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La borsa della spesa
Periodico
dell’Associazione
Consumatrici
e consumatori
della Svizzera italiana
Anno XXXIV
Nr. 3
Maggio 2008
Fr. 5.–
IMBALLAGGI? NO GRAZIE
COME PRODURRE MENO RIFIUTI
NO ALLO STRAPOTERE DELLE
CASSE MALATI
TEST: MISURATORI DI PRESSIONE
LIGHT, SOLO UN ENORME AFFARE
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n.3 maggio 2008
La borsa della spesa
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Editoriale
No allo strapotere delle casse malati
3
La Posta
Alimenti e fisco per genitori divorziati
La garanzia quando il prodotto
non esiste più
Mance al ristorante
4
5
5
Perché non vogliamo una medicina
a due velocità
6
Tassa MP3, ridotta ma non del tutto 7
Consumatrici e consumatori
8
10 gesti per l’ambiente
11
Petizione contro il traffico pesante 23
Petizione contro il monopolio
dei decoder della via cavo
26
Acsi
Ambiente
Borsa ACSI, più la usi meno sprechi
Cosa fare per ridurre i rifiuti
12
13
Test
Misuratori di pressione
14
Alimentazione
Cibi light, un grande affare non
per la salute
Meglio poco che light
19
21
Crisi bancaria, danni indiretti
per i consumatori
22
Società
Siamo immersi nei debiti
24
Test flash
Telefonini per inesperti
MP3 in automobile
26
26
Scheda
Il fitness center più grande
e gratuito? Il Percorso Vita
27
I discutibili bollini di Coop
La croce svizzera sui prodotti
Solleciti swisscom
29
30
30
Soldi
Consumatori attenti
La borsa della spesa
Organo di informazione
dell’Associazione
Consumatrici
e Consumatori
della Svizzera Italiana
Esce 8 volte all’anno
E-MAIL: [email protected]
La borsa della spesa
È il periodico d’informazione dell’Associazione
Consumatrici e Consumatori della Svizzera
Italiana (ACSI). La rivista è indipendente e non
contiene nessun tipo di pubblicità, una precisa
scelta dell’associazione che ha lo scopo di garantire la trasparenza, l’obiettività dei giudizi e il
rifiuto di ogni forma di condizionamento. La riproduzione di articoli per scopi non pubblicitari
è autorizzata, con l’indicazione della fonte e
l’invio di una copia giustificativa all’ACSI.
I test comparativi
su beni di consumo, servizi pubblici e privati,
prodotti finanziari e assicurativi, ecc. sono l’altro elemento che contraddistingue il periodico: le regole e i metodi dei test comparativi
svolti a livello europeo sono coordinati dall’International Consumer Research and Testing,
un organismo indipendente che raggruppa le
principali associazioni di consumatori. Sul piano nazionale, i test vengono coordinati e svolti in collaborazione con la Federazione romanda dei consumatori (FRC). Per queste ragioni, l’ACSI vieta espressamente la riproduzione anche parziale degli articoli e dei risultati dei test per fini commerciali o pubblicitari.
L’ACSI
è un’associazione senza scopo di lucro fondata nel 1974. L’associazione, in piena autonomia e indipendenza, si pone come scopo l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei
consumatori e delle consumatrici presso produttori e fornitori di beni e servizi, enti o istituzioni pubbliche.
I servizi dell’ACSI sono:
– l’Infoconsumi
– la Consulenza alimentare
– la Consulenza casse malati
– la Consulenza contabilità domestica
– i Mercatini dell’usato
– lo Scambio dell’usato.
Uscite BdS
BdS 1.08
fine gennaio
BdS 2.08
metà marzo
BdS 3.08
fine aprile
BdS 4.08
metà giugno
BdS 5.08
fine luglio
BdS 6.08
metà settembre
BdS 7.08
fine ottobre
BdS 8.08
metà dicembre
Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana
EDITORE: ACSI
REDATTRICE RESPONSABILE:
Laura Bottani-Villa
IN REDAZIONE:
Ivana Caldelari Magaton
CONCETTO GRAFICO:
Marcello Coray
HANNO COLLABORATO
A QUESTO NUMERO:
Mario Jäggli
Laura Regazzoni Meli
Tatiana Ferrari
Silvano Toppi
STAMPA:
TBS, La Buona Stampa sa
6963 Pregassona
TIRATURA: 9’500 copie
CARTA:
Cyclus Print, riciclata
bianca 80gm2
FOTO DI COPERTINA:
La borsa per la spesa
ACSI (foto ACSI)
PRESIDENTE:
Mario Jäggli
SEGRETARIA GENERALE:
Laura Regazzoni Meli
SEGRETARIA
AMMINISTRATIVA:
Fabrizia Sormani
SEDE:
Stabile amministrativo
via Polar 46, c.p.165
6932 Breganzona
tel. 091 922 97 55
fax 091 922 04 71
E-MAIL: [email protected]
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editoriale
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Laura Regazzoni Meli
segretaria generale ACSI
NO allo strapotere
delle casse malati
L'ACSI si oppone con convinzione al controprogetto "Per qualità e economicità nell'assicurazione malattie" in votazione il 1° giugno prossimo.
I consumatori sono contrari alla proposta in votazione perché:
✔ riduce la loro libertà di scelta e l'accesso alle cure
✔ intacca il loro potere d'acquisto
✔ introduce un trasferimento massiccio di potere agli assicuratori a scapito dei pazienti-assicurati, degli operatori sanitari e dei cantoni
L'articolo in votazione apre la strada alle rivendicazioni delle casse malati di introdurre la libertà contrattuale con gli operatori sanitari, ciò che per i pazienti-consumatori-assicurati significherà
la perdita della libertà di scegliere da chi farsi curare. La libertà di scegliere l'operatore sanitario, e
in particolare il medico e il farmacista, è un elemento essenziale per i pazienti al quale non vogliono assolutamente rinunciare. Tanto più in un sistema dove gli assicuratori gestiscono contemporaneamente l'assicurazione di base obbligatoria e le assicurazioni complementari facoltative. E' facile immaginare che la strategia delle casse malati sarà quella di restringere il più possibile il numero di operatori sanitari ai quali tutti potranno rivolgersi in modo da proporre agli assicurati sani e
facoltosi costose assicurazioni complementari che garantiranno loro la libertà di scelta, mentre gli
altri (malati, anziani e persone a basso reddito) dovranno accontentarsi di quello che passerà una
snaturata assicurazione di base. Ci troveremo così divisi in pazienti di serie A, che potranno avere
libero accesso a tutte le cure, e pazienti di serie B, ai quali verranno chiuse molte porte.
L'articolo in votazione permetterebbe inoltre di far diventare facoltative le prestazioni in caso di infortunio e le prestazioni destinate ai malati cronici e alle persone anziane. Gli assicurati rischiano dunque di dover pagare queste prestazioni di tasca propria o di dover sottoscrivere, quando possibile, costose assicurazioni complementari. E' una grave minaccia per l'accesso alle cure e
per il borsellino degli assicurati e una grande opportunità per le casse malati che non possono fare
guadagni nell'assicurazione obbligatoria e puntano quindi sugli utili che è possibile conseguire nel
lucrativo settore delle assicurazioni complementari. Anche il preteso rafforzamento della responsabilità individuale evocato nel testo in votazione potrebbe portare a discriminazioni, ad esempio
per gli obesi, le persone sedentarie o i fumatori, o a introdurre partecipazioni ai costi e franchigie
più elevate. E questo in un paese come la Svizzera dove già attualmente i pazienti-assicurati pagano di tasca propria una grande fetta dei costi delle salute
Per ciò che concerne il finanziamento degli ospedali l'articolo in votazione prevede il trasferimento di circa 8 miliardi di franchi dai cantoni alle casse malati. I consumatori, che sono anche cittadini-contribuenti, sono contrari a questo trasferimento: non devono essere le casse malati a gestire, senza controllo democratico e trasparenza, questa enorme somma di soldi pubblici. Per queste ragioni l'ACSI invita consumatrici e consumatori a votare un convinto No il prossimo 1° giugno.
Leggi la Borsa della Spesa
online sul sito www.acsi.ch
inserendo il codice
di maggio 2008: UB2M5
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Hai la patente blu e hai cambiato
indirizzo? Allora la devi sostituire
Genitore divorziato, figlio
maggiorenne, alimenti e fisco
Se il prezzo della bilancia non dà il
prezzo promozionale
Ho ancora la licenza di condurre nel formato blu sulla quale era indicato anche
l’indirizzo del titolare della patente. Da
qualche mese ho però cambiato domicilio.
Mi sono resa conto solo in questi giorni
che i dati relativi all’indirizzo sulla patente
di guida non corrispondono più. Sono obbligata a sostituire questo documento?
Navigando nel sito internet della Sezione
cantonale della circolazione ho letto che
ora esistono le licenze di guida formato
tessera ma che non esiste alcun obbligo di
sostituzione dei vecchi documenti (blu e
gialli) "tranne in caso di modifica delle circostanze che richiedono un mutamento
della licenza (acquisizione di nuove categorie, cambiamento di dati anagrafici, restrizioni, ecc.) e in caso di revoca della licenza di condurre alla scadenza del provvedimento amministrativo". Non avevo
però capito se il cambiamento di indirizzo
facesse parte di queste circostanze e quindi se sono obbligata a sostituire la mia licenza di condurre. Ho quindi chiesto direttamente ulteriori informazioni:
“Visto che lei ha ancora la licenza blu indicante il vecchio indirizzo è tenuta ad effettuare il cambiamento - mi ha risposto il
sig. Rosselli del Servizio conducenti della
Sezione della Circolazione - non è più
possibile correggere l'indirizzo sulle vecchie licenze ma vengono emesse direttamente quelle formato carta di credito. Le
consigliamo di inviarci al più presto la documentazione così da evitare spiacevoli
sanzioni durante eventuali controlli di
Polizia.”
Ve lo segnalo poiché potrebbe essere utile
ad altri conducenti nella stessa situazione.
I.C.- Breganzona
Sono divorziato; per mio figlio (che vive
con la madre) versavo, alla madre, i regolari alimenti che poi deducevo dalle tasse.
Ora mio figlio (studente) è maggiorenne e
adesso, da quanto risulta dalle istruzioni
per la compilazione delle tasse (p. 24), non
posso più dedurre questa cifra dalla dichiarazione delle tasse.
A sua volta, mio figlio, che ora riceve personalmente gli alimenti, non li deve dedurre dalla sua dichiarazione (p.24).
D’altra parte però la mia ex moglie non riceve più personalmente gli alimenti per il
figlio (e dunque non li deve più dichiarare
nelle tassazioni) ma può dedurre le spese
per ogni figlio a carico (p. 26).
Tutto ciò corrisponde alla realtà o c’è qualcosa che mi sfugge?
L.B.-Mendrisio
Sabato, prima della chiusura, ho acquistato presso la Coop al Serfontana del formaggio in azione (era indicato sulla lavagna). Una volta posato sulla bilancia però
il prezzo era quello usuale. L’ho fatto presente alla commessa che ha chiamato un
collega ma non sapevano come risolvere il
problema del prezzo indicato sulla bilancia. Hanno così chiamato un’altra collega
che ha spiegato loro come dovevano fare
per il cambio di prezzo... Mi sorge un dubbio: il formaggio in azione è stato venduto
a prezzo pieno per tutta la settimana?
D.G.-Chiasso
Grazie per la segnalazione. Sulla nuova licenza di condurre in formato carta di credito possiamo dire che è eurocompatibile e
che ha validità illimitata poiché non vi figura l’indirizzo. Ciò non significa che il cambiamento di indirizzo non debba essere notificato: esso dovrà comunque essere annunciato all’autorità competente entro 14
giorni. Il costo della licenza di guida formato tessera è di fr. 50.–.
Abbiamo girato la domanda a Claudio
Allidi, della sezione delle contribuzioni:
“le indicazioni che risultano dalla descrizione fornita dal contribuente sono, di principio, corrette. Quando il figlio è maggiorenne (e quindi non più soggetto all’autorità
parentale) gli alimenti che versa il padre per
il figlio non sono deducibili nella partita fiscale del padre trattandosi di una prestazione che avviene in virtù di un obbligo di
mantenimento del figlio (art. 32 cpv. 1 lett.
c LT). Per questa stessa ragione (prestazione versata in adempimento di un obbligo
fondato sul diritto di famiglia) questi alimenti non sono imponibili presso il figlio
(art. 23 lett. e LT). La deduzione per figli a
carico (se il figlio maggiorenne è ancora agli
studi e fino al 25mo anno di età) è invece
assegnata al genitore che provvede al mantenimento del figlio. Di principio una sola
persona (madre o padre) ha diritto a questa
deduzione. Quando tuttavia entrambi i genitori provvedono in modo importante al
sostentamento del figlio, la deduzione può
essere ripartita fra i genitori.
Senza conoscere il caso particolare è
difficile anticipare se quella descritta è una
situazione in riferimento alla quale la deduzione per figli a carico può essere ripartita,
metà ciascuno, tra i genitori. Il consiglio è di
prendere contatto con l’Ufficio di tassazione per esporre il caso.”
Euro 2008, scambio figurine su www.acsi.ch
Abbiamo inaugurato l´anno scorso, in occasione dei Mondiali di calcio
in Germania, una sezione del nostro sito dedicata agli scambi di
figurine che ha avuto grande successo. L’ ACSI ha deciso di lasciare
nuovamente a disposizione questo spazio molto apprezzato.
Ora che è ripresa la caccia alle figu per l’album degli Euro 2008 potete
ricominciare. Buon divertimento e buona fortuna!
Sul tema abbiamo interpellato Marco
Scossa di Coop Ticino, che non ha però potuto entrare nel merito della questione poiché la signora non ha fornito elementi sufficienti per poterlo fare (data dell’acquisto,
tipo di formaggio). In generale, spiega
Scossa, “può capitare (i casi sono in realtà
assai rari) che nel sistema casse non venga
inserito il prezzo ridotto di un articolo in
promozione e che dunque, una volta scansionato l’articolo, il prezzo letto dal sistema
risulti il prezzo normale. Possiamo tuttavia
affermare che una volta riscontrato il problema i dati nel sistema casse vengono immediatamente modificati, provvedendo
ad inserire il prezzo promozionale”.
Per avere maggiori informazioni il cliente
può comunque rivolgersi al servizio consumatori di Coop Ticino allo 0848 888 444,
oppure tramite il sito www.coop.ch, ma lo
deve fare tempestivamente e fornendo
tutte le indicazioni del caso.
Ma il dubbio sollevato dalla consumatrice
permane: se il/la cliente non presta la necessaria attenzione sul prezzo rischia di pagare a prezzo pieno un prodotto reclamizzato con prezzo promozionale. Occhio!
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Il telefono in garanzia, ma il modello non c’è più
Nel 2006 (agosto) ho comperato al Media
Markt un telefono senza fili a 4 basi (fr.
129.–), marca Switel, che ha funzionato
per oltre un anno. A un certo punto però il
sonoro della base ha cominciato a fare difetto e, visto che l’apparecchio era ancora
in garanzia (2 anni), l’ho riportato a
Grancia. Il pezzo è stato spedito in fabbrica
e io sono rimasto in attesa dell’esito usufruendo nel frattempo di un apparecchio
senza fili (singolo) messo a disposizione
dal negozio. A un certo punto mi comunicano che l’apparecchio non è riparabile,
che loro non l’avevano più e che non avevano nemmeno apparecchi simili. Su mia
insistenza avrebbero interpellato altre succursali in Svizzera della Media Markt per
vedere di trovarne uno ancora in vendita
ma se il tentativo non fosse riuscito avrei
dovuto riportare i tre telefoni rimasti a casa
e mi avrebbero dato un buono del valore
del telefono da spendere in negozio.
Switel mi ha confermato che in effetti non
esistono più modelli a quattro basi. Mi rassegno. Ma perché devo avere un buono acquisto da Media Markt e non posso riavere i miei soldi? In fondo l’apparecchio era
ancora in garanzia e sono loro che non sono in grado di fornirmene uno uguale o simile.
Sono socio dell’ACSI e mi informo sui miei
diritti presso il servizio Infoconsumi. Mi
dicono che, durante il periodo della garanzia, se non posso avere un apparecchio
uguale funzionante posso esigere il denaro invece di un buono d’acquisto. In negozio ho quindi insistito per riavere i miei soldi. E infine me li hanno dati.
P.C. - Cademario
Lei ha agito correttamente esigendo i soldi
spesi e non accettando il buono d’acquisto.
Secondo la legge (art. 197 e seguenti del
CO) il venditore risponde verso il compratore tanto delle qualità promesse quanto
dei difetti di ciò che vende (garanzia legale).
Questa garanzia del venditore esiste anche
se i difetti (nascosti) della merce emergono
dopo l’acquisto, ma è limitata al periodo di
garanzia. Chi ha acquistato un prodotto difettato può quindi chiederne la sostituzione
entro il periodo della garanzia oppure esigere una riduzione di prezzo oppure ancora
farsi restituire l’importo pagato.
Le mance al ristorante, non ci si deve sentire in obbligo
Non sono per niente tirchia anzi, però la
questione " mance" è tra quelle che mi disturbano molto. Ricordo bene come, circa
20 anni fa, tutti i prezzi di parrucchieri,
estetiste, bar, ristorante sono stati aumentati del 15 %, perché si era voluto inglobare direttamente le mance di servizio. Era
stato un aumento importante e pesante
per i clienti. C'era pure la chiara disposizione di mettere ben in vista nei locali
"Servizio compreso" e questo doveva figurare anche sui biglietti di cassa. Poi i cartelli sono tutti scomparsi, sui biglietti di cassa non figura più niente e ci sentiamo in
dovere di dover lasciare ancora la mancia.
E mi chiedo anche: perché non laciamo
mance alla cassiere della Migros, alla fiorista, al panettiere, all'impiegata delle contribuzioni, e via discorrendo. Chi lavora
dovrebbe essere pagato sufficientemente
senza dover contare sulle mance. A mio
parere, a contare su questo sono certi datori di lavoro che, con la scusa delle mance,
pagano meno i loro collaboratori.
D.R.-Lugano
In effetti, in Svizzera i prezzi sono calcolati “tutto compreso” quindi non vi è
nessun obbligo di lasciare una mancia.
Ogni persona deve sentirsi libera di dare o
non dare la mancia, anche se si trova in un
gruppo (per esempio durante una gita organizzata, anche se non è escluso che la cosa possa creare un certo imbarazzo).
Quando si viaggia è bene informarsi se nel
paese in cui ci si reca la mancia è un’istituzione, per poter calcolare spese supplementari nel proprio budget.
GastroTicino da noi interpellata conferma che la questione della mancia non ha
nulla a che fare con il "contratto" che è
quello dell'ordinazione in un esercizio pubblico. Sotto un profilo prettamente giuridico si tratta di un'usanza neppure generalizzata. Essa si era persa a suo tempo in parallelo all'introduzione dei contratti collettivi.
Non vi è quindi nessun obbligo di
mancia. Peraltro vi sono esercizi pubblici
che stabiliscono delle regole interne (accettate da tutti) in cui le mance vengono suddivise equamente. Così anche il pizzaiolo
(per esempio) ne beneficia (dubito che si
lasci una mancia se la pizza non era buona,
e così anche il contributo del pizzaiolo andrebbe premiato).
Viceversa la mancia non appartiene al
datore di lavoro ma è un "omaggio" (riconoscimento) del cliente che va oltre il servizio e il "contratto" (cioè la consumazione).
Molti negozi, in un caso come quello da lei
descritto, indicano al cliente come unica alternativa quella del buono d’acquisto.
Evidentemente hanno tutto l’interesse per
farlo. Ma i consumatori devono sapere che
non sono obbligati ad accettarlo come non
sono obbligati ad accettare un modello simile se non è di loro gradimento.
Computer usati venduti
come nuovi?
Siccome il mio vecchio computer era saltato mi sono recato all’inizio di aprile al negozio Interdiscount di via Pretorio a
Lugano per comperarne uno nuovo. Con
mia grande sorpresa, quando l’ho installato ho scoperto che non era nuovo ma era
già stato usato: il software Windows Vista
era già installato per cui si è aperto direttamente in italiano, la pagina iniziale portava un nome: "yilmaz" e Internet explorer si
apriva con Google in turco. Erano inoltre
presenti su Windows Live vari indirizzi di
chatlines. Sono ritornato al negozio (di cui
sono cliente) piuttosto arrabbiato e il responsabile, mi ha spiegato che quando un
cliente riporta un computer loro lo risettano, lo reinscatolano e lo rivendono. Mi
hanno chiesto se volevo sostituire la merce o se volevo i soldi. Ho risposto che volevo i soldi perchè, dopo l'accaduto avevo
perso completamente la fiducia nel loro
negozio e che non avrei mai più messo
piede all'Interdiscount.
Siccome il fatto mi sembra piuttosto grave,
ci tenevo a segnalarvelo.
G.DC.- Lugano
Ha fatto benissimo a reclamare e il fatto che
lei racconta è molto grave. A quanto pare,
anche Interdiscount ne ha riconosciuta la
gravità se le hanno restituito i soldi senza
fare troppa resistenza.
Per scrivere
a questa rubrica:
Redazione BdS
casella postale 165
6932 Breganzona
oppure
[email protected]
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Non vogliamo una medicina
a due velocità!
"Per qualità e economicità nell'assicurazione
malattia". Questo il titolo dell'articolo costituzionale
su cui siamo chiamati a esprimerci nella votazione
federale del 1° giugno. Un titolo a prima vista
accattivante: chi non vorrebbe cure sanitarie di
qualità a prezzi contenuti? Un titolo che nasconde
invece un testo vago e confuso, che apre le porte a
una medicina a due velocità, alla riduzione
dell'accesso alle cure e della libertà di scelta, a una
maggiore partecipazione finanziaria dei pazienti ai
costi della malattia e a un enorme trasferimento di
potere verso gli assicuratori. L'ACSI invita quindi
consumatrici e consumatori a votare un secco "no".
articolo in votazione è il controprogetto a un'iniziativa
federale dell'UDC (nel frattempo ritirata) votato in fretta e furia dalle camere federali nel mese di dicembre. Un
articolo elaborato e difeso in parlamento dalla forte lobby degli assicuratori malattia che conta un quarto dei membri della commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio
nazionale e la metà di quella degli Stati. L'obiettivo è quello di introdurre sempre più concorrenza nell'assicurazione malattia, diminuire le prestazioni riconosciute dall'assicurazione di base e ri-
L’
Consumatori e pazienti
Medici
Farmacisti
Le associazioni dei consumatori e dei
pazienti non vogliono che siano gli assicuratori a scegliere il medico da cui i pazienti
possono farsi curare o la farmacia alla quale devono rivolgersi. La libertà di scelta è
essenziale in un rapporto basato sulla fiducia come è quello fra paziente e operatore
sanitario. Consumatori e pazienti non vogliono una falsa concorrenza gestita dalle
casse malati senza controlli e trasparenza e
non vogliono essere divisi in pazienti di serie A, che potranno avere libero accesso a
tutte le cure grazie alle assicurazioni complementari, e di serie B, ai quali verranno
chiuse molte porte. Votare "no" il 1° giugno significa opporsi alla riduzione del catalogo di prestazioni coperte dall'assicurazione obbligatoria e difendere il potere
d'acquisto degli assicurati minacciato dal
rischio di un aumento delle franchigie e
della partecipazione ai costi delle cure.
I medici mettono l'accento soprattutto sul tema della libertà di scelta.
Innanzitutto perché ritengono che la scelta del medico sia una questione di fiducia
e che in questo ambito la libertà del paziente non debba essere limitata. I medici
sottolineano il valore del rapporto fra il paziente e il proprio medico e i benefici sulla
guarigione che ne derivano, evidenziando
l'importanza di poter curare tutti i cittadini-pazienti, indipendentemente dal loro
ceto sociale e dalla loro forza economica.
Se gli assicuratori potranno scegliere con
quali medici collaborare opteranno per
quelli che lavorano tendenzialmente a
basso costo, cosa possibile solo se i medici
sceglieranno prevalentemente pazienti in
buona salute, rinunciando a seguire anziani, malati cronici e disabili. Per questi
pazienti sarà difficile trovare medici disposti a prendersi carico delle loro cure.
I farmacisti sottolineano che se l'articolo in votazione venisse accettato i pazienti non potrebbero più scegliere presso
quale farmacia rifornirsi: un fatto grave visto che la farmacia è un centro della salute sempre aperto sulla strada a cui si ricorre in prima battuta per risolvere le bagatelle o per verificare disturbi più gravi. I farmacisti fanno notare che nella propria farmacia di riferimento si è conosciuti, sono
depositati sia i propri dati assicurativi sia
quelli dei farmaci delle terapie presenti e
passate. Se l’articolo in votazione passasse, le casse malati sceglierebbero sicuramente di lavorare con le farmacie appartenenti a catene e con quelle di vendita
per corrispondenza, a discapito delle farmacie vicino a casa e di quelle di cui si è
clienti. Secondo i farmacisti ciò porterebbe allo smantellamento del servizio pubblico offerto dalle farmacie di prossimità.
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durre la libera scelta dell'operatore sanitario
(del medico in particolare). Tutto ciò a vantaggio degli assicuratori malattia che potranno riproporre nelle lucrative assicurazioni complementari quanto stralciato dall'assicurazione di base obbligatoria (vedi
editoriale). Se accettata, questa norma non
garantirà più una copertura sanitaria universale e metterà in discussione il principio
della solidarietà tra gli assicurati.
Alle casse malati sarà affidato più potere e si andrà verso una privatizzazione del sistema sanitario. Gli assicuratori potranno
decidere con che operatori sanitari sottoscrivere accordi e i pazienti perderanno di
fatto la libertà di scegliere da chi farsi curare.
Anche le cure a domicilio, le cure di lunga
durata e di convalescenza saranno messe in
discussione. L'articolo prevede in effetti che
queste cure possano (e non debbano) essere coperte dell'assicurazione malattia: la
formula ipotetica apre quindi la via alla loro
eliminazione dal catalogo delle prestazioni
di base mettendo in gravi difficoltà malati
cronici, invalidi e anziani. L'articolo costituzionale prevede inoltre che venga "promossa l'autoresponsabilità degli assicurati".
Una nozione estremamente vaga che potrebbe portare a richiedere ai pazienti una
maggiore partecipazione ai costi oppure a
discriminare categorie di persone che non
avrebbero comportamenti positivi per la
loro salute (obesi, fumatori, sedentari, malati di Aids,...). Imboccare una simile strada
significa spalancare le porte all'arbitrio.
Cure a domicilio
Infermieri
Secondo i Servizi di assistenza e di cure a domicilio (SACD) l’articolo in votazione non favorisce un equo mantenimento
a domicilio e avrebbe ripercussioni estremamente negative sui malati cronici che
costituiscono la gran parte dell’utenza. La
possibilità da parte delle casse malati di riconoscere i fornitori di prestazioni, pur
avendo il vantaggio di escludere chi offre
un servizio chiaramente scadente, lascia
comunque troppo spazio a un orientamento condizionato essenzialmente da
fattori di carattere puramente finanziario
rispetto a quelli qualitativi. Non è quindi
scontato che un tale meccanismo sia favorevole allo sviluppo di un’offerta di interesse pubblico ma potrebbe anche favorire la selezione di fornitori a carattere commerciale, sicuramente poco interessati ad
assumersi casistiche più problematiche sul
piano del coordinamento sociale.
Secondo gli infermieri l'articolo in votazione scuote le fondamenta dell'assicurazione malattia e mette in discussione il finanziamento delle prestazioni infermieristiche. La
sua formulazione lascia un (troppo) ampio
margine di manovra al legislatore, che può
(ma non deve) prevedere delle prestazioni
per chi ha bisogno di cure regolari. Fissando
questo margine di manovra nella costituzione si rende ancora una volta esplicita la tendenza a porre le persone anziane e bisognose di cura nel mirino della politica del risparmio. Si riprende la vecchia strategia secondo
cui si distinguono le prestazioni mediche dalle prestazioni agli anziani, penalizzando quest’ultime. In questo contesto l'associazione
delle infermiere e degli infermieri fa notare
che dietro ogni prestazione infermieristica
esiste una diagnosi medica e che la proposta
costituzionale è un affronto diretto al finanziamento delle cure.
Per ciò che concerne il finanziamento
ospedaliero il nuovo articolo costituzionale
prevede una pericolosa concentrazione di
potere a favore degli assicuratori. Durante i
dibattiti parlamentari si è evocato chiaramente il passaggio al sistema "monista"
(un solo finanziatore). E' chiaro che gli assicuratori puntano ad assumere questo ruolo per cui ogni anno i cantoni dovrebbero
versare direttamente alle casse malati dagli
8 ai 10 miliardi di franchi di contributi pubblici (che oggi vengono invece versati agli
ospedali) senza che siano previsti meccanismi di controllo efficaci. Si tratta di un palese attacco al servizio pubblico.
Contro l'articolo costituzionale si è formato un vasto fronte che raggruppa le associazioni dei consumatori, dei pazienti, dei
fornitori di prestazioni sanitarie (medici,
farmacisti, dentisti, fisioterapisti, infermieri, aiuto domiciliare, fisioterapisti, ergoterapisti), la conferenza dei direttori cantonali
della sanità, sindacati, partiti di sinistra,
verdi e, in Ticino, anche il PPD.
Ridotta la tassa
sugli MP3:
va bene
ma non del tutto
Dal 1° aprile la tassa per i diritti d’autore
prelevata sui lettori MP3 è stata ridotta.
La pressione politica e pubblica
esercitata negli ultimi due anni dalle
organizzazioni dei consumatori - ACSI,
FRC, SKS e KF - ha dato finalmente i
frutti sperati, anche se solo parziali. Le
tasse sugli MP3, assurdamente elevate,
sono state ridotte per i lettori MP3 con
potenza superiore a 4 Gigabyte (GB)
ossia per gli apparecchi che non erano
ancora sul mercato quando è stata
introdotta la tassa sui diritti d’autore per
questi prodotti. Per tutti gli altri modelli
tutto resta invariato. ACSI, FRC, SKS e
KF si ritengono dunque solo
parzialmente soddisfatte e chiedono un
riesame delle tasse sulla base degli
attuali importi.
La Suisa (Società svizzera per i diritti
degli autori musicali) ha dovuto cedere. Il
rapido sviluppo della tecnologia ha messo
sul mercato lettori di musica portatili dotati
di memoria sempre più capiente.
Fabbricanti e importatori avrebbero quindi
dovuto pagare indennità di diritti d’autore
sempre più elevate, tanto che si rischiava di
superare il costo stesso dell’apparecchio.
Un esempio: per il nuovo iPod touch di 32
GB la tassa sui diritti d’autore di fr. 153,03 è
ora di fr. 41,81!
Le organizzazioni svizzere dei consumatori (ACSI, FRC, SKS e KF) avevano portato la questione dell’introduzione della
tassa fino al Tribunale federale: delle argomentazioni dei consumatori il Tribunale federale se n’era fatto un baffo e aveva deciso per l’introduzione della tassa provocando l’indignazione popolare. ACSI, FRC, SKS
e KF avevano comunque continuato a promuovere le proprie ragioni e la decisione
scaturita dimostra che benché occorra tempo, energie e fatiche, se i consumatori sono
uniti possono farcela.
Ma può essere che la questione non
sarà finita qui. I correttivi introdotti riguardano solo le tariffe più esorbitanti; le tasse
sui registratori DVD e gli iPod a disco rigido
integrati restano immutate. Se queste dovessero rivelarsi nettamente sproporzionate, ACSI, FRC, SKS e KF sono pronte a richiedere una sensibile diminuzione delle tariffe anche per questi supporti. Le tasse non
devono superare gli attuali importi.
Sulla questione i consumatori vigilano.
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Mario Jäggli, presidente ACSI - Foto Tipress
Consumatrici e consumatori
Nel corso dell’assemblea annuale dell’ACSI, che si è svolta sabato 5 aprile a Mendrisio, è stata accolta la
proposta di cambiamento del nome: ma, invece di scegliere tra consumatrici o consumatori, come era stato
proposto, si è preferita la formula completa “consumatrici e consumatori” che conserva l’origine femminile
del nome racchiudendone la storia. D’ora in poi l’Associazione consumatrici della Svizzera italiana diventa
Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana.
l cambiamento del nome, come è stato
ribadito, va visto soprattutto nell´ottica di eliminare qualsiasi possibile
ostacolo all´acquisizione di nuovi soci,
nuove forze di cui l´associazione ha estremo bisogno. Il nome ACSI, dettato da ragioni storiche (in quanto fondata da un
gruppo di donne nel 1974) per chi non ne
conosce l’origine, rischia di escludere tutti
quanti non si identificano con la formulazione al femminile, percepita come settoriale e limitata a una parte della società.
L’ACSI, invece, fin dalla sua fondazione, si
occupa a 360 gradi di tutti i temi relativi al
consumo, quindi all’intera società, senza
distinzione alcuna.
L’assemblea, dopo un breve dibattito
sulle diverse ragioni che spingevano a scegliere l’una o l’altra formulazione, ha deciso per un nome che non scontentasse nessuno e fosse il più rispettoso possibile dei
generi. Non un compromesso, dunque, ma
una giusta rappresentazione: insomma
un’etichetta che corrisponde al contenuto!
I
Un comitato strategico
per la politica dei consumatori
“Dopo i frustranti smacchi subiti negli
ultimi anni a livello federale, con le tre organizzazioni nazionali consorelle abbiamo
deciso di potenziare la collaborazione istituendo quello che è stato denominato
Strategische Ausschuss Konsumentenpolitik (Comitato strategico per la politica dei
consumatori) con l’obbiettivo di trovare
quel comune denominatore che ci permetta di condurre uniti e pertanto più potenti e
riconosciuti la nostra azione di promozione
e tutela dei diritti di consumatrici e consumatori. Il presidente, Mario Jäggli, nella sua
relazione ha voluto sottolineare questo
tentativo – promosso dall’ACSI – che sembra aver avuto un avvio promettente.
Jäggli ha pure posto l’accento su uno
dei temi originali e tradizionali delle associazioni di consumatori: la qualità e i prezzi
di beni e servizi. Sono a buon punto le trattative con l’UE per adottare anche in
Svizzera il principio del Cassis de Dijon che
dovrebbe aprirci alle merci europee eliminando gli ostacoli tecnici alla loro importazione. Tutto ciò va inteso nell’ambito di
quelle poche ma importanti misure da mettere in atto per comprimere i prezzi dell’”isola elvetica” entro valori più normali. Le
4 associazioni svizzere dei consumatori ne
sostengono l’introduzione condizionandola tuttavia al mantenimento di alcuni “plus”
che il diritto svizzero ci garantisce. Tra questi l’indicazione obbligatoria del paese di
produzione per le derrate alimentari, una
conquista dovuta alla collaborazione tra
consumatori e contadini.
Sempre nel contesto economico
l’ACSI, salvo alcune riserve di carattere ambientale e sociale, non è di principio contraria all’allargamento del mercato al dettaglio
a nuove presenze che potrebbero pungolare ai fianchi i due supergiganti svizzeri della
distribuzione. Questi, anche per la benevolenza della Comco (Commissione della concorrenza) che ha permesso loro di assorbire
praticamente tutta la concorrenza, hanno
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ormai acquisito un ruolo di duopolio che si
spartisce il mercato in buona quanto sospetta armonia, con floridissimi utili.
Il Comitato allargato ACSI
Famiglie con ridotto potere
d’acquisto
Queste richieste di maggiore concorrenza e di prezzi bassi vanno nel senso di
comprimere profitti illeciti dovuti a situazioni e misure di natura cartellare e monopolistica con l’unico intento di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie che si sta riducendo all’osso anche per il mancato adeguamento dei salari da oltre 10 anni.
L’ambito che più ha impegnato l’ACSI
è comunque quello dell’assicurazione malattia, con tutti i pesanti problemi di budget
che crea alle famiglie. Nonostante la nostra
presenza attiva sul fronte per una cassa malati unica e sociale il popolo, sempre restio ai
cambiamenti, ha preferito mantenere lo
statu quo, con il suo inarrestabile aumento
dei premi.
Mario Jäggli *
presidente
Claudio Walter*
Daniela Fassora*
Bernadette Mottini *
Franco Grassi*
Nadia Piubellini*
Susanna Sala*
Marco Zanetti *
Mariuccia Botta
Doris Cattaneo
Elena Codiroli
Maddalena
Ermotti-Lepori
Pierina Gnesa
Elisabeth Kocher
Fiorenza Locarnini
Agnese Maffioletti
Claire Fischer
Delfina Martinelli
Tiziana Molinari
Teresina Orlandi
Sandro Peduzzi
Katya Schober
Leda Soldati
Raffaella Sorrentino
Prossima sfida: 1° giugno
La prossima sfida è per il 1° giugno con
la votazione sull’introduzione di un nuovo
articolo costituzionale tendente a ridurre le
prestazioni e lo spazio di scelta degli assicurati in cambio di un preteso contenimento
dei premi. L’ACSI si oppone e si opporrà
sempre e con vigore a ogni passo, come
questo, nella direzione di una medicina a
due velocità, come vorrebbero potenti cerchie politiche, economiche e assicurative.
La sconfitta sulla cassa unica è stata resa meno amara dalla vittoria clamorosa nel
referendum contro la progettata superstrada V95, che per far guadagnare qualche
minuto ad affrettati automobilisti avrebbe
tagliato irrimediabilmente natura e colture
nel piano di Magadino.
Il variegato fronte referendario, di cui
l’ACSI è stata parte attiva fin dalla sua co-
* membri
continua a pag.10
Leila Tamagni
Grazie a Bruna Poretti e Rita Borsa
Un sentito grazie per l’intenso lavoro svolto alla vice-presidente
Bruna Poretti (a ds. nella foto) e alla cassiera Rita Borsa, giunte al
termine del loro mandato. Bruna Poretti continuerà a prestare il valido contributo all’ACSI restando alla guida del servizio
Infoconsumi. Rinunciano alla loro presenza nel comitato allargato
Caterina Orefice, Lavinia Sommaruga e Roman Rudel. Anche a loro un grande grazie.
Benvenuta a Maddalena Ermotti-Lepori
Nuovo membro del CA è: Maddalena Ermotti-Lepori, docente, già
deputata in Gran Consiglio per il PPD.
Rosanna
Tognini-Braghetta
Giuseppe Valli
del Comitato
esecutivo
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da pag. 9
stituzione, ha vinto solo perché profondamente convinto del valore di ciò che difendeva. L’esito del voto va letto come l’inizio
del declino dell’epoca della “man bassa”
sul territorio, che è stata nefasta per molte
zone del Cantone.
Patti chiari
L’ACSI saluta con soddisfazione e interesse la decisione della TSI di dedicare ai
problemi dei consumatori e dei cittadini una
trasmissione settimanale (“Patti chiari”) a
largo spettro e di averla affidata a un team
giornalistico di provata competenza
Per essere meglio e più ampiamente informati sulle pratiche commerciali sleali o
addirittura ingannevoli e per tentare poi di
appianarle con il nostro intervento abbiamo istituito un premio per la segnalazione
del “caso” di più vasta importanza e portata. E’ inoltre previsto un “attestato di merito” per quelle ditte o servizi che si sono attivati per porre rimedio a quanto è stato denunciato nei loro confronti. La prima premiazione avverrà alla fine di quest’anno.
Problemi insoluti
Dal canto suo Laura Regazzoni Meli,
segretaria generale dell’ACSI, ha messo
l’accento su alcuni temi che “malgrado il
nostro impegno, restano tuttora irrisolti”.
Primo fra tutti la protezione contro le condizioni generali abusive. La vendita di beni di
consumo di un certo valore e la fornitura di
servizi avviene quasi unicamente sulla base
di contratti con condizioni generali prestampate che possono contenere clausole
abusive. Gli esempi di clausole abusive non
mancano: carte pre-pagate che prevedono
la soppressione del credito rimanente a 12
mesi dalla loro emissione; partecipazione a
concorsi considerata come accordo a un
acquisto senza che sia stata annunciata
esplicitamente la conclusione di un contratto; annullamento di un volo di ritorno dopo
che il consumatore ha anticipato l'andata
perché le condizioni generali prevedono
che il ritorno è annullato senza possibilità di
rimborso se il volo di andata non è stato utilizzato,...
Consumatori svizzeri meno
protetti degli europei
Le organizzazioni dei consumatori vogliono che in Svizzera venga introdotto lo
stesso livello di protezione di cui possono
beneficiare i consumatori europei e chiedono che si possa effettuare un controllo preventivo delle condizioni generali dei contratti, dunque anche prima che venga constatato un caso concreto di abuso. Nel caso
in cui venissero riscontrate clausole abusive
Il rapporto della cassiera
Il conto d'esercizio 2007 dell'ACSI si è chiuso con un saldo passivo di fr.
1'672.31. I ricavi ammontano a fr. 438'388.90.– di cui CHF 307'803.40 corrispondono alla tassa sociale comprensiva dell'abbonamento alla Borsa della Spesa, mentre i costi sono pari a fr. 440'061.21. Il patrimonio dell'ACSI alla fine dell'esercizio
2007, dopo la deduzione del saldo passivo, ammonta a fr. 38'254.29. Si prevede di
chiudere l'esercizio 2008, con un piccolo utile di CHF 600.–. La gestione finanziaria
dell'ACSI, è tenuta secondo tutti i criteri contabili richiesti dalla Confederazione. A
nome dell'ACSI ringrazio, il Consiglio di Stato del Cantone Ticino che ci ha nuovamente concesso, attraverso il fondo della Lotteria Intercantonale, il sussidio di CHF
50'000.--, il Consiglio Federale per il sussidio di CHF 63’209.-- ed il Municipio della
Città di Lugano che ci ospita gratuitamente presso lo stabile amministrativo di
Breganzona.
Ringrazio per la collaborazione il segretariato, il comitato esecutivo, ed i revisori, un grazie particolare alla segretaria amministrativa Fabrizia Sormani che si occupa
della tenuta della contabilità.
Rita Borsa
i consumatori dovrebbero poter annullare i
contratti che li penalizzano in quanto contengono clausole contrarie al diritto.
no che il Parlamento riconsideri la decisione.
Prodotti pericolosi
Telefonate abusive
Altro tema in sospeso la protezione
contro gli abusi nelle vendite telefoniche.
Sostenute da 43'000 consumatori romandi
e ticinesi e da una raccomandazione della
Commissione federale del consumo del
marzo 2007, le organizzazioni dei consumatori rivendicano l'introduzione del diritto di revoca entro 7 giorni anche per le vendite telefoniche: questo termine di 7 giorni
dovrebbe partire dalla ricezione della conferma scritta dell'accordo, reale o supposto, dato dal consumatore a una transazione telefonica. L’ACSI chiede pure il rispetto
dell'asterisco accanto al nome sull'elenco
telefonico (significa che non si vogliono ricevere chiamate a scopo commerciale o
pubblicitario). Malgrado l'incomprensibile
rifiuto opposto dalla Commissione degli affari giuridici del consiglio nazionale di accordare una migliore protezione contro gli
abusi delle vendite telefoniche e a domicilio, le organizzazioni di consumatori voglio-
Infine il problema dei richiami di prodotti pericolosi che sono in costante aumento in Svizzera e in Europa. Secondo noi
la Svizzera deve rapidamente aderire al sistema internazionale di scambio di informazioni relative alle situazioni a rischio (sistema RAPEX). L'attendismo su questo
dossier mette in pericolo la salute dei cittadini. Questi pochi esempi mostrano come
malgrado l'impegno delle organizzazioni
dei consumatori, il legislatore resti sordo a
queste legittime rivendicazioni. E ciò anche
se il 60% del Prodotto Interno Lordo è costituito dai consumi privati. Purtroppo questa grande forza economica non si traduce
in forza politica. Governo e parlamento
non sembrano preoccuparsi dei problemi di
consumo. Vogliamo un vero dialogo con il
mondo politico, vogliamo un’attenzione
almeno analoga a quella prestata a altri attori del mercato (vedi casse malati, grandi
distributori, telefonia, ecc.).
Solo 40 franchi all’anno
Sostenere la grande attività dell’ACSI
costa solo 40 franchi all’anno
cioè fr. 3.30 al mese, come:
- 1 cappuccino
- 1 camicia lavata e stirata in lavanderia
- 1 corsa andata-ritorno del bus
- 1 cono gelato
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10 gesti
per l’ambiente
Cosa siamo disposti a fare quotidianamente
per ridurre le famigerate emissioni di CO2?
L’ACSI lo ha chiesto ai consumatori presenti
all’assemblea: al primo posto acquistare
prodotti locali!
uest'anno l’ACSI ha dedicato
la seconda parte dell’assemblea ai cambiamenti climatici.
Un tema d'attualità e che diventa anche argomento di vendita: chi è
attento agli annunci pubblicitari avrà notato proprio in questi giorni i cartelloni di una
delle due catene di distribuzione svizzera
che in un bollo verde apposto su vari prodotti di consumo indicano la riduzione delle emissioni di CO2.
L'ACSI si impegna da tempo su questo
tema e fa parte della larga coalizione che
ha promosso l'iniziativa federale "per un
clima sano" la cui riuscita è stata annunciata alcune settimane fa e su cui saremo
quindi chiamati prossimamente a votare.
Invitato a parlare Marco Gaia, dal
2001 meteorologo a Meteo Svizzera, autore del libro "Dal tempo alla meteo",
pubblicato nel 2007.
E' chiaro che la soluzione ai problemi
climatici non può essere demandata ai singoli consumatori, deve essere la politica a
agire e questo spiega il nostro impegno per
l'iniziativa "Per un clima sano".
Tutti noi possiamo però contribuire a
ridurre le emissioni di gas a effetto serra
modificando alcuni comportamenti.
Ai presenti è stato consegnato il questionario che riproponiamo in questa pagina con l’invito a scegliere le 3 azioni ritenute più realistiche, perché non implicano
grandi cambiamenti delle nostre abitudini.
Le consumatrici e i consumatori presenti all’assemblea hanno risposto scegliendo in questo ordine:
✔ acquistare prodotti locali
✔ bere acqua del rubinetto
✔ acquistare auto a basso consumo.
Oltre a questi gesti, naturalmente, ce
ne sono molti altri che contribuiscono a ridurre le emissioni di CO2. Fra questi citiamo: rinunciare all'uso di condizionatori
che oltre a consumare molta energia sono
anche malsani, fare il bucato a bassa temperatura, rinunciare all'uso del tumbler e
degli ammorbidenti, allungare la vita degli
oggetti.
Q
Ogni giorno bruciamo enormi quantità di combustibili fossili
che poi si propagano nell'atmosfera sotto forma di dannosi gas
a effetto serra.
Tutti noi possiamo contribuire a ridurre queste emissioni.
Ecco quanti kg di CO2 non vengono immessi nell’ambiente con
i seguenti comportamenti (fonte WWF).
1.
Riparare i rubinetti dell'acqua
calda che perdono
2. Bere acqua del rubinetto e rinunciare
all'acqua in bottiglia
- se l'acqua è svizzera
- se l'acqua viene dall'estero
3. Non lasciare gli apparecchi in standby
ma spegnerli completamente
4. Abbassare di 1 grado la temperatura
in casa
5. Ridurre i km percorsi in automobile.
Ogni 1000 km percorsi in meno
- 20 kg
- 100 kg
- 200 kg
- 100 kg
- 100 kg
- 100 kg
6. Ogni volta che si cambia una lampadina
o un elettrodomestico
sceglierne uno a consumi ridotti
7. Mangiare meno carne
- 275 kg
- 400 kg
8. Non acquistare prodotti alimentari di
altri continenti quando si possono
trovare anche da noi (es. vini, verdura e
frutta fuori stagione), privilegiare i
prodotti biologici locali, preferire i
prodotti freschi a quelli surgelati
9. Rinunciare a vacanze esotiche oltre
oceano con spostamenti in aereo
10. Se si cambia l'automobile sceglierne
una a consumi ridotti; passando da un
fuoristrada a una piccola automobile
fino a
- 500 kg
- 3000 kg
-3850 kg
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Più la usi
meno sprechi
L'ACSI si batte da sempre contro gli sprechi e i rifiuti
inutili. Fra le azioni messe in atto recentemente la
distribuzione a tutti i soci dell'adesivo per le
bucalettere "Niente pubblicità" e la campagna contro
l’acqua in bottiglia. È ora la volta della lotta contro i
sacchetti di plastica e della loro sostituzione con
borse riutilizzabili. L’ACSI e l'Azienda cantonale dei
rifiuti distribuiscono gratuitamente 3'000 borse in
cotone. L'ACSI attira inoltre l'attenzione delle
consumatrici e dei consumatori sull'importanza di
ridurre i rifiuti alla fonte evidenziando alcuni esempi
di imballaggi assurdi.
a più parti si lanciano azioni per
ridurre o vietare l'uso di sacchetti di plastica: i grandi magazzini della Corsica li hanno
banditi già alcuni anni fa, i cinesi dovranno
pagarli a partire dal primo giugno, a Londra
sono andate a ruba le borse "I am not a
plastig bag" (non sono una borsa di plastica) lanciate dall'organizzazione "Siamo ciò
che facciamo".
I sacchetti di plastica sono una vera assurdità: sono prodotti usa e getta fabbricati con un materiale praticamente eterno se
si considera che il tempo di decomposizio-
D
Consigli ACSI
In mancanza di leggi appropriate
tendenti a limitare la produzione
di ciò che diventerà rifiuto,
ridurre i quantitativi significa:
● ridurre i costi di raccolta e
smaltimento (grazie all’aumento
di rifiuti riciclabili)
● ridurre i costi e l’inquinamento
da trasporti
● scoraggiare la messa in
commercio di prodotti inutili o
con imballaggi inutili, attraverso
questa “selezione naturale”
ne di quelli più robusti è di 200 anni.
1 milione di sacchetti di plastica al
minuto
Si calcola che ogni minuto sulla terra
vengano distribuiti 1 milione di sacchetti di
plastica, in Europa ne vengono consumati
100 miliardi all'anno. Cifre enormi dietro le
quali si nasconde un enorme spreco di materie prime e inquinamento (per la produzione dei sacchetti usati in Europa si consumano 700'000 tonnellate di petrolio e si riversano nell'atmosfera 1,4 milioni di tonnellate di gas a effetto serra).
Per dare un segnale concreto della necessità di lottare contro questo prodotto
inutile l'ACSI e l'Azienda cantonale dei rifiuti distribuiscono gratuitamente 3000 borse
rigorosamente in cotone, riutilizzabili, solide e capienti che bisognerebbe sempre avere con sé quando si va a fare la spesa.
Le borse possono essere ritirate al segretariato dell'ACSI o nei mercatini (indirizzi e orari a pagina 30).
Chi lo desiderasse può anche richiedere l'invio per posta mandando al segretariato dell'ACSI fr. 3 in francobolli e un'etichetta adesiva con il proprio indirizzo.
Imballaggi? No, grazie
Proviamo a guardare nella nostro sacco
dei rifiuti. Che cosa ci troviamo? Imballaggi,
imballaggi e ancora imballaggi. Un prodotto, quindi, ci costa soprattutto per il suo involucro che dobbiamo pagare al momento
dell’acquisto ma anche quando ce ne disfiamo e lo trasformiamo in rifiuto. Ma a cosa
serve un imballaggio? Possiamo considerarlo utile se:
✔ assicura l’igiene del prodotto
✔ protegge meccanicamente il prodotto
✔ è pratico e comodo
Quindi, al momento dell’acquisto l’imballaggio è
✔ accettabile: se è utile e di materiali riciclabili
✔ da evitare: se è utile ma in materili non
riciclabili
✔ inaccettabile: se è inutile.
Eliminare del tutto gli imballaggi è difficile ma a volte possibile, per esempio scegliendo i prodotti che ne sono privi. Evitiamo,
dunue, le confezioni che utilizzano carta e
plastica e orientiamoci piuttosto verso quelle
più essenziali o sui prodotti sfusi.
Lasciamo gli imballaggi in negozio
✔ Svantaggi: non facile (richiede tempo,
mancanza di spazi e strutture adatte, ecc.)
✔ Vantaggi: non portate a casa i rifiuti, la
separazione e lo smaltimento andrà a carico
del negozio
✔ Effetti: a breve termine non diminuisce la
massa dei rifiuti; ma a lungo termine, se praticato regolarmente e in modo generale diventerà un problema per i commercianti e quindi
le soluzioni si troveranno sicuramente.
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Cosa fare per ridurre i rifiuti
“Quando ero ragazzo io, l’immondizia era chiamata “monnezza” e consisteva in un sacchettino di carta che si metteva fuori
della porta d’ingresso ogni mattina... Una famiglia media come la mia (due genitori, due figli, una domestica) non andava
oltre i 200 grammi di immondizia al giorno. Il pacchettino avvolto in carta da giornale era costituito in gran parte da bucce di
ortaggi e frutta”. (Luciano De Crescenzo, “Il pressapoco”, Mondadori, aprile 2007).
Ai tempi di De Crescenzo – vale a dire circa 70 anni fa – la produzione quotidiana di rifiuti si poteva calcolare intorno ai 15 kg
all’anno per persona. Oggi ognuno di noi ne produce più di 400 kg all’anno! La differenza di quantità è data da cose
superflue, da rifiuti la cui origine non dipende da noi consumatori.
Imballaggi da evitare
Per diminuire la montagna di rifiuti bisogna prima di tutto riflettere. Cominciamo, per esempio a non acquistare merci non necessarie; nel numero precedente della BdS abbiamo invitato a non
acquistare acqua minerale in bottiglia. L’acqua di rubinetto è migliore e costa da 500 a 1000 volte meno. Si evita la produzione di
bottiglie in vetro o Pet, il trasporto dal negozio a casa e il trasporto
da casa ai container della raccolta separata e da qui ai centri di riciclaggio!
re
a
t
i
v
e
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evita
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li
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li
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li
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n
go
ti
a
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f
n
go
Imballaggi inutili
Inutile dire che molti imballaggi sono del tutto... inutili! Ci riferiamo in particolare a involucri e contenitori in plastica per oggetti
che potrebbero essere fatti in materiale riciclabile o potrebbero non
esistere del tutto. Qualche esempio? La copertura in plastica delle
penne o la vaschetta per micronde sigillata sempre in plastica non
riciclabile, o la scatola in plastica dove è riposta la perforatrice. E che
dire del supporto in cartone per le penne o gli involucri di cartone
che contengono tubetti di dentifricio e scatolette di tonno? Per non
parlare di flaconi e flaconcini di cosmetici, profumi e dopobarba
venduti in scatole di cartone. Gli imballaggi inutili sono veramente
ancora troppi!
Imballaggi gonfiati
Hanno addirittura dell’incredibile gli imballaggi che definiamo
“gonfiati”: sono numerosissimi nei farmaci ma anche nella cosmetica. Il rapporto tra pillole contenute in una confezione e la confezione stessa raggiunge, nel caso illustrato a lato, 10:1: ciò significa
che la scatola è 10 volte più grande del suo contenuto. Uno spreco
di materiale e maggiori volumi da trasportare.
Decisamente meglio
Laddove è possibile, dopo il primo acquisto, usare le ricariche:
si trovano ora in molti negozi, sono pratiche e soprattutto meno voluminose rispetto alla confezione d’uso.
Una riflessione particolare va fatta sui materiali inquinanti usa
e getta: è il caso delle batterie. I metalli pesanti coi quali funzionano
ne fanno dei rifiuti speciali e particolarmente tossici. In questo caso
optare per batterie ricaricabili è la scelta più consapevole ma anche
la meno costosa: all’acquisto costano di più, ma dopo 4 ricariche sono ammortizzate e, se si calcola che sono ricaricabili fino a 1000 volte, il prezzo dell’energia prodotta non è neppure lontanamente
confrontabile con quello delle batterie usa e getta.
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meg
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test
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Misuratori di pressione:
come scoprire l’ipertensione
Uno svizzero su tre soffre di pressione troppo alta, ma ci sono apparecchi che consentono
un controllo preliminare a casa propria. Basta convincersi che misurarsi la pressione è
un'ottima abitudine dai 30 anni in poi!
ipertensione è ingannevole. All'inizio è possibile soffrirne senza
effetti visibili. Voi non lo sospettate, ma tra la vostra pressione
arteriosa e la vostra condizione fisica c'è di
mezzo il cuore…
Se non viene affrontata subito, questa
disfunzione può aumentare i rischi d'infarto, di arteriosclerosi (ispessimento delle arterie) e di malattie coronariche. Patologie
gravi che si possono evitare o limitare, sottoponendosi a controlli regolari.
L’
Misurazione a domicilio
In linea di principio, il controllo della
pressione sanguigna andrebbe eseguito da
un medico. Ma lo "stress da camice bianco", fenomeno ben conosciuto dagli spe-
cialisti, falsa sovente i risultati e così capita
che i valori misurati nello studio medico siano più alti di quelli misurati in un ambiente
più familiare.
Alcuni medici consigliano dunque di
misurarsi regolarmente la pressione a domicilio, in modo da seguirne l'evoluzione e, se
del caso, scoprire un'ipertensione. Il rovescio della medaglia, però, è il rischio che un
valore isolato sopra la media preoccupi i più
ansiosi.
Per questo è importante scegliere un
misuratore preciso, perché non tutti sono
affidabili.
Il nostro test su 14 misuratori per braccio o polso (vedere tabella) dimostra che la
precisione è molto incostante. 3 misuratori
sono stati declassati proprio perché impre-
cisi. Ma attenzione, anche i migliori misuratori, a volte, possono sbagliare. Se avete un
dubbio, passate dal dottore per un esame
più professionale.
Apparecchi diversi per usi diversi
Per quanto riguarda la comodità d'impiego, anche se a prima vista i modelli da
polso sembrano più pratici, la nostra giuria
ha apprezzato di più quelli da braccio. Lo
schermo più ampio, tasti più grandi e memorizzazione dei valori sono dei dettagli
che facilitano le cose all'utilizzatore.
Quanto alla solidità, c'è una buona notizia:
tutti gli apparecchi hanno superato con
onore il test di caduta.
TRADUZIONE TF
Quale è la giusta pressione sanguigna?
Braccio o polso?
Per quanto possa sembrare strano, i valori normali di pressione sanguigna sono gli
stessi a qualunque età. Sono espressi da 2 cifre: la prima rappresenta la pressione sistolica cioè quella che il sangue esercita sulle arterie a ogni contrazione del cuore. La
seconda è la pressione diastolica, esercitata quando il cuore si rilassa.
Che vengano applicati al
braccio o al polso, tutti i
misuratori di pressione
funzionano sul principio
dell'oscillometro:
un sensore rileva le
variazioni della pressione
sanguigna grazie alle
oscillazioni della parete
dell'arteria. Il medico
consiglia un modello in
funzione della facilità
d'impiego, delle
dimensioni o anche delle
patologie di cui soffre un
paziente. I modelli da
braccio riducono il rischio
di sbagliare il
posizionamento, quelli da
polso piacciono per le loro
piccole dimensioni e la
loro facilità d'uso.
Valori di riferimento per gli adulti
Pressione ottimale:
Pressione normale:
Stadio intermedio:
120/80 mmHg*
130/85 mmHg
130-139/85-89 mmHg
La soglia che determina l'ipertensione può variare a seconda che ci si trovi dal medico o
a casa propria. Infatti, il personale sanitario tiene conto degli effetti provocati dal nervosismo del paziente davanti al medico.
Ipertensione
In uno studio medico:
Con l'auto-misurazione:
a partire da 140/90 mmHg
a partire da 135/85 mmHg
Per contro, in caso di diabete questi valori vanno rivisti al ribasso, ed è necessario consultare il medico.
(* mmHg significa millimetri di mercurio. A volte si usano i centimetri, per esempio:
12/8).
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test
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Fattori di rischio
e sintomi
Con l'età, la pressione tende ad
aumentare. Tuttavia, certe
persone sono più soggette
all'ipertensione, come coloro
che sono in soprappeso,
soffrono di diabete o hanno
precedenti di ipertensione in
famiglia. La pillola
contraccettiva, i prodotti che
riducono l'appetito, certi
farmaci antireumatici, oltre al
consumo eccessivo di sale,
alcolici e droghe… e persino
liquirizia, possono influenzare
la pressione. Nella maggior
parte dei casi, l'ipertensione
non si manifesta con un
sintomo preciso, ma mal di
testa, vertigini, sangue dal
naso o problemi alla vista
possono indicare un problema.
Misurare la pressione senza essere tesi
Per una misurazione corretta bisogna conoscere alcune condizioni di base, che valgono a prescindere dall'apparecchio utilizzato.
● Tutte le forme di stress aumentano la pressione arteriosa. Misurate la pressione in un
ambiente tranquillo, dopo cinque minuti di riposo.
● Effettuate le prime misurazioni su entrambe le braccia e per le misurazioni successive, usate sempre lo stesso braccio (quello in cui la pressione è risultata più alta).
● Il diametro del manicotto deve corrispondere a quello del braccio o del polso. Se è
troppo stretto o troppo allentato, le misurazioni saranno falsate.
● Sistemate o mantenete il manicotto all'altezza del cuore, soprattutto se usate un apparecchio da polso.
● Aspettate almeno un minuto tra una misurazione e l'altra.
● Un singolo valore troppo alto non è significativo. L'ipertensione si rivela con una serie di valori troppo alti presi nell'arco di diversi giorni.
● Tenete un diario delle misurazioni (molte farmacie offrono dei carnet adatti).
Consigli ACSI
● Cugino del termometro, il misuratore della pressione trova certamente
un posto nella farmacia domestica,
ma ricordate che fornisce dei valori indicativi. Solo il personale medico è in
grado di consigliarvi.
● L'auto-misurazione della pressione
non significa che si possa modificare il
trattamento prescritto dal medico.
● Durante le misurazioni restate fermi
ed evitate di fumare, bere o mangiare.
(fonte: Stiftung Warentest, gennaio 2008)
Come si è svolto il test
Il laboratorio ha verificato il funzionamento dell'apparecchio per mezzo di un simulatore, quindi le prestazioni e la sicurezza
meccanica ed elettrica.
Per le misurazioni di precisione sono state
preparate delle prove cliniche. Due medici
esperti hanno effettuato sei coppie di misurazioni con gli apparecchi di riferimento
(manometro + stetoscopio) e con i misuratori di pressione sottoposti al test. Le prove sono state realizzate su 32 persone, tra
cui diabetici e soggetti ipertesi. Il test è
stato ripetuto con un manicotto di grandi
dimensioni, se era disponibile. Il giudizio
sull'apparecchio dipendeva dalla sua precisione e misurazioni inaffidabili comportavano un declassamento finale.
Per il criterio dell'affidabilità si è proceduto a controllare le prestazioni del misuratore con le batterie pressoché scariche. Il
manicotto veniva avvolto attorno a un cilindro rigido di metallo per controllare l'affidabilità del sistema pneumatico (per cinque minuti con cinque diversi livelli di
pressione). Infine, gli esperti hanno sottoposto gli apparecchi al test di caduta per
verificarne la solidità.
La facilità d'impiego è stata valutata da 10
persone (tra cui 4 anziani) sotto la supervisione di uno specialista. A ogni apparecchio provato corrispondeva un questionario da riempire (istruzioni, posizionamento
e rimozione del manicotto, sostituzione
batterie, schermo, tasti, segnali sonori, eccetera). Questo criterio comprendeva anche il numero di misurazioni che è possibile effettuare prima che si scarichino le batterie. Un esperto sanitario ha valutato il
contenuto medico e tecnico del manuale
d'istruzioni. Anche i volontari hanno
espresso un giudizio su questo punto.
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Prima di un
acquisto chiedi
i test all’ACSI
La scelta dell’ACSI
Misuratore da polso
Misuratore da braccio
BOSO medistar S
MICROLIFE BP A 100 Plus
fr. 119.–
fr. 239.–
è preciso, affidabile e facile da
utilizzare.
è uno degli apparecchi migliori del test. Ampio
schermo sulla parte frontale, tasti grandi, rapido
e preciso, fornisce la pressione arteriosa su una
serie di tre misurazioni.
Molto buono
Buono
MODELLI DA POLSO
Soddisfacente
Poco soddisfacente
Insufficiente
**100% = apparecchio ideale / ottimo
Giudizio globale:
buono
sufficiente
insufficiente
Prezzo indicativo (fr.)
Misura della
BOSO
PANASONIC
OMRON
Medistar S
EW3006 2
R4 Plus
341
HGV
BC20
119.–
101.30
90.20
49.95
149.–
68.90
64.15
62.56
61.47
60.84
54.32
52.42
SANOQUELL MEDISANA
BEURER
Precisione della misura
pressione * (65%) Affidabilità 1
Facilità dell’uso
Uso generale
(25%)
Manutenzione e batterie
Schermo e comandi
N° di misurazioni per batterie
Modo d’uso (10%) Comprensione/esaustività
Chiarezza
Convivialità
Indicazioni sullo smaltimento
GIUDIZIO GLOBALE (%)**
*criterio limitativo
1) misura con batterie deboli, frequenza di spostamento del rilevatore, prova di caduta
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Misura pressione automatici:
il parere del medico
Come giudica questi apparecchi un medico specialista? Lo abbiamo chiesto
a Alessandro Del Bufalo, dottore FMH Medicina Interna e Cardiologia,
medico aggiunto e responsabile del Servizio delle Aritmie Cardiache al
Cardiocentro Ticino a Lugano e consulente per le aritmie cardiache
dell'Ente Ospedaliero Cantonale.
Dr. Alessandro Del Bufalo
a misurazione della pressione arteriosa al proprio domicilio, è uno strumento particolarmente utile per soggetti
sensibili o emotivi, che tendono generalmente a sviluppare un aumento dei valori
quando questi vengono determinati da
personale sanitario (il famoso effetto del
camice bianco). Infatti, la pressione arteriosa costituisce una delle variabili circolatorie
più mutevoli e può modificare i propri valori in brevissimi istanti. Generalmente questo
meccanismo serve per compensare un au-
L
mentato fabbisogno circolatorio, come ad
esempio durante uno sforzo fisico, tuttavia
gli stessi meccanismi possono essere messi
in moto da fattori di stress emotivo.
Proprio per questo, le misurazioni pressorie devono sempre avvenire in situazioni
riproducibili, idealmente in momenti della
giornata possibilmente prestabiliti e lontani
da episodi di stress fisico o emotivo. Nelle
persone in cui si sospetta l’insorgenza di
una ipertensione arteriosa, o in pazienti già
noti ipertesi e che dovessero trovarsi con-
frontati con un eventuale cambiamento
della terapia, è utile effettuare tre misurazioni giornaliere (mattino, mezzogiorno e
sera) dopo 5-10 minuti di tranquillità (in
ogni caso non dopo sforzi fisici significativi
o dopo aver consumato pasti completi).
Una volta consolidata la situazione, una misurazione al giorno e, in seguito, una alla
settimana, possono essere sufficienti per
verificare l’andamento a lungo termine. Per
continua alla pagina seguente
MODELLI DA BRACCIO
HAPPY LIFE
BOSO
MEDICUS
FAMILY
OMRON
OMRON
VISOMAT
OMRON
BEURER
BP A100 Plus
M6 Comfort
M3
Intellisense
Comfort III
M9 Premium
BM16
89.–
239.–
159.–
159.–
139.–
165.–
212.60
99.40
38.47
65.20
65.11
61.35
58.79
49.89
38.71
33.53
MICROLIFE
2) si troverà sul mercato ancora per poco tempo perché non è più in produzione
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Da individui in piena salute
a pre-ammalati
La corsa al ribasso dei valori cosiddetti “normali” ha coinvolto la pressione
arteriosa sistolica, i trigliceridi, il colesterolo e il diabete. Così una persona
che oggi è considerata sana, l’indomani non è altro che un individuo preammalato destinato a essere medicalizzato a vita. Sul tema abbiamo
chiesto il parere di Gianfranco Domenighetti, docente all’Università della
Svizzera italiana e autore di molteplici studi sull’argomento.
ino al 14 maggio 2003 valori della
pressione arteriosa sistolica compresi tra 120-139 mmHg e, se diastolica, tra 80-89 mmHg erano considerati come normali. Dopo tale data questi valori sono stati considerati come uno
stadio di “pre-ipertensione” necessitante
“considerazione medica”. Tra il 2000 e il
2003 la corsa al ribasso dei cosiddetti valori
“normali” ha coinvolto anche i trigliceridi, il
colesterolo LDL e il diabete. Milioni di individui che credevano di essere in perfetta salute sono così eleggibili di diventare dei
soggetti “a rischio” e pertanto oggetto di
medicalizzazione a vita, magari non adeguata.
La “pre-ipertensione” una nuova
“non-malattia”? si chiede il dottor de
Torrenté che firma un recentissimo editoriale 1) sul numero 3 di quest’anno della rivista Forum Médical Suisse. La domanda è in
sé legittima perché, preso a se stante, questo parametro non significa necessariamente che un individuo in piena salute
debba essere trasformato in un “pre-ammalato“ sulla base dei “nuovi” parametri
che definiscono la “pre-ipertensione”.
Fortunatamente, dice il dr. de Torrenté, in
Europa questi valori della pressione sono
ancora definiti come “normali”mentre non
lo sono per i cittadini americani.
F
I problemi soggiacenti a questi continui abbassamenti delle soglie di singoli fattori di rischio sono essenzialmente due.
Il primo concerne il trasferimento e
l’adattamento dei risultati di studi clinici,
condotti su gruppi di popolazione, a quella
che è la pratica corrente della medicina dove un medico deve curare un paziente unico e non statistico e deve quindi adattare la
prescrizione all’insieme di fattori che caratterizzano un individuo ben preciso.
Il secondo problema è legato all’impatto economico sui sistemi sanitari del
continuo abbassamento di singoli fattori
che trasformano di fatto in “pre-ammalati”
milioni di individui che saranno così “medicalizzati a vita” sulla base di probabilità di
rischio “anonime” senza poi mai sapere se
effettivamente avranno potuto beneficiare
del trattamento ed evitare o allontanare nel
tempo un evento indesiderato, ad esempio
un infarto.
La soluzione? Sempre sullo stesso numero del Forum Médical Suisse un altro articolo 2) ci indica che prima di decidere se
trattare i “pre-ipertesi” è necessario considerare per ciascun individuo l’insieme dei
fattori di rischio cardiovascolari (valori delle
varie tipologie di colesterolo, del diabete,
dei trigliceridi), gli stili di vita, l’ambiente
sociale, la storia famigliare e, prima di pre-
Prof. Gianfranco Domenighetti
scrivere un antiipertensivo, proporre e valutare l’adozione di misure igienico-dietetiche, come ad esempio, promuovere l’attività fisica, eliminare o ridurre il sale, ecc.
Uno studio condotto in Norvegia ha
mostrato che l’applicazione pedissequa su
ciascun individuo (cioè senza tener conto
dell’insieme dei fattori di rischio) delle nuove soglie per l’ipertensione e il colesterolo
avrebbe portato a medicalizzare il 65% della popolazione di 35 anni di età, il 90% di
quella di 55 anni e di quasi il 100% di quella che superava i 60 anni.
Quindi, come conclude de Torrenté nel
suo editoriale, i medici dovrebbero saper resistere ed evitare i rigidi schemi delle cosiddette “linee guida” ma valutare caso per
caso l’opportunità del beneficio per ogni
singolo individuo.
1) www.medicalforum.ch/pdf/pdf_f/2008/200803/2008-03-438.PDF
2) www.medicalforum.ch/pdf/pdf_f/2008/200803/2008-03-253.PDF
Il parere del medico
continuazione dalla pagina precedente
contro, in pazienti assolutamente sani, una
misurazione occasionale (eventualmente
facendo ricorso all’apparecchio di un parente o di un amico) può essere utile nel depistare una ipertensione arteriosa, a condizione che vengano osservate le modalità di
misurazione sopra descritte. La misurazione dei valori pressori al domicilio è particolarmente utile anche in caso di malesseri,
avendo l’accortezza di annotare sia i valori
della pressione arteriosa che del battito cardiaco.
La scelta di un apparecchio di misurazione non professionale, dovrebbe essere
dettata innanzitutto dalla facilità d’uso, oltre che dall’accuratezza della misurazione.
Gli apparecchi da polso, in particolare, possono indurre in errori di misurazione quando la posizione del polso non rispetta correttamente la posizione cardiaca, cosa forzatamente obbligata, invece, per gli apparecchi dotati di manicotto al braccio.
Occorre anche ricordare che, indipendentemente dal modello prescelto, questi apparecchi dovrebbero venire ricontrollati dal
fabbricante a scadenza annuale, per verificarne la corretta taratura delle misurazioni.
D’altro canto, è anche bene evitare che
i pazienti sviluppino una psicosi della pressione, che li possa portare ad una misurazione maniacale ed eccessivamente ripetuta dei loro valori. Come sempre, e in tutte le
cose, occorre avere il senso della misura.
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Cibi light, un grande affare
non per la salute
Senza zuccheri aggiunti, leggero, light, meno calorie, magro: sono solo alcune delle definizioni che troviamo
sugli alimenti per vantarne la leggerezza. Chi crede che i prodotti light abbiano automaticamente meno
calorie, si sbaglia. In molti casi sono gli stessi prodotti ma più cari, come è stato rilevato anche dalla nostra
inchiesta. Perché acquistarli se non sono buoni, costano di più e ne mangi il doppio perché non saziano?
embra una parola dai poteri magici
ma il più delle volte è solo un’illusione. Solo leggendo “leggero” il consumatore pensa che corrisponda a
“più digeribile” o addirittura “più sano”.
Salsicce, formaggio, bibite, yogurt, biscotti, margarine: tutto esiste in versione
“light”. Ma dovrebbe far riflettere il fatto
che proprio negli Stati Uniti, patria del “fatfree” (esistono ormai più di 5’000 alimenti
alleggeriti) quasi la metà della popolazione
è in sovrappeso e ben il 30% è gravemente
obesa. Questo dovrebbe, quindi, suonare
come un campanello d’allarme.
Siamo davvero sicuri che acquistando
un prodotto light stiamo veramente scegliendo un alimento più leggero?
Purtroppo accade spesso che dal confronto
delle etichette nutrizionali tra un prodotto
"normale" e uno light non ci sia nessuna
differenza, o addirittura risultano più magri
o leggeri quelli che non presentano slogan.
Ancora una volta, il faro che può guidarci è
solo l'etichetta nutrizionale.
L’unico modo per orientarsi è leggere
l’etichetta ma anche questa operazione
non è facile perché manca un’uniformità
grafica, i caratteri sono il più delle volte microscopici e resi illeggibili dai colori della
S
confezione. E poi siamo spesso di fretta e
tendiamo a farci influenzare più dalla pubblicità che dall’informazione.
Così ci facciamo prendere, senza verificare, da indicazioni generiche, come “meno calorie” (rispetto a cosa?) o riferite a ingredienti anziché a sostanze nutritive, tipo
“30% di olio in meno” (rispetto a cosa?).
Meno grassi o meno zuccheri?
Non è la stessa cosa
La riduzione di calorie nei prodotti
"light" può avvenire, a seconda del prodotto, mediante un:
✔ ridotto contenuto di zucchero: lo
zucchero viene sostituito da dolcificanti privi quasi completamente di valore calorico.
Tali prodotti sono più poveri di calorie e non
rovinano i denti. Taluni di questi prodotti
vengono tuttavia classificati come dannosi
per la salute:
● Ciclamato (E952): esperimenti sugli
animali hanno dimostrato che può essere
cancerogeno, per questo è stato vietato negli Stati Uniti.
● Saccarina (E954): anche in questo caso esprimenti effettuati sugli animali ne
hanno dimostrato la cancerogenità, negli
Stati Uniti è ammesso soltanto se riporta
l'avvertenza di pericolosità.
● Aspartame (E951): sospetto di effetti
neurotossici come mal di testa, oscillazioni
di umore;
✔ ridotto contenuto di grasso: per diminuire il contenuto di grassi si utilizzano:
● miscugli a maggior contenuto di acqua anziché grasso, per esempio margarina
semigrassa costituita per il 40-60% da grasso vegetale e per il 60-40% da acqua o surrogati del grasso che hanno un gusto cremoso, simile al grasso, e che possono ridur-
Leggere le etichette
Secondo l’art. 174 dell’Oderr. un alimento può essere definito light/ leggero/
léger se il valore energetico del prodotto finito e pronto per il consumo è ridotto di
1/3 rispetto al prodotto equivalente “normale”; detto in altri termini il prodotto
light deve avere il 30% di calorie in meno.
Questo è prescritto dal 1° luglio scorso anche nell’Unione Europea.
Un alimento è “povero” in energia se
il valore energetico è ridotto almeno del
50%.
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Per dimagrire servono
davvero i cibi light?
Evelyne Battaglia
Lo abbiamo chiesto alla dietista Evelyne Battaglia,
titolare di uno studio di consulenza dietetica a
Lugano e membro della Commissione federale
dell’alimentazione in rappresentanza dei
consumatori
Il nostro carrello della spesa trabocca di cibi e bevande light, cereali e yogurt, all’inseguimento del peso forma perduto. Gli svizzeri in sovrappeso sono 1,8 milioni e mezzo milione sono stati classificati obesi (7,7%), per un totale di 2,2 milioni di persone con un peso corporeo eccessivo. Inoltre, una persona su due si sente grassa: facile spiegare perché ci sia un vero boom
dei cibi “ipocalorici” e “poveri di grassi”. Al punto che circa il 70% dei prodotti alimentari esiste
anche in versione light.
Ma possiamo davvero sperare di farcela grazie ai cibi light?
Una patatina fritta, per quanto “low fat”, è sempre una patatina fritta, come pure un salame
light, commenta Evelyne Battaglia. E molti di questi prodotti sono pura illusione: a volte ci sono
meno grassi ma più zuccheri, e le calorie sono le stesse. I prodotti light possono sostituire alcuni
cibi ricchi di grassi o zuccheri ma solo un esperto può valutarne il reale vantaggio, dopo un
esame complessivo dell’alimentazione quotidiana.
Esiste quindi il pericolo del fai-da-te?
Sì ed è mangiare il doppio: la maionese light ha effettivamente quasi metà calorie rispetto a
quella tradizionale. Ma magari ne usiamo due cucchiai (anche perché è meno saporita). Non solo: si rischia di credere che basti consumare molti formaggi e dolci light per non preoccuparci più
di una dieta sana o di correggere abitudini sbagliate. Bisogna imparare a non farsi attirare dagli
slogan ma imparare a leggere le etichette.
Cosa sono i cibi light?
Sono alimenti privati di una parte di grassi o calorie attraverso un trattamento tecnologico: in
pratica, l’alimento viene allungato con soluzioni acquose e reso corposo con addensanti. Per capire quale componente è stato ridotto occorre leggere l’etichetta nutrizionale e confrontarla
con quella della versione normale.
A parte il taglio delle calorie, per il resto sono identici agli alimenti
normali?
No: è diverso il gusto (i sostituti dei grassi spesso alterano i sapori) e, sotto il profilo nutrizionale,
i cibi light abbondano di “riempitivi”, come amido e fibre, in sostituzione di ingredienti più costosi (uova, burro, farina). A volte contengono additivi assenti nella versione tradizionale, come
i conservanti aggiunti alla marmellata light, priva del potere batteriostatico dello zucchero.
“Meno grassi” o “Senza zucchero” significano meno calorie?
No: la sottrazione di grassi da uno yogurt o da una merendina può essere compensata da una
maggiore presenza di zuccheri, e viceversa. Inoltre, lo snack “senza zucchero” può essere in realtà solo privo di zucchero “aggiunto”: non contiene cioè saccarosio, ma ha tutti gli zuccheri degli ingredienti, per esempio del latte. La stessa dicitura può significare che il saccarosio è stato
sostituito dal fruttosio. Il fruttosio ha un indice glicemico basso, ma secondo studi recenti spinge il fegato a produrre più trigliceridi.
Chi ha problemi di colesterolo può optare per i cibi che ne sono privi?
“Senza colesterolo” non significa senza grassi: l’alimento può contenere miscele di oli vegetali non meglio identificati. Spesso si tratta di grassi saturi, i più dannosi per le arterie. I prodotti light in questo caso raramente danno un contributo significativo.
Chi ha problemi di diabete deve preferire cibi light “senza zucchero”?
Non sempre il prodotto senza zucchero è più adatto del suo pari non light. Per esempio il
cioccolato, biscotti o altri dolci light da forno (snacks) hanno spesso più grassi (saturi) rispetto al
prodotto zuccherato e non è un vantaggio nemmeno per il diabetico. Meglio allora scegliere solo un pezzettino piccolo di cioccolato o biscotto ma di quello normale inserito correttamente
nella dieta.
re l'impiego di grasso nei seguenti alimenti:
salse, condimenti, creme da spalmare, dessert a base di latte, quark, gelati, maionese,
burro, margarina, crema al cioccolato, formaggio. Un ridotto contenuto di grasso
viene valutato positivamente perché tendiamo a consumare più grassi del necessario e quindi i prodotti con contenuto di
grasso ridotto possono aiutare a ridurre il
consumo di grassi in generale e in particolare di quei grassi nascosti (spesso saturi e
trans, dannosi per il nostro organismo). Ci
sono, tuttavia, modi più “naturali” di ridurre l’assunzione di grassi.
Rischio di aumentare le porzioni
La sensazione di sazietà non dura tuttavia a lungo e così aumenta il rischio di divorare una razione doppia di prodotti
"light", cosa che rende impossibile una durevole riduzione di peso. I prodotti "light"
ottenuti con diluizioni a base di acqua, inoltre, contengono spesso più additivi del prodotto "normale" non modificato.
Se non cambiano le abitudini
alimentari...
Il consumo di prodotti "light" non garantisce una diminuzione di peso di lunga
durata, perché non contribuiscono a migliorare le abitudini alimentari individuali.
I prodotti "light" inducono al consumo
di porzioni più grandi: credendo di assumere poche calorie, si mangia e si beve di più e
pertanto non si risparmiano affatto energie.
... e troppe trasformazioni
I prodotti "light" di norma subiscono
forti processi di trasformazione: per ottenere un prodotto dal gusto accettabile e che
duri nel tempo sono necessari molti additivi
e molta energia. In questo modo vanno
perdute importanti componenti come le vitamine, pregiati acidi grassi, aromi e sapori.
Un errato comportamento alimentare
può venir consolidato dal consumo di prodotti "light": non tutti i prodotti riportanti
la definizione "light" contengono veramente qualcosa di leggero: un formaggio
"light" non scremato o una crema al cioccolato "light" sono sempre delle bombe
caloriche.
Paghiamo di più ingredienti senza
valore
Nella versione light il consumatore
spesso paga ingredienti che costano poco.
Per esempio, nella maionese light viene tolto in parte l’olio e sostituito con acqua. Il
cioccolato light ha meno burro di cacao, la
mozzarella light e gli yogurt magri sono ottenuti da latte scremato, meno costoso del
latte intero.
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Meglio poco
che light
Latte
Latte scremato (33 Kcal)
Latte intero (61 Kcal) Vi è un apporto ridotto
di colesterolo. Circa 2 mg nel latte scremato
contro i 15 mg del latte intero.
Valutazione: sì, se si bevono 1-2 tazze al
giorno. Bambini: no!
Yogurt light
Il consumo dei prodotti light, lanciati sul mercato negli
anni '80, è in continua crescita. Secondo le statistiche
la vendita di prodotti light aumenta dell'8% all'anno,
mentre per gli altri prodotti alimentari l'aumento è
solo del 3%. Come mai tanto successo? Ma ne vale la
pena? Secondo noi no o solo in casi eccezionali
purché si legga bene l’etichetta.
Può essere usata al posto dell’olio per
condire carne, pesce o insalate.
Valutazione: sì ma con molta attenzione!
Valutazione: no
Fiocchi di cereali light
Forniscono 290 Kcal invece di 310. Il
risparmio in calorie, zuccheri e grassi non è
così significativo.
Valutazione: no
Si tratta di uno yogurt magro al quale viene
aggiunta la frutta conservata senza zucchero. È addolcito con dolcificanti ipocalorici. Meglio lo yogurt naturale senza alcuna
aggiunta.
Fette biscottate light
Forniscono 270 kcal contro le 420 delle fette
comuni. Permettono un sostanziale taglio
sui grassi aggiunti.
Valutazione: no
Valutazione: sì
Ricotta light
Cracker light
Fornisce 135 Kcal contro le 146 della ricotta
normale. La ricotta infatti è già un
formaggio magro per definizione. In questo
caso il modico risparmio calorico rispetto alla
ricotta tradizionale non ne giustifica la
maggiorazione di prezzo.
Esistono infatti sul mercato crackers light e
crackers senza grassi aggiunti con un ancor
minore apporto calorico: i crackers comuni
forniscono 460 Kcal, i light 414, quelli senza
grassi 370. Attenzione a non confonderli
con il tipo senza colesterolo, nel quale lo
strutto e i grassi vegetali sono stati sostituiti
con oli, ma l’apporto calorico è sempre
intorno alle 450 Kcal.
Valutazione: no
Panna light
(semigrassa, panna da caffè, creme vegetali): il risparmio calorico è dato dal minor
contenuto di grassi, la composizione varia
molto da prodotto a prodotto. Non è un
alimento indispensabile e attenzione a
usarla con parsimonia.
Valutazione: sì
Maionese light
Fornisce 450 Kcal invece delle normali 775.
Prodotto
Biscotti light
Esistono in commercio numerose tipologie:
biscotti senza colesterolo, senza lattosio,
senza uova, senza zucchero. Le calorie fornite
sono solo leggermente inferiori ai biscotti
tradizionali. Per esempio: biscotti tipo frollini
480 Kcal, biscotti senza zucchero 460 Kcal,
senza latte 450 Kcal, senza colesterolo 450
Birchermüsli Coop
Birchermüsli WW
380
337
Pringles paprika
Pringles P. Light
Differenza Prezzo
di calorie per 100 g
Differenza
di prezzo
- 43
fr. 0.55
fr. 0.73
+ 33%
529
482
- 47
fr. 1.90
fr. 2.30
+ 21%
Tomme Coop
Tomme WW
249
196
- 53
fr. 1.70
fr. 1.90
+ 12%
Italian Dressig Coop
Italian Dressig WW
153
134
- 19
fr. 0.58
fr. 0.84
+ 45%
Mayonese Thomy
Mayonese WW
737
325
- 412
fr. 2.50
fr. 2.10
+ 19%
0
Ice Tea Coop
Ice TeaWW
In questa categoria rientrano le mousse, le
creme di latte o di ricotta, i budini. Preparati
senza zucchero o grassi. 100 g di prodotto
forniscono circa 70 Kcal contro le 150 del
tipo tradizionale. Possono sostituire una
fetta di torta, o un gelato quando non si
riesce a frenare la golosità. Non saziano
molto e facilmente una porzione sembra
non bastare, mandando così all’aria le
speranze di ridurre l’apporto calorico.
Coca Cola e bibite light
Zero calorie, contro le 50 della cola normale.
Sia per la cola sia per le bibite light il giudizio
è negativo. Meglio bere acqua in ogni caso,
a maggior ragione se si è a dieta!
Valutazione: no
Birra analcolica
Fornisce 15 Kcal contro le 37 di una birra
chiara. In questo caso non è tanto il
risparmio calorico che suggerisce la scelta
quanto la quasi inesistente gradazione
alcolica: dallo zero all’1% contro il 5% della
birra comune.
Valutazione: sì, con prudenza
Marmellata light
Circa 120 Kcal a fronte delle 342 della
marmellata tradizionale. Dimezza in sostanza le calorie fornite. Non è adatta per la
preparazione di crostate, biscotti o altri
alimenti che richiedono la cottura in forno.
Tende a liquefarsi perchè contiene una
maggior quantità di acqua rispetto alla
marmellata tradizionale. L’impasto rimane
umido e la cottura non uniforme.
Valutazione: sì
0
fr. 0.45 33cl
fr. 0.45 33cl
Mozzarella Migros
Mozzarella M Leger
258
165
- 93
fr. 1.20
fr. 1.40
+ 17%
Magerquark Prix G.
Magerquark WW
69
67
-2
fr. 0.30
fr. 0.40
+ 33%
364
340
- 24
fr. 1.32
fr. 4.08
+ 209%
Bio Cioccolato polv.
Cioccolato polv. WW
33
33
Dessert light
Valutazione: sì
Valutazione: no
Calorie
per 100 g
Kcal. Solo leggendo ingredienti e valori
nutritivi, è possiblie fare una scelta adeguata
alle necessità.
Patatine light
509 Kcal contro 537 delle patatine comuni.
Se si rapportano i valori calorici medi a una
confezione piccola di patatine, il risparmio è
di circa 7 calorie (meno di 2 caramelle). Ma
resta sempre uno snack ipercalorico!
Valutazione: no
WW=WeightWatchers
i prezzi sono stati rilevati nel mese di febbraio
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La borsa della spesa
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Crisi bancaria,
danni indiretti
per i consumatori
Alfonso Tuor,
vicedirettore Corriere
del Ticino, responsabile
della redazione
economia
Ti svegli un mattina e i risparmi di tutta la tua vita, non ci sono più, perché la
banca in cui avevi riposto fiducia è fallita. E’ uno scenario possibile in
Svizzera? Le notizie allarmanti che riguardano la grossa crisi che ha
coinvolto UBS, la principale banca svizzera, ma anche il Credito svizzero
preoccupano i consumatori. La BdS ha chiesto a due economisti, il
giornalista Alfonso Tuor, e il direttore dell’Associazione Bancaria Ticinese,
Franco Citterio se ritengono il fallimento un’ipotesi possibile e quali
ripercussioni ci sarebbero sui consumatori.
timento delle finanze e la Banca nazionale
sarebbero pronte a intervenire con 20 miliardi di franchi per sostenere Ubs e evitare un effetto domino su tutto il sistema finanziario. Una strategia che i nostri interlocutori ritengono possibile, visto che negli Usa e in Inghilterra, governi e banche
centrali sono intervenuti per salvare la Bear Stearns e la Northern Rock.
ossiamo davvero definirla
un’economia da cardiopalma
quella della cosiddetta alta finanza di cui i comuni risparmiatori capiscono poco ma che in qualche
modo si ripercuote nelle loro tasche. Di
fronte alla crisi che ha colpito la più grande banca svizzera, c’è chi rievoca i giorni
bui della Swissair, e chi ricorda il fallimento
Alfonso Tuor, in caso di fallimento
di una banca i consumatori sono
sufficientemente tutelati?
P
della Cassa di risparmio di Thun o la grande crisi argentina. L’ipotesi di un fallimento o di una vendita è uno scenario troppo
catastrofista sia per il giornalista economico Alfonso Tuor sia per Franco Citterio,
direttore dell’Associazione Bancaria Ticinese. Tuttavia, nonostante le smentite
delle scorse settimane su un intervento di
salvataggio della Confederazione, il dipar-
Personalmente ritengo che a nessuno,
e tanto meno a UBS verrà concesso di fallire perché questo avrebbe per conseguenza
un’enorme crisi del sistema, dell’intero
Paese. E’ proprio di questi giorni la notizia
che la Banca d’Inghilterra ha varato un pia-
A rischio azioni, obbligazioni, fondi d’investimento
Franco Citterio, direttore
dell’Associazione
Bancaria Ticinese,
www.abti.ch
In caso di fallimento di una banca
che tutela c’è per il risparmiatore?
La legge federale sulle banche in passato tutelava poco i risparmiatori. Poi negli
anni ’90 l'impulso a modificare la legge è
stato dato dalla chiusura della Cassa di risparmio e di credito di Thun (SLT), che ha
destato grande sconcerto nell'opinione
pubblica, soprattutto nella Svizzera tedesca. La procedura di liquidazione della SLT
ha evidenziato diverse lacune. Alla luce di
questa situazione si è sentita l'esigenza di
rafforzare la protezione dei risparmiatori.
La vigilanza, il risanamento e la liquidazione
delle banche sono ora posti sotto l'esclusiva
responsabilità della Commissione federale
delle banche (CFB).
Con la revisione della legge è stata migliorata anche la protezione dei risparmia-
La piazza finanziaria riveste un'importanza centrale per la Svizzera e la
quota dell'intero settore finanziario rispetto al prodotto interno lordo
(PIL) è attualmente stimata a oltre il 10%. Più del 5% delle persone in
età lavorativa è impiegato in questo settore. Si dice che la piazza
finanziaria svizzera “è contraddistinta da stabilità e solidità, efficiente
e coerente vigilanza dei mercati finanziari”. Ma la crisi di UBS comincia
a suscitare qualche fondato sospetto.
tori. In particolare, con la Convenzione delle banche e dei commercianti di valori mobiliari svizzeri in materia di garanzia dei depositi (in vigore dall'01.01.2006) si garantisce ai singoli creditori della banca (depositari) una tutela in tempi rapidi in caso di
bancarotta della banca stessa (fallimento,
procedura concordataria) fino a un importo
di 30'000 franchi. Per la garanzia dei depositi è stato creato un fondo di un importo
massimo di quattro miliardi di franchi.
Le banche sono inoltre tenute a coprire
complessivamente la metà di tale importo
con liquidità supplementare. I depositanti
ottengono in questo modo un livello di protezione paragonabile a quello vigente
nell'EU. Esclusi da queste misure di protezione sono invece i conti di deposito titoli
(azioni, obbligazioni, fondi d’investimento
ecc.), dove il cliente si assume per intero il rischio d’investimento.
Vista l’incertezza dei tempi
conviene ancora risparmiare?
Ovviamente sì, perché come insegna la
storia, è proprio in questi momenti che si
presentano le migliori occasioni d’investimento. A un patto però: che l’investitore
(insieme al suo consulente in banca) sappia
distinguere i titoli di qualità e possa assumersi il rischio di attraversare delle fasi altalenanti dei mercati. Se invece non esistono
queste premesse è meglio che il risparmiatore si accontenti di rimanere tranquillo su un
investimento a basso profilo di rischio come
i conti risparmio, i conti vincolati e gli investimenti in obbligazioni statali di massima
qualità in franchi svizzeri.
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no anti-crisi di 100 miliardi di franchi per
sbloccare il mercato del credito. Il valore
del piano è doppio rispetto all’operazione
di salvataggio di Northern Rock già varato
dalla Banca d’Inghilterra nel settembre
2007. Potrebbero piuttosto fallire le piccole banche e, in questo caso, dal 1993 (dopo il fallimento della Cassa di risparmio e di
credito di Thun, avvenuto nel 1991) la
Svizzera si è dotata di una normativa che
regola la protezione dei risparmiatori (vedi
riquadro sottostante).
Quali sono gli investimenti a
rischio?
In questo momento di alta volatilità
del mercato sono parecchi: prodotti strutturati, investimenti su materie prime e alimentari che stanno volando ma prima o
poi crolleranno... Se non si vuole correre rischi è meglio stare sul breve termine, acquistando titoli a 6 mesi o 1 anno di creditori di assoluta credibilità e qualità.
Quanto rischia il conto risparmio?
Effettivamente rischierebbe in caso di
fallimento ma, ripeto, escludo questa ipotesi.
Quanto rischiano i conti depositi
e titoli?
Dipende, da un punto di vista giuridico le obbligazioni di cassa sono come un
prestito alla banca quindi non sono protette dall’assicurazione e entrano in un’eventuale massa fallimentare. Invece, se sei
cliente del “private banking” non figuri nei
conti della banca, quindi non rischi.
Le cassette di sicurezza?
Le cassette non rischiano.
Vista l'incertezza dei tempi
conviene ancora risparmiare?
Direi di sì, prima di tutto non conviene
indebitarsi come sta succedendo adesso
grazie alla promozione di carte di credito e
quant’altro: non fa bene al bilancio della famiglia né all’economia in generale.
Come risparmiare o, meglio, come
avere qualche soldo in più senza il
rischio di perderli?
Questa è la domanda più difficile, ovviamente dipende dai mezzi a disposizione.
Le obbligazioni dovrebbero essere sicure.
Bisogna ricordare sempre il principio che il
rendimento maggiore è strettamente legato
a un rischio maggiore.
I consumatori, allora, possono
dormire sonni tranquilli?
Secondo quanto affermato dal
Consigliere federale Hans-Rudolf Merz,
l’ingente perdita subita dall’UBS nel 2007 rischia di provocare mancati introiti per oltre
un miliardo di franchi nelle casse della
Confederazione.
A subire gli effetti negativi della crisi
sub-prime, non saranno quindi solo azionisti e grandi investitori: pagheremo tutti visto
che le conseguenze immediate sul piano fiscale saranno appunto un miliardo in meno
d’imposte e circa una sessantina di milioni
che verranno a mancare, per il Ticino, nelle
casse di comuni e cantone. Inoltre, tutti noi
siamo investitori indiretti in quanto quasi
tutte le casse pensioni hanno azioni all’UBS
che praticamente hanno dimezzato il loro
valore. Infine, la conseguenza forse più grave e pericolosa è il rallentamento della crescita economica, quindi un aumento della
disoccupazione.
Se la banca fallisce
In Svizzera quando una banca è sull’orlo del fallimento, la Legge federale sulle
banche e le casse di risparmio autorizza la Commissione federale delle banche (CFB),
in presenza di fondate possibilità di risanamento dell’istituto, a designare una persona
per la messa a punto di un piano di recupero che dovrà essere approvato dalla CFB. Se
il tentativo fallisce oppure se non esiste alcuna possibilità di risanamento, la CFB ritira
la licenza alla banca decretandone la liquidazione. Se una banca fallisce, dal 1° luglio
1993 la Convenzione relativa alla protezione dei depositanti dovrebbe garantire “una
rapida e efficiente riduzione del danno”. In caso di insolvenza della banca, i titolari di
obbligazioni e di conti di risparmio, conti stipendio, conti risparmio per pensionati,
conti di risparmio/investimenti e conti di deposito – sui quali vengono regolarmente
accreditati i redditi di attività lavorative, le pensioni o gli alimenti – a breve termine ricevono fino a un massimo di 30'000 franchi. In tal modo i depositanti non sono costretti ad attendere anni prima di riavere il loro denaro.
La protezione dei depositanti, regolata dalla legge sulle banche viene estesa a tutti i
depositi presso una determinata banca. I piccoli creditori con un deposito fino a un massimo di 5'000 franchi ricevono inoltre il loro denaro prima di tutti gli altri. La Convenzione
relativa alla protezione dei depositanti è entrata in vigore il 1° gennaio 2006.
Firmate la
petizione
Diminuite
il traffico pesante
La qualità dell’aria a sud della Alpi è cattiva,
il numero di persone affette da malattie cardiovascolari e da tumori è al di sopra della
media nazionale, il traffico pesante è in aumento (+13% nel 2007). Qualcosa si deve
e si può fare.
Ecco che l’ Associazione liberale radicale
per l’ambiente (ALRA), il Gruppo regionale
dell’ ”iniziativa da las alps”, il WWF e
l’Associazione traffico e ambiente (ATA)
hanno lanciato una petizione al Governo ticinese, al Consiglio federale e alle Camere
federali per chiedere la diminuzione del
traffico pesante.
In particolare chiedono che:
l il traffico pesante di transito sia ridotto a
650mila unità entro il 2012;
l entro 2-3 anni sia introdotta la “borsa dei
transiti”;
l in periodi di superamento dei livelli di guardia d’inquinamento, sia introdotto subito il
divieto di transito dei mezzi più inquinanti.
Obiettivi minimi che l’ACSI condivide e
pertanto invita consumatrici e consumatori
a sottoscrivere la petizione. I formulari si
possono scaricare dai siti:
www.acsi.ch
www.alra.plrt.ch
www.iniziativa-delle-alpi.ch
Piccoli passi verso
i consumatori
Fumata bianca dalla Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati:
sono state accettate ben tre iniziative parlamentari in favore dei consumatori, sulla regolamentazione del commercio elettronico, sugli abusi nelle vendite per telefono e,
infine, contro le clausole contrattuali abusive. Una rondine non fa primavera, ma le organizzazioni svizzere dei consumatori - ACSI, FRC, SKS e KF - sperano che anche la
Commissione degli affari giuridi del
Nazionale faccia altrettanto, spianando così la strada alle decisioni delle ultime istanze,
le Camere federali.
Cosa chiedono i consumatori?
Semplicemente che il Codice delle obbligazioni includa anche le specificità del commercio elettronico; che per le vendite telefoniche valgano le stesse regole della vendita a domicilio e che vi siano finalmente regole chiare contro le clausole “abusive”. In
fondo i consumatori non chiedono troppo.
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Atlante dei debitori 2007
Siamo immersi nei debiti
In Svizzera ci sono almeno 300 mila famiglie che con il loro reddito non riescono a sottrarsi alla morsa del
debito. Una giovane coppia su quattro contrae un debito, sino a 30 mila franchi. Lugano si colloca al
secondo posto per il tasso più elevato di cattivi pagatori (restituzione) dopo La Chaux-de-Fonds.
indebitamento è una delle caratteristiche e delle componenti essenziali dell’economia attuale. E’
anche una delle cause che ha scatenato la crisi finanziaria. Crisi che è la conseguenza di un indedebitamento moltiplicatosi all’inverosimile. Diceva il buon senso, prima ancora che la logica: se concedi
un credito, se fai un prestito, verifica se è
sostenibile, se sarà restituibile, come e in
quanto tempo. E’ la “solvibilità” del debitore. Se ne tiene ancora conto? Se le banche favoriscono l’indebitamento, indebitandosi a loro volta oltre i fondi propri, perché non finiranno per indebitarsi oltre misura anche le persone, le economie domestiche, le famiglie, i giovani, le ditte?
Insomma, abbiamo costruito e favorito un’economia del vivere a credito. La
classica virtù del risparmio o il timore angoscioso del debito sembrano cianfrusaglie da
nonni. Ma, a quanto risulta, persino loro
sembrano aver ceduto al fenomeno dell’indebitamento.
L’
Una conferma dopo l’altra
Di quando in quando appaiono anche
in Svizzera analisi e statistiche che ci confermano la crescita di questo fenomeno.
Qualche tempo fa un’ estesa indagine
dell’associazione preposta al ricupero dei
debiti ci diceva che un’economia domestica svizzera su dieci è sovrindebitata.
Quindi, ci sono almeno 300 mila famiglie
che con il loro reddito non riescono a sottrarsi alla morsa del debito. Neppure in
tempi lunghi. Intrappolati a vita. In massima parte, non erano neppure famiglie oberate per debiti ipotecari (la casa) ma per debiti dovuti al consumo e al consumo non
essenziale.
Si sono aggiunte in seguito altre significative indagini: o della qualificata
“Hochschule für soziale Arbeit” di Berna, o
dell’Ufficio federale di Giustizia o dell’”Intrum Justitia” che tenta di reperire i debiti o della Caritas svizzera. Ognuno con
una propria specificità. Citiamone alcune.
1) Circa un terzo dei giovani adulti tra i
18 e i 24 anni sono indebitati o presso i genitori o pressi amici e conoscenti, raramente presso le banche (viene definito: indebitamento informale). Tra le fonti di indebitamento dei giovani, il telefonino, gli abiti
griffati, l’automobile particolare.
2) Una giovane coppia su quattro contrae un debito, sino a 30 mila franchi, e il
versamento di una mensilità per farvi fronte diventa subito una sottrazione sistematica e duratura dal loro bilancio.
3) In dieci anni il numero degli “acquirenti compulsi” (cioè costretti, con un bisogno irresistibile a consumare) è raddoppiato: 33% degli svizzeri ammettono di esserne vittime mentre il 5% la considera ormai
una vera e propria dipendenza dal sovraconsumo, come una droga.
4) Il tasso più elevato di cattivi pagatori (restituzione) spetta agli abitanti di La
Chaux-de-Fonds seguiti però subito da
quelli di Lugano; un luganese si indebita in
media due volte più di un zurighese (rilievi
di Intrum Justitia).
L’atlante dei debitori
L’Unione svizzera dei creditori,
Creditreform, che tocca direttamente con
mano il fenomeno, pubblica ora un atlante
dei debitori analizzando l’evoluzione del
sovrindebitamento delle persone private in
Svizzera attraverso una griglia differenziata, località per località (in base ai numeri
postali d’avviamento). Ciò che esce da questa analisi viene definito “un aumento
drammatico del sovrindebitamento” o ancora “una tendenza preoccupante”. Non è
un’esagerazione, anche perché il rilievo è
stato fatto in un momento di alta congiuntura e di disoccupazione ai minimi termini.
Questo ci fa pensare che l’elevato indebita-
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mento non è conseguenza di un periodo
cicliclo difficile ma è pressoché connaturale
con il tipo stesso di economia che ci siamo
dati e che vogliamo mantenere.
Senza perderci in troppe cifre, rileviamo alcune caratteristiche colte da quell’atlante della Svizzera debitoria.
2,5 milioni di precetti esecutivi
Risulta che ci si indebita più nelle città,
nei grandi agglomerati, che non nella campagna. Ma anche nelle città (significativi gli
esempi di Zurigo o di Lucerna ma in parte
anche nella grande Lugano) ci si indebita di
più nelle circoscrizioni con redditi mediobassi che non nei quartieri residenziali o nobili. Ovvio, si potrebbe dire, ma è pure indicativo di più cause, che non sono solo legate alla disponibilità di reddito. Una constatazione che può infatti confermare una
tendenza assai significativa sta nel fatto
che tutto l’Altipiano svizzero, ritenuto più
ricco, anche perché vi si trova il famoso
Triangolo d’oro dell’economia, si caratterizza per un indebitamento particolarmente rilevante.
Ci si può quindi chiedere come mai un
numero sempre più importante di economie domestiche svizzere vivano ormai a
credito. Come mai, rispetto a vent’anni or
sono, si conti il doppio di precetti esecutivi,
un tempo quasi sempre accompagnati da
un senso di colpa o di vergogna: sono saliti a più di 2 milioni e mezzo in Svizzera, con
quasi un milione e 400 mila pignoramenti
(v. grafico degli ultimi sei anni); nel Ticino
nel 2006 erano 145.170 i precetti esecutivi
(sesto cantone in Svizzera per numero) e
85.802 i pignoramenti eseguiti (quinto
cantone in Svizzera). Come mai si snobbino, con sempre maggiore noncuranza, lettere di richiamo di pagamento o avvisi di
sequestro, come risulta dall’analisi citata.
C’è una spiegazione generale, sostanziale, che spesso si tende a voler dimenticare, anche da parte dei consumatori. Uno
degli assiomi su cui si regge l’economia è la
continua inarrestabile espansione. E’ come
una bicicletta, se non si continua a pedalare
cade. Per questo motivo deve creare sempre nuovi bisogni, incentivare nuovi consumi, rendere indispensabili anche quelli futili o ridicoli. Magari dicendo: è il consumatore che lo vuole. L’economia deve quindi riuscire a far spendere sempre di più.
Dall’analisi citata risulta che questa frenesia
del consumo ha ormai toccato tutte le classi di età, anche le più anziane, e tutte le località, persino quelle rurali.
Per poter spendere di più, creando anche nuovi bisogni superflui, ci sono due
condizioni: o distribuire più potere d’acquisto (ciò che però non è avvenuto in maniera proporzionale, in quanto i salari reali si
sono immobilizzati per diversi anni) o infondere l’idea che i prezzi diminuiscono, si
può ottenere facilmente tutto, si può spendere di più. All’insufficienza del potere
d’acquisto ha dovuto supplire o il doppio
reddito familiare (ma anche due redditi familiari spesso non bastano più) o la facilità
dell’indebitamento, con vari strumenti,
dalle carte di credito, ai prestiti o all’uso anticipato sia del salario sia di un ipotetico futuro risparmio (acquisti oggi, pagherai tra
tre mesi, tra un anno). La diminuzione dei
prezzi o delle tariffe (come per i telefonini)
generano, in realtà, maggior voglia di consumo, maggior spesa, maggior possibilità
di indebitamento.
Il fatto paradossale è che se cessa tutto
questo l’economia, come la finanza, si arrota su se stessa. E poi si colpevolizzano i consumatori che non spendono abbastanza.
SILVANO TOPPI
Precetti esecutivi e pignoramenti eseguiti in Svizzera
ECONOMISTA
PAPRIKA
Copia
o contraffazione
Copia o contraffazione. Questione
di mercato, minimizzano i furbacchiotti. Se a poco prezzo, hai un vero-falso
griffato e un’invidiata apparenza. Se a
prezzi griffati, hai un falso-vero rifilato e
una bruciante fregatura. Pratica criminale da 250 miliardi rubati all’economia, tuonano invece le varie organizzazioni che pretendono sanzioni e distruzioni. Un momento, dicono ora due
illustri universitari con uno studio di 91
pagine appena apparso con schemi e
foto d’appoggio su una apprezzata rivista giuridica (Virginia Law Review). La
copia o la contraffazione sono “il motore dell’umanità” perché inducono
stilisti e industrie a continuamente
creare e innovare. Andiamoci piano:
non dovrebbe valere anche il contrario?
Se c’è rischio zero a copiare (sembra
che una creazione implichi un investimento del 10-15% della cifra d’affari)
perché dovrei ancora investire per creare? Mi rimane un dubbio. La mitica
Chanel, quella del numero 5, confidava: “Il giorno in cui non sarei più copiata, comincerei a preoccuparmi”.
Ordine e disordine, ad esempio.
Con immensa gioia leggo che dopo i
consulenti in organizzazione che mi
hanno terrorizzato negli ultimi vent’anni, arriva finalmente l’elogio della disorganizzazione. “Il disordine è virtuoso e
genera profitti”, proclama con successo un professore della Business School
dell’università Columbia. Dopo serie
indagini constata: “Le persone che
hanno un ufficio ordinato passano più
tempo dei disordinati – 36 per cento, in
media – a cercare qualcosa. E pensare
che per l’ordine spendiamo miliardi di
dollari: risparmiamoli!” Ai maniaci della
scrivania il professor Abrahamson aggiunge anche i maniaci domestici, gli
adoratori dei giardini tirati al bacio, i
calcolatori psicopatici del tempo.
“Siamo uomini non macchine, perché è
la macchina che ci ha imposto l’ordine”, sentenzia. Son felice di dargli ragione. Ma se poi arrivassero i consulenti in disorganizzazione?
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test flash
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Telefonini per inesperti
quelli classici sono più pratici
covare un telefonino portatile semplice, che abbia la funzione di fare e
ricevere telefonate e, al limite inviare
e ricevere brevi messaggi scritti, non
è impresa semplice ai giorni nostri. Ci sono,
ovviamente, ma non sono posizionati in vista sugli scaffali come lo sono invece i modelli ultimo grido e dalle mille funzioni. E
questo rischia di mettere in imbarazzo, se
non di escludere dall’universo della telefonia mobile soprattutto le persone anziane
(ma non solo), la generazione che non ha
avuto il tempo e l’opportunità di abituarsi
alle moderne tecnologie. Ciò non significa
però che non possano usare un semplice telefonino che consenta loro di mettersi in comunicazione con figli, nipoti e amici in ogni
momento, come la vita moderna richiede.
Su questo tipo di apparecchi è fresco di
stampa un test realizzato dai colleghi della
Federazione romanda dei consumatori
(FRC Magazine, marzo 2008) nel quale sono stati messi a confronto 11 telefoni portatili tra i più semplici sul mercato, e alcuni modelli senior, destinati in modo specifico alle
persone anziane (disponibili nei negozi specializzati o su internet) due con SMS e due
senza la possibilità di inviare e ricevere mes-
S
saggi. Condizione di base per entrare a fare
parte del test: grande schermo e grandi tasti, indicazioni chiare.
Gli apparecchi specifici per persone anziane, con difficoltà visive, uditive e nella
manualità, hanno ottenuto risultati deludenti nel test: invece di essere più semplici si
sono rivelati complessi e poco logici nell’utilizzo e hanno messo in difficoltà il gruppo di
volontari che ha effettuato il test pratico.
Queste persone si sono invece trovate molto più a loro agio con i telefoni classici e tra
questi in particolare il modello NOKIA 3110
Classic. Il punteggio migliore del test è stato
assegnato a un altro modello NOKIA, il
5070, che però – al pari del secondo in classifica, SAMSUNG SGH-D900i – è meno
adatto per chi ha problemi di coordinazione. Un altro NOKIA si trova sul podio, il modello 6085.
Per concludere una precisazione: il numero di funzioni non influisce sulla complessità dell’apparecchio. Infatti anche se
taluni modelli possono anche fare foto o
hanno pure la funzione di lettore MP3, il loro uso come semplice apparecchio telefonico può risultare molto congeniale.
MP3 in automobile
ancora troppi inconvenienti
rasmettitori di musica MP3 per autoradio: consentono di ascoltare
musica in viaggio con un solo apparecchio senza dover avere uno
spazio apposito per collocare i CD nell’abitacolo. I colleghi della Federazione romanda dei consumatori hanno testato per noi
una dozzina di questi MP3 (vedi FRC
Magazine, aprile 2008) sempre più utilizzati da giovani e meno giovani conducenti.
Il primo problema riscontrato è che la
maggior parte di questi adattatori utilizzano le frequenze FM che sovente sono sovraccariche nelle regioni urbane (e non è facile trovare un’altra frequenza libera).
Inoltre, durante i lunghi spostamenti la frequenza può non essere sempre libera ovunque. In generale comunque le prestazioni di
questa apparecchiatura non sono brillanti e
sovente non superano la qualità sonora di
un’autoradio con lettore CD.
Nessun prodotto testato ha ottenuto
pertanto una nota buona. Gli apparecchi
T
sono o “sufficienti” (in ordine decrescente:
GRIFFIN iTrip, NOKIA CA300, GEAR 4
BluFM PG170, BELKIN TuneCast 3) o ”insufficienti” (XTREMEMAC Airplay Boost,
KENSINGTON LiquidFM plus e LiquidFM
DeLuxe).
E allora, vista la situazione, i produttori
cercano di proporre anche soluzioni alternative: il modello GEAR 4 BluStream funziona tramite Bluetooth A2DP. Buona idea
(la qualità del suono è ottima) ma è utilizzabile solo da chi ha un’autoradio dotata di
Bluetooth e ha un Apple iPod... Alcuni navigatori satellitari GPS hanno anche un trasmettitore FM (nel test il sistema con
GARMIN Nüvi si è rivelato buono mentre
con TOM Tom Go 720T è insufficiente).
Infine alcune autoradio consentono di
trasmettere la musica del walkman, ma occorre avere un’installazione specifica. Per
chi fosse interessato il modello HARMAN
KARDON drive+play è risultato buono,
mentre DENSION IceLink FM è sufficiente.
Firmate la
petizione
No ai decoder
imposti da Cablecom
Sì alla libera scelta
dei consumatori
L’ACSI sostiene la petizione lanciata dalla Fondazione per la protezione dei consumatori (SKS) contro il
monopolio degli operatori di reti via
cavo sugli apparecchi decoder. La
raccolta di sottoscrizioni è valida fino all’11 maggio (c’è quindi poco
tempo!) e sarà consegnata a Berna
prima del 20 maggio, giorno in cui la
Commissione delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale discuterà dell’iniziativa Sommaruga proprio
su questo tema. Firmate dunque la
petizione sul sito www.acsi.ch.
In Ticino la questione riguarda soprattutto Cablecom, ma vi sono anche altri gestori di reti via cavo sul mercato che non
consentono la libera scelta del decodificatore per captare le reti in digitale. Per vedere questi programmi gli utenti devono infatti dotarsi di un decoder (detto anche
set-top-box). Ma nella maggior parte dei
casi si può usare solo uno specifico decoder, quello appunto fornito dal gestore di
rete perché il segnale è codificato.
I consumatori però non ci stanno e
chiedono di poter scegliere liberamente
l’apparecchio ricevitore da installare o di
poter comperare un televisore di ultima
generazione con decoder incorporato senza essere penalizzati e dover ricorrere al
set-top-box esterno che comunque, va
pagato: il set-top-box di Cablecom costa
fr. 6.– al mese (fino al 2009) e chi lo vuole
acquistare deve sborsare fr. 150 . Per la televisione ad alta definizione (HD) è il decoder costa fr. 15/mese e in vista degli Euro
2008 è prevista una versione a disco rigido
per fr. 35 al mese. Insomma, un bell’affare!
Quello che pure occorre inoltre rilevare è
che i decoder di Cablecom hanno un consumo energetico elevato (16,3 watt) rispetto, ad esempio, ad un televisore Sony
con ricevitore HD integrato (0,3 watt)!
L’iniziativa Sommaruga chiede al
Consiglio federale di proibire la codificazione di canali televisivi nell’ambito dell’offerta digitale di base delle reti via cavo,
oppure, in caso di reti criptate, di obbligare
l’operatore a consentire a tutti i fornitori di
accedere al sistema.
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La borsa della spesa
3.08
27
Il fitness center più grande
e gratuito? Il Percorso Vita
Schede realizzate
in collaborazione
con l’Ufficio di
promozione
e di valutazione
sanitaria,
DSS-Dipartimento
sanità e socialità
6500 Bellinzona
È indubbiamente il più grande fitness center della Svizzera e per di più a costo
zero! Attualmente sono circa 500 i Percorsi Vita praticabili e non abbiamo scuse: ciascuno di noi può trovarne uno nelle immediate vicinanze. Il Percorso Vita
offre ottime opportunità per praticare del moto e mantenersi attivi, indipendentemente dal fatto che si sia principianti o sportivi di lunga data.
Su questi percorsi studiati appositamente c’è la possibilità di allenarsi in modo
equilibrato con esercizi di resistenza, di mobilità e di forza fisica.
La resistenza serve a rafforzare il cuore, mentre la mobilità favorisce la forma
fisica; la forza fisica, per strutturare quei muscoli che hanno un ruolo importante per bruciare i grassi. Molti degli esercizi indicati sul Percorso Vita sono adatti anche per allenarsi tra le pareti domestiche o nel caso in cui le condizioni meteorologiche impedissero di uscire all’aperto.
Equipaggiamento
È importante indossare scarpe da corsa adatte che sostengano il piede, attutiscono i colpi e
agevolano il movimento di appoggio della punta, della pianta e del tallone del piede. Tutto l’abbigliamento deve essere comodo e funzionale.
Come preparazione è opportuno un po' di riscaldamento sul tratto iniziale: corsa a passo leggero muovendo le braccia piegate in avanti e indietro. Il polso non dovrebbe superare i 120 battiti al minuto.
Il divertimento deve superare lo sforzo
Cercare di divertirsi resta un punto fondamentale per non
smettere al primo tentativo! Pur rispettando le condizioni del
proprio corpo è necessario essere un po’ esigenti: gli esercizi del
Percorso Vita sono innocui se non si esagera.
Non bisogna iniziare subito correndo. Soprattutto dopo un
lungo periodo di interruzione delle attività sportive, o addirittura se si intraprendono per la prima volta, bisogna prendersela
con comodo, così ci si potrà divertire anche in futuro.
Dopo due o tre settimane è possibile aumentare di livello,
poiché il corpo si è già abituato a questo incremento di sollecitazione. Un aumento troppo veloce delle prestazioni potrebbe
causare dolori muscolari.
Attenzione anche alle ginocchia: non flettersi troppo profondamente sulle ginocchia, poiché la sollecitazione potrebbe
diventare eccessiva.
Tenere sotto controllo il polso
Importante durante un allenamento per la resistenza è tenere sotto controllo il polso! Le pulsazioni non dovrebbero superare il valore di 170 meno la metà della propria età (questa è
una regola empirica e vale per le persone che corrono regolarmente già da qualche settimana). Un ventenne dovrà dunque
correre con al massimo 160 pulsazioni al minuto (170-10), una
signora cinquantenne con circa 145 (170-25).
Un altro criterio pratico per valutare se lo sforzo non è eccesivo è questo: riuscire a parlare con eventuali compagni di percorso senza ansimare. Se si è soli? Di tanto in tanto parlare tranquillamente ad alta voce. Se si è senza fiato, è meglio ridurre la
velocità.
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Percorsi Vita in Ticino
Località
Lunghezza
Airolo
Ascona
Bellinzona
Bigogno di Agra
Bodio
Bosco Luganese
Breganzona
Canobbio
Cassina d'Agno
Cevio
Chiasso
Faido
Iragna
Lamone
Locarno
Lodrino
Lugaggia-Tesserete
Lugano
Lumino
Melide
Mendrisio
Novazzano
Olivone
Paradiso
Rodi-Fiesso
Ronchini di Aurigeno
Rovio
Russo
Stabio
Tenero
1,7 km
2,3 km
2,6 km
3,6 km
2,1 km
2,2 km
2,4 km
1,9 km
2,2 km
2,6 km
2,5 km
2,8 km
2,1 km
2,0 km
1,5 km
2,2 km
2,1 km
1,6 km
2,3 km
3,0 km
1,9 km
1,7 km
2,6 km
1,6 km
2,5 km
1,8 km
1,6 km
percorso corto
1,8 km
1,6 km
Ulteriori informazioni sui Percorsi Vita
www.vitaparcours.ch
Parola d’ordine:
walking
a parola d’ordine è “muoversi” e l’ha adottata anche la
Confederazione con il progetto «Svizzera in movimento» promosso dall’ Ufficio federale dello sport (UFSPO) che si è dato
l’obiettivo di creare, nel maggior numero possibile di comuni svizzeri, le condizioni ideali per la pratica di attività motorie da parte di tutta la
popolazione. Da quando è stato lanciato nel 2005 vi hanno aderito più di
300 comuni proponendo programmi di movimento, sport e gioco che
coinvolgono attivamente grandi e piccoli. Chiunque può organizzare attività nel proprio comune. Con pochi soldi e con un pizzico di fantasia si possono realizzare manifestazioni sportive e di movimento per tutti.
Un esempio? La manifestazione Walking Lugano la cui seconda edizione si è svolta domenica 13 aprile richiamando anche dall’estero migliaia di appassionati di questa disciplina.
L
Nordic Walking
Il Nordic Walking nasce in Finlandia attorno al 1930, quando gli atleti dello sci di fondo iniziano a praticarlo in occasione degli allenamenti estivi. Inizialmente non era adatto per il fitness e il tempo libero a causa della
lunghezza dei bastoni da sci di fondo, ma nel 1980 un produttore finlandese riuscì a eliminare le difficoltà e gli svantaggi dei bastoni tradizionali facendo del Nordic Walking un’attività fisica e ricreativa alla portata di tutti.
Il Nordic Walking è uno sport completo che favorisce salute e resistenza, con un consumo energetico fino al 46% superiore rispetto a una
camminata normale. Grazie ai buoni effetti sul sistema cardiocircolatorio
e l’allenamento della resistenza è considerato benefico per la salute. Il
Walking si differenzia dalla “normale” camminata per una maggiore rapidità dei passi e per il movimento delle braccia più marcato, che comporta
di conseguenza l’impiego di una maggiore massa muscolare. Il Walking è
una forma di movimento ideale soprattutto per i principianti o per coloro
che riprendono un’attività fisica, come pure per le persone anziane con limitate capacità. È l’inizio ottimale per un nuovo stile di vita più attivo.
www.allezhop.ch
www.svizzerainmovimento.ch
www.gesundheitsfoerderung.ch/i
www.promozionesalute.ch
Come mangiare quando si pratica un’attività sportiva
1. È sempre preferibile mangiare soprattutto
prodotti integrali come riso e pasta integrale,
verdure e frutta. Questo genere di alimenti
non forniscono solo energia ma anche vitamine e sostanze minerali.
2. Lo zucchero contiene molta energia ma
non fornisce vitamine e sostanze minerali. Per
questo motivo le calorie apportate dallo zucchero si chiamano "calorie vuote”(le bevande alcoliche e le bevande dolci, per esempio,
producono calorie vuote in quantità notevoli
anche in piccole dosi).
3. I muscoli sono fatti soprattutto di proteine.
Nonostante ciò è sconsigliabile mangiare
porzioni supplementari di proteine per far
crescere la massa dei muscoli.
La cosa migliore è un’alimentazione variata:
ideali sono le combinazioni di riso o pasta con
legumi.
4. Circa 3 ore prima dello sport è opportuno:
fare un pasto ricco di carboidrati ma povero
di grassi. I grassi rimangono nello stomaco
più a lungo perché richiedono una lenta digestione.
5. È meglio non mangiare prima d'iniziare lo
sport perché ciò crea uno scompenso nel trasporto d'ossigeno a causa della forte richiesta di sangue durante la digestione.
6. Le provviste di zuccheri bastano per le attività di resistenza di circa 1,5 ore. Chi pratica
sport più a lungo dovrebbe consumare altri
carboidrati a intervalli regolari.
7. Durante lo sport, per mantenere la forma,
bisogna evitare di mangiare soltanto alimenti zuccherati, altrimenti il corpo tende a produrre più insulina facendo abbassare troppo
la concentrazione dello zucchero nel sangue
e creando problemi di prestazione psicofisica. Ideali sono le banane oppure le bevande
sportive adatte.
8. Durante e dopo lo sport è necessario compensare la dispersione d'acqua. Dopo un'ora
bisognerebbe reintegrare 1 - 1,5 litri d’acqua
a seconda dell'intensità e della temperatura
esterna. Lunghe attività sportive ad alte temperature richiedono una consumazione di
1,5 dl di acqua ogni 10 minuti.
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La borsa della spesa
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consumatori attenti
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I discutibili bollini di Coop
e lo scaricabarile dei controlli
“Il mio robot da cucina è difettoso”, “il mio mixer a immersione si è
fuso”, “il bollitore per l’acqua ha un odore sgradevole e sospetto che
rimanga anche nell’acqua ripetutamente bollita” (il bollitore, inoltre,
ha fatto saltare le valvole dell’impianto elettrico all’ACSI che l’ha
provato e la brocca in acciaio che dovrebbe essere isolata diventa
rovente e quindi pericolosa). Sono solo alcune delle segnalazioni
giunte all’ACSI ma le proteste dei consumatori non sono servite a
niente e anche noi ci siamo trovati di fronte a uno scaricabarile
inaccettabile. La sintesi della campagna di raccolta bollini per le
“stelle in cucina” è questa: incassi da record per COOP e Kuhn Rikon,
bidone per i consumatori, che hanno pagato profumatamente
prodotti non solo di dubbia qualità ma spesso anche difettosi. Ancora
oggi né da Coop né dal Laboratorio cantonale di Basilea abbiamo
ottenuto una prova che tranquillizzi i consumatori.
ultima campagna di fedeltà della
Coop, denominata “stelle in cucina”, che riguardava una promozione di elettrodomestici del noto
marchio svizzero Kuhn Rikon ha deluso numerosi consumatori che hanno dato piena
fiducia a Coop e che dal marchio Kuhn
Rikon sono stati attirati e invogliati non solo a collezionare una grande quantità di
bollini (1 bollino ogni 10 fr. di spesa) ma
pure ad aggiungere una cifra notevole per
ottenere i vari tipi di elettrodomestici.
Lamentele e reclami sulla scarsa qualità di queste “stelle”, ma anche sui difetti
anche gravi e pericolosi riscontrati in alcuni
di questi apparecchi, sono rimbalzati pure
in tivù nella trasmissione della TSI “Patti
chiari” che ha dato voce e visibilità allo
scontento già segnalato anche la sulla BdS
di marzo-aprile. In particolare, i reclami dei
consumatori riguardavano il bollitore di
metallo che ha un odore molto sgradevole
e dà all’acqua bollita un gusto altrettanto
sgradevole. Alla prova dei fatti il bollitore si
è anche dimostrato poco pratico e pericoloso poiché si scalda non solo l’acqua all’ interno ma anche il contenitore all’esterno,
oltre a far saltare le valvole!
L’
L’ACSI ha aspettato una dichiarazione
del Laboratorio cantonale di Basilea perché
era stato detto anche alla TSI che il problema del bollitore che rilasciava gusto e odore sgradevoli era di competenza di quell’ufficio. La risposta del Laboratorio di Basilea,
invece, è stata in sintesi: “Non abbiamo
fatto le analisi perché il prodotto non è più
sul mercato”. Ma come? La Coop ha sicuramente degli apparecchi di riserva perché
li ha inviati ai consumatori che ne chiede-
vano la sostituzione. Quindi se il Laboratorio volesse potrebbe sicuramente reperirne alcuni. L’ACSI avanzerà questa richiesta.
A questo punto possiamo ben dire che
i consumatori sono stati vittime di un incredibile scaricabarile e a distanza di 2 mesi
dalla fine della campagna “stelle in cucina”
non sappiamo ancora se il bollitore è sicuro
e non dannoso per la salute.
come prevede la legge, che hanno dovuto
imballare, andare alla posta per rispedire i
pacchi... Consumatori che per il solo bollitore hanno dovuto spendere 400 franchi di
spesa da Coop e aggiungere il “prezzo di
favore” di 44 franchi, un prezzo secondo
noi poco giustificabile in quanto il prodotto
non è in commercio e un normale bollitore
si può acquistare per circa 40 franchi. Un
vero affare: per Coop!
Doppio inganno!
L ’ACSI è sempre stata critica su questi
sistemi di distribuzione di bollini da usare
per l’acquisto di prodotti. Il nostro consiglio
alle consumatrici e ai consumatori è: non
fatevi incantare da questo tipo di promozioni!
In questo caso specifico l’inganno è
ancora maggiore perché molti consumatori hanno fatto la raccolta dei bollini attirati
dal marchio di fabbrica della Kuhn Rikon,
un nome noto e affidabile in Svizzera che
vende i suoi prodotti con una bella croce
svizzera accompagnata dalla scritta
“SWISS QUALITY”. Ma quale Swiss
Quality? Gli apparecchi sono stati prodotti
in Cina (dove? da chi?) per questa particolare campagna, poiché non fanno parte del
regolare assortimento della Kuhn Rikon.
Coop si difende dicendo che le lamentele registrate per questi elettrodomestici si
calcolano attorno all’1%. Crediamoci pure
ma questo dato statisticamente basso, nella realtà si traduce in un migliaio di consumatori insoddisfatti e arrabbiati visto che di
bollitori ne sono stati venduti oltre 100mila.
Consumatori che hanno dovuto telefonare,
reclamare, che non hanno potuto riportare
il prodotto in negozio per la sostituzione,
Il parere dell’ ACSI
Cosa fare se un prodotto
è difettoso
Se un apparecchio non funziona o è difettoso il consumatore ha il diritto di riportare la merce al negozio dove è stata acquistata. Se la merce è ancora in garanzia – come è il caso per gli elettrodomestici della
campagna “stelle”di Coop – il consumatore ha diritto alla sostituzione dell’apparecchio con uno identico perfettamente funzionante. Qualora non fosse più possibile la
sostituzione, il negozio è tenuto a ridare i
soldi al cliente.
In questo caso Coop costringe i clienti
a rispedire il prodotto difettoso per una sostituzione. I costi di spedizione della merce
sono a carico di Coop che fa inviare al cliente un’etichetta per la spedizione gratuita
dell’articolo. Ma la scocciatura è a carico
del consumatore per il quale sarebbe ben
più comodo potersi rivolgere direttamente
in un negozio Coop.
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24.4.2008
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Pagina 30
La borsa della spesa
consumatori attenti
30
Segretariato acsi
Via Polar 46, CP 165
091 922 97 55
[email protected]
6932 Breganzona
fax 091 922 04 71
CCP 69-4470-1
da lunedì a venerdì
8.30-10.30
La borsa della spesa
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www.acsi.ch
Infoconsumi acsi
da lunedì a venerdì
091 922 97 55
lunedì
091 923 53 23
[email protected]
10.30-11.30
14.00-17.00
Consulenza casse malati
Consigli pratici e documentazione
091 922 97 55
da lunedì a venerdì
10.30-11.30
Alimentazione
Consigli pratici e documentazione
da lunedì a venerdì
10.30-11.30
091 922 97 55
1° e 3° giovedì del mese
14.30-17.30
091 923 53 23
Contabilità domestica
da lunedì a venerdì
091 922 97 55
10.30-11.30
Mercatini dell’usato
Abbigliamento per bambini a prezzi contenuti e
in ottimo stato, indumenti e equipaggiamento
sportivo, carrozzelle, passeggini, biciclette, lettini, seggioloni, ecc. Prima della consegna di merce
ingombrante contattare il mercatino.
Bellinzona, viale Portone 9
martedì, giovedì e venerdì
mercoledì (solo vendita)
091 825 81 77
14-17
14-17
Locarno, via Castelrotto 20,
martedì e venerdì
mercoledì (solo vendita)
giovedì
091 751 24 73
9-11
14-17.30
14-17.30
Bioggio, via Cademario,
martedì e mercoledì
giovedì e venerdì
091 605 69 03
14-17
9-11
Mendrisio, via Maspoli 13,
091 646 07 25
mercoledì
14-17
venerdì
14-17.30
sabato (solo da ottobre a febbraio)
14-17
I mercatini di Locarno e Mendrisio sono chiusi durante le vacanze scolastiche. La sede di
Bioggio è chiusa solo per le feste di fine anno;
durante le altre vacanze scolastiche consultate la
segreteria telefonica del mercatino.
A Bellinzona, il mercatino è aperto durante la
settimana delle vacanze autunnali mentre negli
altri periodi di vacanze scolastiche è aperto il
venerdì dalle 14 alle 17 (solo vendita). Aperture
straordinarie sono segnalate tramite la stampa.
La croce svizzera su prodotti veramente svizzeri
Swissness indica la “svizzerità” (l’essere svizzero) di una cosa o di un alimento.
Attualmente è proibito far figurare la croce svizzera sugli imballaggi, ma l’IPI (L’istituto federale della Proprietà intellettuale) propone di consentirne l’uso visto che sempre più sovente il simbolo elvetico viene usato anche a questo scopo. L’IPI vuole concedere che la
croce bianca in campo rosso (tipico simbolo della Confederazione Elvetica) possa essere
stampigliato anche, ad esempio, su del formaggio fabbricato in Svizzera con latte francese o olandese.
Per le organizzazioni svizzere dei consumatori questo non è ammissibile e lo hanno chiaramente sottolineato nell’ambito della procedura di consultazione su “swissness” che si è
appena conclusa. Le disposizioni proposte faranno finalmente chiarezza in quest’ambito,
ma “la croce e l’appellativo “svizzeri” sulle confezioni devono corrispondere a un prodotto veramente svizzero all’interno”.
Per le organizzazioni svizzere dei consumatori, ACSI, Federazione romanda dei consumatori (FRC) e Stiftung für Konsumentenschutz (SKS), ci deve essere almeno il 90% di materia prima proveniente dall’agricoltura svizzera affinché le derrate alimentari possano avere la “croce svizzera”. Per quanto riguarda le materie di origine animale (latte, carne, uova, ecc.) esse devono essere integralmente svizzere.
Nel settore dei prodotti industriali, ACSI, FRC e SKS chiedono che possano essere etichettati come “svizzeri” solo quei prodotti che hanno generato almeno il 70% dei costi di produzione all’interno dei nostri confini e che sul nostro territorio vi sia stata almeno una tappa essenziale della produzione.
Per le organizzazioni svizzere dei consumatori disposizioni rigorose sulla “Swissness” non
farebbero che rafforzare il marchio “Svizzera” come simbolo di qualità.
Solleciti swisscom: quali tempi e quali costi?
Capita regolarmente che alcuni soci si rivolgano all’ACSI per lamentarsi della procedura di
sollecito di pagamento della Swisscom. Ciò avviene con maggiore frequenza in questi ultimi tempi, dopo che l’azienda ha modificato i termini (stringendoli) per il saldo delle fatture. Su questi aspetti è meglio essere bene in chiaro, per evitare solleciti, spese aggiuntive, e
magari anche il blocco del collegamento telefonico.
Presso Swisscom la clientela è suddivisa in diversi segmenti e le prassi sono diverse, ci spiega Mauro Feller, rappresentante Swisscom per il Ticino, e dunque occorre valutare il caso
specifico. Quello che si può dire per l’utente che ha un collegamento “normale” telefonico fisso o mobile è che:
● ai clienti che negli ultimi 12 mesi di fatturazione hanno sempre pagato regolarmente vengono spediti 2 solleciti: il primo sollecito è una lettera che invita a saldare la fattura, senza
minaccia di blocco; nel caso in cui il primo sollecito non avesse esito la Swisscom ne invia un
secondo con avviso di blocco;
● ai clienti che negli ultimi mesi hanno già ricevuto un sollecito viene inviato un solo sollecito con
avviso di blocco e addebito fr. 15.– di spese.
Il blocco della linea telefonica avviene di regola dopo 53 giorni di ritardo (ad eccezione delle persone anziane). Per il ripristino della linea viene applicata una tassa di fr. 40.–.
Gli sblocchi dei collegamenti avvengono di regola 30 minuti dopo aver ricevuto un fax che
comprova l’avvenuto pagamento o il pagamento stesso.
Grazie all’intervento dell’ACSI ...
●
alla signora R.B. la Migros ha rimborsato dei pantaloni che dopo un paio
di lavaggi sono risultati rovinati e importabili.
●
la Coop procederà alla modifica dell’etichetta dei tortellini e degli spätzli
Prix Garantie sulla quale è indicato il simbolo del riciclaggio del cartone:
un’informazione del tutto errata visto che i prodotti in questione sono
confezionati in sacchetti di plastica trasparente.
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test
Inviate l’intera pagina a: ACSI, Stabile amministrativo, CP 165, 6932 Breganzona
pubblicazioni
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desidero ricevere:
Schede: mangiare bene per vivere bene
L’alimentazione equilibrata dei bambini (esaurito)
La guida del bebè
Imprenditori di cambiamento: Agenda 21 locale
Schede: come risparmiare energia
Schede: perché separare i rifiuti?
Marchi per alimenti
Osare. Prospettive per un cambio di rotta
I conti di casa (soci ACSI 12.-)
Piatti unici
Schede Internet
Tessili: per saperne di più
Reclamare. Ma come?
Medi-Minus (13 schede informative sui medicamenti)
Micro-onde: per saperne di più
Guida ai marchi alimentari (formato tessera)
Guida alla luce (formato tessera)
Guida ai marchi non alimentari (formato tessera)
Guida all’acquisto del pesce (formato tessera)
Guida all’acquisto del legno (formato tessera)
Guida all’acquisto degli elettrodomestici (formato tessera)
Adesivo contro la pubblicità nella bucalettere
24 etichette per respingere la pubblicità indirizzata
Penna ACSI “salvagente”
La borsa per la spesa (tascabile)
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Sviluppo foto: laboratori virtuali
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06
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Adattatori FM per MP3
Telefonini semplici
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Mar.
08
08
08
07
07
07
07
07
07
07
07
Altro Consumo, Milano
Televisori LCD e al plasma
Stampanti a inchiostro
Lavastoviglie
Monitor TFT da 20’’
Lettori DVD HD
Telefonini GSM e UMTS
Rasoi elettrici
Automobili ecologiche
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Stampanti multifunzionali
Trapani ad accumulatore
Apr. 08
Apr. 08
Apr. 08
Feb. 08
Feb. 08
Gen. 08
Dic. 07
Nov. 07
Nov. 07
Ott. 07
Giu. 07
Mag. 07
Mag. 07
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Test, Berlino
Apparecchi foto digitali
Aspirapolvere
Stampanti e scanner
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Lettori DVD portatili
Navigatori GPS
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Pulitori a vapore
Apr.
Apr.
Mar.
Mar.
Gen.
Gen.
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Ott.
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Apr.
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08
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buone ragioni
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1 l’associazione tutela i miei diritti di consumatore e di utente
2 l’associazione rappresenta molte persone, quindi viene più
facilmente ascoltata
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consulenze qualificate
4 l’associazione si attiva per l’emanazione e la modifica di leggi
e provvedimenti a favore del consumatore
5 con la rivista dell’associazione, La borsa della spesa, sono informato
sul mondo dei consumi, sulle novità del settore, sulle nuove
tendenze e sul consumo critico
6 l’associazione ha un sito libero, utile strumento di consultazione
e formazione www.acsi.ch
7 l’associazione, con i suoi mercatini e con lo scambio dell’usato
contribuisce a lottare contro gli sprechi e a ridurre i rifiuti
8 se l’associazione ha molti soci e socie, è più forte e tanti problemi
dei consumatori potrebbero non presentarsi
9 l’associazioni promuove campagne di informazione che vengono
riprese da giornali e media
10 l’associazione collabora con lo Stato, le aziende e le altre parti sociali
per creare migliori condizioni di vita per tutti i cittadini
Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana

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