Zico - CTM Cagliari

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Zico - CTM Cagliari
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Autore: Elena Belfiori
Titolo : Zico
Qualcuno bussò alla porta.
“Entra pure Zico.”
“Ciao Vito, hai fischiato?”
Alla vista del volto del padrone, a Zico si ammutolirono le orecchie e la coda
si acquattò tra le zampe.
“Hai già capito, Zico, vero? Purtroppo non ti posso più tenere, devi trovarti
una nuova sistemazione.”
“È per via di quella tassa sugli animali domestici… pensavo fosse uno scherzo…”
“No, Zico, non era uno scherzo, è roba seria, ed in verità un animale più
domestico di te non l’ho mai conosciuto: mi porti il giornale la mattina, mi
prepari la colazione, lavi, stiri, spazzi i pavimenti, passi la cera… un domestico coi fiocchi! Filippine e rumene non ti fanno un baffo!”
“Proprio così Vito e non dimenticare che faccio tutto senza che tu debba
spendere un soldo, fuorché per il vitto, s’intende, sebbene io spesso mi adatti
a consumare i resti del pranzo; niente salario né contributi da versare… pensa un po’, Vito, quanto vuoi che incida in proporzione quella piccola tassetta
sulle tue finanze quando non sono neanche di grossa taglia?”
“Vedi, Zico, è una questione di principio: quando ti ho raccolto dalla strada
che eri ancora cucciolo, ho compiuto un atto d’amore, ma gli atti d’amore
devono essere gratuiti, altrimenti non è vero amore; quindi, se io adesso pagassi, vorrebbe dire che non ti voglio bene. E poi, ti senti forse un bene di
lusso? Non sei mica Gegio, il barboncino di Zia Lilia della casa all’angolo: è
grazie a lui che Vanda ha ottenuto un appuntamento da “Lindoro, coiffeur
pour chiens” nel giro di tre giorni, saltando una lista d’attesa di quattro mesi! O pensi forse che se potessi prendermi una governante continuerei ad usare te, mio fidato compagno?”
“Certo che no, Vito, so bene che, potendotelo permettere, useresti un altro
prima di me, preferibilmente un estraneo. Ma, a pensarla come te, in breve
tempo le strade si riempirebbero di randagi e questo contraddirebbe il fine
stesso della tassa: utilizzare i proventi per la lotta al randagismo.”
“Hai proprio centrato il punto, Zico! La tua conclusione logica contraddice
l’ipotesi assurda di partenza: che i nostri politici siano tanto vispi da ideare
qualcosa di buono che sortisca gli effetti voluti. Bravo Zico, questa è una
perfetta ‘reductio ad absurdum’!”
“Ma Vito, se ho ben capito, potresti allora ‘reducere ad absurdum’ anche
semplicemente non pagando e tenendo me: cosa c’è di più assurdo di una
tassa che non viene pagata? Inoltre prenderesti due piccioni con una fava!”
“Mmm si, ma…”
“Dovremmo prenderli per il naso e farli fessi e contenti… Potresti tenermi
nascosto, così nessuno penserebbe che hai ancora un cane!”
“E resteresti relegato in casa sino alle prossime elezioni o, volendo essere
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pessimisti, per il resto dei tuoi giorni? E poi, la gente ficcanaso va sempre a
guardare dove non c’è niente da vedere: finirebbero con lo scoprirti.”
“Allora potrei mascherarmi da ‘altro animale’ e mettermi sotto gli occhi di
tutti, così nessuno si accorgerebbe di me.”
“E da cosa vorresti travestirti? Da canarino? Non abboccherebbe nessuno:
tingerti di giallo non è difficile, ma il becco dove lo metti? E poi mi ci vorrebbe una gabbia abbastanza grossa da contenerti e questa casa è già piena
delle cianfrusaglie di Vanda. No Zico, la tua idea non mi convince… tra tutti
i rappresentanti del Regno Animale non riesco a trovarne uno che ti si addica, a parte il cane.”
“Beh Vito, uno forse ci sarebbe… piccolo, rattrappito, baffuto e lanuginoso,
ma non è un agnellino…”
“Zico, non starai mica parlando di quel mastino napoletano di mamma Flora?”
“Ehm”
“Mmm”
“Le mie zampe non sono molto diverse dai suoi arti artrosici e deformi, né
lei deambula tanto più eretta di me; il mio pelo è un po’ più folto, ma è canuto e può essere ampiamente celato da uno scialle e, per quanto riguarda i
baffi, se ce n’è qualcuno in meno, chi vuoi che lo noti?”
“Mmm”
“Avanti, Vito, cosa ne pensi?”
“In effetti, c’è un illustre antecedente: una certa Cappuccetto Rosso che
scambiò un lupo per sua nonna; se non la riconobbe lei, che pure ne era la
nipote e, dalle informazioni giunteci, aveva un visus di undici decimi, dovremmo poter ben sperare. D’altra parte il lupo finì male, fatto secco da un
cacciatore, ma di questo non dovresti preoccuparti, perché nel vicinato, che
io sappia, non c’è nessuno cui piaccia la carne di lupo. Ma, Zico, se tu fai
mia suocera, mia suocera chi fa?”
“Beh Vito, la memoria di Flora non è più quella di una volta, spesso non sa
chi è e non riconosce le facce dei suoi familiari… Io credo che se, sbadatamente, la dimenticassi sulla statale a qualche centinaio di chilometri da qui,
non saprebbe più ritrovare la strada del ritorno.”
“Mmm Zico, ho bisogno di pensarci qualche minuto e prima dovrò comunque parlarne con Vanda: questo tipo di decisioni le prendiamo sempre in due
e, ad ogni modo, Flora non entra nella comunione dei beni.”
“C’è anche un altro aspetto, Vito, che non devi tralasciare: di tutte le indennità legate alla sua vecchiezza ed invalidità, in sua assenza, potrete godere tu
e Vanda.”
“Mmm Zico, questa sì che è un’argomentazione valida. Ma capisci che, per
accettare, devo potermi fidare pienamente di te.”
“Puoi farlo alla cieca, Vito, io non ti tradirei mai, piuttosto che vederti capitar del male, mi assumerei ogni colpa.”
“Capisci anche che non ne potrai far parola con nessuno, neppure con gli
amici più intimi… serve la massima segretezza!”
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“No Vito, in questo ti sbagli: non è utile che nessuno sappia, ma che sappiano le persone giuste; prendi Iva, ad esempio, una delle gatte dell’Ispettore
Becca, vuoi che non si confidi col padrone? E credi forse che Becca, sapendo
che si può fare, non ti coprirà e cercherà di emularti? Lascia fare a me, Vito,
so io chi sono le persone giuste.”
“Va bene, Zico, mio caro amico, mi hai convinto. Ora andrò ad informarne
Vanda… ma, ricorda, se qualcosa va storto, io non ne sapevo niente, hai fatto tutto tu.”