Nota storica 2

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Nota storica 2
CLUB ALPINO ITALIANO
Sottosezione “VAL NATISONE”
MONTE CHIESA (2061 m.)
di
Mariano Moro
Targa dedicata al Triglav, oggi simbolo nazionale della Slovena, incisa dai soldati
sloveni del K.U.K. Infanterie Regiment Kronprinz n. 17.
Quando l’Offensiva di Primavera del maggio 19161 si esaurì senza aver raggiunto gli obiettivi
in precedenza prefissati, il Comando Supremo austro-ungarico ordinò il ripiegamento delle
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Meglio conosciuta con il nome di Strafexpedition.
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proprie truppe su una linea di difesa già in precedenza sapientemente individuata. Questa linea
difensiva si sviluppava dal Passo dell’Agnella - Monte Ortigara - Monte Campigoletti - Monte
Chiesa - Monte Forno - Monte Zebio - Monte Mosciagh - sponda destra della Val d’Assa fino
ad arrivare al Castelletto e al Monte Cimone.
Dal giugno 1916 la difesa del Monte Chiesa fu affidata, unitamente ad unità bosno-erzegovine
e stiriane, al K.U.K. Infanterie Regiment Kronprinz n. 17 (17° Reggimento di fanteria
“Krompriz”) il quale, insieme agli altri soldati delle tre formazioni, organizzò sulla cima le
linee di difesa delle quali ancora oggi rimangono visibili le opere eseguite nella Dolina degli
Sloveni e le postazioni in caverna del Thurmau Tunnel2. Per l’approvvigionamento di questo
notevole apparato difensivo le truppe Slovene-Stiriane e Bosno-Erzegovine, costruirono di una
strada d’accesso, una teleferica e diverse mulattiere che dal fondovalle raggiungevano le varie
postazioni sulla cima del monte.
In particolare la Dolina degli Sloveni fu mirabile esempio di organizzazione logisticodifensiva. Situata a poche decine di metri dalla prima linea (Schützengraben) conteneva, sul
lato rivolto al nemico, e quindi celato al suo tiro, i baraccamenti ed i ricoveri necessari per le
unità di presidio di quel settore. Il fondo della stessa, grazie al naturale drenaggio della neve e
dell’acqua piovana, consentiva l’efficace scarico dei rifiuti organici prodotti dai numerosi
soldati stanzianti nella zona.
Il nome della cavità deriva dal fatto che il 17° Reggimento di Fanteria Kronprinz, nonostante
fosse un’unità a reclutamento comune dell’esercito austro-ungarico, era composto
prevalentemente da soldati di nazionalità slovena, come testimonia la lapide dedicata al
Triglav, oggi simbolo nazionale della Slovena, sulla quale i soldati sloveni incisero, nella loro
lingua, le seguenti parole: “ su queste rocce il reggimento dell’erede al trono – Kronprinz – si
copre di gloria. O tricorno, casa nostra, per te combatte con perseveranza e tenacia”.
Il K.U.K. Infanterie Regiment Kronprinz n. 17 fu fondato nel 1674 in Boemia e per la sua
lunga tradizione militare fu uno dei reggimenti più antichi della monarchia asburgica.
Dal 1817 il suo centro di arruolamento e mobilitazione divenne la regione della Carniola
(Kranjska) mentre suo quartier generale fu istituito presso la città di Lubiana. Svolse
principalmente i propri compiti militari e di presidio in diversi luoghi della penisola italiana ed
in Dalmazia.
Negli anni 1848-49, quando in Europa scoppiarono i disordini causati dalla Primavera dei
Popoli3, il Reggimento sloveno fu impiegato in Italia4 ed in Ungheria5.
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In onore del al comandante del reggimento Ventour von Thurmau.
Con l’espressione Primavera dei Popoli viene considerata l'ondata dei moti rivoluzionari borghesi che scoppiarono in Europa nel 1848 con
lo scopo da parte degli insorti abbattere i governi insediatesi dopo Restaurazione del 1815 per sostituirli con governi liberali.
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Nel giugno 1859 partecipò alla battaglia di Solferino6 e nel giugno 1866 a quella di Custoza7.
Durante la campagna militare per l’occupazione della Bosnia-Erzegovina8, condotta
dall’Esercito Imperiale Austriaco, dal 29 luglio al 20 ottobre 1878, contro le forze irregolari
locali supportate dall’Impero Ottomano, il 17° Reggimento ebbe un ruolo di primo piano nel
corso delle varie operazioni belliche. In modo particolare l’unità si distinse il 7 agosto 1878
nella cruenta battaglia di Jajce (la data dello scontro in seguito fu scelta per commemorare il
reggimento).
Nell’anno 1893 i tre battaglioni del reggimento furono trasferiti a Klagenfurt, lasciando a
Lubiana solamente il comando del primo battaglione.
Il 28 luglio 1914, deflagrata in Europa la Grande Guerra, il 17° Reggimento, che sotto il
profilo militare apparteneva al 3° Corpo D’armata con Sede a Graz, fu assegnato, come tutti i
regimenti Sloveni e le altre unità dell’Esercito Austro-Ungarico, al fronte orientale in Galizia.
Il Reggimento sloveno partì il 12 agosto 1914 ed ebbe suo battesimo di fuoco contro l’Esercito
Imperiale russo il 26 agosto 1914 a Majdan Gologorski9. Nel corso del ciclo operativo svolto
sul fronte orientale (Galizia e Carpazi) il reparto partecipò a numerosi scontri subendo ingenti
perdite10.
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In Italia le sollevazioni diedero vita alla Prima Guerra di Indipendenza Italiana” del nostro Risorgimento. Questa fu combattuta dal
Regno di Sardegna e da volontari italiani contro l'Impero austriaco dal 23 marzo 1848 al 22 agosto 1849 e si risolse con la vittoria di questi
ultimi.
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In Ungheria l’insurrezione che scoppiò a Pest il 15 marzo 1848 indusse l’imperatore a concedere alcune riforme. Ma nonostante ciò la
corrente più radicale, che voleva assolutamente l’indipendenza dall’Impero Austro-Ungarico, guidata da Lajos Kossuth, iniziò una vera e
propria guerra contro l’Austria. Il 13 agosto 1849 fu combattuta la decisiva battaglia di Vilagos, dove nonostante la strenua resistenza, gli
insorti Ungheresi furono costretti a capitolare, ai reparti dell’esercito imperiale austriaco e a quello russo, inviato dallo zar Nicola.
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La Battaglia di Solferino fu combattuta il 24 giugno 1859 fra l'esercito austriaco e quello francese, con esito favorevole per questi ultimi,
durante la seconda guerra di indipendenza italiana.
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La battaglia di Custoza del 24 giugno 1866 fu combattuta durante la Terza Guerra d'Indipendenza italiana e che vide la sconfitta delle
truppe italiane, numericamente superiori e comandate dal generale La Marmora, di fronte alle truppe austriache dell'arciduca Alberto
d'Asburgo.
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La campagna militare condotta dall’Austria-Ungheria in Bosnia-Erzegovina ufficialmente si concluse, dopo una serie di cruente battaglie
condotte soprattutto nel mese di agosto, con la caduta il 19 ottobre 1878, delle citta di Sarajevo, che venne occupata dopo una giornata di
combattimenti di strada a strada.
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Nella battaglia l’esercito austro-ungaricò subì pesanti perdite il 17° Reggimento in particolare perse metà dei propri uomini.
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Sul Fronte Orientale, teatro operativo nel quale fu impiegato il 17° Reggimento Kronprinz, fino alla fine di settembre 1915, le operazioni
belliche ebbero il seguente sviluppo. L’Esercito Russo, il 17 agosto 1914, iniziò l’avanzata nella Prussia Orientale sconfiggendo i tedeschi
nella battaglia di Gumbinnen (19-20 agosto 1914). Il Comando Supremo tedesco con l’ausilio di alcune divisioni fatte arrivare di rinforzo
dal fronte occidentale prima vinse i russi nella battaglia di Tannenberg (26-30 agosto) e poi in quella dei Laghi Masuri (9-14 settembre
1914) costringendoli così alla ritirata dalla Prussia.
Nel frattempo sul settore austro-ungarico la prima offensiva in Galizia (18 agosto-11 settembre 1914) le forze russe si spinsero vittoriose
oltre il confine Ungherese. La grave situazione austrica indusse i tedeschi a intervenire in soccorso degli alleati. I russi intanto avevano
sferrato una seconda offensiva in Galizia, fra Leopoli e Przemyśl (18 ottobre-2 novembre) e un’altra in Polonia. Provvidenziale fu
l’intervento tedesco che nella battaglia di Łódź (17-26 novembre 1914) sconfissero i russi impedendo loro sia di penetrare all’interno del
proprio territorio sia di bloccare l’offensiva contro gli austriaci. Il 23 gennaio 1915 gli austro-ungarici, appoggiati da unità tedesche,
lanciarono a loro volta una controffensiva nei Carpazi che si concluse con la vittoriosa battaglia Augustów (17 febbraio 1915) dove le unità
degli Imperi Centrali riuscirono ad accerchiare e distruggere la 10a armata russa.
Il 22 marzo 1915 i russi però sferrarono la terza grande offensiva (22 marzo-10 aprile 1915) nel corso della quale conquistarono prima la
fortezza di Przemysl e poi, dopo la battaglia di Pasqua, far ripiegare gli austriaci dietro il crinale dei Carpazi.
La critica situazione del fronte austriaco indusse il Comando Supremo tedesco ad intervenire inviando un più cospicuo numero unità per
cercare mediante una poderosa offensiva di stabilizzare il fronte prima dell’ormai probabile entrata in guerra dell’Italia a fianco dell’Intesa.
Il 2 maggio 1915 i tedeschi avanzarono nel settore di Gorlice-Tarnow travolgendo le forze russe conquistando la fortezza di Przemysl e la
città di Leopoli. Visti gli ottimi risultati conseguiti i germanici proseguirono la loro avanzata in direzione di Brest-Litovsk, verso l’alto Bug
e la Vistola. I russi, per evitare l’accerchiamento, si ritirarono sulla linea Kaunas-Olita-Grodno-Brest-Litovsk.
Da queste posizioni gli zaristi lanciarono alcune controffensive frontali ma queste non furono in grado di evitare di far cadere in mano
germanica anche il campo trincerato di Brest-Litovsk, considerato la più importante piazzaforte del versante occidentale dell’Impero russo.
L’avanzata tedesca continuò fino al 25 settembre 1915 e permise anche gli austriaci di spingere il loro fronte fino al Danubio, a Dubno, a
Tarnopol e di avvicinarsi alla città di Riga.
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Nell’ottobre del 1915 il Reggimento fu trasferito alle dipendenze della 5a Armata del generale
Boroevic, che già dal 24 maggio 1915, inizio delle ostilità con il Regno d’Italia, difendeva le
posizioni sul fronte dell’Isonzo. In questa zona presidiò prima le linee di Doberdò e poi quelle
del Podgora e di Oslavia (Testa di Ponte di Gorizia) prendendo parte alla 4a battaglia
dell’Isonzo.
Nel marzo del 1916 fu inviato sul fronte degli Altipiani ove partecipò alla grande offensiva di
primavera (Strafexspedition)11.
Terminata l’offensiva, gli sloveni rimasero a presidio di questa parte del fronte. Il monte
Chiesa, l’Ortigara, Asiago, il monte Valbella e la val d’Assa furono i luoghi sui quali il reparto
si distinse fino alla fine della guerra12.
Il 15 giugno 1918 il reggimento partecipò all’ultima disperata offensiva lanciata dagli austroungarici che nonostante i successi iniziali non riuscì a scardinare le difese italiane.
La grande offensiva italiana portata il 24 ottobre 1918 su tuta la linea del fronte, determinò lo
sfondamento sul Piave e il conseguente crollo dell’ormai stremato Esercito austro-ungarico
che firmò la resa a Villa Giusti, nei pressi di Padova, il 4 novembre 1917. Durante gli ultimi
combattimenti numerosi soldati del 17° Reggimento furono fatti prigionieri dagli italiani e
numerosi di loro fecero ritorno alle loro case dalla prigionia solamente nel 1919.
Il rendimento in combattimento del K.U.K. Infanterie Regiment Kronprinz n. 17, nel corso
della Prima Guerra Mondiale fu ottimo. Il reggimento non ebbe mai grandi casi di diserzione,
uccisione di ufficiali, sedizioni o rifiuti di obbedienza13. Nel loro insieme gli sloveni del 17°
Reggimento rimasero fedeli a quello spirito sovrannazionale e multietnico che caratterizzava
le unità dell’Imperiale Regio Esercito Austro - Ungarico, assolvendo con onore il proprio
dovere fino al termine del conflitto.
L’offensiva austro-tedesca, aveva ottenuto risultati straordinari: i russi persero fra morti, feriti e prigionieri circa la metà dei loro effettivi e
furono costretti ad abbandonare circa 500.000 kmq di territorio.
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Vedi la nota storica relativa alla Battaglia dell’Ortrigara del giugno 1917.
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Dopo la battaglia dell’Ortigara seguì un’estate di relativa calma. Nell’autunno del 1917, tuttavia, in seguito allo sfondamento austro tedesco
di Caporetto, gli eventi precipitarono anche in questa zona del fronte, costringendo, il Comando Supremo italiano ad ordinare alle nostre
truppe di abbandonare le linee a nord dell’altopiano e di ripiegare su una linea di resistenza, che si sviluppava a sud di Asiago. Il 10
novembre gli austro-ungarici iniziavano una serie continua di attacchi che costrinse gli italiani nuovamente a ritirarsi su di una linea
difensiva posta sulle alture a sud di Asiago.
Sui monti Zomo, Fior, Castelgomberto, Spil, Miela e Badenecche, i due eserciti si affrontarono sanguinosamente per due settimane. Il 4 di
dicembre però gli austriaci, vinta la resistenza delle nostre truppe, riuscirono a penetrare entro linee italiane da est, accerchiando un’intera
divisione italiana che fu quasi totalmente distrutta.
La grave situazione costrinse gli italiani a ritirarsi a sud della Val Frenzela, sui monti Valbella e Col del Rosso e Col Ecchele (in seguito
denominati: I Tre Monti), dove ebbero ordine di resistere ad ogni costo come sul monte Grappa.
L’ennesimo assalto portato dagli imperiali all’antivigilia di Natale costrinse gli italiani a ripiegare ancora una volta sull’ultima catena
collinare interposta tra l’altopiano e il suo bastione meridionale abbandonando così al nemico i monti Valbella, Col del Rosso e Col
Ecchele.
Alla fine di gennaio 1918 però gli italiani con un brillante attacco riconquistavano i Tre monti ristabilendo la situazione preesistente a
dicembre. Questa linea del fronte si stabilizzò sino al termine del conflitto.
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Solamente, nell'ultimo anno della guerra, il 12 maggio, alcuni soldati appartenenti ai battaglioni di complemento del reggimento, di stanza a
Judenburg, si ribellarono a causa delle cattive condizioni alimentari cui vennero sottoposti in quel periodo.
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BIBLIOGRAFIA:
ANTONIO E FURIO SCRIMALI, Graffiti e iscrizioni della Grande Guerra dal Carso alle
Alpi Giulie e Carniche – “Le pietre parlano”, Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Storico,
2007, Roma;
EDOARDO ZAGONEL E RENATO ZANOLI, Forti e Trincee – Vol. 2, Postazioni e Musei
all’Aperto sulle Dolomiti e dintorni dall’Agordino all’Altipiano di Asiago, marzo 2014, Dario
De Bastiani Editore;
PETRA SVOLLJSAK, Il fronte dell’Isonzo, 1994, Lubiana;
SITOGRAFIA:
http://www.100letprve.si/en/mejniki/to_the_eastern_front/17th_infantry_regiment
http://www.lagrandeguerra.net/
RINGRAZIAMENTI:
Si ringraziano le seguenti persone che in maniera determinante hanno contribuito alla
realizzazione della presente nota storica:
- il sig. Vittorio Corà, del CAI di Asiago, per aver fornito la documentazione storica
riguardante la Dolina degli Sloveni;
- il sig. Josko Kodermac, del PD di Kobarid, per aver fornito il materiale storico relativo
al K.U.K. Infanterie Regiment Kronprinz n. 17 e per la foto presente in questo lavoro;
- le sig. Patrizia Cernoia e Marina Trinko, Consiglieri della Sottosezione del CAI di San.
Petro al Natisone, perché senza il loro apporto arduo sarebbe stato realizzare questo
breve scritto.
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