dispensa_9 - UTE Cinisello
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UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ CINISELLO BALSAMO Fondata dal Lions Club Cinisello Balsamo e patrocinata dal Comune MILANO & LOMBARDIA ANNO ACCADEMICO 2016-2017 CANTU' breve storia Col nome di Canturium (incerta è ancora la ricostruzione dell’etimo: può derivare dal popolo insubrico dei Canturigi, già ricordato da Strabone, ma può trarre origine come propongono studiosi moderni, dall’esistenza di una Cantoria presso qualche sacro edificio) fu indicato il territorio intorno a Galliano, primo nucleo abitato. Il Borgo rimase pure coinvolto nelle contese tra Guelfi e Ghibellini e, nel 1324, divenne signoria di Gaspare Grassi, che lo fortificò facendo erigere numerose torri. Tornato ai Visconti dieci anni più tardi e travagliato dalle lotte tra i vari pretendenti, fu sottomesso con le armi da Francesco Sforza e donato, nel sec. XV, dal duca Galeazzo Maria a Polidoro Sforza Visconti. Nel 1475 venne concesso in feudo ai fedeli Pietrasanta che vi eressero un castello in cima al colle centrale, di cui oggi rimane la base in pietra dell’attuale torre campanaria della Basilica di San Paolo. La scarsa fertilità del territorio ha sempre costituito uno stimolo verso la ricerca di attività complementari a quella agricola. Si ha notizia, già prima del 1000, della lavorazione artigiana dei metalli (attualmente ritornata in auge): la stessa caratteristica produzione dei chiodi fatti a mano cessò solo nel secolo scorso, soppiantata dalla produzione a macchina. Verso il 1600 venne introdotta la lavorazione del merletto a tombolo e, ancora oggi, parte della manodopera femminile è occupata in queste attività. Nella prima metà dell’800, infine, iniziò la produzione artistica del mobile: notevole fu l’impulso dato dalla vicinanza del mercato milanese, ma il fatto che determinò il fiorire dell’artigianato canturino, in un periodo di intenso sviluppo industriale, fu l’istituzione di una Scuola d’Arte per l’arredamento, nel 1882, la prima del genere sorta in Italia. Attualmente, accanto alla numerose botteghe artigiane del mobile, si sono sviluppate alcune industrie che attuano una produzione in serie, pur nel rispetto dei criteri artigianali. E vicino al lavoro del legno, va ricordato lo sviluppo del tessile, di qualche settore metalmeccanico e della lavorazione dei minerali non metalliferi. Principali monumenti Il Santuario della Madonna dei Miracoli o Madonna Bella Secondo la tradizione, nel 1543, fuori la porta di Campo Rotondo (ora piazza degli Alpini), era presente un pilastro su cui era impressa la sacra effige della Madonna Bella (da cui il nome), che le anime devote erano solite adorare; proprio qui nel 1550 ca., Maria apparve ad una fanciulla, Angiolina della Cassina Novello, intenta a pregare per la fine della carestia, presso l’immagine. Maria le disse di andare in paese e avvisare che era tempo di mietere; con grande stupore e felicità tutti andarono a raccogliere le messi miracolose e la miseria terminò. Presto la notizia si diffuse in tutta la zona dando inizio al culto di Santa Maria Bella, i tanti miracoli che si raccontano la fecero diventare la Madonna dei Miracoli. L’immagine è ora conservata sopra l’altare e risale al 1300, forse un tempo posta in un altro edificio sacro e rappresenta Maria, tra due angeli musicanti davanti ad un trono in legno tricuspidato, con un raffinato stile gotico. All’esterno della chiesa colpisce subito l’osservatore, la bella facciata in stile barocco, ma con un gusto che risente anche del neoclassico; fu terminata nel 1900 per opera dell’architetto Zanolini ed è ricca di elementi decorativi: nella parte inferiore, presenta delle lesene che la dividono in tre scomparti; nella parte superiore, si trova la statua della Madonna Immacolata, custodita dentro una nicchia raggiata. All’interno presenta una struttura a tre navate, sormontate da volte a cupola in corrispondenza del transetto; la volta centrale era in origine più alta dell’attuale di due metri circa, come evidenzia l’affresco sulla parete. Nel 1637-38, la Cappella grande fu meravigliosamente dipinta da Giovanni Mauro della Rovere, detto il Fiamminghino, su consiglio di San Carlo Borromeo, che visitò il santuario nel 1570 e notò la mancanza di opere pittoriche. Da notare sulle pareti del presbiterio verso la chiesa, due bellissime raffigurazioni: La visita dei Re Magi (a sinistra) e Le nozze di Cana (a destra). Il Fiamminghino si occupò magistralmente anche della cupola al cui centro la Vergine Assunta è circondata da putti festanti, sopra un porticato di otto scomparti, in cui sono rappresentati assisi sul trono i profeti Ezechiele, Geremia, Isaia, Mosè, il Re Davide e il Re Salomone. Sulla navata di sinistra è visibile L’incoronazione della Vergine opera di Camillo Procaccini, risalente al 1610. Le vistose differenze all’interno del santuario sono dovute al crollo che nel 1837 interessò la struttura e costrinse ad una lunga e dispendiosa ristrutturazione. Nella seconda metà del ‘800 un altro crollo, portò alla ricostruzione dell’esterno del presbiterio, che fu però abbellito con degli stucchi, dei bassorilievi, degli ornamenti e opere pittoriche dall’architetto Giacomo Moraglia e, sempre in questa occasione, l’immagine della Madonna Bella fu spostata sull’altare maggiore, in marmo bianco, opera del Calvi, perfetta cornice per la sacra effige. Altri particolari dell'interno e varie. Basilica prepositurale di San Paolo Costruita alla fine del sec. XI diventa prepositurale per desiderio di San Carlo Borromeo nel 1584, anno in cui trasferì la pieve da Galliano a Cantù. Edificio di forma basilicale, a tre navate, subisce nel tempo non pochi rimaneggiamenti: all’origine si presentava contornato da un portico, a colonne binate, che si estendeva dalla Sacrestia all’ingresso principale, in seguito il primo tratto del portico fu sostituito con un pronao, mentre l’altro fu abbattuto per la costruzione della Cappella del Crocefisso; la navata centrale poi, a cassettoni in legno, venne sostituita con volte a botte. Elevata da Pio XII a Basilica Romana Minore, nel 1950, per intervento del Cardinale Ildefonso Schuster, la parte attuale è stata restaurata nel 1965 a cura dell’arch. Alfonso Orombelli. Di particolare interesse il campanile: originariamente torre in pietra del castello Pietrasanta, edificato a difesa del colle più alto del borgo di Canturio, venne completato con una cella campanaria in mattoni, a due piani, sormontata da un’alta cuspide sempre in cotto, su disegno del celebre architetto Pellegrino Tibaldi (1527-1596). Porta degli Archinzi, detta Ferraia, costruita dalla famiglia Grassi nel 1324 contemporaneamente alla grosse mura che si estendevano per circa un miglio, e alle 35 Torri erette a fortificazione del Borgo feudale, in seguito alla proclamazione dell’indipendenza dal dominio visconteo di Milano BASILICA di S. Teodoro è un monumento di interesse di Cantù, ed un valido esempio di architettura romanico-lombarda risalente al XI secolo. La struttura si sviluppa in tre navate con colonne a base quadrata e concluse da tre absidi. L’interno e la facciata vennero modificati in epoca barocca, epoca in cui i cassettoni del soffitto vennero sostituiti da volte a vela. La chiesa è divenuta parrocchia a partire dal XV secolo Centro storico - alcuni angoli Pizzi e merletti tipici lavori di Cantù Ul pizz, come viene chiamato nel dialetto canturino, è un merletto prodotto intrecciando fili, solitamente cotone, lino o seta, che vengono avvolti su fuselli, i oss. L'intreccio viene lavorato su una base di appoggio, il tombolo, costituita da un cuscino di forma cilindrica imbottito di crine, ul cusin, che viene appoggiato su un cavalletto, ul pundin, e mantenuto inclinato tramite un'assicella di legno, la taparela. Per realizzare il lavoro occorre inoltre un cartoncino, la cartina, su cui viene disegnata la traccia, che viene forato o spuntato lungo le linee del tracciato e fissato al tombolo. Occorrono inoltre numerosi spilli, i gügitt, per fissare il lavoro sulla cartina, un uncinetto, ul crüscè, di misura piccola (0,40 - 0,60 mm) utile in alcuni punti ed una forbicetta. Una volta terminata la lavorazione, e realizzato il disegno che si era progettato all'inizio, il pizzo di Cantù viene staccato dai punti di supporto per essere fissato a una stoffa come ornamento o viene utilizzato così com'è come succede, ad esempio, nel caso di pregiati bijoux realizzati per signore e donne dello spettacolo. A seconda delle dimensioni del filato e della particolarità dei disegni, il merletto risulta più o meno pregiato e raffinato e aumenta il suo valore. Al lavoro concorrono diverse figure professionali specifiche: la disegnatrice che progetta la trama sulla cartina, la spuntatrice che esegue i fori sul cartone ed infine la merlettaia che realizza il pizzo. Le prime notizie documentate confermano la presenza di questa lavorazione alla fine del XV secolo. Inoltre il punto Cluny compare nella lavorazione solo verso la metà del XIX secolo in un contesto non correlato all'ambiente monastico, legato ad un lavoro genovese del XVII secolo e conservato nel museo di Cluny a Parigi. I due monasteri cittadini delle benedettine di Santa Maria e delle agostiniane di sant'Ambrogio producevano paramenti liturgici per le chiese cittadine. Possedevano anche propri educandati dove insegnavano alle allieve le tecniche del ricamo e del pizzo per la realizzazione di abbigliamento sia sacro e che profano. A Cantù, la lavorazione del merletto si afferma nel XVII secolo quando alcune monache ammaestrarono delle ragazze del popolo all’uso dei fuselli del tombolo. Le donne incominciarono a produrre pizzi barattandoli con generi di prima necessità. Da quel momento in poi nacquero le scuole di tombolo in tutta la cittadina e il Pizzo di Cantù divenne un prodotto di alta qualità conosciuto in Europa e non solo.