02 immacolata

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02 immacolata
In diretta dalla Chiesa parrocchiale di santa Lucia in Lisiera,
Giovedì 5 dicembre 2013 - Ore 20.30
Tutta bella tu sei,
Maria!
Adorazione Eucaristica
in preparazione alla Festa dell’Immacolata
Adorazione animata per Radio Oreb
dal gruppo “Insieme per adorarlo” della parrocchia di Santa Lucia in
Lisiera
PRELUDIO ALLA PREGHIERA
MARIA SEGNO DELLA VITTORIA SUL SERPENTE
3S. C’è un modo di presentare la figura di Maria che scoraggia invece di
animare. È indicata come la donna assolutamente inimitabile, esentata
dal peccato originale e dalle sue drammatiche conseguenze – e questo non
per merito suo, ma per un singolare privilegio divino – confermata in
grazia, preservata dal commettere errori, benedetta in ogni sua opera… Ci
chiediamo cos’abbia in comune con noi questa donna meravigliosa?
1L. Noi, poveri discendenti di Adamo, costretti a sopportare, senza averne
colpa, le pene di un peccato che non abbiamo commesso, possiamo
provare invidia nei suoi confronti, ma difficilmente amore. È troppo
lontana dalla nostra condizione, non è nostra compagna di viaggio nel
cammino di fede che, con fatica, percorriamo; non condivide con noi
dubbi, incertezze, tentazioni e anche momenti di smarrimento di fronte
alla volontà di Dio.
2L. Questa immagine della madre di Gesù – derivata dall’affetto più che
dalla meditazione approfondita dei testi sacri – divide i fratelli di fede,
invece di unirli, costituisce un motivo di attrito nel dialogo ecumenico,
soprattutto con i protestanti e gli ortodossi.
La festa di oggi ci offre l’opportunità di accostarci alla figura autentica di
Maria, quella che traspare nitida dai racconti evangelici, libera dalle
incrostazioni di una devozione non sempre sana che ha dato adito anche
a parecchi equivoci.
3L. Il dogma dell’Immacolata Concezione – definito da papa Pio IX l’8
dicembre 1854 – è stato formulato con un linguaggio legato alle categorie
filosofiche e teologiche del tempo, linguaggio che all’uomo del
ventunesimo secolo risulta difficile da comprendere. Se si vuole che abbia
qualcosa da dire a noi oggi, dobbiamo rileggerlo alla luce della rivelazione
biblica.
4L. La Maria del Vangelo ci è molto vicina: ragazza nata fra i monti della
Bassa Galilea, innamorata del giovane Giuseppe con il quale ha
progettato una famiglia secondo la tradizione del suo popolo, poi madre,
donna di fede che si è dovuta confrontare ogni giorno con difficoltà e
tentazioni non dissimili dalle nostre. Non è un’eccezione, ma una persona
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particolare in cui Dio ha trovato la piena disponibilità alla realizzazione
del suo piano di salvezza.
5L. Dio non elargisce i suoi doni per suscitare in chi è stato favorito il
piacere narcisistico di sentirsi un privilegiato, ma per affidargli una
missione da svolgere. Maria è stata colmata di grazia perché noi
dovevamo divenire ricchi di grazia. In lei il Signore ha manifestato la sua
benevolenza perché voleva colmare noi di ogni benedizione.
6L. Si è inserita perfettamente in questo disegno e tutti i doni che
gratuitamente ha ricevuto da Dio li ha impiegati affinché noi potessimo
giungere alla salvezza. Con gioia ha accolto la parola del Signore e ha
portato a compimento la sua difficile vocazione.
I vangeli ci ricordano le sue perplessità, i suoi interrogativi, il suo
commovente cammino di fede. Come noi, come suo figlio, è stata tentata,
ma in ogni momento ha saputo dire, come Gesù (2 Cor 1,19), sempre “sì”
a Dio.
3S. Per interiorizzare il messaggio, diciamo:
Tutti: Non eri diversa da noi, sorella Maria.
Sei beata perché hai creduto e sei rimasta fedele.
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO
Rit. Spirito Santo, vieni nel mio cuor
Del Tuo amore, infiammalo!
1L. “Spirito Santo, che ti sei posato sulla Vergine Maria, affinché
diventasse la Madre di Gesù, apri il nostro cuore alla tua parola e donaci
di accogliere Gesù, il Verbo di Dio.
2L. Sipirito Santo, che ti sei posato su Zaccaria, Elisabetta e Simeone, e
hai loro concesso di riconoscere il Messia, illumina gli occhi del nostro
cuore, affinché sappiamo riconoscere Gesù, il Signore.
3L. Spirito Santo, che ti sei posato
sul Cristo Gesù, quando venne
battezzato nelle acque del Giordano,
battezzaci col fuoco del tuo amore,
affinché il Padre dica a ognuno di
noi: "Questo è il mio Figlio prediletto,
e in lui io mi sono compiaciuto".
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SALUTO (ispirato alla seconda lettura: EF 1,3-6.11-12)
G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo.
T. Amen
G. Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
Tutti: In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo,
per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità,
predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo,
secondo il beneplacito della sua volontà.
E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio
diletto.
G. In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo
il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà,
Tutti: perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi
abbiamo sperato in Cristo. Amen. Maranathà. Vieni Signore Gesù.
CANTO DI ESPOSIZIONE: COME L’AURORA, R.59
DAVANTI A GESÙ EUCARISTIA
S3. O Gesù, il Padre tuo, non ha voluto abbandonare gli uomini alla loro
sorte. Non si è lasciato scoraggiare dalla loro ingratitudine, dai loro
sospetti e dai loro pregiudizi, dalla loro smania di gestire da soli la loro
esistenza. Dio, il Padre tuo, ha annunciato già davanti alle penose
conseguenze del primo peccato la tua venuta, Gesù, il Salvatore
che avrebbe combattuto e sconfitto l’antico avversario.
E proprio in vista della tua passione, morte e risurrezione, della tua
vittoria sul peccato, ha sottratto Maria, la Madre tua, da ogni vincolo, da
ogni legame con quella colpa che ha segnato Adamo e tutta la sua
discendenza. Nelle parole dell’angelo nell’annunciazione, noi cogliamo il
compiersi di un disegno d’amore che attende solamente di essere
realizzato. A lei, Maria, colmata di grazia, viene chiesto di rallegrarsi per
quanto le sta accadendo. A lei viene chiesto di dire il suo “sì” con la
fiducia totale di un cuore limpido e generoso. Dona anche a noi, Gesù,
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di pronunciare quel “sì” quotidiano che trasforma e rallegra la nostra
esistenza. (Roberto Laurita)
Tutti:
O Padre, che nell'Immacolata Concezione della Vergine hai preparato
una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui
l'hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per
sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di
spirito. Crea in noi, Signore, il silenzio per ascoltare la tua voce,
penetra nei nostri cuori con la spada della tua Parola, perché alla
luce della tua sapienza, possiamo valutare le cose terrene ed eterne,
e diventare liberi e poveri per il tuo regno, testimoniando al mondo
che tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e
di pace. Amen. Marana thà, vieni Signore Gesù!
CANTO: IL GIORNO DELLA SPERANZA
Verrà una Vergine donna, il suo nome è Donna Maria.
Nessuno vede il mistero in Lei: lo conosce il silenzio di un uomo.
RIT Gloria, gloria, alleluia! Ecco il giorno della speranza.
Gloria, gloria, alleluia! E’ l’annuncio di pace al mondo.
Chi accoglie un simile evento, non è certo l’uomo potente.
Così chi aspetta il Messia è ancora la semplice gente. RIT.
Sarà un domani migliore per chi attende la liberazione.
Natale è annuncio profetico: sta per nascere un popolo nuovo. RIT
IN ASCOLTO DELLA PAROLA
2L. Dal libro della Genesi (GN 3,9-15.20)
Il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la
tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono
nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse
mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».
Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato
dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai
fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto
tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre
camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò
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inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti
schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». L’uomo chiamò la moglie
Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi. Parola di Dio.
3S. Maria fu preservata immune da ogni macchia della colpa originale.
Così si è espresso Pio IX quando ha formulato il dogma dell’Immacolata
Concezione. Come tutti al suo tempo, questo papa riteneva che il
racconto del “peccato originale” riferisse la storia sciagurata di due
individui – il signor Adamo e la signora Eva – ed era convinto che la loro
trasgressione avesse avuto conseguenze drammatiche per i loro
discendenti ai quali era stata trasmessa.
1L. Gli studi biblici oggi hanno appurato, senza ombra di dubbio, che
questo brano della Genesi non è il resoconto di un fatto accaduto all’inizio
del mondo, ma una pagina di teologia, redatta per rispondere, con
immagini e linguaggio mitici, al più inquietante degli enigmi dell’uomo:
perché esiste il male nel mondo?.
2L. Non narra la storia del peccato di un certo Adamo e una certa Eva,
ma spiega la dinamica secondo cui, da sempre, gli uomini giungono a
rifiutare Dio, a commettere il male e a decretare la propria rovina.
Noi non siamo gli sventurati discendenti di Adamo ed Eva – costretti a
portare le conseguenze del peccato dei progenitori – ma siamo noi gli
Adamo ed Eva, posti di fronte a Dio e alla responsabilità delle scelte che
siamo chiamati a fare nella vita.
3L. Se questa è l’interpretazione del racconto della Genesi, anche la verità
contenuta nel dogma dell’Immacolata Concezione richiede di essere
approfondita e compresa in modo nuovo.
Dio aveva fatto bene ogni cosa, il mondo era uscito “buono” dalle sue
mani. Per sette volte l’autore sacro ripete, come un ritornello: “E Dio vide
che era buona” l’opera da lui realizzata.
Tutti:
C’era armonia fra l’uomo e Dio,
armonia rappresentata nel libro della Genesi
dall’immagine squisita del Signore e dell’uomo
che passeggiano nel giardino di Eden,
accarezzati dalla brezza della sera.
C’era armonia fra l’uomo e la natura:
il mondo era amato, rispettato e curato come un giardino.
C’era armonia fra uomo e donna:
nessun dominio, nessuna sopraffazione,
nessuna strumentalizzazione egoistica,
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solo la gioia di sentirsi ciascuno un dono per l’altro.
4L. È a questo punto che – fin dall’inizio del mondo – entra in scena il
serpente che convince l’uomo a infrangere i limiti impostigli dalla sua
condizione di creatura, a mettere da parte il progetto del Creatore e a
sostituirlo con un proprio progetto, a seguire i propri capricci e astuzie,
illudendosi di raggiungere così la piena realizzazione di sé e la felicità.
3S. Chi è il serpente? Proviamo a decodificare questa figura mitica.
Contrariamente a quello che forse pensiamo, in tutto l’Antico Testamento
questo misterioso personaggio non compare più. Solo al tempo di Gesù gli
autori giudei, per influsso del pensiero persiano ed ellenistico, hanno
cominciato a vedere nel serpente il diavolo; ma il testo della Genesi non
orienta verso questa spiegazione, dichiara piuttosto che il serpente è la
più astuta delle creature di Dio.
Chi può essere?
5L. Scorriamo i primi due capitoli della Genesi, passiamo in rassegna gli
esseri viventi creati dal Signore e giungeremo alla conclusione: è l’uomo,
non può essere che lui il più astuto.
Sì, il serpente è l’uomo stesso che, colto da un folle delirio di onnipotenza,
si solleva contro Dio, pensa di potersi sostituire a lui e proclama la
propria autonomia nel decidere ciò che è bene e ciò che è male.
Questa tentazione dell’autosufficienza seduce in modo subdolo, penetra
impercettibile, insidiosa come un serpente, nella mente e nel cuore
dell’uomo e lo induce a fare scelte di morte.
6L. Il peccato causa la rottura di tutte le armonie e il brano che ci viene
proposto nella lettura di oggi ne presenta, con immagini, le drammatiche
conseguenze. L’uomo che si lascia sedurre dal “serpente” che è in lui
finisce fuori posto. Dio lo cerca, lo chiama: “Dove sei?”, ma non lo trova
(vv. 8-10), perché non è più dove dovrebbe essere. Come un padre, il
Signore è addolorato del male che il figlio si è fatto; è preoccupato e, per
ricuperarlo, lo invita a prendere coscienza dell’accaduto.
3S. “Dove sei?” significa: “Dove sei andato a finire? Cos’hai fatto della tua
vita? Come ti sei ridotto agendo di testa tua?”.
La risposta dell’uomo:
S2. “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono
nudo, e mi sono nascosto” (v. 10).
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S3. È il rifiuto della presenza di Dio, considerato non più come un amico,
ma come un avversario da evitare, come un tiranno che minaccia
l’indipendenza e toglie la libertà.
1L. Nascondersi dal Signore significa abbandonare la preghiera,
disinteressarsi dell’ascolto della parola di Dio, prendere le distanze dalla
vita della propria comunità per non essere rimessi in discussione, per
non sentirsi intralciati nelle proprie scelte.
2L. L’uomo ha paura di Dio perché teme che egli lo privi della felicità. In
realtà, chi si stacca da lui precipita nel baratro della più completa
confusione.
S3. La seconda conseguenza della decisione di smarcarsi da Dio nelle
scelte morali è l’allontanamento dai fratelli (vv. 12.16).
3L. Adamo accusa Eva, questa attribuisce la colpa al serpente, ambedue
rinfacciano a Dio di aver creato un mondo sbagliato. Sei stato tu –
insinua Adamo – a mettermi accanto una persona che, invece di
condurmi a te, mi ha distolto dal tuo progetto. Io mi sono fidato di lei
perché tu me l’avevi posta al fianco.
4L. Questa reazione rappresenta il tentativo di scaricare le responsabilità
del male commesso su capri espiatori che possono essere la famiglia in
cui si è nati, la società, l’educazione ricevuta e, in ultima analisi, Dio che
ha voluto che l’uomo non potesse realizzarsi che nell’incontro con i propri
simili, i quali però spesso, invece di sollevarlo in alto, lo trascinano verso
il basso.
5L. La donna, interrogata a sua volta, dà la colpa al serpente e, siccome il
serpente non è che l’altra faccia della nostra umanità, le sue parole
costituiscono una nuova accusa nei confronti di Dio: Tu hai fatto male le
cose creando l’uomo così com’è, capace di compiere follie e crimini.
Perché non l’hai fatto diverso, perfetto? Perché in lui c’è questo “serpente”
insidioso che inietta veleno mortale?
6L. Dopo essersi rivolto all’uomo e alla donna, ci aspetteremmo che Dio
interroghi il serpente, invece non lo fa, perché il serpente non è una
creatura distinta dall’uomo, ma è la controparte dell’uomo, quella che si
oppone a Dio.
S3. Il serpente – il male che è nell’uomo – avrà sempre la meglio?
Dal nostro punto di vista la condizione umana pare disperata e Paolo la
descrive in toni drammatici:
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s2. “Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che
voglio io faccio, ma quello che detesto, quindi non sono più io a farlo, ma
il peccato che abita in me. Infatti io non compio il bene che voglio, ma il
male che non voglio. Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo
corpo votato alla morte?” (Rm 7,15-24).
S3. La disfatta dell’uomo sarà dunque definitiva?
Nell’ultima parte del brano (vv. 14-15) Dio risponde a questa inquietante
domanda.
1L. La lotta fra “il serpente” e l’uomo continuerà fino alla fine del mondo,
ma viene anticipato l’esito del confronto.
“Il serpente” è dichiarato maledetto, cioè privo di forza soprannaturale e
quindi non irresistibile; può essere vinto e difatti lo sarà.
2L. Servendosi di immagini vive ed efficaci, Dio assicura che lambirà la
polvere, andrà incontro a una disfatta umiliante (Sl 72,9); striscerà per
terra, come sono costretti a fare i nemici sconfitti di fronte al vincitore (Sl
72,11); avrà la testa schiacciata e, anche se, fino alla fine, tenterà di
mettere in atto le sue insidie mortali, non riuscirà nel suo intento.
È la promessa della salvezza universale.
S3. Alla luce di questa lettura, la proclamazione dell’Immacolata
Concezione di Maria acquista un chiaro significato nuovo e stimolante.
È l’invito a rivolgere lo sguardo verso colei che, fin dal suo concepimento,
ha realizzato quell’armonia perfetta che Dio aveva sognato il primo
mattino del mondo. È immacolata fin dal suo concepimento, cioè, nella
totalità della sua esistenza. In lei la vittoria sul serpente è stata completa
perché in lei lo Spirito divino che ha animato suo figlio ha potuto operare
le sue meraviglie. È il segno più nitido del trionfo di Dio sul male.
Con Maria, testimone della vittoria di Dio sul male e messaggera di
speranza per il mondo lodiamo il Signore e diciamo:
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
Tutti: Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
3L. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo.
4L. Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele.
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5L. Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
CANTO: GIOVANE DONNA, B.411
PREGHIERE DI INTERCESSIONE
G. Noi ti preghiamo: Kyrie, kyrie eleison
T. Kyrie, kyrie eleison
6L. Contempliamo Maria Immacolata e piena di grazia, promessa e
primizia della salvezza. O Signore, la tua misericordia ci renda santi e
immacolati davanti a te,
1L. Ti ringraziamo o Signore per il Battesimo che ci ha resi tuoi figli;
rendici semplici e attenti nel seguire Papa Francesco, il vescovo
Beniamino e tutti i pastori che ci accompagnano in quest’anno della fede,
2L.Concedi a nostri giorni la tua pace o Signore. Fa che tutti noi
possiamo collaborare con la preghiera e la vita alla tua azione di salvezza
nel mondo,
3L. Per intercessione di Maria Immacolata, dona amore e stabilità alle
nostre famiglie o Signore. Ti affidiamo i bambini, i ragazzi, i giovani, i
fidanzati, i genitori, gli anziani.
4L. Per intercessione di maria Immacolata, sovvieni alle necessità
materiali e spirituali di Radio Oreb. Accogli ed esaudisci anche tutte le
domande che salgono a te dagli iscritti e dagli affidati alla Banca della
preghiera
5L. Tu che sei il padrone della messe manda operai nella tua messe.
Anche dalla nostra comunità attira a te giovani ardenti e generosi che
donino la loro vita a servizio del tuo popolo
Padre nostro
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CONCLUSIONE: MIRIAM DOVE SEI?
G. Signore Gesù, con Adamo ed Eva inizia la creazione dell’umanità,
con te e Maria inizia la redenzione. L’uomo, immagine luminosa di Dio,
col peccato diventa tenebra. Donaci, come Maria, la nostalgia del bello e
del bene, la docilità per volare alto verso la santità, la nostalgia per
tornare a Dio. Dio è più grande del peccato, l’amore è più grande dell’odio.
Ogni autentico amore è totale ed esigente, mette paura a chi non vuol
rispondere con coraggio. Facciamo entrare Dio in noi. Cerchiamo di
essere come Maria, testimoni dell’amore, capaci di costruire la civiltà
dell’amore. (Antonio Merico)
S3. Ad ogni festa della beatissima Maria mi commuovo al pensiero
della sua grandezza fatta tutta di piccoli grandi cose e vissuta per Dio.
Da sé l’uomo non può riavvicinarsi al suo Creatore, senza capacità di
salvezza, perché il male ha chiuso ogni ritorno e spento ogni ricordo di
Dio. Anche oggi si aggira l’Adamo nascosto, bloccato dalla paura in mille
forme: l’individualismo all’eccesso preclude l’incontro con l’altro: io basto
a me stesso! E io mi aggiro ramingo come Caino, gravato dalla mia colpa e
senza speranza. Corro ansioso tra stadi, circuiti, quizzistiche per pochi
mancati premi, oroscopi e tentate scalate alla fortuna. Palestre, beauty,
culto-body, vacanze viaggi e interessi effimeri; intemperanze di vita
nottambula, incidenti ed eroi…
Tutti:
Uomo, dove sei? Perché ti nascondi dietro le tue angosce mortali,
forse perché ti sei distaccato dalla sorgente
per scavare cisterne senza acqua?
Si alza una voce nuova, fuori dal coro, con umile sicurezza:
Eccomi, sono la serva dell’umanità nuova,
rigenerata da mio Figlio, Dio.
Il Figlio che nasce dalla nuova stirpe
nasce per schiacciare le teste dei serpenti
che sono dentro di me per farmi uscire alla luce,
oltre la morte soffocante.
Miriam, rivestita di Dio, Eva non sedotta, fedele al Dio fedele,
madre dell’unica speranza Gesù.
Contienici nel tuo casto grembo
assieme a Lui, nascosti lontano dall’insidia.
(Padre Benedetto Tosolini)
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CANTO: INNALZATE NEI CIELI, B. 51
CANTO FINALE: DELL’AURORA, R.76
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