Come superare le difficoltà dì accesso al credito
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Come superare le difficoltà dì accesso al credito
29/11/2016 Pag. 28 N.6 - novembre 2016 Legal PICCOLE E MEDIE IMPRESE Come superare le difficoltà dì accesso al credito Per reperire le risorse necessarie alla crescita, alle aziende del made in Italy serve un cambio di mentalità. E di governance. Se n'è parlato nel Summit organizzato da Le Fonti DI ALESSIA ROSA 1 made in Italy ha sempre più fame di credito. Nonostante il clima di incertezza e una ripresa che prosegue a ritmo dello zero virgola, le aziende italiane, soprattutto quelle medie e piccole, continuano a chiedere capitali al sistema bancario. Che, però, è alle prese con il non secondario problema dei non performing loans (che sconta pesantemente in Borsa) e non può certo permettersi di distribuire finanziamenti a pioggia come ai bei vecchi tempi pre-crisi. Anzi, secondo il Centro studi di Confindustria, c'è addirittura il rischio di una nuova fase di credit crunch. Come fare, dunque, a soddisfare questo fabbisogno di liquidi da investire in ricerca e innovazione, magari in strategie internazionalizzazione; in sostanza, per finanziare la crescita? Ha provato a dare una risposta un recente summit dal titolo Made in Italy:favori- UN NUOVO DIALOGO Per erogare credito, re l'accesso al credito delle eccellente del nostro paese, le banche chiedono organizzato da Le Fonti a Milano presso Paalle imprese più lazzo Mezzanotte. Tra i partecipanti: Laura trasparenza e una Lucchini, senior portfolio advisor di Banca comunicazione migliore: se ne é del Fucino, Alessandro Montanari, diretdiscusso nel corso tore import-export di Auchan Retail Italia, del summit «Made in Silvia Carteny, general counsel di Versace, Italy: favorire l'accesso e Giovanni Simone, fondatore dello Studio al credito delle Legale Simone & Associati. eccellenze del nostro Per erogare prestiti e fornire c o n s u l e n z a , l e b a n c h e oggi pretendono maggiore comunicazione e una più ampia trasparenza. Le aziende, però, molto spesso LEGAL 28 paese», organizzato da Le Fonti non hanno gli strumenti adatti per soddisfare questa richiesta. Per questo, l'avvocato Simone ha sottolineato come si debba al più presto superare il modello di gestione padronale: «Le imprese italiane devono dotarsi di una governance strutturata, in modo da poter affrontare proficuamente il mondo bancario e riuscire ad avere più agevolmente accesso al credito. Lo scenario è cambiato, le banche si sono trasformate in imprenditori, vogliono "entrare" nella struttura dell'azienda e capire come viene governata. Chiedono strutture efficienti, con governance anche esterne, che limitino la presenza, a volte pervasiva, della famiglia che sta alla base dell'impresa stessa». La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MERCATI E BUSINESS 29/11/2016 Pag. 28 N.6 - novembre 2016 Oltre al cambio di mentalità, naturalmente, servono anche le gar a n z i e E tra quelle accessorie per un finanziamento a medio e lungo termine ci sono i covenant «Sono strumenti molto importanti», spiega Giovanni Simone. «Si traducono in obbligazioni contrattuali accessorie rispetto alle prestazioni di pagamento con cui il debitore si impegna, con diligenza e in maniera tutto sommato semplice, a non porre in atto determinati comportamenti che potrebbero accrescere in modo eccessivo il rischio di default, o comunquerisultarepregiudizievoli per i creditori». E quando la banca riesce a strutturare dei finanziamenti con dei covenant a latere e a erogare credito? «Probabilmente solo quando», conclude l'avvocato, «l'impresa si è spadronalizzata, creando una struttura di governance efficiente, in grado di veicolare informazioni e messaggi utili. I covenant bancari vengono utilizzati all'interno di accordi solitamente di rilevanti dimensioni e rappresentano delle garanzie che le banche richiedono, appunto, a latere dei contratti classici con cui viene mutuato il credito, obbligando l'imprenditore a dare informative puntuali, a fare e non fare determinate cose (le cosiddette garanzie negative). Mediante l'applicazione e il rispetto di un covenant, la banca riesce ad avere un controllo maggiore sull'impresa ed è più disposta a concedere credito. Nel caso in cui l'imprenditore non rispetti il covenant, la banca infatti può imporre determinati correttivi contrattuali al fine di riportare i parametri finanziari entro determinati range. Tutto questo serve, a mio parere, a far si che il rapporto tra impresa e banca diventi, per dirla all'inglese, fair and reasonable. Nel mondo anglosas- sone, dove esiste una diffusa applicazione dei covenant bancari, risulta più semplice concedere credito alle impreso). Il futuro del rapporto banca-impresa, dunque, anche in Italia, sarà quello di slegarsi dalla vecchia logica del mutuo o del classico prestito bancario, evolvendo verso forme contrattuali bancarie più strutturate e complesse. Ma quando le aziende del made in Italy riescono ad avere accesso al NUOVI MERCATI «Grazie al Progetto Export, le aziende del food & beverage italiane possono raggiungere tutto il mondo», spiega Alessandro Montanari di Auchan GARANZIE «Attraverso i covenant, la banca riesce ad avere un controllo maggiore sull'impresa ed è più disposta a concedere credito», dice Giovanni Simone, dello Studio Legale Simone & Associati. eredito, poi qual è la strategia migliore per farlo fruttare? Secondo l'avvocato Cartney, non vi sono dubbi: «Bisogna investire in tracciabilità. E molto importante che le aziende del made in Italy abbiano la possibilità di tracciare la distribuzione del proprio prodotto per garantirne una corretta etichettatura. Il consumatore deve essere certo di ciò che acquista. In questo senso, quello che il credito può fare per le aziende di marca made in Italy è aiutare a supportare questo tipo di iniziative con l'obiettivo finale di creare anche un sistema di tracciabilità globale che consenta di lavorare insieme e mappare i percorsi che i prodotti compiono in giro per il mondo». In quest'ottica s'inserisce il recente Progetto Export di Auchan, che consente l'esportazione non solo di prodotti a marchio Auchan ma anche prodotti di eccellenza nel food & beverage made in Italy. «L'obiettivo», ha spiegato Montanari, «è quello di portare i prodotti del made in Italy in giro per il mondo attraverso i mille ipermercati presenti in 13 paesi e poter offrire alle piccole e medie aziende italiane un servizio completamente integrato per l'esportazione. I vantaggi forniti risultano molteplici: la possibilità di usufruire di un servizio di groupage logistico attraverso un nostro deposito dedicato all'export che permette sia ai nostri fornitori sia alle aziende clienti o a noi come filiali estere del gruppo di poter accedere ai prodotti italiani attraverso una filiera sicura dato che i fornitori stessi sono certificati da Auchan Italia attraverso un servizio personalizzato e quantità ridotte, l'opportunità di accedere ai servizi doganali o agli aspetti amministrativi. Inoltre, attraverso delle promozioni dedicate, ogni prodotto è perfettamente illustrato. Negli ultimi sei anni abbiamo esportato 1.200 articoli con l'aiuto di 145 fornitori». • 29 LEGAL La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La conferma è arrivata da Laura Lucchini: «Banca del Fucino è una banca privata, territorialmente concentrata nel Centro Italia, e da sempre predilige un approccio flessibile e personalizzato, da boutique finanziaria. Vogliamo operare al fianco dell'impresa, non solo nella scelta della forma di finanziamento migliore, ma anche nella strategia d'investimento. Sostanzialmente, abbiamo scelto di avere un approccio integrato private e corporate, nella consapevolezza che l'imprenditore rappresenta una parte fondamentale per la crescita e lo sviluppo dell'impresa». Legal