Scheda opera - Fondazione Giulio e Anna Paolini

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Scheda opera - Fondazione Giulio e Anna Paolini
Requiem, 2003-04
Tavola di legno compensato sagomata, tele preparate sagomate, matita nera, foglio di carta da musica con
iscrizioni autografe, riproduzione fotografica scontornata, asta di legno, cornice argentata, prova di stampa
arrotolata, cartella portadisegni, tavola di compensato rettangolare, contenitori portadocumenti di cartone,
fogli bianchi da disegno e altri elementi cartacei, righello, lampada, sedie
Tela e tavola sagomate 120 x 180 cm ciascuna, misure complessive ca. 210 x 240 x 130 cm
GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino. Deposito permanente Fondazione CRT
Progetto Arte Moderna e Contemporanea.
Acquistato nel 2005, n. inv. CRT/71
L’assieme composito degli elementi costitutivi di Requiem evoca un pianoforte a coda: una tavola sagomata,
appoggiata su tre sedie, rappresenta la cassa armonica, mentre una grande tela sagomata funge da
coperchio aperto, tenuto alzato da un’asta di legno. La tastiera è formata da una tavola rettangolare, posata
su sei contenitori portadocumenti di cartone, impilati in modo sfalsato su due sedie.
La tela preparata a forma di coperchio trattiene al recto un foglio di carta da musica, trafitto da una matita
nera e siglato con la firma, il titolo e la data dell’opera (“Requiem / Giulio Paolini / 2003-04”), mentre al verso,
tenuta tra i listelli del telaio, un’immagine scontornata dell’Arianna addormentata (il braccio piegato sopra
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la testa fuoriesce dalla tela) . Sul piano della cassa armonica sono posate, l’una sull’altra, una prova di
stampa arrotolata a cartiglio, una cornice argentata e una tela semicircolare rovesciata, nonché una cartella
portadisegni di cartone grigio (seminascosta sotto la tela); tra i vari elementi sono sparsi alcuni fogli da
disegno. Sulla “tastiera” sono liberamente accostati, con lievi sovrapposizioni, quattro fogli bianchi e,
in posizione centrale, un foglio di carta da protocollo, sul quale due cartoncini di tonalità ocra fungono da
cartella aperta per un campionario di dodici carte colorate, ordinate in accurata successione (il primo foglio,
visibile per intero, è dorato) e trattenute da un righello. A breve distanza dalla tastiera, si trova una sedia
– la sua posizione e il foglio bianco caduto sul sedile lasciano pensare a un abbandono improvviso – mentre
un’altra sedia è rovesciata a terra, tra le sedute che sorreggono il pianoforte (altri due fogli bianchi sono
sparsi al suolo e sulla sedia in corrispondenza della tela-coperchio). Una lampada accesa, fissata alla tavola
sagomata, illumina gli oggetti posati sulla cassa armonica.
La figura mitologica dell’Arianna suggerisce l’intonazione “metafisica” di questo “requiem” silenzioso:
gli oggetti di lavoro dell’artista sono abbandonati a se stessi, le loro voci tacciono; il pianista sembra
precipitosamente uscito di scena, la sua sedia è vuota. E proprio questa assenza pone in risalto il tema
principale di Requiem: l’autore si defila dal suo ruolo deputato – abdica alla sua “autorietà” – per lasciare
il campo all’opera, affinché, unica protagonista, possa rivelarsi allo sguardo che a distanza e in silenzio la
attende. L’autore “in esilio” accerta, semplicemente, la sua estraneità rispetto al farsi dell’opera.
“[Requiem] non è altro che la messa in scena di una constatazione, di una sensazione di distanza dall’opera:
l’opera è lì perché non può essere che così e non può che aspettare! ma non il mio gesto, non la mia
presunzione di attribuirle un senso. L’opera se l’attribuirà da sé, se qualcuno sarà lì ad ascoltarla. [!]
‘Requiem’, alla lettera, è un ricordo di qualcosa che non c’è più, ma in questo caso è qualcosa che non c’è
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ancora o che non ci può essere! qualcosa che non riusciamo a toccare” .
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La riproduzione fotografica della scultura ellenistica è rovesciata rispetto all’originale (Musei Vaticani, Roma). La medesima immagine
compare anche in due opere precedenti di Paolini: Arianna, 1982 e La pittura abbandonata, 1985 (cfr. Giulio Paolini. Catalogo ragionato
1960-1999, Skira editore, Milano 2008, rispettivamente vol. 1 cat. n. 474 e vol. 2 cat. n. 561).
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G. Paolini in conversazione con P.G. Castagnoli, Galleria dell’Oca, Roma, 25 novembre 2004, pubblicato in Giulio Paolini. Le cose,
materia di disegno, a cura di M. D’Alessandro e L. Laureati, in “disegno industriale”, n. 13, Roma, 2005, p. 98.
Esposizioni
2004*
Torre Pellice, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Giulio Paolini. Qui e ora, 8 maggio 26 settembre.
2004
2006-07
Roma, Galleria dell’Oca, Giulio Paolini. Carte segrete, 5 novembre 2004 - 10 gennaio 2005.
Torino, Torino Esposizioni, Museo Museo Museo 1998-2006. Otto anni di acquisizioni per le
raccolte della GAM, 8 novembre 2006 - 27 gennaio 2007, ripr. col. s.p.
2011-13
Torino, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Quattro nuove tematiche per
le collezioni della GAM, 4 marzo 2011 - febbraio 2013, [nel volume Collezioni. Volume 3:
Allestimento 2011-2013, Torino 2012] citato come esposto p. 331, ripr. col. pp. 212, 224-225
(veduta dell’opera in mostra), riferimenti nel testo di E. Volpato pp. 212-213.
Scritti dell’artista
• G. Paolini in conversazione con P.G. Castagnoli, Galleria dell’Oca, Roma, 25 novembre 2004, estratto
pubblicato in M. D’Alessandro, L. Laureati (a cura di), Giulio Paolini. Le cose, materia di disegno, in
“disegno industriale”, n. 13, Roma, 2005, pp. 96-100 (in italiano), 101-105 (in inglese).
Bibliografia
• M. D’Alessandro, L. Laureati (a cura di), Giulio Paolini. Le cose, materia di disegno cit., Milano 2005,
ripr. col. pp. 98-99 (vedute espositive Roma 2004).
• G. Paolini, Quattro passi. Nel museo senza muse, Giulio Einaudi editore, Torino 2006, ripr. p. 127 (veduta
espositiva Roma 2004).
• M. Volpi, La luminosa bellezza del disegno, in Risonanze # 2. Giulio Paolini & Fabio Vacchi, catalogo della
mostra, Spazio Risonanze, Auditorium Parco della Musica, Roma, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo
(Milano) 2008, p. 38, ripr. p. 62 (veduta espositiva Roma 2004; ripubblicato in M. Volpi, L’occhio senza
tempo. Saggi di critica e storia dell’arte contemporanea, Lithos editrice, Roma 2008, p. 256, ripr. p. 74,
con indicazione errata della proprietà).
• L. Cherubini, Hic et nunc, in Risonanze # 2. Giulio Paolini & Fabio Vacchi cit., Milano 2008, p. 58.
• Dieci anni di acquisizioni per la GAM di Torino 1998-2008, a cura di P.G. Castagnoli e E. Volpato,
Umberto Allemandi & C., Torino 2008, scheda ragionata di V. D’Urso p. 513, ripr. col. cat. n. 89 (veduta
espositiva Roma 2004), ripr. col. s.p. (veduta espositiva Torino 2006-07).
• Dieci anni e oltre. La collezione della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea – CRT per Torino
e il Piemonte, a cura di M. Beccaria e E. Volpato, Archive Books, Berlino 2010, p. 362, ripr. col. p. 367
(veduta espositiva Torino 2006-07).
• A. Bona, Tormento e follia, in "MAG. Magazine d'arte della GAM", n. 2, Torino, giugno - settembre 2011,
ripr. col. p. 11 (veduta espositiva Torino 2011).
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• Collezioni. Volume 3: Allestimento 2011-2013, a cura di D. Eccher, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e
Contemporanea, Torino, Umberto Allemandi & C., Torino 2012, pp. 212-213 (riferimenti nel testo di E.
Volpato), ripr. col. pp. 212, 224-225.
© Maddalena Disch