Shugenja / Yamabushi
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Shugenja / Yamabushi
Shugenja1 La figura dello shugenja è quello di un uomo che vive ai limiti, a metà tra un uomo comune e una divinità. La scelta di vivere ai margini, ritirandosi tra le asperità della montagna, luogo sacro per eccellenza nella religione giapponese, gli ha permesso di diventare come il tramite tra questo mondo, le colline e le pianure in cui ogni anno discendeva per officiare i riti sacri, e l’altro mondo rappresentato dalla montagna stessa, luogo mistico considerato la sede degli spiriti dei morti e dei kami (o divinità). Lo shugenja è esso stesso un Buddha, ma non ancora conscio di esserlo. Le austerità della montagna possono risvegliare la sua natura Buddha nel proprio corpo e, in questo modo, potrà ottenere poteri soprannaturali ed esercitare i riti magici. Ciascun elemento nell’abbigliamento e nell’equipaggiamento dello shugenja rileva la sua natura particolare, ricco di un significato simbolico. La stessa acconciatura dei capelli, raccolti e non rasati come i monaci normalmente dovevano tenere, indica il ruolo limite di queste figure. Generalmente si possono identificare tre temi ricorrenti nei simboli a loro associati: 1°) Il mandala ventre e diamante (il cosmo); 2°) Dainichi Nyorai (Mahāvairocana) e/o Fudō Myōō (Acala); 3°) La dottrina dello sokushin jōbutsu, che vede in questo corpo la possibilità di divenire Buddha 1 MIYAKE HITOSHI, Shugendō: Essays on the Structure of Japanese Folk Religion, Ann Arbor, Center for Japanese Studies, The University of Michigan, 2001. 1 Yamabushi jūroku dōgu “i sedici strumenti dello yamabushi” 1. Tokin 頭巾: un piccolo cappellino nero. Simbolo di Mahāvairocana. 2. Ayaigasa 綾藺笠: un cappello di paglia che serviva per proteggersi dalle intemperie e dal sole. Simboleggia la crescita dello shugenja nel ventre materno. 3. Suzukake 鈴懸: il vestito formale degli shugenja; consiste in un indumento superiore e nei pantaloni tipicamente giapponesi (hakama). La parte superiore simboleggia il mandala diamante, mentre quella inferiore il mandala del ventre. Esiste anche un abito informale, bianco con il carattere sanscrito per Acala (Kanman). Questo abito è chiamato kanmangi e simboleggia Acala. 4. Yuigesa 結袈裟: indumento liturgico in cotone, utilizzato solo nello Shugendō. Esso ha sei tasselli colorati e simboleggia il mandala ventre e diamante. 5. Hora 法螺: una conchiglia; viene soffiata all’interno per dare segnali e viene utilizzata come strumento per battere il ritmo nella lettura dei sutra. Soffiare la hora è di per sé una preghiera a Mahāvairocana. Kai no o è una corda, originariamente attaccata alla hora, era legata attorno ai fianchi dello shugenja e veniva utlizzata per svariati usi come per scalare le rocce. Simboleggia il cordone ombelicale. 6. Irataka no juzu 苛高数珠: un rosario composto di 108 grani in legno. Sgranare il rosario simboleggia la trasformazione da uno stato profano a uno sacro. 7. Shakujō 錫杖: bastone del monaco; serviva come mezzo utile durante il cammino e si adoperava come strumento magico per la protezione dagli spiriti malvagi e per gli esorcismi. Simboleggiava la purificazione dei peccati dell’uomo al fine di diventare un Buddha. 8. Oi 笈: una scatola in legno portatile; l’oi era portato sul retro e conteneva vari oggetti di culto, scritture dello Shugendō e strumenti rituali. Simboleggia il mandala-ventre, e lo shugenja che lo trasportava, rappresentava l’embrione che cresce nel ventre materno. 9. Katabako 肩箱: una scatola posta sopra l’oi, ed è la sua controparte, ovvero simboleggia il mandala diamante, il lato paterno. Porre il katabako sopra l’oi indica la comunione tra i due mandala e il rapporto sessuale tra padre e madre. 10. Kongōzue 金剛杖: una canna “diamante”; è usata per scalare montagne e simboleggia l’intento di diventare un Buddha. 11. Hisshiki 引敷: una stuoia; idealmente dovrebbe essere di pelle di leone, ad indicare come lo shugenja dominasse il regno animale; nella tradizione folklorica giapponese gli shugenja sono creduti essere mediatori tra il mondo spirituale e quello degli uomini. Questa stuoia pendeva dal retro dei fianchi e veniva usata come tappetino per riposarsi durante il viaggio. Simboleggia la purificazione dal peccato. 12. Kyahan 脚絆: gambali di cuoio; come mezzo pratico servivano per proteggere la pelle durante le peregrinazioni e simboleggiava il divenire un Buddha. 13. Hiōgi 檜扇: un ventaglio di cipresso; era utilizzato per sventolare il fuoco nel rito chiamato goma e simboleggiava il divenire un Buddha. 14. Shiba uchi 柴打: una spada corta usata per tagliare il legno e per il rito del fuoco ed è un simbolo dell’attività di Fudō Myōō come distruttore del male. 15. Hashiri nawa 走縄: una corda; utilizzata per svariati scopi ed è simbolo dell’attività di Fudō Myōō. 16. Waraji 草鞋: un tipo di sandali di paglia usati durante il cammino. Simboleggiano il loto, una sede del Buddha. 2 Cinzia Dolcini Laurea Specialistica Lingue e Civiltà dell’Asia Orientale (Giapponese) 3