“La Garfagnana sembra un rifugio” A proposito di

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“La Garfagnana sembra un rifugio” A proposito di
Il Giornale di Castelnuovo
Periodico di informazioni, opinioni e approfondimenti di Castelnuovo di Garfagnana
Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca).
Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it
Anno II - Numero 3 - Febbraio 2008
IO
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Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma)
Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca
Dal Brasile giunge e pubblichiamo la corrispondenza di un professore di origini italiane
“La Garfagnana sembra un rifugio”
La nostra terra vista con gli occhi di chi non l’aveva mai veduta
Jorge Coli è un docente universitario brasiliano venuto
in visita in Garfagnana
pochi mesi fa. Dopo aver
letto il Giornale di Castelnuovo sul sito internet ci ha
inviato questa lettera
Ogni volta che si parla di
un viaggio in Italia, si ripetono i nomi di città
della Toscana: Firenze,
Pisa, Siena sono menzionate con entusiasmo. C’è
chi aggiunge: “E Lucca? E
San Gimignano?”. Hanno
bellezze universali, attraggono turisti di tutto il
mondo. Infiniti sguardi si
posano, giorno dopo
giorno, sul Davide di Michelangelo, sulla torre inclinata. Sono opere e
luoghi splendidi.
C’è però un altro piacere,
più segreto: fuggire dai
capolavori inevitabili, dai
programmi segnalati e
trovare posti più discreti.
Esistono paradisi non ancora rovinati dalla moltitudine di gente.
È ben più difficile riconoscere dei nomi come Garfagnana o Barga che Pisa
o Siena. La Garfagnana è
una regione a nord della
Toscana. Ci sono in essa
montagne verdi, vertiginose, limitando la valle
del Serchio. La regione di
difficile accesso è già stata
povera: in passato, senza
risorse, molti dei suoi abitanti, i garfagnini, emigrarono negli Stati Uniti,
in Australia, in Brasile.
Nella valle del Serchio,
qua e là, qualche cartiera
macchia il paesaggio. Ma
quando ci si addentra
verso l’alto, sia nel margine sinistro sia in quello
destro, si scopre una bellezza di intensa originalità, rude e rustica a causa
delle scarpate e dell’isolamento, ma al tempo
stesso leggera a causa dell’atmosfera
luminosa,
dell’arte romanica intatta
e armoniosa. Nei ristoranti, senza turisti, il cibo
è all’altezza del paesaggio, ricco di funghi porcini e tartufi bianchi
locali. Da questi ultimi,
quando
grattugiati,
emana un aroma singolare e stimolante. In un
mondo sempre più bana-
L’acqua della
Garfagnana
Nel precedente numero del
giornale avevamo già parlato
di “oro blu”; ovvero della
preziosa acqua di cui è ricca
la valle del Serchio.
Ci eravamo chiesti di chi
fosse l’acqua della Garfagnana e chi poteva aver diritto
a
gestirla,
a
raccoglierla, a conservarla, a
venderla, ad utilizzarla.
Ci siamo posti una domanda
e la giriamo ai lettori.
Nel tempo l’acqua è stata gestita dalla vecchia “Val-
Sommario
In questo numero:
Pagina 2: Intervista a
Lorenzo Nannizzi (PD)
Pagina 3: Intervista a
Luca Biagioni (AN)
Pagina 4: Sicurezza
sulle strade. Cosa fare?
Corso alla Misericordia
Pagina 5: A proposito di
“donna” e Lettere in redazione
Pagina 6: L’Osservatorio
Ambientale e l’abolizione della plastica in
Garfagnana
Pagina 7: Ponti nel
tempo
Pagina 8: Fulvio Testi il
poeta dai mille volti
Nasce con questo numero un nuovo eroe: Ludovico Arrosto (vignetta di Maria Cristina Saisi)
lizzato, sempre più caotico, la Garfagnana sembra un rifugio.
C’è una certa severità nel
fare dei garfagnini, che
rende la loro accoglienza
ancora più calorosa e aristocratica. Vi si trovano
tradizioni inattese: nel
villaggio di Pieve Fosciana lo sport, regolamentato,
antico
e
popolare è il “lancio del
formaggio” – che rimanda irresistibilmente
alle mattane dei Monty
Python. Ci sono panorami unici: una lunga cresta di roccia, ben in alto,
ritaglia verso il cielo il
profilo e le forme precise
di un uomo disteso. È conosciuto come “l’uomo
morto”, il che incrementa
l’aspetto soprannaturale
del paesaggio.
Jorge Coli
(Professore brasiliano)
darno”, dall’Enel con i bacini per la produzione di
energia idroelettrica e oggi
da società e da consorzi.
multiservizi. Ebbene ci domandiamo: ma le amministrazioni della Garfagnana
hanno o no il controllo dell’acqua?
E un giorno è ipotizzabile
una gestione completamente
esterna estranea ai garfagnini?
Certo si tratta di una domanda puramente ipotetica basata su un dubbio,
ma perchè non parlare dell’acqua della Garfagnana?
Del resto è o non è il nuovo
“oro blu”?
Non è più sufficiente quanto si fa per il mondo femminile
A proposito di “donna”
L’8 marzo si rinnova una festa superata
Da anni imperversa, per
la gioia di fiorai e pizzerie,
una festa che non è più
commisurata alle esigenze
e allo scopo per il quale
era nata. Insomma l’attuale festa della donna
non può bastare al mondo
femminile.
L’8 marzo contiene alcuni
passaggi che sono superati, sorpassati dall’attuale
realtà.
Fin dagli anni sessanta al
centro del desiderio delle
donne si è trovato il sogno
– lecito - di voler conquistare spazi seguendo un
percorso con regole maschili...
SEGUE A PAGINA 5
Editoriale
Arrivederci
Il ricordo è il collante che
permette alle società civili
di conservare una memoria utile per il futuro. E di
ricordi ognuno di noi se
ne porta dietro molti,
come se tra cuore, polmoni e stomaco, dietro a
fasci di nervi e vene e arterie, ben protetto da muscoli e tendini, se ne stesse
una sacca colma di parole,
immagini e poesie.
E il tempo, se ci fa dimenticare qualche dettaglio,
non ci permette di chiuderla quella sacca che rimane lì pronta ad aprirsi
al mondo come una melodia.
Da piccoli non era facile
andare dal dottore, sedersi su quelle sedie di
plastica e ferro, bianche,
con altri bambini silenziosi come nemmeno in
chiesa di fronte al Cristo.
Eppure era una cosa da
farsi con i pantaloni corti
dell’estate e quelli lunghi
di velluto a coprire il
freddo, e poi le sciarpe e
tutto l’utile e pesante fardello della paura della
puntura o di chissà quale
altra diavoleria.
Il dottore per un bambino
è una figura eterea che
fluttua tra il buono e il
cattivo, tra chi sorride e
forse ti conquista, ma in
fondo sai, che non ti devi
fidare mai.
Lui non era così. Quei
suoi baffoni grandi da
sembrare un personaggio
dei cartoni animati in uno
studio con il lettino e le
vetrine e alle pareti qualcosa della Garfagnana,
con una lampada gialla e
la sua voce roca. Finiva
tutto sulla porta quando
si entrava. La paura era
tutta lì, nell’attesa, poi il
resto diventava un gioco
con lui come maestro e
amico. Alla fine la striscia
di legno che serviva per
vedere le tonsille era in regalo e si giocava fino a
casa, poi finiva come il timore che ci aveva accompagnato dal dottore. Ora
quel dottore se n’è andato
e rimane il dolce ricordo.
Arrivederci Gabriello.
E grazie.
Il direttore
Pagina 2
Numero 3 - Febbraio 2008
Il Giornale di Castelnuovo
I GIOVANI E LA POLITICA - Intervista a Lorenzo Nannizzi dell’assemblea del Partito Democratico
Investire su artigianato e turismo
“Ciò che ci muove è, per quanto sia possibile, cambiare il mondo”
Il vocabolario
della politica
Di cosa parliamo quando
affrontiamo il mondo
della politica? Oggi più
che mai di fronte alla evidente crisi economica il
cittadino si rivolge alla
politica per vedere risolti i
problemi di vita quodiana. Arrivare in fondo
al mese con un carovita
senza freni; evitare i prestiti a breve e lungo termine; cercare lavoro per i
figli e desiderare un futuro migliore per tutti.
Questi i problemi e i
“sogni” dei cittadini.
Ebbene le democrazie moderne si sono dotate di
strumenti che hanno come
obiettivo quello di gestire
il bene pubblico (la res-publica) e venire incontro ai
problemi della popolazione. Dunque l’uomo politico è un amministratore
eletto dal popolo e da
questi elevato al rango di
deputato. Scelto dagli
elettori che gli concedono
il diritto e il dovere di gestire la res-publica. Ovvero in altre parole il
deputato del popolo amministra i beni della comunità nel nome del
popolo che la compone,
scegliendo soluzioni adeguate, proprie e idonee a
soddisfare le richieste e risolvere le esigenze (dunque “fa politica”).
Se l’amministratore amministra con equità ed efficienza la res-publica, può
ambire a vedersi rinnovato il mandato o aspirare
a salire i gradini che compongono l’articolato sistema italiano.
Ma non solo. L’uomo politico, oltre a mostrare capacità ammistrative, deve
saper giocare tra gli equilibri imposti dai poteri
forti che compongono la
società ed essere deputato
di tutti e non solo di alcuni. La res-publica appartiene all’intera città e
questo il deputato del popolo non deve mai dimenticarlo.
Questo, tra difficoltà ordinarie e contingenti, endemiche e casuali, il ruolo e
il compito del deputato
del popolo.
Deputato del popolo oggi
al centro di una bufera
morale e grave crisi di
identità politica.
Serve dunque un rinnovamento: ma come?
Quale la via da seguire?
In questo numero del
giornale mettiamo a confronto due giovani castelnuovesi desiderosi di
prestarsi alla politica:
Luca Biagioni e Lorenzo
Nannizzi.
Vediamo quali le loro “ricette” per Castelnuovo.
Prima di cominciare ti
chiediamo di fare una
tua personale presentazione politica riguardante: il ruolo che svolgi,
quale movimento rappresenti, che tipo di attività intraprende il tuo
gruppo.
Il mio attivismo politico è
direttamente proporzionato alla giovane età; ho
cominciato ad interessarmi di politica all’età di
14 anni tesserandomi ne
“I giovani comunisti”.
A sedici anni, complice
una “maturazione politica” ed una sorta d’incompatibilità crescente
con il movimento ho deciso di dedicarmi alla ricerca
d’un'altra
formazione politica che
potesse al meglio rispecchiare e valorizzare i miei
ideali; così assieme a Nicola Rossi ed Emanuele
Marcucci (niente sarebbe
stato senza il loro impegno costante e fervente
passione) fondammo il
primo circolo della Sinistra Giovanile, movimento legato a quelli che
erano i Democratici di Sinistra, della Garfagnana.
Dopo nemmeno un anno
fui chiamato a ricoprire il
ruolo di segretario della
federazione di Lucca (incarico che tutt’ora ricopro), con il preciso
compito di risanare e rilanciare un gruppo allora
spento, lasciando il circolo castelnuovese nelle
valenti mani di Elisa Bertoni.
Con le elezioni del 14 ottobre sono stato eletto
all’interno dell’assemblea
costituente regionale del
Partito Democratico, entrando poi nel coordinamento provinciale e
recentemente nell’assemblea territoriale e comunale.
Parallelamente svolgo il
ruolo di Presidente della
Consulta Provinciale Studentesca dopo una parentesi da rappresentante
d’istituto dell’ I.S.I. Barga.
Da dove nasce la tua passione per la politica? Ed
il senso dell’appartenenza?
La mia passione politica
nasce semplicemente dal
sentimento che comunemente, e forse anche banalmente, accomuna la
maggioranza degli adolescenti ovvero il puro e
semplice spirito di contestazione, aiutato, nel mio
caso, da una pesante e critica (etimologicamente
“analisi”) lettura di opere
leve proponete per provare a superarli?
Nell’ordine :
1. Viabilità: è possibile
un accesso veloce e sicuro alle principali arterie nazionali ?
2. Lavoro futuro in Garfagnana: quali prospettive?
3. Ambiente: solo da tutelare per motivi di salute collettiva o da
valorizzare come risorsa?
spazianti da Don Milani a
Marx.
Si sceglie di fare politica
più sulla scia di una
identità politica di livello
nazionale
(l’appartenenza ad partito piuttosto che ad un altro)
oppure si parte da una
voglia di migliorare le
cose che non vanno nella
nostra realtà, nel nostro
comune o nella nostra
valle?
Non si sceglie di fare politica; la politica è implicita nell’uomo, ciò che ci
muove è, per quanto sia
possibile, cambiare il
mondo. L’appartenenza
ad un partito, la famosa
tessera, è solo una testimonianza di chi, rispecchiandosi in un manifesto
ideologico partitico, vuole
“metterci la faccia”. L’attivismo, non è banalmente una scelta, è
coraggio, voglia di mettersi in gioco, vincere e
perdere. La politica è una
vocazione, sta a noi accettare o meno la sfida, nelle
sfumature con cui essa si
presenta.
Giovani e politica in
Garfagnana. Cosa osservi ? Quali sono le tue
considerazioni ? Hai alcune proposte ?
Ho sempre pensato che la
Garfagnana sia una terra
particolare per la partitica.
Viviamo in una valle in
cui il confronto multiculturale e multietnico sono
all’ordine del giorno, difficoltà fisico/geografiche
che incidono su viabilità
ed urbanistica ed altro
ancora; ciò crea nei giovani spunti incredibili di
riflessione ed approfondimento.
Non esiste l’antipolitica
od il menefreghismo, esistono solo un’appartenenza partitica od un
semplice ma valente pensiero.
Da noi i giovani pensano
e si spendono.
Colgo l’occasione per
porgere i miei sinceri
complimenti ad Azione
Giovani a cui, pur non
condividendo idee e posizioni, riconosco impegno
costanza e coerenza.
I giovani non sono solo
un voto, ma voce e pensiero, da valorizzare e soprattutto ascoltare. Aprite
le porte “al nuovo” e confrontatevi poiché solo con
un dialogo generazionale
possiamo andare avanti.
I problemi della nostra
valle sono molti, qual’ è
la ricetta che voi giovani
1 -Molte parole in merito
si spendono sulla LuccaModena, ma la mia posizione si spende per un
potenziamento delle rete
stradali e ferroviarie locali, che comporterebbe
un miglioramento del settore lavorativo.
2 - Se dovessi definirle
con un colore, tra bianco e
nero, sceglierei il grigio.
Tutto è influenzato da
una mancanza di spazi fisici ove far sorgere nuove
industrie; credo che primariamente dovremmo
investire su artigianato e
turismo vista la naturale
predisposizione
della
valle. Sono poi convinto
che, come precedentemente detto, il potenziamento delle reti di
trasporto sia fondamentale per il rilancio e l’affermazione della Garfagnana.
3 -Visto il contesto in cui
ci troviamo sarebbe ipocrita negare la risorsa che
si presenta dinanzi a noi,
non a caso il nostro territorio è rinomato per la
propria bellezza e ricchezza ambientale; è nostro dovere tutelarlo
poiché, con un mirato lavoro, ne gioveranno sia la
salute collettiva che le
possibilità d’investimento
su di esso.
Intervista di
Barbara Coli
Interrete: dal 2000 l agenzia letteraria
Lettura manoscritti
Editing
Avviamento alla pubblicazione
Rappresentanza all estero
Interrete
Agenzia letteraria
www.interrete.it
[email protected]
Servizio di lettura - via Milano, 44 - 73051 Novoli (Le)
Il Giornale di Castelnuovo
Numero 3 - Febbraio 2008
Pagina 3
I GIOVANI E LA POLITICA - Intervista a Luca Biagioni del circolo Azione Giovani di Castelnuovo
La "Lucca-Modena" è una necessità
“Lotto per migliorare la cose che non vanno sul nostro territorio”
Prima di cominciare ti
chiediamo di fare una
tua personale presentazione politica riguardante: il ruolo che svolgi,
quale movimento rappresenti, che tipo di attività intraprende il tuo
gruppo.
Sono presidente del circolo di Castelnuovo Garfagnana e membro del
direttivo provinciale di
Azione Giovani, movimento
giovanile
di
Alleanza Nazionale di cui
faccio parte. Il mio obiettivo è creare, attraverso il
circolo, uno strumento di
aggregazione dove i ragazzi possano confrontarsi e attraverso il quale
possano far sentire la propria voce riguardo ai problemi locali e nazionali.
Da dove nasce la tua passione per la politica?
Sicuramente nasce da
molto lontano visto che
sono cresciuto a pane e
politica fin da piccolo. Ho
sempre seguito con interesse le campagne elettorali e i programmi di
politica fin da quando ero
bambino. Tutto questo
unito alla mia predisposizione alla critica, alla voglia di proporre nuove
idee e di cercare sempre
di affrontare e risolvere i
problemi mi ha portato
ad occuparmi di politica
in prima persona.
Ed il senso dell’appartenenza?
hanno il completo controllo della valle.
A mio parere credo si
possa disinteressarsi di
ogni cosa ma non di politica perché in ogni caso è
la politica che si interessa
a te. Se non vai a votare
gli altri sceglieranno comunque il tuo futuro.
Tutti dovremmo ricordarci che il diritto di voto
è stata una conquista faticosa che sarebbe bene
sfruttare nel migliore dei
modi.
Se si ragiona secondo coscienza l’appartenenza ad
un partito o ad un altro
non si sceglie ma è una
cosa innata. Entrare a far
parte di Alleanza Nazionale è la logica conseguenza delle mie idee. Per
dirla in gergo calcistico
non mi sono mai visto con
un’altra casacca. Non ho
sicuramente scelto la via
più facile ma quella che
mi permette di fare e dire
quello che penso perché
mi rispecchio completamente negli ideali e nei
principi del Partito.
Si sceglie di fare politica
più sulla scia di una
identità politica di livello nazionale (l’appartenenza
ad
partito
piuttosto che ad un altro)
oppure si parte da una
voglia di migliorare le
cose che non vanno nella
nostra realtà, nel nostro
comune o nella nostra
valle?
Per quanto mi riguarda
prima mi sono interessato
alla politica nazionale poi
ho cominciato a darmi da
fare per migliorare le cose
che non vanno sul territorio, lottando per la salvaguardia degli interessi dei
cittadini di Castelnuovo e
di tutta la Garfagnana.
Giovani e politica in
Garfagnana. Cosa osservi? Quali sono le tue
considerazioni ? Hai alcune proposte ?
I giovani non si interessano molto alla politica e
soprattutto dalla nostra
parte, la destra, è difficile
che i ragazzi vogliano
esporsi e impegnarsi in
prima persona nel movimento. I motivi sono essenzialmente due: il
sentimento di sfiducia
verso la politica a livello
nazionale e la situazione
locale dove le sinistre
I problemi della nostra
valle sono molti, qual’è
la ricetta che voi giovani
leve proponete per provare a superarli?
1. Viabilità, è possibile
un accesso veloce e sicuro alle principali arterie nazionali ?
2. Lavoro futuro in Garfagnana : quali prospettive ?
I temi riguardanti la situazione delle infrastrutture e le prospettive di
lavoro future sono strettamente collegati: la Garfagnana è senza dubbio in
una fase molto critica
della sua storia, non ci
sono posti di lavoro e le
attività che operano sul
territorio faticano ad andare avanti. Il problema è
senza dubbio legato alla
situazione delle nostre
strade, infatti non esistono
infrastrutture
adatte che possano permetterci di raggiungere in
breve tempo le città vicine. Questa disastrosa situazione infrastrutturale
ha portato, e purtroppo
porterà ancora, alla chiusura di numerose fabbriche, costrette a trasferirsi
in zone dove le reti di comunicazione adeguate
sono già una realtà.
Con un quadro del genere
la realizzazione della cosiddetta "Lucca-Modena"
è una necessità. Di questo
gioverebbero non solo le
nostre aziende ma anche
e soprattutto i singoli cittadini che con un collegamento veloce potrebbero
lavorare in Emilia continuando a risiedere e
quindi investire i soldi
guadagnati in Garfagnana. Senza le infrastrutture invece saranno
costretti ad emigrare in
modo stabile con conseguente spopolamento dei
nostri comuni.
3.Ambiente : solo da tutelare per motivi di salute collettiva o da
valorizzare come risorsa?
L’ambiente va tutelato e
valorizzato, non si può
continuare a inquinare e a
consumare senza criterio.
La sostituzione dei combustibili fossili con le
bioenergie prodotte in
modo sostenibile è sicuramente una delle risposte
più valide per mitigare
l’effetto serra mentre la
raccolta
differenziata
porta a porta potrà farci
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Intervista di
Barbara Coli
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Numero 3 - Febbraio 2008
Il Giornale di Castelnuovo
Quattro vie principali hanno bisogno di urgenti interventi di riqualificazione e rinnovamento
Sicurezza sulle strade in primo piano
La provinciale del Piano Pieve è una strada con 49 “trappole”
La situazione delle strade
di Castelnuovo non è
buona. Via Roma e via
Marconi dal ponte Emanuele fino alla stazione;
viale Pascoli da Carbonaia fino a Torrite; via
Azzi dal ponte di Sant’Antonio (oggi Ponte
Giannasi) fino al grande
incrocio delle scuole e infine la vecchia via provinciale che taglia tutto il
Piano Pieve fino a Pontardeto, hanno una illuminazione
insufficiente,
mancano o sono ostruiti
dal parcheggio delle autovetture i marciapiedi,
non esistono limitatori di
velocità o dossi di riduzione della stessa di alcun
genere, assente o fortemente sbiadita la segnaletica
dipinta
sulla
carreggiata.
Insomma camminare su
questa strade sia per gli
automobilisti, sia per i pedoni, rappresenta un pericolo.
Ma scendiamo nel dettaglio. La via provinciale
del Piano della Pieve è
percorsa da tutto il taffico
che scende dall’alta Garfagnana. Esiste un limite
di velocità posto a 50
Kmh ma praticamente la
velocità media si assesta
tra i sessanta ed i settanta
kmh, ma con il calare
delle tenebre o di notte in
assenza di traffico si assistono a vere e proprie
gare di velocità.
Oltre al problema reale e
ai gravi incidenti già verificatisi sulla strada, questa
via rappresenta un pericolo enorme nei suoi
pochi metri. Forse nemmeno un chilometro che
vede l’innesto di ben 9
strade comunali e oltre 40
ingressi privati.
Risalendo da Portardeto
in direzione di Castel-
nuovo un tratto presenta
in poche decine di metri
15 ingressi tra pubblici e
privati. Troppi per il nulla
che allo stato attuale regola il traffico. Urge dunque un intervento.
Ma quali i passi da compiere?
In primis dotare la strada
di dossi di rallentamento
della velocità (ne basterebbero quattro) in prossimità
dei
passaggi
pedonali che devono essere messi in sicurezza e
dotati di illuminazione
maggiorata (allo stato attuale esiste solo la segnaletica con cartellonistica
verticale).
Poi costruire un marciapiede (impossibile purtroppo in alcuni tratti, ma
possibile in altri) che
possa permettere ai pedoni di camminare senza
rischiare ad ogni passo la
vita.
Infine rifare completamente l’illuminazione
pubblica con luci moderne schermate per il
cielo e con proiettori gialli
antinebbia.
Seguire questo esempio
poi con le altre vie come
quelle che dalla stazione
conducono alle scuole o
in centro è un obbligo,
perché incrociare le dita
per scongiurare un incidente grave non è un
buon metodo di governo.
G.C.
Il caso “Ponte Vittorio” e i dati nazionali degli incidenti
Intervento urgente
Ogni giorno sulle strade
di tutta Italia 60 persone
vengono investite da
un'automobile, un camion od una moto.
Di queste: due perdono la
vita mentre 58 vanno in
ospedale per poi uscirne
con invalidità anche permanenti.
Nel 2006 sono state 758 le
persone uccise con un allarmante aumento del
7,9% rispetto all’anno
precedente, che si traduce
con l’incremento di 55
vite umane spezzate.
Nel 51% dei casi non c'è
nessuna responsabilità da
parte del pedone.
Questo è un dato che va
in controtendenza rispetto al numero dei
morti causati da incidenti
stradali che è diminuito
del 4,7 % (dato che riguarda i guidatori ).
Analizzando
i
dati
emerge che le fasce maggiormente colpite sono
rappresentate dagli anziani ( 55 % ) e purtroppo
dai bambini.
Nel 2006 sono rimasti
privi di vita, lungo le
strade, 40 bambini per un
incremento del 60% rispetto all’anno precedente.
E Castelnuovo come risponde e si prepara a
quella che sta diventando
una vera e propria drammatica emergenza?
La nostra città è in effetti
piena di trappole per chi
va a piedi.
Il campionario è vario: si
va dalle strisce pedonali
ormai logorate, alla scarsa
illuminazione pubblica,
alla mancanza di marciapiedi o alla loro occupazione da parte di auto e
scooter, agli autobus che
effettuano le fermate in
mezzo alla strada.
Abbiamo ricevuto molte
segnalazioni in merito e
ne riportiamo solo alcune
per evidenziare il problema.
Le persone che utilizzano
il treno e compiono a
piedi il tragitto tra la stazione e il centro storico
(Via Marconi-via Roma),
devono spesso zizzagare
tra auto parcheggiate sul
marciapiede
camminando sulla carreggiata.
Viale Pascoli, che collega
la zona di Carbonaia con
Torrite, a causa del transito di auto e camion
(anche a forte velocità !) è
diventato molto stressante per chi invece voleva farsi una tranquilla
passeggiata.
A tutti questi problemi
strutturali si somma la
scarsa cultura degli automobilisti che, ad esempio,
non rispettano le persone
sui passaggi pedonali.
E’ sufficiente vedere cosa
succede sul passaggio di
ponte Vittorio: la tragedia
è sfiorata molte volte e
sempre per ignoranza dei
guidatori.
Di esempi ce ne sono
molti altri e di lavoro altrettanto per rendere sicura la persona che
cammina lungo le nostre
strade, noi rilanciamo
l’idea di munirsi di gilet
ad alta visibilità o vestiti
chiari e riflettenti che possono salvare le nostre vite
specialmente nelle serate
di pioggia e nebbia.
In attesa di altri contributi
in merito non ci resta che
augurare buona fortuna a
tutti i pedoni.
Ma non può essere sufficiente.
Alla Misericordia il
“Corso di soccorritori”
Sabato 2 Febbraio scorso si è svolto, presso la sede
della Misericordia di Castelnuovo, il corso per la formazione di soccorritori di livello avanzato. Gli iscritti
al corso erano 45 di cui 17 hanno conseguito la qualifica di “Soccorritore di livello avanzato” cioè abilitati a svolgere servizio di trasporto di emergenza
sanitaria 118.
I rimanenti svolgeranno all'interno della Misericordia servizi sociali o attività in cui la Misericordia è
impegnata come telesoccorso, servizio di sorveglianza attiva alla persona anziana, custodia museo,
orto sociale diretto a soggetti svantaggiati, trasporto
disabili ecc.
Il corso si è svolto seguendo le linee guida della L.R.
25/2001.
La Direzione del corso è stata affidata al Dr. Alberto
Mariani in collaborazione con i tutor Iacarelli Manuela, Tardelli Tiziano, Lunardi Luca e loro collaboratori. Il tutto sotto la direzione dell'incaricato di
Magistrato per la formazione Giannotti Mauro.
A nome del Magistrato il Governatore Franco Taddei
ringrazia tutti i partecipanti, i medici ed i volontari
della misericordia che hanno contribuito alla ottima
riuscita del corso.
Il Giornale di Castelnuovo
Numero 3 - Febbraio 2008
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E’ necessario e imperativo che siano le donne a parlare e decidere sui problemi del mondo della donna
Ridisegnare la festa della donna
L’8 marzo non è più commisurata alle esigenze e allo scopo della nascita
Intendiamoci: credo che a
parlare del mondo della
donna debba essere solo la
donna. L’uomo finisce sempre con il cadere nella rete
dei luoghi comuni e non capisce (e forse non ha mai capito) le reali esigenze. Per
questo entro nel “campo spinoso” del roseo mondo incerto gettando un sasso. Poi
mi fermerò. Mi auguro siano
penne al femminile a proseguire questo discorso.
Da anni imperversa, per
la gioia di fiorai e pizzerie, una festa che non è
più commisurata alle esigenze e allo scopo per il
quale era nata. Insomma
l’attuale festa della donna
non può bastare al mondo
femminile.
L’8 marzo contiene alcuni
passaggi che sono superati, sorpassati dall’attuale realtà.
Fin dagli anni sessanta al
centro del desiderio delle
donne si è trovato l’esigenza – lecita - di voler
conquistare spazi, ma seguendo un percorso con
regole maschili e chiedendo riconoscimenti ponendosi in antagonismo
con l’uomo.
Cercando di diventare
dunque donna manager,
scimmiottando il sistema
maschilista.
Di raggiungere posizioni
dominanti scegliendo la
via della libertà sessuale o
in un volger di sguardi di
lotte e contestazioni.
Oggi questa chiave di lettura e questo modus operandi del mondo rosa non
ha più ragione di essere e
possiamo affermare che
ha perso la propria efficacia. Dunque se ieri la
donna usciva allo scoperto con l’ambizione di
seguire le orme di conquista dei diritti tracciate dai
maschi, nel 2008 la donna
ha la consapevolezza dei
propri pregi e conosce i
propri spazi, ma la società non è ancora pronta
a seguire questo antagonismo formativo e non
più di semplice ribellione.
Ci nascondiamo dunque
dietro a feste che contri-
buiscono ad offuscare ed
annebbiare ancora di più
la strada, tanto da rendere
arduo il percorso da compiere. E non possono bastare più convegni rosa,
mimose, pizze,“i piatti
oggi li faccio io”, e quanto
la tradizionale empasse del
binomio in conflitto maschio-femmina ha creato
dagli anni sessanta.
Oggi la donna non chiede
più la semplice libertà, ma
ha chiaro il disegno che
intende realizzare.
Per questo giudichiamo
negativamente anche le
quote rosa.
Elemento assai discriminante perché porta in politica controfigure e non
favorisce la nascita e la
formazione di una classe
politica al femminile.
Ma il problema non è solo
di facciata. Non possiamo
e non dobbiamo fermarci
alla marginalità della questione. Da cambiare, modificare
è
l’intera
struttura culturale che
avvolge e coinvolge le
donne.
Ma cosa fare in concreto
in ambito locale?
Favorire fin dai Comuni,
Province, Regioni, Comunità Montane la nascita
di strumenti a tutela
della maternità, del mantenimento dei figli, all’apertura di asili nido, al
sostegno economico e
culturale della donnamamma, della donna-figlia, della donna-moglie
e della donna-nonna.
Redigere una carta del rispetto del mondo femminile da far firmare con
adesione completa a operatori del mondo dell’industria (le donne sono le
più colpite dalla precarietà), della politica, della
cultura, dei mass-media.
Si parte anche da questo.
Dal riconoscimento una
volta per tutte di diritti
pieni e sacrosanti. Ma non
facendoli cadere dall’alto
come una sorta di “aiuto”
o “favore”. E neppure
farla
diventare
“conquista”.
Deve essere gesto normale, quotidiano.
Salve,
vi scrivo per rispondere
all'articolo che trattava
del sondaggio da cui
emerge che a Castelnuovo non è accettata
l'idea di ospitare due famiglie Rom; vi è scritto
che il povero non piace
perché ci mette di fronte
ai nostri limiti di possesso. Non ho paura del
povero, ma ho paura
delle persone che la povertà fa diventare persone
con pochi scrupoli perché
non c'è nessuno a difenderci, a punire in modo
onesto e calibrato le
azioni cattive. E le persone sono stanche dei privilegi dati agli stranieri,
privilegi che spesso non
sono concessi agli italiani
nelle stesse condizioni.
Se la gente non vuole i
ROM è perché siamo in
un momento molto delicato per la questione: i
mass media fomentano la
caccia all'ebreo, ops, al
rom, così da distogliere
l'attenzione da problemi
più tangibili e urgenti, e il
sistema giudiziario -con
annessi e connessi quali i
corpi armati "di difesa"sembra una pessima caricatura in stile Simpson. E'
ovvio che c'è paura: i rom
uccidono, stuprano, rubano e si sa che se fai il
bravo dopo poco puoi
uscire dal carcere; oppure,anche meglio, ci si
può ritrovare protagonisti
di pubblicità pacchiane
dopo l'omicidio di quattro
persone.
Ai rom è permesso accamparsi in bidonville di
fortuna, cosa che gli italiani difficilmente potrebbero tener su più di un
giorno senza essere sgombrati, figliano in maniera
massiccia per poi far vivere i figli nel fango e
nella miseria e mandarli
a elemosinare, rubare,
vendere i loro corpi. Tutto
questo è tollerato.
La storia dei rom che rapiscono i bambini non è
esattamente una leggenda
metropolitana...
Perciò trovo il tono romantico e psico-sociologico con cui è stata
affrontata la questione
fuori luogo e decisamente
lontano dalla realtà, la situazione andrebbe analizzata seriamente con una
visuale globale e imparziale, senza pendere sempre dalla parte degli
stranieri per paura di discriminarli.
Chiara Vergamini
Gentile direttore,
ho appena finito di leggere l’articolo sul suo
giornale riguardante lo
scottante
PROBLEMA
sulle famiglie ROM, premetto che leggendo l’articolo sono rimasto molto
sorpreso
in
quanto
quando uno decide di
mettere nero su bianco su
un giornale e trattare di
un argomento così delicato, dovrebbe almeno
avere l’accuratezza di rimanere neutro su l’argomento che tratta, a me
personalmente e non solo,
ha dato fastidio che si sia
schierato da una parte, è
vero c’è la libertà di
stampa ed ogni uno può
esprimere i propri giudizi, ma in questo caso chi
l’ha scritto abbia almeno
la forza di concluderlo firmandolo (visto che sembra un articolo anonimo).
Non sapevo del referendum on-line lanciato sul
vostro giornale, se avessi
votato non nego l’evidenza, ma avrei votato
certamente di no ed allora
da 63% la media sarebbe
salita, non è assolutamente una questione di
paura della povertà come
l’anonimo giornalista ha
scritto, anche perché non
ho niente in contrario
contro le famiglie extracomunitarie o comunitarie
dell’est Europa (i nuovi
fratelli entrati nella comunità europea) che si sono
Andrea Giannasi
Si festeggia
Spartaco Lupi
Lettere in redazione
Dopo la pubblicazione
dei dati sul sondaggio
sulla questione dei Rom
abbiamo ricevuto molte
lettere.
Abbiamo deciso di pubblicare proprio due interventi per rilanciare il
bibattito.
Sappiamo che le risorse
nelle casse delle amministrazioni sono poche, ma
non possiamo più permetterci di lasciare in
stato di abbandono un
motore, un cardine vivo
della società.
Perdere una donnamamma dunque non significa solamente perdere
figli che rappresentano il
futuro.
Ma sia chiaro: non si
tratta di riscossa o di potere rosa o quant’altro gridato al vento.
In gioco c’è il nostro futuro di civiltà, di sensibilità, di coerenza.
E’ lontano il tempo degli
slogan (ce ne guardiamo
bene dal lanciarli) ma saremmo i primi a gioire
per una sindaco donna.
Avanti allora, che la politica faccia il suo corso
senza quote, barriere o sezioni.
Con meno rosa e più sincerità.
perfettamente inserite a
Castelnuovo di Garfagnana, i ROM per cultura,
quindi per scelta propria
hanno una mentalità diversa rispetto alle altre famiglie che sono venute a
Castelnuovo, siamo nel
2008 ed ormai abbiamo la
tecnologia per informarci
su qualsiasi cosa oggi
giorno, quindi non nascondiamoci dietro alle
solite storie retoriche, chi
non accetta i ROM o è
razzista o è disinformato,
il fatto è che il vostro referendum on-line non è andato come volevate, il
63% della popolazione ha
espresso le proprie perplessità legittime, è un
dato schiacciante del
quale dovete prenderne
atto, resta l’amaro in
bocca che invece di limitarvi a trascrivere il dato
riscontrato, l’anonimo e
timido giornalista si è
schierato chiaramente insieme ai 37% che hanno
votato a favore e questo
non lo trovo giusto, per
me ovviamente chi scrive
un articolo deve rimanere
al di sopra delle parti altrimenti rischia di diventare un giornale politico,
rischia di rovinare una
splendida idea, perché il
vostro giornale mi ha
coinvolto, lo ritengo una
splendida iniziativa.
Lettera firmata
La famiglia Lupi, con
molti componenti della
Corale di Castelnuovo,
ex coristi, istruttori
della piscina comunale
e tanti amici hanno festeggiato il compleanno
di Spartaco, molto conosciuto a Castelnuovo
per le sue numerose
azioni nel mondo del
volontariato. In realtà si
è trattato di un pranzo a
sorpresa, che grazie alla
complicità della moglie,
dei figli e dei nipoti è
veramente
riuscito
bene.
Durante
il
pranzo, chiamato a parlare, Spartaco si è detto
molto emozionato, ma
chiaramente
soddisfatto della bella iniziativa.
Tra
i
tanti
ringraziamenti ed applausi i membri della
Corale hanno ribadito
al loro “Presidentissimo” che molti successi raccolti nei 20 anni
di attività, appena compiuti, sono da attribuire
in larga parte al suo generoso e proficuo operato.
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Numero 3 - Febbraio 2008
Il Giornale di Castelnuovo
RIFIUTI - Sarebbe la soluzione ai tanti problemi di coordinamento tra i molti interlocutori in campo
Creare un “Osservatorio Ambientale”
Unire enti pubblici e privati, società e associazioni per dialogare
Non c’è ancora un’emergenza immondizia e ci
auguriamo mai di doverci trovare di fronte a
casi drammatici, ma parlare di rifiuti e di educazione
al
consumo
eco-sostenibile è secondo
noi l’unica via possibile.
Così come la scelta di costituire in Garfagnana un
“Osservatorio permanente sullo stato della
qualità dell’aria, dell’acqua, delle contaminazioni del sottosuolo e dei
campi elettromagnetici”.
Osservatorio all’interno
del quale gli enti pubblici
e privati, l’Arpat, le associazioni specializzate, i
rappresentanti diretti dei
cittadini, possano studiare le strategie future il
più possibile vicine alle
esigenze del futuro della
valle.
Da anni ormai stiamo assistendo ad un continuo e
infruttuoso muro contro
muro tra cittadini, associazioni, enti pubblici e
privati, che sembrano
non “ascoltarsi”. Eppure
è proprio dal dialogo e
dal confronto che si possono trovare le vie migliori per il futuro.
L’Osservatorio è per questo secondo il Giornale di
ARPAT cercasi
Castelnuovo una opportunità da sfruttare. Una
via comune per affrontare le posizioni future.
Anche perchè - secondo i
dati pubblici resi noti dai
Comitati ambientalisti
garfagnini (e non solo) la situazione delle emissioni nell’aria di polveri e
inquinanti non è più sostenibile.
Inoltre esiste il reale problema della mancanza
continua di un monitoraggio della Garfagnana
in merito alla qualità
dell’aria, dell’acqua, dei
campi elettromagnetici e
del suolo.
L’Osservatorio in sè sarebbe un tavolo di lavoro
tra i diversi soggetti che
incaricano una società
esterna di monitorare le
qualità ambientali. Una
volta costruita una mappatura completa si può
agire con un gruppo permanente che opera nelle
scelte e negli indirizzi. Ma
soprattutto l’Osservatorio
deve rispondere a domande concrete: che cosa
c’è nell’aria della Garfagnana? Nel suolo quali e
quante sono le sostanze
pericolose? C’è la diossina? Il mercurio e l’arsenico? E l’acqua sia dei
fiumi, sia degli acquedotti
risponde a quali criteri di
qualità? E i parametri dell’inquinamento dei campi
elettromagnetici?
Sarebbe poi opportuno tenere sotto controllo le
emissioni delle vecchie
caldaie e costituire proprio una anagrafe dei riscaldamenti a gasolio
(altamente inquinanti).
Insomma c’è molto da
fare e secondo noi la soluzione si può trovare per
buona pace di tutti in un
“Osservatorio ambientale
permanente in Garfagnana”.
a.s.
A gennaio abbiamo inviato ad Arpat Lucca e
poi alla sede centrale di
Firenze due fax, tre
email e una lettera cartacea per richiedere di
conoscere i dati sulla
qualità
dell’acqua,
dell’aria e dei campi
elettromagnetici in Garfagnana. Dopo alcuni
giorni una email dall’ufficio stampa di Firenze
ci ha informato che i
dati saranno presto
messi online sul sito di
Arpat. Ad oggi però
non abbiamo ancora
trovato nulla.
Abbiamo allora chiesto
dove sono posizionate
le centraline di rilevamento in Garfagnana e
quali sono i piani di lavoro di Arpat per la
valle del Serchio. Attendiamo risposte.
Nel frattempo la Funzione Pubblica - CGIL
nella persona di Filippo
Rogai ha espresso
preoccupazione
su
Arpat Lucca e sulla
scelta della direzione di
trasferire tre dipendenti
ad altra sede, Rogai si
chiede “se altre attività
verranno dismesse?”
Anche noi lo chiediamo
ad Arpat. Attendiamo.
RIFIUTI - Dal 2010 scatterà il divieto per le buste di plastica ma l’Italia ha lasciato la porta aperta all’uso
Liberiamoci dai sacchetti di plastica
La Garfagnana potrebbe facilmente diventare banco di prova per l’Italia
La notizia è stata rilanciata a dicembre dal Corriere della Sera: dal 2010
scatterà il divieto per le
buste di plastica.
La norma è stata proposta
in sede europea e ha trovato già alcuni paesi
pronti ad abolire l’uso
della plastica sotto forma
di shopper.
Si tratta di Irlanda, Danimarca, Germania, che
hanno già votato una
legge che innalza le tasse
sull’acquisto dei sacchetti.
In realtà però come evidenziano sia i Verdi, sia il
Wwf, in Italia si è fatta la
norma e si è trovato subito
l’inganno.
Infatti la finanziaria 2007
non impone l’abolizione
dei sacchetti per la spesa
e gli imballaggi, ma fornisce solo un indirizzo e
un modello comportamentale.
Di fatto dunque non si
proibisce l’uso del polietilene – che ricordiamo impiega
400
anni
a
degradarsi – ma si indica
solamente che continuare
ad usarli provoca danni
irreversibili all’ambiente.
Dunque in Italia le lobby
del sistema industriale legato alla produzione
della plastica hanno sicuramente trovato una
buon spalla in parlamento chiudendo le porte
ad una buona norma.
“In realtà l'alternativa esiste – scrive Paolo Foschi
sul Corriere della Sera - e
si chiama mater-bi: è un
«polimero biodegradabile» ricavato dall'amido
di mais, brevettato e prodotto dalla Novamont,
azienda nata come costola
della Montedison e ora
autonoma, con sede a Novara e stabilimenti a
Terni. L'eco-plastica, dunque”.
Abbiamo dunque una via
da seguire ma come? Ebbene proprio dalla Garfagnana – grazie alla sua
predisposizione orografica e commerciale - potrebbe partire un segnale
forte per il paese intero:
abolire l’uso dei sacchetti
della plastica.
A Castelnuovo e nei comuni presenti si trovano
ad operare 5 centri commerciali che distribuiscono ogni anno milioni
di buste di plastica.
Ebbene tutte le attività
commerciali (sostenute
dagli enti preposti) potrebbero da una parte sostituire i sacchetti di
plastica con buste biodegradabili e al contempo
rifornire – come già avvenuto in molti comuni italiani – i cittadini di sporte
da utilizzare più volte.
Sarebbe un segnale forte
(il primo passo dei molti
da compiere sulla via del
consumo ecosostenibile)
che libererebbe la Garfagnana dalla plastica.
Enrico Miglino
OBIETTIVO RIDUZIONE RIFIUTI
Ma per il Comitato “Non bruciamoci
la Garfagnana” non può bastare
Venerdì 1 febbraio 2008, presso le sale del comune
di Castelnuovo di Garfagnana si è svolta una riunione preliminare riguardante l’obiettivo di riduzione dei rifiuti presso i punti vendita della grande
e media distribuzione. Erano presenti il vicesindaco Oscar Guidi, il dott. Nieri dell’ATO2 di Lucca,
i rappresentanti della Conad Castelnuovo (Roberta
Rocchiccioli e Massimo Vagli) e della SMA Castelnuovo (Andrea e Simone Baiocchi). Come previsto
dagli obiettivi elaborati dal Tavolo Tecnico, istituito
presso l’ATO2 rifiuti di Lucca, si è discusso circa la
possibilità di ritiro presso i due punti vendita della
merce invenduta e dell’utilizzo di distributori a
spina per alcuni prodotti, fatto che consentirebbe
l’eliminazione di almeno alcuni imballaggi. Infine:
“A partire dal mese di marzo - spiega Oscar Guidi
- dovrebbe divenire operativa la fase sperimentale di raccolta porta a porta presso le frazioni, gestita dalla società Se.Ver.A.”
A questo proposito registriamo l’intervento del Comitato “Non bruciamoci la Garfagnana” che pone
severe obiezioni e lancia nuove proposte (l’intero
comunicato su www.ilgiornaledicastelnuovo.it
Da par nostra ci sembra evidente che è giunta l’ora
di formare l’Osservatorio Ambientale per trovare
una via comune alla questione rifiuti.
Il Giornale di Castelnuovo
Numero 3 - Febbraio 2008
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GARFAGNANA E FUTURO - Intervista a Benedetta Suffredini responsabile del progetto
Verso il bello e il buono: Ponti nel tempo
Molte le iniziative legate alla manifestazione nata nel 2002
Intervistiamo
Benedetta
Suffredini, responsabile Segreteria
Organizzativa
Ponti nel Tempo.
Quando è nato il progetto Ponti nel Tempo? E
quali sono state le idee
iniziali per far nascere
questo progetto?
“Ponti nel Tempo” è un
progetto di marketing territoriale che mira alla valorizzazione del territorio
rurale montano della Provincia di Lucca, individuato nelle tre zone Alta
Versilia, Garfagnana e
Valle del Serchio. Il progetto è nato nell’ottobre
del 2002 per iniziativa di
dieci enti della Provincia
(Provincia di Lucca, Camera di Commercio di
Lucca, Comunità Montane della provincia, Ente
Parco Alpi Apuane,
Agenzie per il Turismo di
Lucca e della Versilia, società Garfagnana Ambiente e Sviluppo) che
hanno sottoscritto un protocollo d’intesa.
Lo scopo principale del
progetto è quello di valorizzare e promuovere i tre
territori ponendo l’accento sulle loro tipicità,
culinarie, paesaggistiche,
storiche in un’ottica di sinergia ed integrazione: a
tal scopo sono state intraprese varie azioni tendenti a dare un’immagine
comune del territorio, nel
rispetto comunque delle
rispettive identità, come
la creazione di un logo comune, il posizionamento
di cartelli stradali alle
“porte” d’accesso dei territori tali da delimitare il
“perimetro” dell’area interessata.
Gli obiettivi specifici sono
quelli di :
- Valorizzare i prodotti tipici locali di qualita’ (IGP,
DOP, prodotti biologici)
- Salvaguardare la diversita’ dei metodi di produzione agricoli, preservare
il paesaggio e sostenere
le comunita’ rurali.
- Promuovere e coordinare le risorse economiche.
- Impedire lo spopolamento delle zone rurali.
- Favorire l’incremento
delle presenze turistiche
sul territorio con un turismo di qualità.
- Destagionalizzazione
degli eventi per rendere
fruibile durante tutto
l’arco dell’anno il territorio e le sue qualità.
Quale è stata la prima
iniziativa ufficiale che ha
dato il via al progetto?
Il primo evento che ha
dato inizio al progetto
,Ponti nel Tempo, è stato
“La citta' della Castagna
nel 2002 tenutasi a Castelnuovo di Garfagnana
Quante manifestazioni si
svolgono in un anno a
Castelnuovo ?
Nell’edizione 2007 del
calendario di Ponti nel
Tempo a Castelnuovo si
sono tenute le seguenti
manifestazioni:
Febbraio XXIII Ediz. Carnevale
Agosto Settimana del commercio e dei prodotti tipici - Compriamo a
Castelnuovo
Settembre Fiera del formaggio. Premio Enzo Pedreschi.
Novembre Alpi ApuaneMetamorfosi? Convegno
Internazionale di Speleologia
Dicembre La Città della
Castagna nel Centro naturale di Castelnuovo di
Garfagnana. Treno dei Sapori con locomotiva a vapore e carrozze d’epoca.
Quale è l'iniziativa a cui
partecipano più persone?
Nel 2007 l’evento che ha
attirato il maggior numero di persone è stato sicuramente “Alpi Apuane Metamorfosi? Convegno Internazionale di Speleologia”
per cui si è calcolato che il
pubblico che è affluito a
Castelnuovo di Garfagnana sia stato intorno
alle 3.000 unità. Un
evento questo particolare
che ogni anno avrà una
sede diversa. Fino a questo
momento
anche
l’evento “Alpi Apuane in
festa. Il grande spettacolo
della natura. La Via dei
Pani” che si svolge solitamente nella seconda metà
di Agosto a Careggine, ha
sempre
riscosso
un
grande successo di pubblico.
Ci tengo a ricordare che
alcune delle iniziative inserite nel calendarioeventi del progetto, sono
poi arricchite con altre attività come ad esempio il
“Mercato del bello e del
buono”; in occasione di alcune manifestazioni in
particolare viene allestito
il "Treno dei Sapori" con
locomotiva a vapore e
carrozze d'epoca che partendo da Livorno, e transitando da Pisa e Lucca fa
tappa nelle stazioni delle
località del territorio interessate dagli eventi di
Ponti nel Tempo. Ogni
volta le prenotazioni superano addirittura la disponibiltà dei posti delle
carrozze (oltre 300 posti) e
in alcune occasioni è stata
aggiunta una carrozza
(raggiungendo i 450
posti) o convogliando sul
treno dell’evento successivo i passeggeri.
Quante persone lavorano
per la realizzazione di
Ponti nel Tempo?
E' stato istituito il comitato di
coordinamento di Ponti nel
Tempo, composto dagli enti
promotori del progetto, e di
cui è responsabile l'Assessore
Provinciale
Alessandro
Adami. Il comitato si avvale
del supporto della Segreteria
Organizzativa di Ponti nel
Tempo il cui staff è costituito
da Alessandro Fanani e Benedetta Suffredini e si occupa
dell’amministrazione del
progetto, rapporto con gli
enti organizzatori degli
eventi (Comuni, associazioni..) ed attività promozionale.
Il logo che rappresenta il
progetto come è stato
ideato e da chi?
Il logo è stato ideato dalla
società Ginevra su richiesta della Provincia di
Lucca.
Ponti nel Tempo è cono-
sciuto e pubblicizzato
anche all'estero?
Nel 2008 - esattamente
dal 28 febbraio al 1°
marzo - presso l’Istituto
Alberghiero “Fratelli Pieroni” di Barga, si terrà il
III Concorso Nazionale e
I Edizione Internazionale
del Concorso di Scuole
Alberghiere Città di
Barga “A scuola di prodotti
tipici” che ha avuto
grande esito negli anni
precedenti per cui quest’anno si è deciso di coinvolgere alcuni istituti
stranieri per poter avvicinare al nostro territorio
ed ai suoi prodotti tipici
perchè le nuove generazioni possano toccare con
mano, i prodotti tipici ed
ideare ed elaborare nuovi
piatti.
Nel corso degli anni ci
sono state partecipazioni
internazionali alle manifestazioni organizzate in
Garfagnana?
Durante il Festival Internazionale del Folclore che
si tiene negli ultimi giorni
del mese di luglio a Camporgiano, sono numerosi
i gruppi folcloristici provenienti dalle più diverse
località del mondo.
Secondo voi riuscite a
valorizzare sufficientemente Castelnuovo e la
Garfagnana, anche all'estero attraverso questo
progetto?
Siamo molto ottimisti in
questo senso, visto che
possiamo riscontrare direttamente l’interesse che
molti stranieri mostrano
nei confronti del progetto
- molte società che si occupano di promozione
tramite riviste di diffusione nazionale, o tramite
siti web di promozione di
territori italiani ci contattano - come è successo
durante e subito dopo la
nostra ultima partecipazione ad Agri & Tour Salone Nazionale dell’Agriturismo e dell’Offerta Territoriale tenutosi
ad Arezzo (Novembre
2007). Inoltre sottolineo il
fatto che l’attività promozionale della Segreteria
Organizzativa si sviluppa
tramite
comunicati
stampa in uscita su La
Nazione, Il Tirreno ed il
Corriere di Lucca, ogni
mese in occasione degli
appuntamenti in calendario. Inoltre è attivo sito
web
www.pontineltempo.it, che costituisce
uno strumento molto importante per la promozione degli eventi, dove
possono essere consultate
diverse rubriche con approfondimenti e programmi delle singole
manifestazioni. Qui è possibile consultare inoltre le
sezioni dedicate alla rassegna stampa, giornate
medievali, fiere e workshop, treno dei sapori,
altre iniziative, vedere le
foto degli eventi, ed accedere alle banche dati di
prodotti tipici, personaggi
famosi; partecipare al
concorso
fotografico;
prendere visione di tutti
gli archivi degli anni precedenti e premendo sui rispettivi loghi visitare i siti
di tutti i partner del progetto. Sul sito è possibile
iscriversi alla newsletter
così da ricevere in tempo
reale le ultime notizie e
tutte le informazioni sui
singoli eventi; nell’attività
di promozione rientra,
con grande rilievo, la partecipazione a Fiere e Workshop-sia
a
livello
nazionale che estero (Monaco di Baviera - Germania, Utrecht - Olanda)
contatti con CRAL, Dopolavoro Ferroviario, associazioni camperisti su
tutto il territorio nazionale ed estero; spot promozionali sull’emittente
televisiva NOI TV.
Per il futuro avete già in
studio altre manifestazioni da aggiungere al
progetto?
Se si presenterà l’occasione di ricevere proposte
interessanti da Comuni o
associazioni del territorio
saremo ben lieti di valutare la possibilità di inserire delle novità nel
calendario - eventi del
progetto.
A cura di Barbara Coli
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Numero 3 - Febbraio 2008
Il Giornale di Castelnuovo
PERSONAGGI ILLUSTRI A CASTELNUOVO - Più volte imprigionato, fuggitivo e riammesso. Fino alla morte
Fulvio Testi: il poeta dai mille volti
Una figura controversa quella del governatore della Garfagnana nel 1640
Fulvio Testi nacque a Ferrara nel 1593 dal matrimonio di Giulio Testi e
Madonna Margherita Calmoni.
Quando nel 1598 il Duca
Cesare d’Este trasferì la
sua sede da Ferrara a Modena, il padre Giulio lo
seguì portando con sé il
piccolo assieme al fratello
Costantino e Valerio,
mentre la madre era
morta un anno prima.
Fulvio Testi studiò lettere
e filosofia presso le scuole
dei Padri Gesuiti e in seguito si trasferì a Bologna
dove gli furono impartiti i
primi insegnamenti di
poetica dal maestro conosciuto con il nome di
Porta. All’età di 13 anni,
nel 1606, era già iscritto all’Accademia degli Ardenti.
Nel 1612 fece ritornò a
Modena, dove entrò al
servizio degli Estensi
come copista del Segretario del Duca.
Nel tempo libero si dedicava alla pittura e alla
poesia. La sua prima pubblicazione avvenne nel
1613, all’età di soli vent’anni, con una silloge
poetica dedicata al Principe Alfonso, che accoglieva tutta la sua
produzione lirica.
Nell’Aprile del 1614 sposò
Anna Leni, figlia del Dottor Jacopino e nel 1617
pubblicò una nuova edi-
Fulvio Testi pensava di
omaggiare il Duca, ma invece la pubblicazione suscitò l’indignazione del
governatore Spagnolo di
Milano, in guerra con il
Duca di Savoia.
Infatti, il governatore iberico su suolo italiano si lamentò con la corte di
Modena, perché sia la dedica, sia un componimento in quarta rima che
un Sonetto, erano offensivi per gli Spagnoli.
L’editore fu arrestato,
tutte le copie sequestrate
e Fulvio Testi si salvò con
la fuga.
Dopo nove mesi di esilio,
il Testi implorò il suo richiamo con una toccante
supplica in ottava rima
indirizzata a Cesare
d’Este di cui segue una
stanza:
Ritratto del Conte Fulvio Testi, Olio su tela, Modena, (Galleria
Estense) di Ludovico Lana (1597-1646)
zione delle sue rime intitolata Il pianto d’Italia, dedicata al Duca Carlo
Emanuele di Savoia, conosciuto per le sue guerre
sostenute contro gli Spa-
gnoli e i Francesi e imparentato direttamente con
la famiglia d’Este, dato
che la figlia Isabella era la
moglie del Principe Alfonso.
Quinci il genitore pallido e
bianco,
Rivolto a me l'ultimo addio
dicea:
Quindi col mesto pargoletto
a fianco
La fida moglie infra i sospir
piagneo:
Partii, signor, ma sconsolato
e stanco,
Or gli occhi addietro, ora il
pensier solgeo;
E nel tristo cammin l'anima
mia
tutta contraria al piè fece la
via.
Fu riammesso alla corte
nel 1619 e svolse da allora
varie missioni diplomatiche, tra alterchi e incomprensioni, scatenate dal
suo spirito borioso e permaloso: fu ministro residente a Roma dal 1633 al
1635, ambasciatore straordinario a Madrid (1636 e
1638) e governatore della
Garfagnana dal 1640 al
1642, incarico ricoperto
un secolo prima da Ludovico Ariosto.
Ma tanta prosperità non
durò a lungo, perché il
verso Seren di corte in un
momento imbruna, gli
provocò l'arresto e la reclusione per delitto di
stato.
Secondo alcuni studiosi,
la causa dell'arresto fu
ben altra. Sembra che il
Testi avesse cercato di entrare nella Corte di Francia senza mettere al
corrente il proprio Principe, che interpretò tale
comportamento come un
tradimento politico e questo decretò la sua fine.
Era l'anno 1646 Fulvio
Testi fu incarcerato nella
fortezza di Modena dove
poco tempo dopo morì.
Secondo alcuni per una
malattia e per via del fisico già debilitato; per
altri fu decapitato (ma a
questo proposito non esistono conferme).
Piergiorgio Leaci
Il disprezzo della vita servile di corte
Senza dubbio Fulvio Testi oggi lo definiremmo scrittore “impegnato”
Nella poesia del Conte
Fulvio Testi riscontriamo
un tono sentenzioso,
aspro, a volte tragico.
Tratta prevalentemente di
temi civili e morali, come
l'Amore, la passione, il disprezzo della vita servile
delle corti, le virtù contemplative della vita campestre, la corruzione del
secolo.
E questi temi furono proprio quelli che gli provocarono gli arresti, gli esili
e infine la morte.
Rimase sempre molto legato alla tradizione lirica
dei classici Greci e Latini,
tra cui Pindaro a suo
“...giudicio de' più sani
intelletti... Principe dei lirici...” e Orazio, Ovidio,
Tibullo, Properzio e altri
ancora, tanto che era sua
convinzione che “...la
Frase Poetica non s'impari
se non dagli Scrittori
Greci, e Latini...”
Si cimentò così in numerosissime canzoni e sonetti,
nella
poesia
drammatica con la tragedia L'isola di Alcina (1636),
derivata dall'Orlando furioso di Ludovico Ariosto,
sull'incapacità
dell'uomo di distinguere
ciò che è reale da ciò che
appare e, infine, la tragicommedia Arsinda, lasciata
purtroppo
incompiuta.
Fulvio Testi fu autore sociale e politico, ma non
come intendiamo oggi il
ruolo del poeta impegnato.
Fu piuttosto severo osservatore e bacchettò l’uomo
nelle sue pigre scelte di
vita.
Combattè contro il malcostume dell’epoca, la corruzione, la lotta nelle corti
che finiva con il privilegiare non i meritevoli,
bensì chi tramava e tesseva meglio nell’ombra.
Ormai sconosciuto ai più
rappresenta ancora oggi
un segno di impegno.
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