ModuLo 4 APPROFONDIMENTO
Transcript
ModuLo 4 APPROFONDIMENTO
Modulo 4 APPROFONDIMENTO Le tecniche di animazione ludiche e culturali Note operative La psicomotricità La psicomotricità si propone, attraverso l’attività motoria, di promuovere la cura, in caso di patologie motorie, o la rieducazione e lo sviluppo delle facoltà psichiche per possedere e usare al meglio il proprio corpo, in riferimento alle sue capacità di articolarsi, muoversi e vivere nel benessere. Preferibilmente l’attività psicomotoria si svolge durante l’infanzia e sotto forma ludica, in ambienti adatti allo scopo, accoglienti, arredati con materiali caldi e morbidi, con pavimenti in legno o sughero, per consentire gli esercizi a piedi nudi, preferibilmente condividendo anche con altri le attività per una reciproca stimolazione e strutturazione di schemi motori, che conducono a una maggiore consapevolezza identitaria. © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2011 È importante tenere sempre insieme psiche e soma, e vedere i processi nell’unità e globalità psicosomatica, per individuare le disfunzioni e promuovere le abilità e competenze della struttura unitaria, corporale, mentale e affettiva, della persona che, per quanto riguarda la funzione motoria, si esprime poi nella tonicità muscolare, nella funzionalità neuronale sia sensoriale sia motoria, nel possesso del proprio schema corporeo. Questa unità dinamica, che va a plasmare lo sviluppo armonico della persona, deve costituire l’orizzonte entro cui devono svolgersi poi tutte le attività, anche se settoriali e riferite a specifici segmenti corporali, ricordando che questi non sono avulsi dalle con- Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative 1 modulo 4 2 Le tecniche di animazione ludiche e culturali dizioni emotive e affettive generali e che l’acquisizione di ulteriori abilità viene facilitata se conseguita entro un clima di accoglienza rassicurante, stimolante e gratificante. L’attività psicomotoria deve fare in modo che gli esercizi motori, posturali e gestuali diventino schemi della rappresentazione mentale, fino alla loro spontanea e quasi automatica esecuzione, in quanto diventati contenuti di apprendimento, tracce mnestiche collaudate e consolidate. Nella pratica psicomotoria vanno dunque salvate le modalità di esecuzione individuali, stimolandole anzi, e rinforzandole nello stabilirsi della loro simbolizzazione mentale e del loro uso consapevole. Pertanto le operazioni motorie devono anche svolgersi nel senso della creazione e della comunicazione, non verbale, ma ugualmente espressiva del sé più autentico e profondo, di cui molto si interessa la stessa psicanalisi. L’attività può svolgersi anche con il sussidio di materiale idoneo, come palloni, corde, bastoni, mattoni, stoffe, che possono prestarsi a giochi simbolici e coreografici, che richiedono, oltre agli schemi di rappresentazione mentale, anche un preciso e rigoroso controllo neuro-scheletro-muscolare. L’attenzione va posta settorialmente sui seguenti aspetti: dere dal lato tendenziale, senza preferenza per la destra o la sinistra, deve conseguire una coordinazione di entrambi i lati, nel riferimento complessivo oculare e percettivo; 3. l’orientamento spazio-temporale, necessario per la scansione armonica dei movimenti, che contribuiscono a una disposizione comunicativa gradevole del corpo, tramite di buona relazione sociale; 4. l’equilibrio, per connotare una motricità statica e dinamica idonea e congrua, risultato di altrettanto equilibrio percettivo e simbolico, evidente nella padronanza dei propri movimenti e posture, elementi essenziali dell’alfabeto del linguaggio corporeo; 5. il tono muscolare che, collegato all’equilibrio emotivo interno, determina l’armonia o disarmonia motoria, specchio di quella interiore e, pertanto, oggetto esigente di cure particolari, attraverso tecniche di rilassamento, di controllo del tono muscolare e del ritmo respiratorio; 6. il ritmo che scandisce la modalità di intersezione tra tempo e spazio, modella il movimento corporale e si instaura sulla percezione sensoriale, sull’efficienza neuromuscolare e sul controllo dello schema corporeo. 1. lo schema corporeo, che deve conseguire moduli motori e prassie sempre più consolidate, riferiti anche alle potenzialità percettive del luogo e del tempo dei movimenti, alla loro ricognizione e memorizzazione, alla rappresentazione nei propri vissuti sensoriali e alla capacità di inserirli nei propri schemi motori; 2. la lateralizzazione, mirante a uno sviluppo armonico, che non può prescin- La psicomotricità non punta alla prestazione o alla performance sportiva o artistica, ma utilizza il movimento, in tutte le sue forme di ritmo, danza, espressione corporea, come uno strumento che serve al soggetto per armonizzare lo sviluppo della sua personalità e non per un fine esterno a lui. Per questo scopo vanno proposti degli esercizi di psicocinesi: la coordinazione (oculomanuale, destrezza e precisione, coordi- Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2011 ATTIVITà MUSICALI E RITMICHE nazione dinamica generale), la percezione e conoscenza del proprio corpo (schema corporeo e lateralità, conoscenza e presa di coscienza dei segmenti corporei), aggiustamento posturale (esercizi di postura e di equilibrio posturale), percezione temporale (la durata e i ritmi), percezione dello spazio e strutturazione spazio-temporale (valutazione delle distanze, dello spazio di azione, delle traiettorie, coscienza della velocità). La psicomotricità, d’altra parte, deve partire e basarsi sull’esperienza del proprio corpo che ha almeno tre dimensioni, quella interna (enterocettiva e viscerale, zona dell’Io) quella del rapporto con l’esterno (propriocettiva e posturale nel rapporto tra l’Io e le cose) e quella esterna con altre persone (esterocettiva, conoscenza del mondo esterno tra l’Io e gli altri). L’informazione propriocettiva è fornita dai recettori articolari, muscolari, tendinei, connettivali, labirintici dell’orecchio e dal senso visivo. I fruitori dell’attività psicomotoria vanno invitati a prendere pieno possesso del proprio corpo e a viverlo intensamente. La seduta di psicomotricità Una seduta di psicomotricità può durare intorno ai 20 minuti, è divisa normalmente in tre fasi. 1. Fase di rilassamento: con sottofondo musicale idoneo, senza alcuna fretta, si eseguono esercizi di respirazione profonda per rilassarsi, programmare la nuova seduta collegandosi alle precedenti, distribuire l’eventuale materiale e gli attrezzi e prendere posizione. 2. Fase di dinamicità: con sottofondo di musica ritmata, utilizzando il materiale distribuito, si effettuano i movimen- © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2011 unità 3 ti ordinati (alzarsi, camminare avanti e indietro), il gruppo si dispone per movimenti collettivi, poi si passa a esercizi individuali o di coppia ecc., con scioltezza e gusto; esercizi di spostamento e arresto, modificazioni dell’appoggio al suolo con cammino quadrupedale, strisciante, con il salto; posizioni e movimenti dei singoli arti; attraverso il linguaggio e l’uso dello specchio si descrive il corpo nello spazio (davanti, dietro), i segmenti e le articolazioni, le posizioni relative dei segmenti rispetto al corpo, le posizioni segmentarie in diverse posture (per esempio braccia orizzontali e verticali in stazione eretta, posizione delle gambe, variazione degli appoggi, ecc.); percezione corporea: l’asse corporeo, con discriminazione destra sinistra, superiore, inferiore ecc.; coordinazione ed equilibrio fino agli automatismi delle posizioni corporee; impegno nella marcia, nella corsa, nel salto con o senza la corda; l’equilibrio dinamico, sulla punta dei piedi, su un solo piede, associando la gestualità degli arti superiori o di altre parti del corpo, a occhi chiusi, ruotando il tronco, facendo esercizi di judo ecc.; giochi ed esercizi di destrezza per allenare i riflessi, la gestione dello sforzo, con aggiustamento dinamico continuo, valutando spazio e tempo. 3. Fase della simbolizzazione: fase della valutazione delle attività effettuate e della loro successiva rappresentazione, verbale o grafica. Attività psicomotorie per anziani La moderna pratica motoria coinvolge spesso gli anziani con notevoli risultati in merito al mantenimento della salute e Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative 3 modulo 4 Le tecniche di animazione ludiche e culturali dell’efficienza fisica e psichica fino ad età molto avanzata. Eliminato ogni intento di prestanza fisica, la pratica sportiva deve essere finalizzata nell’anziano al mantenimento del presente benessere, al piacere del movimento in contatto con la natura e in compagnia degli amici. Occorre saper calibrare l’attività e la sua frequenza, evitando un carico eccessivo con attività prolungata, o una intensità di sforzo improvvisa. A tale proposito va sempre tenuta sotto controllo la frequenza cardiaca, che non deve andare oltre certi limiti, che tendono a diminuire con l’età, per cui la persona più anziana deve contenere sia l’intensità dello sforzo sia la durata dell’esercizio. Più scrupolose diventano le precauzioni se l’anziano è sotto cura o presenta qualche criticità. Per tali ragioni è sempre necessario e prudente far precedere ogni programma di attività motorie da una visita medica. E, comunque, l’anziano deve svolgere attività sportiva anche con l’abbigliamento adatto, soprattutto avere scarpe idonee, svolgere gli esercizi con lentezza e gradualità, evitando sforzi improvvisi ed eccessivi, intercalando agli esercizi pause di recupero, che consentano di prendere respiro, tanto da poter parlare o canticchiare; bisogna evitare movimenti veloci, soprattutto rotazioni della testa, e muoversi con prudenza sul terreno scosceso, per evitare cadute con conseguenti fratture ossee. Si possono compiere esercizi interessanti, come l’articolazione varia di tutti i segmenti corporali, muovendo in tutti i sensi le spalle, le braccia ecc.; divaricare le gambe e compiere morbide flessioni in avanti e di lato; camminare in avanti, indietro e lateralmente; fare esercizi con gli arti superio4 Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative ri e inferiori. Questi esercizi non incalzanti ma tranquilli potrebbero essere accompagnati dalla musica, come detto sopra. Si possono usare degli attrezzi e dei palloni e compiere diversi esercizi, sempre con grande calma, palleggiando, o tirando con le mani e con i piedi su un bersaglio, o nel cestino del basket, passando con le mani il pallone ai compagni, dopo averlo portato dietro alla testa, con dei cerchi fare diversi esercizi, o giocare con dei bastoni tenendoli in equilibrio sulle mani e camminare ecc. Molto interessanti sarebbero gli esercizi di ginnastica aerobica adattata agli anziani, come attività motoria mattutina, alla maniera cinese. Attività psicomotorie di gruppo Notevole importanza può assumere l’attività psicomotoria svolta in gruppo e, in particolare, essa assume un valore ulteriore se viene proposta agli anziani, che potrebbero trarre da questa pratica non solo benefici fisici, ma anche psichici, con il piacere di trovarsi insieme a compiere un’attività piacevole e rasserenante, con la reciproca comprensione per eventuali limitazioni, ma anche con lo sprone reciproco a tenere duro e forzare moderatamente ma efficacemente il proprio organismo a mantenersi in forma. Lasciato da solo, difficilmente l’anziano di adatterebbe a una seduta psicomotoria e la sua disposizione di spirito molto probabilmente sarebbe avvilente. Per l’esecuzione dell’attività motoria in gruppo occorre: 1. poter disporre di un ambiente idoneo, luminoso e gradevole, facilmente accessibile per consentire anche a ospiti in carrozzella di raggiungerlo; © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2011 ATTIVITà MUSICALI E RITMICHE 2. concordare con il gruppo le modalità e la frequenza (giornaliera o a giorni alterni) e gli orari di svolgimento, preferibilmente al mattino, e per una durata congrua di almeno mezzora; 3. predisporre gli attrezzi elementari necessari per l’esecuzione di alcuni esercizi (cerchi, bastoni ecc.). Il conduttore dovrà, da una posizione ben visibile, impartire gli ordini degli esercizi in un clima di incoraggiamento amichevole e cordiale, chiedendo anche brevi considerazioni su di essi. Bisognerà curare molto la respirazione, intervallandola con i vari esercizi motori, che © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2011 unità 3 devono interessare tutti i segmenti corporei: testa, collo, spalle, braccia, mani, tronco, gambe, piedi, mossi su ogni piano e direzione. Ovviamente occorre evitare sforzi eccessivi o improvvisi e impartire invece uno svolgimento lento e graduale ai movimenti, meglio se accompagnati da una musica dal ritmo distensivo. La soddisfazione per gli esercizi svolti potrà accompagnarsi a una diffusa, reciproca e benevola autoironia, che rasserena, dà piacere e stimola allo svolgimento di ulteriori esercizi, con l’impegno di migliorarne sempre l’esecuzione. Insieme al beneficio fisico si ricaverà quello notevole della coesione del gruppo. Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative 5 modulo 4 Le tecniche di animazione ludiche e culturali Note operative Musicoterapia e psicomotricità È opportuno realizzare una forte ed efficace relazione operativa tra musicoterapia e psicomotricità o attività psicomotorie, esse infatti possono insieme concorrere a suscitare le potenzialità soprattutto di un minore, attraverso l’esperienza consapevole e sistematica del proprio corpo, ma anche a risvegliare le energie sopite degli anziani. La musica offre quello stimolo ritmico ed emotivo che invita e libera il movimento del corpo e toglie la percezione di artificiosità e imposizione della psicomotricità eseguita da sola come pura esercitazione. Nel volume si è dato un notevole spazio a entrambi gli argomenti, trattati per necessità di ordine espositivo in due unità diverse, perché il loro esercizio è fondamentale per efficacia, utilità e gradevolezza in tutte le età. L’uso della psicomotricità nella musicoterapia deve riguardare la globalità dei movimenti che il ritmo musicale può suscitare, non solo negli arti superiori e inferiori, ma anche nei segmenti corporali più trascurati, le spalle, il collo, le ecc. Il docente potrà sviluppare un’ampia ricerca, finalizzata ad arricchire l’operatività, sempre ricordando che l’OSS non è un tecnico della musicoterapia e della psicomotricità, ma che può utilizzare le conoscenze elementari di queste discipline per impostare, come operatore e animatore, le attività ludiche e del tempo libero in modo più proficuo, proponendole da amatore agli utenti e suscitando la loro curiosità e adesione. La musicoterapia Riprendendo le sintetiche nozioni storicoculturali esposte del volume, ricordiamo che l’intuizione che la musica svolga un’azione sullo stato emotivo e perfino corporeo dell’uomo è molto antica. D’altra parte, la musica ha sempre accompagnato la vita dell’uomo nelle diverse circostanze liete e tristi, adattandosi e interpretando le differenti condizioni emotive degli eventi, tanto che tutti facilmente distinguono i vari generi di musica: da ballo, da marcia, da funerale ecc. e nessuno penserebbe di contraddire la loro univoca destinazione, proponendo, per esempio, la musica da ballo a un funerale. Finalità della musicoterapia La musicoterapia ha elaborato un uso intenzionale, pianificato e specifico della musica per ottenere particolari effetti programmati e attesi per il miglioramento psicofisico delle condizioni di vita dei pazienti. La via di questa cura parte con lo stimolo alla dimensione psichica comunicativa, attivando modalità espressive liberatorie, legate non tanto al linguaggio orale, quanto alla pantomimica o linguaggio del corpo, 6 Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2011 ATTIVITà MUSICALI E RITMICHE lasciato alla libera e liberante iniziativa e creatività del paziente. L’effetto benefico ha anche più efficacia se può svolgersi in un contesto collettivo di gruppo, atto a stimolare l’emulazione e aprire flussi relazionali, con i contatti fisici ed emozionali propiziati dalla musica. Musicoterapia e psicomotricità Appare chiaro l’intreccio del tutto spontaneo e naturale tra musica e psicomotricità, con effetto di benessere psicofisico per i minori e di tendenza dei disabili ad agire, pur entro le limitazioni che li inibiscono. Va inoltre segnalata una positiva influenza della musica sulla stimolazione dell’intelligenza, che assume anche funzione favorente nei rapporti socioculturali. Questa particolare attenzione ai disabili o diversamente abili dovrà avvenire con particolare scrupolo, anche per le vincolanti disposizioni della legge 104/1992 “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, che sollecita “lo sviluppo delle potenzialità nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione” al fine di raggiungere un’integrazione scolastica completa. Musica attiva e passiva La musicoterapia può svolgersi con modalità attiva, se si produce la musica, o passiva, ascoltando la musica prodotta da altri. Si comprende la maggiore efficacia del coinvolgimento nella produzione musicale, soprattutto se di gruppo, che assommerebbe in sé tutte le condizioni più favorevoli per ottenere terapia e benessere. L’ascolto passivo consente ugualmente il coinvolgimento nell’evento musicale, aprendo i canali dell’auto e dell’etero comunicazione, © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2011 unità 3 liberando la comunicazione e l’intesa tra il proprio soma e la propria psiche, spianando la via alla comunicazione serena e aperta con gli altri. Se la prospettiva temporale permette di programmare un’attività medio-lunga di musicoterapia, si può prevedere anche un percorso di apprendimento musicale, non solo nel senso del possesso delle tecniche di lettura ed esecuzione musicale, ma anche nell’apprendimento strutturale e storico-critico del linguaggio musicale e del suo profondo significato, che induce, soprattutto ai livelli della grande musica, a un atteggiamento assorto in se stessi, di autoascolto emotivo, di serena distensione. Campi di applicazione Disturbi emotivi o relazionali del bambino e dell’adulto (ansia, depressione, disturbi da attacchi di panico, insonnia); disturbi mentali (nevrosi, psicosi e altre malattie psicosomatiche del bambino e dell’adulto, anoressia); handicap psichico, fisico e sensoriale; disturbi del linguaggio e deficit uditivi; patologie neurologiche (ictus, morbo di Parkinson ecc.); effetti della senescenza (demenza senile, morbo di Alzheimer, disturbi relazionali); nella preparazione al parto ecc. Svolgimento di un setting di musicoterapia Una seduta di musicoterapia non mira a un semplice ascolto della musica, ma ha l’obiettivo di instaurare tra musica e paziente il canale corporeo-sonoro-musicale per far acquisire al paziente nuove modalità di comunicazione con se stesso e con il mondo che lo circonda. Ha dunque come fine quello della relazione. Gli strumenti musicali, la produzione sonora, il mo- Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative 7 modulo 4 Le tecniche di animazione ludiche e culturali vimento sono tutti elementi per favorire l’attivazione di un processo di benessere psichico, con riflesso sul fisico. La musicoterapia è, dunque, una disciplina che si affianca ad altre di tipo medico, psicologico e riabilitativo, soprattutto per problemi di relazione. L’uso del contesto non-verbale favorisce il ritorno alla memoria delle prime esperienze di relazione della propria vita e limita l’attivazione dei successivi meccanismi di difesa, favorendo uno stato di regressione liberatoria. Ci sono diversi modelli di riferimento in musicoterapia, portati avanti da altrettante scuole di pensiero e di formazione nel mondo. Nel caso di lavoro con i bambini e/o adulti è però riconosciuto quasi universalmente valido il modello di riferimento proposto da Rolando Benenzon (R. Benenzon, La Nuova Musicoterapia, Phoenix, Roma, 1997), alla base della teoria del quale c’è il Principio ISO, che sta a indicare l’insieme dei suoni o dei fenomeni acustici e il loro risentimento interno distinto e diverso per ogni essere umano, che reagisce richiamando esperienze pregresse, fino a quelle uterine d’inizio vita, filtrate anche da esperienze culturali del proprio gruppo di appartenenza, famiglia e società. All’interno di un gruppo può svilupparsi l’ISO gruppale, che raccoglie le affinità musicali latenti nei diversi individui, che vengono a manifestarsi collettivamente. Una seduta di musicoterapia di livello specialistico ha un suo percorso molto complesso. A livello dilettantistico si possono indicare condizioni e procedimenti più semplici. 1. L’ambiente Tutto l’ambiente circostante deve, naturalmente, essere finalizzato alla concentrazione nell’ascolto musicale, questo richiede 8 Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative condizioni di insonorizzazione e di massimo silenzio, con isolamento dai rumori esterni. Lo spazio può essere all’aperto o in un ambiente con illuminazione molto attutita e ovattata, isolato da ogni altra occupazione o transito di persone. 2. Gli strumenti Nel caso di musica attiva, gli strumenti corporeo-sonoro-musicali sono costituiti anche da materiali naturali, come cuoio, pelle, legno, con forme e dimensioni varie, dal facile uso, che non richiede particolari abilità motorie, sensoriali o psichiche. L’uso degli strumenti deve stimolare la comunicazione tra i pazienti e il musicoterapista. Gli strumenti musicali possono essere idiofoni (triangoli, gong, campane ecc.), aerofoni (flauto, oboe, clarinetto, trombe ecc.), membranofoni (tamburi, timpani ecc.), cordofoni (violino, chitarra, arpa ecc.), elettrofoni (chitarra, organi, mandolini elettrici), convenzionali, folcloristici, elettronici. Anche il corpo può fungere da strumento. 3. Preparazione dei partecipanti È opportuno iniziare senza fretta, ma usando la tecnica della ricettività che ascolta, percepisce, comprende, sollecitando le libere associazioni delle psicoterapie verbali. Il musicoterapeuta può utilizzare l’eco ritmica, rispondendo con parole o suoni simili, come la mamma che imita il balbettio del bambino. Può anche echeggiare con altra tonalità e inserire suoni propri come eco. Il gioco dell’eco-musica può andare avanti anche per un po’ di tempo. Preventivamente occorre esporre le modalità di effettuazione della attività e ottenere la libera e consapevole adesione dei suoi destinatari, se in grado di scegliere e de- © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2011 ATTIVITà MUSICALI E RITMICHE cidere. Altrimenti l’attività andrà somministrata gradualmente, iniziando con brani di facile e gradevole fruizione, evitando ogni dose eccessiva o impegnativa, che potrebbe creare una reazione di rifiuto. L’efficacia della musicoterapia sarà avvantaggiata dall’associazione di un congruente programma di psicomotricità, che coinvolga in modo mirato il corpo e tutti i suoi segmenti, in modo da costituire e attivare interamente lo schema corporeo. 4. Svolgimento di una seduta di musicoterapia Nella riunione di musicoterapia vanno utilizzati i suoni e i silenzi, i rumori e la musica, gli strumenti e il proprio corpo, questo come percettore e produttore di ritmi e di musica. Vanno avvertiti nella loro specificità il ritmo, la melodia e l’armonia nel loro intrecciarsi strutturalmente e nel loro rivolgersi specificamente alla sfera intuitiva, a quella emotiva e sentimentale e a quella intellettiva. Il brano musicale descrive un percorso ricco di stimoli e rimandi, che la persona con l’ascolto guidato deve cogliere per intero nella sua complessità, mentre concentrato in se stesso segue l’effetto della sua percezione nel proprio intimo. Come accennato sopra, si può concretamente produrre musica o soltanto ascoltarla: a) la musica prodotta, o musica attiva, richiede all’esecutore una totale immersione nella produzione musicale, in cui egli riversa se stesso per ascoltare e ascoltarsi, libero di offrire l’interpretazione che in quel momento urge dentro ed esprimere se stesso, pur collegandosi agli altri, con i quali vivere gli stessi ritmi e melodie, in una esperienza di gruppo che © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2011 unità 3 è personale e collettiva insieme. L’esecuzione della musica non deve costituire un impegno o un mestiere, ma l’occasione felice, anche sporadica, di vivere la musica, e in tal senso vengono attivate tutte le potenzialità psicoterapeutiche, attraverso il coinvolgimento intellettuale ed emotivo, l’immersione nella vita profonda per dialogare con se stesso e quindi aprirsi rigenerato agli altri; b) la musica ricettiva, o passiva consente forse una maggiore concentrazione in sé e, pur non sollecitando le energie della mente e dell’animo per la produzione musicale, permette all’ascoltatore di concentrarsi nei moti interiori che la musica suscita in lui. L’ascolto intenso libera le energie dei neurotrasmettitori, che sollecitano profonde intuizioni ed emozioni, raggiungendo l’effetto di grande rasserenamento e pacificazione con se stesso. Le sedute musicoterapiche di gruppo Si ritiene che la musicoterapia con un gruppo strutturato ottenga effetti ancora maggiori, per le dinamiche tipiche del gruppo, che rinforzerebbero gli effetti dell’ascolto musicale. Il gruppo può al suo interno dividere i compiti preparatori della fruizione dei brani musicali, affidando ai membri disponibili dei compiti, come l’analisi del contesto storico, della struttura, delle caratteristiche formali ed estetiche e delle notizie biografiche sul compositore. Con il gruppo si può creare il clima che mette in circolo i flussi emozionali e li esalta, e consente a ognuno di rapportare le proprie percezioni a quelle degli altri, con una espansione sia nella comprensione sia nella fruizione emotiva dei brani. La profonda Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative 9 modulo 4 Le tecniche di animazione ludiche e culturali condivisione di un medesimo evento con le stesse modalità sollecita un’empatia di gruppo che porta ad aprire i propri canali di comunicazione alle realtà degli altri e a integrarsi con essi, pur non rinunciando alle proprie vedute. Questo permette di ritrovarsi, senza annullarsi, in una dimensione collettiva molto rassicurante e terapeutica. Musicoterapia per anziani La musica si accompagna molto bene alle attività motorie, e abbiamo associato per questa ragione la musicoterapia alla psicomotricità. Tale connubio si applica, perciò, molto bene alle persone anziane, utilizzando la musica come strumento efficace per stimolare insieme il corpo, il mondo affettivo, intellettivo e sentimentale. Sarebbe anche efficace produrre musica, attività che in se stessa stimola il movimento, con grande vantaggio per le persone anziane. Ma anche il semplice ascolto potrebbe essere associato a moduli motori gradevoli e salutari, rivolti a tutti i segmenti corporei, intervallati da opportuni esercizi respiratori. Nello stesso tempo, l’ascolto guidato della musica, preliminarmente illustrata in tutte le sue componenti, agisce sulla sfera intuitiva, sentimentale ed emozionale, sull’orientamento spazio-temporale, sul piacere ludico e ricreativo. La presenza degli altri compagni sollecita il livello di partecipazione e di condivisione, aprendo intensi canali di comunicazione nel gruppo. Per lo svolgimento di una riunione di musicoterapia e attività motoria si potrebbe procedere in quattro fasi: 10 Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative a) la fase preparatoria, in cui si predispongono le coordinate della riunione e la sua durata, si possono scegliere insieme le musiche, considerando le caratteristiche che maggiormente corrispondono agli scopi dell’attività, e si individuano le condizioni ambientali idonee a essa; b) la fase preliminare, immediatamente prima della riunione bisogna, con grande calma, prendere posto, possibilmente in cerchio, verificare se sussistono le condizioni ambientali, se i brani prescelti sono a disposizione, se, nel caso di musica attiva, tutta la strumentazione è in possesso dei suonatori e se tutti i partecipanti sono pronti per far partire l’attività, senza che si producano interruzioni. Assodate le condizioni logistiche, si possono compiere esercizi di rilassamento e di riscaldamento e poi predisporsi alla concentrazione personale, con immersione nel proprio profondo, per vivere intensamente l’emozione musicale; c) la fase centrale sviluppa la produzione dei brani o l’ascolto guidato, senza eseguire alcun modulo motorio ma consentendo a ogni partecipante di restare assorto nella totale immersione musicale, o associando all’ascolto l’esecuzione di esercizi psicomotori, sotto forma di danza o di ginnastica dolce e artistica; d) la fase finale o conclusiva va utilizzata brevemente per lo scambio di impressioni sull’attività svolta e sulle percezioni positive registrate, per rilevare eventuali disagi da eliminare o ulteriormente migliorare aspetti positivi. © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2011