“CRISTINA” tratto da MALAMORE di Concita De
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“CRISTINA” tratto da MALAMORE di Concita De
“CRISTINA” tratto da MALAMORE di Concita De Gregorio “ Amo il mio lavoro, voi non dite così? Lo faccio volentieri, mi piace. Io glie lo racconto, certo, ma tanto vedrà che poi non lo scrive. Le puttane vanno compatite, perchè poverette, sono costrette dalla povertà, dal degrado, dalla necessità e se lo fanno è colpa dei papponi che le sfruttano e degli uomini che le pagano, difatti loro no sono colpevoli, per la legge (...). Io ho studiato per fare l'antropologa. Buoni voti, professori entusiasti. I miei felici di una figlia laureata. (…) tutto quello che ho trovato è un lavoro in un negozio di biancheria intima. Seicento euro al mese, contratto a progetto. (…) Io faccio la puttana, non sono una puttana, è diverso. Lo faccio perchè rende molto e costa poco., lavoro part-time, solo la mattina(...). Lo facco perchè mi sento di dare qualcosa a qualcuno che ha bisogno, anche,ci crede? E' così.(...) Le puttane servono a coprire le disfunzioni del sistema, le mogli alcolizzate e depresse, quelle che non ti rivolgono la parola se non per chiederti dove hai messo le chiavi della macchina (…) Io gli servo, loro mi pagano. La padrona sono io.” A UNA SEMPLICE PROSTITUTA Non scomporti - sii a tuo agio con me - sono Walt Whitman, liberale e forte come la Natura, e finché il sole non ti eviterà, non sarò io ad evitarti, finché le acque non si rifiuteranno di brillare per te, né le foglie di frusciare per te, le mie parole non si rifiuteranno di brillare e stormire per te. Piccola mia, fisso con te un appuntamento, e ti chiedo di prepararti per essere degna di questo incontro, ti chiedo anche di essere paziente e pura finché io giunga. Per ora ti saluto con uno sguardo eloquente affinché tu non possa dimenticarmi. Walt Whitman “Perchè, dove vado? Vai a lavorare, mi ha detto. Vai con questi uomini che ti portano dove avrai una casa più calda e un lavoro, non avere paura. Ma io avevo paura, tanta. Ma la nonna era la nonna, la nonna decideva sempre per noi e io ero la sua regina.(…) Così sono andata. Avevo dodici anni.(...) Nel posto dove siamo arrivati parlavano una lingua che non capivo. Non conoscevo nessuno. Mi hanno dato un letto in una stanza: la casa era più calda, sì, ma non era la mia. Entravano uomini a vedermi, parlavano di me con altri uomini(...)Non voglio parlare di quel posto dove sono stata né di quello che mi è successo. Non c'è niente da raccontare. Era uguale ogni giorno, orribile. Le ore non passavano mai. La gente che entrava non la vedevo neanche in faccia, non ricordo nessuno. Solo odore di umidità, puzzo, sudore, mani, vestiti sporchi. Non voglio parlare. Dopo un po' smetti di piangere perchè se piangi , mi dicevano, nessuno ti vuole e ti buttiamo in mare.” “DALIA” tratto da Malamore di Concita De Gregorio La canzone “LEGGENDA DI NATALE” di Fabrizio De Andrè La canzone “DANS MA RUE”di Zaz