Le strategie di difesa per il contenimento della tingide del

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Le strategie di difesa per il contenimento della tingide del
Le strategie di difesa per il contenimento della tingide del pero
S.Caruso, Consorzio fitosanitario di Modena
S. Vergnani, CRPV
La tingide del pero (Stephanitis pyri) è un fitomizio che può creare ingenti danni nei
pereti condotti in agricoltura biologica. Nelle aziende ove si trascura questa avversità
si possono creare le condizioni per forti infestazioni che possono coinvolgere interi
appezzamenti. Le principali conseguenze che questo insetto può determinare sulla
pianta e sulla produzione sono:
- decolorazione delle foglie e riduzione dell’attività fotosintetica;
- filloptosi anticipata;
- diminuzione della pezzatura dei frutti;
- riduzione (a volte drastica) della produzione, nell’anno o negli anni successivi.
Le scarse nozioni in letteratura sull’attività ed il posizionamento dei prodotti insetticidi
utilizzabili (Reg CE 834/2007 e Reg. CE 889/2008), nonché la loro scarsa persistenza
ha reso necessario verificarne l’efficacia d’azione e le relative strategie d’applicazione.
Vengono presentati i risultati di un triennio di prove (2004-’06), condotte in provincia
di Modena.
Nel primo biennio (2004-05) sono state valutate alcune sostanze attive: piretro +
PPBO, rotenone, rotenone + piretro + PPBO, azadiractina, Beauveria bassiana, saponi,
legno quassio. I risultati ottenuti sembrano chiarire in maniera soddisfacente l’efficacia
dei prodotti disponibili e le loro modalità d’impiego. In particolare, il dato più
interessante riguarda il rotenone ed il piretro che possono ottenere anche il 100% di
attività se impiegati, con il massimo tempismo, a colpire i primissimi stadi larvali.
L’azadiractina risulta un prodotto efficace ma fitotossico per la maggior parte delle
varietà, che, tuttavia, come osservato nel 2004 nei trattamenti di luglio-agosto, vede
esaurire nel periodo estivo questo fenomeno negativo. Si ritiene pertanto una
sostanza di difficile utilizzo pratico e quindi non consigliabile nelle ordinarie strategie
di difesa del pero in agricoltura biologica.
La capacità insetticida di B. bassiana, fungo entomopatogeno che ha suscitato grosse
aspettative negli ultimi anni, è sempre stata parziale nonostante la massima
attenzione nei tempi e nei modi di applicazione; infatti i trattamenti sono stati
effettuati al tramonto e le dosi sono il doppio di quelle di etichetta.
Il sapone di potassio (SBS 200 k plus), utilizzato nel 2005, ha ottenuto risultati migliori
di quello (sapone di Marsiglia), testato nel 2004. Nel complesso l’attività risulta
parziale anche se il prodotto non va scartato a priori in quanto generalmente utilizzato
per i lavaggi della melata della psilla. Il suo utilizzo deve essere effettuato con cautela,
in quanto può provocare problemi di fitotossicità, in particolare su alcune cultivar, con
trattamenti ripetuti. Infine non particolarmente interessanti i risultati ottenuti dal
Legno quassio.
Individuate le migliori sostanze attive, nel 2006, è stata allestita un’altra
sperimentazione in cui si sono messe a confronto alcune strategie di difesa ed è stata
verificata l’efficacia di formulati di piretro con e senza l’aggiunta di Piperonilbutossido
(PPBO), coadiuvante in fase di revisione comunitaria. In particolare le tesi in prova
erano: Piretro + PPBO (3 interventi), Piretro + PPBO (2 interventi), Piretro senza PPBO
(3 interventi). La sperimentazione è stata realizzata su parcelloni di ampia superficie
con trattamento realizzato con atomizzatore, simulando reali condizioni di campo.
Dall’analisi dei dati si evidenzia una conferma dell’efficacia dei prodotti a base di
piretro naturale quando posizionati sulle forme giovanili. Inoltre, i risultati evidenziato
la maggior efficacia dei prodotti a base di piretro+PPBO al punto che questa tesi con
2 trattamenti è risultata superiore alla tesi piretro senza PPBO con tre trattamenti.