ISTITUTO PER LA PROTEZIONE DELLE PIANTE (IPP)

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ISTITUTO PER LA PROTEZIONE DELLE PIANTE (IPP)
ISTITUTO PER LA PROTEZIONE DELLE PIANTE (IPP)
Sede amministrativa: Firenze, Piazzale delle Cascine 28
Caro Commissario,
in qualità di direttore dell'IPP, istituto costituito il 20.12.2000 e diventato operativo il 1.2.2002,
desidero ringraziarti per il documento che ci ha permesso di avere per la prima volta alcune
informazioni sul significato che dai a questo prestigioso mandato, sulle ipotesi di lavoro che intendi
sviluppare, e sui dati che desideri ottenere direttamente dal “mondo CNR”. Insieme con i colleghi
responsabili di sezione abbiamo infatti “patito” il silenzio dei mesi passati, avendo avuto a
disposizione solo informazioni giornalistiche.
Rispondendo alla tua lettera, intendo presentare il quadro attuale e, spero, obiettivo dell’IPP, nonché
commentare alcuni punti sulle ipotesi di lavoro.
IDENTIKIT dell' ISTITUTO PER LA PROTEZIONE DELLE PIANTE (IPP)
L'IPP sviluppa temi che sono centrali nelle Scienze Agrarie (la protezione e lo sviluppo delle
risorse vegetali sia per l'agro-forestazione sia per l'ambiente), ma con un forte aspetto di
interdisciplinarietà. Le tematiche si trovano infatti al crocevia tra argomenti tradizionali per
l'Agraria, problemi biologici e approcci sperimentali tipici della Scienza della vita e applicazioni
caratteristiche delle Biotecnologie.
I compiti istituzionali dell’IPP ben riflettono questa interdisciplinarietà, in quanto sono stati definiti
in:
- studio dei meccanismi biologici che controllano le complesse relazioni tra piante e fattori biotici
ed abiotici;
- sviluppo di modelli previsionali di lotta rispettosi dell’ambiente.
Gli ex-organi CNR aggregati nell’IPP sono:
1. ex Ist.Patologia Alberi Forestali(Fi)
17 addetti CNR + 6 tra operai, assegnisti, dottorandi + 3
associati
2. ex Ist. Nematologia Agraria (Ba)
32 addetti CNR + 7 tra operai, assegnisti, dottorandi + 0
Associati
3. ex CS Micologia Terreno (To)
7 addetti CNR + 8 tra operai, assegnisti, dottorandi + 3
Associati (+ 2 tecnici dell'Università messi a
disposizione)
4. ex CS Tecniche Lotta Biologica(Na)
10 addetti CNR + 4 tra operai, assegnisti, dottorandi +
6 Associati
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L'aggregazione riflette parzialmente l'interdisciplinarietà, con gruppi a forte connotazione Agraria
(gruppi 1, 2, 4), un gruppo più biologico (3) e competenze biotecnologiche variamente distribuite.
Finanziamenti:
2002: ordinario 414.000_ (55% del totale) + 339.000_ fondi esterni (45%)
2003: ordinario 210.000_ (30% del totale) + 490.000_ fondi esterni (70%)
1. ACCORPAMENTO DELL’IPP
L’aggregazione nell’IPP degli ex-organi CNR è avvenuta in modo spontaneo, come risultato di un
lungo dibattito che ha visto coinvolti tutti gli organi con attività di ricerca affini a quella indicata
dall’IPP. Non vi è stata pertanto nessuna ingerenza esterna e/o decisioni prese dalle autorità CNR.
Il primo passo non burocratico è stato quello di individuare - nell’ambito delle 2 linee istituzionali 4 tematiche prioritarie tali da aggregare il personale IPP (almeno l’80%). Esse sono in breve:
1 . Studio e sviluppo di strategie di controllo su fattori biotici ed abiotici (metodologie
innovative di lotta e difesa, metodi biologici di controllo, miglioramento genetico per
resistenze e tolleranze, diagnostica molecolare, epidemiologia).
2 . Interazione ospite-organismo-ambiente (biologia dei partner coinvolti nell'interazione,
risposta della pianta ad organismi in condizioni ambientali e nutrizionali diverse,
meccanismi di resistenza, analisi di genomica e genomica funzionale rivolta ai partner
dell'interazione).
3. Biodiversità dell’ospite, degli organismi nocivi, dei simbionti, dei vettori, degli antagonisti e
della componente fungina della rizosfera (caratterizzazione morfo-fisiologica e genetica;
variabilità entro e tra le popolazioni, conservazione del germoplasma).
4. Impatto economico ed ambientale derivato dall’uso di metodologie innovative di controllo
su fattori biotici ed abiotici (effetti sulla qualità delle colture, sulle risorse ambientali, sulla
salute dell’uomo e di organismi viventi negli ecosistemi agro-forestali).
L’obiettivo principale è di assicurare un avanzamento nelle conoscenze, nelle tecnologie e nei
servizi, utilizzando il potenziale di ricerca disponibile, per trovare una soluzione economica e
sociale a certi problemi prioritari del paese nel settore della protezione delle piante.
Logicamente la qualità della ricerca ed il suo grado di innovazione dipendono dal potenziale di
ricerca presente e soprattutto dalle capacità di selezionare, in relazione alle competenze, le aree di
intervento dell’IPP concentrando l’attività su un numero limitato di priorità essenziali. I prodotti, le
tecnologie ed i servizi ottenuti dalla ricerca vanno comparati con quelli esistenti, per valutare il
beneficio delle innovazioni nella competitività industriale (specialmente SME, importanti vettori ed
utilizzatori delle innovazioni) e nella dinamica economica, sociale ed ecologica.
Quando il budget ordinario diminuisce, solo i contratti esterni possono essere usati per mantenere
attive a livelli decenti ricerche di base e strategiche. Tuttavia questo può accadere solo se
l’istituzione di ricerca è orientata verso l’utilizzatore (client-oriented) e può fornire conoscenze che
generano un valore aggiunto per l’industria in tempi brevi.
I principali VANTAGGI scientifici dell’accorpamento sono:
- Ampliamento delle attività di ricerca sulla base di una maggiore multidisciplinarietà ed
un’articolazione tematica, con la possibilità di elaborare e presentare progetti e ricerche con
competenze diverse ma complementari nel settore della protezione delle piante: questo porta
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come conseguenza a più allargate piattaforme scientifico-tecnologiche utilizzabili in
un’ampia gamma di campi applicativi.
Incremento della massa critica di ricercatori e tecnici in modo da poter partecipare a progetti
europei con competenze integrate e da poter utilizzare al meglio le “facilities” disponibili.
Migliore legame con il settore agricolo su base territoriale regionale per la presenza dell’IPP
su quasi tutto il territorio nazionale.
Identificazione di "oggetti" comuni su cui concentrare le attività (vedere i 4 temi comuni
citati). Come conseguenza: possibilità di far fronte a nuove esigenze di ricerca su base
regionale, facendo ricorso a competenze presenti nelle diverse sezioni (micologia,
entomologia, nematologia, miglioramento genetico e protezione forestale).
La costituzione dell’IPP ha permesso di potenziare la già consistente collaborazione con
l’Università. Dodici associati universitari operano nelle sezioni IPP e personale IPP nelle
strutture universitarie, a conferma della sinergia tra IPP ed Università in questo settore di
ricerca. Tale connessione è formalizzata da atti ufficiali: le convenzioni quadro CNRUniversità che interessano l'IPP sono già state firmate dall'Università di Torino e di Napoli ,
mentre le Convenzioni attuative sono in fase avanzata di elaborazione. In accordo con il punto
6 della lettera, riteniamo che l'Università offra una naturale “ricchezza” (gli studenti) nonché
degli strumenti formativi straordinari (i dottorati). L'IPP si avvale di molte di queste
opportunità, soprattutto nelle sezioni che corrispondono agli ex Centri.
Premesso che non si è mai cercato di organizzare un Istituto “omnicomprensivo”, per risolvere tutti
i problemi relativi alla Protezione delle Piante, ma piuttosto di utilizzare al meglio le competenze e
le risorse presenti nel CNR, gli eventuali SVANTAGGI, o meglio “weakness”, dell’accorpamento
sono da identificare sui piani - del resto strettamente correlati - finanziari, scientifici e
organizzativi:
- l'accorpamento è stato fatto non solo a costo ZERO, ma con un taglio medio del 50% con
punte del 60-70% per la sezione numericamente più piccola. Questo ha ovviamente avuto
profonde ripercussioni, in quanto i due processi (aggregazione e taglio dei finanziamenti) sono
stati percepiti come coincidenti;
- la carenza nell’IPP di esperti in alcune tematiche fondamentali ( ad es. patologia vegetale,
studi sui batteri, micoplasmi e vettori virali, fitoiatria, chimica degli antiparassitari e loro
metabolismo, inquinamento e residui negli alimenti, etc.). L’acquisizione di queste conoscenze
e la loro presenza nell’IPP sarebbero utili per un consistente miglioramento qualitativo dei
risultati;
- il rischio che si possa trascurare o dare minore importanza a ricerche più specialistiche di base
(indicate dal Commissario come di “curiosità”), che garantiscono al singolo ricercatore libertà
intellettuale e fantasia scientifica che possono produrre risultati scientifici di valore con future
applicazioni pratiche;
- la presenza nell’IPP di un troppo ridotto numero di tecnologi, indispensabili per favorire un
raccordo territoriale costante con enti ed imprese;
- il personale tecnico e scientifico ha un’età media abbastanza elevata con numerose sofferenze
di carriera, malgrado la riconosciuta loro competenza tecnico-scientifica. L’IPP si avvale di
giovani assegnisti e dottorandi in formazione presso l’IPP e l’Università. E' opportuno e serio
prevedere un calendario di assunzioni e di progressione di carriera almeno a media scadenza;
- per tutte le 4 sezioni IPP il personale amministrativo è costituito da 2 amministrativi di ruolo,
da 2 collaboratori amministrativi di VII liv. Art.15 e da un Art.15 part-time;
- la maggiore difficoltà di mantenere con finanziamenti ordinari decrescenti un equilibrio tra
attività di ricerca trainante e quella legata a contratti vincolati o di servizio;
- a causa della ridotta “co-location” vi sono maggiori difficoltà per lo sviluppo di
infrastrutture/servizi comuni tra le sezioni.
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In modo del tutto schematico, l’accorpamento di ex Organi CNR nell’IPP ha principalmente come:
Punti di Forza
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Punti di Debolezza
massa critica di ricercatori con una maggiore capacità di aggregazione e con maggiore
competitività scientifica e tecnologica
europea;
tendenza verso ricerche mirate che sfruttano
al meglio le competenze già presenti (clientoriented research);
maggiore integrazione con le strutture
universitarie e rafforzamento della
collaborazione tra pubblico e privato;
incremento dell’autofinanziamento;
maggiore facilità e possibilità nel creare un
Centro di Eccellenza tra istituzioni con
programmi comuni di attività.
forte diminuzione del finanziamento
pubblico;
assenza di fondi per risorse strutturali;
pericolo: focalizzazione sulle attività
vincolate e/o conto terzi che porta ad una
riduzione delle risorse per la ricerca di base,
di quelle investite nel progresso scientifico e
tecnologico e della competitività scientifica
del personale a livello europeo
2. VALUTAZIONE SE L’ACCORPAMENTO SIA FORMALE O SOSTANZIALE
Fino dalla costituzione dell’IPP lo sforzo maggiore è stato quello di “cancellare” (o meglio
“superare”) l’ex-organo di appartenenza nel modo di pensare della sezione prima e dei singoli
dipendenti poi. Dopo 18 mesi si è verificata una convergenza da parte dei dipendenti e degli
associati sulle seguenti tematiche che dovranno essere ulteriormente integrate:
Biologia e variabilità degli organismi che interagiscono con le piante (Fi, Ba, Na, To)
Effetti di stress sulla vegetazione (Fi, Ba)
Interazione ospite-organismo-ambiente (Fi, Ba, Na, To)
Biodiversità e genetica (Fi, Ba, Na, To)
Vettori ed antagonisti (Ba, Na)
Diagnostica precoce (Fi, Ba, Na, To)
Si ritiene che l’aggregazione nell’IPP non sia formale, ma addirittura sinergica nel garantire lo
sviluppo delle ricerche nel settore; nel favorire la crescita delle attività sia in ambito regionale (con
vantaggi per la distribuzione equilibrata Nord-Sud delle sezioni e della diversificazione ed
integrazione delle competenze) che internazionale; nel far crescere la preparazione scientifica e la
competenza dei singoli, oltre che favorire la collaborazione con altre Istituzioni.
Ricordando che le ricerche sono effettuate tenendo sempre conto della stima dei rischi sociali,
economici ed ecologici, le AZIONI auspicate per rendere l’IPP ancora più efficace possono essere:
- promuovere una maggiore collaborazione tra ricercatori e gruppi di ricerca organizzando
scambi e visite di studio e di lavoro tra il personale delle diverse sezioni IPP e dei dipartimenti
universitari operanti nel settore;
- creare una Sezione IPP tematica o territorialmente distinta concernente la “patologia vegetale
agraria” alla quale potrebbero aderire alcuni ricercatori e tecnici IPP e quelli di altri Istituti
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CNR affini. Va tuttavia ricordato che il MiPA ha un Istituto operante in questo settore (Ist.
Sperimentale per la Patologia Vegetale);
promuovere una più attiva collaborazione tra l’IPP e Istituzioni straniere di ricerca;
incrementare la flessibilità organizzativa con la costituzione di Consorzi con Enti pubblici (ad
es. le 4 Regioni sedi delle sezioni) e privati, oltre logicamente che con l’Università;
scegliere alcune tematiche prioritarie per l’IPP a carattere interdisciplinare sulla base della
“vocazione storica” di ogni sezione per favorire “ricerche di base” con risultati a medio e
lungo termine e su cui innestare poi ricerche più “mirate”;
infine, ritengo importante, selezionare poche priorità di ricerca significative per il settore
produttivo nazionale al fine di allestire su queste Progetti di Istituto aperti però anche al
contributo integrativo esterno.
3. QUALI ALTRI ACCORPAMENTI POSSONO ESSERE AUSPICATI?
L’IPP è stato costituito in modo scientificamente omogeneo nel settore “Analisi e Protezione dei
sistemi produttivi agroforestali”, ma certamente altri ex-Organi CNR potrebbero essere utilmente
inseriti.
Al momento della ristrutturazione degli Organi CNR gli orientamenti prevalenti nel CNR erano
purtroppo diversi da quelli necessari per ottenere un’aggregazione di organi ottimale, seria e basata
su competenze specifiche ed integrazioni interdisciplinari.
Le più impellenti necessità scientifiche a livello nazionale ed internazionale sono affrontate da
numerose istituzioni mondiali operanti nel “Plant Protection” molto agguerrite tecnologicamente
(vedere Punto 5). Da questo esame critico delle “necessità” scaturisce la proposta IPP di
incrementare la massa critica dell’Istituto per renderlo più competitivo in alcuni dei settori che sono
specifici o affini alla Protezione delle piante: fitoiatria, virologia, chimica ed ecologia degli
antiparassitari, ambiente ed inquinamento, qualità e protezione post-raccolta degli alimenti,
diagnostica molecolare, genetica della resistenza e tolleranza.
La nostra eventuale proposta per una nuova integrazione all’IPP con strutture CNR esistenti si
concentra tuttavia sulla Virologia, poiché essa costituisce una componente importante ed essenziale
nella protezione delle piante. Le altre tematiche sono per lo più oggetto di attività di altri Istituti
sperimentali del MiPA (Istituto sperimentale per la Patologia Vegetale e l’Istituto sperimentale per
la zoologia agraria) e sono da considerarsi come tematiche affini, ma anche fortemente settoriali
rispetto all’attività dell’IPP.
4. INFRASTRUTTURE DI RICERCA
Le infrastrutture di ricerca sono spesso peculiari di ogni sezione. Tuttavia come commento generale
si può affermare che: le apparecchiature chimico-analitiche dell’IPP sono da rinnovare per
invecchiamento tecnologico; che forti interventi sono necessari nel settore della biologia molecolare
(lettori di gel, strumenti robottizzati per l'approccio di genomica funzionale e proteomica,
amplificazione real-time, biosensori), della microscopia avanzata (elettronica, a sonda e confocale)
e della genetica.
Le sezioni IPP possono contare anche su strutture universitarie integrative in un mutuo scambio
CNR-Università. Recentemente nell’Area di ricerca CNR di Firenze è stato costituito un Centro di
Microscopie Elettroniche (CeME) all’avanguardia nel settore. Il laboratorio di Microscopie
avanzate del Dipartimento di Biologia Vegetale dell’Università di Torino offre simili servizi. L’IPP
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è inoltre inserito nel Centro di Genomica e Proteomica “GenExpress” dell’Università di Firenze,
che dispone di sofisticate attrezzature innovative.
L’IPP presenta gravi carenze di infrastrutture correlate all'allevamento vegetale (soprattutto serre).
Tali attrezzature richiedono interventi onerosi per il completo recupero.
L’IPP si permette di chiedere al CNR di concentrare le strutture, tipo “large facilities”,
possibilmente nelle corrispondenti aree di ricerca CNR e di fare convenzioni con i Consorzi
universitari per l’uso delle loro attrezzature.
Anche se con una visione “futuristica”, l’IPP ritiene necessaria la creazione di una infrastruttura
nazionale nel campo della Protezione delle Piante, nella quale dovrebbero afferire solo tutte le
infrastrutture (numerose ma incomplete e quasi sempre in ritardo tecnologico) del CNR, MiPA, ed
Università, che possono ancora essere valide. Solo a questa struttura nazionale dovrebbero poi
essere assegnate le risorse per costituire un centro di eccellenza europeo.
5. CENTRI DI RICERCA DI RIFERIMENTO
Anche in questo caso la “realtà storica” di ogni sezione ha maturato negli anni diversi centri di
riferimento nazionali ed internazionali. E’ stato particolarmente difficile individuare tra gli Istituti
internazionali dei punti di riferimento per l’IPP, in quanto questi o erano settoriali o troppo vasti ed
omnicomprensivi.
Come già indicato, i punti di forza dell’IPP sono le ampie competenze nei settori della nematologia
agraria, della patologia forestale, della lotta biologica e della micologia del terreno.
Nell’insieme l’IPP può posizionarsi molto vicino all’Institut fuer Pflanzenpathologie und
Pflanzenschutz dell’Università di Gottinga (D), che si occupa dell’identificazione, caratterizzazione
e distribuzione di patogeni ed insetti economicamente dannosi, degli effetti dei pesticidi sulla
qualità dei prodotti, della degradazione degli erbicidi nel terreno, dei metodi di controllo biologico
dei parassiti basato anche su pratiche agronomiche.
Un altro riferimento per l’IPP è il Plant Research International (PRI) di Wageningen (NL). Questo
Istituto opera con una filosofia cara anche all’IPP: nella ricerca unire alla tradizione una strategia
moderna ed innovativa per risolvere le necessità e le richieste dell’utenza e dell’ambiente (“market
oriented research”). Il PRI è risultato dall’attività interattiva di 3 istituti di ricerca olandesi
(Agrobiological and soil fertility research, Centre of plant breeding and reproduction research,
Research Institute of Plant Protection), che hanno apportato grandi benefici soprattutto nella
genetica dell’ospite e del parassita, nel miglioramento genetico per la resistenza e la tolleranza,
nell’ottimizzazione della protezione delle piante e quindi nella produzione quali-quantitativa delle
colture. Il PRI, settore Protezione delle piante, ha un’attività soprattutto focalizzata sulle interazioni
di piante con parassiti e con microrganismi benefici. Inoltre nel progetto Dream il PRI sta studiando
la famiglia di nematodi del genere Meloidogyne, che causa notevoli danni in agricoltura, compresa
la patata.
Uno degli aspetti innovativi dell'IPP è di considerare i microorganismi simbionti (funghi
micorrizici, batteri associati) come importanti strumenti di bioprotezione. Alcuni centri di
eccellenza internazionale già sviluppano questa strategia. Tra questi: John Innes Centre, INRA
Centre de Nancy (Unité de recherche: Interactions Arbre/Microorganismes ), - Laboratoire De
Phytoparasitologie INRA/CNRS (LPA), Université Paul Sabatier, Pôle de Biotechnologie Végétale
(Unité Mixte de Recherche: Laboratoire des signaux et messages cellulaires chez les végétaux )
E' interessante osservare che da un punto di vista formale i gruppi francesi si configurano come
Unités mixtes de Recherche (UMR), vale a dire gruppi di ricerca che mettono assieme ricercatori
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CNRS, INRA e dell'Università. Sono già attive intense collaborazioni tra una sezione dell'IPP e tali
centri.
Relativamente ad istituzioni italiane di ricerca è difficile trovare un punto di riferimento in quanto
queste o sono particolarmente settoriali (a livello di una sezione: ad esempio l'IGB di Napoli ha un
importante gruppo di ricerca che lavora nel settore dei microorganismi simbionti , come pure
l'IBBA di Milano ) o pur essendo affini non trattano argomenti propri dell’IPP (per esempio Istituti
del MiPA).
Tra le istituzioni straniere da prendere eventualmente in considerazione, quando il CNR avrà meglio
chiarito la sua missione e disporrà di finanziamenti adeguati per incrementare il personale e per
acquisire strumentazione idonea, possono essere: Plant Protection (NZ), IACR (UK), Max Planck
Institute Service Unit Zentrale Pflanzen Pathologie (D), INRA Centre d’Avignon (F), Institute of
Plant Protection (China), ed altri.
6. RICADUTE DELL’ATTIVITA’ DI RICERCA
a) Pubblicazioni
Dai Report CNR 2001 e Report CNR 2002 è risultato che l’IPP abbia pubblicato in totale 178 e 181
pubblicazioni rispettivamente, di cui 31 e 38 su riviste con Impact factor (IF medio per
pubblicazione 1,41 e 2,58), ed altre 36 e 72 su riviste internazionali (media di pubblicazioni su
riviste internazionali per ricercatore IPP 1,3 e 2,7). Nell’anno 2002 è stato mantenuto lo stesso
standard del 2001 anche se con un valore medio di I.F. inferiore. L'IPP ha avuto un FOCUS
selezionato e pubblicato per il 2002 (Simbiosi radicali: un sistema di bambole russe o un
fertilizzante high-tech) ed uno selezionato per il 2003 (Funghi e Amianto: potenzionalità nel
biorisanamento) .
L’IPP pubblica la Rivista “Nematologia Mediterranea”, n. 4 libri , n. 4 brochure.
b) Progetti finanziati da imprese nel 2002-03
Le imprese che finanziano e/o collaborano con l’IPP sono: Lofarma Allergeny, Anallergo, Azienda
Vivaistica “il Terzo”, Azienda Vivaistica Umbraflor, BASF, Bayer, Enichem, Sariaf, Dow
Agrochemicals, Dupont, Elep, Rasa, Vinea, Isagro
c) Progetti finanziati dalla Comunità Europea, ancora in essere
Cyprall (CRAFT) LK4-CT-2002-71661
CypMed (Interreg III b Medocc) 2002-02-4.1-I-039
Manchest QLK5-CT-2001-0029-001
INCO Copernicus IC15-CT98-0149
Oak Flow QLK5-CT-2000-00960
Resgen CT96-078 (in conclusione)
MICOSPA ICA 4-CT-2002-10044
FAIR 5-CT-97-3444
FRYMED IC18CT98-0300
FAIR 6-CT-4139
MEDAMBTOL
GLOGENT
GENOMYCA QLK 5-CT-2000-01319
d) Progetti finanziati da Ministeri, in essere
Progetto Panda
Progetto OZONIT (ozono e foreste)
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Miur-Firb (ricerca genomica funzionale)
PF Orticoltura (lotta biologica contro i nematodi fitoparassiti)
PF Orticoltura (resistenza a Meloidogyne)
PF Miglioramento genetico della patata
PF Ri.Selv.Italia (Patosistema Ciliegio-Phytophthorae)
PF Bio-sistematica di Hymenoptera Chalcidoidea parassitoidi di fitofagi di notevole interesse
agrario
PF Caratterizzazione ed applicazione di antagonisti batterici in combinazione con antagonisti
fungini
e) Progetti finanziati da Enti locali
CNR – Regioni:
- Tuber
- Quercus suber (Sardegna)
- Pom Resistenza nematodi (Regione Puglia)
- Inea Pom Misura 2 (varie Regioni)
- Interreg III B Medocc CypMed (Toscana, Umbria, Campania, Sicilia, Sardegna)
- Malattie del Castagno (Regione Piemonte)
- Interreg II B Medocc FOR.MED.OZONE (Piemonte)
- Allevamento insetti utili (Regione Campania)
CNR- Enti Locali:
- Polline come biomonitor di inquinamento (Provincia Autonoma di Trento)
- Numerose convenzioni per la difesa della castanicoltura (Bassa Val di Susa, Colline
Metallifere, Monte Rosa)
- Ecocypre, progetto triennale finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento
- Ripristino del Viale di Bolgheri, Provincia di Livorno
- Patogeni fungini nella necromassa, finanziato dal Parco Regionale di Migliarino-San
Rossore-Massaciuccoli
- Bioremediation con funghi simbionti, finanziato da CRT
- Difesa del castagno, finanziato dal Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
- Provincia di Ragusa: Lotta ai nematodi galligeni.
f) Incarichi nazionali ed internazionali di prestigio
P. RADDI: Membro dell’Extended Advisory Group, Key Action 5. Membro per la Consulta
Tecnica per parchi, riserve naturali e aree protette della Regione Toscana. Associate editor di
“Forest Pathology”. Coordinatore europeo del progetto CypMed Interreg III B Medocc.
Responsabile scientifico di una MWP del progetto Craft-Cyprall
E. PAOLETTI: Coordinator Research Group IUFRO 7.04 “Air pollution impacts on forest
ecosystems”.
P. BONFANTE: Associate Editor di Mycological research. Editorial Board di numerose ricerche
internazionali. Scientific Committee di numerosi convegni previsti per i prossimi anni tra cui
l'International Plant Pathology (2008, Torino). Rappresentante italiano dell'azione COST Action:
838 Managing Arbuscular Mycorrhizal Fungi for Improving Soil Quality and Plant Health in
Agriculture. Coordinatrice della scuola di Dottorato in Biologia e Biotecnologia dei Funghi.
T. BLEVE: Presidente dell’ESN (European Society of Nematologists), organizzerà il prossimo
Congresso Europeo di Nematologia nel giugno 2004 a Roma.
A. CIANCIO: Segretario della SIN (Società Italiana di Nematologia). Vice-Presidente della
Federazione Internazionale delle Società di Nematologia (FINC, 14 Società internazionali
confederate), organizzerà il V Congresso Internazionale di Nematologia del 2007. Membro
dell’Executive Committee dell’ONTA (Organization of Nematologists of Tropical America).
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N. GRECO. Associate Editor di Nematropica e Co-Editor della rivista Nematologia Mediterranea.
F. LAMBERTI: Presidente dell’Unione Fitopatologica Mediterranea, organizzerà il prossimo
Congresso UPM nel 2004 in Italia. Già Presidente della SIN, Fellow della SON (Society of
Nematologists, USA). Consulente FAO e UE. Co-Editor della rivista Nematologia Mediterranea.
G. VIGGIANI: Rappresentante del CNR nella Organizzazione Internazionale di Controllo
Biologico; membro Ordinario dell’Accademia Italiana di Entomologia; Coordinatore del Dottorato
di Ricerca in “Entomologia Agraria”.
g) Prodotti ( brevetti, protocolli, etc.)
- Pochart: prodotto industriale per controllo biologico dei nematodi (sviluppato da ELEP in
collaborazione con la sezione di Bari) attualmente in commercio
- Brevetto 11722584 CNR: mastice biologico perla protezione di innesto (acquistato il brevetto
e commercializzato da SARIAF)
- Brevetto ETRURIA 154 NV/86,clone di cipresso resistente al cancro, commer-cializzato dalle
Aziende Vivaistiche “Il Terzo” e “Umbraflor”
- Brevetto FLORENTIA 155 NV/86,clone di cipresso resistente al cancro e commercializzato
dalle Aziende Vivaistiche “Il Terzo” e “Umbraflor”
- Brevetto PEGASO 156 NV/86,clone di Cupressus arizonica resistente al cancro e
commercializzato dalle Aziende Vivaistiche “Il Terzo” e “Umbraflor”
- Brevetto AGRIMED 096NV/90, clone di cipresso resistente al cancro e commercializzato
dalle Aziende Vivaistiche “Il Terzo” e “Umbraflor”
- Brevetto san zanobi RM97NV/0006,clone ibrido di olmo resistente alla grafiosi e
commercializzato da Veneto Agricoltura e “Umbraflor”
- Brevetto plinio RM97NV/0005, clone ibrido di olmo resistente alla grafiosi e
commercializzato da Veneto Agricoltura e “Umbraflor”
- Brevetto Europeo bolgheri 097NV/90, clone di cipresso resistente al cancro e
commercializzato dalle Aziende Viviastiche “Il Terzo” e “Umbraflor”
In Fede
PAOLO RADDI
Direttore IPP
Firenze, 26 Agosto 2003
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