio che si fa per commemorare chi non c’è più. E allora sommessamente il “Monti via!” del rapper è diventato il ritornello condiviso da una stragrande parte d’Italia, diciamo da quel 90 e più per cento di elettori che non hanno votato Scelta Civica alle ultime politiche. Pronti, partenza, via, ora si cambia tutto. Si sbattono i pugni sul tavolo con la Merkel e si sospende l’Imu, tanto per cominciare. E come se non bastasse l’accantonamento dell’agenda Monti, a segnare il vero e proprio funerale politico dell’era dei tecnici è bastata un’immagine, o meglio due. L’abbraccio tra Alfano e Bersani e il cinque dato da Brunetta al neo Presidente Letta. Polaroid degne del libro dei ricordi degli anni Duemila, che sanciscono la definitiva nascita della Große Koalition in salsa maccheronica, e quindi la vittoria della politica sulla tecnocrazia. Ma non solo. Dopo anni di scontri accesissimi in cui l’Italia si divideva tra berlusconiani e anti, oggi la politica ha saputo fare quel salto in avanti che solo Andreotti era riuscito a far fare. Che sia di qualità, questo salto, ancora non è dato sapere, ma sicuramente in avanti sì, alla faccia di chi grida all’inciucio di Palazzo. È una politica tipicamente “maschia” 7 MonzaClub quella che oggi ci si para dinanzi, con i due principali schieramenti, Pd e Pdl, che nonostante le ingiurie, le contrapposizioni, gli insulti reciproci, sotterrano l’ascia di guerra, si stringono la mano e cominciano a lavorare insieme. Proprio come due uomini, se proprio non vogliamo usare il termine “come due vecchi amici”, un po’ troppo eufemistico per il caso. Un atteggiamento lontano dalle logiche femminili, tali per cui se una donna disprezza, disprezza per sempre e se due litigano, non faranno mai più pace, ognuna arroccata sulle proprie convinzioni. Ecco, in questo frangente, la donna di Palazzo sembra essere la componete di Grillo, immobile anzi immobilizzata - ma non per questo silenziata - sul suo Aventino 2.0. Una donna rigida, anche piuttosto acida, che per tutelare la propria integrità decide di non scendere a compromessi, nemmeno per il bene della famiglia Italia. Una lettura un po’ pittoresca, lo so, di quello che sta succedendo nel nostro Paese. Ma molto verosimile. E per una volta, anche se femminista non sono ma un leggerissimo favoritismo per il gentil sesso di norma lo conservo, posso tranquillamente ammettere che questo lato maschile della politica inizia proprio a piacermi. CONSULENTE COMUNICAZIONE di Giancarlo Cazzaniga - direttore creativo publitrust Una parola che esiste in italiano solo dal Seicento, ma che oggi ha assunto un’importanza capitale. Tanto che è il cuore di tutti i nuovi strumenti come i social media Emozionare oggi attraverso le immagini della comunicazione Ho passato grande parte della mia vita a creare parole, immagini ed emozioni attraverso le comunicazioni realizzate per i clienti. Molte volte, troppe, questi committenti volevano un messaggio che rispondesse al proprio pensiero, non capendo che dovevamo realizzare annunci per altre persone con interessi, desideri e esigenze diverse dalle loro. Altre emozioni insomma. Ma, esattamente, cosa intendiamo per emozione? Emozione è una parola giunta in italiano nei primi anni del Settecento come adattamento del francese émotion. A sua volta la voce francese proveniva dal latino emotio, derivato da un verbo che significa smuovere, commuovere. In francese, émotion indicava in genere il movimento fisico e più in particolare l’agitazione popolare, la sommossa. Entrambi questi significati si trovavano nell’italiano del Settecento, ma non sono giunti fino a noi. Accanto a questi, il francese sviluppò il significato di movimento dell’animo che è anche quello dell’italiano odierno. È divertente che una parola tanto usata, di cui oggi non potremmo fare a meno, sia stata censurata dai puristi fino all’inizio del Novecento. Ancora negli anni Venti, un famoso vocabolario raccomandava a chi voleva parlare e scrivere “italianamente” di evitare parole come emozione, e definiva orribile il derivato “emozionare”, anch’esso di origine francese. Gli psicologi e gli scienziati del comportamento parlano di emozione quando degli stimoli, esterni o interni, causano una reazione affettiva e modificano il nostro stato di coscienza. Questa reazione è di natura psicologica, ma ha effetti anche sul piano fisico e sono effetti difficili da controllare. Quindi il lavoro di comunicatore è foriero di uno status intellettuale reazionario? Una concezione di senso comune è che il potere intellettuale vede la cultura come luogo privilegiato dei “saperi” locali e globali, tipico, delle Istituzioni superiori, come le “conoscenze specializzate, la politica, l’arte, l’informazione, la interpretazione storica degli eventi, ma anche l’influenza sui fenomeni di costume e sugli orientamenti delle diverse popolazioni, fino a livelli. Ma oggi il modo di comunicare ha nuovi mezzi e nuove espressioni e forse meno emozioni. L’esplosione del “tvb” con tutte le varie ed eventuali possibili variazioni 8 MonzaClub di intensità sembra già appartenere a un’epoca lontana. Ora le sigle sono sostituite da combinazioni di punti e virgole, i cosiddetti emoticons che, per chi “non è del mestiere”, assomigliano a codici incomprensibili difficili da decifrare. Quale sarà la prossima frontiera del comunicare è difficile dirlo ma se guardiamo indietro possiamo vedere ciò che abbiamo lasciato. Il formato lettera, che ora sembra essere nient’altro che il baluardo degli ultimi romantici ricordi lontani. Tutte le nuove tecnologie, dalle mail ai social network, altro non sono che la dimostrazione di un bisogno di esprimersi, parlare di sé, comunicare e comunicarsi, che precedentemente non c’era. Tutto questo perché l’obiettivo dell’uomo moderno, la sua ossessione continua, sembra dover essere ottimizzare il tempo. Le ventiquattro ore che compongono la giornata classica sembrano non bastare mai, eppure sono sempre le stesse, solo che si moltiplicano gli impegni, il lavoro, lo studio e quindi si risparmia dove si può. Si trascurano i rapporti umani, quelli con il collega, l’amico, il fratello, il compagno dello sport senza più emozioni. sos aziende di claudio martelli - Cm associati Stabilire obiettivi e coinvolgere la propria squadra sono i punti di partenza fondamentali per affrontare e modificare in meglio la propria storia aziendale QUANDO LA CRISI FINISCE RISTABILIRE GLI OBIETTIVI Stabilire gli obiettivi è il processo principe per definire gli scopi che si vogliono raggiungere in azienda. Quando stabilite gli obiettivi, vi impegnate ad ottenere dei risultati; stabilire obiettivi vi permetterà di investire risorse e tempo limitati nelle cose veramente importanti. Come partire: la strategia Gli obiettivi dovrebbero emergere dalla pianificazione strategica dell’impresa. Se la missione è riconquistare il mercato di riferimento, se pur con altre istanze e caratteristiche d’offerta, gli obiettivi di tutta la struttura dovrebbero sostenere questa strategia. Più o meno si potrebbe descrivere lo schema in modo ascendente come una piramide dove l’obiettivo strategico si trova all’apice. Ognuno avrà degli obiettivi che sostengono l’obiettivo strategico generale. La vera forza di questi obiettivi a cascata è il loro allineamento con gli scopi dell’organizzazione. Idealmente, ogni collaboratore comprende e condivide il proprio obiettivo all’interno della strategia generale. La definizione degli obiettivi è più efficace quando i collaboratori vengono coinvolti nel processo. Gli obiettivi efficaci Gli obiettivi, per essere efficaci devono essere: riconosciuti da tutti nell’organizzazione come importanti, chiari e comprensibili oltre che scritti in termini univoci e specifici. Come sviluppare gli obiettivi Prima di tutto bisogna individuare, attraverso l’osservazione oggettiva del processo aziendale, le aree di miglioramento e le opportunità che possono fare la differenza. Gli obiettivi dovrebbero avere a che fare con le sfide più qualificanti, ma queste, per definizione, sono difficili e spesso comportano rischi considerevoli. Dunque da parte del management c’è una tendenza naturale ad evitare obiettivi ambiziosi. Si può evitare questo blocco puntando ad obiettivi condivisi. Il modo migliore è comunicare con i collaboratori, condividendo l’impegno e spiegando perché sono stati scelti quei traguardi, quali vantaggi apporteranno e quale sarà l’impegno richiesto. Fatelo prima di lanciare il progetto e assicuratevi che ci vedano dei benefici personali. Individuare e assegnare le priorità Quali sono gli obiettivi che l’azienda considera fortemente strategici? Quali avranno il maggior impatto sulla performance o sul profitto? Quali sono i più complicati da raggiungere? Quali sono quelli meglio raggiungibili sulla base delle caratteristiche dell’azienda e dei collaboratori? Si noterà che alcuni obiettivi sono simili o si sovrappongono. Quando accade, è bene accorparli. Dopodiché è possibile operare un’ulteriore suddivisione in base a livelli strategici, secondari e a basso 9 MonzaClub valore. Vale la pena eliminare i terzi, per spostarsi su secondi e primi, stilando una lista definitiva delle priorità. Quattro tappe per il traguardo Gli obiettivi strategici cominciano ad avere senso solo se sono collegati a piani pratici concepiti per il loro raggiungimento. Quattro sono le tappe fondamentali per convertire un “sogno” in risultati misurabili: suddividere ogni obiettivo in attività specifiche che diano risultati attendibili; pianificare l’esecuzione di tali attività; procurarsi le risorse necessarie; avvertire un’eventuale crisi di motivazione e porre rimedio. Rispettare il piano Controllate sempre dove vi trovate rispetto ai vostri obiettivi, aggiornate le persone coinvolte, se la progressione rallenta affrontate subito il problema e comunicate la conclusione di una tappa e la sua esclusione dall’elenco. La revisione conclusiva Quando l’obiettivo è stato raggiunto, ringraziate i componenti la squadra e festeggiate. Ma il raggiungimento dell’obiettivo non è la fine del processo. L’ultimo passo è un riesame approfondito di quel che si è fatto ed anche di quello che non si è riusciti a fare, affrontandone i motivi e ipotizzando, anche in caso di successo, se era possibile migliorare o fare in modo diverso. È bene custodire tali lavori in vista di ulteriori sfide. Si tratta, infatti, di un vero e proprio tesoro. Come uscire velocemente da una Srl in tempo di crisi La Srl (società a responsabilità limitata) è la forma societaria più diffusa in Italia. Solo in Lombardia se ne contano circa 250.000 L a Srl (società a responsabilità limitata) è la forma societaria più diffusa in Italia. Solo in Lombardia se ne contano circa 250.000. Tra queste, molte hanno dimensioni modeste oppure sono inattive, e spesso alcuni soci, pur avendo maturato la decisione di uscire dalla società, preferiscono rimanere soci, con tutte le responsabilità del caso, piuttosto che cedere le quote sostenendo gli elevati costi del trasferimento. Le cause che spingono un socio ad uscire dalla società possono essere le più disparate, spesso legate a motivazioni interne ed ancor più spesso a motivazioni esterne, come ad esempio l’incertezza sull’attuale congiuntura economica. Lo scopo, qui, non è però quello di approfondire le cause che inducono un socio a cedere la propria quota, che spesso sono infinite, ma quello di fornire un valida alternativa alla vecchia cessione di quote effettuata per atto pubblico o mediante scrittura privata autenticata. Infatti, non tutti i soci di Srl sanno che dal 2008 è entrata in vigore la normativa che abilita i Dottori commercialisti ad effettuare l’atto di cessione di quote di Srl, che un tempo poteva essere effettuato solo dal notaio. A differenza del classico atto notarile, la stipula avviene utilizzando l’innovativo sistema della firma digitale. L’atto di cessione redatto in formato pdf viene pertanto sottoscritto digitalmente dalle parti utilizzando un’apposita Smart card personale (rilasciata dalle Camere di Commercio) con la quale si inserisce il PIN al momento della firma. La procedura di apposizione della firma digitale può essere fatta in qualunque luogo purché le parti la firma sia effettuata nell’arco della medesima giornata ed in presenza del Dottore commercialista. Tale innovazione ha consentito allo Studio D’Angelo & Partners di offrire questo servizio con un notevole abbattimento degli onorari professionali per le operazioni di cessioni di quote di Srl ed una tempistica molto breve per giungere alla conclusione del trasferimento. Infatti, per la stipula dell’atto sono sufficienti in media 30 minuti e per avere la visura con la compagine sociale aggiornata sono sufficienti in media 2 giorni lavorativi. Lo Studio Associato di Dottori Commercialisti D’Angelo & Partners è stato tra i primi a cogliere l’opportunità offerta dal legislatore di ampliare i servizi professionali rivolti alle imprese e questo ha consentito di affermarsi a livello regionale in maniera efficiente ed innovativa nell’ambito della cessione delle quote. La clientela dello Studio ha manifestato da subito molto interesse a questa innovazione del legislatore e, stimolati dalla possibilità di realizzare a prezzo contenuto una cessione che da tempo rimandavano per timore dell’eccessivo costo dell’operazione, hanno potuto concludere più serenamente i propri trasferimenti di quote. Sul sito web dello Studio, in un’ottica di maggiore trasparenza, sono pubblicati tutti i costi della cessione che, naturalmente, crescono in funzione del numero di quote oggetto della cessione. Ad esempio, a prescindere dal valore della quota, che comunque non rileva ai fini del calcolo delle spese, la cessione può essere effettuata pagando 350 euro di onorari, oltre ai diritti camerali ed all’imposta fissa di registro. Si parla spesso di taglio dei costi e semplificazione della burocrazia: con questo servizio il nostro Studio intende distinguersi nel tessuto professionale Lombardo avviando un nuovo modo di fare consulenza alle imprese. Per un maggior dettaglio delle nostre attività ti invitiamo a visitare il nostro sito www.dangelo-partners.com o a contattarci direttamente. D’Angelo & Partners D´Angelo & Partners è uno Studio Associato di Dottori Commercialisti che condivide le proprie esperienze e competenze in campo finanziario, societario, contabile e tributario per offrire ai propri clienti un servizio professionale integrato in tutte le fasi del ciclo di vita. Lo Studio assiste le imprese dalla fase di costituzione e start-up sino alla fase di sviluppo o risanamento aziendale, garantendo il successo di ogni singola fase. Infatti, il lavoro dei professionisti dello Studio può terminare solo con il successo delle singole operazioni o fasi di vita. Tale successo rappresenta il fondamento per ogni compenso professionale e per questa ragione ogni mandato professionale dello Studio implica un meccanismo di retribuzione a success fee (commissione di successo). I numeri Le edizioni della Cento chilometri di Seregno Trofeo Italsilva. L’edizione di quest’anno della manifestazione podistica, corsa domenica 14 aprile, è stata quella delle grandi sorprese. In campo maschile ad imporsi è stato Francesco Milella, carabiniere pugliese, che ha tagliato per primo il traguardo fermando il cronometro su 7h16’51’’ e raccogliendo i frutti di una tattica accorta. Il favorito brianzolo Pietro Colnaghi è stata a lungo in testa alla gara, ma complice il caldo improvviso si è dovuto ritirare. In campo femminile affermazione della croata Maria Vrajic che ha chiuso la propria fatica con il tempo di 8h16’. I nuovi commissari in ambito sanitario che hanno preso il posto ad inizio aprile a Monza e Brianza. La Giunta regionale ha nominato i sette commissari di altrettante strutture ospedaliere e Asl il cui posto era vacante. Al San Gerardo arriva Simona Bettelini, che si sposta però di soli pochi chilometri perché lascia il posto di direttore sanitario della Asl per assumere il ruolo di commissario del principale nosocomio monzese. All’Asl di Monza e Brianza si insedia invece Matteo Stocco, proveniente dall’ospedale Niguarda di Milano. Mila euro stanziati da Camera di Commercio di Monza e Brianza per sostenere le giovani imprese e gli aspiranti imprenditori nei settori culturali e creativi in Brianza. Il bando, che si è aperto lunedì 15 aprile, si colloca all’interno della linea strategica “Innovazione e Impresa” del Distretto Culturale Evoluto, che vede capofila la Provincia di Monza e Brianza, uno dei sette distretti sostenuti dal progetto Distretti culturali ideato e realizzato da Fondazione Cariplo, con il duplice obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale e di promuovere lo sviluppo del territorio, attraverso un sostegno di quasi 4 milioni di euro solo sul territorio brianzolo. 12 MonzaClub 4 I visitatori che hanno caratterizzato la 52° edizione del Salone del Mobile di Milano. Di questi 285.698 sono operatori del settore, con presenze da 160 Paesi diversi tanto da rendere l’evento, più che internazionale, globale. “Il mondo che abiteremo è stato il leitmotiv dell’edizione 2013, segnata dal contributo di Jean Nouvel per il “Progetto: ufficio da abitare”, uno spazio dedicato all’interno del SaloneUfficio dove l’architetto ha presentato cinque scenari lavorativi unici e singolari per dimostrare che un ambiente di lavoro deve essere in grado di trasmettere creatività, ispirazione e piacere di vivere. Brianza grande protagonista tra glo oltre 2.500 espositori italiani e stranieri. I cortometraggi realizzati con l’obiettivo di raccontare i tesori della Brianza e proiettati in anteprima martedì 9 aprile nella sala del cinema della ex-Manifattura Tabacchi, a Milano, sede del Centro sperimentale di Cinematografia (Csc) e di Cineteca italiana. I quattro lavori hanno inaugurato il format “DOCframe-viaggio in Provincia” e sono stati prodotti per valorizzare la storia, la cultura e i beni architettonici e paesaggistici del territorio brianzolo. I cortometraggi saranno proiettati pubblicamente durante la festa del cinema in programma dal 9 al 16 maggio in tutte le sale nazionali che aderiscono all’iniziativa e saranno proiettati anche a Monza in occasione di un evento speciale aperto al pubblico e al Mic, il Museo interattivo del Cinema Mila euro. A tanto ammonta l’investimento relativo a un piano di interventi pensato per il Parco di Monza, grazie alla collaborazione fra Consorzio di gestione, Creda, il Centro documentazione reali lombarde e la cooperativa La Meridiana. Quattro i progetti presentati: la creazione di un nuovo punto di informazione turistica a ridosso di porta Monza, una sede per il Centro documentazione, il recupero di due sale macine a cascina Mulini asciutti e un progetto di opoterapia a cascina Costa alta. Le risorse necessarie potrebbero essere recuperate attraverso un bando della Fondazione della comunità di Monza e Brianza. 13 MonzaClub In breve Sporting Club: Cappuccio neo Pres C arlo Cappuccio è il nuovo presidente dello Sporting Club. L’avvocato monzese, socio da 15 anni del celebre circolo di viale Brianza, è stato indicato lo scorso 23 aprile dal Consiglio direttivo per succedere a Maria Alberta Mezzadri, presidente uscente. Accanto a Cappuccio, sono stati eletti vicepresidenti Samantha Ceccardi e l’avvocato Filippo Carimati che è anche consigliere di Brianzacque. Il direttivo uscito dalle nuove elezioni vede la presenza di Roberto Bursese, Alberto Castelli, Marco Crippa, Monica Nobile, Claudio Panza, Franco Rucano e Giuseppe Sala che ha sostituito, come segretario generale lo “storico” socio, Felice Benasedo. Nel ruolo di tesoriere, Maurizio Oggioni. “Naturalmente ringrazio tutti i soci che sono intervenuti all’assemblea – spiega il neo pres – a prescindere da quale sia stata la loro preferenza. Il direttivo che ho l’onore di presiedere ora ricomincerà il proprio lavoro, rispondendo alle esigenze di tutte le anime del club”. Gli obiettivi della nuova dirigenza sono infatti molteplici, a partire dalla programmazione di appuntamenti ed eventi. “Stiamo pensano a nuove idee, soprattutto per i giovani e i giovanissimi - aggiunge Cappuccio - alcune che si svolgeranno già questa estate, per dare anche nuovo impulso allo Sporting”. E questo nuovo impulso, secondo il presidente, dovrà arrivare innanzitutto proprio dai soci ai quali ha lanciato in occasione dell’elezione un appello alla partecipazione attiva, attraverso le commissioni, attualmente in via di formazione. “Naturalmente - conclude - sono a completa disposizione dei soci per accogliere suggerimenti e idee”. H a ricoperto il ruolo di assessore alle Pari opportunità per il Comune di Monza durante la scorsa legislatura. Ora, il compito si fa anche più difficile. Martina Sassoli, infatti, dallo scorso aprile è il neo assessore all’Ambiente della Provincia di Monza e Brianza. La chiamata è arrivata direttamente dal presidente Dario Allevi che già aveva collaborato con il suo neo assessore ai tempi della giunta Mariani. “Una persona con grandi capacità – l’ha definita Allevi – che ho visto crescere politicamente”. Martina Sassoli, accanto alla carriera istituzionale, che la vede anche presidente di Anci Giovani Lombardia, in questi anni ha scalato anche le vette del partito, diventando vicecoordinatore nazionale Giovane Italia, la leva giovanile del Pdl. Come si diceva, il nuovo compito sarà tutto fuorché semplice. Nell’immediato futuro, infatti, l’attendono impegni come il Piano provinciale dei rifiuti e il Piano cave. Martina Sassoli è subentrata all’ex assessore Fabrizio Sala, eletto consigliere in Regione Lombardia alle ultime elezioni. Tra i piani del neo assessore c’è, ancor prima dei contenuti, una priorità di metodi: “È fondamentale accelerare le risposte ai cittadini. Oggi la media è di otto mesi. Questo anche nell’ottica non solo di proteggere il territorio da ogni tipo di infiltrazione, ma anche per essere più vicini, soprattutto in questo momento, alle imprese che hanno nella Provincia un interlocutore attento”. 14 MonzaClub un week end davvero... SPECIAL U na grande festa e un’atmosfera speciale. Quella che solo il mondo Special Olympics sa creare. Il Circolo tennis Monza ha ospitato la terza edizione del Meeting interregionale, riproponendosi in prima linea e rilanciando il progetto “Il tennis per un sorriso” fortemente voluto dal circolo di via Boccaccio e da Alberto Ciriani che ormai da qualche anno ha aperto la propria attività ad atleti con disabilità intellettiva. Oggi il Ct Monza è punto di riferimento e modello per tante altre realtà sportive del territorio, e i propri campi in terra rossa nel week end del 13 e 14 aprile, in collaborazione con Special Olympics Italia Team Lombardia, hanno visto protagonisti atleti provenienti da Lazio, Piemonte, Veneto e ovviamente Lombardia. Ottanta persone circa, fra tennisti e accompagnatori, ospitate per la due giorni di festosa competizione per le gare di singolo, di doppio unificato, di abilità individuale Skills e mini tennis. Tutti hanno dimostrato un grande impegno e voglia di far bene dando vita ad incontri avvincenti entusiasmando familiari, accompagnatori e spettatori presenti alla manifestazione. L’evento si è aperto con la cerimonia che come da tradizione ha seguito il protocollo olimpico. Oltre al presidente della Provincia Monza e Brianza, Dario Allevi, dell’assessore all’Ambiente provinciale, Martina Sassoli, del consigliere delegato allo Sport del Comune di Monza, Silvano Appiani, del presidente del Ct Monza, Carlo Cevenini, il circolo di via Boccaccio ha “abbracciato” il presidente del Coni regionale Lombardia, Pierluigi Marzorati e il consigliere regionale e referente per la disabilità della Federazione italiana tennis Lombardia, Riccardo Canali. Le ore di gioco, le oltre 70 medaglie assegnate e soprattutto il sorriso degli atleti hanno fatto il resto. IL MONZA CALCIO PARLA AMERICANO U n po’ a stelle e strisce. Un po’ verdeoro. Ma con un cuore biancorosso. È la nuova anima del Monza Calcio che, dopo indiscrezioni e una trattativa di cessione che a tratti ha assunto i caratteri di una vera e propria telenovela, è finalmente passato di mano. Mr. Anthony Armstrong Emery ha annunciato l’acquisto dell’Ac Monza Brianza 1912 con un comunicato pubblicato sul sito ufficiale di EcoHouse Group, la società dell’imprenditore anglo-brasiliano. Che sia di buon auspicio per i risultati sportivi del club l’errore evidente nel comunicato stesso che descrive il club biancorosso come iscritto al campionato di Lega Pro di Prima Divisione. Un anticipo di promozione. L’imprenditore americano, che per la gioia dei tifosi brianzoli si è fatto immortalare in uno scatto fotografico con al collo la sciarpa della squadra monzese, ha annunciato inoltre tramite il proprio sito che sta nascendo una scuola calcio sotto la supervisione di Clarence Seedorf. 15 MonzaClub Da non perdere Dal 12 aprile al 21 maggio il Serrone di Villa Reale ospita una mostra di fotografia unica nel suo genere. Ballerine professioniste emergono come d’incanto da alcuni dei luoghi più suggestivi del Parco di Simona Calvi O ttanta immagini di rara bellezza, che incantano e ispirano. Occhi nuovi per guardare al tesoro di Parco e Villa Reale. Lo scorso 12 aprile il Serrone ha visto l’inaugurazione di una mostra assolutamente da non perdere. Un progetto firmato dal fotografo Riccardo Tagliabue in collaborazione con il Consorzio del Parco di Monza intitolato “Anima.Re”. “L’idea – racconta Tagliabue - è nata alcuni anni fa. L’obiettivo era quello di dare ‘movimento’ a scorci particolari di Parco e Villa attraverso spiriti danzanti che creassero armonia in alcuni luoghi meravigliosi della natura all’interno del Parco e che potessero mettere in mostra, sotto una luce diversa, gli interni della reggia”. Da qui il titolo prescelto, capace di conciliare l’anima delle danzatrici con il re, il reale dei luoghi voluti da Maria Teresa d’Austria e passati poi sotto casa Savoia, e l’idea di animare i luoghi, renderli vivi e vivaci. “Il Parco – prosegue Riccardo Tagliabue – è sinonimo di libertà di spazio e di movimento, un luogo dove ci si può muovere liberamente, che è vivo grazie alla vegetazione, a tutto quello che lo circonda ed anche grazie a chi lo abita”. Così, dopo un intenso anno di lavoro, è nata la mostra, che resterà visibile fino al 21 maggio negli spazi del Serrone. Gli scatti, realizzati in parte a colori e in parte in bianco e nero, tutte di dimensioni tra i 100 centimetri per 70 e i 200 per 140, saranno successivamente trasferiti alla Galleria Marco Monti 16 MonzaClub 17 MonzaClub di via Volta dove sarà possibile acquistarli. Tutti, tranne quattro che verranno messi all’asta l’ultimo giorno della mostra. Il ricavato sarà devoluto all’Associazione Amici del San Gerardo e alla Cooperativa La Meridiana per sostenere il progetto del nuovo polo di assistenza e cura per gli stati vegetativi. Come si diceva, a dare anima agli incanti del Parco sono stati i corpi perfetti di ballerine ed insegnanti di danza. Fra loro Sheila Verdi, Valentina Giolo e Vera Santagata (muggiorese ex miss Cinema), protagoniste attualmente dello spettacolo Rhyth.Mix in scena a Berlino, Francesca Mottola, insegnante di danza acrobatica e Alice Bellotto. Spiriti di fata, calati nelle atmosfere mutevoli del Parco. Dai rossi autunnali allo smeraldo intenso dei verdi fino all’oro che costella la Villa. Immagini che mutano così come muta lo splendore dei luoghi. Da tutto ciò nasceranno però anche ulteriori progetti. Sì, perché la mostra, grazie al supporto di Corrado Beretta, responsabile della comunicazione ma soprattutto una delle anime del Consorzio, diventerà un libro e un percorso che guiderà i lettori nei luoghi dove sono stati realizzati gli scatti. Naturalmente la mostra è accompagnata anche da un ricco programma di eventi collaterali tra cui due appuntamenti per appassionati di fotografia, lo scorso 18 aprile e il 9 maggio, con lo stesso Riccardo Tagliabue, uno il 2 maggio, alle 20.30 con Corrado Beretta, intitolato “Racconto tra mito e realtà” e il 16 maggio da un vero e proprio concerto, che inizierà il pomeriggio e proseguirà nella serata, con la presenza delle ballerine che sono state protagoniste delle immagini. L’ingresso ad Anima.Re è gratuito. Per informazioni: 039.325106 18 MonzaClub 19 MonzaClub Attualità I dati Aire hanno riaperto la ferita. Nel 2012 è stato registrato un vero e proprio boom di emigrazione. Più 30 per cento gli italiani che hanno deciso di lasciare il nostro Paese Italia Addio Gli emigranti 2.0 di Simona Calvi A l posto della valigia di cartone, oggi impugnano un Ipad. E, spesso, hanno anche più di una laurea in tasca. E se per caso non ce l’hanno, è sicuro che la conseguiranno là dove probabilmente resteranno poi a vivere. Effetto crisi. Lo dicono i dati Aire, il registro degli italiani residenti all’estero della Farnesina. Il 2012 si è concluso con una vera e propria emorragia dal nostro Paese. Un boom di emigrazioni all’estero, numeri che parlano di un più 30,1 per cento rispetto all’anno precedente. Non si vedeva da decenni, forse non si vedeva da quando i ritals (termine dispregiativo con cui i francesi definivano gli italiani emigrati la cui traduzione è “mangiaspaghetti”) cominciarono a passare in massa dall’altra parte delle Alpi. E non solo. Europa certo, ma soprattutto Americhe. Quel che cambia oggi rispetto agli inizi del Novecento è che a partire sono per lo più i giovani. Lo dice la rilevazione che specifica un altro dato: sono più uomini che donne a fare le valigie e la maggioranza è composta da trentenni. Per inciso, basta anche una semplice ricerca su internet per scoprire tantissimi e giovanissimi italiani raccontare on line le loro esperienze, 20 MonzaClub 21 MonzaClub Attualità compresa la decisione di andarsene. Sono racconti che, al di là delle singole scelte, parlano soprattutto al cuore. Perché quella vena di amarezza per essere stati costretti a far le valigie non manca mai. Torneranno, lo dicono quasi tutti, ma dopo. Dopo essersi costruiti una vita e una carriera. Ma, ed è questo il punto, altrove. Se si analizza il parametro provenienza si scopre che ad emigrare di più sono i lombardi. La regione considerata la più avanzata d’Italia e fra le aree più sviluppate d’Europa è anche quella da cui se ne vanno di più i giovani. Non bisogna fare però l’errore di considerare la Lombardia peggiore di altre aree. Infatti, è verosimile ritenere che sia il contrario, ossia che sia la regione dove la tendenza all’internazionalizzazione porti più facilmente i giovani a spostarsi per migliorare competenze e aumentare le possibilità di successo. Curiosità, ma fino ad un certo punto, è LE ROTTE DELL’EMIGRAZIONE (dati riferiti al solo bilancio 2012) DESTINAZIONE EUROPEA Il 62,4 per cento degli emigrati ha scelto di rimanere sul continente. Nell’ordine sono queste le mete più gettonate: 10.520 8.906 7.520 7.024 3.748 2.317 Germania Svizzera Gran Bretagna Francia Spagna Belgio Gran Bretagna Belgio Francia Germania Svizzera Spagna ITALIA DESTINAZIONE MONDO Il 37,6 per cento ha scelto di emigrare in altre zone del mondo. La top ten è così composta: 6.404 Argentina - 5.210 Usa - 4.506 Brasile - 1.683 Australia 22 MonzaClub L’IDENTIKIT DELL’EMIGRANTE Giovani, tra i 20 e massimo i 40 anni. Più uomini che donne, anche se le percentuali si stanno bilanciando. È questa la traccia che racconta dei nuovi emigranti. Vanno in Germania, in Gran Bretagna o attraversano l’Atlantico per raggiungere gli Usa e il Sudamerica. Sono spesso (quasi sempre) laureati o andranno proprio all’estero a farlo. Guardano l’Italia da lontano, spesso anche con malinconia e un pizzico di rabbia. Perché basta leggere ciò che scrivono per comprendere. Al primo posto della classifica sui motivi dell’addio, si legge la delusione per la politica e l’assenza di investimenti sullo sviluppo. Troppo poche le risorse a disposizioni dei giovani, soprattutto se si parla di giovani talenti, di innovazione e di ricerca. 2012 L’ANNO DELL’ESODO 30 › La percentuale di crescita degli italiani che hanno deciso di trasferirsi all’estero 78.941 › L’emigrazione in unità dall’Italia verso l’estero nel solo anno 2012. Nel 2011 erano stati 60.635 4,3 › I milioni di italiani residenti all’estero aggiornati al 31 dicembre 2012 600.000 › La quota di giovani fra i 20 e i 40 anni sul totale degli emigrati 2,5 › I milioni di italiani che si sono trasferiti all’estero a partire dal 1990 che ad essere una delle mete preferite di questo nuovo flusso migratorio è la Germania. Passando ai numeri veri e propri, lo scorso anno il fenomeno migratorio ha raggiunto vette importanti. Se nel 2011, infatti, l’emigrazione dall’Italia ammontava a 60.635 unità, l’anno scorso è arrivata a 78.941. Una cifra sconvolgente di cui generalmente non si ha alcuna percezione. Come si diceva, il fenomeno è più al maschile con un 56 per cento contro il 44 delle donne. E la fascia d’età è quella di chi ha ancora voglia e forze per rimettersi in gioco: dai 20 ai 40 anni. Come giustamente notato da tutti gli osservatori, il fenomeno è riconducibile ampiamente alla cosiddetta “fuga dei cervelli”, le risorse (spesso quelle migliori) del nostro Paese. Secondo i dati resi noti dall’Aire, la cosiddetta “fuga” ha riguardato circa la metà del totale degli espatri. Nella classifica delle regioni a maggiore perdita c’è, appunto, la Lombardia che nel 2012 ha visto trasferimenti di residenza per circa 13mila unità, seguita dal Veneto, con 7.456, Sicilia a quota 7.003, Piemonte (6.134), Lazio (5.952), Campania (5.240), Emilia Romagna (5.030), Calabria (4.813), Puglia (3.978) e Toscana (3.887). La maggior parte degli emigranti 2.0 hanno scelto di restare comunque in Europa, il 62 per cento, mentre a seguire destinazioni come America del Sud (Brasile in testa con 4.506) e Centroamerica, Asia, Africa e Australia. In ambito europeo, ha vinto la sfida la Germania della Merkel, seguita da Svizzera, Regno Unito e Francia. Gli italiani d’Argentina, come cantava Ivano Fossati, hanno toccato quota 6.400, poco meno gli aspiranti residenti Usa, 5.120. Nel complesso il numero di italiani residenti all’estero, aggiornato a fine 2012, ha toccato l’invidiabile vetta dei 4,3 milioni. Circa 2milioni e mezzo dal 1990. Una cifra che però è data ancora in crescita…. 23 MonzaClub Attualità Inaugurato lo scorso 3 aprile il maxi progetto atteso da oltre dieci anni. Quasi due chilometri interrati per salvare il quartiere di San Fruttuoso Viale Lombardia Il tunnel ora c’è di Simona Calvi 24 MonzaClub U na galleria fra le più lunghe d’Italia. Ma soprattutto un sogno che diventa realtà sia per gli automobilisti sia soprattutto per i residenti del quartiere di San Fruttuoso. Viale Lombardia ha tagliato il nastro lo scorso 3 aprile alla presenza di tutti coloro che in questi anni hanno accompagnato il difficile iter di lavorazione. Le Amministrazioni comunali in primis, Anas con il presidente Pietro Ciucci, ma anche le aziende (come la monzese Agam) il cui apporto è stato fondamentale. Al taglio del nastro era presente il neo governatore lombardo, Roberto Maroni oltre ai presidenti delle Province di Milano, Guido Podestà e di Monza e Brianza, Dario Allevi. “Una data storica” l’ha definita il sindaco Roberto Scanagatti che, soprattutto, ha sottolineato che l’apertura del tunnel sarà la fine di un periodo di disagi. In realtà, i disagi sono andati avanti ancora qualche giorno a causa delle code createsi nei primi giorni, ma su questo fronte Anas ha garantito la soluzione entro un mese. Il tunnel di viale Lombardia misura precisamente 1,805 metri ed è costato cinque anni di lavori, ma soprattutto 80 milioni di euro. Secondo le stime, sarà in grado di convogliare dai 70 agli 80mila veicoli al giorno che fino ad ora 25 MonzaClub Attualità I dati 1.805 metri lungo i quali si snoda il nuovo tunnel sotterraneo, uno dei più lunghi d’Italia realizzato dall’uomo 75 milioni di euro che sono stati necessari per realizzare il percorso sotterraneo della galleria 80.000 gli autoveicoli che saranno convogliati in media ogni giorno dal tunnel di viale Lombardia 4 ettari di verde recuperati dal progetto di riqualificazione di superficie che ricollegherà San Fruttuoso al resto della città 4.100 metri di piste ciclabili che saranno realizzati in superficie con la riqualificazione sopra la galleria 26 MonzaClub transitavano in superficie. Con tutte le conseguenze del caso non soltanto per il traffico, ma soprattutto per i livelli di smog. Naturalmente i lavori che riguardano l’area interessata dalla galleria non sono terminati. Sopra, infatti, dovrà prendere il via a breve il progetto di recupero della superficie che il Comune ha affidato all’architetto paesaggista Andreas Kipar. Un intervento che realizzerà praticamente una sorta di nuovo parco urbano. Sì, perché l’intervento prevede quasi quattro ettari di verde lungo circa 2 chilometri e largo quaranta metri. Una ricucitura di San Fruttuoso al resto della città che si declinerà in una strada carrabile circondata da ampie fasce di mitigazione. È prevista la piantumazione di 600 alberi di fioritura, 26mila metri quadrati di parco e circa 12mila di passeggiate e percorsi nel verde. Accanto alla viabilità urbana correranno due piste ciclabili, una da 1,8 chilometri dalla parte di San Fruttuoso e l’altra di 2,3 chilometri dalla parte opposta. In altre parole, un nuovo Parco per il capoluogo della Brianza. Ma ora, il più sembra sia stato risolto…. 27 MonzaClub I PROTAGONISTI / DAVIDE ERBA Per le foto di Davide Erba: marco pagani fotografo 28 MonzaClub È partito da zero e in soli dieci anni ha dato vita ad una realtà di successo. Un imprenditore 2.0 e...controcorrente Il mondo? È piccolo (relativamente) di Simona Calvi D avide Erba, al di là delle ovvie ragioni anagrafiche – ha solo 32 anni - incarna bene il modello di imprenditore 2.0. Per stile e modo di pensare, controcorrente. Tanto per rendere l’idea, di primo acchito ti fa venire in mente più la nuova leva imprenditoriale statunitense, concentrata su idee nuove e vincenti, che non l’Italia ripiegata su se stessa e attanagliata dalla crisi. Un argomento, quello della congiuntura economica, su cui peraltro questo monzese che ha studiato al liceo Bartolomeo Zucchi, ha idee proprie. Con molta chiarezza, infatti, ti spiega che “oggi non stiamo vivendo una crisi, questo è il nuovo assetto economico”. E a giudicare dai risultati raggiunti da Stonex, l’azienda che ha creato dal nulla, ha ragione lui. Dagli apparecchi di misurazione ultrasofisticati fino all’ultima frontiera, quella degli smartphone, lanciata a dicembre e già posizionata con successo sul mercato. Attualmente è anche uno dei pochissimi blogger italiani (in tutto sono sei di cui solo due indipendenti) i cui interventi sono ospitati sul sito web del quotidiano Il Giornale. Uno dei suoi ultimi articoli parlava di giovani e start up. Un argomento che conosce da più di dieci anni, quando ha fatto armi e bagagli, poco più che ventenne, ed è partito per la Cina… 29 MonzaClub I PROTAGONISTI / DAVIDE ERBA Non è facile fare impresa in Italia. Però è possibile. Bisogna adeguarsi ad un nuovo mondo Per i parametri italiani, sei un ultragiovane. A 32 hai un’azienda che sta andando benissimo e che continua ad espandersi. Da dove nasce la tua storia di imprenditore? Nasce più che altro dall’intuizione. Dietro le spalle non ho una famiglia di imprenditori, quindi ho costruito tutto da zero. A vent’anni sono partito e ho scelto la Cina… Parliamo di dodici anni fa quando, comunque, la Cina non era ancora quel colosso mondiale che è oggi. Perché hai scelto questo Paese? Perché mi hanno incuriosito le dinamiche che si stavano sviluppando. D’abitudine sono attento ai cambiamenti sociali ed economici e quindi ho pensato di andare a fare esperienza lì. Ho iniziato a collaborare con aziende cinesi che stavano cercando personale occidentale per aprire nuove reti commerciali. A quel tempo la Cina era orientata soprattutto verso l’esportazione, mentre oggi ha sviluppato un mercato interno enorme. La mia esperienza è stata sul campo, a contatto con aziende in forte crescita. E dopo? Dopo questa fase, durante la quale ho acquisito tutta una serie di competenze sia di carattere commerciale che organizzative ho deciso che era il momento di tornare in Italia e di aprire una realtà mia. Ed è nata Stonex. Scusa la domanda, ma parlavi cinese? No 30 MonzaClub E come te la sei cavata? Con l’inglese e con tanta voglia di farcela. Mi sono creato subito un network di amici sul posto, com’è normale, e sono andato avanti… C’è voluto più coraggio, intraprendenza o follia? Sicuramente coraggio e razionalità. E comunque anche la voglia di confrontarsi con altri modi di vivere e di pensare. In fondo i cinesi non sono molto diversi dagli italiani, quindi alla fine ha contato più la capacità di essere versatile, di entrare in sintonia con una cultura diversa e, soprattutto, di dedicarsi al lavoro con passione. Dicevamo che alla fine di questa esperienza sei tornato in Italia e hai fondato Stonex.. Sì, con l’esperienza acquisita e con i partner industriali e commerciali che mi ero creato, sono partito con un’azienda che ha sede qui sul territorio e che opera nel settore nel quale mi sono formato che sono gli strumenti di misurazione. Mi sono specializzato in un settore particolare, caratterizzato da tante verticalizzazioni e sottonicchie, ognuna legata ad un’applicazione specifica. Ci puoi spiegare la filosofia che ha guidato la nascita della tua azienda? Il primo passo di crescita è stato quello di non concepire il prodotto come qualcosa di fisso, ma di viverlo come una soluzione a delle problematiche. In altre parole, un mezzo per risolvere problemi e rispondere a richieste. Sembra un concetto banale, ma non lo è. Intendi che non è un modo di fare impresa diffuso? Non molto, molte aziende vivono il prodotto come fine a se stesso. Noi, invece, abbiamo pensato di creare soluzioni capaci, a loro volta, di aprire numerosi mercati verticali. Per fare un esempio, il nostro core business è il settore della topografia, ma lo abbiamo esteso all’industria, all’agricoltura, alla cartografia… Un modello che viene applicato, quindi, ai singoli settori. Potenzialmente infinito... Esattamente, creando degli applicativi specifici si vanno a risolvere i problemi di quel settore. Per capirci, noi lavoriamo con le miniere, con le cave, con mezzi di lavoro come gli scavatori, la nostra capacità è di andare a toccare molti mercati. Questo permette di differenziare il rischio. Se un mercato specifico va in crisi, ci sono gli altri che funzionano. Questo è il primo elemento distintivo di Stonex. E il secondo? È l’internazionalizzazione. Diciamo che, per come è strutturato il nostro core business, siamo solo in quattro in tutto il mondo e questo ci ha permesso di internazionalizzare in modo relativamente semplice perché ci sono poche fiere di settore, pochi magazine specializzati, il mondo è relativamente piccolo e quindi è stato meno complesso diventare player mondiali. Ad esempio, qui a Monza, produciamo i laser scanner tridimensionali che sono un prodotto unico, che non ha concorrenti per questa fascia di prezzo. Infatti è molto richiesto anche da Enti governativi. Ad esempio, in Cina c’è un’azienda statale che ha scelto noi per creare un progetto di digitalizzazione del territorio. Tutta la Cina verrà scansionata in 3D con i nostri strumenti. Adesso, però, avete lanciato anche gli smartphone, un settore molto più affollato… Accanto alla linea professionale, dallo scorso dicembre, ci siamo lanciati nell’avventura del mercato consumer, partendo dagli smartphone. Potrebbe sembrare un settore distinto da quello principale, ma in realtà non è così perché produciamo già Pda (personal digital assistant, nda) che devono funzionare in condizioni climatiche particolari, spesso estreme. Quindi, sfruttando queste competenze, siamo partiti sfruttando la piattaforma Android che già utilizziamo per le nostre strumentazioni. Come sta andando? Sono molto soddisfatto, perché sta crescendo rapidamente e ha ottenuto un ottimo riscontro anche da parte dei media. Questo ci fa ben sperare. Certo, sarà un’avventura lunga perché il settore consumer è molto complicato e ci sono player che sono veri e propri colossi. Stiamo migliorando sempre di più il prodotto sia sul fronte software sia sull’hardware. Prima vendevamo solo on line, mentre adesso stiamo iniziando ad inserirci anche nella grande distribuzione. Sono convinto che diventeremo molto forti, partendo dall’Italia verso il resto del mondo. 31 MonzaClub I PROTAGONISTI / DAVIDE ERBA È facile fare l’imprenditore in Italia? Non posso dire sia facile, ci sono tutta una serie di burocrazie e lungaggini che altrove non ci sono. Però è possibile. Con la voglia di fare e mettendo in pratica modalità di impresa che si confacciano al 2013. È chiaro che oggi pensare di aprire un’azienda di livello territoriale è difficile. Oggi è necessario ragionare a trecentosessanta gradi. Quello che mi dispiace è che si fa credere alle persone che oggi siamo in crisi e che fra due o tre anni l’economia ripartirà… Perché, non è così? Oggi non stiamo vivendo una crisi. Questo è il nuovo assetto economico che si è andato a creare. E chi non riesce a competere, è destinato a chiudere. È cambiato il mondo e dobbiamo adeguarci reinventando il modo di fare impresa e diventando competitivi. A tuo avviso qual è il freno maggiore alla competitività delle imprese italiane? Sicuramente concorrono le condizioni non vantaggiose che ci sono in Italia, anche sotto il profilo fiscale con imposte penalizzanti. Ma non è solo questo. Quello che vedo è che spesso manca il Quindi prima di cambiare la produzione, è necessario cambiare la testa? Esattamente. Bisogna rendersi conto che i mondi dell’impresa, dell’industria e del commercio sono radicalmente cambiati. Anche parlare, come fa troppo spesso la politica, di supporto del made in Italy in modo indiscriminato, è deletereo… È un’opinione molto controcorrente, almeno a giudicare da quello che sentiamo tutti i giorni sul made in Italy… Certo, ovviamente tutti ci auguriamo che l’industria, il made in Italy e via dicendo vadano bene, ma resta il fatto che deve essere un made in Italy di un certo tipo. Per intendersi, tutto quello che è bassa tecnologia deve sparire dall’Italia perché è inutile. Bisogna, anzi, accelerare il processo di riforma dell’impresa. Realizzare prodotti a basso valore aggiunto qui significa non essere in grado di competere… Con la Cina, ad esempio… Non solo, anche con l’Est Europa, il Sudest asiatico, con la Turchia. La cosa incredibile è che si sentono opinioni assurde intorno a questi temi. L’Italia, a mio modo di vedere, deve fare un salto in termini di innovazione. E questo è legato anche ad altri aspetti della società che vanno dalla scuola all’università… Paradossalmente, proprio i settori che lamentano la maggiore scarsità di investimenti. Là dove dovremmo investire è dove non investiamo... Esattamente. Dire quindi che l’Italia è messa in crisi dalle economie emergenti non è vero. In Europa ci sono esempi di Paesi che stanno andando benissimo, tipo Norvegia o anche la stessa Germania. Vanno bene non perché abbiamo chissà che doti, ma perché sono economie che si sono modificate, che hanno inseguito la tecnologia e l’innovazione e continuano a farlo. Ti fa paura, da imprenditore italiano, guardare oggi alla Grecia? In parte, nel senso che l’Italia ha un altro tessuto industriale e imprenditoriale. Però ci sono forti rischi, le imprese stanno chiudendo e il saldo fra chi apre e chi chiude è fortemente in negativo. Inoltre stiamo pagando anche la frammentazione delle imprese stesse… ricambio generazionale. Vedi una vecchia classe di imprenditori che continua a tenere in mano le redini dell’impresa influendo sulle scelte aziendali. Mi rendo conto, ovviamente, che non è una colpa, ma sicuramente un freno. Perché di solito l’imprenditore che si forma in un determinato modo, tende a mettere in pratica le soluzioni che avevano funzionato a suo tempo in maniera nevrotica. Ed è un errore….per carità, poi magari succederà anche a me fra qualche anno! (ride, nda). 32 MonzaClub Tipica della Brianza… Sì, quello che è stato un vantaggio iniziale, la microimpresa famigliare, oggi è un freno perché non si hanno gli strumenti per competere a livello mondiale. Che consiglio daresti ad un giovane che vuole seguire un percorso uguale al tuo? Direi che la prima cosa è farsi le ossa, lavorando in azienda, magari non concentrandosi sullo stipendio all’inizio, ma sulla Dire che l'Italia è messa in crisi dalle economie emergenti non è vero comprensione delle logiche d’impresa. Poi, ci vuole passione e la capacità di affrontare le difficoltà. Stonex ha sede in Italia. Come mai, considerata la tua esperienza estera, hai fatto questa scelta? I motivi sono tanti, sicuramente anche perché l’Italia è il mio Paese. Ma anche perché ritengo che, nonostante tutto, qui si possa fare impresa. In Italia ci sono grandi competenze, c’è una quantità di ingegneri, ad esempio, di altissimo livello che non sono da meno dei tedeschi o degli americani. Se in Italia ci sono possibilità, come interpreti la cosiddetta fuga dei cervelli? Capisco molto bene chi se ne va, perché ovviamente la frustrazione in questo momento è forte. Naturalmente non giudico chi fa questa scelta, anche perché probabilmente se oggi dovessi ripartire da zero, quasi sicuramente valuterei anche un’esperienza all’estero. Fino a poco tempo fa sei stato impegnato anche su un altro fronte, quello di presidente del Fiammamonza. Un’esperienza che si è conclusa. Perché? Ho semplicemente dovuto fare delle scelte perché mi rendevo conto che, a fronte di impegni che si stanno moltiplicando, non avevo il tempo. Sono amministratore delegato e presidente sia della linea di produzione professional sia di quella consumer e quindi dovevo decidere. Erano già mesi che non riuscivo materialmente a seguire la squadra… Tra dieci anni come ti vedi? Domanda difficile…credo che se il mercato e le scelte aziendali proseguiranno così, diventeremo uno dei punti di riferimento a livello nazionale. Quattro domande pistola alla tempia...la qualità principale di un imprenditore? L’intuizione e la capacità, a volte, anche di scartare delle intuizioni. Soprattutto, la forza di mettere sempre la mission aziendale al di sopra di tutto. Il difetto peggiore per un imprenditore? Non mettere in discussione la propria visione e non accettare il fatto che il modo di operare cambia. Il tuo pregio... La capacità di analisi. E il tuo difetto? A volte l’essere troppo o bianco o nero. Difficilmente scelgo la strada del compromesso. 33 MonzaClub Confindustria Monza e Brianza È tempo di bilanci per Renato Cerioli, presidente uscente dell’Associazione industriali di Monza e Brianza La ricetta anticrisi? Fare sistema di Raffaele Pozzi Q uattro anni intensi. Caratterizzati da un unico comune denominatore: la crisi globale e locale che morde il tessuto produttivo di un territorio che nel tempo si era fatto apprezzare in Europa e nel mondo per innovazione, idee e qualità. La Giunta esecutiva di Confindustria Monza e Brianza ha designato Andrea Dell’Orto come candidato alla carica di presidente dell’associazione per il biennio 2013-2015; sarà l’assemblea ordinaria del 13 maggio, poi, a calare virtualmente il sipario sul mandato affidato alla guida di Renato Cerioli. L’occasione per il presidente uscente per trarre un bilancio del proprio operato e volgere lo sguardo alle sfide del futuro... Presidente, il 13 maggio con le consultazioni e il voto degli oltre 900 associati, si concluderà il suo mandato alla presidenza di Confindustria Monza e Brianza. È inevitabilmente tempo di bilanci… La crescita del numero dei nostri associati è stata sicuramente positiva, in questi quattro anni è passato da circa 650 a 900 nonostante la grave crisi economica che ha portato, nella stragrande maggioranza delle associazioni territoriali, ad una riduzione degli iscritti. Credo che le aziende del nostro territorio abbiano apprezzato il lavoro svolto, in termini di rappresentanza e di servizi altamente qualificati, che l’associazione oggi è in grado di erogare ai propri iscritti. 34 MonzaClub A livello personale si sente arricchito e, in caso positivo, sotto quali aspetti dall’esperienza vissuta nell’ultimo quadriennio? È stata un’esperienza unica, che mi ha permesso di conoscere le aziende del territorio, di confrontarmi con loro, di partecipare alle diverse iniziative insieme agli altri attori della Provincia e di rappresentare le istanze della nostra Brianza a livello regionale e nazionale. Ho imparato tantissimo. Per me è stata un’opportunità straordinaria che ho cercato di cogliere impegnandomi con tutte le energie disponibili. Conoscere gli “uomini” e le “donne” che stanno dietro ad un’insegna piuttosto che ad una nomina istituzionale o politica, entrare nella dialettica di un territorio, dialogare con i giovani, per me rappresentano indubbiamente risorse preziose che ho maturato in questi quattro anni e che porterò con me tutta la vita. Non sono stati anni facili. Quali le linee guida che hanno caratterizzato il suo mandato. Quali gli obiettivi raggiunti? I principali obiettivi perseguiti e che ritengo di avere affrontato in modo positivo sono stati: riorganizzazione della struttura interna di Confindustria di Monza e della Brianza (circa il 30% del personale è cambiato ed abbiamo puntato su molti giovani promettenti), ampliamento e qualificazione dei servizi offerti ai nostri associati, 35 MonzaClub Confindustria Monza e Brianza partecipazione attiva alla nascita della Provincia di Monza e Brianza, nascita di un rapporto stretto e costruttivo con il mondo dell’istruzione e con gli studenti, stimolare un confronto concreto sui problemi delle nostre imprese con l’amministrazione pubblica, con la politica, con il sindacato, con il mondo delle professioni e con le altre associazioni datoriali. Nutre anche qualche rimpianto? Mi dispiace che i media, soprattutto quelli locali, non abbiano sempre dato un giusto risalto agli eventi e alle iniziative da noi organizzati. Non è stato favorito un ampio confronto sugli stimoli da noi offerti durante i numerosissimi incontri, con interlocutori prestigiosi di fama nazionale ed internazionale, avvenuti presso la nostra organizzazione. Gli ultimi dati Istat fotografano un quadro economico ancora caratterizzato dal segno meno. A febbraio 2013 l’indice nazionale della produzione industriale è diminuito in termini tendenziali del 3,8%. Nella media dei primi due mesi dell’anno la produzione è scesa del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In sintesi: la luce in fondo al tunnel si fatica solo a intravedere. Quale la ricetta per uscire da una crisi, che sarà sì globale, ma la cui scure sta colpendo in particolar modo il nostro Paese? L’opportunità è globale, la debolezza è nell’Europa ed in particolare nei cosiddetti Paesi del mediterraneo, tra cui 36 MonzaClub l’Italia, che non sono ‘adeguati’ per confrontarsi nel contesto internazionale. È in corso una competizione tra i continenti in cui noi stiamo soccombendo. Quali sono le nostre debolezze che (con grave ritardo) occorre superare rapidamente? Uno Stato inefficiente troppo presente nell’economia, un contesto produttivo formato da imprese mediamente troppo piccole e troppo sbilanciate nei settori a basso valore aggiunto. O si favorisce una vera riconversione produttiva oppure la via del declino sarà inevitabile. La Brianza ce la farà? Determinazione, passione, creatività e consapevolezza nelle proprie qualità non mancano ai nostri imprenditori. Quale ulteriore salto devono compiere? E la Brianza su cosa deve puntare? I nostri imprenditori ce la faranno. Hanno però bisogno di operare in uno Stato 'normale' dove la tassazione sia meno mortificante, la giustizia funzioni, la burocrazia sia semplificata, e dove si possa operare in un contesto di reale fiducia verso le imprese. Le regole nazionali non possono non tener conto che i mercati e i clienti sono globali. È in corso una competizione non solo tra imprese ma anche tra modelli di Welfare, tra sistemi democratici. La Brianza deve puntare sulla sua risorsa più importante, le persone. Le scuole sono la palestra da cui passeranno i nostri futuri imprenditori, i collaboratori e i professionisti, e che ne determinerà competenze e valori. È da lì che bisogna partire. Andrea Dell'Orto è stato indicato come candidato alla carica di Presidente di Confindustria per il biennio 2013 - 2015 Certo che ogni iniziativa dovrà trovare il sostegno e l’appoggio delle banche attraverso una diversa politica del credito alle imprese… Le banche devono tornare a fare le banche: raccogliere risorse finanziarie dai risparmiatori ed erogare prestiti alle imprese ed alle famiglie. La cosiddetta ingegneria finanziaria ha drogato i mercati finanziari ed il conto lo stanno pagando i risparmiatori, le imprese e le famiglie. Servono imprese bancarie sane, concentrate sul loro core business, ed imprese produttive più strutturate anche da un punto di vista della qualità della documentazione amministrativa. È fondamentale per impostare un dialogo proficuo con le istituzioni finanziarie. E poi ci sono le note dolenti legate alla Pubblica Amministrazione. Il debito non onorato con il settore privato è una spada di Damocle che rischia di zavorrare il sistema economico italiano anche qualora dovessero presentarsi segnali di ripresa. Cosa si aspetta dal prossimo Governo? Quale risposta dalle Istituzioni? Per essere credibile uno Stato deve per lo meno onorare i propri debiti. Tema ugualmente importante è che le risorse che lo Stato riceve dai contribuenti devono essere ben impiegate. Segnale emblematico della sofferenza dell’imprenditoria su tale questione sono state le parole pronunciate a Foggia proprio pochi giorni fa dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: “Uno Stato che non paga i propri debiti è uno stato incivile. È uno stato che deve assolutamente cambiare atteggiamento. Non dimentichiamoci che quelli sono soldi nostri…”. Come giudica questo duro intervento da chi guida un’associazione che storicamente ha sempre cercato un dialogo e un punto di incontro con lo Stato? Il Presidente Squinzi ha giustamente sottolineato con grande energia un problema che ci portiamo avanti da troppi anni e che i vari Governi non hanno saputo (o voluto) affrontare. In una situazione di crisi, come quella che stiamo attraversando ormai da troppi anni, pensare che aziende falliscano a causa dei problemi finanziari legati ai mancati pagamenti dello Stato è vergognoso. In che direzione si dovrà muovere Confindustria nel futuro? Spetta al nuovo presidente stabilire le future direttrici dell’Associazione. Io sarò al suo servizio. Un messaggio o un consiglio che si sente di dare a chi le succederà e a tutti gli imprenditori brianzoli. L’invito agli imprenditori brianzoli è di partecipare sempre più attivamente alla vita dell’associazione, che nasce dalle imprese per le imprese. Occorre superare l’individualismo tipico italiano e fare sistema. I problemi potranno trovare più facile soluzione se le imprese sapranno agire insieme, e Confindustria di Monza e della Brianza è la loro casa, con i suoi pregi, da preservare, e i suoi difetti, da correggere. Insieme. 37 MonzaClub L’intervista Da ex municipalizzata ad azienda quotata in Borsa. Acsm – Agam sfodera ogni anno numeri importanti. Che parlano di un successo che ha le sue radici nella vicinanza ai cittadini Roberto Colombo «La crisi si vince sul territorio» di Simona Calvi I l territorio e l’impresa. Se fosse un claim, potrebbe essere quello di Acsm Agam. Da municipalizzata cittadina a realtà di riferimento. Tanto per capirsi, un’azienda che nel settore della distribuzione gas, quello gestito dalla controllata Acsm Agam Reti Gas-Acqua, si è aggiudicata il 5 per cento delle gare bandite nel nostro Paese. Il segreto? Lungimiranza, ma soprattutto un radicamento forte sul territorio. Non erano tantissimi quelli che avrebbero scommesso sulle sorti della fusione che nel 2009 diede vita alla nuova realtà brianzolo - lariana. Eppure, la storia successiva ha dimostrato con i numeri che la scelta è stata giusta. Perché oggi, a bilancio 2012 presentato, i dati parlano di ricavi dalle vendite consolidate per 257,8 milioni di euro. Solo l’anno precedente, nel 2011, la stessa voce era arrivata a 217,2 milioni. Un incremento di circa 40 milioni di euro che la dice lunga sia sul volume d’affari di Acsm Agam sia sulle potenzialità dell’azienda. Azienda che per inciso - in particolare con Enerxenia che ha raccolto nell’area monzese il testimone di Agam vendite per gas ed energia elettrica - si batte sul mercato contro i colossi del comparto. Insomma, una storia positiva, in controtendenza nel quadro della crisi. Ne abbiamo parlato con l’attuale presidente, il monzese Roberto Colombo che di questa fusione fu non solo uno dei promotori, ma anche uno dei protagonisti. 38 MonzaClub Acsm Agam si sta guadagnando un posto di primo piano nel panorama dell’energia… Devo dire di sì. Senza enfasi, bisogna riconoscere che Acsm Agam è una realtà di successo del territorio. Territorio su cui l’azienda reinveste in termini di capitali, infrastrutture, innovazione, lavoro, occupazione e sostegno alle realtà associative, dal sociale allo sport. Perché dice senza enfasi? Perché viviamo, come territorio e come Paese, un momento di crisi pesantissima e non vorrei che qualcuno interpretasse il parlare di una situazione controcorrente non come un contributo al dibattito sulle diverse strade per uscire dalla recessione, ma come mancanza di sensibilità verso quelle realtà, sociali e aziendali, che stanno pagando in prima persona gli effetti della crisi. Ci sono i numeri a parlare per voi… Sì, è vero. I numeri del conto economico certificano che la nostra società gode di ottima salute e questo è un fatto che apprezzano azionisti e lavoratori. Inoltre, da questo ne derivano benefici in termini di investimenti e contributi. Siamo riusciti a dare soddisfazione anche ai cittadini con tariffe migliori e con un servizio 39 MonzaClub L’intervista attento e puntuale, risolvendo in tempo reale i problemi dell’utenza. Abbiamo raggiunto il minimo storico dei reclami. Questo, credo, perché l’azienda ha saputo cogliere in anticipo alcuni cambiamenti in atto nel settore e ha saputo trasformarli prima in programmi e poi in azioni concrete sul territorio. Parliamo di utili, quegli utili che vanno anche ai Comuni soci di Acsm Agam. Di questi tempi è oro… Sì, certo. La società è quotata in Borsa, ma i principali azionisti sono i Comuni di Monza e di Como, in pratica i cittadini stessi. La storia di Acsm e di Agam separate, senza la fusione, sarebbe stata molto diversa. Agam era la classica municipalizzata che si occupava solo di distribuzione e vendita di gas sul territorio di Monza, in un regime di sostanziale monopolio. Nulla di male, ma l’evoluzione del mercato e l’apertura alla concorrenza, imponevano scelte diverse e rapide. Da sindaco avevo dato il via alla privatizzazione e poi, attraverso un bando di evidenza pubblica, era stato individuato il socio industriale, l’allora Aem. Qualche anno dopo sono stato richiamato dagli azionisti per valutare e avviare la fusione. Dettaglio non secondario, Monza detiene la parte più importante della partecipazione, con oltre il 29 per cento. Gli inizi sono stati duri però… Sì, molto duri. Abbiamo puntato per la governance aziendale su un unico organo per favorire l’integrazione tra le due aziende e migliorare operativamente i rispettivi sistemi. Bisognava innestare una nuova cultura industriale che superasse la limitatezza di visioni aziendali campanilistiche. Lo stesso compianto Giuliano Zuccoli, allora presidente di A2A, definì il percorso della fusione ‘difficilissimo’. Ma era davvero necessario voltare pagina, fare un passo avanti e dare prospettive di crescita e di sviluppo all’azienda. Oggi, a distanza di tempo, che l’azienda sia un’unica realtà è un fatto condiviso da tutti, dall’amministratore delegato al Cda, ormai coesi e consapevoli, a lavoratori e sindacato, con cui abbiamo un dialogo costante e costruttivo fino all’azionista che ci ha rinnovato la propria fiducia, cosa di cui lo ringrazio. Quali sono stati i benefici più immediati della fusione? La crescita in fatturato e quote di mercato, la riduzione dei costi di struttura e il mantenimento dell’occupazione. Con le recenti acquisizioni potremo persino aumentarla. Inoltre abbiamo realizzato investimenti importanti sul territorio e utili per gli azionisti, non certo facili di questi tempi. Le due aziende, se fossero rimaste separate, non avrebbero potuto reggere la concorrenza e nemmeno accedere ai finanziamenti necessari per sostenere il piano industriale dei prossimi tre anni che prevede investimenti per 83 milioni di euro. E questo è tanto vero che la prima risposta positiva a sostegno del nostro business plan ci è arrivata dalla Cassa Depositi e Prestiti. 40 MonzaClub 41 MonzaClub L’intervista Voi fate della territorialità una bandiera. Ma basta a spiegare questi risultati? In parte, sì. È ovvio che dietro i numeri di Acsm Agam c’è un grandissimo lavoro sotto il profilo industriale, commerciale ed organizzativo oltre ai continui investimenti in infrastrutture, innovazione e tecnologia. Chi chiamava ‘carrozzone’ questa realtà ha dovuto ricredersi. Oggi possiamo anche permetterci di guardare al futuro con una diversa prospettiva e il radicamento sul territorio è vissuto da Acsm Agam come un vero e proprio asset, al centro di ogni nostro indirizzo strategico. La differenza tra noi e gli altri è che i nostri call center, la nostra assistenza, i nostri uffici sono tutti qui, non a centinaia di chilometri di distanza. E quando investiamo, lo facciamo qui. Come dicevo prima, per rafforzare questa sinergia, non solo diamo lavoro a cittadini del territorio, ma sosteniamo iniziative e realtà locali che svolgono attività sussidiarie e che, avendo mezzi limitati, hanno bisogno di un supporto. Ad esempio? Vero Volley, Scherma Monza, il Calcio Como e anche Onlus come Cancro Primo Aiuto. Ma abbiamo sostenuto anche manifestazioni culturali dedicate ai valori della società, la legalità e lo stesso territorio con le sue comunità locali. Nel lungo termine la vicinanza del servizio – bisogna tenere presente, infatti, che il prezzo del gas è uguale per tutti – e la presenza creano un plus difficilmente raggiungibile da chi, dall’esterno, arriva con promesse che, spesso, non possono essere mantenute. Poi, ovviamente, occorre tecnologia e innovazione. Per intendersi, sul fronte del teleriscaldamento siamo considerati tra le realtà più avanzate d’Italia. A proposito, a che punto è il teleriscaldamento? È una rete in continua espansione, i cittadini stanno rispondendo. All’inizio c’era un po’ di titubanza, poi ne sono stati compresi i benefici. Bisogna considerare che il teleriscaldamento permette di risparmiare su tutte le spese di manutenzione. Attualmente ci stiamo espandendo sulla rete Monza Nord, che è limitrofa all’ospedale e l’obiettivo è quello di arrivare a collegare proprio quest’ultimo ed anche Villa Reale, attualmente interessata dalle opere di restauro. Ovviamente l’appalto passerà da un bando al quale parteciperemo sicuramente. Così come parteciperete ai nuovi bandi nel settore distribuzione gas su Brianza e Comasco? Quello riguardante la gara d’ambito per la Brianza sarà il primo dei bandi cui parteciperemo. La gara, che sarà espletata il prossimo anno, riguarderà Monza e alcuni Comuni limitrofi. Bisogna aggiungere, per tranquillità dei cittadini, che ci siamo già aggiudicati un bando due anni fa che ci garantisce la gestione della rete del gas a Monza per i prossimi 11 anni. Qualora vincessimo anche la gara d’ambito estenderemmo la nostra distribuzione anche sulla Brianza. Ci sono progetti di ulteriori fusioni all’orizzonte? Il tema è di pertinenza degli azionisti. Al momento possiamo solo dire che siamo interessati a crescere non solo attraverso fusioni, ma anche attraverso alleanze industriali. Abbiamo già esposto ai nostri azionisti le nostre idee in proposito e alcune ipotesi di lavoro. Ora attendiamo le loro valutazioni per dar seguito o meno a questi contatti preliminari. Del resto, il futuro del settore, indicato anche da Cassa Depositi e Prestiti e dal suo veicolo operativo, il Fondo strategico italiano, è proprio quello dello sviluppo attraverso alleanze ed aggregazioni industriali. Torniamo ai numeri. Ci può spiegare l’aumento consistente che avete registrato nel 2012? Anzitutto siamo riusciti a crescere in quasi tutti i settori aziendali ampliando così la diffusione territoriale e il nostro portafoglio commerciale. Ci siamo aggiudicati la gestione delle reti di 42 MonzaClub distribuzione gas in diversi Comuni del lariano che non erano nostri clienti. Altri ci hanno confermato la loro fiducia, grazie anche a servizi sempre più competitivi a parità di tariffe. Acsm Agam ha saputo poi qualificarsi sul mercato come azienda solida, seria e attenta al servizio, all’assistenza e ai problemi del territorio. Qualità e caratteristiche che, alla lunga, premiano sempre. Abbiamo parlato di una realtà positiva. Qual è il suo pensiero sulla crisi che sta attanagliando l’Italia? Credo che il tempo delle parole sia finito. L’Italia, se vuole uscire dalla crisi, ha solo una strada: le larghe intese come precondizione di un Governo forte, di scopo, indispensabile per ridare fiducia e speranza al Paese, per far ripartire il mercato interno e l’economia, per ritrattare con forza alcune clausole del Trattato di Maastricht, inadeguate in tempi di crisi. Perché, ad esempio, gli investimenti infrastrutturali per la Germania, per la Francia e non per l’Italia sono esclusi dal rapporto deficit/Pil? Perché il sistema bancario viene obbligato ad impegnare la propria liquidità per garantire gli investimenti in titoli di Stato anziché sul sistema delle imprese? Il Paese ha bisogno di queste ed altre risposte. Deve preservare la disciplina fiscale, ma deve uscire in fretta da una linea di solo rigore che ci ha portati all’attuale recessione. Rigore e crescita. Bisogna voltare pagina, il tempo per gli uomini di buona volontà è ora…poi rimarranno solo macerie su cui sarà sempre più difficile ricostruire. 43 MonzaClub Giovani talenti Al 33enne ricercatore è stata assegnata in Campidoglio una borsa di studio dalla Fondazione Umberto Veronesi. Alla cerimonia dei Grant in Campidoglio sono intervenuti quattro premi Nobel MATTEO CEREDA Fare ricerca in Italia? Si può e si deve di Raffaele Pozzi U n pizzico di emozione era inevitabile. Anche per lui, che per necessità e virtù, ha sviluppato negli anni dedicati alla ricerca le indispensabili doti della razionalità e del controllo dei propri stati d’animo. Unite a calma e pazienza, perché la strada sulla via dei risultati scientifici è lunga. Anche se un primo, personale, risultato è stato conseguito. Ogni anno la Fondazione Umberto Veronesi pubblica bandi di concorso per l’assegnazione di finanziamenti per progetti di ricerca di elevato profilo scientifico e ampia ricaduta sulla salute pubblica e per l’assegnazione di borse di ricerca per giovani medici e ricercatori. Matteo Cereda, 33enne ricercatore di Veduggio, ce l’ha fatta grazie al suo progetto di ricerca che ha lo scopo di analizzare alcune rare mutazioni implicate nello sviluppo delle forme ereditarie di tumore al seno, premessa fondamentale per lo sviluppo di future terapie. Poco male se alla cerimonia ufficiale della consegna dei Grant 2013, che si è tenuta nella sala della Promoteca del Campidoglio il 20 marzo, quest’anno era assente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano impegnato nelle frenetiche consultazioni di Governo. La sostanza non cambia e soprattutto il parterre des roix è stato d’eccezione: oltre al 44 MonzaClub fondatore Umberto Veronesi, a Paolo Veronesi, presidente della Fondazione, a Giuliano Amato, presidente del comitato etico, a Pier Giuseppe Pelicci, presidente del comitato scientifico, e a Chiara Tonelli, presidente del comitato scientifico valutatore, sono intervenuti alla cerimonia i quattro premi Nobel Harold Kroto, Martin Chalfie, Luc Montagnier e Ada Yonath. Matteo, immagino che la soddisfazione per il riconoscimento conseguito sia stata grande? Senza dubbio. Significa che sto lavorando su un progetto valido e che la strada intrapresa è quella giusta. Potrò dedicarmi ancora alla ricerca e questa è la cosa per me fondamentale. Certo aver partecipato a una cerimonia così importante e sentita perché coincide con il decimo anno di attività della Fondazione Umberto Veronesi rappresenta un valore aggiunto. E il tuo progetto di ricerca potrebbe fornire indicazioni importanti per nuove terapie per il tumore al seno… Questa è la speranza e il sogno. Per sintetizzare, conosciamo l’ereditabilità della malattia, ma non come insorge. 45 MonzaClub Giovani talenti Mi concentrerò sull’analisi delle mutazioni rare per comprendere proprio questo, per raggiungere informazioni utili da applicare successivamente alla fase della terapie e della cura. davvero pochi. E poi il tempo stringe perché ogni settimana è in calendario una riunione nella quale dobbiamo presentare i risultati ottenuti e descrivere l’operatività dei sette giorni precedenti. Quale è la giornata tipo di un ricercatore. Quale il tuo modus operandi? Per prima cosa noi ricercatori sappiamo bene che non esistono né sabati né domeniche. Alle 8.30 inizio l’attività e la concludo intorno alle 19.00, nel mezzo una brevissima pausa. Al momento passo maggior tempo al computer per l’analisi dei grandi dati, meno in laboratorio, ma complessivamente i tempi morti sono Mentre eri ricercatore dell’istituto di cure a carattere scientifico “Eugenio Medea”, che fa parte dell’associazione “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini, hai vissuto un’importante esperienza al laboratorio di biologia molecolare dell’università di Cambridge in Inghilterra e quotidianamente ti relazioni con colleghi provenienti da altri Paesi. A che punto è la ricerca in Italia? Grosse differenze nell’applicazione e nell’attività dei ricercatori non ce ne sono. Ho la possibilità di lavorare a Milano in un Campus che fornisce davvero molti stimoli. È aperto 24 ore su 24, si organizzano seminari, approfondimenti, la “lingua ufficiale” è l’inglese perché collaboriamo con ricercatori provenienti da Turchia, Inghilterra e altre nazioni. Forse, la vera grossa differenza con alcuni Stati esteri è il maggior numero di persone che si dedicano a un solo progetto, ma questo dipende inevitabilmente dai budget e dalle risorse e politiche statali. Personalmente mi ritengo fortunato e onorato di poter lavorare con la Fondazione Umberto Veronesi che in Italia rappresenta una vera e propria isola felice. Definisci la Fondazione un’isola felice. Perché? Per numerosi motivi. Per l’apertura mentale ai progetti 46 MonzaClub DIECI ANNI DI FONDAZIONE VERONESI: UN IMPEGNO AL FEMMINILE innovativi, perché finanzia un alto numero di studi e progetti, per l’esperienza decennale nella ricerca, per l’organizzazione della struttura ben inserita a livello istituzionale. Possiamo dire che la Fondazione Veronesi fa riferimento al lato anglosassone della ricerca, privilegia i progetti e non gli istituti. La Fondazione Veronesi compie dieci anni: di studi, di ricerche, di campagne e di attività dedicate e devolute alla donna, alla tutela della sua salute e alla promozione del suo benessere. Un impegno nato con la prima campagna di dissuasione al tabagismo e la creazione di un Movimento Donne contro il Fumo, con testimonial d’eccezione, e consolidatosi lungo gli anni attraverso progetti di prevenzione oncologica, e in particolare di diagnosi precoce per il tumore al seno, che continueranno anche per tutto il 2013. Dieci anni guidati in questo campo da un solo obiettivo: pensare e ideare per la donna una chirurgia conservativa per preservare la femminilità e terapie intelligenti, efficaci e mirate al tumore, per migliorare la qualità della vita. Al di là degli aspetti positivi ci sono indubbiamente gli enormi sacrifici da compiere. Cosa spinge un ragazzo a dedicare anima e corpo alla ricerca? Personalmente quello che mi spinge a fare ricerca è la possibilità di essere d’aiuto agli altri. Ogni giorno vivo con la speranza e con la consapevolezza che se in tutta la mia vita potessi fare anche una sola cosa giusta in grado di salvare una vita umana, allora ogni sacrificio sarebbe pienamente ricompensato. Un ricercatore sa che da solo non può cambiare il mondo, ma è consapevole che con il proprio lavoro può compiere un piccolo passo in avanti in un cammino che toccherà inevitabilmente a qualcun altro proseguire. Il futuro. Come ti vedi e immagini tra venti anni? Non ho dubbi. Mi vedo così come sono ora: un ricercatore. È quello che so fare. Hai già vissuto delle esperienze internazionali. Dove ti piacerebbe lavorare? Lavorare con equipe di altre realtà arricchisce il proprio bagaglio e il panorama della ricerca internazionale può offrire magari maggiori soddisfazioni sotto il profilo prettamente economico. Tuttavia anche per questo aspetto non ho dubbi: in futuro mi vedo ricercatore in Italia. La mia volontà è quella di dare una mano qua, di arricchire e accrescere il nostro Paese. Una scoperta all’estero sarebbe una scoperta da accreditare a un altro Stato e avrebbe un sapore inevitabilmente diverso. 47 MonzaClub Living La città Da apparecchiare di Greta La Rocca Macinapepe che sembrano grattacieli, stuzzicadenti che diventano alberi, pentole che sono piazze, piatti che ricordano case: è il progetto firmato dallo studio monzese di design Ghigos Ideas e presentato a Francoforte. Un’idea originale per valorizzare il Made in Italy L i abbiamo visti al Salone del Mobile 2012. “Apparecchiare la città” era una delle installazioni realizzate nel centro di Milano: una città sulla tavola, una metropoli apparecchiata come se fosse un insieme di architetture in miniatura. Un omaggio al food e al kitchen raccontato con un linguaggio ironico e divertente dallo studio di Monza Ghigos Ideas. Da questa idea, quasi una sfida e una provocazione, è nato un progetto più complesso e importante presentato pochi mesi fa a Francoforte ad Ambiente, la fiera internazionale dedicata al mondo della tavola, del regalo e del complemento, uno degli appuntamenti fieristici più sentiti dal settore e uno degli eventi più significativi per la Messe di Frankfurt. Oggi “Apparecchiare la città” è diventato un progetto che coinvolge più aziende: “Dopo l’esperimento presentato al Salone del Mobile, è nata la prima collezione del marchio Lago Maggiore Casalinghi, un progetto di rete che coinvolge le piccole e medie imprese dello storico distretto del casalingo del lago Maggiore, lago d'Orta, Verbania e Cusio Ossola - spiegano i designer Davide Crippa, Barbara Di Prete e Francesco Tosi - abbiamo coinvolto diversi soggetti che hanno scelto di valorizzare le loro singole specificità attraverso un network comune, per creare un nuovo brand”. Lo studio Ghigos Ideas ha disegnato la collezione e curato l’allestimento in fiera, in occasione della presentazione ufficiale: “Abbiamo proposto ai visitatori una curiosa città d’oggetti”. I tavoli sono isole abitate che ospitano oggetti monumento, icone di architetture, in un continuo gioco di rimandi tra scale diverse: nello skyline troviamo piatti che rappresentano case, pentole Living che sono piazze, macinapepe che riecheggiano grattacieli dai profili sfaccettati. “È il punto di vista che cambia la realtà e fa sperimentare una surreale passeggiata tra oggetti che perdono la loro valenza funzionale e si scoprono altro”. E quali oggetti apparecchiano la nostra città? Ci sono i macinapepe che ricordano l’exterior di grattacieli, dai profili irregolari: dai classici “Rococò” e “Shadow”, al colorato “Arlecchino” fino ai più stravaganti “Déjà-vu”. E per chi desidera un biscotto a forma di Torre Eiffel? Ci sono i “City cookies”, gli stampi dei biscotti che danno forma ai monumenti delle capitali europee. E per i cuochi più distratti, c’è “Il tempio della distruzione”: gli utensili da cucina che rompono, tagliano, tritano, macinano diventano parti di una piramide atzeca. “Ionico” è il batticarne che si trasforma in una tradizionale colonna in stile ionico. Tante idee di cui queste sono solo un assaggio. Da ricordare, però, anche gli “Stuzzicanti”: lo stuzzicadenti diventa un “albero” con più assaggi per i più golosi e portato in tavola su una scacchiera. Chi tocca a giocare? La collezione dà vita a un gioco di forme e di dimensioni, in un continuo rimando tra presente e passato, tra tradizione e futuro. La cucina diventa un gioco e questa lettura, originale e nuova, diventa per le aziende coinvolte, che hanno prodotto la collezione, un’interessante scommessa per presentare il Made in Italy. 50 MonzaClub 51 MonzaClub 52 MonzaClub la bouillabaisse food fighter Due chef e tanta fantasia. E la sfida è servita È arrivata la primavera e anche stavolta i nostri amici ci presentano le loro creazioni. Talenti che si cimentano con le eccellenze della cucina. Italiana e non. Perché non basta nutrirsi per dire di avere mangiato. 53 MonzaClub La Bouillabaisse (cosa bolle in pentola...) chef a confronto A Vincenzo Butticè, executive chef e anima de Il Moro, ha iniziato a muovere i primi passi sotto la guida del maestro Salvatore Schifano, da cui ha ereditato la passione per la tradizione e l'innovazione gastronomica. La primavera, gli asparagi e l’amore «citius quam asparagi coquantur» Svetonio Alle note sulfuree e dolci , alla forma e al colore e alla velocità di crescita dei turioni si sono ispirati molti scrittori e alcuni personaggi illustri ne facevano uso per prevenire spiacevoli default. Luigi XIV fece erigere a Versailles un obelisco in dedica al giardiniere che riusci a coltivarlo tutto l’anno, Napoleone III se il cuoco non li preparava rinviava le cene intime, anche Augusto ci lascia traccia nella citazione di Svetonio. Alla primavera , stagione di rinascita dedico l’abbinamento, asparago e rosa, che ha un sapore molto gradevole e delicato, che ricorda lontanamente la mela verde o talvolta la fragola. In più, essendo ricca di vitamina C, è utile per combattere il raffreddore. L’anima del piatto: Il piatto serve il risveglio della natura coi suoi colori e profumi Punte di asparago di Mezzago, petali di rosa rossa non trattata, e tartufo nero ricetta per 4 persone Ingredienti 200 g = Asparagi di Mezzago 1 = rose rosse non trattate 40 g = tartufo nero 50 g = Raspadura 40 g = Olio extra vergine della Valle Belice 35 g = Aceto balsamico di Modena 12 anni 2 pizzichi = Cristalli di sale marino di Salina Procedimento = Mondare l’asparago e dividere le La ricetta dedicata all’anima La ricetta ideata vuole significare la semplicità, la spontaneità, l’equilibrio e la rinascita con note dolci e gradevoli abbiniamo l’asparago rosa alla rosa rossa per un connubio all’insegna della primavera punte dal gambo = Sfogliare la rosa e metterla a bagno in acqua , ghiaccio e bicarbonato per 1 minuto = Far cuocere il gambo tagliato a pezzi da 2 cm dell’asparago in acqua salata per 6 minuti per le punte solo due minuti = Mettere le punte e il gambo in acqua e ghiaccio = Preparare una vinaigrette con l’aceto balsamico e sciogliervi i cristalli di sale = Avvolgere le punte dell’asparago con i petali di rosa = Disporre fondo piatto il gambo dell’asparago ed irrorare con la vinaigrette, disporvi le punte con i petali di rosa = Adagiarvi delle vele di Raspadura = Affettare il tartufo nero per ultimare il piatto. RISTORANTE IL MORO Via Parravicini G. Francesco, 44 - 20900 Monza (MB) Tel/Fax: +39 039/327899 [email protected] - www.ilmororistorante.it 54 MonzaClub Risotto ai gamberi rosolati al profumo di maggiorana e polvere di olive taggiasche Bisque di crostacei 4 = 2 = 1 = 5 = 1 = gambe di sedano cipolle scalogno carote finocchio Carapace di crostacei 80 g = 200 ml = 30 g = 2 = 20g = 20 g = riso carnaroli di bisque di polvere di olive taggiasche essiccate gamberoni puliti Parmigiano Burro = Maggiorana Polvere di olive: Fare sgocciolare le olive e farle essicare in forno a 90gradi per 3 ore. Ridurle in polvere utilizzando un cutter Bisque di crostacei: Soffriggere sedano, carote, cipolla e scalogno, finocchi e rosolare bene. aggiungere il carapace dei crostacei rosolare e sfumare con brandy, aggiungere concentrato di pomodoro e coprire con del ghiaccio.Cuocere per almeno un ora e filtrare il composto. Aggiustare di sale. Procedimento Tostare il riso a fuoco medio con un soffritto di cipolla per 4 minuti, sfumare con del vino bianco secco e lasciarlo evaporare, poi aggiungere a poco a poco la bisque di gamberi fino a cottura del riso 15 minuti, lasciarlo riposare per 2 minuti e mantecare con burro e parmigiano. Scottare i gamberoni in padella con olio e sale e maggiorana. Impiattare il riso all'onda, adagiare sopra i due gamberoni e la polvere di olive a formare una striscia. L Guido Ongaro è il titolare del ristorante Osteria La Lira. Un luogo dove la tradizione e l'innovazione la fanno da padroni. La scelta di questo piatto nasce dalla volontà di salutare lo chef uscente ricordando l'importante apporto che ha portato alla nostra cucina. È un piatto che abbina il sapore della tradizione alla sperimentazione, elementi che hanno caratterizzato il ristorante La Lira nell'ultimo periodo di gestione. L'inizio della nuova stagione ha visto l'arrivo di un nuovo staff, giovane e versatile, che ha deciso di mantenere alcuni piatti, tra cui quello qui presentato, per garantire continuità, ma che in vista dell'estate che avanza ha introdotto nel menù nuove proposte innovative ed interessanti, tese a valorizzare i piatti tipici della cucina tradizionale esaltando i sapori a cui siamo da tempo abituati grazie all'utilizzo di prodotti caratteristici del nostro territorio. La filosofia del piatto I sapori dolci, ma intensi dei crostacei, la maggiorana e le olive taggiasche ci trasportano d’incanto lungo una spiaggia dorata inebriati dal profumo di salsedine. Un risotto, piatto della tradizione lombarda, capace di fondersi con aromi e sapori della cucina mediterranea. Un incontro ricco di promesse, tutte mantenute. OSTERIA LA LIRA 55 MonzaClub OSTERIA LA LIRA Via Amati, 52 - 20900 Monza Tel: 039/2026548 - Info: www.osterialalira.it Lifestyle primav CONTRASTI DI 56 MonzaClub lisa nna di A ion e Ma nz era MonzaClub 57 Lifestyle Lola di Jimmy Choo: sandalo in pitone con plateau e cinturino alla caviglia, dalla stampa esotica e multicolor che riprende il tema romantico della collezione. GUCCI-ETRO: maxi bijoux per entrambe le maison. Gucci: motivo floreale per gli orecchini pendenti e maxi collana in resina color corallo, metallo e strass. Etro: pietre e metalli stilizzati per uno stile etnico O ggi vale tutto. Soprattutto in questa stagione calda, appena arrivata, se ne vedranno di tutti i colori e non solo. Sarà la stagione dei contrasti, come vi avevo già anticipato: dallo chicchissimo black&white alle stampe, ma stampe di ogni foggia e stile, geometriche, safari, tropicali, gipsy. Sottolineiamo le stampe grafiche che riprendono dall’arte alcune delle sue caratteristiche principali. I colori? Alla dolcezza delle tinte nude si opporranno i colori forti, vitaminici, caramellosi. Quindi via libera a sabbia, cipria, rosa, ghiaccio, ma anche blu lago, rosa fucsia, arancio, giallo limone. L’idea geniale di questa stagione è il color block: alternare sapientemente blocchi di colore a tinte neutre. Una bomba, soprattutto sulle pelli che gradualmente si stanno colorando. Il discorso vale, immutato, anche per gli stili: wild safari versus glamour - chic. Semaforo verde a serpenti che si arrotolano intorno al braccio, tessuti pitonati, look audaci e tremendamente seducenti in netta contrapposizione allo sfarzo e all'opulenza degli anni d’oro del “grande Gatsby”: atmosfere festaiole e glamour a colpi di cappelli, fili infinti di perle, clutch con applicazioni in Swarovsky, gioielli luminosissimi come cristalli, paillettes e pietre preziose, l’importante è che siano grandi. Nulla rispecchia tutto ciò come la collezione s/s 2013 di Roberto Cavalli. Iperfemminile, colorata, sensuale, ispirata all’Art Nouveau, con stampe disegnate a mano e dettagli in pizzo. Tessuti leggeri e fluttuanti come chiffon e seta, sia per i pantaloni a palazzo che per gli 58 MonzaClub Roberto Cavalli: bag in pitone color pesca con catena e dettagli in oro, ma portata a mano, come vuole la moda di questa stagione abiti lunghi, con ricami di Swarovsky bianchi e neri. Ampia palette di colori: dai bianchi ai rosa effetto “nude”, si passa a colori pastello per finire sui colori forti come verde acido, arancio e viola, mixati alle stampe animalier, caratteristiche della maison. Immancabili poi i classici bianco e nero per le serate mondane. In ogni caso e qualsivoglia stile o tendenza decidiate di seguire, la primavera finalmente è arrivata e, dopo il lunghissimo inverno che ci lasciamo alle spalle, l’unico must have devono essere le coccole che solo questa stagione sa donarci, coccole gradite come quelle del risveglio al mattino. Il piacere di riscoprire le cose semplici, che fanno belle le giornate, dedicare un po’ di tempo a noi stessi e a quello che ci mette allegria, come, ad esempio, rinnovare il guardaroba. Basta usare qualche piccolo stratagemma e sapersi accontentare, la vita ci sorriderà sempre. Se seguirete i nostri consigli, ci riuscirete senza ombra di dubbio. Voglia di shopping e budget ridotto? Non è necessario assaltare le boutiques di Parigi per essere belle! Basta andare da Chablis, ad Arcore. Troppi impegni per partire per il fine settimana? Tintarella da Summer light, a Sovico. E per avere un make up perfetto, da giorno o da sera, esattamente come le star dello showbiz, c’è l’Atelier di Monica Virga, a Monza. Nelle prossime pagine tutti i dettagli… Buona Primavera! 59 MonzaClub Lifestyle Piacevolissimo cocktail party di benvenuto alla primavera da Chablis ad Arcore, lo scorso 3 Aprile. Welcome Spring CHABLIS di Annalisa Manzione P er una sera via Casati si è trasformata in una piccola via della Spiga, con bollicine, stuzzichini, ospiti da tutta la Brianza che, su invito della padrona di casa, Rina, si sono precipitate ad ammirare le collezioni s/s 2013 di Flavio Castellani, con abiti bon ton dai meravigliosi colori accesi e vitaminici, con applicazioni di pietre preziose a renderli ancora più eleganti. Come sempre però non potevano mancare, ed è una tradizione per Chablis, collezioni più fresche e giovani, come quelle di Kokka, Michelle e Fairly. Linee molto versatili, ironiche, impertinenti. Linee che sanno anche osare, giocare, accontentare i capricci delle donne con forme, volumi, colori e tessuti diversi e, perché no, stravaganti. Da Chablis la serata è stata un trionfo, per le clienti affezionate, che già conoscevano Rina e il suo meraviglioso angolo dove glamour e raffinatezza riescono sempre ad incontrarsi, ma anche per le nuove amiche, che hanno conosciuto una nuova boutique capace di andare incontro alle esigenze di tutte. Inoltre, grazie ai consigli di Rina, è stato divertentissimo aiutare 60 MonzaClub le clienti a completare e rendere unici gli outfit per le diverse occasioni, con accessori come orecchini, bracciali, collane e una splendida linea di borse coloratissime e originali, fatte completamente a mano e di produzione brianzola. Hanno fatto furore, riscuotendo enorme successo i capi in pelle di un'azienda toscana, di Arezzo per l’esattezza, la B. For, produttrice di giubbini in pelle di altissima qualità e super fashion al tempo stesso, ma a prezzi a prova di crisi. 61 MonzaClub TUTTE dive CON Lifestyle MONICA VIRGA di Annalisa Manzione A rmani, Trussardi, Fendi. Manuela Arcuri, Elisabetta Canalis, Federica Fontana, Stefano Di Martino, Kirsten Stewart. Solo alcuni dei nomi della moda e dello showbiz di fama internazionale con cui ha lavorato. Anzi, diciamo meglio, che ha contribuito a rendere belli. Sì, perché è questo il lavoro di Monica, famosa make up artist delle star: rendere belle le persone attraverso il make up e l’acconciatura, trovarne il punto di forza e aiutarle a valorizzarsi. Pensare che all’interno di un corpicino tanto esile, si racchiuda tutta l’energia e la passione per le innumerevoli cose che fa, e fa benissimo, è impensabile. Eppure è così: Monica Virga, nonostante sia una giovane donna, ha alle spalle un’esperienza ventennale nel mondo della moda e di fronte uno splendido percorso professionale che, da poco, ha deciso di concentrare sostanzialmente nella sua Monza, pur dividendosi spesso tra l’Italia e gli Stati Uniti. Del resto, quando provi il suo strepitoso make up, non torni indietro. Entrare nel suo atelier di via Carlo Alberto 11, un prive di élite situato al secondo piano ed inaugurato lo scorso dicembre, è come entrare a casa: caldo e accogliente, sempre pieno di belle persone con cui chiacchierare e scambiare opinioni, bere un caffè e guardarla all’opera. Progettato e studiato dall'amico e architetto monzese Emanuele Tagliabue per rispecchiare esattamente la sua personalità, è un vero e proprio salotto chic. Dice, orgogliosa, di avere seguito le orme del padre, il famoso hair stylist delle dive, Piero Savergnini: “Frequentavo il liceo artistico e dopo la scuola andavo nel suo salone di bellezza a imparare tutti i trucchi del mestiere”. Spontaneamente le chiedo come mai lei e il padre abbiano cognomi diversi. Monica risponde che Savergnini è un nome d’arte e che, nonostante il suo agente volesse che anche lei si facesse conoscere con lo stesso cognome, si è sempre opposta perché voleva farcela da sola per dimostrare a lui, al mondo ma, soprattutto a se stessa, di essere brava e di riuscire ad affrontare il controverso mondo della moda camminando sulle proprie gambe, solo grazie al talento. E direi che ci è riuscita alla grande. Dopo aver, quindi, girato il mondo e lavorato tra Italia, Stati Uniti, Brasile, Messico, per importantissimi magazine di 62 MonzaClub moda, ha deciso di "fermarsi" - per così dire- lanciandosi in una nuova avventura da imprenditrice, per dedicarsi alla sfera del privato, portando tutto il suo enorme bagaglio di esperienza e bravura nella propria città, che adora. La sua mission è far sentire tutte le donne come delle dive. L’atelier di Monica si trova nel cuore di Monza ed è un pozzo di meravigliose sorprese; situato in una delle vie più eleganti della città, è uno spazio privilegiato ad uso esclusivo delle clienti, dove ognuna può scegliere tra una vastissima gamma di servizi: make up personalizzato da giorno e da sera, aperitivi di bellezza nei quali sorseggiare delle bollicine con le amiche ed essere truccate per la serata tutte insieme in un’atmosfera allegra, spensierata, dove farsi coccolare, in perfetto stile hollywoodiano: cura delle sopracciglia, che sono la cornice dello sguardo, corsi di trucco professionale, dedicati sia alle donne che vogliano imparare, della durata di tre ore, sia ad estetiste e truccatori professionisti. Perché Monica è anche una bravissima insegnante, chiamata addirittura dall'Istituto di Moda Marangoni per insegnare agli stylist di domani tutti i segreti per un trucco fotografico perfetto. Ma non è l’unica collaborazione per la nostra artista: con la fotografa Michela Magagni, autrice anche degli scatti di questo servizio, ha dato vita a quello che chiamano “il giorno di autostima”, nel quale ogni donna può realizzare un vero e proprio book fotografico, con svariate tipologie di trucco e farsi così uno splendido regalo da tenere per sé o da donare al proprio compagno, ad esempio. La passione di Monica per la bellezza delle donne è una passione a 360 gradi: basta guardare le sue spose per dissipare ogni dubbio. Insieme a Diana Da Ros, wedding planner di Monza, è in grado di rendere speciale il giorno più importante della vita. Dalle prove al giorno delle nozze, Monica segue le sue spose in ogni dettaglio, studiando il make up e l’acconciatura più coerenti con l’abito e con lo stile del matrimonio, con trucco e acconciatura in grado resistere a baci, abbracci e lacrime di gioia! Ma il pezzo forte dell’atelier è la sua linea di make up professionale. E quando dico “sua” intendo studiata e prodotta proprio da Monica. Dal fondotinta liquido, al rivoluzionario fondotinta spray. Eccellente qualità dei prodotti a prezzi davvero vantaggiosi. Testati dalla sottoscritta. 63 MonzaClub Lifestyle La rivoluzione dell'abbronzatura nel cuore della brianza di Annalisa Manzione "M a sei stata in vacanza?" Una domanda alla quale, ormai, sono abituata... Naturalmente, appena uscita da Summer Light, solarium e centro estetico innovativo ed accogliente aperto da Andrea Di Paola, nel centro di Sovico, in via Giovanni da Sovico 104. Voglia di estate e di un mood più allegro con un po’ di abbronzatura, quindi la parola d'ordine è: “Vado da Andrea”. Mossa stravincente, perché Andrea propone - ed è uno tra i pochi in tutta la Brianza a poterlo fare - un metodo alternativo, veloce e sicuro per ottenere un’abbronzatura perfetta total body senza esposizione ai raggi UV. Il trattamento avviene in una cabina dotata di un sistema elettrostatico che garantisce un trattamento spray uniforme per un colore dall’aspetto naturale e dorato in soli sei secondi. Nonostante la fiducia assoluta in Andrea, per la professionalità dimostrata nel corso di quasi sei anni di attività, sulle prime a prevalere può essere lo scetticismo. Invece, una vera e propria rivoluzione non solo per gli amanti dell'abbronzatura, ma davvero per tutti. In pochissimi secondi, la pelle assume una tonalità meravigliosas, ad un prezzo assolutamente competitivo: 13 euro a seduta. Provare per credere! Per i clienti più tradizionalisti, inoltre, è a disposizione una lampada esafacciale, doccia e lettino. In più, da Summer Light, esiste anche un'offerta estetica articolata e completa, con una serie di trattamenti viso e corpo per le donne e, perché no, per gli uomini più esigenti ed attenti alla cura del proprio aspetto e della propria forma fisica: epilazione, massaggi, ricostruzione unghie in gel e molto altro. Consiglio spassionato: passate a trovarlo e non ve ne pentirete... 64 MonzaClub Oggetto del desiderio Una hipKey a prova di tutto! Serve praticamente ad ogni cosa. Trovare l’Iphone disperso in borsetta o suonare se qualcuno ci mette sopra le mani. E c’è pure la modalità “cerca bambino” Un super telecomando dai mille usi. La hipKey di Apple è davvero un oggetto del desiderio. Sì, perché permette di tenere sotto controllo tutto ciò che ha valore. Dall’Iphone ai propri figli. Ha un raggio d’azione di 50 metri ed assomiglia, per dimensioni, ad un semplice portachiavi. Soprattutto, ha mille funzioni. L’hipKey è infatti progettata per essere un vero dispositivo wi-fi adatto a mille occasioni. C’è la modalità allarme che ti avvisa se il tuo Iphone o Ipad è stato dimenticato o qualcuno sta cercando di rubarlo. Oppure c’è la modalità movimento: basta infilarlo in borsa per sentirlo suonare qualora la borsa si allontani da te. E c’è pure, come si diceva, la modalità bambino, in grado di avvisarti se tuo figlio si sta allontanando troppo. Ovviamente c’è anche la funzione trova Iphone. Basta premere sull’hipKey per ritrovare il cellulare disperso nella borsa. Insomma, un super gadget dai mille usi: hi-tech, compatto, leggero e perché no, anche bello. 65 MonzaClub Toys for Boys Dal grande Dandy al Grande Gatsby di Francesca Barzaghi “Non si può ripetere il passato. Ma certo che si può” I mpossibile dar torto al padre di uno dei capolavori della letteratura moderna. Eppure, anche se impossibile ripeterlo, il passato a volte ritorna. Oppure lo si rievoca. Perché di questo si tratta, non di una semplice imitazione ma una vera e propria rievocazione, una sorta di tributo al mondo sparkling and paillettes degli anni Venti. I “Roaring Twenties”, gli anni ruggenti passati alla storia come il periodo più brillante - complice l’espansione industriale precrisi del ‘29 - che ha creato mode e tendenze in ogni campo artistico, in primis sull’abbigliamento. E chi meglio di Jay Gatsby, o meglio il grande Gatsby, può essere oggi assurto a modello per rievocare lo stile, lo charme e l’allure del tempo? Complice l’uscita del must cinematografico dell’anno, i trend della stagione sono tutti ispirati all’eleganza eccentrica e borghese del personaggio più controverso e più amato della letteratura americana e della sua eroina Daisy. Per la nuova impresa firmata Baz Lurhmann, oltre al cast d’ecccezione, si è mobilitato tutto l’Olimpo del fashion biz, con Miuccia Prada in prima linea a disegnare una collezione di quaranta abiti ad hoc per la giovane protagonista e Tiffany a celebrarne lo sfarzo con la Blue Book collection, costituita dai pezzi unici più opulenti 66 MonzaClub Francis Scott Fitzgerald di tutto il mondo, in perfetto stile American Jazz Age. Ma se credete che l’effetto Gatsby abbia contaminato solo la moda al femminile sbagliate di grosso. Perché i pezzi forti, quest’anno, sono riservati all’uomo. Smoking, abiti su misura, spezzati con giacche sportive, gilet e pantaloni, pochettes e cravatte, mocassini bicolor e accessori da dandy sono i veri pezzi hot di questa stagione. Voglia di eleganza, di ricercatezza e raffinatezza, il richiamo a Jay Gastby è troppo forte. E allora lasciamo che i nostri uomini si riscoprano gentlemen con la capsule collection di Brooks Brother, brand americano che ha collaborato con Catherine Martin, costumista di riferimento del regista, per la realizzazione degli abiti di scena di Di Caprio. Non stupisce che lo stesso marchio, citato più volte negli scritti di Fitzgerald come il migliore fornitore di abbigliamento per l'uomo americano raffinato, abbia colto al volo l’occasione per un vero e proprio rilancio, creando pezzi ricchi di fascino e allure. Uno sguardo e immediatamente si intuisce come il rischio anacronismo sia stato abbondantemente scansato. Una collezione leggera ma sofisticata, che non teme di apparire logora o “vecchia”, nonostante si ispiri a una moda di quasi cento anni fa. Un classico dei grandi classici: il bastone da passeggio in faggio ispirato a quello che il personaggio Jay Gatsby utilizza nel film. Il gilet è obbligatoriamente spigato, in colore neutro se abbinato a un completo tinta unita. Pochette e cravatta rigorosamente in abbinamento cromatico non possono mancare nemmeno nell’outfit quotidiano. I pezzi hot Come ogni capsule che si rispetti, quella presentata da Brooks Brother si compone di una moltitudine di pezzi da miscelare con cura e dovizia di particolari, adatti ad ogni occasione. Accanto all’intrigante abito lino a righe rosa, vero e proprio simbolo del dandysmo alla Gatsby, all’invidiabile collezione di “fresche e belle camicie”, o al pressoché illimitato numero di cravatte, papillon fantasia e pochettes inamidate, nel vestiario della stagione trovano spazio i pezzi forte dello stile collegiale, giovane e sportivo, composto dai blazer regatta tipici dell’Ivy League e dai cappelli in paglia. Dallo smoking al cardigan bicolor, dal tempo libero alle serate di gala, l’imperativo è ricercatezza. E anche un pizzico di eccentricità. Cardigan-scialle verde bottiglia con rifiniture in bianco e rosso papillon con profilo bianco in primo piano quando annodato mocassini bicolor, vero e proprio must have della stagione. Taglio corto per il pantalone asciutto ma attenzione alla calza da scegliere con grande cura! 67 MonzaClub Hi-Tech Sette centimetri di pura Energia Assomiglia ad un pacchetto di chewing gum, ma in realtà è la salvezza di tanti smemorati. Perché all’interno si nasconde una super batteria per caricare tablet e cellulari D i nome fa Power Bank, ma di fatto è una vera manosanta per i tantissimi smemoriati della batteria. Dimenticare di caricare il tablet o il cellulare non sarà più un problema. Perché questo piccolo aggeggio di sette centimetri di lunghezza per tre di altezza è un potente accumulatore agli ioni di litio con attacco Usb, adatto quindi a smarphone, tablet, console, pc, lettori Mp3 e così via. Un indicate Led indica livello di carica e necessità di ricaricare la batteria, processo che a sua volta si può fare tranquillamente attraverso un cavetto Usb. Il dispositivo è munito anche di una batteria sostitutiva, in modo che si 68 MonzaClub possa utilizzare una batteria mentre l’altra si ricarica. Il prezzo è assolutamente accessibile. Infatti, costa soltanto 24,90 euro. Insomma, un bell’aiuto, da tenere dove si vuole, a casa oppure direttamente in macchina ossia quando, solitamente, ci ricordiamo di non aver messo in carica telefono o tablet la sera prima. App Con questa app lo schermo del vostro Mac si trasforma nell’oblò di una navicella spaziale. Da cui osservare la terra scorrere lentamente sotto i vostri piedi S uggestiva e rilassante. Earth 3D Lite (la versione completa è più ampia, ma a pagamento) è una piccola app (tiene circa 21Mb di memoria) che trasforma lo schermo del vostro Mac in una navicella spaziale. O meglio, nell’oblò di una navicella dal quale osservare la terra ruotare sul proprio asse. Dai Poli all’Australia, dall’Africa all’ultimo arcipelago del mondo, tutto scorre sotto gli occhi di chi ha voglia di sentirsi per una volta proprio come un astronauta in orbita attorno al globo. Divertente e come si diceva, anche distensiva. Niente mostri, niente duelli all’ultimo sangue, ma una tranquilla vista sullo spazio, con dettagli precisi al millimetro. 69 MonzaClub Caratteristiche tecniche › Compatibile con Mountain Lion › Grafica ed effetti 3D alta qualità › Supporto per Display Retina › Modalità Screen Saver La versione completa › Esplorazione del pianeta con modalità interattiva › 253 visuali del mondo › 838 nomi geografici › textures in HD › tracce musicali originali Motori | Auto 70 MonzaClub di Riccardo Tagliabue Il marchio Mini combina nuovamente l’ampliamento della propria gamma di modelli con l’ingresso in un segmento automobilistico nuovo. La Mini Paceman è la prima Sports Activity Coupé tra le vetture compatte e di piccola cilindrata. 71 MonzaClub Motori | Auto L' andamento dinamicamente slanciato delle linee, tipico di un modello coupé, il tradizionale gokart-feeling del marchio e l’ambiente esclusivo dei versatili interni elevano la Mini Paceman, che si presenta con l’inconfondibile stile del marchio premium britannico, come pioniere del traffico in città. Equipaggiato con due porte, un grande cofano del bagagliaio e due sedili separati nella zona posteriore, il settimo modello della famiglia Mini completa la sportività elegante delle sue proporzioni. La sezione frontale trasmette un’impressione di forza e presenza: le linee dinamiche combinate con le superfici dalla “bombatura atletica” generano una vista di profilo elegante e sportiva. Il tetto che scende dolcemente verso il posteriore, nello stile di una coupé, sfocia nel corpo vettura quasi senza soluzione di continuità. Nella coda, le novità che saltano immediatamente all’occhio sono le luci posteriori, realizzate per la prima volta in una Mini ad orientamento orizzontale. Questa Mini è stata concepita con coerenza come vettura a quattro posti, il suo equipaggiamento di serie include dei sedili sportivi per guidatore e passeggero. Nei pannelli interni delle porte sono stati integrati i tasti di comando degli alzacristalli. Nella zona posteriore due sedili separati dall’elevato comfort e dall’ottima ritenuta laterale ed ampio spazio per spalle e testa. Ottimizzazione dello spazio per le gambe grazie a conche ricavate negli schienali dei sedili anteriori. Rivestimento laterale della zona posteriore con braccioli integrati; sistema porta-oggetti e di fissaggio Center Rail di serie nella versione a due componenti, a richiesta disponibile anche come elemento unico che si estende sull’intera lunghezza dell’abitacolo. In combinazione con il bordo di carico basso, l’apertura del bagagliaio (ampia verso l’alto), permette di sfruttare tutto il volume che ha un carico di 330 litri. Interni quindi dal design esclusivo con tipici elementi stilistici del marchio: plancia portastrumenti dal look robusto ad architettura orizzontale con nuove cornici delle bocchette di aerazione; grande strumento centrale circolare con cornice nera nuova ed anelli decorativi 72 MonzaClub L’assetto moderno, composto da un asse anteriore del tipo McPherson con bracci trasversali fucinati e da un asse posteriore multilink, assicura la tipica agilità del marchio. La Mini Paceman è dotata di serie di un assetto sportivo con ribassamento della vettura e della regolazione della stabilità di guida DSC (Dynamic Stability Control). Anche il servosterzo elettromeccanico con funzione Servotronic di serie supporta in tutte le situazioni l’intenso gokart-feeling. La scocca ad alta resistenza torsionale contribuisce sia all’agilità di handling che alla sicurezza passiva della vettura. L’equipaggiamento di sicurezza di serie comprende airbag frontali e laterali nonché airbag laterali a tendina che proteggono sia gli occupanti dei sedili anteriori che posteriori. Tutte le varianti di modello equipaggiate di serie con cambio manuale a sei marce e fornibili a richiesta anche con cambio automatico a sei rapporti; sistema di trazione integrale MINI ALL4 per Mini Cooper S Paceman, MINI Cooper SD Paceman e MINI Cooper D Paceman. Ricco equipaggiamento di serie con impianto di climatizzazione, sedili sportivi per guidatore e passeggero, Center Rail e radio Mini CD. Sofisticati optional e proposte di personalizzazione nella tipica varietà Mini: sono disponibili proiettori allo xeno, Adaptive Light Control, sensore pioggia, Park Distance Control, Comfort Access, tetto in vetro ad azionamento elettrico e gancio da traino. Ampia gamma di vernici esterne, di Stripes per il cofano motore, di rivestimenti per i sedili, di superfici interne e di Colour Lines; sistema di navigazione MINI; sistema di altoparlanti HiFi harman kardon ed esclusive funzioni di In-Car- Infotainment grazie a MINI Connected. I prezzi per questi modelli partono da 24.500.00 euro, prezzo chiavi in mano. interni in nero lucido oppure cromati, inserti nella consolle centrale di comando in una tinta di contrasto; elissi nelle portiere lavorate tridimensionalmente che si estendono fino alla zona posteriore, a richiesta anche con illuminazione Rivalutazione del tipico gokart-feeling di Mini, grazie a motori particolarmente potenti e all’assetto sportivo di serie con ribassamento della vettura. Al momento del lancio sono stati messi in commercio quattro potenti motori a benzina e diesel: la gamma varia dalla Mini Cooper D Paceman (82 kW/112 CV) alla Mini Cooper Paceman (90 kW/122 CV), alla Mini Cooper SD Paceman (105 kW/143 CV) fino alla Mini Cooper S Paceman (135 kW/184 CV). In un secondo tempo è prevista l’integrazione della gamma di modelli con la Mini John Cooper Works Paceman. Dopo la Mini Countryman la Sports Activity Coupé è il secondo modello equipaggiabile a richiesta con il sistema di trazione integrale ALL4. 73 MonzaClub Motori | Moto La KTM è una delle case motociclistiche che in questo periodo di crisi ha investito e ha immesso sul mercato tante novità. Tutti la conoscono per le moto che vincono nell’enduro e nel motocross, ma le sue moto da strada hanno conquistato importaNti fasce di mercato. La 1190 Adventure è un binomio perfetto tra fuoristrada e asfalto FUORISTRADA MA NON TROPPO di Riccardo Tagliabue F in dagli esordi, il progetto KTM Adventure ha sempre messo su strada maxi enduro per la guida su ogni tipo di terreno. Con la nuova 1190 Adventure, KTM lancia oggi la maxi enduro più leggera, sportiva e versatile dell’intero panorama mondiale. Fin dall’inizio del progetto, il trasferimento senza compromessi di tutto il know how che KTM ha nel mondo racing su un prodotto di massa ha consentito che, una volta lontana dall’asfalto, ogni KTM Adventure prendesse le distanze da tutte le altre maxi enduro. In breve tempo, la Adventure è stata universalmente riconosciuta come la bicilindrica ideale per i viaggi più estremi e la guida in fuoristrada. Con uno sforzo tecnologico eccezionale, oggi KTM ha realizzato la nuova 1190 Adventure che definisce nuovi standard nel segmento delle moto da viaggio, senza però sacrificare un briciolo di sportività. Al contrario, con una potenza di ben 150 cv e un peso di soli 230 kg con il pieno di carburante, l’ultima generazione di Adventure è in grado di eclissare qualsiasi concorrente. La combinazione di una ergonomia sportiva ma al tempo stesso confortevole, con un motore V2 potente ma economico al tempo stesso, riesce ad offrire la giusta risposta sia quando si guida in modo rilassato, sia quando si affronta un percorso tortuoso, sia quando si vuole esplorare il mondo andando oltre le strade asfaltate. 150 cv e solo 230 kg di peso con il pieno significa avere un rapporto peso potenza mai visto prima nel segmento delle maxi enduro. Il telaio della nuova 1190 Adventure non solo affronta facilmente ogni sfida, ma è in grado di offrire un divertimento di guida inimmaginabile in qualsiasi situazione e ad ogni velocità: da quella più turistica a quella estremamente veloce. Oltre al telaio ultraleggero in traliccio in tubi di acciaio, questa guida spettacolare è dovuta anche al forcellone pressofuso di alluminio e, ovviamente, alle sospensioni WP completamente regolabili che fanno sì che il pilota non debba rinunciare a nulla. Né al comfort quando vuole guidare tranquillo, né tantomeno al rigore quando affronta al massimo delle proprie possibilità una strada farcita di curve. L’impianto frenante al top, fornito dal leader mondiale Brembo e l’incredibile quantità di elementi di assistenza alla guida, sviluppati in collaborazione con Bosch, assicurano alla 1190 Adventure la leadership assoluta nel segmento per prevedibilità e sicurezza. Il sistema di controllo di trazione MTC, che può essere completamente disattivato, aggiunge tre differenti modalità di guida, consentendo differenti livelli di slittamento grazie alla semplice pressione di un interruttore sulla parte sinistra del manubrio. Slittamento dolce nella modalità “Street”, slittamento controllato nella modalità “Sport” e 100% dello slittamento per la guida in fuoristrada, quando la modalità selezionata è, appunto, “Off Road”. Infine, il sistema di sospensioni elettroniche EDS offre quattro differenti livelli di precarico molla ottenibili alla semplice pressione di 74 MonzaClub un pulsante, così come offre tre livelli di freno idraulico: “Comfort”, “Street” e “Sport”. Gli ingegneri del reparto R&D di KTM hanno fatto molto affinché la nuova maxi enduro si sentisse sempre a casa, sia nei percorsi più tortuosi sia in autostrada. Per ottimizzare questo talento innato per la guida veloce su asfalto hanno scelto ruote con dimensioni prettamente stradali di 19 pollici l’anteriore, di 17 pollici al posteriore e pneumatici dalla grande aderenza con dimensioni inedite: 120/70-19 e 170/60-17 che assicurano divertimento e massima sicurezza. Aggiungete a questo un catalogo accessori ricchissimo, che parte dal sensore di pressione degli pneumatici TPMS (avvisa il pilota in caso di pressione troppo bassa), per passare un sistema di valigie progettate insieme alla moto, a sella e manopole riscaldate, fino all’allarme elettronico. In breve, sulla Adventure è prevista la possibilità di montare ogni tipo di accessorio originale che sia in grado di rendere felice il mototurista, qualsiasi utilizzo voglia fare della moto: dal breve viaggio del fine settimana, alla vacanza in moto fino al vero viaggio-avventura. La nuova 1190 Adventure non è solo più leggera, più potente e meglio equipaggiata, ma grazie anche all’autonomia aumentata e agli intervalli di manutenzione allungati fino a 15.000 km richiede meno soste dal benzinaio o dal meccanico. Ride-by-wire significa che le valvole a farfalla non sono più azionate da un cavo meccanico. Con questo innovativo sistema il movimento della manopola dell'acceleratore è elaborato da una centralina che manda i segnali corretti a due attuatori che azionano le valvole a farfalla. Non più rifiuti o saltellamenti, e le impennate non volute sono solo un lontano ricordo. Il sistema Ride-by-wire della 1190 Adventure assicura la perfetta erogazione della coppia in ogni situazione, combinando la massima prestazione con la migliore efficienza. Quasi inutile sottolineare come il Ride-by-wire della 1190 Adventure risponda ai più severi criteri di sicurezza e rientri perfettamente negli standard della norma DIN ISO 26262. 75 MonzaClub Sport a cura di Momot 2013 La storia si rinnova Monza Marathon Team darà vita alla seconda edizione della corsa in versione eco-trail. Il ricavato sarà devoluto per favorire i progetti sportivo-sociali della Polisportiva Sole G li ingredienti per un grande evento ci sono tutti. C’è “tradizione” per la volontà di rievocare in versione trail una gara classica del podismo brianzolo, e non solo, degli anni ’70 e ’80. C’è, naturalmente e soprattutto, “charity” per l’impegno di destinare il ricavato ad un concreto e specifico progetto benefico sul territorio di Monza e Brianza. E, infine, c’è “ecosostenibilità” per l’attenzione riservata all’ambiente e al paesaggio che la manifestazione attraversa e abbraccia. Dopo il successo organizzativo del 2012, il Monza Marathon Team, con la preziosa collaborazione della SAM, dà vita alla seconda edizione della Monza Montevecchia EcoTrail. L’appuntamento è per domenica 26 maggio, con la prima coppia di concorrenti che alle 9.00 prenderà il via da Villa Reale. A seguire tutti gli altri corridori, fino a un massimo di 150 coppie più alcune wild card, si distribuiranno lungo un tracciato che li condurrà dalla Villa Reale e dal Parco fino al centro sportivo di Montevecchia, attraverso il Parco dell’Alta Valle del Lambro, della Valle del Curone e del Parco regionale di Montevecchia. La distanza unica della gara inserita nel calendario della federazione italiana di atletica leggera è di circa 32 chilometri e D+700 (dislivello positivo di 700 metri) e attraverserà sei comuni: Monza, Vedano, Biassono, Triuggio 76 MonzaClub (Canonica), Casatenovo e Montevecchia. Proprio come lo scorso anno fari puntati sul tratto finale, di circa un chilometro in salita, che sarà cronometrato per assegnare il titolo del Gran Premio della Montagna BETA UTENSILI”. Una gara nella gara che garanzia di grande spettacolo, così come lo assicura il percorso che offrirà ai corridori alcuni scorci e panoramici unici della Brianza, ancora insospettabilmente verde e rurale. Agonismo, riscoperta di paesaggi suggestivi grazie al remake di una competizione storica, ma soprattutto finalità nobili con la possibilità di contribuire alla realizzazione di un’attività lodevole. Le quote di iscrizione (€ 20 per le squadre standard ed € 200 per le cd squadre "charitysponsorizzate") saranno integralmente devolute a favore della Polisportiva Sole (www.associazionestefania.it) che svolge attività sportiva (basket, sci, bocce e ginnastica artistica) con ragazzi affetti da disabilità mentale: nello specifico i fondi saranno convogliati per consentire la partecipazione della squadra agli Special Olimpics Italia (edizione Giochi Nazionali Estivi), in programma dal 18 al 23 maggio a Cagliari. La competizione è patrocinata dal Comune di Monza e da quello di Montevecchia, dalla Provincia di Monza e Brianza e da quello di Lecco, da Regione Lombardia, dal Consorzio della Villa Reale e Parco di Monza. 77 77 MonzaClub Sport | Golf IL REGIONALE LOMBARDO RIPARTE DALLA BRIANZA di Riccardo Tagliabue I La prima tappa del Golf di Villa d'Este, a Montorfano, ha dato il via al challenge per amatori più importante d'Italia l challenge per amatori più importante d’Italia riparte dal territorio brianzolo. Un torneo che al suo esordio l’anno scorso ha riscosso numerosi successi, portando oltre 3.200 giocatori di golf a sfidarsi per la finalissima. Anche quest’anno il via è dal Golf di Villa d’Este, a Montorfano, e grazie al bel tempo oltre 120 giocatori si sono dati appuntamento sullo storico percorso. Dopo un inverno freddo e la tanta neve caduta anche nelle ultime settimane, la stagione golfistica finalmente è partita. Speriamo che l’arrivo della primavera porti il sole, anche se i weekend appena trascorsi non hanno certo agevolato chi ama stare all’aria aperta sotto il bel tempo e con il clima mite. Tanta pioggia e un po’ di freddo hanno allungato l’inverno e fatto ritardare la primavera e per questo anche il gioco del golf ne ha risentito, non riuscendo a prendere il via ai primi 78 MonzaClub di marzo. I campi hanno patito la neve e i gestori dei circoli hanno dovuto ritardare l’apertura agonistica. Diverse gare sono già state rimandate e tutti sperano nel proseguo della stagione, che parte in verità un po’ compromessa. Ci si augura che visto il cattivo tempo all’inizio, poi la strada sia tutta in discesa e che il sole possa accompagnare i prossimi fine settimana, lasciando liberi tutti gli appassionati di questo sport e coloro che amano la disciplina all’aria aperta di poter praticare ciò che amano sotto cieli azzurri e riscaldati dal sole. Sabato 16 marzo ha ripreso la stagione al circolo Golf Villa d’Este, apertura che ha coinciso con l’avvio del Regionale Golf Lombardia, il più grosso challenge lombardo e anche di tutt’Italia dedicato agli amatori: 28 gare di qualificazione che porteranno i migliori di ogni circolo a sfidarsi in una finale di due giorni. L’anno scorso la finalissima si era disputata sul bellissimo campo del Brianza Country Club (che quest’anno ospiterà la gara di qualifica il 9 giugno), mentre in questo 2013 l’evento finale si terrà in provincia di Milano all’interno del Golf Club Molinetto a fine agosto. La seconda prova che doveva disputarsi presso il circolo di Zoate è stata rimandata per maltempo e il 24 marzo si è giocato a Franciacorta, mentre il 30 marzo si è svolta la gara di qualificazione al Golf Milano all'interno del Parco di Monza. Circoli golfistici di altissimo livello che ospiteranno tutti i partecipanti che vogliono cercare di conquistare un posto per la finale e, perché no, la vittoria assoluta. In palio ad ogni gara tantissimi premi offerti dai numerosi e prestigiosi sponsor, a partire dalla Red Bull e dal suo challenge “Red Bull Final Five”, che premierà tutti i vincitori di tappa 79 MonzaClub Sport | Golf e che porterà tutti i qualificati ad una finale dove in palio ci saranno due pass per il Gran Premio di Formula 1 di Monza a settembre. Ma non dobbiamo dimenticare Audi e Volskswagen di Pirola Auto, Fedeli Cashmere, Centro Odontoiatrico di Augusto Giannini, MePa Assicurazioni, Coiter Gruppo Moda, Villa Poggio Salvi di Montalcino, Glengoyne wisky, By Biella abiti su misura e For You agenzia di viaggi. Tutti i partner e sponsor mettono in palio ad ogni gara premi speciali per i concorrenti e il vincitore assoluto, oltre ad aggiudicarsi l’ambìto trofeo, vincerà un viaggio in una località esotica in un Resort 5 Stelle su un fantastico campo da golf. Dopo la prova del Golf Milano il challenge proseguirà per altre 24 gare prima di arrivare alla finalissima e solo lì vedremo chi riuscirà a strappare il titolo a Franco Guerrieri per questo 2013. 80 MonzaClub 81 MonzaClub Motori battesimo monzese di Greta La Rocca Ha già fatto il suo esordio nel Tempio della Velocità l’ultimo gioiellino della casa di Maranello. Sponsor internazionali per un modello nato e realizzato sotto lo sguardo attento del pluricampione mondiale Michael Schumacher 82 MonzaClub H a fatto il suo ingresso in pista nel primo weekend d’aprile quando l’autodromo di Monza ha ospitato la prima prova stagionale del Ferrari Challenge Tour, il campionato monomarca giunto alla sua ventunesima edizione. È la Ferrari 458 Challenge, il nuovo gioiellino della casa di Maranello. Il Ferrari Challenge è uno dei più popolari campionati monomarca che accoglie sia clienti della vettura - al debutto assoluto in pista – sia piloti con esperienza agonistica. Kaspersky Lab, Sponsor di Scuderia Ferrari nel campionato mondiale di Formula 1, da due anni partecipa al campionato monomarca Ferrari vestendo una macchina del team Motor Piacenza. “Questa sponsorizzazione si inserisce nel quadro del sostegno al motorsport che in diverse declinazioni il nostro gruppo prosegue da diverso tempo, prima con la Formula 1 e poi con il Ferrari Challenge” - ha dichiarato Alexander Moiseev General Manager di Kaspersky Lab Europe - “Siamo convinti che questa partnership porterà numerosi benefici sia a livello nazionale che a livello internazionale, in termini di immagine e brand awareness”. Gli fanno eco le parole dell’avvocato Gianluca Borelli, direttore commerciale di SuisseGas: “Questa partnership apporterà una grande visibilità al nostro brand anche al di fuori dell’Italia. L’auto, infatti, sarà impegnata in numerose e importanti manifestazioni internazionali. Un’occasione di visibilità che vogliamo sfruttare anche grazie al costante interesse dedicato a questa disciplina affascinante”. 83 MonzaClub Motori La Ferrari 458 Challenge sponsorizzata da SuisseGas e Kaspersky Lab prenderà infatti parte anche a diversi eventi sportivi internazionali come la Jerusalem Formula Peace Race a Gerusalemme il prossimo giugno, il Moscow City Racing a Mosca il 21 luglio e il Rotterdam City Racing in programma a Rotterdam il 13 agosto. È stata presentata alla stampa proprio a Monza nel mese di marzo. È una macchina che si contraddistingue per l’evoluzione tecnica che le consente di ottenere emissioni e consumi inferiori rispetto al precedente modello, pur avendo maggiore cilindrata e potenza; è sviluppata su un telaio in lega d'alluminio realizzato con tecnologie di derivazione aerospaziale. Particolare attenzione nella realizzazione è stata posta all'ergonomia degli interni e dei comandi di guida, tutti 84 MonzaClub raggruppati sul volante per garantire una maggiore concentrazione. Il profilo estetico della carrozzeria richiama le classiche linee sportive, generalmente create dalla Pininfarina per i precedenti modelli Ferrari. La Ferrari 458 Italia è lunga 4.527 mm per 1.937 mm di larghezza e 1.213 mm di altezza con un passo di 2.650 mm: dimensioni che la rendono la più piccola delle vetture attualmente prodotte dalla casa di Maranello. Una curiosità: arriva a una velocità di 100 km/h da ferma in meno di 3,4 secondi e raggiunge una velocità massima superiore ai 325 km/h. A rendere ancora più speciale questo modello, la consulenza del pilota automobilistico pluri-iridato di Formula 1 Michael Schumacher che ha partecipato alla creazione e alla messa a punto della vettura. 85 MonzaClub Arte e Cultura Un artista monzese che ha incantato il mondo A leonardo spreafico è dedicata l’edizione 2013 di Calend’Arte. Tra le sue opere più apprezzate “Mezza figura”, “La Modella Triste” e “Barche in porto” N el dicembre scorso l’Assessorato alla cultura ricordò, con una mostra alla Civica, il pittore Leonardo Spreafico, nato a Monza nel 1907, morto nel 1974. E per l’occasione la Totem, che da anni edita il Calend’Arte, presentò l’edizione 2013, appunto dedicata a Spreafico. Il pittore nasce a Monza, dove inizia gli studi all’I.S.I.A.; frequenta poi l’Accademia di Brera, ampliando la sua cultura con soggiorni a Venezia, negli Stati Uniti, Parigi, Barcellona, Oporto. Nel 1933 apre studio a Milano in via Garibaldi 89, che diventa luogo d’incontro di artisti impegnati per il rinnovamento dell’arte italiana. Infatti, contro il Novecento dominante che rifiutava le ricerche e le conquiste delle avanguardie europee, si formano pattuglie artistiche autonome a Torino e a Roma. A Milano ci sono i chiaristi e gli astrattisti con un gruppo a Como. C’è anche il gruppo Garibaldi 89 di Spreafico con Broggini, Nivola, Pittino, Afro, Badodi e altri. Ancora giovane, riceve i primi inviti alle Biennali veneziane e alle Quadriennali romane. Insegna a Monza, a Milano, a Parma. Dal ’38 al ’74 espone in personali e collettive, ottenendo premi e riconoscimenti. Compone vetrate, affreschi, mosaici, pale d’altare. Pittore prima di meravigliose figure e di volti che incantano, crea poi fiori, boschi, giardini, foglie, piante, erbe, nature morte, ritmi cromatici, forme naturali allusive, grovigli di colore. Copiosa la bibliografia. Opere di Spreafico sono in gallerie e collezioni private d’Europa e d’America. Membro della Commissione artistica, collabora con la Municipalità monzese, soprattutto nell’organizzazione, accettazione e premiazione delle Mostre Nazionali di Pittura “Premio Città di Monza” del 1951, 1953 e 1956. Nel 1974, anno ancora di fervida attività creativa ed espositiva 86 MonzaClub di Pier Franco Bertazzini e caratterizzato dal suo viaggio e soggiorno in Olanda per ristudiare Rembrandt, muore d’improvviso a dicembre. Conobbi Spreafico, ormai noto nel mondo artistico, nel 1939 a Lissone in una personale offertagli dalla locale Famiglia Artistica. Mi presentò a lui monsignor Antonio Colombo, mio docente di storia dell’arte al Liceo Zucchi e suo docente all’I.S.I.A. Poi le occasioni d’incontro nelle gallerie e nelle manifestazioni culturali si infittirono negli anni. Si finì col conoscersi a fondo e si crearono vincoli di affettuosa cordialità. Era un buono e un generoso, severo con se stesso, comprensivo con gli altri; colto, signorile e distinto, all’apparenza piuttosto riservato, ma anche capace di sciogliersi e di farsi gioviale. Un critico che lo conobbe bene scrisse di lui: “Appartato visse in pieno riserbo, fuori dalle mode e dai canoni, dalle varie consorterie. Pensava alla sua pittura...”. E conobbi anche la sua affezionata compagna, Ada Rusconi, una brava pittrice; e fu lei a chiedermi di presentarlo nel dicembre 1971 nell’ultima mostra che Leonardo tenne a Monza, alla galleria Tremisse e poi in una postuma antologica, sempre a Monza nel 1979, alla galleria d’arte Le Pleiadi, allora aperta presso il ponte dei leoni. Invitato a prendere la parola alla Civica, lodata la qualità e quantità di opere presenti, lamentai l’assenza di due figure femminili che definii “incantate ed estatiche”. La prima era “Mezza figura” del 1937. In quell’anno Spreafico collabora con Mario Sironi all’allestimento del padiglione italiano alla Esposizione Universale di Parigi, al cui concorso partecipa con “Mezza figura”, premiata con medaglia d’oro. La seconda era “La modella triste” del 1942. Il quadro, esposto in quell’anno al IV° Premio Bergamo, è acquistato dal Ministero per la Galleria d’Arte Moderna di Roma, dove ancora si trova. In queste opere al cavalletto il pittore dimostra larghe possibilità, Mezza figura, 1937 Olio su tela, cm 60 x 50 La modella triste, 1942 Olio su tela, cm 102 x 82, Galleria d'Arte Moderna pennellata attenta ed estrosa, senso del colore, possesso sicuro del disegno, studio dell’anatomia, dei dati fisionomici, dell’espressività. La “sua” pittura era e rimane difficile ridurla a classificazione: lombardismo, naturalismo, inclinazione al materico, una certa astrazione, dirò meglio il gusto e l’accensione coloristica che portano Leonardo sull’orlo dell’astratto. Lo attestano le opere in mostra alla Civica. E in Galleria dopo la cerimonia di apertura, mi si presenta un signore che dichiara di essere il proprietario di “Mezza figura”, cortesemente invitandomi a una visita. Ho così potuto contemplare l’opera e ho pensato che valeva la pena di permettere ai monzesi di vederne almeno la riproduzione. Ho già detto che alla Civica c’erano tante opere e meritevoli d’esposizione. Voglio però ricordarne una “Barche in porto”. Ne è proprietario un monzese. L’opera fu ammessa nel 1948 alla Biennale di Venezia. Spreafico già prima era stato accettato alla mostra veneziana. Ma quella del ’48 era un grande avvenimento, era la ripresa dopo la guerra. Furono quattordici le nazioni presenti: c’erano mostre di Klee, Picasso, degli impressionisti francesi, di Moore, di altri grandi. Gli ammessi erano stati accettati da una Commissione composta da Carrà, Casorati, Marini, Gottuso, Manzù. Certo Leonardo Spreafico era stimato. Io vidi il quadro a Venezia nel ’48, esposto in una sala del Padiglione centrale. Fu una gioia rivederlo alla Civica. 87 MonzaClub Arte e Cultura ALBERTO DI FABIO Il giovane artista in soli otto mesi ha esposto a Roma, Parigi e Londra: le sue potenti e vibranti creazioni uniscono il mondo della scienza e dell'arte ispirate dalle strutture cosmiche e biologiche di Luca Tommasi D a Roma a Parigi via Londra! Questo è il viaggio espositivo recente di Alberto Di Fabio, l’artista del momento, che in meno di otto mesi è riuscito ad inanellare un filotto non comune per un giovane artista italiano contemporaneo, avendo avuto la possibilità di esporre in prestigiosi luoghi pubblici di tre importanti capitali europee. L’ultimo evento che celebriamo si è inaugurato giovedì 21 marzo e sarà visibile fino al 15 giugno presso la sede del municipio del 4ème arrondissement di Parigi, prima esposizione personale dell’artista in un’istituzione pubblica d’oltralpe. Per l’occasione, Alberto Di Fabio ha creato un’istallazione site specific calibrata sugli spazi di un vestibolo del XIX secolo destinato, per la prima volta, ad accogliere un’opera d’arte visiva contemporanea. Qui, in corrispondenza di eleganti articolazioni architettoniche che decorano lo scalone d’onore all’entrata, l’artista abruzzese ha piazzato un’installazione monumentale di pittura di grande impatto evocativo. L’idea è stata mutuata da quanto già fatto nell’estate del 2012 a Roma quando gli fu proposto di esporre un’istallazione alla GNAM, la Galleria d’arte Moderna di Roma. Anche in quell’occasione la personale verteva su un unico grande rassemblement di tele che dialogassero con lo spazio e la luce filtrante dalle grandi incantevoli vetrate della struttura capitolina. La mostra di Londra, invece, tenutasi dal 13 febbraio al 7 aprile 2013, lo ha visto sfidare i grandi maestri italiani del '900 custoditi nella prestigiosa sede della Estorick Collection. Le potenti e vibranti opere di Di Fabio, che uniscono il mondo 88 MonzaClub della scienza e dell’arte ispirate come sono dalle strutture cosmiche e biologiche, sono state infatti accostate a quelle della collezione permanente del Museo, tra cui Boccioni, Sironi, Balla. Alberto Di Fabio è nato ad Avezzano, in provincia dell’Aquila, nel 1966. Vive e lavora tra Roma e New York. Dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Roma esordisce con la sua prima mostra personale presso la Galleria Bonomo nel 1989 per poi entrare nella “scuderia” di Larry Gagosian a New York. A sinistra Alberto Di Fabio in occasione dell'inaugurazione della mostra di Londra con il curatore Pier Paolo Pancotto. Neurone, 2012 acrilico su tela 60 x 60 Dopo aver preso parte a importanti esposizioni nazionali e internazionali, vince nel 2010 il Premio acquisto alla LXI edizione del Premio Michetti. Lo scorso dicembre le sue opere sono state visibili a Monza in accostamento a quelle dell’inglese Ian Davenport nella mostra confronto ROUTE 66. Come dichiarato recentemente al Corriere della Sera, Di Fabio amerebbe poter esporre al CERN di Ginevra dove la sue tele, invase come sono da una vita brulicante di particelle atomiche e popolate da una miriade di sinapsi, troverebbero una collocazione appropriata ed altamente evocativa. 89 MonzaClub Arte e Cultura I mondi (Im) possibili? Stanno in una spilla Nuova tappa del progetto lanciato da Giancarlo Cazzaniga. Un concorso originale aperto a tutti. L’obiettivo: descrivere il proprio in un’intramontabile pin di Federica Motta I l futuro in una spilla. Abbiamo tutti, almeno una volta nella vita, cercato di immaginarci il nostro domani, ma se ci chiedessero di rappresentarlo su un semplice oggetto entrato nella quotidianità come sarebbe? Una spilla di quelle che si appuntano alla cartella, alle giacche o alle borse. Simbolo di appartenenza ad una corrente politica, di amore per un gruppo musicale, di fede in un ideale. Le spille hanno sempre accompagnato la moda, la storia, la nostra vita. In 3,7 centimetri è possibile raccogliere i nostri sogni? Questa è la sfida 90 MonzaClub raccolta da Giancarlo Cazzaniga, anima di una delle società di comunicazione più note a Monza e vero creativo. Prima di occuparci del futuro, facciamo però un passo indietro, nel passato appunto, per capire come e da chi nasce questa proposta. Novembre 2012: prende il via il progetto Mondi (im)possibili voluto da Cazzaniga con una mostra di foto, rigorosamente scattate da cellulari, allestita nelle sale della biblioteca di San Gerardo, sui vari volti della città di Monza. Un modo (im) possibile, forse solo creativo, di catturare le immagini di una città e convogliarle in un progetto ambizioso con un risultato concreto. Le opere vendute, 16 in totale, hanno permesso infatti il finanziamento di altri due progetti. Una metà del ricavato verrà utilizzato per l’acquisto di libri per bambini da donare alla biblioteca, l’altra metà invece servirà per finanziare incontri di lettura per adulti. Sarà un’attrice a condurre di volta in volta questi incontri leggendo brani tratti da libri scelti su un tema comune. E ora il presente. Visto il successo del contest fotografico del novembre scorso, questa volta, Mondi (im) possibili, sempre sotto la guida di Giancarlo Cazzaniga come neo presidente dell’associazione restART, ha proposto un ulteriore salto di creatività dando ufficialmente avvio, lo scorso 22 marzo, alla prima edizione di “Mondi (im)possibili The Pins”, il primo evento internazionale online di opere di micro arte. L’idea è quella di creare delle spille con tema “Come vedi il tuo mondo futuro?”. Ogni partecipante dovrà necessariamente iscriversi e inviare online, entro il 15 maggio (all’indirizzo web www. mondimpossibili.assorestart.it ), cinque elaborati del diametro di 3,7 centimetri l’uno. L’iniziativa è gratuita e rivolta a tutti i creativi di ogni età e nazionalità. Una giuria composta da 7 esperti del mondo dell’arte e della comunicazione visionerà tutti gli elaborati ricevuti e ne selezionerà 500. Queste saranno poi concretamente realizzate, passando dalla versione online a vere e proprie spille. Le prime 35 accederanno alla votazione finale. I vincitori saranno 3 e riceveranno un premio di 500 euro il primo, 350 euro il secondo e 150 euro il terzo. Il giorno della premiazione saranno presenti degli ospiti d’onore, scelti per rappresentare il mondo della scultura, della fotografia e della grafica. Il mondo della scultura è quello più interessante perché è prevista anche la possibilità di creare la spilla in versione 3D (chi vorrà partecipare con un'opera in 3D dovrà spedire l’elaborato tramite posta e non più in versione online). Il progetto ha ottenuto il patrocinio dell’Associazione italiana illustratori, della Casa della Poesia, e della Reggia di Monza, oltre che della Provincia di Monza e Brianza, Regione Lombardia e dei Comuni di Monza e Milano. 91 MonzaClub Arte e Cultura Il progetto civico di pulizia degli edifici di Monza da scritte e imbrattamenti ha fatto tappa all’istituto Olivetti. Dove a “sbiancare” la scuola ci si sono messi anche gli studenti F ight the Writers, il progetto nato da un’idea del Rotary Club Monza Ovest al quale hanno aderito alcune delle principali realtà associative del capoluogo (fra cui Anaci, Fidapa, Soroptimist, i cinque club Rotary di Monza e i giovani di Rotaract e Leo Club) ha segnato l’ennesimo punto a favore. Teatro del nuovo intervento di pulizia dei muri imbrattati da vandali è stato l’istituto Olivetti di via Lecco. Qui i volontari dei club, ma soprattutto gli studenti, si sono armati di buona volontà, tute e pennelli, ripulendo dalle scritte e dai pasticci i perimetri murari della scuola. Un lavoro durato alcune ore che però, alla fine, ha mostrato tutto un altro panorama, quello di un luogo semplicemente più bello e vivibile. L’istituto Olivetti aveva aderito al progetto Fight the Fighter all’epoca del suo lancio, nel maggio 2012, ma stavolta ha pensato di passare dalla teoria alla pratica registrando anche un buon numero di studenti volontari. L’obiettivo di Fight the Writers non è, infatti, quello di 92 MonzaClub combattere i graffiti, ma di distinguere la vera arte muraria dai vandalismi che da anni costellano alcune aree di Monza, centro storico compreso. Nel corso del tempo, i volontari hanno ripulito non solo muri, ma anche vetrine e saracinesche, come ad esempio era avvenuto con l’edicola di via Vittorio Emanuele, ad un passo dal Ponte dei Leoni, cronicamente imbrattata e rovinata da scritte con la vernice. Alle opere di pulizia dell’istituto Olivetti hanno assistito anche il sindaco Roberto Scanagatti e l’assessore alla Pubblica Istruzione, Rosario Montalbano. Il Comune si è trasformato in una vera parte attiva lanciando peraltro, proprio negli scorsi giorni, una Giornata delle Pulizie di Primavera, che ha mobilitato più di un migliaio di volontari nella pulizia della città. Un tema, quello della vivibilità degli spazi urbani, che sta prendendo sempre più piede, che ha trovato interpreti proprio nella società civile, ma che deve ancora “bucare” la coscienza di molti cittadini. 93 MonzaClub consulente legale L’affidamento condiviso non negoziabile dai genitori Il dirit to di famiglia impone che, in via prioritaria, il giudice affidi i figli minori sia alla madre che al padre Avv. Paolo Broggi Avvocato civilista del Foro di Milano L’affidamento “condiviso”, consistente nell’esercizio della potestà genitoriale da parte di entrambi ed in una condivisione delle decisioni di maggior importanza attinenti alla sfera personale e patrimoniale del minore, si pone non più, come in precedenza, quale evenienza residuale, bensì come regola, rispetto alla quale costituisce, invece, ora eccezione la soluzione dell’affidamento esclusivo, al quale si ricorre solo ove l’affidamento condiviso risulti “pregiudizievole per l’interesse del minore”. Il principio di bigenitorialità, che informa il Diritto di Famiglia, impone che, in via prioritaria, il giudice affidi i figli minori ad entrambi i genitori. Conseguentemente, l’affido esclusivo costituisce una deroga eccezionale al principio sopra indicato ed è giustificato solo ove risulti, nei confronti di uno dei genitori, una sua condizione di manifesta carenza o inidoneità educativa o comunque tale appunto da rendere quell’affidamento in concreto pregiudizievole per il minore. Ne consegue che la regola dell’affidamento condiviso non è negoziabile dai genitori e, soprattutto, non è ammissibile una rinuncia all’affido bigenitoriale da parte di uno dei genitori, in quanto trattasi di un Diritto del Fanciullo e non dei genitori: quanto è oggi reso evidente e palese dall’art. 315-bis c.c., come introdotto dalla Legge 10 dicembre 2012, n. 219, il quale predica che “il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni”. Ne consegue che, dove i genitori intendano stabilire l’affido esclusivo, 94 MonzaClub questi hanno l’onere di specificare quali circostanze concrete, dettagliate e specifiche lo rendano di pregiudizio per il minore o per lo stesso inadeguato. L’esclusione dall’affidamento condiviso, quindi, può essere disposta esclusivamente per oggettive carenze di un genitore e non per un’esasperata litigiosità fra i genitori. Recentemente, anche la Corte di Cassazione si è pronunciata in tale senso, secondo i Giudici di Legittimità, infatti, l’affidamento condiviso non può ragionevolmente ritenersi comunque precluso, di per sé, dalla mera conflittualità esistente fra i coniugi, poiché avrebbe altrimenti un’applicazione, evidentemente, solo residuale. Occorre viceversa, perché possa derogarsi alla regola dell’affidamento condiviso, che risulti comprovato, nei confronti di uno dei genitori, una sua condizione di manifesta carenza o inidoneità educativa o comunque tale appunto da raendere quell’affidamento in concreto pregiudizievole per il minore. Al riguardo è intervenuta la giurisprudenza affermando che una circostanza ostativa all’applicazione di tale affidamento è la totale inadempienza all’obbligo di mantenimento dei figli e il discontinuo esercizio del diritto di visita da parte di uno dei genitori (Cassazione 26587/09). Mentre l’oggettiva distanza tra i luoghi di residenza dei genitori separati può, in linea di principio, precludere la possibilità di un affidamento condiviso del minore solo quando si traduca in un comportamento, da parte di uno dei genitori, che escluda il genitore medesimo dal pari esercizio della potestà genitoriale, così da rendere non rispondente all’interesse del figlio l’adozione, nel caso concreto, dell’affidamento condiviso. CONSULENTE DEL LAVORO La legge fornero prevede in via sperimentale la possibilità per le madri lavoratrici di chiedere un contributo per l’accudimento dei figli Dott.ssa Greta Leoni Consulente del lavoro di Milano La recente Riforma del Lavoro, Legge n.92/2012, ha previsto nuovi interventi volti a favorire l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro senza dover rinunciare alla genitorialità, grazie all’introduzione di misure volte alla migliore conciliazione possibile tra i tempi di vita e di lavoro. In particolare, all’art. 4 della Legge Fornero, è stata introdotta, in via sperimentale, per il triennio 2013 - 2015, la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del congedo di maternità e in alternativa al congedo parentale, voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting o un contributo per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati. Tali voucher possono essere utilizzati negli undici mesi successivi al congedo obbligatorio, per un massimo di sei mesi. Essi saranno erogati attraverso il pagamento diretto alla struttura prescelta, nel caso in cui si scelgano strutture che effettuano servizi per l’infanzia; oppure, qualora si decida di ricorrere ad una baby sitter, i voucher verranno ritirati dalla madre presso la sede Inps territorialmente competente e poi saranno intestati alla baby sitter, che potrà riscuotere il corrispettivo in denaro recandosi presso un qualsiasi ufficio postale. Questo contributo può essere richiesto anche da parte di quelle donne che hanno già, parzialmente, usufruito del congedo parentale, e comunque, vi possono accedere solo quelle madri, anche adottive o affidatarie, sia lavoratrici dipendenti che iscritte alla gestione separata, con bambini già nati o la cui data presunta del parto è fissata entro i quattro mesi successivi alla scadenza del bando per la presentazione della domanda. L’importo del contributo corrisponde a 300 euro mensili, che può essere diviso solo per frazioni mensili intere. Per frazione mensile si intende un mese continuativo di congedo che potrà essere collocato a piacere, purché nel corso degli undici mesi successivi al termine del congedo di maternità. Si deve sottolineare che, per ciò che riguarda il contributo per la fruizione dei servizi per l’infanzia erogati da strutture pubbliche o private accreditate, potrà essere concesso solo se la lavoratrice sceglie una delle strutture inserite in un apposito elenco gestito dall’Inps. È, altresì, importante sottolineare che per accedere a tale beneficio occorre redigere una domanda, poi verrà definita una graduatoria sulla base dell’Isee. Mamme lavoratrici: si puo’ scegliere fra baby sitter e nido 95 MonzaClub CONSULENTE assicurativo Ferragosto, una data da ricordare Il 15 agosto entrerà in vigore l’obbligo di assicurazione per cHi esercita la professione di avvocato per i danni causati involontariamente ai propri clienti. Non solo. Sarà necessario Assicurare anche I propri collaboratori E praticanti Vittorio massardi amministratore delegato di Gpg Gruppo Puricelli & Ghezzi Ferragosto, una data da ricordare. Soprattutto quest’anno e soprattutto per chi esercita la professione di avvocato. È, infatti, dal prossimo 15 agosto che entrerà in vigore quanto previsto dalla manovra economica del 2011 ovverosia l’obbligo per i legali di sottoscrivere una polizza assicurativa per la responsabilità civile derivante dall’esercizio della professione. Attualmente gli avvocati non sono obbligati ad essere assicurati, ma dall’entrata in vigore della norma, tale mancanza andrà a costituire un vero e proprio illecito disciplinare. La Rc professionisti è un contratto in base al quale è previsto un risarcimento qualora si verifichino involontariamente danni a terzi durante l’esercizio dell’attività legale. La stipula della polizza assicurativa è lasciata alla libertà del singolo professionista che potrà rivolgersi, dunque, a qualsiasi compagnia assicurativa. Questo aspetto, apparentemente, potrebbe essere interpretato come un’arma a doppio taglio. Nel senso che, in assenza di specifiche da parte del legislatore, di fatto la tipologia di copertura assicurativa è lasciata interamente nelle mani del singolo avvocato. Il ché si potrebbe tradurre in una sottoscrizione di polizze minime, unicamente per ottemperare a quanto stabilito dalla legge. In realtà non è proprio così, nel senso che, al di là della serietà e professionalità che devono ispirare ogni professionista, la legge prevede anche che l’avvocato debba rendere noti al cliente gli estremi della propria polizza assicurativa. Da ciò ne deriva un ulteriore beneficio per il cliente che può in questo modo accedere con trasparenza ad informazioni che, in caso di danno subìto, 96 MonzaClub lo interessano in prima persona. Detto questo, il consiglio migliore è di rivolgersi a compagnie assicurative professionali o, in casi delicati come la professione legale, a figure come i broker assicurativi in grado di valutare anzitutto le esigenze del cliente e operare una cernita accurata delle diverse offerte sul mercato, indicando quelle che meglio rispondono alle esigenze del professionista. Infatti, la responsabilità civile, di per sé, non copre tutti i rischi e dovrà essere compito di un serio assicuratore quello di valutare insieme al cliente le necessità. La copertura sull’attività di assistenza in giudizio, per esempio, non coprirà danni generati da attività derivate da altri ambiti di intervento legale. Va precisato, inoltre, che i danni da assicurare dovranno riguardare anche la custodia di documenti, di somme di denaro, titoli e valori ricevuti in deposito. Il legislatore, infine, è intervenuto anche in materia di lavoro, nel senso che accanto alla poliza sull’attività professionale è necessaria anche un’altra polizza a copertura degli infortuni che possono accadere sia a sé sia a dipendenti, praticanti ed anche a collaboratori esterni occasionali. Ciò dovrà riguardare l’attività svolta in studio e fuori. Una tutela maggiore soprattutto per coloro che si stanno preparando ad esercitare la professione e che proprio per la minore esperienza potrebbero trovarsi in situazioni dove una polizza assicurativa può rappresentare un valido sostegno. Come sempre, il mercato assicurativo, davanti a nuove esigenze, è in grado di rispondere in modo estremamente veloce. Perciò non sarà difficile, una volta individuato il giusto interlocutore e la giusta offerta, scegliere il prodotto più adatto alle proprie esigenze. WAVE TANGRAM Periodico di attualità, cultura e politica di Monza e Brianza. Anno XI - N. 1 SPRING 2013 - Euro 5 MONZACLUB anno XI - n. 78 - SPRING 2013 PAVIMENTI IN ACCIAIO PER L’ARCHITETTURA La rivista della nuova Provincia. attualita l’intervista anima.re acsm agam Una mostra fotografica da non perdere Roberto Colombo racconta il successo di un’azienda Ha 32 anni e una società di successo che esporta in tutto il mondo WAVE STEELS È COMMERCIALIZZATO DA STAINLESS PRODUCTS S.R.L. VIALE DELLE INDUSTRIE, 9 - 20040 CAMBIAGO (MI) ITALY - TEL. +39 02.959.499.640 - FAX +39 02.959.499.641 WWW.WAVE-STEELS.IT MONZACLUB davide erba l'impresa È avere un'idea vincente