AUTOPOIE3I E COGNIZIONE II pensiero di Maturana e
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AUTOPOIE3I E COGNIZIONE II pensiero di Maturana e
AUTOPOIE3I E COGNIZIONE II pensiero di Maturana e Varela comincia con un disegnino; Esso rappresenta che va presa l'occhio come un di un osservatore, e la prima affermazione, assioma, è che ogni cosa detta è detta da un osservatore a un altro osservatore, fosse pure egli stesso. degli siamo osservatori, ovvero degli esseri viventi con determinate caratte- ristiche cui Noi di funzionamento. parliamo di noi E stessi, possiamo quando dire cioè questo nel momento in riflessivamente facciamo di noi stessi l'oggetto del nostro discorso. Come del tutti gli assiomi, anche questo ha la caratteristica "prendere o lasciare", del non poter essere soggetto a discussione. Un assioma deve essere di per sé evidente. Un cui di quella fondamentale distinguere avere un osservatore tra deve alcune caratteristiche, di è la possibilità di creare delle distinzioni, differenze. funzionamento avere tale Per poter essere osservatori occorre che consenta di rilevare delle differen- - 2- ze (1). Quando esaminato quella abbiamo di visto Hall e la definizione di "sistema", abbiamo Fagen citata da Watzlawick: "un sistema è un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti e i loro attributi", per cui ci sono delle componenti e delle relazioni che le tengono insieme. Ritornando comunità Pertanto, di all'assioma, osservatori, gli osservatori vivono in una e all'interno di questa comunità comunicano. se da una parte abbiam messo gli occhi e la bocca, dall'altra dovremo mettere un orecchio: anche se quest'orecchio potrebbe di fatto essere collocato accanto (1) Le d i s t i n z i o n i sono proposte a una comunità di osservatori da un osservatore naturale. Se la premessa è che q u a l s i a s i cosa detta è detta da un osservatore a un altro osservatore, non c'è alcuna p o s s i b i l i t à di fare osservazioni a l i v e l l o di verità assoluta. L ' o b i e t t i v i t à è messa tra p a r e n t e s i , ovvero: qualsiasi cosa io possa dire è soggettiva, in quanto detta da un osservatore. Tutto quello che possiamo fare è parlare insieme, raggiungere un accordo e c o n v i n c e r c i che va bene che le cose siano definito in quel certo qual modo; ma il fatto che siam tutti d'accordo non vuoi dire "è vero" (obiettività fuori parentesi) perché ciò i m p l i c h e r e b b e che noi abbiamo la p o s s i b i l i t à che cosa è la verità, ovvero che possiamo uscire "dietro" gli occhi Jel disegno. Cosa che non si da. Se noi a c c e t t i a m o la premessa "ogni cosa detta è detta da un osservatore ..." questo rappresenta una conseguenza logica i n e v i t a b i l e . Tutto ciò c a m b i a la posizione di fronte al p e n s i e r o scientifico-filosofico in maniera notevole. Le v a r i e teorie d e l l a conoscenza v e n g o n o Ticdificate d a l l a accettazione di una tale premessa. Proviamo a pensare a d e g l i effetti concreti di ciò: una persona che è in - 3- agli ad occhi un e altro alla bocca: un osservatore, quando parla, dice qualcosa osservatore, ma questo "altro" potrebbe benissimo essere egli stesso. Difatti succede, a volte, che noi parliamo per noi stessi! Nella premessa è insito, ancora, che muore i in suoi qualità occhi, di la osservatore sua bocca senza e uno poter tutta nasce, vive, utilizzare altro che la struttura che fa di lui un osservatore. Che con distinzioni l'interrogarsi su una "domande adolescenziali": un vivo cane nella in vita modo da ci un può un questione basilare, morto? posti Egli comincia oggetto tipico delle Che cosa distingue E* una di quelle domande che tutti e tutti abbiamo cercato, chi più chi meno soddisfacente, di Maturana e Varela, la differenza morto a livello dell'organizzazione, è osservatore? cos'è un essere vivente? cane siamo fare darci una risposta. Ebbene, proseguono che c'è tra un cane vivo e un cane che cambia nel- momento in cui il cane è vivo rispetto al momento in cui il cane è morto. Questo da cioè tipo di organizzazione viene definito Maturana e Varela "organizzazione autopoietica". Un sistema vivente, autopoietico, fra di loro so particolare queste è un sistema che ha componenti le quali hanno delle relazioni tali che consentono di riprodurre attraverstesse relazioni sia le componenti del sistema sia le rela- zioni che le tengono insieme. L'organizzazione ne per cui in un sistema autopoietica le relazioni è quel tipo di organizzazioche legano le componenti e le componenti stesse sono in grado di riprodurre a loro volta componenti e relazioni. coma profondo e che ha l'EEG piatto, è v i v a o è .noria? Qualche anno fa sarebbe stata considerata morta, oggi sarebbe viva. Il p r o b l e m a è, qui, quallo di stabilire una linea di demarcazione; noi potremmo dire: "E 1 clinicamente morto l'individuo che non ha processi b i o c h i m i c i in atto", e allora il momento d e l l a morte d o v r e b b e essere spostato in avanti rispetto a q u e l l o che si dice comunemente (arresto del battito cardiaco, ecc.): anche _ 4 - II significa a quel termine "produzione", tipo di "autopoiesi" deriva "autoprodursi". relazioni che dal Tale legano le greco termine póiesis che fa riferimento componenti, p. es., di un essere umano, relazioni tali da produrre costantemente sia le componenti del corpo umano (si pensi allo sviluppo dall'embrione sino alla persona anziana) sia nenti relazioni e le relazioni che legano tra di loro le componenti. Compo riproducono costantemente componenti e relazioni; ne emerge un processo di tipo riflessivo. Un per cui nenti e cane vivo è un cane che ha questo tipo di relazioni: le componenti e le loro relazioni continuano a produrre comporelazioni; un cane morto, invece, è morto: non ha questo tipo di organizzazione. Ci autopoietici potrebbe sono del almeno due tipi di sistemi autopoietici: sistemi I ordine e sistemi autopoietici del II ordine. Poi si parlare - ma qui la discussione è ancora aperta - di sistemi autopoietici del III ordine. I assimilabili cioè, che sistemi autopoietici del I ordine alle non cellule possono o agli organismi sono sistemi semplici unicellulari. Sistemi, essere separati in componenti che siano a loro volta organizzate in maniera autopoietica. I da dei aggregazioni processi rientriamo da sistemi autopoietici del II ordine organizzate s.a. costituiti del I ordine. Qui posso attuare di divisione; ad es.: noi, come tutti gli esseri viventi, nella categoria dei s.a. del II ordine poiché siamo composti un'organizzazione del I che costituiscono le caratteristiche a livello di sono di cellule le quali di per sé sarebbero s.a. ordine. Io potrei in linea teorica fare un computo delle cellule il mio organismo e indicare ogni cellula come avente del intracellulare questo l i m i t e : in questo non s.a. deve del I succedere ordine. più Andando niente. a rileggere la Dipende da noi dove mettere m o m e n t o a l i v e l l o di società l'abbiamo nesso in un certo punto (e d i f a t t i questo ha conseguenze e i m p l i c a z i o n i di carattere legale) ma n u l l a vieta che in futuro lo si sposti più in là. E' un l i m i t e "elastico", dipende dalle d e f i n i z i o n i date d a l l a scienza, dai nostri s t r u m e n t i , ecc. Q u e l l o che noi c h i a m i a m o " o b i e t t i v i t à " è in realtà un certo l i v e l l o di i n t e r s o g g e t t i v i tà. storia dell'evoluzione si potrebbe s.a. a si del I ordine, sono essere poi organizzati chiamate potrebbe essere un dire che all'origine vi erano certo momento questi sistemi semplici costituendo delle aggregazioni tali da poter "organismi". Una avvenuto trova ne L'io della mente, nell'articolo si divertente descrizione di come ciò di Dawkins "Geni egoisti e memi egoisti" (pagg. 128-149). E' riguarda avanti di in ne, la discussione, come si è detto, per quanto i sistemi autopoietici del III ordine, perché se noi andassimo logicamente, organismi, sistemi Per aperta e questi allora ultimi s.a. del dovrebbero III essere aggregazioni ordine dovrebbero essere quei che chiamiamo "sociali", composti da aggregazioni di organismi. esempio, un formicaio dovrebbe essere un s.a. del III ordine; realtà Maturana è molto restio ad accettare questo tipo di estensioe se sarebbe massimamente è al limite disposto a farlo a livello di formicaio, perplesso quando si tratti di sistemi sociali umani: una famigli - a suo avviso - non ha le caratteristiche dell'autopoiesi; può essere non "autopoietico". sicuramente definita come un sistema del III ordine, ma Se torniamo infatti alla definizione di autopoiesi non possiamo dargli torto. Che da vedere, logico e in cosa la caratteristica attribuibile non è del III ordine è comunque tutto se volessimo davvero mantenere un rigore sono sistemi sì del III ordine, ma non è loro attribuibile dell'autopoiesi, all'intera quale e sistema questo discorso, tale dovrebbe essere l'intera specie umana. famiglie ordine, un probabilmente, Le biosfera, sia di certo la qui la specie terra, la sede, nel che sarebbe invece più giustamente suo insieme. Un potrebbe essere, discussione va pianeta con la poi, un sistema del IV verso il sesso degli angeli, e questa, per procedere lungo questa via, perché di questo passo si arriverebbe a parlare di galassie, universo, ecc. Con che sostiene ciò la viene messo possibilità in crisi quel modello di scienza di una conoscenza obiettiva: nel disegno S O G G E T T O R E A L T A ' è schematizzato di un proprio soggetto quel conoscente; modello esiste di una realtà conoscibile e un rapporto tra realtà e soggetto tale per cui il soggetto si riproduce una sorta di "mappa", di "fotografia", Ora, della tra realtà oggetto differenze, non ed della c'è re, ecc. fotografia mai corrispondenza biunivoca: pere, elabora mentalmente tale tipo di fotografia. e fotografia vi sono sempre delle una coincidenza precisa; esiste comunque una se io fotografo un cesto di frutta contenente mele e arance, posso - guardando la fotografia - andare a indicanel Il cesto reale soggetto, imperfetto, e qual è la pera che io ho fotografato, la mela, nel suo tentativo di conoscere la realtà può essere quindi la non-conoscenza della realtà è in definitiva un "difetto" del soggetto. Ci tra l'oggetto sono delle fotografato regole di trasformazione nel passaggio e la fotografia, che consentono un percorso in entrambe le direzioni: S O G G E T T O R E A L T A Tanto è vero, che io posso fare delle verifiche: posso - 7- per esempio, guardare E se non dopo se ci scopro aver sono che fotografato effettivamente ci sono anche pere, mele pere delle mele e e banane, andare a banane nel cesto. arance, che nella fotografia risultavano, posso dire che qualcosa nel fotografo non ha funziona- to. C'è questo ci tutta rapporto, invia dei una serie nelle quali segnali che di la teorie realtà impressionano è scientifiche riguardo a vista come stimolo: essa la "pellicola fotografica", per cui noi ci facciamo una sorta di fotografia interna del reale. Se parentesi, non invece se neghiamo noi accettiamo affatto non mettiamo la che teoria ci sia l'obiettività dell'osservatore una realtà fuori (2), della con ciò fuori di noi; qualco- sa fuori di noi c'è di sicuro, perché altrimenti non potremmo continuare ad esistere, dice: cioè a realizzare la nostra autopoiesi. Infatti Maturana un sistema vivente realizza la propria autopoiesi in interazione, in "accoppiamento strutturale" con un medium un qualsiasi motivo perde questo che è fuori di lui. accoppiamento strutturale Se per con il medium si "disintegra" (vedi pag.14). Perché esista un sistema autopoie- (2) C'è una stazione g i u s t i f i c a z i o n e d e l l 1 a u t o r i t a r i s m o i n s i t a come d e d u z i o n e i m p l i c i t a n e l l ' i m p o - che bene o male non mette l'obiettività è c o n o s c i b i l e , e se la n o n - c o n o s c e n z a d e l l a r e a l t à è un h a n d i c a p o un d i f e t t o del soggetto, e se ci sarà q u a l c u n o questo handicap non è u g u a l m e n t e d i s t r i b u i t o tra gli u o m i n i , allori; che p o s s i e d e più r e a l t à di q u a l c u n a l t r o ; e sarà a l l o r a c o r r e t t o che e n i ne possiede di più p r e v a r i c h i , Nel contempo, prognosi, è quel da una che che sono gii spiega le carte "come in suoi t e r m i n i con le buone o con le c a t t i v e , chi ne possiede di m e n o . . . un'impostazione medica1izzazione soggetto t a n t ' è vero vero tra parentesi: se esiste l ' o b i e t t i v i t à vera, cne con è meno genere può dedursi una prassi del tipo d i a o n o s i - handicap nel riconoscimento della realtà "malattia m e n t a l e " , q u e l l o che ha tanto di b o l l o e patente per "fare anni si regola precisi, di conseguenza. del d e l p r o b l e m a d e l l a m a l a t t i a m e n t a l e , e c c . :l o p s i c h i a t r a ed fa" vede in anni che va d a u n a l t r o , c h e h a u n a p a t e n t e g r a n d i s s i m a , :n e (trasmissione la le a i a g n o s i " ; t a r i : ' » del sapere); e quando lo p s i c h i a t r a con t u t t e r e a l t à "malattia m e n t a l e " , è a u t o r i z z a t o a d e s c r i v e r l a nei rapporto a un q u a l c o s a c h e " e f f e t t i v a m e n t e c ' è " , e ac a g i r ? tico è necessario che vi sia un medium (che è poi un modo come un altro di indicare in questo l'ambiente) scambio, possibilità al e che genere in io, "umano" con cui questo sistema ho, di il sistema dato sia ben agganciato accoppiamento autopoietico conoscere strutturale. Tutte le del li ordine appartenente questo che è fuori di me è solo soltanto elaborarlo, secondo il modo in cui sono fatto, dentro la mia mente. me", Cioè, io non ali'infuori di ho alcuna quello che possibilità mi di sapere del "fuori di è consentito dalla mia struttura e dalla mia organizzazione. Quindi non posso istituire alcuna corrispondenza biunivoca fuori di me. tra In il modo in cui io rappresento e quello che c'è realtà, quello che io vedo come esterno a me avviene tutto dentro il mio cervello. Ritorniamo allo schema: S O G G E T T O R E A L T A ' Non possiamo tracciare alcun tipo di "freccia" che indichi corrispondenza tra ha un in accoppiamento cui il rappresentazione suo modo soggetto di mentale e realtà. Esiste un soggetto che funzionare, che si trova "immerso" in un ambiente strutturale "crea", con inventa, esso, in una situazione tale per costruisce una realtà che continua ad andare avanti per lui esclusivamente fintante che lui sopravvive. r Secondo chiamato sono su ad Non "terra", che determinate questo questo veniva essa vi vi era prima posizione è terzo il condizioni pianeta ci gatti, la vi di noi del viviamo in un pianeta sistema solare, nel quale vi gravitazione, temperatura, ecc., e sono varie forma di vita. Alle elementari tutto rappresentato con l'immagine della scala: in cima erano gli uomini, predestinati da Dio ad essere i padroni. alcun dubbio che altri esseri animati, elefanti, cani, vivessero sullo stesso pianeta, sottoposti ai medesimi principii che in maniera sui minerali. uniforme agivano Conclusione di sul questa vivente, sugli alberi, e anche rappresentazione era che noi metter tra viviamo in un universo. La conclusione che si che noi parentesi l'obiettività è quale modo noi noi il esseri in umani cui perché ricava, viviamo organizziamo provvisti invece, di in dal un "multiverso", nel la realtà ha a che fare con una struttura nel complesso simile, salvo alcuni particolari che restano tutto sommato li; quello che noi inverificabi- sappiamo è che tra esseri umani, attraverso l'uso del linguaggio di cui disponiamo, possiamo metterci d'accordo, coordinare i nostri sappiamo assolutamente non ho del modo di comportamenti, la più in niente pallida idea se vivessimo in un universo; ma non del modo in cui vivono i gatti. Io del modo in cui il gatto vede il mondo, cui il gatto vive. Figuriamoci, poi, le piante. Si tratta mondi che, in base alla diversità di organizzazione, sono - presumi- bilmente — completamente "pianeta-terra" Io come è un diversi da quello in cui viviamo noi. Questo indice di riferimento, in fondo, piuttosto vago. posso benissimo convivere con un cane e un gatto, eppure non viviamo nello essere stesso modo: per loro le cose, per quanto ne sappiamo, potrebbero completamente diverse da mondo visto essendo un topo mondo visto essendo un essere essere la razza egemone del ha ciò che delle umano. pianeta rappresentano per noi. Il caratteristiche diverse dal Noi e ci siamo fatti l'idea di pensiamo che dipenda da noi farlo saltare topi in abbiano aria o farlo girare ancora per un po': poniamo che i un modo di comunicare le cose tra di loro per cui noi siamo quegli esseri fastidiosi che procurano dei luoghi di concentrazione del tutto cibo il alle e che pianeta malattie. questo in Se girare Noi ancora, gira. Non non non o popolazione modo un pianeta!", parametri. la ben organizzato, numerosissima, resistente topo dicesse: avrebbe certo abbiamo idea addirittura sappiamo dei topi sia piazzata un po' per come torto, se se si "Noi, siamo la razza egemone in in base ai suoi propri i topi permettano alla terra di vedano descrivono la terra come qualcosa che il mondo, e neanche se se lo descrivano (3). Eppure, maestro a delle livello rete di difficile Se noi quel modo elementari delle è conseguenze accordi, di di rappresentare tutt1altro che ne definizioni, che i dati tipico del tramontato. Anche perché derivano, si realizza tutta una così stretta e vasta che è molto sostituirla con un'altra che conduca in tutt'altra direzione. diciamo ammetterlo, che tutto gli un animali nostro "hanno modo di un'ani-ma", se arriviamo ad vivere (per esempio il mangiar carne, i macelli...) crolla. Tra l'obiettività funzionare; è funziona gli tra se costruito, come due esseri umani, le cose, come stanno? Se io - messa parentesi - faccio distizioni in base al mio modo di guardo come attraverso i miei occhi come è fatto, come funziona un essere umano e guardo come è costruita, una formica, uomini constato assomigliano che molto c'è una certa differenza, per cui di più agli altri uomini che non alle formiche. Maturana ne deduce che più alta è la somiglianzà tra due organismi autopoietici e più è possibile stabilire un rapporto di co municazione. Ciò, tuttavia, ha dei limiti, e questi limiti sono i (3) C'è una frase di Bertrand R u s s e l l , a questo proposito, che merita di esser citata: "Dal verme al filosofo c'è una scala ascendente di complessità. Peccato che, questo, sia il filosofo a dirlo". limiti ne?", della comunicazione. Se io chiedo: "Di che colore è quel maglioi diversi osservatori daranno risposte diverse (viola, violetto, indaco...). Dopo sul "viola": una. scala noi se volta possiamo e il creare dunque scegliere insieme, valendoci di colore più vicino a quello del maglione dato tra noi un coordinamento di comportamenti. io chiedessi a chiunque dei presenti di portarmi per la prossima un "viola" golf viola, corrisponda, qualsiasi ha sensazione Possiamo zione lunga discussione gli interlocutori si accordano cromatica, inizialmente, Ma una identica io "viola". a noi mai sapere se quello che io chiamo Io a quello che un altro potrei avere, rispetto al "viola", una quella che il mio interlocutore ha del "verde". su quello che è "viola", ma cosa sia quella sensa- chiamo tra potrei a livello di sensazione, accordarci che possiamo del non "viola" confrontare non i è trasmissibile in alcun modo. Né nostri rispettivi modi di "provare" il color viola (4). Quello è quello che che gli Maturana esseri umani possono, al più, trovare chiama accordo comportamentale. Rappresentiamo un sistema autopoietico: Tra di sistema autopoietico e accoppiamento strutturale. medium Per esiste un comprendere rapporto particolare, meglio tale concetto (ti] Questo non ha n i e n t e a che v e d e r e con l ' e m p a t i a . E. è quel sentimento per cui possiamo concordare che in due stiamo pensando la medesima cosa: ma sempre di accordo, si tratta, né noi possiamo andar oltre la barriera di tale accordo. si può vita in partire si una è dalla evoluta teoria dell'evoluzione da progressiva elementi unicellulari complesificazione. I di Darwin. Per essa la primitivi, meccanismi i batteri, attraverso cui questo è avvenuto sono la variazione e la selezione attuata dall'ambiente. Maturana l'altro pezzo strutturale che questo è solo un "pezzo" di verità: è che gli organismi autopoietici, nel loro accoppiamento con nell'ambiente, dall'ambiente dice l'ambiente, hanno costantemente prodotto modificazioni per in cui il discorso direzione che dell'organismo noi lo abbiamo fatto partendo si può riportare pari pari dall'organismo in direzione dell'ambiente. Il sistema autopoietico, dunque, modifica e seleziona l'ambiente che lo modificherà e selezione- rà. Cioè, la cosa non va letta in modo lineare, ma circolare: Ad esempio, sempre: essa centinaia essi al di hanno è stata così il milioni come oggi la conosciamo non è esistita prodotto dell'attività dei batteri che-per di anni sono stati i soli abitatori della terra; prodotto l'ossigeno e avviato quel processo che ha condotto formarsi atmosfera l'atmosfera a dell'atmosfera far respiravano, e Non che importa sì che si che a terrestre. Ed è stata poi questa stessa fossero selezionati degli esseri viventi che loro parta volta interagirono dall'individuo con l'ambiente, ecc. o. dall'ambiente: ma l'uno seleziona l'altro, che a sua volta lo seleziona. Si tratta di un'interazione descrivibile in termini di processo, e non in termini di causa-effetto. E1 a tale processo che Maturana si riferisce quando parla di accoppiamento strutturale. Nel corso del tempo avviene un adattamento reciproco, e il processo di reciproco scambio conduce a una situazione descrivibile graficamente in questo modo: Fintante rapporto cui lo con il che un organismo suo ambiente perde si disintegra: autopoietico continua perde la ad mantiene questo esistere. Nel momento in sua organizzazione a favore di una nuova. Maturana descrive a livello di s'istemi (autopoietici e non) due caratteristiche: 1'organizzazione e la struttura. Per di cui "organizzazione" un sistema intendono quelle relazioni tra le componenti che se venissero modificate cambierebbe la classe l'osservatore farebbe appartenere il sistema stesso. La "struttura" comprende di tali si invece un sistema tutte le relazioni che intercorrono tra le componenti specifico (compresa, quindi, l'organizzazione, che è un sottoinsieme di relazioni della struttura) ( 5 ) . (5) Se p . e s . io parlo di un gatto b i a n c o , l'essere b i a n c o è una c a r a t t e r i s t i c a s t r u t t u r a le, non o r g a n i z z a t i v a , p e r c h é il l i v e l l o "gatto" è m a n t e n u t o dal suo e v e n t u a l e essere nero, pezzato, ecc. Ci sono invece dei rapporti tra le componenti del gatto tali per cui se io vado a t o c c a r l e esco d a l l a classe "gatto": un g a t t o con le ali non è più un g a t t o : se a g g i u n g o le ali tocco q u a l c o s a n e l l e sue r e l a z i o n i o r g a n i z z a t i v e . - 15 - vamente di aspetti strutturali. Sono interazioni disintegranti quelle che hanno come effetto il cambia- mento di quelle relazioni che fanno parte della sua organizzazione. E' evidente che dipende dal modo in cui funziona il sistema, dalle sue caratteristiche perturbazione o se è una specifiche, interazione decidere se una cosa disintegrante, è una oppure ancora se non esiste neanche. Partendo mente, dall'ipotesi di una realtà descrivibile obiettiva- attribuivamo le caratteristiche "essere disintegrante", ecc., ali'"evento in sé", mentre qui l'accento si sposta sulle caratteristiche del tale sistema. evento semplici Dipende infatti dalle caratteristiche del sistema se il è una perturbazione, per il sistema stesso, cioè comporta modificazioni di tipo strutturale, oJrvaco se è un'interazione di s integrante ( 6 ) . Quello ni : se fossero che indicano le frecce del disegno sono perturbaziointerazioni disintegranti il nostro sistema perderebbe il suo accoppiamento strutturale con 1'ambiente. (6) Se con il veicolo A vado a sbattere contro un paracarro, dipenderà dalle caratteristiche di A (dal suo essere una piccola utilitaria o dal suo essere uno schiacciasassi) il p r o d u r s i , da parte del paracarro, di u n ' i n t e r a z i o n e disintegrante ovvero di una perturbaz i o n e . Il paracarro è, di per sé, il medesimo; na la mia u t i l i t a r i a potrà uscirne un po' •alconcia, e non per le c a r a t t e r i s t i c h e del paracarro, quanto per le sue proprie caratteristiche; lo schiacciasassi, viceversa, potrà uscirne con qualche piccola, irrilevante, perturbazione. La circolarltà, dato col suo che prima era al livello dell'interazione del sistema medium (cfr. p. , disegno), dovrebbe ora essere rappre- sentata così: Poniamo Ogni del altro suo che i due sistemi autopoietici siano esseri umani. essere umano, in relazione a un essere, umano dato, fa parte medium; l'accoppiamento strutturale di un essere umano con il suo medium è anche accoppiamento strutturale con altri esseri umani. Ciò può essere esteso fino a dire che ogni sistema autopoietico vive in una "nicchia", parte del medium con cui il sistema autopoietico intera- gisce. suo Tutte le interazioni possibili per un individuo costituiscono il mondo. La nicchia di un sistema vivente è tutto l'insieme di interazioni possibili con l'ambiente che il sistema vivente stesso ha. Consideriamo il sistema autopoietico A; se N è la nicchia di A, all'interno in relazione: di N vi sarà tutto quanto ciò con cui A potrà entrare Torniamo sua nicchia: cambiamenti volta ha al certe di nostro sistema autopoietico che vive nella caratteristiche della nicchia fanno "scattare" dei tipo strutturale all'interno del sistema, che a sua il medesimo effetto di far "scattare" cambiamenti strutturali nell'ambito della sua nicchia: Come ciò sistema. fare, a avvenga In base esistono dipende alle dall'organizzazione distinzioni e dalla struttura del che noi come osservatori possiamo diversi tipi di organizzazioni e strutture attribuibili sistemi viventi. Uno dei criteri che possiamo utilizzare per rilevare distinzioni trale . Se ricreare è quello relativo alla complessità del sistema nervoso cennoi utilizziamo quella inferiore associata famigerata rispetto a tale criterio di classificazione, possiamo ai un'altra, scala filosofi. che che vede Questa i vermi in una posizione caratteristica può essere chiamiamo plasticità strutturale. Possiamo cioè dire che vi sono sistemi autopoietici "a elevato grado di plasticità strutturale" cambiamenti zioni" sono hanno con molte che possono avere, nei rapporti con la nicchia, molti di tipo strutturale, possiamo cioè definire come "perturbacaratteristiche sistemi scarsamente poche maggior di queste dell'ambiente, e possiamo dire che ci plastici dal punto di vista strutturale, che possibilità, facilità possono avere per cui o percepiscono poco o interazioni distruttive. La loro possibilità di avere cambiamenti strutturali è - cioè - minore. l'esistenza; continuare niamo dal al c'è a il un pezzo in cui Tisicamente conviviamo. Come possiamo sopravvivere, io e il mio gatto? Bisogna che coordi- nostro comportamento in qualche modo. Dal mio punto di vista, punto di vista comportamento della mia nicchia, io attribuisco dei significati del mio gatto: quando mi viene incontro, miagola e si strofina contro le mie gambe io attribuisco a questo il significato "è contento di attribuisco nella a vedermi"; questo direzione il della se io mi siedo e mi viene in braccio io significato "vuoi essere coccolato"; se va ciotola, si gira, mi guarda e miagola io attri- buisco a questo il significato "chiede da mangiare", e così via. Attribuendo gatto e loro, tutto Dal dei comportandomi suo criteri fila punto a significati seconda dei di vista fa coccolare, so come ti; so che c'è un coordinamento comportamentale la regolarmente mi si significati che io attribuisco fa viene incontro, mi si struscia sulle gambe, dar da mangiare, chiede di uscire. Io non faccia, lui, ad attribuire un significato ai miei comportamendal mia mio punto di vista tra i suoi comportamenti ed i miei caratteristica comodo, necessario, tamenti del mia o gatto incasellabili descrivibile, con me, perché vivere con quell'area coordino io siano di mentale. da per cui entrambi viviamo. di essere un "umano" che fa sì che io trovi affinchè struttura tale che altro, attribuire un significato ai compor- ali'interno non e mio - per questa nicchia di sovrapposizione il mio gatto fa altret- si a del - io non so "come", su quali basi, con quali e della comportamenti senza intoppi; il mio gatto continua a sopravvivere. tanto, E' ai parte li a me comprensibili, logicamente una serie di Un gatto che avesse un comportamento questo senso non può convivere mia, in premesse che fanno parte troverei incomprensibile, non saprei come fare lui; non sarebbe possibile la convivenza, non vi sarebbe entro cui io attribuisco un senso ai suoi comportamenti il mio comportamento con il suo. Il coordinamento comporta- mentale è una forma di accoppiamento strutturale. raffinati. dei Ciò è coordinamenti possibile in quanto con mia figlia oltra ad attuare comportamentali ho la possibilità coordinamenti di coordinamenti comportamentali. La risposta ricevo posso risiede nel fatto che con Come di attuare dei avviene ciò? mia figlia posso parlare, e risposte in ul linguaggio simile a quello che uso io. Ovvero: io utilizzare verbale) con strutturale un cui col linguaggio (che non è necessariamente quello descrivere il mondo, descrivere il mio accoppiamento mondo e il nostro accoppiamento strutturale col mondo; all'interno di queste "descrizioni" posso, cioè, coordinare i coordina- menti comportamentali mio e di mia figlia. Il linguaggio, che secondo la vecchia maniera di impostare che poneva l'obiettività fuori delle parentesi, aveva una funzione denotativa (ogni realtà), di ha simbolo qui "esterno" una rispetto era in rapporto biunivoco con un oggetto della funzione connotativa: all'osservatore, ma esso non denota qualcosa qualcosa di "interno" a lui (le percezioni, i concetti, ecc.) con funzione orientante. Nel al momento suo come mento in cui A dice qualcosa a B, la dice - ovviamente - in base funzionamento egli ha interno. interno. Il che viene ricevuto da B a seconda di organizzato I messaggi la propria nicchia secondo il suo funzionadi A orientano B all'interno della nicchia Dunque noi utilizziamo il linguaggio - attraverso coordinamenti compor- tamentali diversi - per essere componenti di vari sistemi sociali. La rete di relazioni che lega i componenti di un sistema sociale è riconducibile al linguaggio, nel senso che è attuata attraverso coordinamenti comportamentali e coordinamenti di coordinamenti comportamentali. Nel momento in cui comunico per mezzo del linguaggio, chi mi ascolta "si orienta", in base al primo assioma della comunicazione di Watzlawick riveduto e corretto che dice: per un osservatore è impossibile fare a meno di vedere comunicazione. me si orienta in base a Chi è in interazione con ciò che vede, sente, fa: non si orienta in base a come è organizzata la mia nicchia, ma in base a come è organizzata la sua nicchia. Quello prio che A fa ha un effetto orientante per B all'interno del suo promondo. Siccome sia A che B sono osservatori e A e B si scambiano reciprocamente messaggi, nel far ciò si orientano reciprocamente, ognuno nella mappa dell'altro, fino ad attuare nell'area di sovrapposizione dei coordinamenti comportamentali (9). (9) Dove "coordinamento" non vuoi dire affatto necessariamente "essere d'accordo", perché A e B possono coordinare comportamentalmente — una splendida litigata, in cui il modo di vedere le cose di A non coincide m i n i m a m e n t e con quello di B: c'è una forma di coordinamento anche nel l i t i g i o , co«e conferma il detto "bisogna esser d'accordo in due, per litigare". - 26 - Tornando in ai sistemi del III ordine particolare ai caratteristiche essi. non sistemi sociali umani, associabili Poniamo (che di sono autopoietici), vediamo ora e quali sono le alle relazioni che legano le componenti di avere una confine e famiglia composta da padre, madre e due figli. Essi hanno che li in parte un tiene cui rete di relazioni tra le componenti insieme. Le relazioni all'interno di questa rete saranno riferibili struttura. una all'organizzazione Saranno riferibili e in parte ali'organizzazione riferibili alla quelle tali per se io le togliessi quella che avrei davanti non potrebbe più essere definita quei come una "famiglia". Saranno riferibili alla struttura tutti cambiamenti che nel corso della sua esistenza la famiglia ha o può avere senza per questo cessare di essere una famiglia. I osservatori, membri hanno comportamentali la o e strutturali, della tutti cui famiglia, essendo esseri umani, sono tutti una loro nicchia, specificità rientra attraverso il linguaggio attuano coordinamenti nei legami organizzativi attuano coordinamenti di coordinamenti comportamentali con cui i membri si orientano recipro- - 27 - camente. Inoltre i rapporti che tale sistema ha col suo medium sono "filtrati" attraverso il funzionamento descritto. P.es., è esterna F, si trova la fidanzata. Finché la fidanzata è parte del medium. Il fatto che F, la trovi o meno, che sia bionda o bruna, alta o bassa, ecc., non ha a che vedere con le relazioni che vi sono all'interno della famiglia stessa. Watzlawick Maturana parla di sistemi aperti e di sistemi chiusi. Per tutti i sistemi àutopoietici sono chiusi dal punto di vista organizzativo. Per esistono Per Watzlawick solo sistemi non che esistono scambiano praticamente sistemi chiusi; informazione con l'ambiente. Maturana i sistemi aperti sono organizzativamente chiusi ma possono avere cambiamenti strutturali all'interno dell'accoppiamento strutturale con il loro medium. La gamma di cambiamenti strutturali possibili è va- riabile ed è su di essa che ci si basa nel dire che un certo sistema è strutturalmente plastico o meno. Per cambiamenti Maturana, insomma, non c'è "scambio" ma ci sono dei che avvengono ali'interno del sistema in base alle regole costitutive del hanno la funzione di poter innescare un cambiamento: non possono, cioè, solo sistema stesso, determinarlo. e le caratteristiche dell'ambiente Il cambiamento all'interno di un sistema non può essere determinato da alcunché di esterno al sistema stesso.