33 - Psicologo o psichiatra?

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33 - Psicologo o psichiatra?
Dr. Fabrizio Boninu, Psicologo – Psicoterapeuta, Piazza Salento 7, Cagliari
33 - Psicologo o psichiatra?
“Vorrei sapere qual è la differenza tra la psicologia e la psichiatria??
conosco dei parenti che sono incappati in scientology che sinceramente nn saprei ben definire .
questi rinnegano la psicologia e considerano molto negativamente la psichiatria.. ti sarei grata
se mi potessi essere d aiuto nel chiarirmi le differenze tra le scienze.. grazie Ada”
Approfitto della domanda di Ada per ribadire un concetto già affrontato in precedenza, più
precisamente nel post Chi è lo psicologo (04.03.2011) che affrontava in particolare la
differenza tra Psicologo e Psicoterapeuta. Essenzialmente la differenza tra psicologo e
psichiatra è sia di formazione che di approccio al problema. Mi spiego meglio: lo psichiatra è
una persona laureata in Medicina. Lo psicologo una persona laureata in Psicologia. La
differenza nella formazione si riflette, inevitabilmente, nell’approccio. Essenzialmente (e
semplificando estremamente!), gli psichiatri considerano qualunque problema come frutto di
scompensi biologici o somatici. In questo cercano un rimedio che possa ristabilire l’equilibrio
biochimico tramite l’ausilio di farmaci.
Lo psicologo, invece, ha un approccio che definirei narrativo, legato cioè, ad un lavoro
sull’acquisizione del senso che il disturbo ha nella storia della vita del paziente. Lo psicologo
non definisce il disturbo in termini di squilibrio chimico e non ritiene che la terapia
farmacologica possa essere efficace, se non in casi estremi. Data questa premessa, non credo
che un approccio sia meglio dell’altro. O meglio, credo proprio che un approccio sia meglio
dell’altro (non sono laureato in Medicina!), ma entrambi hanno, oltre ai punti di forza, dei punti
di debolezza. Per la psichiatria tra questi punti di debolezza credo che il più rilevante stia nel
fatto di basare molto dell’aspetto terapeutico sull’utilizzo del farmaco. Viceversa, quello dello
psicologo non sembra riuscire a godere, dato l’approccio legato al rapporto personale che si
instaura tra terapeuta e paziente, di un contesto definibile come ‘scientifico’. Non so se questo
possa essere considerato veramente un difetto! Sia lo psicologo che lo psichiatra, dopo altri 4
anni minimo di scuola di specializzazione, che, ricordo, deve essere riconosciuta dal Ministero
dell’Università, possono diventare degli psicoterapeuti. Questa, a grandissime linee, la
differenza.
Passo ora all’altra questione legata a Scientology. Per chi non lo sapesse, Scientology è
un’organizzazione (religione?) con dei soci (adepti?) che credono che l’uomo sia un essere che
sfrutta solo parte delle sue potenzialità, soprattutto le potenzialità delle mente. Credo che
considerino negativamente la psichiatria (con i suoi farmaci) e la psicologia (meno perché
comunque basata sul rapporto personale) perché ritengono che l’individuo abbia un potere
auto-terapeutico e che debba essere indotto ad imparare l’arte di auto guarirsi piuttosto che
dipendere da fonti esterne (psicologo) e tanto meno farmaci (psichiatri). Credo stia qua la base
del rifiuto della psichiatria e della psicologia. Personalmente ritengo che sia una posizione
troppo estrema. Se credo sia vero il potere non sfruttato della mente umana, è altrettanto vero
che ritengo l’uomo un animale sociale e che, come tale, grandi parti delle risorse che attinge
siano date dai rapporti interpersonali. Dal contatto. Dallo scambio. Cose che un uomo, da solo
difficilmente riesce ad ottenere.
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