3.8 Verifica e valutazione - IC Matteo Della Corte

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3.8 Verifica e valutazione - IC Matteo Della Corte
PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA
3.8 VERIFICA E VALUTAZIONE
La valutazione, espressione dell'autonomia professionale della funzione docente, nella sua dimensione
sia individuale che collegiale (D.P.R. 122/09, art. 1.3) nonché dell'autonomia didattica, D.P.R.275/99,
ha per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo
degli alunni, (ogni alunno ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva ); concorre con la sua
finalità formativa e attraverso l'individuazione delle potenzialità e delle carenze di ciascun alunno ai
processi di autovalutazione degli alunni stessi, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo
formativo. Essa, dunque, precede, accompagna e segue i percorsi curricolari, attiva le azioni da
intraprendere, regola quelle avviate, assume una funzione formativa per tutti i processi di
apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo.
A scuola tre sono i soggetti valutatori: l'insegnante, la scuola, l'Invalsi; all'insegnante compete la
responsabilità della valutazione, la cura della documentazione didattica, la scelta dei relativi strumenti
nel quadro dei criteri deliberati dai competenti organi collegiali.
Alle singole istituzioni scolastiche spetta la responsabilità dell'autovalutazione che ha la funzione di
introdurre modalità riflessive sull'intera organizzazione dell'offerta formativa e didattica della scuola,
ai fini del suo continuo miglioramento, anche attraverso dati di rendicontazione sociale o dati che
emergono da valutazioni esterne.
L'Invalsi sostiene (Dir. Min. n.11/2014) i processi di autovalutazione delle scuole fornendo strumenti
di analisi dei dati resi disponibili dalle scuole, dal sistema informativo del Ministero e dalle rilevazioni
nazionali e internazionali degli apprendimenti; definisce un quadro di riferimento, corredato di
indicatori e dati comparabili per l'elaborazione dei rapporti di autovalutazione ; in quanto ha il compito
di rilevare la qualità dell'intero sistema scolastico nazionale e di fornire alle scuole, alle famiglie e alle
comunità sociali elementi di informazioni essenziali circa la valutazione all'interno del nostro sistema
di istruzione.
L'atto valutativo è uno dei momenti di un processo continuo e sistematico di ricerca e di raccolta
d'informazioni che devono essere elaborate, interpretate, al fine di esprimere un giudizio e giungere
alla più adeguata delle decisioni possibili in relazione alle finalità e agli obiettivi che lo stesso processo
valutativo s'è posto. La sistematicità della ricerca delle informazioni presuppone il ricorso a
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strumentazione condivisa dal Collegio dei Docenti, trasparente e ritenuta valida e pertinente per lo
scopo che si vuole raggiungere; le informazioni da ricercare, a loro volta, devono essere affidabili e
giustificate in rapporto alla scelta.
Nella nostra scuola la didattica è legata al contesto, al particolare, alle interazioni tra i soggetti e la
valutazione, pertanto, privilegia la ricostruzione e l'analisi dei processi della storia individuale
dell’alunno.
Le sue parole d'ordine sono comprensione delle prestazioni e analisi dei processi, piuttosto che misura.
I suoi attori, insegnante e alunno, sono contemporaneamente coinvolti: l'alunno quale soggetto attivo, e
come tale protagonista e responsabile del suo percorso d'apprendimento, il docente quale figura
professionalmente attrezzata, "mediatore culturale". E’ un approccio coerente con la progettazione per
situazioni, ma anche con la didattica laboratoriale e comunque con tipi di didattica non trasmissiva.
E' perciò dominante nella valutazione, il pensiero riflessivo, lo sguardo sistemico al processo
d'insegnamento/apprendimento, che chiama in causa gli attori di questo processo, i metodi utilizzati,
l'organizzazione complessiva del micro e del macrosistema, i rapporti interpersonali, il funzionamento
degli organi collegiali e quant'altro. In altre parole l'efficacia dell'intervento viene analizzata e quindi
valutata, alla luce di tutte le variabili che hanno determinato condizionamenti. Questo tipo di
valutazione si articola in più livelli e coinvolge tutti. Siamo convinti anche dell'importanza del
processo di autovalutazione della professionalità da parte del docente (autovalutazione professionale),
che ne fa un professionista riflessivo grazie "alla riflessione sull'azione mentre essa si svolge", perché
gli permette di incrementare sia i suoi livelli di consapevolezza e di responsabilità professionale, sia le
sue conoscenze e le sue competenze.
E' poi necessario valutare la scuola: avviare processi consapevoli di autovalutazione (DPR n. 80/2013)
degli istituti scolastici significa favorire l'assunzione in loco di decisioni che possono elevare la qualità
dell'offerta formativa, senza peraltro trascurare che ogni servizio sociale è chiamato a "dare conto" dei
risultati conseguiti in termini di efficacia e di efficienza e senza trascurare che anche una valutazione
esterna può fornire elementi utili al miglioramento complessivo della qualità del servizio.
Lo dice, d'altra parte, chiaramente l'OCSE quando scrive che "la valutazione della scuola non dovrebbe
essere vista come un fine in se stesso, ma come la prima tappa di un lungo processo di miglioramento
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della qualità; l'ispezione diretta e l'uso diretto di indicatori si integrano l'un l'altro come metodi di
valutazione, per capire come funzionano le scuole, e per fornire indicazioni su come migliorare".
La stessa Dir. Min. n.11/2014 afferma la necessità di avviare e coordinare attività di valutazione
esterna, con le visite dei nuclei di valutazione costituiti dai dirigenti tecnici, che ne assumono il
coordinamento, e da esperti; d'altra parte in relazione alle funzioni di coordinamento del Sistema
nazionale di valutazione, attribuite all'INVALSI dall'articolo 51 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, si legge che è compito dell'Istituto
predisporre un rapporto sul sistema scolastico italiano volto a consentire un'analisi su base nazionale e
una comparazione su base internazionale.
Condivisione, partecipazione diretta al momento valutativo, e autovalutazione da un lato consentono
alla scuola di conoscere le proprie peculiarità, definendone l’identità, e dall’altro lato
favoriscono la motivazione al cambiamento in quanto il giudizio è frutto del proprio pensiero critico,
non elaborato da soggetti esterni.
VALUTAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
Nella scuola dell’infanzia la valutazione ha sempre assunto un ruolo di accompagnamento continuo e
costante dell’azione didattica, in stretta connessione con i momenti di osservazione e verifica.
In questa fase evolutiva così delicata emergono alcuni dei nuclei fondanti della struttura di personalità
di ognuno, che nel tempo si andranno affinando, arricchendo e consolidando.
Ciò che va valutato, infatti, non sono le capacità ed abilità misurate in senso stretto, ma il percorso di
crescita di ogni bambino, da cui possano affiorare i tratti individuali, le modalità di approccio ed
interazione, lasciando emergere di volta in volta risorse e potenzialità, come pure i bisogni formativi e
talvolta difficoltà..
In linea con le nuove Indicazioni Nazionali quindi la valutazione ha nella scuola dell’infanzia una
prevalente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al
miglioramento continuo.
Perché valutare?
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Per informare meglio le famiglie, gli alunni, la comunità;
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Per regolare l’azione didattica: l’insegnamento, l’apprendimento, la relazione, l’organizzazione;
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Per formare il senso della responsabilità;
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Per aiutare a crescere.
Che cosa valutare?
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I risultati dell’apprendimento degli alunni;
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Il grado di socializzazione - integrazione degli alunni nel gruppo;
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I processi di insegnamento - apprendimento: gli stili comunicativi, le metodologie utilizzate;
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I risultati dei progetti realizzati.
Come valutare?
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Prove di verifica per l’apprendimento degli alunni;
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Osservazioni periodiche e riflessione.
VALUTAZIONE NELLA SCUOLA PRIMARIA
La valutazione nella scuola primaria ha un’evidente finalità formativa e concorre, attraverso
l‟individuazione delle potenzialità e delle carenze di ciascuno, al miglioramento dei livelli di
conoscenza ed al successo formativo di tutti, considerati i livelli di partenza. Essa è parte integrante
della progettazione, non solo come controllo degli apprendimenti, ma come verifica dell' intervento
didattico, al fine di operare con flessibilità sul progetto educativo. I docenti, pertanto, hanno nella
valutazione lo strumento privilegiato che permette loro la continua e flessibile regolazione della
progettazione educativo/didattica; infatti, essa non è limitata ad un’ individuazione di obiettivi di
apprendimento, ma si apre ad una visione globale e complessa del processo di insegnamento apprendimento.
Nel promuovere il processo formativo della persona, assume particolare rilievo la valutazione degli
alunni diversamente abili e la valutazione degli alunni non italiani.
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Per quanto riguarda la valutazione degli alunni diversamente abili, si rimanda al percorso educativo
personalizzato per l'alunno. Per gli alunni con difficoltà (BES e/o DSA) adeguatamente certificate, la
valutazione e la verifica degli apprendimenti, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive
di tali alunni; a tali fini sono adottati, nell'ambito delle dotazioni disponibili, gli strumenti
metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei (art. 10, c. 1 del DPR 122/09).
Per gli alunni non italiani, la valutazione si ispira ad una necessaria gradualità in rapporto al progredire
dell' acquisizione della conoscenza della lingua italiana, alle potenzialità di apprendimento dimostrate,
alla motivazione, all' impegno, agli interessi e alle attitudini dimostrate.
CONCLUSIONE
In conclusione, la famiglia, che in itinere prende visione delle prove di verifica scritte, viene informata
dei risultati del percorso formativo dell’alunno a cadenza bimestrale, al termine di ogni
quadrimestre e con colloqui individuali.
Per quanto riguarda l’ammissione alla classe successiva il comma 1 bis dell’art. 3 della Legge 169/03
e il D.P.R. del 22 giugno 2009 n. 122 prevedono la possibilità di non ammissione di un alunno alla
classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione, con decisione
assunta all’unanimità dai docenti.
Il Collegio docenti ha deliberato i criteri per l’applicazione della valutazione espressa in decimi.
In ogni disciplina la valutazione è basata:
· sul profitto dell’alunno, desumibile dalle valutazioni delle singole prove (scritte, orali,
pratiche) ma terrà conto anche:
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dei progressi ottenuti rispetto ai livelli di partenza
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dell’andamento delle valutazioni nel corso del tempo
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del livello di autonomia operativa
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dell’impegno individuale.
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CRITERI PER L’ATTRIBUZIONE DEI VOTI NUMERICI ESPRESSI IN DECIMI
Il D.P.R. del 22 giugno 2009 n. 122 , art. n.2 commi 2 e 4 conferma che “I voti numerici attribuiti nella
valutazione periodica e finale sono riportati anche in lettere nei documenti di valutazione degli alunni.
La valutazione dell’insegnamento della religione cattolica è espressa senza attribuzione di voto
numerico.”
Nella formulazione dei criteri per l’attribuzione dei voti numerici, il Collegio dei docenti ha deliberato
che non si contemplano voti inferiori al 5 (Cinque) perché nell’ottica di una valutazione formativa e, in
considerazione dell’età evolutiva degli alunni, si intende promuovere il più possibile l’autostima e la
fiducia in sé nei bambini.
CRITERI PER L’ATTRIBUZIONE DEI VOTI NUMERICI ESPRESSI IN DECIMI
Cinque
Sei
Sette
Otto
Nove
Dieci
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Parziale raggiungimento degli obiettivi disciplinari. Parziale acquisizione di
abilità e conoscenze. Scarsa autonomia. Non si registrano progressi
apprezzabili.
Raggiungimento degli obiettivi disciplinari strumentali. Acquisizione
essenziale e/o non sempre stabile delle conoscenze e delle abilità di base
fondamentali. Sufficiente autonomia nell'applicare procedure e metodologie
disciplinari. Si manifestano dei progressi ma gli apprendimenti sono ancora
fragili e parziali
Discreto raggiungimento degli obiettivi disciplinari. Acquisizione stabile
delle conoscenze e delle abilità di base fondamentali. Discreta autonomia
nell'applicare procedure e metodologie disciplinari.
Buon raggiungimento di tutti gli obiettivi disciplinari. Sicura acquisizione
delle conoscenze e delle abilità di base. Piena autonomia nell'applicare
procedure e metodologie disciplinari.
Ottimo raggiungimento degli obiettivi disciplinari. Sicuro possesso delle
abilità e delle conoscenze disciplinari. Capacità di spiegare il contenuto
degli apprendimenti. Padronanza delle fondamentali procedure e delle
metodologie disciplinari. Capacità di servirsi degli apprendimenti in contesti
diversi.
Eccellente raggiungimento di tutti gli obiettivi disciplinari. Sicuro e
articolato possesso delle abilità e delle conoscenze disciplinari.
Padronanza di tutte le procedure e metodologie disciplinari. Capacità di
porre in relazione competenze e conoscenze maturate in contesti diversi.
Capacità di esprimere valutazioni ed elaborazioni sintetiche personali.
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