marketing territoriale

Transcript

marketing territoriale
Dipartimento DSA - Facoltà di Architettura - Università di Genova
Seminario su marketing territoriale,
progettazione integrata e sviluppo locale
Dott. Roberto Vegnuti
Dott.
Esperto di marketing territoriale
[email protected]
info@rvconsulting.
[email protected]
labpolis@arch
unige..it
Genova, 9 gennaio 2012
Gli interventi di
qualificazione e valorizzazione territoriale
operati da soggetti pubblici e/o privati
sono finalizzati ad un obiettivo di
sviluppo locale
per il miglioramento, innanzitutto, delle condizioni di
vita delle popolazioni locali (reddito, occupazione,
socialità, servizi, etc.)
Lo sviluppo locale è strettamente collegato alle
risorse del territorio ed al grado di compatibilità degli
interventi con il contesto territoriale stesso.
Inoltre, la percezione che oggi si ha, in seno a molte
collettività locali (forse le più evolute?), è quella del
desiderio di uno sviluppo compatibile con l’uso delle
risorse, la qualità ambientale e la tutela del paesaggio.
bilancio economico
delle attività presenti (e future)
Il bilancio territoriale
è composto da:
bilancio ambientale
bilancio sociale
Il Piano di Marketing Territoriale
è (o meglio dovrebbe essere) uno degli strumenti
attuativi del progetto di gestione e sviluppo del
territorio che rientra nel più complessivo ‘Progetto di
Governo’ sul quale le Amministrazioni Locali (ai vari
livelli) hanno avuto la fiducia dei cittadini.
Il Piano di Marketing Territoriale è al servizio della collettività locale
COLLETTIVITA’
LOCALE
(ha)
Obiettivi di sviluppo economico
e di gestione del territorio
PIANO DI
MARKETING
TERRITORIALE
(da)
Indicazioni sugli interventi
da realizzare per raggiungere
gli obiettivi
Evoluzione del Marketing Territoriale
La missione originaria:
FAVORIRE INSEDIAMENTI
PRODUTTIVI IN AREE DEBOLI
Attrarre investimenti
per iniziative imprenditoriali
al fine di consolidare/sviluppare
il tessuto economico e l’occupazione
La differenziazione avvenuta:
PROMOZIONE DELLE
RISORSE TERRITORIALI
LOCALI
dei vari comparti (turismo,
artigianato, agricoltura, ambiente,
cultura, etc.)
L’evoluzione
del mktg territoriale:
da
VENDERE
AREE PRODUTTIVE
a
VENDERE LA
PRODUTTIVITA’
DELL’AREA
I campi principali della conoscenza
LE RISORSE TERRITORIALI
Sulle quali operare una diagnosi territoriale
ed un conseguente piano di marketing
o più piani di mktg differenziati per comparto,
ma connessi ad un’unica e condivisa logica di sviluppo territoriale
IL MERCATO
Caratterizzato da una forte dinamicità
e dalle tendenze evolutive della domanda
Un’importante declinazione: il mktg territoriale a fini turistici
In territori ricchi di RISORSE TERRITORIALI (come l’Italia)
il VENDERE LA PRODUTTIVITA’ DELL’AREA
è strettamente connesso all’ECONOMIA TURISTICA
Il TERRITORIO è il vero PRODOTTO TURISTICO
Il MARKETING TERRITORIALE consente di indagare,
valorizzare, promuovere, commercializzare e gestire
le componenti territoriali anche in un’ottica di sviluppo turistico
TERRITORIO e PRODOTTO: un possibile legame?
Il territorio
(con i suoi elementi antropici e naturali, quali
paesaggio, morfologia, clima, tradizioni, etc.)
I prodotti tipici agro-alimentari
(dipendenti da elementi territoriali,
il concetto francece del “terroir”)
TERRITORIO e PRODOTTO: un valore aggiunto?
una necessaria sinergia?
MARKETING
DI AREA
Marketing
Territoriale
MARKETING
DI PRODOTTO
Marketing
Aziendale
o interaziendale
Il marketing di rete (teoria della rete)
Realtà di piccole imprese (talvolta microimprese)
Devono stare sul mercato (quindi fare marketing),
ma hanno difficoltà (per struttura e risorse)
ad affrontarlo singolarmente
Creano una “struttura associata”,
a livello territoriale (di area)
e/o tipologico (di prodotto),
a cui trasferire una serie di funzioni di marketing
Influenza alcuni segmenti principali (target) della
domanda turistica (mercato della domanda)
Valore del
paesaggio
Elementi naturali
Elementi antropici
Capitale umano
Destinazione
Turistica
Servizi di ospitalità,
di accoglienza, di
mobilità, etc.
Imprese
Soggetti pubblici
IL MERCATO
Dinamiche di relazione
Operatori
offerta
La Domanda
Le motivazioni
di consumo
Prodotti/Servizi
Operatori
domanda
Dinamiche di relazione
I prodotti/servizi
L’Offerta
Definizione classica di Marketing
da G.Pellicelli (1999)
Complesso di attività di un’impresa che vanno
dalla ideazione di un prodotto o di un servizio
alla loro utilizzazione da parte del consumatore.
Definizione moderna (estesa) di Marketing
da G.Pellicelli (1999)
Insieme di attività mediante le quali
un’organizzazione mira a soddisfare le esigenze
di persone o di altre organizzazioni, rendendo
loro disponibili, mediante lo scambio, prodotti
o servizi, oppure sostenendo idee o affermando
“valori”.
Marketing Mix
Il termine marketing mix indica la
combinazione (mix) di variabili controllabili (leve
decisionali) di marketing che le imprese impiegano
per raggiungere i propri obiettivi.
Le 4P del marketing mix (J. McCarthy)
PRODUCT (il PRODOTTO)
PRICE (il PREZZO)
PLACE (la DISTRIBUZIONE)
PROMOTION (la PROMOZIONE)
Il prodotto (Product) è il bene o servizio che si offre
(vende) in un mercato per soddisfare determinati
bisogni dei consumatori.
Il prezzo (Price) è il corrispettivo in denaro
che il consumatore è disposto a pagare
per ricevere un determinato bene o servizio.
La distribuzione (Place) è l'insieme di attività
necessarie a far giungere un determinato prodotto
al consumatore finale, con i vari passaggi intermedi.
La promozione (Promotion) è l'insieme di attività volte
a promuovere, pubblicizzare e far conoscere al mercato
un'azienda o un suo determinato prodotto o servizio.
Le 6P del marketing mix
Le leve tradizionali del marketing mix
sono state ampliate fino ad arrivare alle 6P
che oltre ai quattro fattori
precedentemente indicati considera anche
il Personal Selling e il Positioning.
Il Personal Selling è l'insieme delle attività di supporto
e informazione per il potenziale cliente.
Possono essere intese come delle attività
a valore aggiunto per l'acquirente, svolte
per esempio dall'intermediario, dal venditore stesso.
Il Positioning è il posizionamento della marca, un
fattore fondamentale nella percezione del consumatore.
I due nuovi concetti possono essere considerati come già inglobati nelle 4P,
in quanto il Personal Selling può essere considerato come
ampliamento della Distribuzione (Placement)
e il Positioning può essere parte della Promozione (Promotion).
La prospettiva del cliente: le 4C
prodotto in Customer Value,
valore del prodotto percepito dal consumatore
prezzo in Customer Costs,
costi sostenuti dall'acquirente (esborso)
distribuzione in Customer Convenience,
comodità del punto vendita
promozione in Customer Communications,
comunicazione
Le colonne portanti del marketing
Concentrazione e focalizzazione sul mercato
Orientamento al cliente
Manovre di marketing coordinate
Profitto tramite la soddisfazione dei clienti
In un Piano di Marketing Territoriale è consigliabile
ed opportuno operare con il metodo bottom-up,
affinchè lo sviluppo locale sia costruito dal basso,
attraverso la consapevolezza ed il coinvolgimento
partecipativo delle collettività locali e dei soggetti
pubblici e privati del processo di sviluppo, di
organizzazione, di gestione e di fruizione delle risorse
endogene territoriali.
Il metodo presuppone un’attività di animazione
territoriale che si sviluppa su quattro punti:
- la dinamizzazione e sensibilizzazione dell’area
territoriale;
- l’acquisizione e la socializzazione di informazioni
ed esperienze;
- l’incremento della cooperazione tra gli attori e la
costruzione di partenariati di progetto;
- l’elaborazione condivisa di progetti di sviluppo
territoriale.
Per quanto attiene l’acquisizione e la socializzazione di
informazioni ed esperienze, la ricerca può essere
effettuata attraverso un’azione partecipata con
l’utilizzo di strumenti quali i ‘forum’ e, più
specificatamente, i ‘focus group’ tematici.
Queste azioni, infatti, co-generano conoscenza grazie
alla diversità di esperienze e competenze.
Un buon approccio ad un Piano di Marketing
Territoriale, in generale, è quello della Progettazione
Integrata e Partecipata.
Indagine sul campo (indagine/ascolto) per definire la
mappa degli attori.
Definizione di progetto integrato
Si può definire progetto integrato un complesso di azioni di
diversi ambiti territoriali (progetto integrato territoriale) o di
diverse componenti nell'ambito di un tema (progetti integrati
tematici), strettamente coerenti e collegate tra loro, che
convergono verso un comune obiettivo di sviluppo e
miglioramento del territorio e giustificano un approccio
attuativo unitario. Queste azioni devono raggiungere una massa
critica adeguata, in relazione al territorio o al tema interessati, e
devono avere un risultato complessivo significativamente
superiore alla somma delle singole azioni.
Elementi caratterizzanti un progetto integrato
Gli elementi che connotano i progetti integrati sono i seguenti (dal POR
Competitività 2007-2013, Regione Liguria):
1) modalità di progettazione: partecipazione dei rappresentanti degli enti
locali coinvolti direttamente (in quanto attuatori delle azioni) o
indirettamente (in quanto competenti per materia e per territorio) e/o delle
categorie economiche interessate o, se il tema lo richiede, di altri soggetti
rilevanti a livello territoriale o tematico;
2) integrazione fra più ambiti a livello territoriale o tematico;
3) obiettivo comune;
4) strategia di sviluppo unitaria;
5) coerenza tra azioni “di sistema” e azioni individuali;
6) chiara individuazione dei ruoli e delle responsabilità a livello del progetto
integrato nel suo complesso e a livello delle singole azioni;
7) definizione di un accordo (contratto) tra i partecipanti, che stabilisca i
rispettivi diritti e obblighi;
8) definizione di un piano finanziario unitario;
9) presenza di una funzione di coordinamento che garantisca il rispetto dei
tempi, il monitoraggio, l’assistenza alla realizzazione dei progetti e
l’animazione.
Gli SHAREHOLDER
Gli STAKEHOLDER
LA POSTA IN GIOCO
Gli IMPATTI: sociali, economici,
urbanistici, ambientali, etc.
Prima cosa da fare per realizzare una buona
progettazione integrata e partecipata:
Lavorare sugli ‘stakeholder’ (i portatori d’interesse o,
meglio, i portatori di punti di vista rilevanti) per la loro:
-individuazione a livello locale;
-definizione del loro peso nel processo di sviluppo
territoriale.
Individuare i soggetti coinvolti (gli attori) - 3 macrocategorie
LE ISTITUZIONI PUBBLICHE
I GRUPPI ORGANIZZATI
I GRUPPI NON ORGANIZZATI O SINGOLI
L’analisi di rilevanza degli attori coinvolti
nel processo di sviluppo locale e
nel piano di marketing territoriale
STABILIRE QUALE SIA IL LORO
GRADO D’INTERESSE
STABILIRE QUALE SIA IL LORO
GRADO D’INFLUENZA
4 GRUPPI IN BASE ALL’INCROCIO
INTERESSE-INFLUENZA
INFLUENZA BASSA - INTERESSE BASSO
Non sono Stakeholder - Da non prendere in considerazione
INFLUENZA BASSA - INTERESSE ALTO
Stakeholder deboli
Categorie che è doveroso coinvolgere
INFLUENZA ALTA - INTERESSE BASSO
Stakeholder appetibili
Categorie che è opportuno coinvolgere
INFLUENZA ALTA - INTERESSE ALTO
Stakeholder essenziali
Categorie che è necessario coinvolgere
City u s ers
1
Resi d e n ti (‘n a tivi’, ac q uisiti)
2
Resi d e n ti str a nieri (mig r anti re golari)
3
5
Resi d e n ti in formali (resi d e n ti as s e n ti,
g h ost r esi d ents)
Resi d e n ti sal t uari e tem p o r a n ei
(pr o prie tari a p p ar t am e nti, do ce nti,
titolari a ttività e c o n omich e , o p erai,
impieg a ti pu bblici e privati,
pro fessi o nisti, a r tisti)
Migranti irr eg olari
6
Sen z a fiss a dimo r a e N o m adi
7
Turisti
8
City b usi n essmen
9
Ambul a nti n o n r esid e nti
4
10
Pe n do lari (st u d e nti, lavo r a tori)
11
Stu de nti s t anziali
In teres s e
BASSO
In teres s e
ALTO
Infl ue nza
BASSA
Infl ue nza
ALTA
Oltre la rilevanza, degli attori coinvolti nel processo,
è bene anche determinare, per ognuno di essi,
rispetto al processo di sviluppo locale:
i BENEFICI che ricevono
i CONTRIBUTI che portano
I CONFLITTI che generano
Un cronogramma d’attuazione di un Piano di Marketing
Territoriale si sviluppa in una serie di fasi di lavoro che possiamo
di seguito schematizzare (come esempio)
Fase 1: Raccolta di informazioni e di dati
sulle componenti del territorio.
In questa fase si richiede anche la disponibilità
degli Enti Locali coinvolti a sostenere la progettualità,
supportando gli esperti attraverso la messa a
disposizione di conoscenza, competenze tecniche,
documentazione scientifica ed analitica in loro possesso.
Fase 2: Indagine a distanza delle componenti
del territorio.
Esame del modello territoriale attuale e futuro
in relazione alle dinamiche di mercato.
Definizione del contesto territoriale e dei piani integrati
territoriali.
Impostazione di un modello gestionale su supporto
cartografico informatico.
Fase 3: Indagine diretta sul territorio interessato.
I dati acquisiti a distanza saranno verificati dagli esperti
con campagne di check territoriale direttamente
sul territorio interessato.
Si possono prevedere specifiche interviste ai soggetti
del processo di sviluppo locale.
Fase 4: Realizzazione di incontri di animazione
economica con gli attori del sistema locale
ed attivazione di un eventuale forum temporaneo
sullo sviluppo locale.
In questa fase si prevedono una serie di incontri
con le componenti socio-economiche del territorio,
al fine di rafforzare l’approccio bottom-up del progetto
e la focalizzazione degli obiettivi dell’analisi.
Il forum sullo sviluppo locale potrà essere attivo per la
durata del progetto anche in modo telematico,
attraverso un sito istituzionale esistente su una sezione
appositamente creata.
Fase 5: Analisi ed elaborazione dei dati ed
informazioni raccolti nelle fasi precedenti.
Si tratta della fase di definizione delle strategie e dei
prodotti territoriali e della loro analisi in termini di
potenzialità. A questi sono collegate le schede dei
progetti d’intervento e dei soggetti coinvolti
(co-operanti, partner, beneficiari, attuatori, etc.).
Inoltre, saranno definiti metodologie ed indicatori per
un sistema di monitoraggio degli interventi.
Fase 6: Comunicazione
Si realizza l’editing del piano, si presentano i risultati
e se ne organizza la massima diffusione a rete.
I contenuti (tipo) di un Piano di Marketing Territoriale:
Obiettivi e metodologia del piano.
L’ambiente geografico e le caratteristiche sociali ed
economiche.
Analisi delle risorse territoriali (anche con l’utilizzo di
sistemi informativi geografici - GIS).
Programmi e strumenti di finanziamento.
Le linee strategiche di marketing territoriale e la strategia
di sviluppo locale.
La governance del sistema.
I contenuti (tipo) della strategia di sviluppo locale:
La tipologia di interventi.
Gli elementi della strategia.
Gli Assi d’intervento.
Gli investimenti.
Un esempio il Liguria: il contesto territoriale del progetto Terre
di Ponente (ex BAM).
Progetto
BAM
Network
Progetto
pilota
Sviluppo e valorizzazione di una Rete Territoriale di
Borghi
Agro-Marini
dell’Europa
Mediterranea
Progetto promosso da:
Hotel Paese Isola Palmaria
Hotel Paese Tramonti di Campiglia
Hotel Paese Terre di Carpena
Comune della Spezia
Comune di Portovenere
Comune di Riccò del Golfo
Parco Regionale di Portovenere
E’ un PROGETTO INTEGRATO
TERRITORIALE
cioè un complesso di azioni che coinvolge più settori:
Ambiente
Agricoltura
Turismo
Attività produttive
Cultura materiale
Il progetto interessa, in pratica, quasi tutti i settori del territorio,
sia in termini economici che culturali.
E’ un progetto di RIQUALIFICAZIONE
TERRITORIALE
con l’obiettivo di:
Recuperare
Tutelare
Valorizzare
Il paesaggio tipico locale.
Non è, quindi, solo un’operazione economica,
ma culturale e sociale.
E’ un PROGETTO INTEGRATO
PLURIFONDO
in grado, da un punto di vista finanziario, di utilizzare:
Misure Piano di Sviluppo Rurale della Liguria
Altri fondi extra-PSR
Di natura comunitaria, nazionale, regionale.
Per questo motivo, nella fase di studio, dovrà essere
individuata una metodologia di collaborazione fra le varie
Autorità di gestione al fine di accordare la tempistica
d’intervento finanziario.
Beneficiari diretti del progetto:
I territori interessati e le collettività
locali, attraverso la realizzazione della parte
comune del progetto (obiettivo
orizzontale)
I singoli associati alla Rete (sia imprese
che privati), attraverso la realizzazione di
operazioni individuali, ma legate da una
logica di filiera nei differenti settori coinvolti
(obiettivo verticale)
Gli elementi innovativi del progetto:
Innovazione della tipologia d’intervento: la
riqualificazione territoriale
Un nuovo soggetto: i Borghi Agro-Marini
Innovazione del metodo di gestione
dell’intervento: la Rete Territoriale.
Trasferibilità dei risultati e di buone pratiche a
livello europeo.
Inserimento nella programmazione comunitaria
2007-2013.
Gli Assi d’intervento del progetto Terre di Ponente (ex BAM):
ASSE 1. Progetti infrastrutturali per la mobilità rurale integrata e di
servizio alle imprese (agricole e non) ed alla collettività locale.
ASSE 2. Progetti di riqualificazione dell’ambiente rurale e di
salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente naturale.
ASSE 3. Progetti di agricoltura di presidio territoriale.
ASSE 4. Progetti di valorizzazione dei prodotti tipici agroalimentari.
ASSE 5. Progetti a sostegno del turismo rurale.
ASSE 6. Progetti a sostegno della cultura materiale locale.
ASSE 7. Progetti di miglioramento delle condizioni sociali della
collettività locale.
ASSE 8. Progetti formativi ed informativi.
ASSE 9. Progettazione, animazione locale e progettazione degli
interventi.
ASSE 10. Governance del sistema.
Per attuare i Piani di Marketing Territoriale ed i Progetti
Integrati di Sviluppo Territoriale sono necessarie risorse
finanziarie (spesso non trascurabili):
Di natura endogena da parte degli Enti Locali.
Di natura endogena da parte delle imprese locali.
Di natura esogena da parte di investitori esterni.
Attivabili da strumenti finanziari (contributi) di natura
regionale, nazionale, comunitaria.
Che cosa bisogna avere chiaro riguardo i contributi:
Che cosa si finanzia (la tipologia d’investimento).
I bandi, gli avvisi, il parco progetti, le modalità di
partecipazione.
Il soggetto beneficiario.
La domanda d’ammissione/il formulario/la scheda
finanziaria, gli allegati, la tempistica.
Il tipo, regime e l’entità di aiuto.
L’ammissibilità delle spese: tipologia e
decorrenza/conclusione.
La rendicontazione finanziaria: spesa ammissibile e
spesa ammessa.
La rendicontazione fisica.
I monitoraggi fisici e finanziari.
Le rimodulazioni.
I limiti di realizzazione.
I risultati attesi (in termini numerici).
Come approcciarsi ai contributi per le imprese (e non solo)
e cosa bisogna sapere:
Il tipo d’impresa.
Il settore d’attività.
La localizzazione territoriale della struttura.
Il tipo di investimento.
I costi di investimento.
La tempistica dell’investimento.
La cantierabilità dell’investimento.
I mezzi propri (quelli finanziari).
La sostenibilità dell’investimento, perché l’eventuale
contributo deve essere solo un ‘catalizzatore’ e non un
‘risolutore’ della buona riuscita dell’investimento.
Le competenze professionali dell’imprenditore, cioè
se le ha o come verranno acquisite attraverso specifica
attività formativa.
Da tenere conto molte normative prevedono oggi anche una
valutazione tecnico-economica dei progetti d’investimento che si
basa su:
Una verifica dell’affidabilità economica del richiedente (risultati
economici, andamento bilanci, motivazioni all’investimento, etc.);
Una verifica della validità tecnico-economica del progetto
(previsione fatturato, livello qualitativo, apertura annuale,
localizzazione non costiera, sistemi di qualità, risparmio energetico,
etc.);
Una verifica dei dati occupazionali
(consistenza, mantenimento ed incremento dei livelli occupazionali,
partecipazione ad iniziative di formazione, impresa giovanile,
impresa femminile).
Spesso ad ognuno di questi fattori è associato un punteggio la cui
somma finale deve raggiungere un punteggio minimo perché
la domanda di finanziamento sia accettata.
Il grosso dei contributi attivabili è di natura comunitaria:
periodo di programmazione 2007-2013;
programmazione regionale (P.O.R.);
3 obiettivi prioritari a livello europeo;
azioni finanziate dai Fondi Strutturali;
la Liguria è compresa in questa programmazione, così come tutte le
altre regioni europee, con differenziazione a seconda dei territori di
competenza.
I 3 nuovi obiettivi introdotti dai regolamenti che definiscono la programmazione dei fondi strutturali
per il periodo 2007-2013 sono:
Convergenza diretto agli Stati e alle regioni in ritardo di sviluppo
Importo totale: 251,16 miliardi di Euro (81,5% del totale)
Finanziato da FESR, FSE e FdC
Competitività regionale e occupazione interessa tutte le regioni che non rientrano nell’obiettivo
“Convergenza”
Tale obiettivo intende rafforzare la competitività e attrattività delle regioni e l’occupazione
a livello regionale, in particolare tramite l’innovazione e la promozione della società della conoscenza,
l’imprenditorialità, la protezione dell’ambiente, l’adattamento della forza lavoro e l’investimento nelle
risorse umane.
Importo totale: 49,13 miliardi di Euro (circa il 16% del totale)
Finanziato da FESR e FSE
Cooperazione territoriale europea volto a rafforzare la cooperazione transfrontaliera e transnazionale,
tramite iniziative congiunte a livello regionale e nazionale e la cooperazione e lo scambio di esperienze
a livello interregionale. In questo obiettivo andranno a confluire le azioni finanziate dai programmi
Interreg, Leader, Equal e Urban.
Importo totale: 7,75 miliardi di Euro (circa il 2.5% del totale).
Finanziato da FESR e FSE
FESR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
Il FESR mira a consolidare la coesione economica e sociale dell’Unione europea correggendo gli squilibri
fra le regioni e operando al fine di consentire alle regioni meno favorite di recuperare il ritardo
accumulato.
Il Fondo accorda inoltre particolare attenzione alle specificità territoriali: interviene nelle aree urbane per
ridurre i problemi economici, ambientali e sociali e riserva un trattamento specifico alle zone che
presentano svantaggi geografici naturali (regioni insulari, aree montuose scarsamente popolate).
La programmazione 2007-2013, i cui compiti e la portata degli interventi sono definiti dal Regolamento
(CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, prevede finanziamenti per:
* aiuti diretti agli investimenti nelle imprese (in particolare le PMI) volti a creare posti di lavoro
sostenibili;
* infrastrutture correlate ai settori della ricerca e dell’innovazione, delle telecomunicazioni,
dell’ambiente, dell’energia e dei trasporti;
* strumenti finanziari (fondi di capitale di rischio, fondi di sviluppo locale ecc.) per sostenere lo
sviluppo regionale e locale ed incentivare la cooperazione fra città e regioni;
* misure di assistenza tecnica.
Il FESR interviene nell’ambito di tutti e 3 i nuovi obiettivi: “Convergenza”, “Competitività regionale e
occupazione” e “Cooperazione territoriale europea”.
FSE Fondo Sociale Europeo
Il Fondo Sociale Europeo sostiene le priorità della Commissione per quanto riguarda la necessità di
potenziare la coesione sociale, aumentare la produttività e la competitività e favorire la crescita economica
e lo sviluppo sostenibile.
In tale contesto, il Fondo sostiene le politiche degli Stati membri volte ad applicare la strategia di Lisbona
per la crescita e l'occupazione. Tali politiche sono strettamente collegate ai Grandi Orientamenti delle
Politiche Economiche (GOPE ), alla Strategia europea per l'occupazione (SEO), nonché alle linee di
orientamento per l'occupazione .
I compiti e il campo d'applicazione del FSE per il periodo 2007-2013, sono definiti dal Regolamento (CE)
n. 1081/2006 del Parlamento e del Consiglio, del 5 luglio 2006 che prevede disposizioni specifiche relative
ai tipi di attività che possono essere finanziate per sostenere l’azione degli Stati membri per:
* raggiungere la piena occupazione;
* migliorare la qualità e la produttività del lavoro;
* promuovere l'inserimento sociale (in particolare, l'accesso al lavoro delle persone svantaggiate;
* ridurre le disparità nazionali, regionali e locali in materia di occupazione.
Il FSE interviene nell’ambito degli obiettivi “Convergenza” e “Competitività regionale e Occupazione”.
FdC Fondo di Coesione
Nella programmazione 2000 - 2006 era definito come "strumento finanziario" mentre nella
programmazione 2007 - 2013 il Fondo di coesione rientra formalmente a far parte dei Fondi europei.
Il Fondo di coesione assiste gli Stati membri con un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al
90% della media comunitaria a recuperare il proprio ritardo economico e sociale e a stabilizzare la propria
economia. In particolare contribuisce al finanziamento degli interventi nel settore dell'ambiente e in quello
delle reti transeuropee di trasporto nei dieci nuovi Stati membri, nonché in Spagna, Grecia e Portogallo.
Istituito dal Regolamento (CE) n. 1084/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, il Fondo di coesione
sostiene azioni nell’ambito dell’obiettivo "Convergenza" per il periodo 2007-2013 ed è soggetto alle stesse
norme di programmazione, di gestione e di controllo che disciplinano il FSE e il FESR.
Il Fondo di coesione finanzia interventi nei seguenti settori:
* reti transeuropee di trasporto, in particolare i progetti prioritari di interesse europeo definiti
dall’Unione;
* tutela dell’ambiente. In tale campo, il Fondo di coesione può anche intervenire nel quadro di progetti
correlati al settore dell’energia o dei trasporti, a condizione che questi offrano chiari vantaggi sotto il
profilo ambientale: efficienza energetica, utilizzo delle energie rinnovabili, sviluppo del trasporto
ferroviario, sostegno all’intermodalità, potenziamento dei trasporti pubblici ecc.
FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale
La Commissione ha istituito, con Regolamento (CE) n. 1290/2005, un nuovo quadro giuridico per il
finanziamento della politica agricola comune PAC che prevede due nuovi fondi: un Fondo europeo
agricolo di garanzia (FEAGA) e un Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).
Per il periodo 2007-2013 un accento particolare è posto sul secondo pilastro della politica agricola
comune: lo sviluppo rurale, inserito in un quadro finanziario e di programmazione unico per garantire un
maggior grado di coerenza, trasparenza e visibilità.
Il Regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale
da parte del FEASR, stabilisce le norme generali per il sostegno comunitario e definisce gli obiettivi della
politica di sviluppo rurale e il quadro in cui essa si inserisce.
Il FEASR contribuirà alla realizzazione dei tre obiettivi prioritari corrispondenti ai tre assi di sviluppo
rurale definiti a livello comunitario:
* migliorare la competitività dell'agricoltura e della silvicoltura sostenendo la ristrutturazione;
* migliorare l'ambiente e lo spazio rurale sostenendo la gestione del territorio;
* migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività
economiche.
FEP Fondo Europeo per la Pesca
Il FEP è il nuovo strumento di programmazione della pesca nell'ambito delle prospettive finanziarie
dell'UE per il periodo 2007-2013 e sostituisce lo Strumento finanziario di orientamento della pesca
(SFOP).
Istituito con il Regolamento (CE) n. 1198/2006 del Consiglio, del 27 luglio 2006, il nuovo Fondo europeo
per la pesca FEP prevede un aiuto finanziario per agevolare l'applicazione dell'ultima riforma della Politica
Comune della Pesca (PCP) e sostenere le necessarie ristrutturazioni correlate all'evoluzione del settore.
Ai fini della realizzazione della PCP , il FEP può concedere un contributo finanziario per il
raggiungimento di obiettivi economici, ambientali e sociali intesi a:
* garantire la stabilità delle attività di pesca e lo sfruttamento sostenibile delle risorse alieutiche;
* ridurre la pressione sugli stock equilibrando le capacità della flotta comunitaria rispetto alle risorse
marine disponibili;
* promuovere lo sviluppo sostenibile della pesca nelle acque interne;
* potenziare lo sviluppo di imprese economicamente redditizie nel settore ittico e la competitività delle
strutture destinate a garantire lo sfruttamento delle risorse;
* favorire la conservazione e la tutela dell'ambiente e delle risorse marine;
* incentivare lo sviluppo sostenibile e migliorare le condizioni di vita nelle zone in cui vengono praticate
attività nel settore della pesca;
* promuovere la parità di genere tra gli addetti del settore della pesca.
Cooperazione Territoriale
Nell’ambito dei tre obiettivi sui quali si fonda la nuova architettura della politica regionale comunitaria per
la programmazione 2007-2013 la Cooperazione territoriale europea rappresenta una novità rispetto al
periodo precedente (2000-2006) e mira al rafforzamento della cooperazione transfrontaliera e
transnazionale mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato, connesse alle priorità comunitarie
e allo scambio di esperienze al livello territoriale adeguato.
Alla Cooperazione, promossa a rango di obiettivo, viene pertanto assegnato un valore strategico,
riconoscendo sulla base dell'esperienza dell'iniziativa comunitaria Interreg, finalizzata a favorire
un’integrazione armoniosa dell’Unione europea, il suo contributo alla politica europea di coesione e di
sviluppo regionale.
Finanziato interamente dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR, dispone del 3,94% dello
stanziamento complessivo delle risorse pari a 13,2 miliardi di euro.
L’obiettivo intende promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile delle macroregioni dell’Unione,
sostenendo la cooperazione transfrontaliera e gli scambi delle buone pratiche.
In particolare prevede il rafforzamento della cooperazione a tre livelli:
* la cooperazione transfrontaliera, attraverso iniziative congiunte regionali e locali
* la cooperazione transnazionale, attraverso azioni volte allo sviluppo territoriale integrato
* la cooperazione interregionale, attraverso lo scambio di esperienze
La Commissione europea ha approvato in data 27 novembre
2007 il "Programma operativo regionale per la Liguria FESR
(2007-2013)".
Questo programma comporta un sostegno comunitario per la
Regione Liguria nel quadro dell'obiettivo "Competitività
regionale e occupazione".
Il programma FESR per la Liguria intende valorizzare la
capacità innovativa e la competitività delle imprese costituendo
reti e attività di cooperazione con organismi pubblici attivi nel
campo della R&S e università, stimolando e incoraggiando la
domanda di servizi avanzati da parte delle PMI.
Esso migliorerà anche l'attrattiva della regione diffondendo
l'innovazione, valorizzando l'identità e le tradizioni locali e
tutelando le risorse naturali.
Il programma assicurerà la creazione diretta di circa 10.000
nuovi posti di lavoro, 4.300 dei quali dovrebbero essere
occupati da donne.
Tra gli impatti previsti entro il 2015 vi sono una riduzione
dello 0,12% delle emissioni di carbonio e un aumento del 16%
nella produttività delle PMI in termini di valore aggiunto.
L'aumento della capacità di esportazione della regione
dovrebbe situarsi attorno al 15%.
I precedenti obiettivi di risultato
saranno modificati in virtù della
crisi economica che si è abbattuta
sull’Europa?
FESR Regione Liguria (2007-2013) - Ripartizione delle risorse per asse prioritario
Asse prioritario
Partecipazione
pubblica totale
(CE+Stato)
Società dell'informazione
170 167 941
Inclusione, servizi sociali, istruzione e legalità
161 659 544
Energia
187 184 735
Ambiente, attrattiva delle risorse naturali e culturali e turismo
382 877 868
Sviluppo urbano
306 302 295
Competitività
459 453 442
Assistenza tecnica
Totale
34 033 588
1 701 679 413
I Piani di Sviluppo Locale Integrati in Liguria
(Iniziativa Regione Liguria - Finanziati da Fondi FESR ed FSE)
Il progetto PSLI Piana Crixia
(marzo 2009)
Obiettivi generali
Valorizzazione territoriale attuata con strumenti di sviluppo
economico e sociale.
Attraverso l'innovazione tecnologica e commerciale e
lo sviluppo del lavoro competente:
- Creazione e marketing territoriale di una ‘nuova destinazione turistica’;
- Miglioramento di processi produttivi locali;
- Gestione delle risorse ambientali locali e dei servizi correlati.
PSLI Piana Crixia
(marzo 2009)
Strategia
Stimolare la domanda verso una destinazione non conosciuta, valorizzando le
peculiarità
ed eccellenze del territorio (ambiente ed enogastronomia).
Migliorare l'offerta di servizi locali attraverso investimenti innovativi
(di prodotto e di processo).
Sviluppare le produzioni eco-sostenibili locali attraverso l'introduzione di innovazione.
Ricerca applicata per l'introduzione di sistemi e strumenti eco-sostenibili e di risparmio
risorse.
Operare interventi di formazione continua sugli occupati per migliorare le loro
competenze in relazione all'introduzione dei sistemi e degli strumenti innovativi.
Operare interventi di formazione al lavoro per disoccupati per acquisire competenze
in relazione al previsto sviluppo delle attività locali dovuto all'attuazione
degli interventi del piano ed all'introduzione dei sistemi e degli strumenti innovativi.
Supportare questo processo di sviluppo attraverso indagini di mercato, attività di
ricerca e sviluppo, analisi di fabbisogni ed assistenza tecnica e scientifica.
PSLI Piana Crixia
(marzo 2009)
Risultati attesi
Inserimento sul mercato di una nuova destinazione prodotto
dell'offerta ligure dell'entroterra.
Salvaguardia e valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio.
Valorizzazione del Parco Naturale Regionale di Piana Crixia.
Valorizzazione delle risorse agro-alimentari.
Valorizzazione delle risorse boschive.
Incremento dei flussi turistici.
Incremento del PIL locale.
Incremento dell'occupazione (nelle attività esistenti e nelle nuove).
Sviluppo di nuova imprenditorialità (nuove attività di servizio,
di produzione, etc.).
Sperimentazione del metodo di concertazione a livello degli attori locali
(pubblici e privati).
PSLI Piana Crixia
(marzo 2009)
Destinatari finali degli interventi:
Operatori economici locali, singoli ed associati
Lavoratori occupati
Disoccupati
Collettività locale
PSLI Piana Crixia (SV)
Scheda finanziaria progetto
Tur. AmbientaleTur. Enogastr.
Tur. Accessibile
Produz. ecos. TAST*
Totale
% co-fin.
Contributo RL
FESR
Creazione d'impresa 1.2.1 €
10.000,00 €
-
€
-
€ 10.000,00 €
-
€
20.000,00
4%
80% €
16.000,00
100.000,00€ 100.000,00€ 100.000,00€ 50.000,00 € 450.000,00
79%
70% €
315.000,00
Innovazione 1.2.3
€
100.000,00€
Servizi avanzati 1.2.5
€
10.000,00 €
10.000,00 € 10.000,00 € 10.000,00 € 20.000,00 €
60.000,00
11%
70% €
42.000,00
Aggregazione 1.2.6
€
10.000,00 €
10.000,00 €
40.000,00
7%
80% €
32.000,00
Totale FESR
€
130.000,00€
120.000,00€ 110.000,00€ 130.000,00€ 80.000,00 € 570.000,00
64%
71% €
405.000,00
Adattabilità
€
32.000,00 €
32.000,00 € 32.000,00 € 16.000,00 € 32.000,00 € 144.000,00
44%
80% €
115.200,00
Occupabilità
€
90.000,00 €
€ 180.000,00
56%
100% €
180.000,00
Totale FSE
€
122.000,00€
32.000,00 € 32.000,00 € 106.000,00€ 32.000,00 € 324.000,00
36%
91% €
295.200,00
Totale Interventi
€
252.000,00€
152.000,00€ 142.000,00€ 236.000,00€ 112.000,00€ 894.000,00 100%
78% €
700.200,00
-
€ 10.000,00 € 10.000,00 €
FSE
-
€
-
€ 90.000,00
Assistenza al sistema**
€ 178.800,00
90% €
160.920,00
Totale PSLI
€ 1.072.800,00
80% €
861.120,00
*Tecnologie Applicate allo Sviluppo Territoriale
**20% degli interventi FESR+FSE
Cinque Terre, Liguria
Individuazione dell’ambiente quale risorsa principale e delle potenzialità
di mercato legate alla creazione di prodotti di turismo verde
Individuazione dei vigneti e dei borghi quale risorse complementari
Conservazione e recupero del paesaggio
Valorizzazione del prodotto vitivinicolo
Miglioramento della fruibilità sentieristica
Sviluppo di una ricettività diffusa
Campagne di comunicazione
Innovazione tecnologica nei processi di commercializzazione
Istituzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre
Attivazione del Consorzio Turistico Cinque Terre
Avvio STL Cinque Terre
Lunigiana, Toscana
Individuazione potenzialità di mercato rispetto alle risorse territoriali
Esame delle tendenze evolutive della domanda
Trasmutazione dei valori territoriali
Miglioramento della fruibilità turistica
Sviluppo di una ricettività diffusa
Valorizzazione dei prodotti agro-alimentari
Creazione e gestione di una rete di aree protette
Promozione delle emergenze storico-culturali
Investimenti di marketing di area e di prodotto
Creazione di nuovi soggetti di marketing quali il consorzio turistico
ed il consorzio di produttori agricoli e di soggetti di sviluppo
quali il GAL Lunigiana (I.C. LEADER)
Attivazione di un Patto Territoriale