Cosa ha in serbo il futuro per l`automazione?
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Cosa ha in serbo il futuro per l`automazione?
scenari Q uali saranno per l’automazione industriale le innovazioni più strategiche nel futuro? E come si può migliorare la capacità d’innovare del sistema università-ricerca-imprese in Italia? Lo abbiamo chiesto ad alcuni rappresentanti del mondo industriale, dell’università e della ricerca pubblica. L’automazione industriale si conferma un’area strategica per soluzioni finalizzate all’innovazione di processi produttivi più efficaci e flessibili; mentre l’industria ha puntualizzato la necessità di specifiche Quali saranno le innovazioni future più strategiche per il mondo dell’automazione industriale? Franco Deregibus, Vice President Business Development di Comau: Tra le principali tendenze tecnologiche in atto nell’automazione, si rileva la crescente esigenza di rispondere ad un mercato molto dinamico in termini di maggior flessibilità della produzione, con un incremento del valore aggiunto a parità di costi. Questa esigenza s’implementa attraverso sistemi modulari, programmabili, flessibili e personalizzabili, che consentono una Cosa ha in serbo il futuro per l’automazione? Augusta Maria Paci Lo abbiamo chiesto ad alcuni rappresentanti del mondo industriale, accademico e della ricerca pubblica soluzioni d’innovazione industriale a breve e medio termine, l’accademia ha sottolineato l’importante ruolo che continuerà a ricoprire l’Ict nello sviluppo di processi industriali e sistemi manifatturieri. Il mondo della ricerca pubblica parla invece della ‘fabbrica del futuro’ come nuovo ambiente di riferimento per i sistemi di produzione avanzati. In merito alle modalità di miglioramento della capacità d’innovare del sistema italiano le risposte evidenziano aspetti importanti e necessari per un miglioramento competitivo del Paese: nuovi schemi di collaborazione per supportare l’eccellenza, maggiore disponibilità di risorse e crescita di giovani ricercatori secondo una prospettiva strategica. ■ Automazione & Industria rapida riconfigurabilità dei volumi di produzione e delle tipologie di prodotti con significativi vantaggi nel rapporto costi/prestazioni. Si segnala inoltre il crescente ricorso a sistemi elettronici di controllo avanzati basati su reti di comunicazioni wireless e architetture distribuite che permetteranno, con sistemi di monitoraggio integrati, una miglior sicurezza delle aree di lavoro. Sarà strategico anche lo studio di sistemi a basso impatto ambientale, con una forte riduzione dei consumi d’energia. Giuliano Ceseri, amministratore delegato di Prometeo: Ovviamente nasceranno molte linee d’innovazione che risulteranno strategiche. Tuttavia scenari credo che un ruolo determinante lo giocherà l’innovazione nelle metodiche e nelle tecnologie software. In futuro standard come Iec 61499, che consentono la realizzazione di applicativi per l’automazione distribuita con metodica di tipo ‘object-oriented’, saranno centrali per poter massimizzare il ritorno di investimenti in sviluppo software. Ancora determinante sarà l’affermarsi di ambienti di sviluppo che consentiranno di generare applicativi indipendenti dalle specifiche piattaforme hardware di commercio, in modo da consentire la trasmigrazione di applicativi da una piattaforma all’altra, senza gli inutili sprechi di risorse indotti dall’impiego oggi sistematico di soluzioni ‘proprietarie’. La possibilità di realizzare applicativi d’automazione distribuiti e dinamicamente riconfigurabili sarà inoltre centrale per conseguire una più alta modularità nella produzione di macchine automatiche, condizione essenziale per rendere i processi produttivi più efficienti e flessibili. Emanuele Carpanzano, Cnr, responsabile dell’Unità di Vigevano D&MC-Lab Design & Mass Customization dell’Istituto di Tecnologie Industriali e Automazione: La fabbrica del futuro dovrà essere fortemente orientata al consumatore, al lavoratore e all’ambiente. I sistemi d’automazione industriale dovranno quindi avere spiccate caratteristiche di flessibilità e autoapprendimento al fine di gestire una notevole varietà del prodotto finale in termini di comfort e salubrità per il consumatore, di garantire la massima sicurezza per il personale di fabbrica e di ridurre al minimo l’impatto ambientale in termini di emissioni e consumo energetico. Per cogliere tali sfide i sistemi d’automazione industriale di nuova generazione dovranno quindi integrare soluzioni innovative in termini di sensoristica, tecnologie per il controllo e tecnologie Ict. Importanti saranno in particolare le opportunità collegate alle reti wireless e ai sistemi real-time aperti e open source che si stanno diffondendo oggi nel mondo dell’automazione industriale. GianAntonio Magnani, Politecnico di Milano, Dipartimento di Automatica e Robotica e direttore Rezia Molfino, Università di Genova, Facoltà pro tempore del Dipartimento di Elettronica e di Ingegneria, Dipartimento di Meccanica e Informazione: L’evoluzione recente dell’automazione Costruzione delle macchine (Dimec): Oggi sono nei processi industriali e nei sistemi manifatturieri è stata determinata dalle tecnologie Ict. Reti di comunicazione, sensori innovativi, microprocessori ed elettronica di potenza e software hanno plasmato l’evoluzione di tali processi e sistemi consentendo lo sviluppo di nuove funzionalità, maggiore flessibilità e miglioramento delle prestazioni. Questa tendenza continuerà nel decennio a venire. Ancora maggiore spazio avranno le tecnologie di comunicazione wireless e i prodotti del mondo dei pc (Ethernet, interfacce, software, periferiche). Un ruolo primario avranno i dispositivi di misura, i cui sviluppi potranno generare innovazioni forse imprevedibili, si pensi ad esempio ai sensori di visione artificiale e ai giochi elettronici. disponibili materiali funzionali intelligenti con caratteristiche adatte ad applicazioni di attuazione, ma il loro utilizzo in ambienti manifatturieri per scopi d’attuazione deve essere definito e provato in termini di strutture meccaniche e architetture di controllo. Su questo tema il professor Roy Featherstone, autorevole esperto di robotica con oltre vent’anni di esperienza dell’Australian National University, ha tenuto recentemente all’Università di Genova un interessante seminario ‘High Performance Force Control for Shape Memory Alloy (Sma)’ durante il quale ha descritto una nuova architettura di controllo per attuatori realizzati con una coppia antagonista di fili Sma e ha illustrato i risultati ottenuti in termini di Automazione & Industria ■ scenari Da sinistra, Emanuele Carpanzano, Cnr, responsabile dell’unità di Vigevano D&MC-Lab Design &Mass Customization dell’Istituto di Tecnologie Industriali e Automazione; Giuliano Ceseri, amministratore delegato di Prometeo; Roy Featherstone, professore esperto di robotica presso l’Australian National University; Rezia Molfino, Università di Genova, Facoltà di Ingegneria, Dipartimento di Meccanica e Costruzione delle macchine controllo accurato e robusto di forza. La nuova architettura include moduli per la protezione termica e di sovraccarico dei fili, per garantire il tensionamento continuo e il riscaldamento rapido del filo. Negli ambienti di ricerca sentiamo parlare tanto e da tanto tempo di attuazione con Sma e Roy Featherstone ha illustrato un approccio sistematico di sviluppo concreto indispensabile per promuovere il trasferimento alle applicazioni industriali. Come si può migliorare la capacità d’innovare del sistema italiano università-ricerca-imprese nel settore? Deregibus: Comau ritiene che una forte collaborazione tra università e industria sia essenziale per il miglioramento competitivo delle imprese. Occorre promuovere un avvicinamento tra il mondo accademico e industriale mediante programmi di ricerca che coinvolgano le università quali soggetti apportatori di ‘tecnologie ■ Automazione & Industria abilitanti’, anche con lo strumento dei centri di eccellenza. Le aziende dovranno inoltre supportare l’università nel miglioramento della conoscenza delle problematiche industriali con grande attenzione alla crescita di giovani ricercatori. Ceseri: Esiste oggi una criticità enorme in quest’area. È evidente che nell’economia globale il ruolo dei Paesi ad industrializzazione matura si sposterà sempre più sulle attività fortemente innovative da un punto di vista tecnologico. Tuttavia le aziende sono oggi troppo tarate sul conseguimento di obiettivi di breve termine e quindi faticano a portare avanti in autonomia programmi di ricerca applicata di sufficiente respiro strategico. Da qui nasce l’esigenza di un approccio consortile, che consenta la sinergia fra gli ambienti di ricerca e gli ambienti industriali e permetta di condividere i costi di ricerca fra pool di aziende non in diretta competizione fra loro. scenari (Dimec); GianAntonio Magnani, Politecnico di Milano, Dipartimento di Automatica e Robotica, e direttore pro tempore del Dipartimento di Elettronica e Informazione; Franco Deregibus, Vice President Business Development di Comau; Augusta Maria Paci, responsabile di EPPLab Itia-Cnr e membro della piattaforma Tecnologica Europea ManuFuture e della piattaforma ManuFuture Italia Magnani: Enti finanziatori e imprese devono stanziare maggiori risorse che devono essere utilizzate al meglio. Sono state sperimentate svariate modalità di finanziamento. La scelta dovrebbe porre attenzione a quanta parte dei fondi disponibili finisce in ore di vero lavoro di ricerca, evitando che le attività di proposta e gestione di ricercatori ed enti abbiano un peso eccessivo. È importante il ruolo delle strutture di ricerca che, pur operando nella consapevolezza dei problemi tecnologici del mondo industriale, devono poter perseguire obiettivi di ricerca rilevanti di medio-lungo periodo; operare solo su problemi contingenti le porterebbe a rapida decadenza. Carpanzano: Occorre accorciare la filiera dei processi d’innovazione, ovvero colmare le distanze fra mondo della ricerca di base, della ricerca applicata e dell’industria. A tal fine è necessario creare strumenti e luoghi in cui gli attori del sistema coinvolti possano condividere obiettivi e metodi lavorando fianco a fianco. Una best practice cui è possibile fare riferimento in tal senso è la fabbrica per la produzione di calzature personalizzate del Cnr di Vigevano, ove attori della ricerca e delle imprese operano in piena sintonia per innovare prodotti e processi, al fine di creare valore aggiunto e nuove opportunità di mercato. Dalle risposte emerge la presenza d’aspettative di innovazione di medio-lungo periodo e l’importanza della ricerca collaborativa; sono messe in evidenza la capacità dell’area dell’automazione industriale di mantenere alta la sua strategicità e l’importanza di differenti prospettive per rispondere, con nuove soluzioni, ad esigenze di innovazione a breve, medio e lungo termine. EPPLab, il Laboratorio di Paradigmi di Produzione dell’Istituto di Tecnologie Industriali e Automazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, intende facilitare questo scambio informativo tra diverse realtà per promuovere, con attività a rete di foresight e roadmapping, la ricerca industriale pubblico-privato. • Automazione & Industria ■