Renato Dibà - Groane .it

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vivere il nord, milano e dintorni
Renato Dibì
Abbiamo incontrato Renato Dibì, che ci dice che...
Appuntameno alle Messaggerie, o meglio alle ex Messagerie, oggi un brutto non luogo di Mondadori.
Lui, l'ultimo dei Moicani del cantautorato milanese, mi aspetta per raccontarmi di come sian stati i suoi esordi a metà degli
anni '70 del secolo scorso.
Renato è un classico esempio di melting pot italiano.
Milanese, di nascita e cultura, con un pò di sangue pugliese e pò veneziano...uno così e con qualla faccia cosa può fare se non
l'artista?
Come ha iniziato?
Come tutti credo. Passione e voglia di provarci. Certo era diverso allora. Mica c'era Xfactors che in due mesi ti fa
conoscere a tutta Italia e ti spedisce a Sanremo.
Ma non mi pento della gavetta, anzi.
Che atmosfera si respirava?
Se ti davi al rock e ci sapevi minimamente fare, un minimo di successo lo avevi.
Quel periodo è pieno di meteore. Io invece sono stato folgorato sulla via della canzone d'autore. Ascoltavo Brel, Bressen,
ma l'amore scoppiò quando sentii Leo Ferrè per la prima volta.
Era eversivo, rivoluzionario, la vera quintessenza dell'esistenzialismo francese, una visione del mondo nella quali mi
riconoscevo e mi riconosco, per certi versi, tutt'ora.
...com'era la Milano del tempo?
Era una Milano molto diversa da oggi, difficile dire se meglio o peggio.
C'era da far fatica. Io ogni tanto mi esibivo al Derby, il mitico locale di via Monte Rosa. Ovviamente gratis e a notte fonda.
Ma li ho conosciuto un sacco di artisti. Passavan tutti i big. Per campatre suonavo nei piano bar. erano i tempi di Brera,
dove gli industrialotti brianzoli, venivano a provare l'ebrezza della vita notturna pseudo parigina.
Maccheroncini saltati e champagne di pessima qualità e le canzoni che amavo.
C'è stato un incontro che ha segnato una svolta?
In effetti il salto l'ho fatto con la grande Paola Borboni e Vilar, un bravissimo attore e poeta che la Borboni sposò facendo
scandalo, tale era la differenza dl'età tra di loro. Poi lui morì tragicamente e lei anzianissima, gli sopravvisse senza più
riprendersi.
....e poi?
Beh avendo lavorato con loro, molte porte mi si erano aperte.
Iniziano le richieste di musiche e testi delle mie composizioni.
Mina, Milva, Califano, e non so più quanti altri hanno cantato mie canzoni.
E il suo incontro con il Jazz?
Nei locali di Brera e in fondo al Naviglio, al Capolinea, si suonava Jazz. Frequantando e lavorando nell'ambiente era
inevitabile che conoscessi i migliori esponenti del Jazz milanese.
Da Renato Sellani, a Gaslini e Intra, ho lavorato con tutti i migliori jazzisti, cercando di introdurre un aspetto teatrale nei
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concerti. Esperienza che in fondo si sente anche oggi nei miei spettacoli.
Fondere la musica il canto e il teatro.
In fondo lo facevano i Greci 3.000 anni fa.
Intervista rilasciata a Lucio Cerioli nel febbraio 2010
Renato Dibì
Lavora nei cabaret e in teatro, a fianco di Paola Borboni e il poeta
Bruno Vilar.
In televisione partecipa con piccole parti a cinque edizioni di
"Drive In"; accanto a Lino Banfi al "Gioco dei giochi"; come attore lavora
in alcune puntate di Vivere e altre Fictions.Insieme a Ivana Monti per un
omaggio a Kurt Weill, riceve il "Grammy della canzone d'Autore per il
teatro" (RAI 1).Con Alain Delon e Gilbert Becaud partecipa al 28° Festival delle Nazioni di Città Di Castello e al Festival
Ferrè con Juliette Greco.
Frequenta il D.A.M.S. conseguendo la laurea in discipline musicali.
Scrive
canzoni per Mina, Milva, Califano e tanti altri. Riceve il Premo Rivelazioni
Cantautori (RAI 1).
Si esibisce nei teatri Teatro Nuovo, San Babila Teatro Filodrammatici,
Teatro Out Off, col Piccolo Teatro, partecipa al Festival Streheler. Con i
suoi Spettacoli "Canzoni Nascoste", "Com'è bella la città", "La mia più
bella storia d'amore", "Brel più Ferrè" accompagnato dal M° Sante Palumbo e la regia a cura di Filippo Crivelli. Collabora
con i più noti jazzisti italiani come Bruno De Filippi, Giorgio Gaslini, Sante Palumbo, Franco Cerri, Enrico Intra, Renato
Sellani e con alcuni di loro ha formato la Swing Orchestra, portando la in Jazz la " Chanson " in teatro. Partecipa come
interprete e traduttore nell'ambito della manifestazione
"Tradittori-Traduttori" al Club Tenco.
Discografia:
"Il mio Jacques Brel" (Nuova Carisch ).
"Il serpente che danza" (Ala Bianca) ispirato ai "Fiori del male" di
Baudelaire.
"Canzoni al Neon" (Nuova Carish) raccolta di canzoni d'autore.
"Lontano da Berlino"(Nuova Carisch) insieme a Ivana Monti.
"Suonassero del Jazz" (Ala Bianca-C.G.D)
"Il mio Leo Ferrè" (Nuova Carisch)
"Canzoni Nascoste" (Nikto) affiancato da Milva.
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"Esisto anch'io" (MA.) affiancato da Bruno Lauzi.
"Mosaico" (Music Center).
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