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April 2016 Portafortuna e riforme: la crisi economica thailandese e le sue implicazioni Author: Lorenzo Maestripieri Abstract The current situation of Thailand’s market is all but stable: after the last military coup in May 2014, a military junta has been ruling the country with the final aim of “bringing back safety” to the people after months of social unrest and tormented political vicissitudes. Notwithstanding the good intentions, the economic and political performance of the country have faced a serious slump in the last year and a half, and the community of international observers, be them financial or diplomatic ones, are starting to get delusional as to when the anticipated changes and reforms will effectively be put into practice. The objective of this report is to trace a reconstruction of the main causes underlying the current institutional and economic crisis, through a chronological analysis of the events leading to this moment and an analysis of the political impasses. The final aim will be giving the reader an overall description of the situation and make him/her capable of better understanding the Thai scenario in view of future international changes that may affect the economic markets of the country. The research has mainly been based on journalistic literature, that is borrowing and comparing articles and news on the subject, with the aim of developing a thorough analysis. The conclusion deductible from the research is that Thai markets are strongly dependent on import-export, and by reason of 2008 economic crisis and the Chinese slump of the last year their performances have dropped. Due to the lack of expertise and concrete political action, the situation could worsen in 2016 if the junta refuses to come to terms with the needs of the population and of international investors. The first months of 2016 will thus be crucial in understanding whether the government will be able to bring a promising economic future to the people, or dampen the hopes for economic recovery. Keywords: Thailand, Thailand’s economic crisis, Yingluck Shinawatra, Somkid Jatusripitak Language: Italian About the author LORENZO MAESTRIPIERI Degree in Political Sciences and International Relations, Roma Tre University Collaborator of the “Asia-Pacific” Programme, IsAG, Rome [email protected] Any opinions or ideas expressed in this paper are those of the individual author and don’t represent views of IsAG. ISSN: 2281-8553 © Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 3 Indice 1. Introduzione ........................................................................................... 4 2. Ricostruzione di storia e politica recenti ................................................ 4 3. La crisi: cause e contingenze .................................................................. 6 4. Prospettive presenti e future .................................................................. 8 5. Conclusione ............................................................................................ 9 www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 4 1. Introduzione Quali sono le prospettive economiche della Thailandia del 2016? Quasi due anni dopo il colpo di Stato che ha messo fine alla precedente esperienza di governo, la giunta militare instauratasi al potere sembra aver perso il controllo del carro economico, e rischia per questo di essere fulminata dal Giove della finanza internazionale, ormai più che scettica riguardo le possibilità di ripresa dei boccheggianti mercati thailandesi. Le congiunture negative del mercato mondiale a partire dal 2009 hanno affossato le performance economiche del paese, fortemente dipendenti dalle esportazioni; la volatilità della situazione politico-governativa, poi, aggrava ulteriormente una situazione instabile e legata a fattori importanti come l’instaurazione della sovranità popolare e la creazione di uno Stato più equo, in cui non venga prestata attenzione solamente alle regioni e ai settori che forniscono i risultati migliori sul mercato. La Thailandia, paese guida all’interno dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico), rischia così di perdere posizioni nella corsa allo sviluppo, e mina la sicurezza dell’area costituendo terreno pericolante sul quale porre le fondamenta della crescita economica Sud-orientale e quelle del passaggio alla democrazia. Lo scopo di questo articolo sarà analizzare l’attuale panorama politico ed economico della Thailandia, cercando di tracciare un quadro generale che possa fornire un’utile chiave di lettura delle condizioni del paese, verso il quale gli investimenti diretti esteri nell’ultimo anno sono crollati, mentre quello del 2014 è il dodicesimo colpo di Stato a partire dall’indipendenza. Dapprima sarà utile operare una rapida ricostruzione degli avvenimenti dal 2001 ad oggi, in modo da delineare gli eventi chiave dell’impasse che grava sul paese, e verranno introdotte le cifre fondamentali riguardanti il mercato per gli anni 2014-2015; in seguito si tratterà delle circostanze che soggiacciono alla difficile situazione economica: saranno dunque descritte le spinose questioni della successione al trono e della bozza costituzionale, senza dimenticare il ruolo della mancata expertise all’interno del governo; infine si farà accenno alle prospettive economiche future per la Thailandia, www.istituto-geopolitica.eu in un contesto internazionale di grande incertezza e cambiamento. La conclusione che si potrà trarre dall’analisi operata è che il 2016 sarà un anno chiave nella comprensione del futuro del paese e della sua economia, e se da un canto la positività di alcuni esponenti governativi potrebbe non trovare riscontri in uno scettico osservatorio internazionale, dall’altra con l’avverarsi di determinate condizioni si potrà guardare con fiducia ad una stabile ripresa economica thailandese. 2. Ricostruzione di storia e politica recenti Il governo della Thailandia è attualmente sotto il controllo di una giunta militare che ha assunto la guida dell’esecutivo. Il 22 maggio del 2014 l’allora capo di Stato maggiore, ora guida del governo, Prayuth Chan-ocha aveva dichiarato la necessità della presa di potere da parte di una giunta affinché «il Paese [tornasse] alla normalità», ossia uscisse dalla situazione di stallo politico in cui si era dibattuto a partire dal novembre/dicembre del 2013. Il colpo di Stato, effettuato il giorno stesso, aveva messo fine ad un periodo di transizione che avrebbe dovuto portare a nuove elezioni dopo l’incriminazione del precedente Primo Ministro per reati politici. Tale atto costituiva solo l’ennesimo stravolgimento di una situazione istituzionale “tormentata” che affligge la Thailandia da più di qualche anno, e si ricollega ai rapporti tra politici e ruolo della monarchia. Per comprendere meglio le motivazioni che hanno spinto la giunta militare a compiere il golpe, e l’attuale conformazione politica, occorre tracciare un resoconto ordinato degli accadimenti degli ultimi anni. Nel 2001 l’ascesa al potere di Thaksin Shinawatra inaugura l’inizio di quella che verrà chiamata “diplomazia populista”, ossia una linea governativa rivolta principalmente alla popolazione più povera del paese, a discapito delle classi borghesi e del settore militare che fino ad allora avevano detenuto il potere. Invisa anche al sovrano, questa esperienza viene caratterizzata da politiche discusse e contestazioni diffuse; in seguito, la destituzione forzata di Shinawatra ad opera di un colpo di Stato (2006), complici l’assenso del re e di una parte della popolazione, porta al suo esilio e alla sua successiva condanna in contumacia a due www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 5 anni di reclusione per crimini legati a corruzione e conflitto di interessi. I seguenti stravolgimenti vedono come costante l’alternarsi dei militari, rappresentanti gli interessi dei settori più ricchi, del re e di regioni geografiche prospere come Bangkok, ai seguaci di Shinawatra e della linea politica di quest’ultimo. Nel 2011 le elezioni vedono la vittoria di Yingluck Shinawatra, sorella di Thaksin, che viene proclamata Primo Ministro di un governo di coalizione. Tale atto vede l’inizio di forti proteste anti-governative, senza tuttavia alcun risvolto politico rilevante. Nel novembre del 2013, però, a seguito di un tentativo fallito di varare un pacchetto di leggi che includa una amnistia generale per i crimini commessi dal 2004 in poi, e che quindi implichi la possibilità di un ritorno in politica di Thaksin, Yingluck decide di sciogliere il governo e indire nuove elezioni, con l’intento di guadagnare una più ampia maggioranza politica. Le consultazioni, tenutesi a febbraio, vengono tuttavia dichiarate nulle per irregolarità di voto in alcune circoscrizioni; riprogrammate per il luglio 2014, non si svolgono a causa della deposizione, il 7 maggio, della Shinawatra dalla carica di Primo Ministro per corruzione e abuso di potere1. Il 22 maggio, con la sospensione della Costituzione, l’instaurazione del coprifuoco e la fine del governo ad interim, la giunta militare prende il potere e inaugura un periodo di pace politica; il re garantisce in seguito il proprio supporto istituzionale a Prayuth Chan-ocha, leader politico della nuova giunta2. L’ascesa della giunta non significò l’inizio di grandi stravolgimenti o di un periodo di repressione particolare nei confronti della popolazione: dopotutto la Thailandia è il paese che ha vissuto in epoca moderna più colpi di Stato in termini assoluti, giungendo momentaneamente a dodici. A più di diciotto mesi dall’avvenimento, però, è indiscutibile che questo stravolgimento abbia significato un graduale e costante calo delle performance economiche del paese: al momento la Thailandia occupa il 33° posto mondiale dal punto di vista del PIL annuale, posizione di primo piano considerando anche quelle dei suoi immediati vicini; tuttavia, negli ultimi dodici mesi una serie di circostanze ha minato la stabilità economica nazionale, con gravi ripercussioni sulle performance del 2015. Riassumendo rapidamente, nel corso dell’anno: Bultrini, Raimondo, Thailandia, destituita la Premier per abuso di potere, «Repubblica.it», 7 maggio, 2014. Consultato il 15 febbraio, 2016. <http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/07/news/thailandia _destituita_la_premier_per_abuso_di_potere85442304/?ref=HREC1-21>. Parameswaran, Prashanth, Thailand Cuts 2015 Economic Growth Forecast, «The Diplomat», September 26, 2015. 1 Thailandia: colpo di Stato, militari al potere. Camicie Rosse: “Aspettatevi rappresaglie”, «Repubblica.it», 22 2 maggio, 2014. Consultato il 23 febbraio, 2016. <http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/22/news/thailandia _referendum-86841267/>. Cuscito, Giorgio, Il colpo di Stato getta la Thailandia nell’incertezza, «Limes», 29 maggio, 2014. Consultato il 15 febbraio, 2016. <http://www.limesonline.com/il-colpo-di-stato-getta-lathailandia-nellincertezza/62461>. Il Re thailandese appoggia il colpo di Stato dei militari, «Internazionale», 26 maggio, 2014. Consultato il 15 febbraio, 2016. <http://archivio.internazionale.it/news/thailandia/2014/05/2 6/il-re-thailandese-appoggia-il-colpo-di-stato-dei-militari>. www.istituto-geopolitica.eu le prospettive di crescita annuali sono state riviste più volte (tre) al ribasso: la crescita annuale prevista è stata infine al 2,7%, il livello più basso dei paesi dell’ASEAN, e metà di quello che era stato anticipato all’inizio dell’anno3; l’export ha raggiunto i livelli più bassi dal 2011 (anno di grave crisi economica conseguenza delle disastrose inondazioni che causarono tra i 25 e i 28 miliardi di danni4); la borsa thailandese ha perso il 15% rispetto al 2014; il valore del Baht è al minimo storico degli ultimi sei anni, e, all’aprile 2015, aveva perso il 10% da aprile 2014, e il 20% da aprile 20135; 3 Consultato il 24 febbraio, 2016. <http://thediplomat.com/2015/09/thailand-cuts-2015economic-growth-forecast/>. Kurlantzick, Joshua, Thailand Slashes Its Economic Growth Forecast, Council on Foreign Relations, September 30, 2015. Consultato il 24 febbraio, 2016. <http://blogs.cfr.org/asia/2015/09/30/thailand-slashesits-economic-growth-forecast/>. 4 Atlas Web, Tailandia: alluvioni, dopo tre mesi aumentano vittime e danni economici, Atlas. Consultato il 15 febbraio, 2016. <http://atlasweb.it/2011/11/28/tailandia-alluvionidopo-tre-mesi-aumentano-vittime-e-danni-economici579.html>. 5 Sorrentino, Riccardo, Rischio politico in Thailandia, «Il Sole 24 ORE», 1 settembre, 2015. Consultato il 22 febbraio, 2016. <http://www.ilsole24ore.com/art/commentie-idee/2015-09-01/rischio-politico-thailandia063754.shtml?uuid=ACDuytp>. www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 6 i prezzi al consumo sono calati dello 0.97% a novembre 2015, per l’undicesimo mese di fila; il paese è quindi in deflazione. Il debito privato è inoltre aumentato di più del 30% rispetto al 2008, in relazione al PIL pro capite6. Il grafico a pagina 7 fornisce una prima impressione della situazione: sono rappresentati i dati e le proiezioni sulla crescita del GDP, in cui la Thailandia occupa l’ultimo posto tra i paesi della regione, e a distanze tutt’altro che irrisorie. Le condizioni di vita peggiorano, l’abusivismo commerciale prospera e la popolazione ricorre a stratagemmi “atipici” per combattere la crisi: nell’ultimo anno la vendita di alcune bambole portafortuna, chiamate Look Thep, ha subito una crescita vertiginosa, correlata alla superstizione che tali amuleti possano aiutare a sconfiggere la crisi. 3. La crisi: cause e contingenze Ma quali sono le circostanze cui sono imputabili tali cifre negative? Forse la più importante è la crisi che ha coinvolto la Cina a partire dal luglio 2015, con lo scoppio di una bolla finanziaria attraverso modalità non dissimili da quelle della crisi statunitense del 2008. Dopo i primi allarmismi, e nonostante nel gennaio 2016 si siano verificati due crolli della borsa di Shanghai di oltre il 7%, tali da giustificare la momentanea chiusura della stessa, l’economia reale cinese rimane stabile e non pare vi sia la possibilità di un inquietante ripetersi della storia nel gigante orientale; in ogni caso, è innegabile vi sia stato un calo produttivo generato dalla bolla speculativa e dalle conseguenti evoluzioni borsistiche, in un momento storico in cui la Cina veniva vista come l’unica “isola di salvezza” dal punto di vista economico, data la solidità e la resistenza dimostrate alla crisi post 20087. Questa perdita di potenziale produttivo si è rovesciata anche sui paesi europei e sulla Franceschi, Andrea, Emergenti, il rischio contagio passa dal debito, «Il Sole 24 ORE», 5 gennaio, 2016. Consultato 6 il 12 febbraio, 2016. <http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-0105/emergenti-rischio-contagio-passa-debito063618.shtml?uuid=ACNnVJ4B>. 7 Prasad, Eswar, Cinque cose sbagliate sull’economia cinese, «Il Post», 10 gennaio, 2016. Consultato il 15 febbraio, 2016. <http://www.ilpost.it/2016/01/10/errorieconomia-cinese/>. www.istituto-geopolitica.eu Thailandia, con un effetto domino per cui sia direttamente che indirettamente quest’ultima ha conosciuto uno stop del proprio settore importexport, che costituisce secondo diverse fonti una percentuale variabile tra il 50 e il 70% del totale del PIL8. Nel complesso, si è avuto un calo dell’export nazionale del 5% per l’anno passato, calo che solo nel mese di ottobre 2015 ha raggiunto l’8% in termini assoluti, ossia una perdita pari a circa 18,5 miliardi di dollari. Le importazioni hanno subito un quasi uguale calo (8,5% a novembre), soprattutto per quanto riguarda il settore dei beni intermedi. Quello di ottobre è stato, tra l’altro, il decimo risultato negativo consecutivo dal punto di vista delle esportazioni, e ha spinto gli analisti a dubitare di una ripresa economica nazionale nel breve periodo. Ad aggravare la già precaria situazione politico-economica della Thailandia è infatti la sfiducia degli osservatori internazionali, secondo cui l’attuale giunta militare non dispone della volontà o dei mezzi per risolvere l’attuale contingenza economica 9 : sebbene secondo la Bank of Thailand la situazione sia in graduale ripresa, soprattutto grazie a maggiori investimenti statali che si propongono di compensare le perdite del settore import-export e di stimolare il consumo privato10, il mercato langue, in attesa di un cambiamento che forse dovrebbe provenire, più che dall’ambito economico, da quello politico. Il problema fondamentale sembra infatti essere costituito dal fatto che nella giunta militare mancano esperti tecnici che siano in grado di esercitare le proprie abilità per il bene del paese11. Tortora, Francesco, La Thailandia e la crisi, «L’Indro», 9 dicembre, 2015. Consultato il 20 febbraio, 2016. <http://www.lindro.it/la-thailandia-la-crisi/>. 9 Yuvejwattana, Suttinee, and Chris Blake, Post-Coup Thailand Sees Economic Slump Putting Pressure on Junta, «Bloomberg.com», 30 luglio, 2015. Consultato il 24 febbraio, 2016. <http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-07-29/postcoup-thailand-sees-economic-slump-putting-pressure-onjunta>. 10 Bank of Thailand, BOT Press Release 62/2015, dicembre 2015. Consultato il 10 febbraio, 2016. <https://www.bot.or.th/Thai/PressandSpeeches/Press/News 2558/n6258e.pdf>. 11 Crispin, Shawn, The Trouble with Thailand's Economy, «The Diplomat», July 31, 2015. Consultato il 20 febbraio, 2016. <http://thediplomat.com/2015/08/the-trouble-withthailands-economy/>. 8 www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 7 Le conseguenze per l’economia e la fiducia finanziaria sono inevitabili, con gli investitori esteri che non sono in grado di stabilire a chi siano in capo le decisioni finali, e dunque preferiscono non affrontare il rischio della perdita dei propri investimenti: gli Investimenti Diretti Esteri, ad esempio, sono crollati del 78% nei primi undici mesi del 2015; questo significa che, in mancanza di fonti di finanziamento e stimolo economico alternative, il governo è spesso costretto a correre ai ripari attraverso piani di finanziamento e sussidio statale per far sì che le imprese restino in grado di reggersi sui propri piedi12. Somkid Jatusripitak potrebbe rappresentare la prima iniezione di fiducia necessaria a risanare, relativamente, la situazione economica. Blake, Chris, Can Thai Junta Convince Investors It Knows What It’s Doing?, «Bloomberg.com», February 4, Già Ministro delle Finanze prima del colpo di Stato del 2006, e dunque al governo con la fazione politica avversa degli Shinawatra, è ora parte della giunta militare ed è stato, negli ultimi mesi del 2015, eletto responsabile economico13. Data la sua esperienza, e considerato l’andamento economico precedente, la giunta militare è dunque arrivata al compromesso per quanto riguarda la necessità di garantire al paese, oltre che il “quieto vivere” politico, una maggiore stabilità: una volta incaricato, Jatusripitak ha da subito provveduto ad annunciare uno “stimulus package” da 4 miliardi di dollari; recentemente è stato poi annunciato un altro piano di investimento nelle zone rurali per un totale di 35 milioni di Baht, con l’obiettivo, appunto, di stimolare le aree più povere della popolazione, che in ogni caso costituiscono l’ossatura portante 12 2016. Consultato il 20 febbraio, 2016. <http://www.bloomberg.com/news/articles/2016-0203/thailand-grows-old-waiting-for-democracy-as-junta-looksfor-love>. www.istituto-geopolitica.eu Parameswaran, Prashanth, Thailand’s Junta Reshuffles Its Cabinet Amid Uncertainty, «The Diplomat». August 20, 13 2015. Consultato il 24 febbraio, 2016. <http://thediplomat.com/2015/08/thailands-junta-reshufflesits-cabinet-amid-uncertainty/>. www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 8 dello Stato nel suo complesso. Questo sviluppo non è esente da giudizi esterni: ironicamente, la giunta militare sembra stare replicando, secondo alcuni, le manovre economiche che aveva precedentemente criticato alla Shinawatra, e per una delle quali è al momento sotto processo14. Jatusripitak specifica che i cambiamenti da lui operati da quando è stato nominato responsabile economico si svolgono nel senso non di una modificazione del sostrato economico a breve termine, attraverso cioè un’edulcorazione dei risultati e delle cifre degli indici economici fondamentali, ma in vista di una vera e propria riforma, i cui effetti saranno ben visibili nel medio e lungo termine, cioè a partire dalla fine di quest’anno15. Alla difficile circostanza dal punto di vista governativo si affiancano la questione costituzionale e quella riguardante il re, entrambe potenzialmente foriere di ulteriore instabilità politica. La giunta è attualmente al lavoro per far approvare un nuovo progetto costituzionale, che dovrebbe portare al passaggio alla democrazia entro breve; la bozza presentata però nel gennaio 2016 ha ricevuto parecchie critiche, e rischia di essere rigettata nel corso del referendum popolare pianificato nel luglio di questo stesso anno. Un eventuale rifiuto potrebbe causare un nuovo spostamento della data delle elezioni, già annunciate e disdette dal momento dell’instaurazione della giunta. Il premier Prayut Chan-o-cha ha garantito che le elezioni verranno tenute nel 2017 qualunque sia il risultato del referendum costituzionale (sollevando così implicitamente la questione di quale sistema elettorale dovesse venire adottato nel caso di un rigetto referendario)16; è probabile Hookway, James, Thailand’s Former Leaders Raise Pressure on Ruling Junta, «WSJ», February 10, 2016. 14 Consultato il 23 febbraio, 2016. <http://www.wsj.com/articles/ex-thai-leaders-raise-pressureon-ruling-junta-1455097714>. Pesek, William, Thailand’s Generals Shoot Economy in the Foot, December 04, 2015. Consultato il 15 febbraio, 2016. <http://www.barrons.com/articles/thailands-generals-shootland-of-smiles-in-the-foot-1449191706>. 15 Yoon, Suthichai, Thailand’s 2016 Economy: “China Factor” versus “Somkid Factor”, «The Nation», February 18, 2016. Consultato il 22 febbraio, 2016. <http://www.nationmultimedia.com/opinion/Thailands2016-economy-China-Factor-versus-Somkid-30279538.html>. 16 Parameswaran, Prashanth, Thailand’s Junta Chief Pledges New Elections in 2017, «The Diplomat», February 2, 2016. Consultato il 20 febbraio, 2016. www.istituto-geopolitica.eu invece, secondo alcuni, che l’esito negativo della consultazione possa portare effettivamente ad un ulteriore spostamento delle elezioni, in un’ottica ben precisa di procrastinazione politica: una tale decisione si ricollegherebbe infatti alla questione del trono e della successione. L’attuale sovrano, Bhumibol Adulyadej, ormai ottuagenario e ridotto in un letto di ospedale costantemente controllato, potrebbe con la propria morte aprire un periodo di ancora maggiore instabilità che farebbe comodo alla giunta militare per rafforzare il proprio potere. Infatti, data la rigidità del culto del sovrano in Thailandia, è stato impossibile, finora, affrontare la problematica della successione: parlare del sovrano e della sua morte basta infatti, agli oppositori politici della giunta e non solo, per essere tacciati di lesa maestà, con le conseguenze penali e politiche del caso. La morte di Adulyadej aprirebbe, secondo le tradizioni, un periodo di lutto della durata di un anno, durante il quale chi provasse a introdurre l’argomento elezioni, per sottolinearne la necessità in un’ottica di rinnovamento politico, verrebbe facilmente messo a tacere sulla base di una necessità di rispetto del defunto sovrano e del cordoglio nazionale17. La giunta acquisterebbe così nuovo tempo utile per dimostrare di poter garantire gli interessi interni ed internazionali; più realisticamente parlando, rischierebbe di affossare ancor di più il mercato thailandese. 4. Prospettive presenti e future Le contingenze introdotte finora avvengono in un periodo di grandi stravolgimenti economici internazionali di cui la Thailandia sembra non riuscire a tenere il passo, a differenza dei vicini che si sono imbarcati in ambiziose politiche di rinnovamento delle capacità produttive. Il paese si trova così in una situazione in cui, pur essendo astrattamente la prima nazione dell’area per PIL annuale, sta rapidamente cedendo lo scettro di potenza emergente a causa delle promesse di sviluppo politico ed economico <http://thediplomat.com/2016/02/thailands-junta-chiefpledges-new-elections-in-2017/>. 17 Blake, Chris, Can Thai Junta Convince Investors It Knows What It's Doing?, «Bloomberg.com», February 4, 2016. Consultato il 20 febbraio, 2016. <http://www.bloomberg.com/news/articles/2016-0203/thailand-grows-old-waiting-for-democracy-as-junta-looksfor-love>. www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 9 tradite. Allo stallo causato dall’impasse governativa si affianca la crisi cinese con le sue conseguenze: la possibile ulteriore svalutazione dello yuan aggreverebbe ancora la bilancia dei pagamenti, sia nei rapporti diretti CinaThailandia che in quelli Europa-Thailandia, a causa delle dinamiche internazionali di scambio tra le due regioni18. Dall’altra parte del mondo, l’innalzamento dei tassi di interesse operato dalla FED americana, pur essendosi rilevato inferiore alle aspettative 19 , potrebbe anch’esso influire negativamente sul settore economico estero thailandese 20 ; la svalutazione del Baht, operata nei confronti del dollaro con la prospettiva di un rilancio dei settori industriali, non ha avuto gli effetti sperati, e si è dimostrata in ogni caso insufficiente, rispetto ai valori nominali, per far sì che il valore reale del Baht non crescesse rispetto alle altre principali valute nel 2014 21 . Le previsioni di crescita così continuano ad essere riviste al ribasso, il settore finanziario boccheggia e la contrazione dell’export si protrae ormai per il terzo anno consecutivo22. Anche in questa situazione si può però trovare una nota positiva: la nuova struttura dell’ASEAN, modificata recentemente per garantire una maggiore collaborazione economica tra i firmatari dell’accordo, ha portato ad un abbassamento dei dazi doganali all’interno dell’area degli Stati membri, e ad una logica di supporto reciproco tra i vari paesi. Quest’ultimo punto si colloca nella prospettiva di un livello di maggiore protezione verso l’esterno, dal punto di vista economico e non solo; le rinnovate volontà di partecipazione e collaborazione comune potrebbero costituire dunque un primo segnale di speranza perché, almeno dal punto di vista regionale, la Thailandia riconosca i propri limiti economici e lavori per superarli. In quest’ ottica, negli ultimi mesi del 2015 la giunta militare e i suoi rappresentanti hanno cercato di accattivarsi le simpatie, tra gli altri, di Giappone, Cile e Russia, in modo che possibili investimenti da parte di questi Stati possano funzionare come volano per l’economia23. Resterà da vedere, nei prossimi mesi, quanto questo tentativo e i progetti di sovvenzionamento statale possano dare sollievo alle finanze, piagate, come già detto, più dalle incertezze politiche che da quelle economiche. 18 23 19 Thai Economy’s Gradual Recovery Continued in December on Stimulus Measures, Central Bank Says, Tortora, Francesco, cit. Federal Reserve Bank, Press Release, FRB: Federal Reserve Issues FOMC Statement, March 16, 2016. March 16, 2016. Consultato il 21 marzo, 2016. <https://www.federalreserve.gov/newsevents/press/monetary /20160316a.htm>. 20 Deboonme, Achara, Constitution Downside Risks of Thai Economy Imminent, «The Nation», January 19, 2016. Consultato il 2 febbraio, 2016. <http://www.nationmultimedia.com/business/CONSTITU TION-Downside-risks-of-Thai-economy-immine30277165.html>. 21 Ibid. 22 Blake, Chris, Thai Junta’s Latest Constitution Draft Denounced by Politicians, «Bloomberg.com», January 29, 2016. Consultato il 10 febbraio, 2016. <http://www.bloomberg.com/news/articles/2016-01-29/thaijunta-s-latest-constitution-draft-denounced-by-politicians>. www.istituto-geopolitica.eu 5. Conclusione Riassumendo, al momento il governo si trova ad un bivio, e con una composita situazione da affrontare. Mentre da un lato le fonti ufficiali, come la Bank of Thailand, vedono segni di ripresa nei deboli segnali economici di fine 2015 24 , dall’altro gran parte della popolazione rimane scettica, soprattutto nelle campagne. In quest’ultimo caso, ad esempio, nonostante il governo si impegni in progetti plurimiliardari di finanziamento rurale, i risultati di questi sembrano tardare ad arrivare, e il malcontento della popolazione che nel 2011 aveva contribuito all’ascesa al potere di Shinawatra, continua ad aumentare25. Nelle ultime settimane la Camera di Commercio sino-thailandese ha garantito la continuazione e, anzi, l’aumento degli investimenti nel paese a seguito della problematica situazione economica cinese26. In ogni caso la dipendenza della Thailandia delle esportazioni rende il contesto fragile ed Tortora, Francesco, cit. 24 «NASDAQ.com», January 29, 2016. Consultato il 17 febbraio, 2016. <http://www.nasdaq.com/article/thaieconomys-gradual-recovery-continued-in-december-onstimulus-measures-central-bank-says-20160129-00078>. 25 Sriring, Orathai, and Patpicha Tanakasempipat, Thai Government’s $7 Billion Efforts to Help Rural Economy Fall Flat, «Reuters India». February 11, 2016. Consultato il 20 febbraio, 2016. <http://in.reuters.com/article/thailandeconomy-idINKCN0VK00K>. 26 Sirimai, Pawee, Chinese Keen on Thailand despite Slowing Economy, «Bangkok Post», February 01, 2016. Consultato il 24 febbraio, 2016. <http://www.bangkokpost.com/business/news/846652/chin ese-keen-on-thailand-despite-slowing-economy>. www.geopolitica-rivista.org Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie 10 esposto continuamente a fluttuazioni imprevedibili. Nel corso dell’anno, se la giunta sarà in grado di contenere le situazioni di insofferenza e di convincere gli osservatori della propria affidabilità, saranno solo i grandi avvenimenti internazionali a decidere della possibile ripresa economica: le elezioni presidenziali statunitensi e le condizioni del mercato cinese segneranno il passo di evoluzioni importanti da tutti i punti di vista. Ai decision-maker nazionali non resta dunque che “incrociare le dita”, direbbe qualcuno, sperando in un risvolto positivo degli avvenimenti: nel paese l’invasione delle Look Thep che scaccino gli effetti della crisi rende adeguatamente conto dello stato morale della popolazione e della fiducia verso i governanti. Nel frattempo, Jatusripitak confida che le proprie riforme stimolino la salute economica del paese. Per questo, nonostante per ora i primi mesi del suo mandato non siano stati caratterizzati da numeri incoraggianti, il ministro, e con lui la giunta nel suo complesso, guarda al futuro fiducioso, o forse meglio speranzoso, in un avvenire più proficuo e promettente. Così, con in una mano i portafortuna e nell’altra riforme definite strutturali, la Thailandia si prepara ad affrontare quello che potrebbe risultare la congiuntura storica più tribolata degli ultimi anni. www.istituto-geopolitica.eu www.geopolitica-rivista.org