C`Era Una Volta L`Isola Di Creta (Civilta` E Culture

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C`Era Una Volta L`Isola Di Creta (Civilta` E Culture
C'Era Una Volta L'Isola Di Creta (Civilta' E Culture Libertarie) (La Tradizione Libertaria)
Scritto da Pierkna
Venerdì 13 Agosto 2010 06:10
C'Era Una Volta L'Isola Di Creta (Civilta' E Culture Libertarie) (La Tradizione
Libertaria)
http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-36367074.html
La Tradizione Libertaria
Presentando questo breve quanto interessantissimo saggio sulla civilta' della Creta minoica,
intendiamo in realta' iniziare un lento processo di revisione della profonda storia umana, cioe'
rivalorizzare sul piano interpretativo quella parte della storia chiamata globalmente preistoria.
Anche se in linea di principio, il termine preistoria e' inteso tra gli esponenti piu' progrediti della
ricerca storica, archeologica e antropologica, come privo di connotazione negativa se non
spregiativa, la grande massa dell'opinione pubblica e persino di coloro che possiedono
rudimenti di una cultura storica che potrebbe porli in grado di capire discorsi di ristrutturazione
radicale del sapere umano da pesanti inquinamenti ideologici, rimane totalmente all'oscuro dei
formidabili progressi conseguiti dalla ricerca sulla preistoria dell'ultimo mezzo secolo e le lotte
intestine all'interno dei settori accademici per l'egemonia dell'interpretazione di questa vasta
fase della storia umana.
Siamo cioe' in presenza di un vero e proprio rovesciamento, sia a livello dei valori sia in quello
interpretativo, dell'immagine di una preistoria vista come stadio all'interno di uno processo di
progressione dal semplice al complesso in tutti i campi da quello dell'intero scibile umano a
quello delle istituzioni sociali alla tecnologia, alla scienza ed alla religione. Ne emerge una
scienza della preistoria totalmente innovativa in grado addirittura di criticare l'intera storia
umana, quella cioe' caratterizzata dal sorgere dello Stato, delle classi sociali, delle guerre, della
violenza generalizzata in tutti i rapporti quotidiani, da tutta cioe' la negativita' che da numerosi
millenni, almeno sei, cioe' dal 4.000/4.500 a.C. sino ad oggi, caratterizza tutta la storia umana
piu' nota, quella soprattutto che si avvale in modo privilegiato della documentiazione scritta.
La prospettiva evoluzionistica, caratterizzata dai parametri del progresso in ogni campo viene
cosi' abbattuta e rivela il suo grugno puramente ideologico a cui tutte le forme ideologiche
hanno concorso a dare ovviamente il loro sostegno, dalla religione alle dottrine giuridiche,
economiche e filosofiche: il passato e' condannato immancabilmente a fungere da pista di
decollo di quanto e' avvenuto successivamente ed il domani e' sempre migliore dello ieri. Vera e
pura mitologia a cui grandi figure di ricercatori storici e filosofi hanno rivolto le loro critiche
devastanti calibrandole su dove andava fatto e cioe' nel prendere a parametro di giudizio e
verifica le conseguenze sociali di una determinata strutturazione sociale non facendosi irrettire
da discorsi volti a celebrare acriticamente una progressione quantitativa in un dato settore
considerato.
Cio' che piu' infastidisce e sconvolge gli ideologi del presente storico e' il fatto che
queste culture furono in grado di prosperare ed evolversi realmente, per millenni, non
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conoscendo guerre, strutturazioni sociali, classiste gerarchie burocratiche, apparati di
repressione polizieschi e aggressioni militari e quindi espansionismi imperialistici a
danno di altre culture. Tutto cio' che da millenni la parte migliore dell'umanita' ,
consapevole del reale stato in cui si trova si augurano che si instauri nei rapporti umani
e che e' solitamente definita nella migliore delle ipotesi come utopia.
La preistoria e' la sede quindi di questa utopia con Creta , storicamente esistita, una serie di
culture pacifiche, egualitarie nei rapporti tra i sessi e le piu' diverse comunita' umane, priva di
violenza tra individui e comunita' altre, basate sul soddisfacimento di tutti i bisogni da quelli
materiali a quelli sociali e culturali, una diffusione quindi del benessere orizzontale sotto la
benedizione della grande dea madre, l'idea guida di decenni di millenni di evoluzione sociale e
culturale e simbolizzazione della natura, una divinita' dal volto umano, benigno, materno in cui
tutte le pulsioni positive umane erano proiettate come verifica soprattutto della loro esistenza
nei rapporti interumani.
Abbiamo quindi molto da apprendere dalla presitoria e nulla dalla storia se non unicamente
l'esigenza di fuoriuscirne.
Isola bastione della non-violenza sino al 1500 a. C., quando segui' l'emergere delle "civil
ta'
"
e del culto della violenza
Quando si dice Creta , si pensa subito al Minotauro, a re Minosse, al Grande Labirinto. Ma C
reta
ha molto piu' da offrirci di questi stereotipi ingannevoli.
Creta
sino a 1500 anni prima dell'era comune (a.C.), data in cui e' stata invasa dai kurgan, orde
barbariche, e' stata un modello di societa' organizzata sulla non-violenza, una democrazia
egualitaria che aveva sviluppato una tecnologia avanzata per fini pacifici.
Creta societa' opulenta, modello della societa' egualitaria di cooperazione.
La societa' cretese, opulenta, ha sviluppato una civilta' molto evoluta. Questo si e' tradotto in
pratica nell'organizzazione di citta' e villaggi ben pianificati composti di imponenti edifici, palazzi,
di aree agricole, forniti di reti di distribuzione di acqua ed irrigazione, fognature, fontane e
collegate da vie di comunicazione di cui molte pavimentate. In campo culturale, troviamo una
letteratura abbondante (in 4 differenti scritture) e produzioni artistiche che gli storici descrivono
come raffinate, celebranti la vita, molto ispirate.
Ma questo non basta a farne una civilta' non-violenta. Uno dei tratti essenziali della societa'
cretese e' di avere, in un'epoca cosi' remota, saputo sviluppare un modello di societa'
egualitaria. I cretesi erano persone benestanti, ma la cosa piu' notevole era la ripartizione
piuttosto equa delle ricchezze, poiche' le ricerche archeologiche hanno evidenziato poca
differenza nei tenori di vita. Anche quando i poteri politici sono stati centralizzati, cio' e' stato
fatto senza gerarchizzazioni ne' autocrazia e il governo insediato lo fu sotto una forma
democratica ben prima che i greci non si appropriassero della parola democrazia. Gli uomini e
le donne vi partecipavano paritariamente, soprattutto per quel che concerneva le cerimonie
religiose.
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Creta una societa' che ha sviluppato una notevole tecnologia utilizzata a fini pacifici
Creta ha creato una tecnologia di qualita' utilizzando il bronzo, ma non l'ha utilizzata per
produrre armi. I cretesi si sono serviti di questa tecnologia per migliorare le loro condizioni di
vita, abbellire il loro ambiente, costruire magnifici edifici circondati da giardini molto elaborati. Le
poche armi fabbricate, poco sofisticate, lo furono per servire sulle navi mercantili e per difesa
contro gli attacchi dei pirati in alto mare. La costa cretese non era fortificata rendendola cosi'
vulnerabile agli attacchi dei barbari.
I progressi tecnologici, con lo sviluppo della specializzazione, non hanno avuto effetto sul
funzionamento collaborativo ed egualitario della societa'. I beni e le ricchezze accumulate lo
erano a beneficio ed al servizio di tutti ed i poteri che tali progressi conferiscono si sono tradotti
con una maggiore consapevolezza delle responsabilita' di fronte alla collettivita'. Questi poteri
erano integrati al culto della vita ed in nessun caso potevano servire a togliere la vita con un
qualunque atto di violenza.
Questo modo di vita pacifico ed egualitario che l'isola di Creta aveva saputo preservare sino
al 1500 prima dell'era comune, si trovava in completa opposizione con quanto si era sviluppato
dappertutto altrove dal 4300 a. C. con l'invasione delle orde barbare, i Kurgan (1), che
saccheggiavano, violentavano, uccidevano. Benche' queste orde nomadi fossero di culture
diverse, quel che avevano in comune era il modo di funzionamento societario basato sul
dominio, una struttura sociale in cui la gerarchia e l'autoritarismo erano la norma.
Creta
, ultimo bastione di una societa' non violenta, egualitaria e cooperativistica, a lungo protetta
dalla sua insularita', fini' con il soccombere.
L'emergere delle "civilta'" e del culto della violenza
Bruscamente, con il passaggio di numerosi di questi popoli pacifici sotto il dominio di queste
orde barbariche, la tecnologia sara' utilizzata per sviluppare il potere di distruzione; togliere la
vita diventa la norma. I Kurgan uccidono gli uomini, si impadroniscono delle donne che
diventano loro concubine e schiave e dei bambini ridotti anch'essi in schiavitu'. D'ora in poi le
loro sepolture mortuarie si riempiono di armi e di corpi sacrificati di donne e bambini. Da un
punto di vista morale e culturale le societa' si impoveriscono, ne testimoniano i resti di
vasellame e sculture, identiche e qualitativamente inferiori. Le donne sono sessualmente ed
economicamente asservite, violentarle e violentare le giovani, sacrificare i loro figli, distruggere
citta' intere, mostrare la propria potenza e la propria ricchezza asservendole diventa pratica
corrente, con in piu' l'aura della religione. E' su questo terreno che si sono sviluppate le "civilta'"
antiche e le religioni "
civilizzatrici
" ebraico-cristiana. Le donne sono bandite dalle cerimonie religiose, che diventano
appannaggio esclusivo degli uomini, in quanto le leggi religiose che governano oramai le
societa' sono state concepite esclusivamente dagli uomini. Le persone non sono piu' trattate
egualmente ne' in vita ne' in morte, le piu' deboli sono sfruttate, la brutalita', le punizioni sono
correntemente praticate. L'ideologia dominatrice e manipolatrice celebrante il potere dello
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sfruttamento, la guerra, la distruzione era nato.
Cultura di violenza, istinto di morte, istinto di vita, cultura della non violenza
Dalla prevalenza di societa' basate sulla cooperazione, sulla celebrazione della vita, dove le
persone lavoravano insieme per soddisfare i propri bisogni, si e' passati a societa' dominatrici in
cui le persone soddisfano i loro bisogni prendendoli dagli altri, al bisogno sotto la minaccia,
attraverso atti di violenza, seminando ovunque morte. Quel che e' stato scritto sulla storia
dell'umanita', le riflessioni filosofiche, si sono principalmente sviluppate su questo a priori del
dominio attraverso la violenza come elemento "naturale" della natura umana, questo "istinto" di
morte.
Quindi, costantemente, lungo il corso dei secoli sino ai nostri giorni, delle donne e degli uomini
hanno voluto reinventare il mondo, assumendo su di se' e sotto forme differenti, questo bisogno
di creare pacificamente i legami sociali, in relazione con un sentimento molto forte di
appartenenza ad una collettivita' umana, percependo l'umano come una identita' comune da
preservare attraverso la non violenza. Allora, e' questo una lontana eco di un modo di vivere
scomparso o la nostalgia di un passato tribale o ancora una di quelle utopie avanguardiste ogni
volta recuperata da una dinamica attivata dall'interesse? E perche' non semplicemente una
manifestazione persistente di un "istinto" di vita che le capacita' di autodistruzione dell'essere
umana, su scala individuale o collettiva, non hanno sino ad oggi potuto rimuovere?
La vita, la sofferenza, la gioia, l'estetica, la qualita' della vita, le relazioni con l'ambiente
naturale, sono delle ricchezze umane non misurabili, non calcolabili, non brevettabili, patrimonio
comune dell'umanita' che i nostri antenati hanno cercato a modo loro di preservare sperando
ogni volta di superare il presente. A noi continuare.
.NOTE.
(1) Con il termine Kurgan, vengono indicate l'insieme delle culture preistoriche eurasiatiche
che seppellivano i morti socialmente ritenuti importanti in tumuli funerari spesso di grandi
dimensioni, chiamati kurgan, da cui il nome traslato poi al popolo che li costruiva. I piu' antichi
kurgan comparvero nel Caucaso e nella steppa ucraina per poi propagarsi nell'Europa orientale
e centro-settentrionale. La celeberrima archeologa ucraina Marija Gimbutas, di cui Riane Eisler
puo' essere considerata allieva, ha associato la cultura Kurgan ai proto-indoeuropei, il cui punto
di propagazione e' stato identificato con le culture kurgan a nord del mar Nero. (N. d. T.)
.BIBLIOGRAFIA.
Eisler, Riane, "The Chalice and the Blade: Our history, our future", 1987, San Francisco,
Harper Collins (traduzione italiana: "
Il calice e la spada
", Pratiche editrice, Parma, 1996, ora ristampato da Frassinelli).
Eisler, Riane, "Il piacere e' sacro" (traduzione italiana di Sacred Pleasure, Frassinelli, 1996).
Testi pertinenti all'argomento:
Marija Gimbutas, "Il linguaggio della dea" ("The Language of the Goddess", 1989), Venexia,
Roma, 2008.
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Marija Gimbutas, "Le dee viventi" ("The Living Goddess", 1999), Medusa, Milano, 2005.
Gimbutas, Eisler, Campbell, "I nomi della dea" ("In all Her Names", 1991), Ubaldini, Roma,
1992.
Pepe Rodríguez, "Dio e' nato donna" ("Dios nacio' mujer", 1999), Editori Riuniti, Roma, 2000.
.LINKOGRAFIA.
Un valido contributo puo' essere letto nella seguente voce di Anarchopedia : Societa'
gilaniche
Per un inquadramento globale della storia della Creta gilanica, si puo' consultare questo
interessante link in cui illustrazioni e fotografie aiutano nella compressione della tematica: Stori
a di Creta
Per notizie essenziali sulla ricercatrice Riane Eisler i cui studi sono riassunti nella traduzione di
questo articolo: Vita e opere di Riane Eisler
Per notizie essenziali sulla ricercatrice Marija Gimbutas di cui Riane Eisler e' la piu' importante
divulgatrice e prosecutrice la sintetica voce in Wikipedia: Marija Gimbutas
Un importante saggio del 1995 di Riane Eisler e' consultabile a questo link: Gilania,
androcrazia
Un interessante saggio sulle ricadute concettuali del rapporto societa' egualitaria ed ambiente
al seguente link: Un antico futuro. Il bioregionalismo e le sue radici nella civilta' neolitica
dell'Antica Europa (7000-3500 a. C.)
Un documentario, Signs out of Time, in sette parti su You Tube sulle teorie e ricerche di Marija
Gimbutas: Signs Out of Time
.LINKS.
Fonte: Civilta' E Culture Libertarie - C'Era Una Volta L'Isola Di Creta (La Tradizione
Libertaria)
Home Page La Tradizione Libertaria: http://latradizionelibertaria.over-blog.it/
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