Ha 32 anni e una società di successo che esporta in

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Ha 32 anni e una società di successo che esporta in
WAVE TANGRAM
Periodico di attualità, cultura e politica di Monza e Brianza.
Anno XI - N. 1 SPRING 2013 - Euro 5
MONZACLUB
anno XI - n. 78 - SPRING 2013
PAVIMENTI IN ACCIAIO PER L’ARCHITETTURA
La rivista della nuova Provincia.
attualita
l’intervista
anima.re
acsm agam
Una mostra fotografica
da non perdere
Roberto Colombo racconta
il successo di un’azienda
Ha 32 anni e una società di successo
che esporta in tutto il mondo
WAVE STEELS È COMMERCIALIZZATO DA
STAINLESS PRODUCTS S.R.L.
VIALE DELLE INDUSTRIE, 9 - 20040 CAMBIAGO (MI) ITALY - TEL. +39 02.959.499.640 - FAX +39 02.959.499.641
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MONZACLUB
davide erba
l'impresa
È avere un'idea vincente
EDITORIALE
Simona Calvi
Quante chiacchiere
mentre i giovani
se ne vanno…
Per una volta concedetemi di essere polemica.
Credo, per una ragione condivisibile. Come
avrete modo di leggere nelle pagine che seguono,
poco tempo fa sono stati resi pubblici gli ultimi
rilevamenti, aggiornati a fine 2012, dell’Anagrafe
degli italiani residenti all’estero, un registro che
censisce tutti i connazionali che hanno fatto la
valigia e si sono trasferiti altrove. Ora, non ci
vuole un osservatore particolarmente acuto per
rendersi conto della situazione. I dati, infatti,
parlano di un’emigrazione di massa. Più 30 per
cento rispetto al 2011. Circa 78mila persone che
hanno lasciato il Paese. Provate a immaginare
visivamente 78mila persone. Penso che la prima
cosa che può venire in mente, al massimo, è un
concerto. Certo non una fila di individui che,
valigia alla mano, attendono un aereo o un treno.
Nella maggior parte delle volte, sola andata. Cosa
sta accadendo? Sì, lo sappiamo che c’è la crisi.
Una crisi che sta ammazzando imprese e persone.
Imprenditori e lavoratori. Personalmente sono
convinta però che la congiuntura economica
non sia l’unica ed esclusiva molla che fa pendere
la bilancia verso l’emigrazione. E non credo
nemmeno sia un caso che, chi se ne va, cerchi
di restare in Europa e se possibile non troppo
lontano. Le mete più gettonate, sempre secondo
i dati Aire, sono Germania e Svizzera. Perché
basta dare un’occhiata ai tantissimi blog, profili
su social network quando non dei veri e propri
reportage on line per comprendere come questi
italiani (che per quasi la metà hanno fra i 20
e i 40 anni) stiano guardando nel frattempo al
loro Paese. Emerge chiaramente un groviglio
di sentimenti negativi, un misto di malinconia,
delusione, rabbia e sconcerto. Non solo per la
crisi, ma per come ad essa si sta rispondendo. A
chiacchiere. Parlano di “decadenza culturale”,
stanchezza, assopimento, ma non solo. Parlano
di dottorati di ricerca da 2.000 euro al mese
contro i 900 italiani. Per inciso, l’ultima busta
paga dei parlamentari nostrani, distribuita pochi
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MonzaClub
giorni fa, tra stipendio, diarie e rimborsi, si
aggira attorno ai 18mila euro. Mensili. E poi ci
sono gli investimenti, annunciati e mai portati
a termine. Pochi giorni fa, in occasione del 1
maggio, l’allarme disoccupazione, giovanile e non,
è stato reiterato. Più della metà dei disoccupati
appartiene alla categoria trenta - quarantenni
che, a rigor di logica, dovrebbe essere invece
quella se non al culmine, sicuramente in corso di
carriera. Invece, no. È esattamente il contrario,
senza contare la sacrosanta preoccupazione
per una pensione che non prenderanno e che,
proprio non avendo occupazione, non sono in
grado di pagarsi. A differenza degli anni passati,
questa volta ad essere fischiati non sono stati
però soltanto i politici, ma anche i sindacati.
Segno dei tempi. Così come segno dei tempi
sono le immagini provenienti da Paesi come il
Bangladesh e la Thailandia dove i salari, quando
va bene, raggiungono i 150 euro al mese. Se
vogliamo chiamarlo progressso facciamo pure…
Ma ecco, allora, che il grido degli emigranti
2.0 non è solo comprensibile, ma condivisibile.
La richiesta è una: quella di vivere in un Paese
normale. Enrico Letta, neopremier di un Governo
che, almeno dalle premesse, non pare destinato
a durare, ha annunciato il taglio del secondo
“stipendio” percepito dai ministri. Un bel gesto
che, tuttavia, guardato con gli occhi di un’Italia
in ginocchio ha il sapore della beffa, perché
viene da chiedersi se fosse anche solo pensabile
che un ministro avesse più di uno stipendio.
Speriamo, almeno, sia l’avvio di riforme serie sulla
spesa pubblica. Serie e non il solito taglio delle
pensioni o l’introduzione di nuove tasse. L’Italia
degli sprechi, ma soprattutto dei talenti che se ne
vanno, non si merita l’ennesima presa in giro.
DAI VALORE
AL TUO BUSINESS:
COMUNICA
N
on è facile parlare di persone e realtà che di so-
concretizzazione di questa pazzia a divenire una conqui-
lito stanno dietro le quinte, nell’ombra, immersi
sta e su questa base sono state poste le fondamenta per
nel proprio compito professionale principale: diffondere
gli importanti traguardi successivi.
l’identità positiva di aziende, persone ed iniziative.
Un'agenzia di comunicazione made in Brianza creata
da una giovane imprenditrice. Ma non è tutto. Con il
Si, perché è questa in fondo la mission di Tramite R.P.
tempo sono state inserite in Tramite altre figure, tutte
& Comunicazione, agenzia di comunicazione integrata
giovani professioniste del settore. Un team in rosa, af-
del territorio che con l’umiltà della pura competenza si
fiatato e caparbio, che si dedica quotidianamente alla
è ritagliata, nel tempo, un’importante presenza su diver-
gestione delle relazioni con i media per aziende, enti,
si tavoli territoriali e non.
associazioni ed iniziative territoriali; una struttura poliedrica, versatile e dinamica nella quale l’entusiasmo
della squadra si fonde con l’esperienza collaudata nel
settore della comunicazione.
“Sono felice di aver creato del valore per me, per le mie
collaboratrici e per i clienti e partner. Sono orgogliosa
di aver avviato questa iniziativa imprenditoriale proprio
in Brianza, una terra ostica sotto molti aspetti legati alla
comunicazione ma pronta a dar fiducia a chi la merita
davvero, lavorando con passione e chiarezza – afferma
Ramona Brivio, titolare dell’agenzia – Oggi cerchiamo
aziende ed Enti che vogliono valorizzare la propria identità, che desiderano interloquire al
meglio con il proprio pubblico
di riferimento, strutture che
non intendono “immobilizzarsi” nascondendosi dietro
la parola crisi ma che scel-
L’agenzia nasce diversi anni fa dall’idea della sua fonda-
gono di agire per affrontare
trice, l’allora giovanissima Ramona Brivio, che, parten-
nuove sfide. Noi possiamo
do da zero, ha dato avvio ad un’impresa il cui core busi-
essere il loro TRAMITE,
ness è l’attività di ufficio stampa e pubbliche relazioni.
abbiamo gli strumenti
per accompagnarli sul-
“Ufficio stampa e p.r. in Brianza? Una pazzia!” si mor-
la via della ricono-
morava nel settore. Invece è stata proprio la positiva
scibilità positiva”.
Ramona Brivio
R.P. & Comunicazione
Via Mascherpa, 14
20048 Carate Brianza (MB)
Tel. 039.8946677
Fax 039.8942929
www.tramitecomunicazione.it
Spring
in questo
numero
16
14
6 La difficile missione di Papa Francesco
7 Pronti, partenza, via. Ora ci vuole... Fibra
8 Emozionare oggi tramite le immagini della comunicazione
9 Quando la crisi finisce, ristabilire gli obiettivi
12 I numeri
14 Sporting Club: Cappuccio neo Pres
15 Il Ct Monza è... Special
16 anima.RE: Una mostra da non perdere
20 Italia addio. Gli emigranti 2.0
2 4 Viale Lombardia, il tunnel ora c'è
34
28 Davide Erba: Il mondo? È piccolo (relativamente)
3 4 Renato Cerioli: La ricetta anticrisi? Fare sistema
38 Roberto Colombo: La crisi si vince sul territorio
4 4 Matteo Cereda: Fare ricerca in Italia si può e si deve
4 8 Ghigos Ideas e la città da apparecchiare
52 La bouillabaisse - Food Fighter
56 Contrasti di primavera
65 Oggetto del dediderio: Una hipKey a prova di tutto
56
6 6 Toys for Boys: Dal grande Dandy al Grande Gatsby
6 8 Hi-Tech: Sette centimetri di pura energia
MONZACLUB
70 Motori Auto: Mini Paceman
74 Motori Moto: Ktm Adventure, fuoristrada, ma non troppo
76 MMT: Momot 2013, la storia si rinnova
Periodico registrato presso
il Tribunale di Milano al n.242 Registro stampa periodica
PERIODICO REALIZZATO DA:
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Prezzo di copertina: 5 euro
78 Golf: Il Regionale lombardo riparte dalla Brianza
82 Battesimo monzese per la Ferrari 458 Challenge
86 Leonardo Spreafico, l'artista che incantò il mondo
DIRETTORE RESPONSABILE
Simona Calvi
88 Le vibranti creazioni di Alberto Di Fabio
90 I mondi (im)possibili? Stanno in una spilla
caporedattore
Raffaele Pozzi
92 Scarabocchi... con le ore contate
3
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GRAFICA
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STAMPA
Promografica s.n.c.
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Contributors
aprile 2013
MARCO COLOMBO
Ingegnere, MBA Bocconi e TGMP alla
Harvard Business School.
Fondatore e CEO di Partecipazioni
Industriali, holding operativa attiva
in diversi settori: media e pre-stampa (CLX
Europe), impiantistica industriale e TLC
(Gruppo BMS Impianti), prodotti in
vetroresina per nautica e edilizia (Resin
Glass Lissone) e mobilità sostenibile (share
- lock sistemi per biciclette).
Già Presidente dei Giovani Imprenditori di
Monza e attualmente membro della Giunta
Nazionale di Confindustria, è Area Leader
della Bocconi Alumn Association
per Monza e Brianza.
MARTINA SASSOLI
Una laurea alla Bocconi, è giornalista
professionista e appassionata di politica.
Già consigliere comunale, è stata dal 2007
al 2012 assessore alle Politiche giovanili e
alle Pari opportunità del Comune di Monza.
Dal 2005 è alla guida del movimento
Giovane Italia Monza e Brianza e ricopre
il ruolo di vicepresidente nazionale
della leva giovanile azzurra. L’impegno
istituzionale l’ha portata a diventare anche
presidente di Anci Giovani Lombardia.
Attualmente divisa tra Milano e New York
sta seguendo la campagna elettorale
per le presidenziali Usa dal comitato
del candidato repubblicato Romney.
GIANCARLO CAZZANIGA
Esperto in comunicazione e appassionato
di sport, da trent’anni dei suoi 58 è alla
guida di Publitrust, agenzia specializzata
nel settore advertising e comunicazione,
pluripremiata nel corso degli anni per
serietà e creatività. Accanto all’attività
imprenditoriale, è stato anche insegnante
di Comunicazione e marketing per corsi
specialistici finanziati da Enti pubblici.
Nel 2008 ha ricevuto da Confindustria la
medaglia d’oro al merito industriale. Nel
corso della sua carriera ha anche ricoperto
ruoli istituzionali nell’associazione degli
imprenditori monzesi e brianzoli dove si
occupa soprattutto di Terziario avanzato.
CLAUDIO MARTELLI
Nato a Londra nel 1961, dopo una lunga
carriera in multinazionali dell’energia e
collaborazioni con Enti pubblici territoriali,
ha dato vita al gruppo CM Associati, team
di professionisti che da oltre vent’anni
lavora a stretto contatto con le aziende per
fornire consulenze ed elaborare
strategie vincenti nell’affrontare
l’attività professionale. È inoltre
consulente strategico per lo sviluppo
e il consolidamento sul mercato di aziende,
Enti e studi professionali. Dopo Milano e
Lugano, CM Associati ha aperto una nuova
sede a Gallarate.
RICCARDO TAGLIABUE
Appassionato di fotografia e di motori fin
da giovanissimo, un monzese doc che ha
unito queste due passioni e ne ha fatto
una professione. La sua prima foto è stata
pubblicata sulla Gazzetta dello Sport
quando aveva solo 17 anni e per 12 ha
girato il mondo collaborando con testate
nazionali ed internazionali nel settore del
motociclismo. Ha pubblicato il suo primo
libro a 24 anni e da lì ne sono seguiti più di
15 tradotti in 4 lingue. Nel 1997 ha vinto
l’Euro Press Awards. È stato l’ufficio stampa
di Honda HRC e di Yamaha Motor Europe.
Oggi gestisce un’agenzia pubblicitaria, dove
fotografia e giornalismo sono protagonisti.
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MonzaClub
GRETA LEONI
Titolare dello Studio Leoni di Milano,
è consulente del lavoro nel capoluogo
lombardo. Attualmente si divide tra Milano
e gli Stati Uniti dove sta maturando
un’importante esperienza lavorativa presso
la sede delle Nazioni Unite.
Studio Leoni
Via Statuto, 4
20121 Milano
Tel. 02 36573500 - Fax 02 62910074
[email protected]
www.studioleoni.it
RAMONA BRIVIO
Classe 1982, nasce, vive e soprattutto lavora
in Brianza. Laureata in Comunicazione
d’impresa, ha conseguito
anche un master in Media Relations alla
Business School del Sole 24 Ore.
È Socia del Rotary Club Colli Briantei.
È la fondatrice di Tramite R.P.
Comunicazione, agenzia di comunicazione
iscritta a Cdo Monza Brianza e Vera
Brianza. È giornalista e socio professionista
della Federazione Italiana Relazioni
Pubbliche.
GUIDO ONGARO
Proprietario del ristorante Osteria la Lira,
sta attualmente portando avanti l’attività
cinquantennale della madre trasformando
col passare del tempo una tradizionale
osteria di quartiere in un locale al passo con
i tempi. Appassionato di arte, ha trasferito
questa sua passione anche all’interno del
suo ristorante, trasformandolo in una vera
e propria chicca, ispirata all’arte e al design.
Senza dimenticare però le radici della
cucina tradizionale cui dedica una parte
della ricca offerta del ristorante.
ANNALISA MANZIONE
Beyourself 4u é una realtà che nasce in
Brianza, dall’idea di una giovane donna
che ha deciso di fare del proprio dono una
professione. Di mettere a disposizione una
dote innata, accompagnata da anni di
studio e di esperienza presso grandi nomi
della moda, per aiutare uomini e donne di
qualsiasi età a riconoscere, valorizzare e
sfruttare al massimo il proprio potenziale. L’obiettivo è quello di aumentare a livello
esponenziale le possibilità di riuscita di
ogni cliente in tutti gli ambiti della vita
di relazione. Essere soddisfatti del proprio
aspetto, piacersi, è il primo e fondamentale
passo per piacere agli altri e avere successo. LUCA TOMMASI
È nato a Monza nel 1972.
È stato banditore e direttore della
sede milanese di Finarte Casa d’aste.
Attualmente, dirige uno spazio espositivo a
due passi dal Duomo di Monza
e conduce trasmissioni televisive
dedicate al mercato dell’arte.
Collabora da diversi anni con istituzioni
italiane per l’organizzazione di mostre
d’arte e attualmente riveste il ruolo di
direttore artistico della Galleria civica E.
Mariani di Seregno. Ha all’attivo numerose
pubblicazioni d’arte edite da primarie case
editrici nazionali.
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MonzaClub
im...presa diretta
Marco Colombo - membro della Giunta Nazionale di Confindustria
Il nuovo Santo Padre ha conquistato subito l’animo dei fedeli grazie
ad una grande carica umana. E alla voglia di riportare la Chiesa alla
sua missione pastorale
La difficile missione
di Papa Francesco
Habemus Papam: così il cardinale
pro-diacono (il primo nell’ordine
dei diaconi) ha annunciato, come
da tradizione millenaria, l’avvenuta
elezione di Jorge Mario Bergoglio.
Papa Francesco.
Una inaspettata sorpresa, ma
soprattutto un virata straordinaria nel
governo della Chiesa.
Un Gesuita, ordine devoto alla
assoluta obbedienza alla Chiesa e al suo
Pontefice. Il primo Papa Gesuita nella
storia. Un “Papa Nero” che viene eletto
come nella profezia di Nostradamus e
come predetto dal Vescovo Malachia
nel 1140. Papa “nero” non per il colore
della pelle bensì per l’appartenenza a
un ordine molto potente e strutturato
gerarchicamente, quasi 18.000 Gesuiti.
Un ordine e una impostazione che si
sentiranno nel papato di Francesco.
Un papa “simpatico” e comunicativo
che è piaciuto a tutti dal primo
momento.
Lo si percepiva nelle interviste alle
persone subito dopo l’elezione. Lo si
poteva sentire nelle parole e leggere
sui quotidiani del giorno dopo le
elezioni del Conclave.
Semplice nei particolari, la croce
modesta, per materiali e simboli. Il
“Buon Pastore” che ha in spalla una
pecora smarrita e con una colomba
che vola nel cielo.
Semplice nelle parole: “Fratelli e
sorelle: buona sera”.
Semplice nella preghiera: “Pregate per
me, pregate per ognuno di voi”. Un
Padre Nostro, un’Ave Maria.
Un uomo tra gli uomini, un pastore tra
le pecore smarrite, anche all’interno
del Vaticano. Un Papa che non ha
paura a riconoscere gli errori fatti
dalla Chiesa e che vuole ripartire
dalla “fiducia reciproca”. Dal dialogo e
dalla comprensione tra gli uomini.
Sarà un grande Papa? Solo la storia
ce lo potrà dire, ma di sicuro chi è
apparso ieri al balcone è sembrato
subito sia un grande leader che un
uomo semplice. Un Papa che guiderà
per esempi e non solo per parole.
Quasi a ricordarci Papa Giovanni
XXIII e Papa Giovanni Paolo II. Figure
straordinarie non solo per i credenti
ma per tutto il Mondo e che sono
state in grado di cambiare il destino
della Chiesa e dell’umanità.
Non è un caso la scelta del nome
che il Cardinale Bergoglio ha voluto:
Francesco. Il Santo che rappresenta
la rinuncia a ciò che risulta essere
superfluo e la assoluta devozione a
Dio.
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MonzaClub
Francesco che spogliandosi di tutto
tranne che dell’amore per Gesù e per
gli uomini ha incarnato la sofferenza
di Dio fattosi uomo. Un nome scelto
quasi a dire: ora dobbiamo tornare a
parlare di fede e amore. A concentrarsi
sulle vere priorità della gente. A
pregare.
Papa Francesco avrà un compito
straordinario: ricongiungere la gente
con la Chiesa predicando la vita
Cristiana e riavvicinando i tanti fedeli
che si sono allontanati negli anni.
Una missione ardua per non dire
“quasi” impossibile dati gli scandali
che hanno attraversato la Chiesa negli
ultimi anni e il crescente distacco
della gente comune da quelle che sono
state viste come “politiche di palazzo”
che poco avevano a che fare con la
fede.
Ma Papa Francesco deve provare.
Non può sottrarsi al più difficile dei
compiti e di certo non vuole sottrarsi
al suo destino. Anzi. L’aria gioiosa
che lo ha caratterizzato nella sua
prima apparizione pubblica mostra
una grande passione per il compito
affidatogli che, sono certo, sarà in
grado di svolgere con devozione e
trascinando tutti con la grandezza di
un uomo semplice e determinato.
AL femminile
Martina Sassoli - Presidente Anci Giovani Lombardia | www.martinasassoli.it
il rapper escluso dal concertone del 1 maggio incanta gli adolescenti
con un inno anti - monti. E la politica, dopo il rigore estremo, ha
deciso di deporre le armi in nome dell’italia
Pronti, partenza, via.
ora ci vuole... fibra
Così cantava, o meglio rappava, qualche
mese fa Fabri Fibra, l’incantatore delle
masse adolescenziali. Un rapper di
nuova generazione, non politicizzato,
non apertamente schierato, non troppo
impegnato, semplicemente arrabbiato,
come deve essere un vero duro e puro
dello showbiz da strada. Oltre ad essere
il refrain che martella per tutta la durata
del pezzo, “Pronti, partenza, via” era
anche il verso necessario per comporre
la rima con “Monti via!”, vero e proprio
momento apicale di tutto il brano. Non
so perché, ma lo scorso 28 aprile, quando
il neonato Governo Letta ha visto la luce,
dopo non solo un parto travagliatissimo ,
ma una gestazione ancora più complessa
e quasi elefantiaca, immediatamente
ho pensato alla canzone del giovane
Fibra. Pronti, partenza, via. Sembrava
proprio così. Il neo capo del Governo
e i neo ministri sembravano proprio ai
nastri di partenza di una gara in stile 30
ore per la vita, o meglio 360 giorni per
l’Italia. Un anno, questo il time limit
che i bookmakers accreditano all’attuale
Governo, per sistemare il nostro Paese.
E allora, pronti, partenza, via, non c’è
un minuto da perdere. O forse uno sì, lo
perdiamo volentieri. A ringraziare con
affettato savoir faire il Governo uscente,
il regime da rigore e le tre signore
austerità, equità e sobrietà. Insomma, il
classico minuto di silenzio che si fa per
commemorare chi non c’è più. E allora
sommessamente il “Monti via!” del
rapper è diventato il ritornello condiviso
da una stragrande parte d’Italia, diciamo
da quel 90 e più per cento di elettori
che non hanno votato Scelta Civica
alle ultime politiche. Pronti, partenza,
via, ora si cambia tutto. Si sbattono
i pugni sul tavolo con la Merkel e si
sospende l’Imu, tanto per cominciare. E
come se non bastasse l’accantonamento
dell’agenda Monti, a segnare il vero e
proprio funerale politico dell’era dei
tecnici è bastata un’immagine, o meglio
due. L’abbraccio tra Alfano e Bersani e il
cinque dato da Brunetta al neo Presidente
Letta. Polaroid degne del libro dei ricordi
degli anni Duemila, che sanciscono la
definitiva nascita della Große Koalition
in salsa maccheronica, e quindi la
vittoria della politica sulla tecnocrazia.
Ma non solo. Dopo anni di scontri
accesissimi in cui l’Italia si divideva tra
berlusconiani e anti, oggi la politica ha
saputo fare quel salto in avanti che solo
Andreotti era riuscito a far fare. Che sia
di qualità, questo salto, ancora non è dato
sapere, ma sicuramente in avanti sì, alla
faccia di chi grida all’inciucio di Palazzo.
È una politica tipicamente “maschia”
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MonzaClub
quella che oggi ci si para dinanzi,
con i due principali schieramenti, Pd
e Pdl, che nonostante le ingiurie, le
contrapposizioni, gli insulti reciproci,
sotterrano l’ascia di guerra, si stringono
la mano e cominciano a lavorare
insieme. Proprio come due uomini, se
proprio non vogliamo usare il termine
“come due vecchi amici”, un po’ troppo
eufemistico per il caso. Un atteggiamento
lontano dalle logiche femminili, tali per
cui se una donna disprezza, disprezza per
sempre e se due litigano, non faranno
mai più pace, ognuna arroccata sulle
proprie convinzioni. Ecco, in questo
frangente, la donna di Palazzo sembra
essere la componete di Grillo, immobile
anzi immobilizzata - ma non per questo
silenziata - sul suo Aventino 2.0.
Una donna rigida, anche piuttosto acida,
che per tutelare la propria integrità
decide di non scendere a compromessi,
nemmeno per il bene della famiglia
Italia. Una lettura un po’ pittoresca,
lo so, di quello che sta succedendo nel
nostro Paese. Ma molto verosimile. E
per una volta, anche se femminista non
sono ma un leggerissimo favoritismo
per il gentil sesso di norma lo conservo,
posso tranquillamente ammettere che
questo lato maschile della politica inizia
proprio a piacermi.
CONSULENTE COMUNICAZIONE
di Giancarlo Cazzaniga - direttore creativo publitrust
Una parola che esiste in italiano solo dal Seicento, ma che oggi ha
assunto un’importanza capitale. Tanto che è il cuore di tutti i nuovi
strumenti come i social media
Emozionare oggi
attraverso le immagini
della comunicazione
Ho passato grande parte della mia vita
a creare parole, immagini ed emozioni
attraverso le comunicazioni realizzate
per i clienti. Molte volte, troppe, questi
committenti volevano un messaggio
che rispondesse al proprio pensiero,
non capendo che dovevamo realizzare
annunci per altre persone con
interessi, desideri e esigenze diverse
dalle loro. Altre emozioni insomma.
Ma, esattamente, cosa intendiamo per
emozione?
Emozione è una parola giunta in
italiano nei primi anni del Settecento
come adattamento del francese
émotion. A sua volta la voce francese
proveniva dal latino emotio, derivato
da un verbo che significa smuovere,
commuovere. In francese, émotion
indicava in genere il movimento
fisico e più in particolare l’agitazione
popolare, la sommossa. Entrambi questi
significati si trovavano nell’italiano del
Settecento, ma non sono giunti fino
a noi. Accanto a questi, il francese
sviluppò il significato di movimento
dell’animo che è anche quello
dell’italiano odierno. È divertente che
una parola tanto usata, di cui oggi
non potremmo fare a meno, sia stata
censurata dai puristi fino all’inizio del
Novecento. Ancora negli anni Venti,
un famoso vocabolario raccomandava
a chi voleva parlare e scrivere
“italianamente” di evitare parole
come emozione, e definiva orribile
il derivato “emozionare”, anch’esso
di origine francese. Gli psicologi e
gli scienziati del comportamento
parlano di emozione quando degli
stimoli, esterni o interni, causano
una reazione affettiva e modificano
il nostro stato di coscienza. Questa
reazione è di natura psicologica, ma
ha effetti anche sul piano fisico e sono
effetti difficili da controllare. Quindi
il lavoro di comunicatore è foriero di
uno status intellettuale reazionario?
Una concezione di senso comune
è che il potere intellettuale vede
la cultura come luogo privilegiato
dei “saperi” locali e globali, tipico,
delle Istituzioni superiori, come
le “conoscenze specializzate, la
politica, l’arte, l’informazione, la
interpretazione storica degli eventi,
ma anche l’influenza sui fenomeni di
costume e sugli orientamenti delle
diverse popolazioni, fino a livelli.
Ma oggi il modo di comunicare ha
nuovi mezzi e nuove espressioni e forse
meno emozioni.
L’esplosione del “tvb” con tutte le
varie ed eventuali possibili variazioni
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MonzaClub
di intensità sembra già appartenere a
un’epoca lontana. Ora le sigle sono
sostituite da combinazioni di punti e
virgole, i cosiddetti emoticons che, per
chi “non è del mestiere”, assomigliano
a codici incomprensibili difficili da
decifrare. Quale sarà la prossima
frontiera del comunicare è difficile dirlo
ma se guardiamo indietro possiamo
vedere ciò che abbiamo lasciato.
Il formato lettera, che ora sembra
essere nient’altro che il baluardo degli
ultimi romantici ricordi lontani.
Tutte le nuove tecnologie, dalle mail
ai social network, altro non sono che
la dimostrazione di un bisogno di
esprimersi, parlare di sé, comunicare
e comunicarsi, che precedentemente
non c’era. Tutto questo perché
l’obiettivo dell’uomo moderno, la sua
ossessione continua, sembra dover
essere ottimizzare il tempo.
Le ventiquattro ore che compongono
la giornata classica sembrano non
bastare mai, eppure sono sempre le
stesse, solo che si moltiplicano gli
impegni, il lavoro, lo studio e quindi si
risparmia dove si può.
Si trascurano i rapporti umani, quelli
con il collega, l’amico, il fratello,
il compagno dello sport senza più
emozioni.
sos aziende
di claudio martelli - Cm associati
Stabilire obiettivi e coinvolgere la propria squadra sono i punti di
partenza fondamentali per affrontare e modificare in meglio la propria
storia aziendale
QUANDO LA CRISI FINISCE
RISTABILIRE GLI OBIETTIVI
Stabilire gli obiettivi è il processo
principe per definire gli scopi che
si vogliono raggiungere in azienda.
Quando stabilite gli obiettivi, vi
impegnate ad ottenere dei risultati;
stabilire obiettivi vi permetterà di
investire risorse e tempo limitati nelle
cose veramente importanti.
Come partire: la strategia
Gli obiettivi dovrebbero emergere dalla
pianificazione strategica dell’impresa. Se
la missione è riconquistare il mercato
di riferimento, se pur con altre istanze
e caratteristiche d’offerta, gli obiettivi
di tutta la struttura dovrebbero
sostenere questa strategia. Più o meno
si potrebbe descrivere lo schema in
modo ascendente come una piramide
dove l’obiettivo strategico si trova
all’apice. Ognuno avrà degli obiettivi
che sostengono l’obiettivo strategico
generale. La vera forza di questi obiettivi
a cascata è il loro allineamento con gli
scopi dell’organizzazione. Idealmente,
ogni collaboratore comprende e
condivide il proprio obiettivo all’interno
della strategia generale. La definizione
degli obiettivi è più efficace quando i
collaboratori vengono coinvolti nel
processo.
Gli obiettivi efficaci
Gli obiettivi, per essere efficaci
devono essere: riconosciuti da tutti
nell’organizzazione come importanti,
chiari e comprensibili oltre che scritti
in termini univoci e specifici.
Come sviluppare gli obiettivi
Prima di tutto bisogna individuare,
attraverso l’osservazione oggettiva
del processo aziendale, le aree di
miglioramento e le opportunità che
possono fare la differenza. Gli obiettivi
dovrebbero avere a che fare con le
sfide più qualificanti, ma queste, per
definizione, sono difficili e spesso
comportano rischi considerevoli.
Dunque da parte del management
c’è una tendenza naturale ad evitare
obiettivi ambiziosi. Si può evitare questo
blocco puntando ad obiettivi condivisi.
Il modo migliore è comunicare con i
collaboratori, condividendo l’impegno
e spiegando perché sono stati scelti quei
traguardi, quali vantaggi apporteranno
e quale sarà l’impegno richiesto.
Fatelo prima di lanciare il progetto e
assicuratevi che ci vedano dei benefici
personali.
Individuare e assegnare le priorità
Quali sono gli obiettivi che l’azienda
considera fortemente strategici?
Quali avranno il maggior impatto sulla
performance o sul profitto? Quali sono
i più complicati da raggiungere? Quali
sono quelli meglio raggiungibili sulla
base delle caratteristiche dell’azienda e
dei collaboratori?
Si noterà che alcuni obiettivi sono simili
o si sovrappongono. Quando accade, è
bene accorparli. Dopodiché è possibile
operare un’ulteriore suddivisione in base
a livelli strategici, secondari e a basso
9
MonzaClub
valore. Vale la pena eliminare i terzi,
per spostarsi su secondi e primi, stilando
una lista definitiva delle priorità.
Quattro tappe per il traguardo
Gli obiettivi strategici cominciano
ad avere senso solo se sono collegati
a piani pratici concepiti per il loro
raggiungimento. Quattro sono le tappe
fondamentali per convertire un “sogno”
in risultati misurabili: suddividere ogni
obiettivo in attività specifiche che
diano risultati attendibili; pianificare
l’esecuzione di tali attività; procurarsi le
risorse necessarie; avvertire un’eventuale
crisi di motivazione e porre rimedio.
Rispettare il piano
Controllate sempre dove vi trovate
rispetto ai vostri obiettivi, aggiornate
le persone coinvolte, se la progressione
rallenta affrontate subito il problema e
comunicate la conclusione di una tappa
e la sua esclusione dall’elenco.
La revisione conclusiva
Quando l’obiettivo è stato raggiunto,
ringraziate i componenti la squadra
e festeggiate. Ma il raggiungimento
dell’obiettivo non è la fine del
processo. L’ultimo passo è un riesame
approfondito di quel che si è fatto ed
anche di quello che non si è riusciti
a fare, affrontandone i motivi e
ipotizzando, anche in caso di successo,
se era possibile migliorare o fare in
modo diverso. È bene custodire tali
lavori in vista di ulteriori sfide. Si tratta,
infatti, di un vero e proprio tesoro.
Come uscire velocemente da una Srl
in tempo di crisi
La Srl (società a responsabilità limitata) è la forma societaria più diffusa in Italia.
Solo in Lombardia se ne contano circa 250.000
L
a Srl (società a responsabilità limitata) è la forma
societaria più diffusa in Italia. Solo in Lombardia
se ne contano circa 250.000. Tra queste, molte
hanno dimensioni modeste oppure sono inattive, e
spesso alcuni soci, pur avendo maturato la decisione
di uscire dalla società, preferiscono rimanere soci, con
tutte le responsabilità del caso, piuttosto che cedere
le quote sostenendo gli elevati costi del trasferimento.
Le cause che spingono un socio ad uscire dalla società
possono essere le più disparate, spesso legate a
motivazioni interne ed ancor più spesso a motivazioni
esterne, come ad esempio l’incertezza sull’attuale
congiuntura economica. Lo scopo, qui, non è però
quello di approfondire le cause che inducono un socio a
cedere la propria quota, che spesso sono infinite, ma
quello di fornire un valida alternativa alla vecchia
cessione di quote effettuata per atto pubblico
o mediante scrittura privata autenticata. Infatti,
non tutti i soci di Srl sanno che dal 2008 è
entrata in vigore la normativa che abilita i
Dottori commercialisti ad effettuare l’atto di
cessione di quote di Srl, che un tempo poteva
essere effettuato solo dal notaio. A differenza
del classico atto notarile, la stipula avviene
utilizzando l’innovativo sistema della firma
digitale. L’atto di cessione redatto in
formato pdf viene pertanto sottoscritto
digitalmente dalle parti utilizzando
un’apposita Smart card personale
(rilasciata dalle Camere di Commercio)
con la quale si inserisce il PIN al
momento della firma. La procedura
di apposizione della firma digitale
può essere fatta in qualunque luogo
purché le parti la firma sia effettuata
nell’arco della medesima giornata ed
in presenza del Dottore commercialista.
Tale innovazione ha consentito allo Studio
D’Angelo & Partners di offrire questo
servizio con un notevole abbattimento degli
onorari professionali per le operazioni di
cessioni di quote di Srl ed una tempistica
molto breve per giungere alla conclusione
del trasferimento. Infatti, per la stipula
dell’atto sono sufficienti in media 30 minuti
e per avere la visura con la compagine
sociale aggiornata sono sufficienti in media
2 giorni lavorativi. Lo Studio Associato di
Dottori Commercialisti D’Angelo & Partners
è stato tra i primi a cogliere l’opportunità
offerta dal legislatore di ampliare i servizi
professionali rivolti alle imprese e questo ha
consentito di affermarsi a livello regionale in
maniera efficiente ed innovativa nell’ambito
della cessione delle quote. La clientela
dello Studio ha manifestato da subito molto
interesse a questa innovazione del legislatore
e, stimolati dalla possibilità di realizzare a prezzo
contenuto una cessione che da tempo rimandavano
per timore dell’eccessivo costo dell’operazione, hanno
potuto concludere più serenamente i propri trasferimenti
di quote. Sul sito web dello Studio, in un’ottica di
maggiore trasparenza, sono pubblicati tutti i costi della
cessione che, naturalmente, crescono in funzione del
numero di quote oggetto della cessione. Ad esempio,
a prescindere dal valore della quota, che comunque
non rileva ai fini del calcolo delle spese, la cessione
può essere effettuata pagando 350 euro di onorari,
oltre ai diritti camerali ed all’imposta fissa di registro.
Si parla spesso di taglio dei costi e semplificazione
della burocrazia: con questo servizio il nostro Studio
intende distinguersi nel tessuto professionale
Lombardo avviando un nuovo modo di fare
consulenza alle imprese.
Per un maggior dettaglio delle nostre attività ti invitiamo
a visitare il nostro sito www.dangelo-partners.com
o a contattarci direttamente.
D’Angelo & Partners
D´Angelo & Partners è uno Studio Associato di Dottori Commercialisti che
condivide le proprie esperienze e competenze in campo finanziario, societario, contabile e tributario per offrire ai propri clienti un servizio professionale
integrato in tutte le fasi del ciclo di vita. Lo Studio assiste le imprese dalla fase
di costituzione e start-up sino alla fase di sviluppo o risanamento aziendale,
garantendo il successo di ogni singola fase. Infatti, il lavoro dei professionisti
dello Studio può terminare solo con il successo delle singole operazioni o fasi
di vita. Tale successo rappresenta il fondamento per ogni compenso professionale e per questa ragione ogni mandato professionale dello Studio implica
un meccanismo di retribuzione a success fee (commissione di successo).
I numeri
Le edizioni della Cento chilometri di
Seregno Trofeo Italsilva. L’edizione
di quest’anno della manifestazione
podistica, corsa domenica 14 aprile,
è stata quella delle grandi sorprese.
In campo maschile ad imporsi è
stato Francesco Milella, carabiniere
pugliese, che ha tagliato per primo il
traguardo fermando il cronometro su
7h16’51’’ e raccogliendo i frutti di una
tattica accorta. Il favorito brianzolo
Pietro Colnaghi è stata a lungo in
testa alla gara, ma complice il caldo
improvviso si è dovuto ritirare. In
campo femminile affermazione della
croata Maria Vrajic che ha
chiuso la propria fatica con
il tempo di 8h16’.
I nuovi commissari in ambito sanitario che hanno
preso il posto ad inizio aprile a Monza e Brianza.
La Giunta regionale ha nominato i sette
commissari di altrettante strutture ospedaliere e
Asl il cui posto era vacante.
Al San Gerardo arriva Simona Bettelini, che si
sposta però di soli pochi chilometri perché lascia
il posto di direttore sanitario della Asl per assumere
il ruolo di commissario del principale nosocomio
monzese. All’Asl di Monza e Brianza si insedia
invece Matteo Stocco, proveniente dall’ospedale
Niguarda di Milano.
Mila euro stanziati da Camera di Commercio di Monza e Brianza per sostenere
le giovani imprese e gli aspiranti imprenditori nei settori culturali e creativi in
Brianza. Il bando, che si è aperto lunedì 15 aprile, si colloca all’interno della
linea strategica “Innovazione e Impresa” del Distretto Culturale Evoluto, che
vede capofila la Provincia di Monza e Brianza, uno dei sette distretti sostenuti
dal progetto Distretti culturali ideato e realizzato da Fondazione Cariplo, con
il duplice obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale e di promuovere lo
sviluppo del territorio, attraverso un sostegno di quasi 4 milioni di euro solo
sul territorio brianzolo.
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I visitatori che hanno caratterizzato la 52°
edizione del Salone del Mobile di Milano. Di
questi 285.698 sono operatori del settore,
con presenze da 160 Paesi diversi tanto da
rendere l’evento, più che internazionale,
globale. “Il mondo che abiteremo è stato
il leitmotiv dell’edizione 2013, segnata
dal contributo di Jean Nouvel per il
“Progetto: ufficio da abitare”, uno spazio
dedicato all’interno del SaloneUfficio
dove l’architetto ha presentato cinque
scenari lavorativi unici e singolari per
dimostrare che un ambiente di lavoro
deve essere in grado di trasmettere
creatività, ispirazione e piacere di vivere.
Brianza grande protagonista tra glo oltre
2.500 espositori italiani e stranieri.
I cortometraggi realizzati con l’obiettivo di
raccontare i tesori della Brianza e proiettati in
anteprima martedì 9 aprile nella sala del cinema
della ex-Manifattura Tabacchi, a Milano, sede
del Centro sperimentale di Cinematografia
(Csc) e di Cineteca italiana. I quattro lavori
hanno inaugurato il format “DOCframe-viaggio
in Provincia” e sono stati prodotti per valorizzare la storia, la cultura e i beni
architettonici e paesaggistici del territorio brianzolo. I cortometraggi saranno
proiettati pubblicamente durante la festa del cinema in programma dal 9 al
16 maggio in tutte le sale nazionali che aderiscono all’iniziativa e saranno
proiettati anche a Monza in occasione di un evento speciale aperto al pubblico
e al Mic, il Museo interattivo del Cinema
Mila euro. A tanto ammonta l’investimento relativo
a un piano di interventi pensato per il Parco di
Monza, grazie alla collaborazione fra Consorzio di
gestione, Creda, il Centro documentazione reali
lombarde e la cooperativa La Meridiana. Quattro i
progetti presentati: la creazione di un nuovo punto di
informazione turistica a ridosso di porta Monza, una
sede per il Centro documentazione, il recupero di due
sale macine a cascina Mulini asciutti e un progetto di
opoterapia a cascina Costa alta. Le risorse necessarie
potrebbero essere recuperate attraverso un bando della
Fondazione della comunità di Monza e Brianza.
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In breve
Sporting Club: Cappuccio
neo Pres
C
arlo Cappuccio è il nuovo presidente dello Sporting
Club. L’avvocato monzese, socio da 15 anni del celebre
circolo di viale Brianza, è stato indicato lo scorso 23
aprile dal Consiglio direttivo per succedere a Maria Alberta
Mezzadri, presidente uscente. Accanto a Cappuccio, sono
stati eletti vicepresidenti Samantha Ceccardi e l’avvocato
Filippo Carimati che è anche consigliere di Brianzacque.
Il direttivo uscito dalle nuove elezioni vede la presenza di
Roberto Bursese, Alberto Castelli, Marco Crippa, Monica
Nobile, Claudio Panza, Franco Rucano e Giuseppe Sala che
ha sostituito, come segretario generale lo “storico” socio,
Felice Benasedo. Nel ruolo di tesoriere, Maurizio Oggioni.
“Naturalmente ringrazio tutti i soci che sono intervenuti
all’assemblea – spiega il neo pres – a prescindere da quale sia
stata la loro preferenza. Il direttivo che ho l’onore di presiedere
ora ricomincerà il proprio lavoro, rispondendo alle esigenze
di tutte le anime del club”. Gli obiettivi della nuova dirigenza
sono infatti molteplici, a partire dalla programmazione di
appuntamenti ed eventi. “Stiamo pensano a nuove idee,
soprattutto per i giovani e i giovanissimi - aggiunge Cappuccio
- alcune che si svolgeranno già questa estate, per dare anche
nuovo impulso allo Sporting”. E questo nuovo impulso,
secondo il presidente, dovrà arrivare innanzitutto proprio
dai soci ai quali ha lanciato in occasione dell’elezione un
appello alla partecipazione attiva, attraverso le commissioni,
attualmente in via di formazione. “Naturalmente - conclude
- sono a completa disposizione dei soci per accogliere
suggerimenti e idee”.
H
a ricoperto il ruolo di assessore alle Pari opportunità
per il Comune di Monza durante la scorsa legislatura.
Ora, il compito si fa anche più difficile. Martina
Sassoli, infatti, dallo scorso aprile è il neo assessore
all’Ambiente della Provincia di
Monza e Brianza. La chiamata
è arrivata direttamente dal
presidente Dario Allevi che già
aveva collaborato con il suo neo
assessore ai tempi della giunta
Mariani. “Una persona con
grandi capacità – l’ha definita
Allevi – che ho visto crescere
politicamente”.
Martina Sassoli, accanto alla
carriera
istituzionale,
che
la vede anche presidente di
Anci Giovani Lombardia, in
questi anni ha scalato anche
le vette del partito, diventando
vicecoordinatore
nazionale
Giovane Italia, la leva giovanile del Pdl. Come si diceva, il
nuovo compito sarà tutto fuorché semplice.
Nell’immediato futuro, infatti, l’attendono impegni come il
Piano provinciale dei rifiuti e il Piano cave. Martina Sassoli
è subentrata all’ex assessore
Fabrizio Sala, eletto consigliere
in Regione Lombardia alle
ultime elezioni. Tra i piani del
neo assessore c’è, ancor prima
dei contenuti, una priorità
di metodi: “È fondamentale
accelerare le risposte ai cittadini.
Oggi la media è di otto mesi.
Questo anche nell’ottica non
solo di proteggere il territorio
da ogni tipo di infiltrazione,
ma anche per essere più vicini,
soprattutto in questo momento,
alle imprese che hanno nella
Provincia un interlocutore
attento”.
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un week end davvero... SPECIAL
U
na grande festa e un’atmosfera speciale. Quella che
solo il mondo Special Olympics sa creare. Il Circolo
tennis Monza ha ospitato la terza edizione del
Meeting interregionale, riproponendosi in prima linea e
rilanciando il progetto “Il tennis per un sorriso” fortemente
voluto dal circolo di via Boccaccio e da Alberto Ciriani
che ormai da qualche anno ha aperto la propria attività ad
atleti con disabilità intellettiva. Oggi il Ct Monza è punto
di riferimento e modello per tante altre realtà sportive del
territorio, e i propri campi in terra rossa nel week end del 13 e
14 aprile, in collaborazione con Special Olympics Italia Team
Lombardia, hanno visto protagonisti atleti provenienti da
Lazio, Piemonte, Veneto e ovviamente Lombardia. Ottanta
persone circa, fra tennisti e accompagnatori, ospitate per la
due giorni di festosa competizione per le gare di singolo, di
doppio unificato, di abilità individuale Skills e mini tennis.
Tutti hanno dimostrato un grande impegno e voglia di far
bene dando vita ad incontri avvincenti entusiasmando
familiari, accompagnatori e spettatori presenti alla
manifestazione. L’evento si è aperto con la cerimonia che
come da tradizione ha seguito il protocollo olimpico.
Oltre al presidente della Provincia Monza e Brianza, Dario
Allevi, dell’assessore all’Ambiente provinciale, Martina
Sassoli, del consigliere delegato allo Sport del Comune di
Monza, Silvano Appiani, del presidente del Ct Monza, Carlo
Cevenini, il circolo di via Boccaccio ha “abbracciato” il
presidente del Coni regionale Lombardia, Pierluigi Marzorati
e il consigliere regionale e referente per la disabilità della
Federazione italiana tennis Lombardia, Riccardo Canali. Le
ore di gioco, le oltre 70 medaglie assegnate e soprattutto il
sorriso degli atleti hanno fatto il resto.
IL MONZA CALCIO PARLA AMERICANO
U
n po’ a stelle e strisce. Un po’ verdeoro. Ma con un cuore
biancorosso. È la nuova anima del Monza Calcio che,
dopo indiscrezioni e una trattativa di cessione che a
tratti ha assunto i caratteri di una vera e propria telenovela, è
finalmente passato di mano. Mr. Anthony Armstrong Emery
ha annunciato l’acquisto dell’Ac Monza Brianza 1912 con un
comunicato pubblicato sul sito ufficiale di EcoHouse Group,
la società dell’imprenditore anglo-brasiliano. Che sia di buon
auspicio per i risultati sportivi del club l’errore evidente nel
comunicato stesso che descrive il club biancorosso come
iscritto al campionato di Lega Pro di Prima Divisione. Un
anticipo di promozione. L’imprenditore americano, che per la
gioia dei tifosi brianzoli si è fatto immortalare in uno scatto
fotografico con al collo la sciarpa della squadra monzese, ha
annunciato inoltre tramite il proprio sito che sta nascendo
una scuola calcio sotto la supervisione di Clarence Seedorf.
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Da non perdere
Dal 12 aprile al 21 maggio
il Serrone di Villa Reale ospita
una mostra di fotografia unica
nel suo genere. Ballerine
professioniste emergono come
d’incanto da alcuni dei luoghi
più suggestivi del Parco
di Simona Calvi
O
ttanta immagini di rara bellezza, che incantano e
ispirano. Occhi nuovi per guardare al tesoro di Parco
e Villa Reale. Lo scorso 12 aprile il Serrone ha visto
l’inaugurazione di una mostra assolutamente da non perdere.
Un progetto firmato dal fotografo Riccardo Tagliabue in
collaborazione con il Consorzio del Parco di Monza intitolato
“Anima.Re”.
“L’idea – racconta Tagliabue - è nata alcuni anni fa. L’obiettivo
era quello di dare ‘movimento’ a scorci particolari di Parco e
Villa attraverso spiriti danzanti che creassero armonia in alcuni
luoghi meravigliosi della natura all’interno del Parco e che
potessero mettere in mostra, sotto una luce diversa, gli interni
della reggia”. Da qui il titolo prescelto, capace di conciliare
l’anima delle danzatrici con il re, il reale dei luoghi voluti da
Maria Teresa d’Austria e passati poi sotto casa Savoia, e l’idea
di animare i luoghi, renderli vivi e vivaci. “Il Parco – prosegue
Riccardo Tagliabue – è sinonimo di libertà di spazio e di
movimento, un luogo dove ci si può muovere liberamente, che
è vivo grazie alla vegetazione, a tutto quello che lo circonda ed
anche grazie a chi lo abita”.
Così, dopo un intenso anno di lavoro, è nata la mostra, che
resterà visibile fino al 21 maggio negli spazi del Serrone. Gli
scatti, realizzati in parte a colori e in parte in bianco e nero,
tutte di dimensioni tra i 100 centimetri per 70 e i 200 per 140,
saranno successivamente trasferiti alla Galleria Marco Monti
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MonzaClub
di via Volta dove sarà possibile acquistarli.
Tutti, tranne quattro che verranno messi all’asta l’ultimo
giorno della mostra. Il ricavato sarà devoluto all’Associazione
Amici del San Gerardo e alla Cooperativa La Meridiana per
sostenere il progetto del nuovo polo di assistenza e cura per gli
stati vegetativi.
Come si diceva, a dare anima agli incanti del Parco sono stati
i corpi perfetti di ballerine ed insegnanti di danza. Fra loro
Sheila Verdi, Valentina Giolo e Vera Santagata (muggiorese
ex miss Cinema), protagoniste attualmente dello spettacolo
Rhyth.Mix in scena a Berlino, Francesca Mottola, insegnante
di danza acrobatica e Alice Bellotto. Spiriti di fata, calati nelle
atmosfere mutevoli del Parco. Dai rossi autunnali allo smeraldo
intenso dei verdi fino all’oro che costella la Villa. Immagini che
mutano così come muta lo splendore dei luoghi.
Da tutto ciò nasceranno però anche ulteriori progetti. Sì,
perché la mostra, grazie al supporto di Corrado Beretta,
responsabile della comunicazione ma soprattutto una delle
anime del Consorzio, diventerà un libro e un percorso che
guiderà i lettori nei luoghi dove sono stati realizzati gli scatti.
Naturalmente la mostra è accompagnata anche da un ricco
programma di eventi collaterali tra cui due appuntamenti per
appassionati di fotografia, lo scorso 18 aprile e il 9 maggio,
con lo stesso Riccardo Tagliabue, uno il 2 maggio, alle 20.30
con Corrado Beretta, intitolato “Racconto tra mito e realtà”
e il 16 maggio da un vero e proprio concerto, che inizierà il
pomeriggio e proseguirà nella serata, con la presenza delle
ballerine che sono state protagoniste delle immagini.
L’ingresso ad Anima.Re è gratuito.
Per informazioni: 039.325106
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Attualità
I dati Aire hanno riaperto la ferita.
Nel 2012 è stato registrato un vero
e proprio boom di emigrazione.
Più 30 per cento gli italiani che hanno
deciso di lasciare il nostro Paese
Italia Addio
Gli emigranti 2.0
di Simona Calvi
A
l posto della valigia di cartone, oggi impugnano un Ipad.
E, spesso, hanno anche più di una laurea in tasca. E se per
caso non ce l’hanno, è sicuro che la conseguiranno là dove
probabilmente resteranno poi a vivere. Effetto crisi. Lo dicono
i dati Aire, il registro degli italiani residenti all’estero della
Farnesina. Il 2012 si è concluso con una vera e propria emorragia
dal nostro Paese. Un boom di emigrazioni all’estero, numeri che
parlano di un più 30,1 per cento rispetto all’anno precedente.
Non si vedeva da decenni, forse non si vedeva da quando i
ritals (termine dispregiativo con cui i francesi definivano
gli italiani emigrati la cui traduzione è “mangiaspaghetti”)
cominciarono a passare in massa dall’altra parte delle Alpi.
E non solo. Europa certo, ma soprattutto Americhe. Quel che
cambia oggi rispetto agli inizi del Novecento è che a partire
sono per lo più i giovani. Lo dice la rilevazione che specifica
un altro dato: sono più uomini che donne a fare le valigie e
la maggioranza è composta da trentenni. Per inciso, basta
anche una semplice ricerca su internet per scoprire tantissimi
e giovanissimi italiani raccontare on line le loro esperienze,
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Attualità
compresa la decisione di andarsene. Sono racconti che, al di
là delle singole scelte, parlano soprattutto al cuore. Perché
quella vena di amarezza per essere stati costretti a far le valigie
non manca mai. Torneranno, lo dicono quasi tutti, ma dopo.
Dopo essersi costruiti una vita e una carriera. Ma, ed è questo
il punto, altrove.
Se si analizza il parametro provenienza si scopre che ad emigrare
di più sono i lombardi. La regione considerata la più avanzata
d’Italia e fra le aree più sviluppate d’Europa è anche quella da
cui se ne vanno di più i giovani. Non bisogna fare però l’errore
di considerare la Lombardia peggiore di altre aree. Infatti, è
verosimile ritenere che sia il contrario, ossia che sia la regione
dove la tendenza all’internazionalizzazione porti più facilmente
i giovani a spostarsi per migliorare competenze e aumentare le
possibilità di successo. Curiosità, ma fino ad un certo punto, è
LE ROTTE DELL’EMIGRAZIONE (dati riferiti al solo bilancio 2012)
DESTINAZIONE EUROPEA
Il 62,4 per cento degli emigrati ha
scelto di rimanere sul continente.
Nell’ordine sono queste le mete
più gettonate:
10.520
8.906
7.520
7.024
3.748
2.317
Germania
Svizzera
Gran Bretagna
Francia
Spagna
Belgio
Gran
Bretagna
Belgio
Francia
Germania
Svizzera
Spagna
ITALIA
DESTINAZIONE MONDO
Il 37,6 per cento ha scelto di emigrare in altre zone del mondo. La top ten è così composta:
6.404 Argentina - 5.210 Usa - 4.506 Brasile - 1.683 Australia
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L’IDENTIKIT DELL’EMIGRANTE
Giovani, tra i 20 e massimo i 40 anni. Più uomini che donne,
anche se le percentuali si stanno bilanciando. È questa la
traccia che racconta dei nuovi emigranti. Vanno in Germania,
in Gran Bretagna o attraversano l’Atlantico per raggiungere
gli Usa e il Sudamerica. Sono spesso (quasi sempre) laureati
o andranno proprio all’estero a farlo. Guardano l’Italia da
lontano, spesso anche con malinconia e un pizzico di rabbia.
Perché basta leggere ciò che scrivono per comprendere.
Al primo posto della classifica sui motivi dell’addio, si legge
la delusione per la politica e l’assenza di investimenti sullo
sviluppo. Troppo poche le risorse a disposizioni dei giovani,
soprattutto se si parla di giovani talenti, di innovazione e di
ricerca.
2012
L’ANNO DELL’ESODO
30 › La percentuale di crescita degli italiani che
hanno deciso di trasferirsi all’estero
78.941 › L’emigrazione in unità dall’Italia verso
l’estero nel solo anno 2012. Nel 2011 erano stati
60.635
4,3 › I milioni di italiani residenti all’estero aggiornati
al 31 dicembre 2012
600.000 › La quota di giovani fra i 20 e i 40 anni sul
totale degli emigrati
2,5 › I milioni di italiani che si sono trasferiti
all’estero a partire dal 1990
che ad essere una delle mete preferite di questo nuovo flusso
migratorio è la Germania.
Passando ai numeri veri e propri, lo scorso anno il fenomeno
migratorio ha raggiunto vette importanti. Se nel 2011, infatti,
l’emigrazione dall’Italia ammontava a 60.635 unità, l’anno
scorso è arrivata a 78.941. Una cifra sconvolgente di cui
generalmente non si ha alcuna percezione. Come si diceva,
il fenomeno è più al maschile con un 56 per cento contro
il 44 delle donne. E la fascia d’età è quella di chi ha ancora
voglia e forze per rimettersi in gioco: dai 20 ai 40 anni. Come
giustamente notato da tutti gli osservatori, il fenomeno è
riconducibile ampiamente alla cosiddetta “fuga dei cervelli”,
le risorse (spesso quelle migliori) del nostro Paese. Secondo i
dati resi noti dall’Aire, la cosiddetta “fuga” ha riguardato circa
la metà del totale degli espatri.
Nella classifica delle regioni a maggiore perdita c’è, appunto,
la Lombardia che nel 2012 ha visto trasferimenti di residenza
per circa 13mila unità, seguita dal Veneto, con 7.456, Sicilia
a quota 7.003, Piemonte (6.134), Lazio (5.952), Campania
(5.240), Emilia Romagna (5.030), Calabria (4.813), Puglia
(3.978) e Toscana (3.887). La maggior parte degli emigranti
2.0 hanno scelto di restare comunque in Europa, il 62 per
cento, mentre a seguire destinazioni come America del Sud
(Brasile in testa con 4.506) e Centroamerica, Asia, Africa e
Australia. In ambito europeo, ha vinto la sfida la Germania
della Merkel, seguita da Svizzera, Regno Unito e Francia.
Gli italiani d’Argentina, come cantava Ivano Fossati, hanno
toccato quota 6.400, poco meno gli aspiranti residenti Usa,
5.120. Nel complesso il numero di italiani residenti all’estero,
aggiornato a fine 2012, ha toccato l’invidiabile vetta dei 4,3
milioni. Circa 2milioni e mezzo dal 1990. Una cifra che però è
data ancora in crescita….
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Attualità
Inaugurato lo scorso 3 aprile il maxi progetto atteso da oltre dieci anni.
Quasi due chilometri interrati per salvare il quartiere di San Fruttuoso
Viale Lombardia
Il tunnel ora c’è
di Simona Calvi
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U
na galleria fra le più lunghe d’Italia. Ma soprattutto
un sogno che diventa realtà sia per gli automobilisti
sia soprattutto per i residenti del quartiere di San
Fruttuoso. Viale Lombardia ha tagliato il nastro lo
scorso 3 aprile alla presenza di tutti coloro che in questi
anni hanno accompagnato il difficile iter di lavorazione.
Le Amministrazioni comunali in primis, Anas con il
presidente Pietro Ciucci, ma anche le aziende (come la
monzese Agam) il cui apporto è stato fondamentale. Al
taglio del nastro era presente il neo governatore lombardo,
Roberto Maroni oltre ai presidenti delle Province di
Milano, Guido Podestà e di Monza e Brianza, Dario
Allevi. “Una data storica” l’ha definita il sindaco Roberto
Scanagatti che, soprattutto, ha sottolineato che l’apertura
del tunnel sarà la fine di un periodo di disagi. In realtà,
i disagi sono andati avanti ancora qualche giorno a causa
delle code createsi nei primi giorni, ma su questo fronte
Anas ha garantito la soluzione entro un mese. Il tunnel
di viale Lombardia misura precisamente 1,805 metri ed è
costato cinque anni di lavori, ma soprattutto 80 milioni
di euro. Secondo le stime, sarà in grado di convogliare
dai 70 agli 80mila veicoli al giorno che fino ad ora
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Attualità
I dati
1.805 metri lungo i quali
si snoda il nuovo tunnel
sotterraneo, uno dei più
lunghi d’Italia realizzato
dall’uomo
75 milioni di euro che
sono stati necessari per
realizzare il percorso
sotterraneo della galleria
80.000 gli autoveicoli
che saranno convogliati
in media ogni giorno dal
tunnel di viale Lombardia
4 ettari di verde
recuperati dal progetto di
riqualificazione di superficie
che ricollegherà San
Fruttuoso al resto della città
4.100 metri di piste
ciclabili che saranno
realizzati in superficie con
la riqualificazione sopra la
galleria
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MonzaClub
transitavano in superficie. Con tutte le conseguenze del caso
non soltanto per il traffico, ma soprattutto per i livelli di smog.
Naturalmente i lavori che riguardano l’area interessata dalla
galleria non sono terminati. Sopra, infatti, dovrà prendere
il via a breve il progetto di recupero della superficie che il
Comune ha affidato all’architetto paesaggista Andreas Kipar.
Un intervento che realizzerà praticamente una sorta di nuovo
parco urbano.
Sì, perché l’intervento prevede quasi quattro ettari di verde
lungo circa 2 chilometri e largo quaranta metri. Una ricucitura
di San Fruttuoso al resto della città che si declinerà in una
strada carrabile circondata da ampie fasce di mitigazione.
È prevista la piantumazione di 600 alberi di fioritura, 26mila
metri quadrati di parco e circa 12mila di passeggiate e percorsi
nel verde. Accanto alla viabilità urbana correranno due piste
ciclabili, una da 1,8 chilometri dalla parte di San Fruttuoso
e l’altra di 2,3 chilometri dalla parte opposta. In altre parole,
un nuovo Parco per il capoluogo della Brianza. Ma ora, il più
sembra sia stato risolto….
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I PROTAGONISTI / DAVIDE ERBA
Per le foto di Davide Erba: marco pagani fotografo
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È partito da zero e in soli dieci anni
ha dato vita ad una realtà di successo.
Un imprenditore 2.0 e...controcorrente
Il mondo?
È piccolo
(relativamente)
di Simona Calvi
D
avide Erba, al di là delle ovvie ragioni anagrafiche – ha solo 32 anni
- incarna bene il modello di imprenditore 2.0. Per stile e modo di
pensare, controcorrente. Tanto per rendere l’idea, di primo acchito
ti fa venire in mente più la nuova leva imprenditoriale statunitense,
concentrata su idee nuove e vincenti, che non l’Italia ripiegata su se stessa e
attanagliata dalla crisi. Un argomento, quello della congiuntura economica,
su cui peraltro questo monzese che ha studiato al liceo Bartolomeo Zucchi,
ha idee proprie. Con molta chiarezza, infatti, ti spiega che “oggi non stiamo
vivendo una crisi, questo è il nuovo assetto economico”. E a giudicare dai
risultati raggiunti da Stonex, l’azienda che ha creato dal nulla, ha ragione
lui. Dagli apparecchi di misurazione ultrasofisticati fino all’ultima frontiera,
quella degli smartphone, lanciata a dicembre e già posizionata con successo
sul mercato. Attualmente è anche uno dei pochissimi blogger italiani (in
tutto sono sei di cui solo due indipendenti) i cui interventi sono ospitati sul
sito web del quotidiano Il Giornale. Uno dei suoi ultimi articoli parlava di
giovani e start up. Un argomento che conosce da più di dieci anni, quando
ha fatto armi e bagagli, poco più che ventenne, ed è partito per la Cina…
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MonzaClub
I PROTAGONISTI / DAVIDE ERBA
Non è facile fare
impresa in Italia.
Però è possibile.
Bisogna adeguarsi ad
un nuovo mondo
Per i parametri italiani, sei un ultragiovane. A 32 hai un’azienda che
sta andando benissimo e che continua ad espandersi. Da dove nasce la
tua storia di imprenditore?
Nasce più che altro dall’intuizione. Dietro le spalle non ho una
famiglia di imprenditori, quindi ho costruito tutto da zero. A
vent’anni sono partito e ho scelto la Cina…
Parliamo di dodici anni fa quando, comunque, la Cina non era ancora
quel colosso mondiale che è oggi. Perché hai scelto questo Paese?
Perché mi hanno incuriosito le dinamiche che si stavano
sviluppando. D’abitudine sono attento ai cambiamenti sociali ed
economici e quindi ho pensato di andare a fare esperienza lì. Ho
iniziato a collaborare con aziende cinesi che stavano cercando
personale occidentale per aprire nuove reti commerciali. A quel
tempo la Cina era orientata soprattutto verso l’esportazione,
mentre oggi ha sviluppato un mercato interno enorme. La mia
esperienza è stata sul campo, a contatto con aziende in forte
crescita.
E dopo?
Dopo questa fase, durante la quale ho acquisito tutta una serie
di competenze sia di carattere commerciale che organizzative ho
deciso che era il momento di tornare in Italia e di aprire una
realtà mia. Ed è nata Stonex.
Scusa la domanda, ma parlavi cinese?
No
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E come te la sei cavata?
Con l’inglese e con tanta voglia di farcela. Mi sono creato subito
un network di amici sul posto, com’è normale, e sono andato
avanti…
C’è voluto più coraggio, intraprendenza o follia?
Sicuramente coraggio e razionalità. E comunque anche la voglia
di confrontarsi con altri modi di vivere e di pensare. In fondo i
cinesi non sono molto diversi dagli italiani, quindi alla fine ha
contato più la capacità di essere versatile, di entrare in sintonia
con una cultura diversa e, soprattutto, di dedicarsi al lavoro con
passione.
Dicevamo che alla fine di questa esperienza sei tornato in Italia e hai
fondato Stonex..
Sì, con l’esperienza acquisita e con i partner industriali e
commerciali che mi ero creato, sono partito con un’azienda che
ha sede qui sul territorio e che opera nel settore nel quale mi
sono formato che sono gli strumenti di misurazione. Mi sono
specializzato in un settore particolare, caratterizzato da tante
verticalizzazioni e sottonicchie, ognuna legata ad un’applicazione
specifica.
Ci puoi spiegare la filosofia che ha guidato la nascita della tua
azienda?
Il primo passo di crescita è stato quello di non concepire il prodotto
come qualcosa di fisso, ma di viverlo come una soluzione a delle
problematiche. In altre parole, un mezzo per risolvere problemi e
rispondere a richieste. Sembra un concetto banale, ma non lo è.
Intendi che non è un modo di fare impresa diffuso?
Non molto, molte aziende vivono il prodotto come fine a se stesso.
Noi, invece, abbiamo pensato di creare soluzioni capaci, a loro
volta, di aprire numerosi mercati verticali. Per fare un esempio,
il nostro core business è il settore della topografia, ma lo abbiamo
esteso all’industria, all’agricoltura, alla cartografia…
Un modello che viene applicato, quindi, ai singoli settori. Potenzialmente
infinito...
Esattamente, creando degli applicativi specifici si vanno a risolvere
i problemi di quel settore. Per capirci, noi lavoriamo con le miniere,
con le cave, con mezzi di lavoro come gli scavatori, la nostra capacità
è di andare a toccare molti mercati. Questo permette di differenziare
il rischio. Se un mercato specifico va in crisi, ci sono gli altri che
funzionano. Questo è il primo elemento distintivo di Stonex.
E il secondo?
È l’internazionalizzazione. Diciamo che, per come è strutturato
il nostro core business, siamo solo in quattro in tutto il mondo e
questo ci ha permesso di internazionalizzare in modo relativamente
semplice perché ci sono poche fiere di settore, pochi magazine
specializzati, il mondo è relativamente piccolo e quindi è stato
meno complesso diventare player mondiali. Ad esempio, qui
a Monza, produciamo i laser scanner tridimensionali che sono
un prodotto unico, che non ha concorrenti per questa fascia di
prezzo. Infatti è molto richiesto anche da Enti governativi. Ad
esempio, in Cina c’è un’azienda statale che ha scelto noi per
creare un progetto di digitalizzazione del territorio. Tutta la Cina
verrà scansionata in 3D con i nostri strumenti.
Adesso, però, avete lanciato anche gli smartphone, un settore molto
più affollato…
Accanto alla linea professionale, dallo scorso dicembre, ci siamo
lanciati nell’avventura del mercato consumer, partendo dagli
smartphone. Potrebbe sembrare un settore distinto da quello
principale, ma in realtà non è così perché produciamo già Pda
(personal digital assistant, nda) che devono funzionare in condizioni
climatiche particolari, spesso estreme. Quindi, sfruttando queste
competenze, siamo partiti sfruttando la piattaforma Android che
già utilizziamo per le nostre strumentazioni.
Come sta andando?
Sono molto soddisfatto, perché sta crescendo rapidamente e ha
ottenuto un ottimo riscontro anche da parte dei media. Questo
ci fa ben sperare. Certo, sarà un’avventura lunga perché il settore
consumer è molto complicato e ci sono player che sono veri e
propri colossi. Stiamo migliorando sempre di più il prodotto sia
sul fronte software sia sull’hardware. Prima vendevamo solo on
line, mentre adesso stiamo iniziando ad inserirci anche nella
grande distribuzione. Sono convinto che diventeremo molto
forti, partendo dall’Italia verso il resto del mondo.
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I PROTAGONISTI / DAVIDE ERBA
È facile fare l’imprenditore in Italia?
Non posso dire sia facile, ci sono tutta una serie di burocrazie
e lungaggini che altrove non ci sono. Però è possibile. Con la
voglia di fare e mettendo in pratica modalità di impresa che
si confacciano al 2013. È chiaro che oggi pensare di aprire
un’azienda di livello territoriale è difficile. Oggi è necessario
ragionare a trecentosessanta gradi. Quello che mi dispiace è che
si fa credere alle persone che oggi siamo in crisi e che fra due o tre
anni l’economia ripartirà…
Perché, non è così?
Oggi non stiamo vivendo una crisi. Questo è il nuovo assetto
economico che si è andato a creare. E chi non riesce a competere,
è destinato a chiudere. È cambiato il mondo e dobbiamo adeguarci
reinventando il modo di fare impresa e diventando competitivi.
A tuo avviso qual è il freno maggiore alla competitività delle imprese
italiane?
Sicuramente concorrono le condizioni non vantaggiose che ci sono
in Italia, anche sotto il profilo fiscale con imposte penalizzanti.
Ma non è solo questo. Quello che vedo è che spesso manca il
Quindi prima di cambiare la produzione, è necessario cambiare la
testa?
Esattamente. Bisogna rendersi conto che i mondi dell’impresa,
dell’industria e del commercio sono radicalmente cambiati.
Anche parlare, come fa troppo spesso la politica, di supporto del
made in Italy in modo indiscriminato, è deletereo…
È un’opinione molto controcorrente, almeno a giudicare da quello che
sentiamo tutti i giorni sul made in Italy…
Certo, ovviamente tutti ci auguriamo che l’industria, il made in
Italy e via dicendo vadano bene, ma resta il fatto che deve essere
un made in Italy di un certo tipo. Per intendersi, tutto quello che è
bassa tecnologia deve sparire dall’Italia perché è inutile. Bisogna,
anzi, accelerare il processo di riforma dell’impresa. Realizzare
prodotti a basso valore aggiunto qui significa non essere in grado
di competere…
Con la Cina, ad esempio…
Non solo, anche con l’Est Europa, il Sudest asiatico, con la
Turchia. La cosa incredibile è che si sentono opinioni assurde
intorno a questi temi. L’Italia, a mio modo di vedere, deve fare un
salto in termini di innovazione. E questo è legato anche ad altri
aspetti della società che vanno dalla scuola all’università…
Paradossalmente, proprio i settori che lamentano la maggiore scarsità
di investimenti. Là dove dovremmo investire è dove non investiamo...
Esattamente. Dire quindi che l’Italia è messa in crisi dalle
economie emergenti non è vero. In Europa ci sono esempi di
Paesi che stanno andando benissimo, tipo Norvegia o anche la
stessa Germania. Vanno bene non perché abbiamo chissà che
doti, ma perché sono economie che si sono modificate, che hanno
inseguito la tecnologia e l’innovazione e continuano a farlo.
Ti fa paura, da imprenditore italiano, guardare oggi alla Grecia?
In parte, nel senso che l’Italia ha un altro tessuto industriale e
imprenditoriale. Però ci sono forti rischi, le imprese stanno
chiudendo e il saldo fra chi apre e chi chiude è fortemente in
negativo. Inoltre stiamo pagando anche la frammentazione delle
imprese stesse…
ricambio generazionale. Vedi una vecchia classe di imprenditori
che continua a tenere in mano le redini dell’impresa influendo
sulle scelte aziendali. Mi rendo conto, ovviamente, che non è una
colpa, ma sicuramente un freno. Perché di solito l’imprenditore
che si forma in un determinato modo, tende a mettere in pratica
le soluzioni che avevano funzionato a suo tempo in maniera
nevrotica. Ed è un errore….per carità, poi magari succederà
anche a me fra qualche anno! (ride, nda).
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MonzaClub
Tipica della Brianza…
Sì, quello che è stato un vantaggio iniziale, la microimpresa
famigliare, oggi è un freno perché non si hanno gli strumenti per
competere a livello mondiale.
Che consiglio daresti ad un giovane che vuole seguire un percorso
uguale al tuo?
Direi che la prima cosa è farsi le ossa, lavorando in azienda,
magari non concentrandosi sullo stipendio all’inizio, ma sulla
Dire che l'Italia
è messa in
crisi dalle
economie emergenti
non è vero
comprensione delle logiche d’impresa. Poi, ci vuole passione e la
capacità di affrontare le difficoltà.
Stonex ha sede in Italia. Come mai, considerata la tua esperienza
estera, hai fatto questa scelta?
I motivi sono tanti, sicuramente anche perché l’Italia è il mio
Paese. Ma anche perché ritengo che, nonostante tutto, qui si
possa fare impresa. In Italia ci sono grandi competenze, c’è una
quantità di ingegneri, ad esempio, di altissimo livello che non
sono da meno dei tedeschi o degli americani.
Se in Italia ci sono possibilità, come interpreti la cosiddetta fuga dei
cervelli?
Capisco molto bene chi se ne va, perché ovviamente la
frustrazione in questo momento è forte. Naturalmente non giudico
chi fa questa scelta, anche perché probabilmente se oggi dovessi
ripartire da zero, quasi sicuramente valuterei anche un’esperienza
all’estero.
Fino a poco tempo fa sei stato impegnato anche su un altro fronte,
quello di presidente del Fiammamonza. Un’esperienza che si è
conclusa. Perché?
Ho semplicemente dovuto fare delle scelte perché mi rendevo
conto che, a fronte di impegni che si stanno moltiplicando, non
avevo il tempo. Sono amministratore delegato e presidente sia
della linea di produzione professional sia di quella consumer
e quindi dovevo decidere. Erano già mesi che non riuscivo
materialmente a seguire la squadra…
Tra dieci anni come ti vedi?
Domanda difficile…credo che se il mercato e le scelte aziendali
proseguiranno così, diventeremo uno dei punti di riferimento a
livello nazionale.
Quattro domande pistola alla tempia...la qualità principale di un
imprenditore?
L’intuizione e la capacità, a volte, anche di scartare delle intuizioni.
Soprattutto, la forza di mettere sempre la mission aziendale al di
sopra di tutto.
Il difetto peggiore per un imprenditore?
Non mettere in discussione la propria visione e non accettare il
fatto che il modo di operare cambia.
Il tuo pregio...
La capacità di analisi.
E il tuo difetto?
A volte l’essere troppo o bianco o nero. Difficilmente scelgo la
strada del compromesso.
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MonzaClub
Confindustria Monza e Brianza
È tempo di bilanci per Renato Cerioli,
presidente uscente dell’Associazione
industriali di Monza e Brianza
La ricetta anticrisi?
Fare sistema
di Raffaele Pozzi
Q
uattro anni intensi. Caratterizzati da un unico comune
denominatore: la crisi globale e locale che morde il tessuto
produttivo di un territorio che nel tempo si era fatto apprezzare
in Europa e nel mondo per innovazione, idee e qualità. La Giunta
esecutiva di Confindustria Monza e Brianza ha designato Andrea
Dell’Orto come candidato alla carica di presidente dell’associazione
per il biennio 2013-2015; sarà l’assemblea ordinaria del 13 maggio,
poi, a calare virtualmente il sipario sul mandato affidato alla guida
di Renato Cerioli. L’occasione per il presidente uscente per trarre
un bilancio del proprio operato e volgere lo sguardo alle sfide del
futuro...
Presidente, il 13 maggio con le consultazioni e il voto degli oltre 900
associati, si concluderà il suo mandato alla presidenza di Confindustria
Monza e Brianza. È inevitabilmente tempo di bilanci…
La crescita del numero dei nostri associati è stata sicuramente positiva,
in questi quattro anni è passato da circa 650 a 900 nonostante la
grave crisi economica che ha portato, nella stragrande maggioranza
delle associazioni territoriali, ad una riduzione degli iscritti. Credo
che le aziende del nostro territorio abbiano apprezzato il lavoro
svolto, in termini di rappresentanza e di servizi altamente qualificati,
che l’associazione oggi è in grado di erogare ai propri iscritti.
34
MonzaClub
A livello personale si sente arricchito e, in caso positivo, sotto quali
aspetti dall’esperienza vissuta nell’ultimo quadriennio?
È stata un’esperienza unica, che mi ha permesso di conoscere le
aziende del territorio, di confrontarmi con loro, di partecipare
alle diverse iniziative insieme agli altri attori della Provincia e di
rappresentare le istanze della nostra Brianza a livello regionale e
nazionale. Ho imparato tantissimo. Per me è stata un’opportunità
straordinaria che ho cercato di cogliere impegnandomi con
tutte le energie disponibili. Conoscere gli “uomini” e le “donne”
che stanno dietro ad un’insegna piuttosto che ad una nomina
istituzionale o politica, entrare nella dialettica di un territorio,
dialogare con i giovani, per me rappresentano indubbiamente
risorse preziose che ho maturato in questi quattro anni e che
porterò con me tutta la vita.
Non sono stati anni facili. Quali le linee guida che hanno caratterizzato
il suo mandato. Quali gli obiettivi raggiunti?
I principali obiettivi perseguiti e che ritengo di avere affrontato in
modo positivo sono stati: riorganizzazione della struttura interna di
Confindustria di Monza e della Brianza (circa il 30% del personale
è cambiato ed abbiamo puntato su molti giovani promettenti),
ampliamento e qualificazione dei servizi offerti ai nostri associati,
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MonzaClub
Confindustria Monza e Brianza
partecipazione attiva alla nascita della Provincia di Monza e
Brianza, nascita di un rapporto stretto e costruttivo con il mondo
dell’istruzione e con gli studenti, stimolare un confronto concreto
sui problemi delle nostre imprese con l’amministrazione pubblica,
con la politica, con il sindacato, con il mondo delle professioni e
con le altre associazioni datoriali.
Nutre anche qualche rimpianto?
Mi dispiace che i media, soprattutto quelli locali, non abbiano
sempre dato un giusto risalto agli eventi e alle iniziative da noi
organizzati. Non è stato favorito un ampio confronto sugli stimoli
da noi offerti durante i numerosissimi incontri, con interlocutori
prestigiosi di fama nazionale ed internazionale, avvenuti presso la
nostra organizzazione.
Gli ultimi dati Istat fotografano un quadro economico ancora
caratterizzato dal segno meno. A febbraio 2013 l’indice nazionale
della produzione industriale è diminuito in termini tendenziali del
3,8%. Nella media dei primi due mesi dell’anno la produzione è scesa
del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In sintesi:
la luce in fondo al tunnel si fatica solo a intravedere. Quale la ricetta
per uscire da una crisi, che sarà sì globale, ma la cui scure sta colpendo
in particolar modo il nostro Paese?
L’opportunità è globale, la debolezza è nell’Europa ed in
particolare nei cosiddetti Paesi del mediterraneo, tra cui
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MonzaClub
l’Italia, che non sono ‘adeguati’ per confrontarsi nel contesto
internazionale. È in corso una competizione tra i continenti
in cui noi stiamo soccombendo. Quali sono le nostre debolezze
che (con grave ritardo) occorre superare rapidamente? Uno
Stato inefficiente troppo presente nell’economia, un contesto
produttivo formato da imprese mediamente troppo piccole
e troppo sbilanciate nei settori a basso valore aggiunto. O si
favorisce una vera riconversione produttiva oppure la via del
declino sarà inevitabile.
La Brianza ce la farà? Determinazione, passione, creatività
e consapevolezza nelle proprie qualità non mancano ai nostri
imprenditori. Quale ulteriore salto devono compiere? E la Brianza su
cosa deve puntare?
I nostri imprenditori ce la faranno. Hanno però bisogno di operare
in uno Stato 'normale' dove la tassazione sia meno mortificante,
la giustizia funzioni, la burocrazia sia semplificata, e dove si possa
operare in un contesto di reale fiducia verso le imprese. Le regole
nazionali non possono non tener conto che i mercati e i clienti
sono globali. È in corso una competizione non solo tra imprese ma
anche tra modelli di Welfare, tra sistemi democratici.
La Brianza deve puntare sulla sua risorsa più importante, le
persone. Le scuole sono la palestra da cui passeranno i nostri
futuri imprenditori, i collaboratori e i professionisti, e che ne
determinerà competenze e valori. È da lì che bisogna partire.
Andrea Dell'Orto è stato indicato come candidato alla carica di Presidente di Confindustria per il biennio 2013 - 2015
Certo che ogni iniziativa dovrà trovare il sostegno e l’appoggio delle
banche attraverso una diversa politica del credito alle imprese…
Le banche devono tornare a fare le banche: raccogliere risorse
finanziarie dai risparmiatori ed erogare prestiti alle imprese ed alle
famiglie. La cosiddetta ingegneria finanziaria ha drogato i mercati
finanziari ed il conto lo stanno pagando i risparmiatori, le imprese
e le famiglie.
Servono imprese bancarie sane, concentrate sul loro core
business, ed imprese produttive più strutturate anche da un punto
di vista della qualità della documentazione amministrativa. È
fondamentale per impostare un dialogo proficuo con le istituzioni
finanziarie.
E poi ci sono le note dolenti legate alla Pubblica Amministrazione.
Il debito non onorato con il settore privato è una spada di Damocle
che rischia di zavorrare il sistema economico italiano anche qualora
dovessero presentarsi segnali di ripresa. Cosa si aspetta dal prossimo
Governo? Quale risposta dalle Istituzioni?
Per essere credibile uno Stato deve per lo meno onorare i propri
debiti. Tema ugualmente importante è che le risorse che lo Stato
riceve dai contribuenti devono essere ben impiegate.
Segnale emblematico della sofferenza dell’imprenditoria su tale
questione sono state le parole pronunciate a Foggia proprio pochi
giorni fa dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: “Uno
Stato che non paga i propri debiti è uno stato incivile. È uno stato che
deve assolutamente cambiare atteggiamento. Non dimentichiamoci
che quelli sono soldi nostri…”. Come giudica questo duro intervento
da chi guida un’associazione che storicamente ha sempre cercato un
dialogo e un punto di incontro con lo Stato?
Il Presidente Squinzi ha giustamente sottolineato con grande
energia un problema che ci portiamo avanti da troppi anni e che
i vari Governi non hanno saputo (o voluto) affrontare. In una
situazione di crisi, come quella che stiamo attraversando ormai da
troppi anni, pensare che aziende falliscano a causa dei problemi
finanziari legati ai mancati pagamenti dello Stato è vergognoso.
In che direzione si dovrà muovere Confindustria nel futuro?
Spetta al nuovo presidente stabilire le future direttrici
dell’Associazione. Io sarò al suo servizio.
Un messaggio o un consiglio che si sente di dare a chi le succederà e a
tutti gli imprenditori brianzoli.
L’invito agli imprenditori brianzoli è di partecipare sempre più
attivamente alla vita dell’associazione, che nasce dalle imprese
per le imprese. Occorre superare l’individualismo tipico italiano
e fare sistema. I problemi potranno trovare più facile soluzione se
le imprese sapranno agire insieme, e Confindustria di Monza e
della Brianza è la loro casa, con i suoi pregi, da preservare, e i suoi
difetti, da correggere. Insieme.
37
MonzaClub
L’intervista
Da ex municipalizzata ad azienda
quotata in Borsa. Acsm – Agam sfodera
ogni anno numeri importanti.
Che parlano di un successo che ha
le sue radici nella vicinanza ai cittadini
Roberto Colombo
«La crisi si vince
sul territorio»
di Simona Calvi
I
l territorio e l’impresa. Se fosse un claim, potrebbe essere quello di
Acsm Agam. Da municipalizzata cittadina a realtà di riferimento.
Tanto per capirsi, un’azienda che nel settore della distribuzione
gas, quello gestito dalla controllata Acsm Agam Reti Gas-Acqua,
si è aggiudicata il 5 per cento delle gare bandite nel nostro Paese.
Il segreto? Lungimiranza, ma soprattutto un radicamento forte sul
territorio.
Non erano tantissimi quelli che avrebbero scommesso sulle sorti
della fusione che nel 2009 diede vita alla nuova realtà brianzolo
- lariana. Eppure, la storia successiva ha dimostrato con i numeri
che la scelta è stata giusta. Perché oggi, a bilancio 2012 presentato, i
dati parlano di ricavi dalle vendite consolidate per 257,8 milioni di
euro. Solo l’anno precedente, nel 2011, la stessa voce era arrivata a
217,2 milioni. Un incremento di circa 40 milioni di euro che la dice
lunga sia sul volume d’affari di Acsm Agam sia sulle potenzialità
dell’azienda. Azienda che per inciso - in particolare con Enerxenia
che ha raccolto nell’area monzese il testimone di Agam vendite
per gas ed energia elettrica - si batte sul mercato contro i colossi
del comparto. Insomma, una storia positiva, in controtendenza nel
quadro della crisi. Ne abbiamo parlato con l’attuale presidente, il
monzese Roberto Colombo che di questa fusione fu non solo uno
dei promotori, ma anche uno dei protagonisti.
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MonzaClub
Acsm Agam si sta guadagnando un posto di primo piano nel panorama
dell’energia…
Devo dire di sì. Senza enfasi, bisogna riconoscere che Acsm Agam
è una realtà di successo del territorio. Territorio su cui l’azienda
reinveste in termini di capitali, infrastrutture, innovazione, lavoro,
occupazione e sostegno alle realtà associative, dal sociale allo
sport.
Perché dice senza enfasi?
Perché viviamo, come territorio e come Paese, un momento di crisi
pesantissima e non vorrei che qualcuno interpretasse il parlare di
una situazione controcorrente non come un contributo al dibattito
sulle diverse strade per uscire dalla recessione, ma come mancanza
di sensibilità verso quelle realtà, sociali e aziendali, che stanno
pagando in prima persona gli effetti della crisi.
Ci sono i numeri a parlare per voi…
Sì, è vero. I numeri del conto economico certificano che la nostra
società gode di ottima salute e questo è un fatto che apprezzano
azionisti e lavoratori. Inoltre, da questo ne derivano benefici
in termini di investimenti e contributi. Siamo riusciti a dare
soddisfazione anche ai cittadini con tariffe migliori e con un servizio
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MonzaClub
L’intervista
attento e puntuale, risolvendo in tempo reale i problemi dell’utenza.
Abbiamo raggiunto il minimo storico dei reclami. Questo, credo,
perché l’azienda ha saputo cogliere in anticipo alcuni cambiamenti
in atto nel settore e ha saputo trasformarli prima in programmi e
poi in azioni concrete sul territorio.
Parliamo di utili, quegli utili che vanno anche ai Comuni soci di Acsm
Agam. Di questi tempi è oro…
Sì, certo. La società è quotata in Borsa, ma i principali azionisti
sono i Comuni di Monza e di Como, in pratica i cittadini stessi. La
storia di Acsm e di Agam separate, senza la fusione, sarebbe stata
molto diversa. Agam era la classica municipalizzata che si occupava
solo di distribuzione e vendita di gas sul territorio di Monza, in un
regime di sostanziale monopolio. Nulla di male, ma l’evoluzione del
mercato e l’apertura alla concorrenza, imponevano scelte diverse
e rapide. Da sindaco avevo dato il via alla privatizzazione e poi,
attraverso un bando di evidenza pubblica, era stato individuato
il socio industriale, l’allora Aem. Qualche anno dopo sono
stato richiamato dagli azionisti per valutare e avviare la fusione.
Dettaglio non secondario, Monza detiene la parte più importante
della partecipazione, con oltre il 29 per cento.
Gli inizi sono stati duri però…
Sì, molto duri. Abbiamo puntato per la governance aziendale su
un unico organo per favorire l’integrazione tra le due aziende e
migliorare operativamente i rispettivi sistemi. Bisognava innestare
una nuova cultura industriale che superasse la limitatezza di
visioni aziendali campanilistiche. Lo stesso compianto Giuliano
Zuccoli, allora presidente di A2A, definì il percorso della fusione
‘difficilissimo’. Ma era davvero necessario voltare pagina, fare un
passo avanti e dare prospettive di crescita e di sviluppo all’azienda.
Oggi, a distanza di tempo, che l’azienda sia un’unica realtà è un
fatto condiviso da tutti, dall’amministratore delegato al Cda, ormai
coesi e consapevoli, a lavoratori e sindacato, con cui abbiamo un
dialogo costante e costruttivo fino all’azionista che ci ha rinnovato
la propria fiducia, cosa di cui lo ringrazio.
Quali sono stati i benefici più immediati della fusione?
La crescita in fatturato e quote di mercato, la riduzione dei costi
di struttura e il mantenimento dell’occupazione. Con le recenti
acquisizioni potremo persino aumentarla. Inoltre abbiamo
realizzato investimenti importanti sul territorio e utili per gli
azionisti, non certo facili di questi tempi. Le due aziende, se fossero
rimaste separate, non avrebbero potuto reggere la concorrenza e
nemmeno accedere ai finanziamenti necessari per sostenere il
piano industriale dei prossimi tre anni che prevede investimenti
per 83 milioni di euro. E questo è tanto vero che la prima risposta
positiva a sostegno del nostro business plan ci è arrivata dalla Cassa
Depositi e Prestiti.
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L’intervista
Voi fate della territorialità una bandiera. Ma basta a spiegare questi
risultati?
In parte, sì. È ovvio che dietro i numeri di Acsm Agam c’è un
grandissimo lavoro sotto il profilo industriale, commerciale ed
organizzativo oltre ai continui investimenti in infrastrutture,
innovazione e tecnologia. Chi chiamava ‘carrozzone’ questa realtà
ha dovuto ricredersi. Oggi possiamo anche permetterci di guardare
al futuro con una diversa prospettiva e il radicamento sul territorio
è vissuto da Acsm Agam come un vero e proprio asset, al centro di
ogni nostro indirizzo strategico. La differenza tra noi e gli altri è che
i nostri call center, la nostra assistenza, i nostri uffici sono tutti qui,
non a centinaia di chilometri di distanza. E quando investiamo, lo
facciamo qui. Come dicevo prima, per rafforzare questa sinergia,
non solo diamo lavoro a cittadini del territorio, ma sosteniamo
iniziative e realtà locali che svolgono attività sussidiarie e che,
avendo mezzi limitati, hanno bisogno di un supporto.
Ad esempio?
Vero Volley, Scherma Monza, il Calcio Como e anche Onlus come
Cancro Primo Aiuto. Ma abbiamo sostenuto anche manifestazioni
culturali dedicate ai valori della società, la legalità e lo stesso
territorio con le sue comunità locali. Nel lungo termine la vicinanza
del servizio – bisogna tenere presente, infatti, che il prezzo del
gas è uguale per tutti – e la presenza creano un plus difficilmente
raggiungibile da chi, dall’esterno, arriva con promesse che, spesso,
non possono essere mantenute. Poi, ovviamente, occorre tecnologia
e innovazione. Per intendersi, sul fronte del teleriscaldamento siamo
considerati tra le realtà più avanzate d’Italia.
A proposito, a che punto è il teleriscaldamento?
È una rete in continua espansione, i cittadini stanno rispondendo.
All’inizio c’era un po’ di titubanza, poi ne sono stati compresi i
benefici. Bisogna considerare che il teleriscaldamento permette di
risparmiare su tutte le spese di manutenzione. Attualmente ci stiamo
espandendo sulla rete Monza Nord, che è limitrofa all’ospedale e
l’obiettivo è quello di arrivare a collegare proprio quest’ultimo ed
anche Villa Reale, attualmente interessata dalle opere di restauro.
Ovviamente l’appalto passerà da un bando al quale parteciperemo
sicuramente.
Così come parteciperete ai nuovi bandi nel settore distribuzione gas su
Brianza e Comasco?
Quello riguardante la gara d’ambito per la Brianza sarà il primo dei
bandi cui parteciperemo. La gara, che sarà espletata il prossimo anno,
riguarderà Monza e alcuni Comuni limitrofi. Bisogna aggiungere,
per tranquillità dei cittadini, che ci siamo già aggiudicati un bando
due anni fa che ci garantisce la gestione della rete del gas a Monza
per i prossimi 11 anni. Qualora vincessimo anche la gara d’ambito
estenderemmo la nostra distribuzione anche sulla Brianza.
Ci sono progetti di ulteriori fusioni all’orizzonte?
Il tema è di pertinenza degli azionisti. Al momento possiamo solo
dire che siamo interessati a crescere non solo attraverso fusioni,
ma anche attraverso alleanze industriali. Abbiamo già esposto
ai nostri azionisti le nostre idee in proposito e alcune ipotesi di
lavoro. Ora attendiamo le loro valutazioni per dar seguito o meno a
questi contatti preliminari. Del resto, il futuro del settore, indicato
anche da Cassa Depositi e Prestiti e dal suo veicolo operativo, il
Fondo strategico italiano, è proprio quello dello sviluppo attraverso
alleanze ed aggregazioni industriali.
Torniamo ai numeri. Ci può spiegare l’aumento consistente che avete
registrato nel 2012?
Anzitutto siamo riusciti a crescere in quasi tutti i settori aziendali
ampliando così la diffusione territoriale e il nostro portafoglio
commerciale. Ci siamo aggiudicati la gestione delle reti di
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MonzaClub
distribuzione gas in diversi Comuni del lariano che non erano
nostri clienti. Altri ci hanno confermato la loro fiducia, grazie
anche a servizi sempre più competitivi a parità di tariffe. Acsm
Agam ha saputo poi qualificarsi sul mercato come azienda solida,
seria e attenta al servizio, all’assistenza e ai problemi del territorio.
Qualità e caratteristiche che, alla lunga, premiano sempre.
Abbiamo parlato di una realtà positiva. Qual è il suo pensiero sulla crisi
che sta attanagliando l’Italia?
Credo che il tempo delle parole sia finito. L’Italia, se vuole uscire
dalla crisi, ha solo una strada: le larghe intese come precondizione
di un Governo forte, di scopo, indispensabile per ridare fiducia e
speranza al Paese, per far ripartire il mercato interno e l’economia,
per ritrattare con forza alcune clausole del Trattato di Maastricht,
inadeguate in tempi di crisi. Perché, ad esempio, gli investimenti
infrastrutturali per la Germania, per la Francia e non per l’Italia
sono esclusi dal rapporto deficit/Pil? Perché il sistema bancario
viene obbligato ad impegnare la propria liquidità per garantire gli
investimenti in titoli di Stato anziché sul sistema delle imprese?
Il Paese ha bisogno di queste ed altre risposte. Deve preservare la
disciplina fiscale, ma deve uscire in fretta da una linea di solo rigore
che ci ha portati all’attuale recessione. Rigore e crescita. Bisogna
voltare pagina, il tempo per gli uomini di buona volontà è ora…poi
rimarranno solo macerie su cui sarà sempre più difficile ricostruire.
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MonzaClub
Giovani talenti
Al 33enne ricercatore è stata assegnata in Campidoglio
una borsa di studio dalla Fondazione Umberto Veronesi.
Alla cerimonia dei Grant in Campidoglio sono intervenuti
quattro premi Nobel
MATTEO CEREDA
Fare ricerca
in Italia?
Si può e si deve
di Raffaele Pozzi
U
n pizzico di emozione era inevitabile. Anche per lui, che
per necessità e virtù, ha sviluppato negli anni dedicati alla
ricerca le indispensabili doti della razionalità e del controllo
dei propri stati d’animo. Unite a calma e pazienza, perché la
strada sulla via dei risultati scientifici è lunga. Anche se un primo,
personale, risultato è stato conseguito. Ogni anno la Fondazione
Umberto Veronesi pubblica bandi di concorso per l’assegnazione
di finanziamenti per progetti di ricerca di elevato profilo scientifico
e ampia ricaduta sulla salute pubblica e per l’assegnazione di borse
di ricerca per giovani medici e ricercatori.
Matteo Cereda, 33enne ricercatore di Veduggio, ce l’ha fatta
grazie al suo progetto di ricerca che ha lo scopo di analizzare
alcune rare mutazioni implicate nello sviluppo delle forme
ereditarie di tumore al seno, premessa fondamentale per lo
sviluppo di future terapie. Poco male se alla cerimonia ufficiale
della consegna dei Grant 2013, che si è tenuta nella sala della
Promoteca del Campidoglio il 20 marzo, quest’anno era assente il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano impegnato nelle
frenetiche consultazioni di Governo. La sostanza non cambia
e soprattutto il parterre des roix è stato d’eccezione: oltre al
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MonzaClub
fondatore Umberto Veronesi, a Paolo Veronesi, presidente della
Fondazione, a Giuliano Amato, presidente del comitato etico,
a Pier Giuseppe Pelicci, presidente del comitato scientifico, e a
Chiara Tonelli, presidente del comitato scientifico valutatore,
sono intervenuti alla cerimonia i quattro premi Nobel Harold
Kroto, Martin Chalfie, Luc Montagnier e Ada Yonath.
Matteo, immagino che la soddisfazione per il riconoscimento
conseguito sia stata grande?
Senza dubbio. Significa che sto lavorando su un progetto valido
e che la strada intrapresa è quella giusta. Potrò dedicarmi ancora
alla ricerca e questa è la cosa per me fondamentale. Certo aver
partecipato a una cerimonia così importante e sentita perché
coincide con il decimo anno di attività della Fondazione
Umberto Veronesi rappresenta un valore aggiunto.
E il tuo progetto di ricerca potrebbe fornire indicazioni importanti
per nuove terapie per il tumore al seno…
Questa è la speranza e il sogno. Per sintetizzare, conosciamo
l’ereditabilità della malattia, ma non come insorge.
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MonzaClub
Giovani talenti
Mi concentrerò sull’analisi delle mutazioni rare per comprendere
proprio questo, per raggiungere informazioni utili da applicare
successivamente alla fase della terapie e della cura.
davvero pochi. E poi il tempo stringe perché ogni settimana è in
calendario una riunione nella quale dobbiamo presentare i risultati
ottenuti e descrivere l’operatività dei sette giorni precedenti.
Quale è la giornata tipo di un ricercatore. Quale il tuo modus
operandi?
Per prima cosa noi ricercatori sappiamo bene che non esistono
né sabati né domeniche. Alle 8.30 inizio l’attività e la concludo
intorno alle 19.00, nel mezzo una brevissima pausa. Al momento
passo maggior tempo al computer per l’analisi dei grandi dati,
meno in laboratorio, ma complessivamente i tempi morti sono
Mentre eri ricercatore dell’istituto di cure a carattere scientifico
“Eugenio Medea”, che fa parte dell’associazione “La Nostra
Famiglia” di Bosisio Parini, hai vissuto un’importante esperienza al
laboratorio di biologia molecolare dell’università di Cambridge in
Inghilterra e quotidianamente ti relazioni con colleghi provenienti
da altri Paesi. A che punto è la ricerca in Italia?
Grosse differenze nell’applicazione e nell’attività dei ricercatori
non ce ne sono. Ho la possibilità di lavorare a Milano in un
Campus che fornisce davvero molti stimoli. È aperto 24 ore
su 24, si organizzano seminari, approfondimenti, la “lingua
ufficiale” è l’inglese perché collaboriamo con ricercatori
provenienti da Turchia, Inghilterra e altre nazioni. Forse, la vera
grossa differenza con alcuni Stati esteri è il maggior numero di
persone che si dedicano a un solo progetto, ma questo dipende
inevitabilmente dai budget e dalle risorse e politiche statali.
Personalmente mi ritengo fortunato e onorato di poter lavorare
con la Fondazione Umberto Veronesi che in Italia rappresenta
una vera e propria isola felice.
Definisci la Fondazione un’isola felice. Perché?
Per numerosi motivi. Per l’apertura mentale ai progetti
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MonzaClub
DIECI ANNI
DI FONDAZIONE VERONESI:
UN IMPEGNO AL FEMMINILE
innovativi, perché finanzia un alto numero di studi e progetti,
per l’esperienza decennale nella ricerca, per l’organizzazione
della struttura ben inserita a livello istituzionale. Possiamo dire
che la Fondazione Veronesi fa riferimento al lato anglosassone
della ricerca, privilegia i progetti e non gli istituti.
La Fondazione Veronesi compie dieci anni: di studi, di ricerche, di campagne e di attività dedicate e devolute alla
donna, alla tutela della sua salute e alla promozione del
suo benessere. Un impegno nato con la prima campagna
di dissuasione al tabagismo e la creazione di un Movimento Donne contro il Fumo, con testimonial d’eccezione, e
consolidatosi lungo gli anni attraverso progetti di prevenzione oncologica, e in particolare di diagnosi precoce per il
tumore al seno, che continueranno anche per tutto il 2013.
Dieci anni guidati in questo campo da un solo obiettivo:
pensare e ideare per la donna una chirurgia conservativa
per preservare la femminilità e terapie intelligenti, efficaci e
mirate al tumore, per migliorare la qualità della vita.
Al di là degli aspetti positivi ci sono indubbiamente gli enormi
sacrifici da compiere. Cosa spinge un ragazzo a dedicare anima e
corpo alla ricerca?
Personalmente quello che mi spinge a fare ricerca è la possibilità
di essere d’aiuto agli altri. Ogni giorno vivo con la speranza e con
la consapevolezza che se in tutta la mia vita potessi fare anche
una sola cosa giusta in grado di salvare una vita umana, allora
ogni sacrificio sarebbe pienamente ricompensato. Un ricercatore
sa che da solo non può cambiare il mondo, ma è consapevole che
con il proprio lavoro può compiere un piccolo passo in avanti
in un cammino che toccherà inevitabilmente a qualcun altro
proseguire.
Il futuro. Come ti vedi e immagini tra venti anni?
Non ho dubbi. Mi vedo così come sono ora: un ricercatore.
È quello che so fare.
Hai già vissuto delle esperienze internazionali. Dove ti piacerebbe
lavorare?
Lavorare con equipe di altre realtà arricchisce il proprio bagaglio
e il panorama della ricerca internazionale può offrire magari
maggiori soddisfazioni sotto il profilo prettamente economico.
Tuttavia anche per questo aspetto non ho dubbi: in futuro
mi vedo ricercatore in Italia. La mia volontà è quella di dare
una mano qua, di arricchire e accrescere il nostro Paese. Una
scoperta all’estero sarebbe una scoperta da accreditare a un altro
Stato e avrebbe un sapore inevitabilmente diverso.
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Living
La città
Da apparecchiare
di Greta La Rocca
Macinapepe che sembrano grattacieli, stuzzicadenti che diventano alberi, pentole che sono
piazze, piatti che ricordano case: è il progetto firmato dallo studio monzese di design Ghigos
Ideas e presentato a Francoforte. Un’idea originale per valorizzare il Made in Italy
L
i abbiamo visti al Salone del Mobile 2012. “Apparecchiare
la città” era una delle installazioni realizzate nel centro di
Milano: una città sulla tavola, una metropoli apparecchiata
come se fosse un insieme di architetture in miniatura.
Un omaggio al food e al kitchen raccontato con un linguaggio
ironico e divertente dallo studio di Monza Ghigos Ideas.
Da questa idea, quasi una sfida e una provocazione, è nato un
progetto più complesso e importante presentato pochi mesi fa
a Francoforte ad Ambiente, la fiera internazionale dedicata al
mondo della tavola, del regalo e del complemento, uno degli
appuntamenti fieristici più sentiti dal settore e uno degli eventi
più significativi per la Messe di Frankfurt.
Oggi “Apparecchiare la città” è diventato un progetto che
coinvolge più aziende: “Dopo l’esperimento presentato al Salone
del Mobile, è nata la prima collezione del marchio Lago Maggiore
Casalinghi, un progetto di rete che coinvolge le piccole e medie
imprese dello storico distretto del casalingo del lago Maggiore,
lago d'Orta, Verbania e Cusio Ossola - spiegano i designer
Davide Crippa, Barbara Di Prete e Francesco Tosi - abbiamo
coinvolto diversi soggetti che hanno scelto di valorizzare le loro
singole specificità attraverso un network comune, per creare un
nuovo brand”.
Lo studio Ghigos Ideas ha disegnato la collezione e curato
l’allestimento in fiera, in occasione della presentazione ufficiale:
“Abbiamo proposto ai visitatori una curiosa città d’oggetti”. I
tavoli sono isole abitate che ospitano oggetti monumento, icone
di architetture, in un continuo gioco di rimandi tra scale diverse:
nello skyline troviamo piatti che rappresentano case, pentole
Living
che sono piazze, macinapepe che riecheggiano grattacieli dai
profili sfaccettati. “È il punto di vista che cambia la realtà e fa
sperimentare una surreale passeggiata tra oggetti che perdono la
loro valenza funzionale e si scoprono altro”.
E quali oggetti apparecchiano la nostra città? Ci sono i macinapepe
che ricordano l’exterior di grattacieli, dai profili irregolari: dai
classici “Rococò” e “Shadow”, al colorato “Arlecchino” fino ai
più stravaganti “Déjà-vu”. E per chi desidera un biscotto a forma
di Torre Eiffel? Ci sono i “City cookies”, gli stampi dei biscotti
che danno forma ai monumenti delle capitali europee. E per i
cuochi più distratti, c’è “Il tempio della distruzione”: gli utensili
da cucina che rompono, tagliano, tritano, macinano diventano
parti di una piramide atzeca. “Ionico” è il batticarne che si
trasforma in una tradizionale colonna in stile ionico. Tante idee
di cui queste sono solo un assaggio. Da ricordare, però, anche
gli “Stuzzicanti”: lo stuzzicadenti diventa un “albero” con più
assaggi per i più golosi e portato in tavola su una scacchiera. Chi
tocca a giocare?
La collezione dà vita a un gioco di forme e di dimensioni, in
un continuo rimando tra presente e passato, tra tradizione e
futuro. La cucina diventa un gioco e questa lettura, originale
e nuova, diventa per le aziende coinvolte, che hanno prodotto
la collezione, un’interessante scommessa per presentare il Made
in Italy.
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la
bouillabaisse
food fighter
Due chef e tanta fantasia. E la sfida è servita
È arrivata la primavera e anche stavolta i nostri amici ci presentano le loro
creazioni. Talenti che si cimentano con le eccellenze della cucina. Italiana e non.
Perché non basta nutrirsi per dire di avere mangiato.
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La Bouillabaisse (cosa bolle in pentola...)
chef
a confronto
A
Vincenzo Butticè,
executive chef e anima de Il Moro, ha iniziato
a muovere i primi passi sotto la guida del maestro
Salvatore Schifano, da cui ha ereditato la passione per la
tradizione e l'innovazione gastronomica.
La primavera, gli asparagi e l’amore
«citius quam asparagi coquantur»
Svetonio Alle note sulfuree e dolci , alla forma e
al colore e alla velocità di crescita dei
turioni si sono ispirati molti scrittori e
alcuni personaggi illustri ne facevano uso
per prevenire spiacevoli default. Luigi
XIV fece erigere a Versailles un obelisco
in dedica al giardiniere che riusci a coltivarlo tutto l’anno, Napoleone III
se il cuoco non li preparava rinviava le cene intime, anche Augusto ci lascia
traccia nella citazione di Svetonio. Alla primavera , stagione di rinascita
dedico l’abbinamento, asparago e rosa, che ha un sapore molto gradevole
e delicato, che ricorda lontanamente la mela verde o talvolta la fragola. In
più, essendo ricca di vitamina C, è utile per combattere il raffreddore.
L’anima del piatto:
Il piatto serve il risveglio della natura coi suoi
colori e profumi
Punte di asparago
di Mezzago, petali di
rosa rossa non trattata,
e tartufo nero
ricetta per 4 persone
Ingredienti
200 g = Asparagi di Mezzago
1 = rose rosse non trattate
40 g = tartufo nero
50 g = Raspadura
40 g = Olio extra vergine
della Valle Belice
35 g = Aceto balsamico
di Modena 12 anni
2 pizzichi = Cristalli di sale marino
di Salina
Procedimento
= Mondare l’asparago e dividere le
La ricetta dedicata all’anima
La ricetta ideata vuole significare
la semplicità, la spontaneità,
l’equilibrio e la rinascita
con note dolci e gradevoli abbiniamo
l’asparago rosa alla rosa
rossa per un connubio
all’insegna della
primavera
punte dal gambo
= Sfogliare la rosa e metterla a bagno in
acqua , ghiaccio e bicarbonato per
1 minuto
= Far cuocere il gambo tagliato a pezzi
da 2 cm dell’asparago in acqua salata
per 6 minuti per le punte solo due
minuti
= Mettere le punte e il gambo in acqua e
ghiaccio
= Preparare una vinaigrette con l’aceto
balsamico e sciogliervi i cristalli di sale
= Avvolgere le punte dell’asparago con i
petali di rosa
= Disporre fondo piatto il gambo
dell’asparago ed irrorare con la vinaigrette, disporvi le punte con i petali di
rosa
= Adagiarvi delle vele di Raspadura
= Affettare il tartufo nero per ultimare il
piatto.
RISTORANTE IL MORO
Via Parravicini G. Francesco, 44 - 20900 Monza (MB)
Tel/Fax: +39 039/327899
[email protected] - www.ilmororistorante.it
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Risotto ai gamberi
rosolati al profumo di
maggiorana e polvere
di olive taggiasche
Bisque di crostacei
4 =
2 =
1 =
5 =
1 =
gambe di sedano
cipolle
scalogno
carote
finocchio
Carapace di crostacei
80 g =
200 ml =
30 g =
2 =
20g =
20 g =
riso carnaroli
di bisque
di polvere di olive
taggiasche essiccate
gamberoni puliti
Parmigiano
Burro
= Maggiorana
Polvere di olive:
Fare sgocciolare le olive e farle essicare
in forno a 90gradi per 3 ore.
Ridurle in polvere utilizzando un cutter
Bisque di crostacei:
Soffriggere sedano, carote, cipolla e
scalogno, finocchi e rosolare bene.
aggiungere il carapace dei crostacei
rosolare e sfumare con brandy,
aggiungere concentrato di pomodoro
e coprire con del ghiaccio.Cuocere per
almeno un ora e filtrare il composto.
Aggiustare di sale.
Procedimento
Tostare il riso a fuoco medio con un
soffritto di cipolla per 4 minuti, sfumare
con del vino bianco secco e lasciarlo
evaporare, poi aggiungere a poco a poco
la bisque di gamberi fino a cottura del riso
15 minuti, lasciarlo riposare per 2 minuti
e mantecare con burro e parmigiano.
Scottare i gamberoni in padella con olio
e sale e maggiorana. Impiattare il riso
all'onda, adagiare sopra i due gamberoni
e la polvere di olive a formare una striscia.
L
Guido Ongaro è il titolare
del ristorante Osteria La Lira.
Un luogo dove la tradizione e
l'innovazione la fanno da padroni.
La scelta di questo piatto nasce
dalla volontà di salutare lo chef
uscente ricordando l'importante
apporto che ha portato alla nostra
cucina. È un piatto che abbina
il sapore della tradizione alla
sperimentazione, elementi che
hanno caratterizzato il ristorante La Lira nell'ultimo periodo di gestione.
L'inizio della nuova stagione ha visto l'arrivo di un nuovo staff, giovane
e versatile, che ha deciso di mantenere alcuni piatti, tra cui quello qui
presentato, per garantire continuità, ma che in vista dell'estate che
avanza ha introdotto nel menù nuove proposte innovative ed interessanti,
tese a valorizzare i piatti tipici della cucina tradizionale esaltando
i sapori a cui siamo da tempo abituati grazie all'utilizzo di prodotti
caratteristici del nostro territorio.
La filosofia del piatto
I sapori dolci, ma intensi dei crostacei, la maggiorana e le olive taggiasche
ci trasportano d’incanto lungo una spiaggia dorata inebriati dal profumo
di salsedine. Un risotto, piatto della tradizione lombarda, capace di
fondersi con aromi e sapori della cucina mediterranea. Un incontro ricco
di promesse, tutte mantenute.
OSTERIA LA LIRA
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OSTERIA LA LIRA
Via Amati, 52 - 20900 Monza
Tel: 039/2026548 - Info: www.osterialalira.it
Lifestyle
primav
CONTRASTI DI
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lisa
nna
di A
ion
e
Ma
nz
era
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Lifestyle
Lola di Jimmy
Choo: sandalo in
pitone con plateau
e cinturino alla
caviglia, dalla
stampa esotica
e multicolor che
riprende il tema
romantico della
collezione.
GUCCI-ETRO: maxi bijoux
per entrambe le maison.
Gucci: motivo floreale per gli
orecchini pendenti e maxi
collana in resina color corallo,
metallo e strass. Etro: pietre
e metalli stilizzati per uno
stile etnico
O
ggi vale tutto. Soprattutto in questa stagione calda, appena
arrivata, se ne vedranno di tutti i colori e non solo.
Sarà la stagione dei contrasti, come vi avevo già anticipato:
dallo chicchissimo black&white alle stampe, ma stampe di ogni foggia
e stile, geometriche, safari, tropicali, gipsy. Sottolineiamo le stampe
grafiche che riprendono dall’arte alcune delle sue caratteristiche
principali. I colori? Alla dolcezza delle tinte nude si opporranno i colori
forti, vitaminici, caramellosi. Quindi via libera a sabbia, cipria, rosa,
ghiaccio, ma anche blu lago, rosa fucsia, arancio, giallo limone. L’idea
geniale di questa stagione è il color block: alternare sapientemente
blocchi di colore a tinte neutre. Una bomba, soprattutto sulle pelli
che gradualmente si stanno colorando.
Il discorso vale, immutato, anche per gli stili: wild safari versus
glamour - chic. Semaforo verde a serpenti che si arrotolano intorno
al braccio, tessuti pitonati, look audaci e tremendamente seducenti
in netta contrapposizione allo sfarzo e all'opulenza degli anni d’oro
del “grande Gatsby”: atmosfere festaiole e glamour a colpi di cappelli,
fili infinti di perle, clutch con applicazioni in Swarovsky, gioielli
luminosissimi come cristalli, paillettes e pietre preziose, l’importante
è che siano grandi.
Nulla rispecchia tutto ciò come la collezione s/s 2013 di Roberto
Cavalli. Iperfemminile, colorata, sensuale, ispirata all’Art Nouveau,
con stampe disegnate a mano e dettagli in pizzo. Tessuti leggeri e
fluttuanti come chiffon e seta, sia per i pantaloni a palazzo che per gli
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Roberto Cavalli:
bag in pitone
color pesca con
catena e
dettagli in oro,
ma portata a
mano, come
vuole la moda
di questa
stagione
abiti lunghi, con ricami di Swarovsky bianchi e neri. Ampia palette
di colori: dai bianchi ai rosa effetto “nude”, si passa a colori pastello
per finire sui colori forti come verde acido, arancio e viola, mixati
alle stampe animalier, caratteristiche della maison. Immancabili poi
i classici bianco e nero per le serate mondane.
In ogni caso e qualsivoglia stile o tendenza decidiate di seguire, la
primavera finalmente è arrivata e, dopo il lunghissimo inverno che
ci lasciamo alle spalle, l’unico must have devono essere le coccole
che solo questa stagione sa donarci, coccole gradite come quelle del
risveglio al mattino. Il piacere di riscoprire le cose semplici, che fanno
belle le giornate, dedicare un po’ di tempo a noi stessi e a quello che
ci mette allegria, come, ad esempio, rinnovare il guardaroba. Basta
usare qualche piccolo stratagemma e sapersi accontentare, la vita
ci sorriderà sempre. Se seguirete i nostri consigli, ci riuscirete senza
ombra di dubbio.
Voglia di shopping e budget ridotto? Non è necessario assaltare le
boutiques di Parigi per essere belle! Basta andare da Chablis, ad
Arcore.
Troppi impegni per partire per il fine settimana? Tintarella da
Summer light, a Sovico.
E per avere un make up perfetto, da giorno o da sera, esattamente
come le star dello showbiz, c’è l’Atelier di Monica Virga, a Monza.
Nelle prossime pagine tutti i dettagli…
Buona Primavera!
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Lifestyle
Piacevolissimo cocktail party di benvenuto alla primavera
da Chablis ad Arcore, lo scorso 3 Aprile.
Welcome Spring
CHABLIS
di Annalisa Manzione
P
er una sera via Casati si è trasformata in una piccola via
della Spiga, con bollicine, stuzzichini, ospiti da tutta la
Brianza che, su invito della padrona di casa, Rina, si sono
precipitate ad ammirare le collezioni s/s 2013 di Flavio Castellani,
con abiti bon ton dai meravigliosi colori accesi e vitaminici, con
applicazioni di pietre preziose a renderli ancora più eleganti.
Come sempre però non potevano mancare, ed è una tradizione per
Chablis, collezioni più fresche e giovani, come quelle di Kokka,
Michelle e Fairly.
Linee molto versatili, ironiche, impertinenti. Linee che sanno
anche osare, giocare, accontentare i capricci delle donne con
forme, volumi, colori e tessuti diversi e, perché no, stravaganti.
Da Chablis la serata è stata un trionfo, per le clienti affezionate,
che già conoscevano Rina e il suo meraviglioso angolo dove
glamour e raffinatezza riescono sempre ad incontrarsi, ma anche
per le nuove amiche, che hanno conosciuto una nuova boutique
capace di andare incontro alle esigenze di tutte.
Inoltre, grazie ai consigli di Rina, è stato divertentissimo aiutare
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le clienti a completare e rendere unici gli outfit per le diverse
occasioni, con accessori come orecchini, bracciali, collane
e una splendida linea di borse coloratissime e originali, fatte
completamente a mano e di produzione brianzola.
Hanno fatto furore, riscuotendo enorme successo i capi in pelle di
un'azienda toscana, di Arezzo per l’esattezza, la B. For, produttrice
di giubbini in pelle di altissima qualità e super fashion al tempo
stesso, ma a prezzi a prova di crisi.
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TUTTE dive CON
Lifestyle
MONICA VIRGA
di Annalisa Manzione
A
rmani, Trussardi, Fendi.
Manuela Arcuri, Elisabetta Canalis, Federica Fontana,
Stefano Di Martino, Kirsten Stewart.
Solo alcuni dei nomi della moda e dello showbiz di fama
internazionale con cui ha lavorato. Anzi, diciamo meglio, che
ha contribuito a rendere belli. Sì, perché è questo il lavoro
di Monica, famosa make up artist delle star: rendere belle le
persone attraverso il make up e l’acconciatura, trovarne il
punto di forza e aiutarle a valorizzarsi.
Pensare che all’interno di un corpicino tanto esile, si racchiuda
tutta l’energia e la passione per le innumerevoli cose che fa,
e fa benissimo, è impensabile. Eppure è così: Monica Virga,
nonostante sia una giovane donna, ha alle spalle un’esperienza
ventennale nel mondo della moda e di fronte uno splendido
percorso professionale che, da poco, ha deciso di concentrare
sostanzialmente nella sua Monza, pur dividendosi spesso
tra l’Italia e gli Stati Uniti. Del resto, quando provi il suo
strepitoso make up, non torni indietro. Entrare nel suo atelier
di via Carlo Alberto 11, un prive di élite situato al secondo
piano ed inaugurato lo scorso dicembre, è come entrare a casa:
caldo e accogliente, sempre pieno di belle persone con cui
chiacchierare e scambiare opinioni, bere un caffè e guardarla
all’opera. Progettato e studiato dall'amico e architetto monzese
Emanuele Tagliabue per rispecchiare esattamente la sua
personalità, è un vero e proprio salotto chic.
Dice, orgogliosa, di avere seguito le orme del padre, il famoso
hair stylist delle dive, Piero Savergnini: “Frequentavo il liceo
artistico e dopo la scuola andavo nel suo salone di bellezza a
imparare tutti i trucchi del mestiere”.
Spontaneamente le chiedo come mai lei e il padre abbiano
cognomi diversi. Monica risponde che Savergnini è un nome
d’arte e che, nonostante il suo agente volesse che anche lei si
facesse conoscere con lo stesso cognome, si è sempre opposta
perché voleva farcela da sola per dimostrare a lui, al mondo ma,
soprattutto a se stessa, di essere brava e di riuscire ad affrontare
il controverso mondo della moda camminando sulle proprie
gambe, solo grazie al talento. E direi che ci è riuscita alla
grande. Dopo aver, quindi, girato il mondo e lavorato tra Italia,
Stati Uniti, Brasile, Messico, per importantissimi magazine di
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moda, ha deciso di "fermarsi" - per così dire- lanciandosi in una
nuova avventura da imprenditrice, per dedicarsi alla sfera del
privato, portando tutto il suo enorme bagaglio di esperienza
e bravura nella propria città, che adora. La sua mission è far
sentire tutte le donne come delle dive.
L’atelier di Monica si trova nel cuore di Monza ed è un pozzo
di meravigliose sorprese; situato in una delle vie più eleganti
della città, è uno spazio privilegiato ad uso esclusivo delle
clienti, dove ognuna può scegliere tra una vastissima gamma
di servizi: make up personalizzato da giorno e da sera, aperitivi
di bellezza nei quali sorseggiare delle bollicine con le amiche
ed essere truccate per la serata tutte insieme in un’atmosfera
allegra, spensierata, dove farsi coccolare, in perfetto stile
hollywoodiano: cura delle sopracciglia, che sono la cornice
dello sguardo, corsi di trucco professionale, dedicati sia alle
donne che vogliano imparare, della durata di tre ore, sia ad
estetiste e truccatori professionisti. Perché Monica è anche
una bravissima insegnante, chiamata addirittura dall'Istituto
di Moda Marangoni per insegnare agli stylist di domani tutti
i segreti per un trucco fotografico perfetto. Ma non è l’unica
collaborazione per la nostra artista: con la fotografa Michela
Magagni, autrice anche degli scatti di questo servizio, ha dato
vita a quello che chiamano “il giorno di autostima”, nel quale
ogni donna può realizzare un vero e proprio book fotografico,
con svariate tipologie di trucco e farsi così uno splendido
regalo da tenere per sé o da donare al proprio compagno, ad
esempio. La passione di Monica per la bellezza delle donne
è una passione a 360 gradi: basta guardare le sue spose per
dissipare ogni dubbio. Insieme a Diana Da Ros, wedding
planner di Monza, è in grado di rendere speciale il giorno
più importante della vita. Dalle prove al giorno delle nozze,
Monica segue le sue spose in ogni dettaglio, studiando il make
up e l’acconciatura più coerenti con l’abito e con lo stile del
matrimonio, con trucco e acconciatura in grado resistere a
baci, abbracci e lacrime di gioia! Ma il pezzo forte dell’atelier
è la sua linea di make up professionale. E quando dico “sua”
intendo studiata e prodotta proprio da Monica. Dal fondotinta
liquido, al rivoluzionario fondotinta spray. Eccellente qualità
dei prodotti a prezzi davvero vantaggiosi.
Testati dalla sottoscritta.
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MonzaClub
Lifestyle
La rivoluzione
dell'abbronzatura
nel cuore della
brianza
di Annalisa Manzione
"M
a sei stata in vacanza?" Una
domanda alla quale, ormai, sono
abituata... Naturalmente, appena
uscita da Summer Light, solarium e centro
estetico innovativo ed accogliente aperto da
Andrea Di Paola, nel centro di Sovico, in
via Giovanni da Sovico 104.
Voglia di estate e di un mood più allegro
con un po’ di abbronzatura, quindi la parola
d'ordine è: “Vado da Andrea”.
Mossa stravincente, perché Andrea propone
- ed è uno tra i pochi in tutta la Brianza a
poterlo fare - un metodo alternativo, veloce e
sicuro per ottenere un’abbronzatura perfetta
total body senza esposizione ai raggi UV.
Il trattamento avviene in una cabina dotata
di un sistema elettrostatico che garantisce
un trattamento spray uniforme per un
colore dall’aspetto naturale e dorato in soli
sei secondi. Nonostante la fiducia assoluta
in Andrea, per la professionalità dimostrata
nel corso di quasi sei anni di attività, sulle
prime a prevalere può essere lo scetticismo.
Invece, una vera e propria rivoluzione non
solo per gli amanti dell'abbronzatura, ma
davvero per tutti.
In pochissimi secondi, la pelle assume
una tonalità meravigliosas, ad un prezzo
assolutamente competitivo: 13 euro a
seduta. Provare per credere!
Per i clienti più tradizionalisti, inoltre, è
a disposizione una lampada esafacciale,
doccia e lettino. In più, da Summer Light,
esiste anche un'offerta estetica articolata e
completa, con una serie di trattamenti viso
e corpo per le donne e, perché no, per gli
uomini più esigenti ed attenti alla cura del
proprio aspetto e della propria forma fisica:
epilazione, massaggi, ricostruzione unghie
in gel e molto altro.
Consiglio spassionato: passate a trovarlo e
non ve ne pentirete...
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MonzaClub
Oggetto del desiderio
Una hipKey
a prova di tutto!
Serve praticamente ad ogni cosa. Trovare l’Iphone disperso in borsetta o suonare se qualcuno ci mette sopra le mani. E c’è pure la modalità “cerca bambino”
Un super telecomando dai mille usi. La hipKey di Apple è davvero un
oggetto del desiderio. Sì, perché permette di tenere sotto controllo
tutto ciò che ha valore. Dall’Iphone ai propri figli. Ha un raggio d’azione di 50 metri ed assomiglia, per dimensioni, ad un semplice portachiavi. Soprattutto, ha mille funzioni. L’hipKey è infatti progettata per
essere un vero dispositivo
wi-fi adatto a mille occasioni.
C’è la modalità allarme che
ti avvisa se il tuo Iphone o
Ipad è stato dimenticato o
qualcuno sta cercando di rubarlo. Oppure c’è la modalità
movimento: basta infilarlo in
borsa per sentirlo suonare
qualora la borsa si allontani
da te. E c’è pure, come si diceva, la modalità bambino, in grado di avvisarti se tuo figlio si sta allontanando troppo. Ovviamente c’è anche
la funzione trova Iphone. Basta premere sull’hipKey per ritrovare il
cellulare disperso nella borsa. Insomma, un super gadget dai mille usi:
hi-tech, compatto, leggero e perché no, anche bello.
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MonzaClub
Toys for Boys
Dal grande
Dandy
al Grande
Gatsby
di Francesca Barzaghi
“Non si può ripetere il passato. Ma certo che si può”
I
mpossibile dar torto al padre di uno dei capolavori della
letteratura moderna. Eppure, anche se impossibile ripeterlo, il
passato a volte ritorna. Oppure lo si rievoca.
Perché di questo si tratta, non di una semplice imitazione ma
una vera e propria rievocazione, una sorta di tributo al mondo
sparkling and paillettes degli anni Venti.
I “Roaring Twenties”, gli anni ruggenti passati alla storia come
il periodo più brillante - complice l’espansione industriale precrisi del ‘29 - che ha creato mode e tendenze in ogni campo
artistico, in primis sull’abbigliamento. E chi meglio di Jay
Gatsby, o meglio il grande Gatsby, può essere oggi assurto a
modello per rievocare lo stile, lo charme e l’allure del tempo?
Complice l’uscita del must cinematografico dell’anno, i trend
della stagione sono tutti ispirati all’eleganza eccentrica e
borghese del personaggio più controverso e più amato della
letteratura americana e della sua eroina Daisy. Per la nuova
impresa firmata Baz Lurhmann, oltre al cast d’ecccezione, si è
mobilitato tutto l’Olimpo del fashion biz, con Miuccia Prada in
prima linea a disegnare una collezione di quaranta abiti ad hoc
per la giovane protagonista e Tiffany a celebrarne lo sfarzo con
la Blue Book collection, costituita dai pezzi unici più opulenti
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MonzaClub
Francis Scott Fitzgerald
di tutto il mondo, in perfetto stile American Jazz Age. Ma se credete che l’effetto Gatsby abbia contaminato solo
la moda al femminile sbagliate di grosso. Perché i pezzi forti,
quest’anno, sono riservati all’uomo. Smoking, abiti su misura,
spezzati con giacche sportive, gilet e pantaloni, pochettes e
cravatte, mocassini bicolor e accessori da dandy sono i veri
pezzi hot di questa stagione.
Voglia di eleganza, di ricercatezza e raffinatezza, il richiamo a
Jay Gastby è troppo forte. E allora lasciamo che i nostri uomini
si riscoprano gentlemen con la capsule collection di Brooks
Brother, brand americano che ha collaborato con Catherine
Martin, costumista di riferimento del regista, per la realizzazione
degli abiti di scena di Di Caprio. Non stupisce che lo stesso
marchio, citato più volte negli scritti di Fitzgerald come il
migliore fornitore di abbigliamento per l'uomo americano
raffinato, abbia colto al volo l’occasione per un vero e proprio
rilancio, creando pezzi ricchi di fascino e allure. Uno sguardo
e immediatamente si intuisce come il rischio anacronismo
sia stato abbondantemente scansato. Una collezione leggera
ma sofisticata, che non teme di apparire logora o “vecchia”,
nonostante si ispiri a una moda di quasi cento anni fa.
Un classico dei grandi classici:
il bastone da passeggio in faggio
ispirato a quello che il personaggio
Jay Gatsby utilizza nel film.
Il gilet è obbligatoriamente spigato,
in colore neutro se abbinato
a un completo tinta unita.
Pochette e cravatta rigorosamente
in abbinamento cromatico
non possono mancare
nemmeno nell’outfit quotidiano.
I pezzi hot
Come ogni capsule che si rispetti, quella presentata da Brooks
Brother si compone di una moltitudine di pezzi da miscelare con
cura e dovizia di particolari, adatti ad ogni occasione. Accanto
all’intrigante abito lino a righe rosa, vero e proprio simbolo del
dandysmo alla Gatsby, all’invidiabile collezione di “fresche e belle
camicie”, o al pressoché illimitato numero di cravatte, papillon
fantasia e pochettes inamidate, nel vestiario della stagione
trovano spazio i pezzi forte dello stile collegiale, giovane e sportivo,
composto dai blazer regatta tipici dell’Ivy League e dai cappelli in
paglia. Dallo smoking al cardigan bicolor, dal tempo libero alle
serate di gala, l’imperativo è ricercatezza. E anche un pizzico di
eccentricità.
Cardigan-scialle verde
bottiglia con rifiniture
in bianco e rosso papillon
con profilo bianco in primo
piano quando annodato
mocassini bicolor,
vero e proprio must have
della stagione.
Taglio corto per il pantalone
asciutto ma attenzione
alla calza da scegliere
con grande cura!
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MonzaClub
Hi-Tech
Sette centimetri
di pura Energia
Assomiglia ad un pacchetto di chewing gum,
ma in realtà è la salvezza di tanti smemorati.
Perché all’interno si nasconde una super
batteria per caricare tablet e cellulari
D
i nome fa Power Bank, ma di
fatto è una vera manosanta per i
tantissimi smemoriati della batteria. Dimenticare di caricare il tablet
o il cellulare non sarà più un problema. Perché questo piccolo aggeggio di
sette centimetri di lunghezza per tre di
altezza è un potente accumulatore agli
ioni di litio con attacco Usb, adatto
quindi a smarphone, tablet, console,
pc, lettori Mp3 e così via.
Un indicate Led indica livello di
carica e necessità di ricaricare la
batteria, processo che a sua volta si
può fare tranquillamente attraverso
un cavetto Usb.
Il dispositivo è munito anche di una
batteria sostitutiva, in modo che si
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MonzaClub
possa utilizzare una batteria mentre
l’altra si ricarica. Il prezzo è assolutamente accessibile.
Infatti, costa soltanto 24,90 euro.
Insomma, un bell’aiuto, da tenere dove
si vuole, a casa oppure direttamente in
macchina ossia quando, solitamente, ci
ricordiamo di non aver messo in carica
telefono o tablet la sera prima.
App
Con questa app lo schermo del vostro Mac si trasforma
nell’oblò di una navicella spaziale. Da cui osservare la terra
scorrere lentamente sotto i vostri piedi
S
uggestiva e rilassante. Earth 3D
Lite (la versione completa è più
ampia, ma a pagamento) è una piccola app (tiene circa 21Mb di memoria)
che trasforma lo schermo del vostro Mac
in una navicella spaziale.
O meglio, nell’oblò di una navicella
dal quale osservare la terra ruotare sul
proprio asse. Dai Poli all’Australia,
dall’Africa all’ultimo arcipelago del
mondo, tutto scorre sotto gli occhi di
chi ha voglia di sentirsi per una volta
proprio come un astronauta in orbita
attorno al globo. Divertente e come si
diceva, anche distensiva. Niente mostri,
niente duelli all’ultimo sangue, ma una
tranquilla vista sullo spazio, con dettagli
precisi al millimetro.
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MonzaClub
Caratteristiche tecniche
› Compatibile con Mountain Lion
› Grafica ed effetti 3D alta qualità
› Supporto per Display Retina
› Modalità Screen Saver
La versione completa
› Esplorazione del pianeta
con modalità interattiva
› 253 visuali del mondo
› 838 nomi geografici
› textures in HD
› tracce musicali originali
Motori | Auto
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MonzaClub
di Riccardo Tagliabue
Il marchio Mini combina nuovamente l’ampliamento
della propria gamma di modelli con l’ingresso
in un segmento automobilistico nuovo.
La Mini Paceman è la prima Sports Activity Coupé
tra le vetture compatte e di piccola cilindrata.
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MonzaClub
Motori | Auto
L'
andamento dinamicamente slanciato delle
linee, tipico di un modello coupé, il tradizionale
gokart-feeling del marchio e l’ambiente esclusivo
dei versatili interni elevano la Mini Paceman, che
si presenta con l’inconfondibile stile del marchio
premium britannico, come pioniere del traffico in città.
Equipaggiato con due porte, un grande cofano del
bagagliaio e due sedili separati nella zona posteriore, il
settimo modello della famiglia Mini completa la sportività
elegante delle sue proporzioni.
La sezione frontale trasmette un’impressione di forza e
presenza: le linee dinamiche combinate con le superfici
dalla “bombatura atletica” generano una vista di profilo
elegante e sportiva. Il tetto che scende dolcemente verso
il posteriore, nello stile di una coupé, sfocia nel corpo
vettura quasi senza soluzione di continuità. Nella coda,
le novità che saltano immediatamente all’occhio sono le
luci posteriori, realizzate per la prima volta in una Mini ad
orientamento orizzontale.
Questa Mini è stata concepita con coerenza come vettura
a quattro posti, il suo equipaggiamento di serie include
dei sedili sportivi per guidatore e passeggero. Nei pannelli
interni delle porte sono stati integrati i tasti di comando
degli alzacristalli. Nella zona posteriore due sedili separati
dall’elevato comfort e dall’ottima ritenuta laterale ed
ampio spazio per spalle e testa. Ottimizzazione dello spazio
per le gambe grazie a conche ricavate negli schienali
dei sedili anteriori. Rivestimento laterale della zona
posteriore con braccioli integrati; sistema porta-oggetti
e di fissaggio Center Rail di serie nella versione a due
componenti, a richiesta disponibile anche come elemento
unico che si estende sull’intera lunghezza dell’abitacolo.
In combinazione con il bordo di carico basso, l’apertura
del bagagliaio (ampia verso l’alto), permette di sfruttare
tutto il volume che ha un carico di 330 litri.
Interni quindi dal design esclusivo con tipici elementi
stilistici del marchio: plancia portastrumenti dal look
robusto ad architettura orizzontale con nuove cornici
delle bocchette di aerazione; grande strumento centrale
circolare con cornice nera nuova ed anelli decorativi
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MonzaClub
L’assetto moderno, composto da un asse anteriore del tipo
McPherson con bracci trasversali fucinati e da un asse
posteriore multilink, assicura la tipica agilità del marchio.
La Mini Paceman è dotata di serie di un assetto sportivo
con ribassamento della vettura e della regolazione della
stabilità di guida DSC (Dynamic Stability Control).
Anche il servosterzo elettromeccanico con funzione
Servotronic di serie supporta in tutte le situazioni
l’intenso gokart-feeling.
La scocca ad alta resistenza torsionale contribuisce
sia all’agilità di handling che alla sicurezza passiva
della vettura. L’equipaggiamento di sicurezza di serie
comprende airbag frontali e laterali nonché airbag laterali
a tendina che proteggono sia gli occupanti dei sedili
anteriori che posteriori.
Tutte le varianti di modello equipaggiate di serie con
cambio manuale a sei marce e fornibili a richiesta anche
con cambio automatico a sei rapporti; sistema di trazione
integrale MINI ALL4 per Mini Cooper S Paceman, MINI
Cooper SD Paceman e MINI Cooper D Paceman.
Ricco equipaggiamento di serie con impianto di
climatizzazione, sedili sportivi per guidatore e passeggero,
Center Rail e radio Mini CD. Sofisticati optional e
proposte di personalizzazione nella tipica varietà Mini:
sono disponibili proiettori allo xeno, Adaptive Light
Control, sensore pioggia, Park Distance Control, Comfort
Access, tetto in vetro ad azionamento elettrico e gancio
da traino. Ampia gamma di vernici esterne, di Stripes
per il cofano motore, di rivestimenti per i sedili, di
superfici interne e di Colour Lines; sistema di navigazione
MINI; sistema di altoparlanti HiFi harman kardon ed
esclusive funzioni di In-Car- Infotainment grazie a MINI
Connected.
I prezzi per questi modelli partono da 24.500.00 euro,
prezzo chiavi in mano.
interni in nero lucido oppure cromati, inserti nella
consolle centrale di comando in una tinta di contrasto;
elissi nelle portiere lavorate tridimensionalmente che si
estendono fino alla zona posteriore, a richiesta anche con
illuminazione
Rivalutazione del tipico gokart-feeling di Mini, grazie
a motori particolarmente potenti e all’assetto sportivo
di serie con ribassamento della vettura. Al momento
del lancio sono stati messi in commercio quattro
potenti motori a benzina e diesel: la gamma varia dalla
Mini Cooper D Paceman (82 kW/112 CV) alla Mini
Cooper Paceman (90 kW/122 CV), alla Mini Cooper
SD Paceman (105 kW/143 CV) fino alla Mini Cooper
S Paceman (135 kW/184 CV). In un secondo tempo
è prevista l’integrazione della gamma di modelli con
la Mini John Cooper Works Paceman. Dopo la Mini
Countryman la Sports Activity Coupé è il secondo
modello equipaggiabile a richiesta con il sistema di
trazione integrale ALL4.
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MonzaClub
Motori | Moto
La KTM è una delle case motociclistiche
che in questo periodo di crisi ha investito
e ha immesso sul mercato tante novità.
Tutti la conoscono per le moto che
vincono nell’enduro e nel motocross,
ma le sue moto da strada hanno
conquistato importaNti fasce di mercato.
La 1190 Adventure è un binomio perfetto
tra fuoristrada e asfalto
FUORISTRADA
MA NON TROPPO
di Riccardo Tagliabue
F
in dagli esordi, il progetto KTM Adventure ha
sempre messo su strada maxi enduro per la guida su
ogni tipo di terreno. Con la nuova 1190 Adventure,
KTM lancia oggi la maxi enduro più leggera, sportiva e
versatile dell’intero panorama mondiale. Fin dall’inizio del
progetto, il trasferimento senza compromessi di tutto il
know how che KTM ha nel mondo racing su un prodotto
di massa ha consentito che, una volta lontana dall’asfalto,
ogni KTM Adventure prendesse le distanze da tutte le
altre maxi enduro. In breve tempo, la Adventure è stata
universalmente riconosciuta come la bicilindrica ideale per
i viaggi più estremi e la guida in fuoristrada. Con uno sforzo
tecnologico eccezionale, oggi KTM ha realizzato la nuova
1190 Adventure che definisce nuovi standard nel segmento
delle moto da viaggio, senza però sacrificare un briciolo di
sportività. Al contrario, con una potenza di ben 150 cv e
un peso di soli 230 kg con il pieno di carburante, l’ultima
generazione di Adventure è in grado di eclissare qualsiasi
concorrente. La combinazione di una ergonomia sportiva ma
al tempo stesso confortevole, con un motore V2 potente ma
economico al tempo stesso, riesce ad offrire la giusta risposta
sia quando si guida in modo rilassato, sia quando si affronta
un percorso tortuoso, sia quando si vuole esplorare il mondo
andando oltre le strade asfaltate.
150 cv e solo 230 kg di peso con il pieno significa avere
un rapporto peso potenza mai visto prima nel segmento
delle maxi enduro. Il telaio della nuova 1190 Adventure
non solo affronta facilmente ogni sfida, ma è in grado di
offrire un divertimento di guida inimmaginabile in qualsiasi
situazione e ad ogni velocità: da quella più turistica a quella
estremamente veloce. Oltre al telaio ultraleggero in traliccio
in tubi di acciaio, questa guida spettacolare è dovuta anche
al forcellone pressofuso di alluminio e, ovviamente, alle
sospensioni WP completamente regolabili che fanno sì che
il pilota non debba rinunciare a nulla. Né al comfort quando
vuole guidare tranquillo, né tantomeno al rigore quando
affronta al massimo delle proprie possibilità una strada
farcita di curve. L’impianto frenante al top, fornito dal leader
mondiale Brembo e l’incredibile quantità di elementi di
assistenza alla guida, sviluppati in collaborazione con Bosch,
assicurano alla 1190 Adventure la leadership assoluta nel
segmento per prevedibilità e sicurezza.
Il sistema di controllo di trazione MTC, che può essere
completamente disattivato, aggiunge tre differenti modalità
di guida, consentendo differenti livelli di slittamento grazie
alla semplice pressione di un interruttore sulla parte sinistra
del manubrio. Slittamento dolce nella modalità “Street”,
slittamento controllato nella modalità “Sport” e 100% dello
slittamento per la guida in fuoristrada, quando la modalità
selezionata è, appunto, “Off Road”. Infine, il sistema di
sospensioni elettroniche EDS offre quattro differenti livelli
di precarico molla ottenibili alla semplice pressione di
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MonzaClub
un pulsante, così come offre tre livelli di freno idraulico:
“Comfort”, “Street” e “Sport”. Gli ingegneri del reparto R&D
di KTM hanno fatto molto affinché la nuova maxi enduro
si sentisse sempre a casa, sia nei percorsi più tortuosi sia in
autostrada. Per ottimizzare questo talento innato per la
guida veloce su asfalto hanno scelto ruote con dimensioni
prettamente stradali di 19 pollici l’anteriore, di 17 pollici
al posteriore e pneumatici dalla grande aderenza con
dimensioni inedite: 120/70-19 e 170/60-17 che assicurano
divertimento e massima sicurezza. Aggiungete a questo
un catalogo accessori ricchissimo, che parte dal sensore di
pressione degli pneumatici TPMS (avvisa il pilota in caso
di pressione troppo bassa), per passare un sistema di valigie
progettate insieme alla moto, a sella e manopole riscaldate,
fino all’allarme elettronico. In breve, sulla Adventure è
prevista la possibilità di montare ogni tipo di accessorio
originale che sia in grado di rendere felice il mototurista,
qualsiasi utilizzo voglia fare della moto: dal breve viaggio
del fine settimana, alla vacanza in moto fino al vero
viaggio-avventura. La nuova 1190 Adventure non è solo più
leggera, più potente e meglio equipaggiata, ma grazie anche
all’autonomia aumentata e agli intervalli di manutenzione
allungati fino a 15.000 km richiede meno soste dal benzinaio
o dal meccanico. Ride-by-wire significa che le valvole a
farfalla non sono più azionate da un cavo meccanico. Con
questo innovativo sistema il movimento della manopola
dell'acceleratore è elaborato da una centralina che manda
i segnali corretti a due attuatori che azionano le valvole
a farfalla. Non più rifiuti o saltellamenti, e le impennate
non volute sono solo un lontano ricordo. Il sistema
Ride-by-wire della 1190 Adventure assicura la perfetta
erogazione della coppia in ogni situazione, combinando
la massima prestazione con la migliore efficienza. Quasi
inutile sottolineare come il Ride-by-wire della 1190
Adventure risponda ai più severi criteri di sicurezza e rientri
perfettamente negli standard della norma DIN ISO 26262.
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MonzaClub
Sport
a cura di
Momot 2013
La storia si rinnova
Monza Marathon Team darà vita alla seconda edizione della corsa
in versione eco-trail. Il ricavato sarà devoluto per favorire i progetti
sportivo-sociali della Polisportiva Sole
G
li ingredienti per un grande evento ci sono tutti. C’è
“tradizione” per la volontà di rievocare in versione trail
una gara classica del podismo brianzolo, e non solo, degli
anni ’70 e ’80. C’è, naturalmente e soprattutto, “charity” per
l’impegno di destinare il ricavato ad un concreto e specifico
progetto benefico sul territorio di Monza e Brianza. E, infine,
c’è “ecosostenibilità” per l’attenzione riservata all’ambiente e al
paesaggio che la manifestazione attraversa e abbraccia. Dopo
il successo organizzativo del 2012, il Monza Marathon Team,
con la preziosa collaborazione della SAM, dà vita alla seconda
edizione della Monza Montevecchia EcoTrail. L’appuntamento è
per domenica 26 maggio, con la prima coppia di concorrenti che
alle 9.00 prenderà il via da Villa Reale. A seguire tutti gli altri
corridori, fino a un massimo di 150 coppie più alcune wild card, si
distribuiranno lungo un tracciato che li condurrà dalla Villa Reale
e dal Parco fino al centro sportivo di Montevecchia, attraverso
il Parco dell’Alta Valle del Lambro, della Valle del Curone e del
Parco regionale di Montevecchia. La distanza unica della gara
inserita nel calendario della federazione italiana di atletica leggera
è di circa 32 chilometri e D+700 (dislivello positivo di 700 metri)
e attraverserà sei comuni: Monza, Vedano, Biassono, Triuggio
76
MonzaClub
(Canonica), Casatenovo e Montevecchia. Proprio come lo scorso
anno fari puntati sul tratto finale, di circa un chilometro in salita,
che sarà cronometrato per assegnare il titolo del Gran Premio
della Montagna BETA UTENSILI”. Una gara nella gara che
garanzia di grande spettacolo, così come lo assicura il percorso che
offrirà ai corridori alcuni scorci e panoramici unici della Brianza,
ancora insospettabilmente verde e rurale. Agonismo, riscoperta di
paesaggi suggestivi grazie al remake di una competizione storica,
ma soprattutto finalità nobili con la possibilità di contribuire
alla realizzazione di un’attività lodevole. Le quote di iscrizione (€
20 per le squadre standard ed € 200 per le cd squadre "charitysponsorizzate") saranno integralmente devolute a favore della
Polisportiva Sole (www.associazionestefania.it) che svolge attività
sportiva (basket, sci, bocce e ginnastica artistica) con ragazzi affetti
da disabilità mentale: nello specifico i fondi saranno convogliati per
consentire la partecipazione della squadra agli Special Olimpics
Italia (edizione Giochi Nazionali Estivi), in programma dal 18 al
23 maggio a Cagliari. La competizione è patrocinata dal Comune
di Monza e da quello di Montevecchia, dalla Provincia di Monza e
Brianza e da quello di Lecco, da Regione Lombardia, dal Consorzio
della Villa Reale e Parco di Monza.
77
77
MonzaClub
Sport | Golf
IL REGIONALE
LOMBARDO
RIPARTE
DALLA BRIANZA
di Riccardo Tagliabue
I
La prima tappa del Golf di Villa d'Este,
a Montorfano, ha dato il via al challenge
per amatori più importante d'Italia
l challenge per amatori più importante d’Italia riparte dal
territorio brianzolo. Un torneo che al suo esordio l’anno scorso
ha riscosso numerosi successi, portando oltre 3.200 giocatori
di golf a sfidarsi per la finalissima. Anche quest’anno il via è dal
Golf di Villa d’Este, a Montorfano, e grazie al bel tempo oltre
120 giocatori si sono dati appuntamento sullo storico percorso.
Dopo un inverno freddo e la tanta neve caduta anche nelle
ultime settimane, la stagione golfistica finalmente è partita.
Speriamo che l’arrivo della primavera porti il sole, anche se i
weekend appena trascorsi non hanno certo agevolato chi ama
stare all’aria aperta sotto il bel tempo e con il clima mite.
Tanta pioggia e un po’ di freddo hanno allungato l’inverno
e fatto ritardare la primavera e per questo anche il gioco del
golf ne ha risentito, non riuscendo a prendere il via ai primi
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MonzaClub
di marzo. I campi hanno patito la neve e i gestori dei circoli
hanno dovuto ritardare l’apertura agonistica. Diverse gare sono
già state rimandate e tutti sperano nel proseguo della stagione,
che parte in verità un po’ compromessa. Ci si augura che visto
il cattivo tempo all’inizio, poi la strada sia tutta in discesa e
che il sole possa accompagnare i prossimi fine settimana,
lasciando liberi tutti gli appassionati di questo sport e coloro
che amano la disciplina all’aria aperta di poter praticare ciò che
amano sotto cieli azzurri e riscaldati dal sole. Sabato 16 marzo
ha ripreso la stagione al circolo Golf Villa d’Este, apertura che
ha coinciso con l’avvio del Regionale Golf Lombardia, il più
grosso challenge lombardo e anche di tutt’Italia dedicato agli
amatori: 28 gare di qualificazione che porteranno i migliori di
ogni circolo a sfidarsi in una finale di due giorni.
L’anno scorso la finalissima si era disputata sul bellissimo campo
del Brianza Country Club (che quest’anno ospiterà la gara di
qualifica il 9 giugno), mentre in questo 2013 l’evento finale si
terrà in provincia di Milano all’interno del Golf Club Molinetto
a fine agosto. La seconda prova che doveva disputarsi presso il
circolo di Zoate è stata rimandata per maltempo e il 24 marzo si
è giocato a Franciacorta, mentre il 30 marzo si è svolta la gara di
qualificazione al Golf Milano all'interno del Parco di Monza.
Circoli golfistici di altissimo livello che ospiteranno tutti i
partecipanti che vogliono cercare di conquistare un posto per
la finale e, perché no, la vittoria assoluta.
In palio ad ogni gara tantissimi premi offerti dai numerosi e
prestigiosi sponsor, a partire dalla Red Bull e dal suo challenge
“Red Bull Final Five”, che premierà tutti i vincitori di tappa
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Sport | Golf
e che porterà tutti i qualificati ad una finale dove in palio ci
saranno due pass per il Gran Premio di Formula 1 di Monza a
settembre. Ma non dobbiamo dimenticare Audi e Volskswagen
di Pirola Auto, Fedeli Cashmere, Centro Odontoiatrico di
Augusto Giannini, MePa Assicurazioni, Coiter Gruppo Moda,
Villa Poggio Salvi di Montalcino, Glengoyne wisky, By Biella
abiti su misura e For You agenzia di viaggi. Tutti i partner e
sponsor mettono in palio ad ogni gara premi speciali per i
concorrenti e il vincitore assoluto, oltre ad aggiudicarsi l’ambìto
trofeo, vincerà un viaggio in una località esotica in un Resort
5 Stelle su un fantastico campo da golf. Dopo la prova del Golf
Milano il challenge proseguirà per altre 24 gare prima di arrivare
alla finalissima e solo lì vedremo chi riuscirà a strappare il titolo
a Franco Guerrieri per questo 2013.
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MonzaClub
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MonzaClub
Motori
battesimo monzese
di Greta La Rocca
Ha già fatto il suo esordio nel Tempio della Velocità l’ultimo gioiellino della casa
di Maranello. Sponsor internazionali per un modello nato e realizzato sotto lo sguardo
attento del pluricampione mondiale Michael Schumacher
82
MonzaClub
H
a fatto il suo ingresso in pista nel primo weekend d’aprile
quando l’autodromo di Monza ha ospitato la prima prova
stagionale del Ferrari Challenge Tour, il campionato
monomarca giunto alla sua ventunesima edizione. È la Ferrari
458 Challenge, il nuovo gioiellino della casa di Maranello.
Il Ferrari Challenge è uno dei più popolari campionati
monomarca che accoglie sia clienti della vettura - al debutto
assoluto in pista – sia piloti con esperienza agonistica. Kaspersky
Lab, Sponsor di Scuderia Ferrari nel campionato mondiale di
Formula 1, da due anni partecipa al campionato monomarca
Ferrari vestendo una macchina del team Motor Piacenza.
“Questa sponsorizzazione si inserisce nel quadro del sostegno
al motorsport che in diverse declinazioni il nostro gruppo
prosegue da diverso tempo, prima con la Formula 1 e poi con il
Ferrari Challenge” - ha dichiarato Alexander Moiseev General
Manager di Kaspersky Lab Europe - “Siamo convinti che questa
partnership porterà numerosi benefici sia a livello nazionale
che a livello internazionale, in termini di immagine e brand
awareness”.
Gli fanno eco le parole dell’avvocato Gianluca Borelli, direttore
commerciale di SuisseGas: “Questa partnership apporterà una
grande visibilità al nostro brand anche al di fuori dell’Italia.
L’auto, infatti, sarà impegnata in numerose e importanti
manifestazioni internazionali. Un’occasione di visibilità che
vogliamo sfruttare anche grazie al costante interesse dedicato a
questa disciplina affascinante”.
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MonzaClub
Motori
La Ferrari 458 Challenge sponsorizzata da SuisseGas e
Kaspersky Lab prenderà infatti parte anche a diversi eventi
sportivi internazionali come la Jerusalem Formula Peace Race
a Gerusalemme il prossimo giugno, il Moscow City Racing a
Mosca il 21 luglio e il Rotterdam City Racing in programma a
Rotterdam il 13 agosto.
È stata presentata alla stampa proprio a Monza nel mese di
marzo. È una macchina che si contraddistingue per l’evoluzione
tecnica che le consente di ottenere emissioni e consumi inferiori
rispetto al precedente modello, pur avendo maggiore cilindrata
e potenza; è sviluppata su un telaio in lega d'alluminio realizzato
con tecnologie di derivazione aerospaziale.
Particolare attenzione nella realizzazione è stata posta
all'ergonomia degli interni e dei comandi di guida, tutti
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MonzaClub
raggruppati sul volante per garantire una maggiore
concentrazione. Il profilo estetico della carrozzeria richiama le
classiche linee sportive, generalmente create dalla Pininfarina
per i precedenti modelli Ferrari.
La Ferrari 458 Italia è lunga 4.527 mm per 1.937 mm di larghezza
e 1.213 mm di altezza con un passo di 2.650 mm: dimensioni che
la rendono la più piccola delle vetture attualmente prodotte
dalla casa di Maranello. Una curiosità: arriva a una velocità
di 100 km/h da ferma in meno di 3,4 secondi e raggiunge una
velocità massima superiore ai 325 km/h.
A rendere ancora più speciale questo modello, la consulenza
del pilota automobilistico pluri-iridato di Formula 1 Michael
Schumacher che ha partecipato alla creazione e alla messa a
punto della vettura.
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MonzaClub
Arte e Cultura
Un artista monzese
che ha incantato
il mondo
A leonardo spreafico
è dedicata l’edizione 2013
di Calend’Arte. Tra le sue opere
più apprezzate “Mezza figura”,
“La Modella Triste”
e “Barche in porto”
N
el dicembre scorso l’Assessorato alla cultura ricordò, con
una mostra alla Civica, il pittore Leonardo Spreafico, nato
a Monza nel 1907, morto nel 1974.
E per l’occasione la Totem, che da anni edita il Calend’Arte,
presentò l’edizione 2013, appunto dedicata a Spreafico.
Il pittore nasce a Monza, dove inizia gli studi all’I.S.I.A.; frequenta
poi l’Accademia di Brera, ampliando la sua cultura con soggiorni
a Venezia, negli Stati Uniti, Parigi, Barcellona, Oporto. Nel
1933 apre studio a Milano in via Garibaldi 89, che diventa luogo
d’incontro di artisti impegnati per il rinnovamento dell’arte
italiana. Infatti, contro il Novecento dominante che rifiutava
le ricerche e le conquiste delle avanguardie europee, si formano
pattuglie artistiche autonome a Torino e a Roma. A Milano ci
sono i chiaristi e gli astrattisti con un gruppo a Como. C’è anche
il gruppo Garibaldi 89 di Spreafico con Broggini, Nivola, Pittino,
Afro, Badodi e altri. Ancora giovane, riceve i primi inviti alle
Biennali veneziane e alle Quadriennali romane.
Insegna a Monza, a Milano, a Parma.
Dal ’38 al ’74 espone in personali e collettive, ottenendo premi
e riconoscimenti. Compone vetrate, affreschi, mosaici, pale
d’altare. Pittore prima di meravigliose figure e di volti che
incantano, crea poi fiori, boschi, giardini, foglie, piante, erbe,
nature morte, ritmi cromatici, forme naturali allusive, grovigli
di colore.
Copiosa la bibliografia. Opere di Spreafico sono in gallerie e
collezioni private d’Europa e d’America.
Membro della Commissione artistica, collabora con la
Municipalità
monzese,
soprattutto
nell’organizzazione,
accettazione e premiazione delle Mostre Nazionali di Pittura
“Premio Città di Monza” del 1951, 1953 e 1956.
Nel 1974, anno ancora di fervida attività creativa ed espositiva
86
MonzaClub
di Pier Franco Bertazzini
e caratterizzato dal suo viaggio e soggiorno in Olanda per
ristudiare Rembrandt, muore d’improvviso a dicembre. Conobbi
Spreafico, ormai noto nel mondo artistico, nel 1939 a Lissone
in una personale offertagli dalla locale Famiglia Artistica. Mi
presentò a lui monsignor Antonio Colombo, mio docente di
storia dell’arte al Liceo Zucchi e suo docente all’I.S.I.A. Poi
le occasioni d’incontro nelle gallerie e nelle manifestazioni
culturali si infittirono negli anni. Si finì col conoscersi a fondo
e si crearono vincoli di affettuosa cordialità. Era un buono e un
generoso, severo con se stesso, comprensivo con gli altri; colto,
signorile e distinto, all’apparenza piuttosto riservato, ma anche
capace di sciogliersi e di farsi gioviale.
Un critico che lo conobbe bene scrisse di lui: “Appartato
visse in pieno riserbo, fuori dalle mode e dai canoni, dalle varie
consorterie. Pensava alla sua pittura...”. E conobbi anche la sua
affezionata compagna, Ada Rusconi, una brava pittrice; e fu lei
a chiedermi di presentarlo nel dicembre 1971 nell’ultima mostra
che Leonardo tenne a Monza, alla galleria Tremisse e poi in
una postuma antologica, sempre a Monza nel 1979, alla galleria
d’arte Le Pleiadi, allora aperta presso il ponte dei leoni. Invitato a
prendere la parola alla Civica, lodata la qualità e quantità di opere
presenti, lamentai l’assenza di due figure femminili che definii
“incantate ed estatiche”. La prima era “Mezza figura” del 1937. In
quell’anno Spreafico collabora con Mario Sironi all’allestimento
del padiglione italiano alla Esposizione Universale di Parigi,
al cui concorso partecipa con “Mezza figura”, premiata con
medaglia d’oro.
La seconda era “La modella triste” del 1942. Il quadro, esposto
in quell’anno al IV° Premio Bergamo, è acquistato dal Ministero
per la Galleria d’Arte Moderna di Roma, dove ancora si trova. In
queste opere al cavalletto il pittore dimostra larghe possibilità,
Mezza figura, 1937
Olio su tela, cm 60 x 50
La modella triste, 1942
Olio su tela, cm 102 x 82,
Galleria d'Arte Moderna
pennellata attenta ed estrosa, senso del colore, possesso
sicuro del disegno, studio dell’anatomia, dei dati fisionomici,
dell’espressività.
La “sua” pittura era e rimane difficile ridurla a classificazione:
lombardismo, naturalismo, inclinazione al materico, una certa
astrazione, dirò meglio il gusto e l’accensione coloristica che
portano Leonardo sull’orlo dell’astratto.
Lo attestano le opere in mostra alla Civica. E in Galleria dopo la
cerimonia di apertura, mi si presenta un signore che dichiara di
essere il proprietario di “Mezza figura”, cortesemente invitandomi
a una visita. Ho così potuto contemplare l’opera e ho pensato
che valeva la pena di permettere ai monzesi di vederne almeno
la riproduzione.
Ho già detto che alla Civica c’erano tante opere e meritevoli
d’esposizione. Voglio però ricordarne una “Barche in porto”.
Ne è proprietario un monzese. L’opera fu ammessa nel 1948 alla
Biennale di Venezia. Spreafico già prima era stato accettato alla
mostra veneziana. Ma quella del ’48 era un grande avvenimento,
era la ripresa dopo la guerra. Furono quattordici le nazioni presenti:
c’erano mostre di Klee, Picasso, degli impressionisti francesi, di
Moore, di altri grandi. Gli ammessi erano stati accettati da una
Commissione composta da Carrà, Casorati, Marini, Gottuso,
Manzù. Certo Leonardo Spreafico era stimato.
Io vidi il quadro a Venezia nel ’48, esposto in una sala del
Padiglione centrale.
Fu una gioia rivederlo alla Civica.
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MonzaClub
Arte e Cultura
ALBERTO
DI FABIO
Il giovane artista in soli otto mesi ha esposto a Roma, Parigi e Londra:
le sue potenti e vibranti creazioni uniscono il mondo della scienza e dell'arte
ispirate dalle strutture cosmiche e biologiche
di Luca Tommasi
D
a Roma a Parigi via Londra! Questo è il viaggio espositivo
recente di Alberto Di Fabio, l’artista del momento, che
in meno di otto mesi è riuscito ad inanellare un filotto
non comune per un giovane artista italiano contemporaneo,
avendo avuto la possibilità di esporre in prestigiosi luoghi
pubblici di tre importanti capitali europee.
L’ultimo evento che celebriamo si è inaugurato giovedì 21 marzo
e sarà visibile fino al 15 giugno presso la sede del municipio del
4ème arrondissement di Parigi, prima esposizione personale
dell’artista in un’istituzione pubblica d’oltralpe.
Per l’occasione, Alberto Di Fabio ha creato un’istallazione site
specific calibrata sugli spazi di un vestibolo del XIX secolo
destinato, per la prima volta, ad accogliere un’opera d’arte
visiva contemporanea.
Qui, in corrispondenza di eleganti articolazioni architettoniche
che decorano lo scalone d’onore all’entrata, l’artista abruzzese
ha piazzato un’installazione monumentale di pittura di grande
impatto evocativo.
L’idea è stata mutuata da quanto già fatto nell’estate del 2012
a Roma quando gli fu proposto di esporre un’istallazione alla
GNAM, la Galleria d’arte Moderna di Roma.
Anche in quell’occasione la personale verteva su un unico
grande rassemblement di tele che dialogassero con lo spazio e
la luce filtrante dalle grandi incantevoli vetrate della struttura
capitolina.
La mostra di Londra, invece, tenutasi dal 13 febbraio al 7
aprile 2013, lo ha visto sfidare i grandi maestri italiani del '900
custoditi nella prestigiosa sede della Estorick Collection.
Le potenti e vibranti opere di Di Fabio, che uniscono il mondo
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MonzaClub
della scienza e dell’arte ispirate come sono dalle strutture
cosmiche e biologiche, sono state infatti accostate a quelle
della collezione permanente del Museo, tra cui Boccioni,
Sironi, Balla.
Alberto Di Fabio è nato ad Avezzano, in provincia dell’Aquila,
nel 1966. Vive e lavora tra Roma e New York. Dopo aver
frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Roma esordisce
con la sua prima mostra personale presso la Galleria Bonomo
nel 1989 per poi entrare nella “scuderia” di Larry Gagosian a
New York.
A sinistra Alberto Di Fabio in occasione dell'inaugurazione della mostra di
Londra con il curatore Pier Paolo Pancotto.
Neurone, 2012 acrilico su tela 60 x 60
Dopo aver preso parte a importanti esposizioni nazionali
e internazionali, vince nel 2010 il Premio acquisto alla LXI
edizione del Premio Michetti.
Lo scorso dicembre le sue opere sono state visibili a Monza
in accostamento a quelle dell’inglese Ian Davenport nella
mostra confronto ROUTE 66. Come dichiarato recentemente
al Corriere della Sera, Di Fabio amerebbe poter esporre
al CERN di Ginevra dove la sue tele, invase come sono da
una vita brulicante di particelle atomiche e popolate da una
miriade di sinapsi, troverebbero una collocazione appropriata
ed altamente evocativa.
89
MonzaClub
Arte e Cultura
I mondi (Im) possibili?
Stanno in una spilla
Nuova tappa del progetto lanciato
da Giancarlo Cazzaniga. Un concorso originale aperto a tutti.
L’obiettivo: descrivere il proprio in un’intramontabile pin
di Federica Motta
I
l futuro in una spilla. Abbiamo tutti, almeno una volta
nella vita, cercato di immaginarci il nostro domani, ma
se ci chiedessero di rappresentarlo su un semplice oggetto
entrato nella quotidianità come sarebbe? Una spilla di quelle
che si appuntano alla cartella, alle giacche o alle borse.
Simbolo di appartenenza ad una corrente politica, di amore
per un gruppo musicale, di fede in un ideale. Le spille hanno
sempre accompagnato la moda, la storia, la nostra vita. In 3,7
centimetri è possibile raccogliere i nostri sogni? Questa è la sfida
90
MonzaClub
raccolta da Giancarlo Cazzaniga, anima di una delle società
di comunicazione più note a Monza e vero creativo. Prima
di occuparci del futuro, facciamo però un passo indietro, nel
passato appunto, per capire come e da chi nasce questa proposta.
Novembre 2012: prende il via il progetto Mondi (im)possibili
voluto da Cazzaniga con una mostra di foto, rigorosamente
scattate da cellulari, allestita nelle sale della biblioteca di San
Gerardo, sui vari volti della città di Monza. Un modo (im)
possibile, forse solo creativo, di catturare le immagini di una
città e convogliarle in un progetto ambizioso con un risultato
concreto. Le opere vendute, 16 in totale, hanno permesso infatti
il finanziamento di altri due progetti. Una metà del ricavato
verrà utilizzato per l’acquisto di libri per bambini da donare alla
biblioteca, l’altra metà invece servirà per finanziare incontri
di lettura per adulti. Sarà un’attrice a condurre di volta in
volta questi incontri leggendo brani tratti da libri scelti su un
tema comune. E ora il presente. Visto il successo del contest
fotografico del novembre scorso, questa volta, Mondi (im)
possibili, sempre sotto la guida di Giancarlo Cazzaniga come neo
presidente dell’associazione restART, ha proposto un ulteriore
salto di creatività dando ufficialmente avvio, lo scorso 22 marzo,
alla prima edizione di “Mondi (im)possibili The Pins”, il primo
evento internazionale online di opere di micro arte. L’idea è
quella di creare delle spille con tema “Come vedi il tuo mondo
futuro?”. Ogni partecipante dovrà necessariamente iscriversi
e inviare online, entro il 15 maggio (all’indirizzo web www.
mondimpossibili.assorestart.it ), cinque elaborati del diametro
di 3,7 centimetri l’uno. L’iniziativa è gratuita e rivolta a tutti
i creativi di ogni età e nazionalità. Una giuria composta da 7
esperti del mondo dell’arte e della comunicazione visionerà
tutti gli elaborati ricevuti e ne selezionerà 500. Queste saranno
poi concretamente realizzate, passando dalla versione online a
vere e proprie spille. Le prime 35 accederanno alla votazione
finale. I vincitori saranno 3 e riceveranno un premio di 500
euro il primo, 350 euro il secondo e 150 euro il terzo. Il giorno
della premiazione saranno presenti degli ospiti d’onore, scelti
per rappresentare il mondo della scultura, della fotografia e della
grafica. Il mondo della scultura è quello più interessante perché è
prevista anche la possibilità di creare la spilla in versione 3D (chi
vorrà partecipare con un'opera in 3D dovrà spedire l’elaborato
tramite posta e non più in versione online). Il progetto ha
ottenuto il patrocinio dell’Associazione italiana illustratori,
della Casa della Poesia, e della Reggia di Monza, oltre che della
Provincia di Monza e Brianza, Regione Lombardia e dei Comuni
di Monza e Milano.
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MonzaClub
Arte e Cultura
Il progetto civico di pulizia degli edifici
di Monza da scritte e imbrattamenti
ha fatto tappa all’istituto Olivetti.
Dove a “sbiancare” la scuola ci si sono
messi anche gli studenti
F
ight the Writers, il progetto nato da un’idea del Rotary
Club Monza Ovest al quale hanno aderito alcune delle
principali realtà associative del capoluogo (fra cui Anaci,
Fidapa, Soroptimist, i cinque club Rotary di Monza e i giovani
di Rotaract e Leo Club) ha segnato l’ennesimo punto a favore.
Teatro del nuovo intervento di pulizia dei muri imbrattati da
vandali è stato l’istituto Olivetti di via Lecco. Qui i volontari
dei club, ma soprattutto gli studenti, si sono armati di buona
volontà, tute e pennelli, ripulendo dalle scritte e dai pasticci i
perimetri murari della scuola. Un lavoro durato alcune ore che
però, alla fine, ha mostrato tutto un altro panorama, quello di un
luogo semplicemente più bello e vivibile.
L’istituto Olivetti aveva aderito al progetto Fight the Fighter
all’epoca del suo lancio, nel maggio 2012, ma stavolta ha
pensato di passare dalla teoria alla pratica registrando anche un
buon numero di studenti volontari.
L’obiettivo di Fight the Writers non è, infatti, quello di
92
MonzaClub
combattere i graffiti, ma di distinguere la vera arte muraria
dai vandalismi che da anni costellano alcune aree di Monza,
centro storico compreso. Nel corso del tempo, i volontari
hanno ripulito non solo muri, ma anche vetrine e saracinesche,
come ad esempio era avvenuto con l’edicola di via Vittorio
Emanuele, ad un passo dal Ponte dei Leoni, cronicamente
imbrattata e rovinata da scritte con la vernice.
Alle opere di pulizia dell’istituto Olivetti hanno assistito
anche il sindaco Roberto Scanagatti e l’assessore alla Pubblica
Istruzione, Rosario Montalbano.
Il Comune si è trasformato in una vera parte attiva lanciando
peraltro, proprio negli scorsi giorni, una Giornata delle Pulizie
di Primavera, che ha mobilitato più di un migliaio di volontari
nella pulizia della città. Un tema, quello della vivibilità degli
spazi urbani, che sta prendendo sempre più piede, che ha trovato
interpreti proprio nella società civile, ma che deve ancora
“bucare” la coscienza di molti cittadini.
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MonzaClub
consulente legale
L’affidamento condiviso
non negoziabile
dai genitori
Il dirit to
di famiglia
impone che,
in via prioritaria,
il giudice affidi
i figli minori
sia alla madre
che al padre
Avv. Paolo Broggi
Avvocato civilista
del Foro di Milano
L’affidamento “condiviso”, consistente
nell’esercizio della potestà genitoriale
da parte di entrambi ed in una
condivisione delle decisioni di maggior
importanza attinenti alla sfera personale
e patrimoniale del minore, si pone non
più, come in precedenza, quale evenienza
residuale, bensì come regola, rispetto alla
quale costituisce, invece, ora eccezione
la soluzione dell’affidamento esclusivo,
al quale si ricorre solo ove l’affidamento
condiviso risulti “pregiudizievole per
l’interesse del minore”. Il principio di
bigenitorialità, che informa il Diritto di
Famiglia, impone che, in via prioritaria,
il giudice affidi i figli minori ad entrambi
i genitori. Conseguentemente, l’affido
esclusivo costituisce una deroga
eccezionale al principio sopra indicato ed
è giustificato solo ove risulti, nei confronti
di uno dei genitori, una sua condizione
di manifesta carenza o inidoneità
educativa o comunque tale appunto da
rendere quell’affidamento in concreto
pregiudizievole per il minore.
Ne
consegue che la regola dell’affidamento
condiviso non è negoziabile dai genitori
e, soprattutto, non è ammissibile una
rinuncia all’affido bigenitoriale da parte di
uno dei genitori, in quanto trattasi di un
Diritto del Fanciullo e non dei genitori:
quanto è oggi reso evidente e palese
dall’art. 315-bis c.c., come introdotto
dalla Legge 10 dicembre 2012, n. 219, il
quale predica che “il figlio ha diritto
di essere mantenuto, educato,
istruito e assistito moralmente
dai genitori, nel rispetto
delle sue capacità, delle sue
inclinazioni naturali e delle
sue aspirazioni”. Ne consegue
che, dove i genitori intendano
stabilire
l’affido
esclusivo,
94
MonzaClub
questi hanno l’onere di specificare
quali circostanze concrete, dettagliate
e specifiche lo rendano di pregiudizio
per il minore o per lo stesso inadeguato.
L’esclusione dall’affidamento condiviso,
quindi, può essere disposta esclusivamente
per oggettive carenze di un genitore
e non per un’esasperata litigiosità fra
i genitori. Recentemente, anche la
Corte di Cassazione si è pronunciata
in tale senso, secondo i Giudici di
Legittimità,
infatti,
l’affidamento
condiviso non può ragionevolmente
ritenersi comunque precluso, di per sé,
dalla mera conflittualità esistente fra
i coniugi, poiché avrebbe altrimenti
un’applicazione, evidentemente, solo
residuale. Occorre viceversa, perché possa
derogarsi alla regola dell’affidamento
condiviso, che risulti comprovato, nei
confronti di uno dei genitori, una sua
condizione di manifesta carenza o
inidoneità educativa o comunque tale
appunto da raendere quell’affidamento in
concreto pregiudizievole per il minore. Al
riguardo è intervenuta la giurisprudenza
affermando che una circostanza ostativa
all’applicazione di tale affidamento è
la totale inadempienza all’obbligo di
mantenimento dei figli e il discontinuo
esercizio del diritto di visita da parte di
uno dei genitori (Cassazione 26587/09).
Mentre l’oggettiva distanza tra i luoghi di
residenza dei genitori separati può, in linea
di principio, precludere la possibilità di
un affidamento condiviso del minore solo
quando si traduca in un comportamento,
da parte di uno dei genitori, che
escluda il genitore medesimo dal pari
esercizio della potestà genitoriale, così
da rendere non rispondente all’interesse
del figlio l’adozione, nel caso concreto,
dell’affidamento condiviso.
CONSULENTE DEL LAVORO
La legge fornero
prevede in via
sperimentale
la possibilità
per le madri
lavoratrici
di chiedere
un contributo
per l’accudimento
dei figli
Dott.ssa Greta Leoni
Consulente del lavoro
di Milano
La recente Riforma del Lavoro,
Legge n.92/2012, ha previsto
nuovi interventi volti a favorire
l’inclusione delle donne nel mercato
del lavoro senza dover rinunciare alla
genitorialità, grazie all’introduzione
di misure volte alla migliore
conciliazione possibile tra i tempi di
vita e di lavoro.
In particolare, all’art. 4 della Legge
Fornero, è stata introdotta, in via
sperimentale, per il triennio 2013
- 2015, la possibilità per la madre
lavoratrice di richiedere, al termine
del congedo di maternità e in
alternativa al congedo parentale,
voucher per l’acquisto di servizi di
baby sitting o un contributo per far
fronte agli oneri della rete pubblica
dei servizi per l’infanzia o dei servizi
privati accreditati.
Tali voucher possono essere utilizzati
negli undici mesi successivi al
congedo obbligatorio, per un
massimo di sei mesi.
Essi saranno erogati attraverso il
pagamento diretto alla struttura
prescelta, nel caso in cui si scelgano
strutture che effettuano servizi per
l’infanzia; oppure, qualora si decida
di ricorrere ad una baby sitter,
i voucher verranno ritirati
dalla madre presso la sede
Inps
territorialmente
competente e poi saranno
intestati alla baby sitter,
che potrà riscuotere il
corrispettivo
in
denaro
recandosi presso un qualsiasi ufficio
postale.
Questo contributo può essere
richiesto anche da parte di quelle
donne che hanno già, parzialmente,
usufruito del congedo parentale,
e comunque, vi possono accedere
solo quelle madri, anche adottive o
affidatarie, sia lavoratrici dipendenti
che iscritte alla gestione separata,
con bambini già nati o la cui data
presunta del parto è fissata entro i
quattro mesi successivi alla scadenza
del bando per la presentazione della
domanda.
L’importo del contributo corrisponde
a 300 euro mensili, che può essere
diviso solo per frazioni mensili
intere.
Per frazione mensile si intende un
mese continuativo di congedo che
potrà essere collocato a piacere,
purché nel corso degli undici mesi
successivi al termine del congedo di
maternità.
Si deve sottolineare che, per ciò che
riguarda il contributo per la fruizione
dei servizi per l’infanzia erogati
da strutture pubbliche o private
accreditate, potrà essere concesso
solo se la lavoratrice sceglie una
delle strutture inserite in un apposito
elenco gestito dall’Inps.
È, altresì, importante sottolineare
che per accedere a tale beneficio
occorre redigere una domanda, poi
verrà definita una graduatoria sulla
base dell’Isee.
Mamme lavoratrici:
si puo’ scegliere
fra baby sitter e nido
95
MonzaClub
CONSULENTE assicurativo
Ferragosto,
una data da ricordare
Il 15 agosto
entrerà in vigore
l’obbligo
di assicurazione
per cHi esercita
la professione
di avvocato
per i danni causati
involontariamente
ai propri clienti.
Non solo.
Sarà necessario
Assicurare
anche I propri
collaboratori
E praticanti
Vittorio massardi
amministratore delegato
di Gpg Gruppo
Puricelli & Ghezzi
Ferragosto, una data da ricordare.
Soprattutto quest’anno e soprattutto per
chi esercita la professione di avvocato.
È, infatti, dal prossimo 15 agosto che
entrerà in vigore quanto previsto dalla
manovra economica del 2011 ovverosia
l’obbligo per i legali di sottoscrivere una
polizza assicurativa per la responsabilità
civile derivante dall’esercizio della
professione. Attualmente gli avvocati
non sono obbligati ad essere assicurati,
ma dall’entrata in vigore della norma,
tale mancanza andrà a costituire un
vero e proprio illecito disciplinare.
La Rc professionisti è un contratto in
base al quale è previsto un risarcimento
qualora si verifichino involontariamente
danni a terzi durante l’esercizio
dell’attività legale. La stipula della
polizza assicurativa è lasciata alla
libertà del singolo professionista che
potrà rivolgersi, dunque, a qualsiasi
compagnia assicurativa. Questo aspetto,
apparentemente, potrebbe essere interpretato come un’arma a doppio taglio.
Nel senso che, in assenza di specifiche
da parte del legislatore, di fatto la
tipologia di copertura assicurativa è
lasciata interamente nelle mani del
singolo avvocato. Il ché si potrebbe
tradurre in una sottoscrizione di polizze
minime, unicamente per ottemperare a
quanto stabilito dalla legge.
In realtà non è proprio così, nel senso
che, al di là della serietà e professionalità
che devono ispirare ogni professionista,
la legge prevede anche che l’avvocato
debba rendere noti al cliente gli
estremi della propria polizza
assicurativa. Da ciò ne
deriva un ulteriore beneficio
per il cliente che può in
questo modo accedere con
trasparenza ad informazioni
che, in caso di danno subìto,
96
MonzaClub
lo interessano in prima persona.
Detto questo, il consiglio migliore è
di rivolgersi a compagnie assicurative
professionali o, in casi delicati come
la professione legale, a figure come i
broker assicurativi in grado di valutare
anzitutto le esigenze del cliente e operare
una cernita accurata delle diverse
offerte sul mercato, indicando quelle
che meglio rispondono alle esigenze del
professionista. Infatti, la responsabilità
civile, di per sé, non copre tutti i rischi
e dovrà essere compito di un serio
assicuratore quello di valutare insieme
al cliente le necessità. La copertura
sull’attività di assistenza in giudizio, per
esempio, non coprirà danni generati
da attività derivate da altri ambiti di
intervento legale. Va precisato, inoltre,
che i danni da assicurare dovranno
riguardare anche la custodia di
documenti, di somme di denaro, titoli e
valori ricevuti in deposito.
Il legislatore, infine, è intervenuto
anche in materia di lavoro, nel senso
che accanto alla poliza sull’attività
professionale è necessaria anche un’altra
polizza a copertura degli infortuni che
possono accadere sia a sé sia a dipendenti,
praticanti ed anche a collaboratori
esterni occasionali. Ciò dovrà riguardare
l’attività svolta in studio e fuori. Una
tutela maggiore soprattutto per coloro
che si stanno preparando ad esercitare
la professione e che proprio per la
minore esperienza potrebbero trovarsi in
situazioni dove una polizza assicurativa
può rappresentare un valido sostegno.
Come sempre, il mercato assicurativo,
davanti a nuove esigenze, è in grado
di rispondere in modo estremamente
veloce. Perciò non sarà difficile, una
volta individuato il giusto interlocutore
e la giusta offerta, scegliere il prodotto
più adatto alle proprie esigenze.
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