non uccidete il futuro. stop alle esecuzioni di minorenni!
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gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana NON UCCIDETE IL FUTURO. STOP ALLE ESECUZIONI DI MINORENNI! titolo originale: STOP CHILD EXECUTIONS! Ending the death penalty for child offenders (AI-index ACT 50/001/2004) Versione italiana a cura del Coordinamento pena di morte – Amnesty International, Sezione Italiana 1 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana INDICE Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 . . . . . . . . . . . . . . 5 . . . . . 6 . . . . . 7 Quali sono i paesi che applicano ancora la pena di morte nei confronti dei minorenni?. 9 Perché questa campagna? Una pratica in diminuzione? Dove sono stati messi a morte minorenni? In che modo le esecuzioni di minorenni violano le leggi internazionali? Quali trattati internazionali proibiscono le esecuzioni di minorenni? Cina . . . . . . . . . . Repubblica Democratica del Congo Iran . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 . . . . . . . . . . . . . . . . 10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Pakistan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Filippine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Quali sono gli obiettivi della campagna di Amnesty International per fermare le esecuzioni di minorenni? . . . . . . . . . . . . . . . 14 Come partecipare alla campagna? Sudan USA . . Dove trovare maggiori informazioni? Note finali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 . . . . . . . . . . . . . . . . 15 . . . . . . . . . . . . . . . . 16 2 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana Introduzione “Napoleon non merita di morire. So che dev’esserci una punizione, ma addirittura la morte per un diciassettenne? Le persone cambiano… prendersi la vita di un ragazzo… non puoi trattare un diciassettenne con gli stessi criteri con cui tratteresti te o me… la vita insegna. Ed io so che già adesso Napoleon è migliore di quello che era una volta”. Rena Beazley, in un’intervista rilasciata ad Amnesty International nel maggio del 2001, un anno prima dell’esecuzione di suo figlio, Napoleon Beazley Napoleon Beazley è stato messo a morte in Texas il 28 maggio 2002 per un crimine commesso diciotto anni prima, quando era soltanto un diciassettenne. Napoleon Beazley non aveva precedenti penali o per cattiva condotta. Eppure, durante il processo, la pubblica accusa - un uomo bianco - lo ha descritto alla giuria - composta esclusivamente da persone bianche come un animale. I testimoni, invece, ne hanno evidenziato le potenzialità che gli avrebbero consentito la riabilitazione. Era un detenuto modello.¹ Il processo di Napoleon Beazley ha avuto luogo nel 1995, anno in cui il Comitato per i Diritti Umani dell’ONU – l’organo che controlla che la Convenzione Internazionale Ireland e Rena Beazley mostrano una sui Diritti Civili e Politici (ICCPR) sia rispettata dai paesi – foto del figlio Napoleon. ? AI ‘ha deplorato’ l’uso continuo della pena di morte, nei confronti di coloro che avevano meno di 18 anni all’epoca del reato, da parte degli USA. In quello stesso anno, inoltre, gli Stati Uniti d’America hanno firmato la Convenzione sui Diritti del Fanciullo, preannunciando l’intenzione di ratificarla in seguito. Come la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, la Convenzione sui Diritti del Fanciullo, ratificata da tutti i paesi eccetto la Somalia e gli USA, proibisce l’uso della pena di morte nei confronti dei minori, intendendo come tali coloro che sono accusati di crimini commessi quando avevano meno di 18 anni di età. Le esecuzioni di ragazzi violano le leggi internazionali. Il consenso internazionale sul divieto di mettere a morte i minori riflette il riconoscimento diffuso della capacità dei giovani di crescere e di cambiare. La vita di un ragazzo colpevole di reato non dovrebbe mai essere cancellata, indipendentemente da ciò che abbia commesso. Il principio fondamentale sul quale orientarsi deve consistere nell’ottimizzare le potenzialità di un giovane detenuto avendo come obiettivo il reinserimento successivo e definitivo nella società. L’esecuzione è la negazione totale di tale principio. 3 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana Perché questa campagna? Nonostante le leggi internazionali proibiscano l’uso della pena di morte per i crimini commessi da persone con meno di 18 anni, alcuni paesi continuano a mettere a morte i giovani o a condannarli. Per compiere un passo verso l’abolizione totale della pena di morte nel mondo, Amnesty International ha lanciato la campagna internazionale “NON UCCIDETE IL FUTURO. STOP ALLE ESECUZIONI DI MINORENNI!” per chiedere di porre fine ad una delle pratiche più atroci della pena di morte: il suo uso nei confronti degli imputati minorenni. Sebbene le esecuzioni dei minori siano poche rispetto al totale di quelle che avvengono nel mondo,² esse testimoniano l’inosservanza - da parte degli stati che continuano a far ricorso alle esecuzioni - degli impegni assunti sotto le leggi internazionali e rappresentano un affronto verso tutti i principi di moralità e di decenza allorquando riguardino la protezione dei ragazzi, uno dei gruppi più vulnerabili della società. Una pratica in diminuzione? I governi nazionali hanno dimostrato di rispettare sempre di più il divieto di mettere a morte i minorenni ratificando importanti trattati internazionali (pagine 7 e 8) e modificando, pur di aderire a tale principio, le rispettive leggi interne. Tra quei paesi, fortemente in diminuzione, che ancora mantengono la pena di morte per legge, quasi tutti hanno garantito di non applicarla nei confronti dei ragazzi, ritenendo che le vite dei minorenni – sia per l’immaturità che per l’impulsività, sia per la vulnerabilità che per la capacità di riabilitazione proprie delle persone giovani – non debbano essere mai cancellate. Dall’inizio del 1994, sono almeno cinque i paesi che hanno modificato le proprie leggi per eliminare le esecuzioni di giovani imputati (vedi box seguente). L’Iran ha compiuto recentemente un passo in questa direzione preparando una proposta di legge che innalza a 18 anni l’età minima per poter essere condannati a morte. C’è, inoltre, una tendenza anche da parte degli stati appartenenti agli USA ad elevare a 18 anni l’età minima, così come stabilito dallo stato del Montana nel 1999 e da quello dell’Arizona nel 2000. Nessuno stato degli USA ha abbassato l’età minima per poter essere condannati a morte da quando sono riprese, nel 1977, le esecuzioni nel paese.³ Divieto di mettere a morte i minorenni previsto dalle leggi nazionali 1989 - le Barbados hanno emendato lo Juvenile Offenders Act (l’Atto per i Minorenni che commettono reati) elevando a 18 anni l’età minima dell’imputato per l’imposizione della condanna a morte. 1994 – lo Yemen, secondo quanto previsto dal Codice Penale, ha elevato a 18 anni l’età minima per poter essere condannati a morte. 1994 – lo Zimbabwe, secondo il Criminal Procedure and Evidence Act (l’Atto sulla Procedura Penale e sulle Prove), ha elevato a 18 anni l’età minima per poter essere condannati a morte. 1997 – la Cina ha emendato la Legge Penale per abolire la pena di morte nei confronti degli imputati che avevano meno di 18 anni al momento del reato. 2000 – il Pakistan ha adottato in molte zone del paese la Juvenile Justice System Ordinance 2000 (l’Ordinanza del Sistema di Giustizia Minorile del 2000), abolendo la pena di morte per le persone che avevano meno di 18 anni al momento del reato. 4 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana “Il diffuso consenso internazionale secondo il quale la pena di morte non debba essere applicata agli imputati minorenni deriva dal riconoscimento che le persone giovani, a causa della loro immaturità, possano non comprendere pienamente le conseguenze delle loro azioni e debbano, quindi, beneficiare di una punizione meno severa rispetto agli adulti. Ancora di più riflette la ferma convinzione che le persone giovani siano maggiormente predisposte al cambiamento ed abbiano, inoltre, un maggiore potenziale di recupero rispetto agli adulti”. Mary Robinson, ex Alto Commissario per i Diritti Umani dell’ONU 4 Dove sono stati messi a morte minorenni? Sebbene una larga maggioranza dei paesi che mantengono la pena capitale abbia proibito le esecuzioni di imputati minorenni, i ragazzi non sono ancora completamente al sicuro da questa pratica. Dal 1990 Amnesty International ha registrato 34 esecuzioni di minori – 19 delle quali negli Stati Uniti d’America. Dal 2000 ve ne sono state 14, 9 delle quali negli USA. Anche negli stessi USA, però, queste esecuzioni non avvengono in tutto il paese: 16 dei 38 stati le cui leggi prevedono l’applicazione della pena di morte, ne escludono l’uso nei confronti dei minori, così come pure il governo federale. Soltanto tre stati – Oklahoma, Texas e Virginia – hanno messo a morte minori dal 2000. Esecuzioni di minorenni accertate dal 1990 al 20035 Cina 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Repubblica Democratica del Congo Iran Nigeria Pakistan Arabia Saudita ? ? ? ? ? Yemen ? ??? ? ? ? USA ? ? ? ? ???? ? ??? ? ???? ? ??? ? 5 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana In che modo le esecuzioni di minorenni violano le leggi internazionali? Un paese che emette una condanna capitale nei confronti di un imputato minorenne o lo mette a morte, viola le leggi internazionali in tre modi: 1 – contravvenendo agli obblighi assunti aderendo ai trattati; 2 – violando le leggi di diritto internazionale consuetudinario; 3 – violando una norma perentoria del diritto internazionale (jus cogens). Ratificando un trattato internazionale, uno stato si impegna a rispettarne le clausole. Quasi tutti gli stati del mondo hanno ratificato uno o più trattati che proibiscono esplicitamente l’uso della pena di morte nei confronti di imputati minorenni (pagine 7 e 8). Quasi tutti gli stati hanno assunto in base al diritto internazionale, quindi, un impegno formale a non usare la pena di morte nei confronti dei minorenni al momento del reato. Amnesty International, inoltre, ritiene che l’esclusione degli imputati minorenni dall’applicazione della pena di morte sia al giorno d’oggi così largamente accettata per legge e de facto da diventare una norma di diritto consuetudinario internazionale (le norme internazionali considerate legge in quanto derivanti dalle norme di fatto degli stati - opinio juris) ed in quanto tale vincolante nei confronti di tutti gli stati, eccetto quelli che “si sono ostinatamente opposti” alla norma in questione.6 Infine, alcune norme di diritto internazionale sono di rilevanza tale da essere considerate “norme perentorie”, altrimenti conosciute come jus cogens, che devono essere rispettate da tutti gli stati in qualsiasi circostanza. La Convenzione di Vienna sulla Legge sui Trattati definisce una norma di jus cogens “una norma accettata e riconosciuta dall’intera comunità internazionale degli Stati come una regola alla quale non è concessa alcuna deroga, che può essere modificata soltanto da una norma successiva di legge internazionale avente lo stesso carattere”. Amnesty International ritiene che il divieto dell’uso della pena di morte nei confronti di imputati minorenni debba essere considerata una norma di tal genere. La sentenza Domingues: alla ricerca di una norma di jus cogens Michael Domingues è stato condannato a morte nello stato del Nevada nel 1994. Il crimine per il quale è stato accusato è stato commesso nel 1993, quando aveva 16 anni. Dopo che il suo appello è stato respinto dalla Corte Suprema del Nevada e dopo che la Corte Suprema degli USA ha rifiutato di prendere in esame il caso, Michael Domingues ha presentato ricorso alla Commissione Intra-Americana per i Diritti Umani, un organo dell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS), della quale gli Stati Uniti d’America sono uno stato membro. L’Articolo 1 della Dichiarazione Americana sui Diritti e i Doveri dell’Uomo, adottata dall’OAS nel 1948, stabilisce il diritto alla vita. Michael Domingues ha così sostenuto che la pena di morte impostagli viola questo diritto. La Commissione ha esaminato il caso ed ha concluso che “è emersa una norma di diritto internazionale consuetudinario che proibisce l’esecuzione di imputati che avevano meno di 18 anni all’epoca del crimine” e che “questa norma è stata riconosciuta essere di natura sufficientemente indelebile da costituire adesso una norma di jus cogens”. Dopo aver ascoltato le argomentazioni presentate dal governo statunitense, la Commissione ha dichiarato nell’ottobre del 2002 che gli USA “hanno agito contravvenendo alle norme internazionali di jus cogens come previsto dall’Articolo 1 della Dichiarazione Americana (sui Diritti e i Doveri dell’Uomo) condannando a morte Michael Domingues per crimini commessi quando aveva 16 anni” e che “se lo stato (gli USA) dovesse mettere a morte Mr. Domingues applicando la sentenza, si renderà responsabile di una grave ed irreparabile violazione del diritto di Mr. Domingues alla vita, secondo l’articolo 1 della Dichiarazione Americana”. (Michael Domingues v. United States, Caso 12.285, Merits, Report N. 62/02, 22 ottobre 2002, paragrafi 84-85, 112) 6 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana Una “norma indelebile” che viola il diritto internazionale “La Commissione è soddisfatta, basandosi sulle informazioni ricevute, che questa regola (il divieto di mandare a morte imputati minori di 18 anni) sia stata ritenuta essere di natura sufficientemente indelebile da costituire una norma di jus cogens… L’accettazione di questa norma supera barriere politiche ed ideologiche e gli sforzi di sottrarsi ad essa sono stati vigorosamente condannati dai membri della comunità internazionale poiché inaccettabili secondo gli standard attuali sui diritti umani… Come norma di jus cogens, questo divieto vincola la comunità degli Stati, incluso gli Stati Uniti d’America. La norma non può essere validamente derogata né attraverso un trattato né con l’obiezione di uno stato, persistente o altro”. Commissione Intra-Americana sui Diritti Umani, Sentenza Domingues, paragrafo 85 Quali trattati internazionali proibiscono le esecuzioni di minorenni? L’opposizione internazionale alle esecuzioni di minorenni è stata resa esplicita attraverso l’adozione di trattati sui diritti umani e di trattati di diritto umanitario, in dichiarazioni rese da organi intergovernativi e nei commenti rilasciati dagli organi che monitorano il rispetto dei trattati (pagina 9). La comunità internazionale ha adottato quattro trattati sui diritti umani che escludono esplicitamente la pena di morte per i minorenni. Quasi tutti i paesi del mondo hanno ratificato uno o più trattati e sono pertanto legalmente obbligati a rispettarne il divieto. Due dei trattati sui diritti umani sono di portata mondiale e possono essere sottoscritti da qualsiasi stato: ? La Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR), uno dei principali trattati sui diritti umani, dichiara nell’Articolo 6: “Le sentenze di morte non saranno imposte per crimini commessi da persone con meno di 18 anni di età…”. A metà novembre 2003 la Convenzione era stata ratificata da 151 stati. ? La Convenzione sui Diritti del Fanciullo dichiara nell’Articolo 37: “ Né la pena capitale, né l’ergastolo senza possibilità di rilascio saranno imposti per reati commessi da persone che avevano al di sotto dei 18 anni di età”. La Convenzione sui Diritti del Fanciullo è stata ratificata da 192 stati – tutti i paesi tranne la Somalia e gli USA. Sia la Somalia che gli USA hanno firmato la Convenzione, manifestando la propria intenzione di ratificarla successivamente. Due dei trattati sui diritti umani sono regionali e possono essere ratificati dai paesi delle regioni in questione, rispettivamente l’Africa e le Americhe: ? La Carta Africana sui Diritti ed il Benessere del Fanciullo dichiara nell’articolo 5 (3): “La pena di morte non sarà pronunciata per crimini commessi da minorenni”. L’Articolo 2 di questo trattato specifica che il termine ‘minore’ si riferisce a chiunque abbia meno di 18 anni. La Carta Africana sui Diritti ed il Benessere del Fanciullo è stata ratificata da 31 paesi africani. ? La Convenzione Americana sui Diritti Umani dichiara nell’articolo 4 (5): “La pena capitale non sarà imposta a persone che, al momento del crimine commesso, avevano meno di 18 anni di età…”. 24 stati delle Americhe hanno ratificato la Convenzione Americana sui Diritti Umani. 7 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana Anche i trattati di diritto internazionale umanitario, conosciuti anche come leggi di guerra, escludono gli imputati minorenni dall’applicazione della pena di morte: ? La Convenzione di Ginevra Relativa alla Protezione dei Civili in Tempo di Guerra del 12 agosto 1949 (la Quarta Convenzione di Ginevra) dichiara nell’Articolo 68: “In qualsiasi caso la pena di morte non potrà essere pronunciata contro una persona protetta che aveva meno di diciotto anni all’epoca del reato”. ? Il Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 e relativo alla Protezione delle Vittime dei Conflitti Armati Internazionali (I Protocollo Aggiuntivo del 1977) dichiara nell’articolo 77 (5): “La pena di morte per un reato relativo ai conflitti armati non potrà essere applicata a persone che non avevano conseguito i diciotto anni di età nel momento in cui era commesso il reato”. ? Il Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 e relativo alla Protezione delle Vittime dei Conflitti Armati Non-Internazionali (II Protocollo Aggiuntivo del 1977) dichiara nell’Articolo 6 (4): “La pena di morte non sarà pronunciata per le persone che avevano meno di 18 anni all’epoca del reato…”. Accanto a questi trattati, organi intergovernativi – organizzazioni composte da stati – hanno adottato molte dichiarazioni che sostengono il divieto. ? Nel 1984 il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU (ECOSOC) ha adottato le Salvaguardie che Garantiscono la Protezione dei Condannati a Morte (“Salvaguardie ECOSOC”). La Salvaguardia 3 dichiara: “Le persone con meno di 18 anni al momento del crimine non saranno condannate a morte…”. Le Salvaguardie ECOSOC sono state approvate dall’Assemblea Generale dell’ONU con la risoluzione 39/118 del 14 dicembre 1984. Questa risoluzione è stata adottata senza essere messa ai voti, un segnale di forte consenso che nessuno stato avrebbe voluto essere messo agli atti come oppositore. Più recentemente, nell’aprile del 2003, la Commissione sui Diritti Umani dell’ONU ha richiamato gli stati che tuttora mantengono la pena di morte, chiedendo loro “di abolire per legge quanto prima la pena di morte per coloro che avevano meno di 18 anni al momento del reato”.7 ? L’Unione Europea ha avallato il divieto dell’uso della pena di morte nei confronti degli imputati minori e si è impegnata a presentare ricorso diplomatico nei confronti di quegli stati che violano il divieto.8 8 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana Quali sono i paesi che applicano ancora la pena di morte nei confronti dei minorenni? Almeno cinque nazioni – Cina, Repubblica Democratica del Congo, Iran, Pakistan e USA – hanno messo a morte minorenni dal 2000. Vi sono imputati con meno di 18 anni, inoltre, nei bracci della morte di almeno altri due stati – Filippine e Sudan. Di seguito saranno fornite informazioni su ciascun paese riguardanti: l’uso della pena di morte nei confronti di minorenni, i trattati internazionali ratificati dagli stati e le dichiarazioni sull’uso della pena di morte nei confronti dei minori rilasciate dagli organi incaricati del controllo del rispetto di questi trattati. Tutti gli stati, eccetto gli USA, hanno ratificato uno o entrambi i trattati internazionali mondiali che proibiscono l’uso della pena di morte nei confronti dei minorenni, senza prevedere esplicite riserve a tale divieto. Come dichiarato precedentemente (pagine 7 e 8) questi trattati sono la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, il cui articolo 6 (5) prevede il divieto e la Convenzione sui Diritti del Fanciullo, dove il divieto è citato nell’articolo 37 (a). Gli stati che hanno ratificato questi trattati sono obbligati a presentare periodiche relazioni sulle misure che hanno intrapreso per rendere effettivo quanto previsto dai trattati. Le relazioni sono esaminate da organi competenti che monitorano l’implementazione di questi trattati – il Comitato sui Diritti Umani dell’ONU ed il Comitato dei Diritti del Fanciullo dell’ONU. Quando in passato i rappresentanti dei governi che hanno messo a morte imputati minorenni sono comparsi dinanzi ai Comitati durante l’esame delle relazioni riguardanti i propri paesi, hanno generalmente evitato di menzionare il problema o hanno fornito risposte confuse. Queste risposte evasive indicano quanto i funzionari responsabili siano consapevoli dell’obbligo del proprio paese a rispettare il divieto. Soltanto gli USA hanno riconosciuto apertamente di aver messo a morte minorenni ed arrogato per sé il diritto di poterlo fare. Come mostrato nel grafico seguente, gli USA hanno messo a morte da soli più minorenni di quanti non abbiano fatto tutti gli altri stati messi insieme. Esecuzioni di minorenni rilevate dal 2000 China, 1 D.R. Congo, 1 Iran, 2 USA, 9 Pakistan, 1 9 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana Cina La Cina ha ratificato l’ICCPR e la CRC. Nel maggio del 1996 la Commissione sui Diritti del Fanciullo dell’ONU espresse preoccupazione “poiché in Cina la legislazione nazionale sembrava consentire che i ragazzi in età compresa fra i 16 ed i 18 anni potessero essere condannati a morte con una sospensione dall’esecuzione di due anni”. La Commissione raccomandò in quell’occasione che le misure legislative cinesi fossero riesaminate per assicurare la conformità all’Articolo 37 della CRC.9 Nell’ottobre del 1997 divenne effettiva una revisione della Legge Penale Cinese che eliminava la pratica della sospensione delle condanne a morte per i prigionieri accusati di aver commesso crimini all’età di 16 o 17 anni. Precedentemente l’articolo 44 della Legge Penale Cinese aveva previsto che gli imputati di 16 e di 17 anni potessero essere condannati a morte, con due anni di sospensione dall’esecuzione soltanto “se i crimini commessi fossero stati particolarmente gravi”. Le relazioni scritte dal 1997 indicano, comunque, che persone con meno di 18 anni al momento del reato hanno continuato ad essere messe a morte perché le corti non prestavano sufficiente attenzione nel determinare l’età dei detenuti. Alcune corti inferiori avrebbero ignorato “la spiegazione della Corte Suprema del Popolo del 2 maggio 1995, riguardante questioni specifiche sull’implementazione della legge nei casi riguardanti la criminalità giovanile”, che afferma quanto segue: “Nei casi riguardanti la criminalità giovanile, l’età dell’imputato all’epoca del reato dovrà essere considerata come un fattore importante e dovrà essere verificata approfonditamente… quando non sia determinata chiaramente ma abbia conseguenze sulla possibilità o meno di perseguire le accuse criminali e sul tipo di punizione da applicare nell’ambito di un processo, i casi dovranno ritornare dinanzi al Procuratore per un’indagine supplementare”. Nel marzo del 2003 l’Habei Legal Daily ha riportato la notizia che Zhao Lin, di 18 anni e 3 mesi, è stato messo a morte nel mese di gennaio dello stesso anno per un crimine commesso nel maggio del 2000, quando aveva 16 anni. L’omicidio era avvenuto nella Contea di Funing, nella Provincia di Jiangsu. Repubblica Democratica del Congo La Repubblica Democratica del Congo ha ratificato l’ICCPR e la CRC. Kasongo, un soldato di 14 anni, è stato messo a morte nel gennaio del 2000 dopo mezz’ora dalla conclusione del processo svoltosi dinanzi ad una corte militare speciale. Le corti militari speciali sono state abolite nell’aprile del 2003. Nel maggio del 2001 le autorità della Repubblica Democratica del Congo hanno riferito al Comitato dei Diritti del Fanciullo dell’ONU che alcuni bambini soldato condannati a morte erano stati graziati, non menzionando l’esecuzione di Kasongo. Il Comitato ha chiesto al paese “di garantire il rispetto dell’articolo 37 (a) della Convenzione (sui Diritti del Fanciullo) e che nessuna persona minore di 18 anni sia condannata a morte”.10 Iran L’Iran ha ratificato l’ICCPR e la CRC. Amnesty International ha registrato dal 1990 sette esecuzioni di minori in Iran. La maggior parte delle informazioni ricevute dall’associazione si basano sulle notizie riportate dai media iraniani. Più recentemente, l’agenzia ufficiale IRNA ha riferito, in data 29 maggio 2001 dalla città di Ilam, che Mehrad Yousefi, di 18 anni, era stato impiccato per un crimine commesso due anni prima. 10 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana Nel maggio del 2000 le autorità iraniane hanno riferito al Comitato sui Diritti del Fanciullo dell’ONU che le condanne a morte inflitte agli imputati minorenni non erano state eseguite e che la pena di morte non era più “inflitta ai ragazzi al di sotto dei 18 anni di età”. Il Comitato ha fortemente raccomandato che l’Iran “compia passi immediati per fermare e per abolire per legge l’imposizione della pena di morte per crimini commessi da persone minori di 18 anni”.11 Una proposta di legge per innalzare l’età minima per poter essere condannati a morte a 18 anni è stata approvata dalla magistratura e dovrebbe essere stata introdotta in parlamento alla fine del 2003. Pakistan Il Pakistan ha ratificato il CRC nel 1990. Amnesty International ha registrato negli anni 1990 due esecuzioni di minorenni in Pakistan – una nel 1992 ed una nel 1997. L’Ordinanza del Sistema di Giustizia Minorile del 2000, che abolisce la pena di morte per le persone con meno di 18 anni all’epoca del reato nella maggior parte del paese, è entrata in vigore il 1 luglio 2000. L’Ordinanza, però, non era estesa alle Aree Tribali del nord-ovest, amministrate dalle province e dallo stato. Un giovane uomo, Sher Ali, è stato messo a morte nel novembre del 2001 in un’area tribale amministrata dalla provincia, per un omicidio commesso nel 1993 quando aveva 13 anni. Sebbene la maggior parte delle condanne a morte pendenti inflitte a minorenni prima del luglio 2000 sia stata commutata, un numero imprecisato di sentenze è ancora sospeso fino a quando le corti non determineranno l’età dei prigionieri accusati. Infatti i minorenni continuano ad essere condannati a morte, principalmente perché la loro età non viene stabilita. La questione dell’età non viene generalmente sollevata dai legali della famiglia fino a quando il ragazzo non viene condannato a morte. Spesso i giudici non affrontano la questione a meno che il ragazzo non sembri chiaramente un minorenne.12 Imputati minorenni in Pakistan che attendono di essere processati. ? AI Nell’ottobre del 2003 il Comitato sui Diritti del Fanciullo dell’ONU ha dichiarato di essere “profondamente preoccupato per le notizie riguardanti gli imputati minorenni condannati e messi a morte in Pakistan” ed ha raccomandato di intraprendere passi immediati che assicurino che il divieto della pena di morte contro imputati con meno di 18 anni sia garantito e che le condanne a morte imposte prima della promulgazione dell’Ordinanza 2000 non siano effettuate.13 Filippine Le Filippine hanno ratificato l’ICCPR e la CRC. Nelle Filippine le leggi impediscono l’uso della pena di morte contro persone che avevano meno di 18 anni all’epoca del reato. Nonostante ciò sono almeno sette i minorenni, fra i quali una ragazza, sui quali pende attualmente la condanna a morte14 e per i quali Amnesty International sta chiedendo alle autorità filippine di commutare la pena. 11 Larina Perpinan con suo figlio in prigione. ? AI gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana Larina Perpinan aveva 17 anni quando è stata arrestata insieme ad altre dieci persone con l’accusa di rapimento, e conseguente richiesta di riscatto, di una donna anziana, successivamente rilasciata illesa. Al momento dell’arresto, Larina Perpinan ha mentito sulla propria età e sul proprio nome per “ evitare problemi in famiglia”. Durante il processo le fu affidata una scarsa assistenza legale e venne condannata a morte nell’ottobre del 1998. Sebbene successivamente abbia presentato un certificato di nascita provando di avere 17 anni al momento dell’arresto, sembrerebbe che il giudice abbia rifiutato di revocare la sua condanna a morte. Sudan Il Sudan ha ratificato l’ICCPR e la CRC. Fra le persone condannate a morte a partire dal 2002 da una corte speciale della provincia occidentale di Dafur, vi sono alcuni minorenni. Le procedure seguite dalla corte speciale sono ben lontane dalle norme internazionali che regolano i processi equi. 15 Nell’ottobre del 2002 il Comitato sui Diritti del Fanciullo dell’ONU ha raccomandato il Sudan “di garantire che le condanne a morte non siano comminate per azioni commesse da ragazzi con meno di 18 anni di età”.16 USA Gli USA hanno ratificato l’ICCPR. Con una decisione del 1989 riguardante il caso Stanford v. Kentucky, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha stabilito che l’uso della pena di morte nei confronti di imputati di 16 o di 17 anni non è in contrasto con la Costituzione Americana.17 Uno dei motivi che ha spinto la Corte ad assumere questa decisione consisteva nella mancanza di prove sufficienti, nelle legislazioni interne dei vari stati, che indicassero un “consenso nazionale” contro l’uso della pena di morte nei confronti di imputati al di sotto dei 18 anni. Con una decisione più recente del 2002, riguardante un’altra questione nell’ambito del caso Atkins v. Virginia, la Corte Suprema ha ritenuto che l’esecuzione di prigionieri con ritardi mentali sia incostituzionale. In quell’occasione la maggioranza della corte ritenne che il “consenso nazionale” contro queste esecuzioni fosse ormai sviluppato. Nelle varie argomentazioni la Corte citò il “gran numero” di stati che avevano adottato una legislazione che proibiva l’esecuzione di minorati mentali e “la compattezza nel cambiamento di direzione” vale a dire “l’assenza completa di Stati che avessero introdotto leggi che ripristinassero il potere di procedere con queste esecuzioni”. Amnesty International ritiene che lo stesso ragionamento dovrebbe adesso spingere la Corte Suprema a dichiarare incostituzionale l’uso della pena di morte contro i minorenni.18 Dei 38 stati degli USA che prevedono la pena di morte, 22 ne consentono l’uso contro i minorenni.19 Sedici stati che nelle proprie leggi prevedono la pena capitale ne escludono l’uso nei confronti dei minori, così come le leggi federali e le leggi militari statunitensi. Dal 1977 ventidue minorenni sono stati messi a morte in sette stati. Più di 70 imputati minorenni si trovano attualmente nei bracci della morte statunitensi con una condanna a morte pendente. Nell’aprile del 2003 le autorità americane hanno rivelato che tra gli stranieri detenuti nella base navale USA di Guantanamo Bay, a Cuba, vi siano minori tra i quali anche tredicenni. Un detenuto, Omar Khadr, di nazionalità canadese, potrebbe essere sospettato di essere coinvolto, quando aveva 15 anni, nell’uccisione di un soldato americano avvenuta in Afghanistan. Amnesty International ha sollecitato le autorità canadesi a cercare assicurazioni presso gli USA che per Omar Khadr non verrà chiesta la pena di morte, nel momento in cui 12 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana sarà processato da una commissione militare nominata dalle autorità americane.20 Amnesty International si oppone alle commissioni militari. Un retroscena di abusi e privazioni L’uso della pena di morte contro imputati minorenni non accetta alcun ragionamento secondo il quale la società debba accettare una responsabilità, anche minima, nel momento in cui un ragazzo commetta un crimine. I profili degli adolescenti condannati a morte spesso appartengono a persone minorate mentalmente o disturbate emotivamente provenienti da un’infanzia di abusi, privazioni e povertà. I retroscena delle vite degli imputati minorenni messi a morte negli USA dal 1990, indicano che la società li ha innanzitutto trascurati prima di decidere di ucciderli. Glen McGinnis, nato da una madre tossicodipendente che lavorava come prostituta, è stato condannato a morte in Texas nel 1992. Ha subìto ripetuti abusi fisici da parte della madre che lo picchiava e del suo patrigno che lo percuoteva con una corda elettrica e lo violentava quando aveva nove o dieci anni. Scappato di casa all’età di 11 anni, ha vissuto nelle strade di Houston divenendo un taccheggiatore ed un ladro d’auto. Nero, è stato condannato a morte da una giuria composta esclusivamente da bianchi, per aver sparato a Leta Ann Wilkerson, bianca, durante una rapina avvenuta nel 1990. Vari agenti dell’istituto di pena minorile hanno testimoniato che non era un ragazzo aggressivo, nonostante gli insulti subìti da parte degli altri detenuti sulla sua omosessualità, e che avrebbe potuto migliorarsi nell’ambiente strutturato della prigione. E’ stato messo a morte nel gennaio del 2000. Quando gli USA hanno ratificato nel 1992 la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, sollevarono un’obiezione dichiarando che avrebbero riservato per sé il diritto di “imporre la pena capitale… per i crimini commessi da persone che avevano meno di diciotto anni di età”. Undici altri stati firmatari dell’ICCPR hanno protestato per questa riserva. Nel 1995 il Comitato sui Diritti Umani dell’ONU ha dichiarato di ritenere la riserva “incompatibile con l’oggetto ed i propositi dell’ICCPR ed ha raccomandato che fosse ritirata. Il Comitato ha anche deplorato le clausole previste nelle legislazioni vigenti di alcuni stati degli USA che consentono che i minorenni siano condannati a morte così come “le giurisdizioni dove queste condanne sono state pronunciate ed eseguite” ed ha esortato le autorità ad “intraprendere passi appropriati per assicurare che le persone non siano condannate a morte per crimini commessi prima che abbiano compiuto 18 anni di età”. 13 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana Quali sono gli obiettivi della campagna di Amnesty International per fermare le esecuzioni di minorenni? C’è uno schiacciante consenso internazionale legale e morale contro le esecuzioni di imputati minorenni. La condanna a morte e l’esecuzione di una persona per un crimine commesso quando era un bambino, negano la possibilità di riabilitazione e sono contrarie agli standard internazionali sulla giustizia e sul trattamento umano. Gli attivisti di Amnesty International di tutto il mondo si stanno unendo ad altre organizzazioni in occasione della campagna “NON UCCIDETE IL FUTURO. STOP ALLE ESECUZIONI DI MINORENNI!” che ha l’obiettivo di porre fine all’uso della pena di morte contro gli imputati minorenni nel mondo entro il dicembre 2005. Amnesty International ritiene che la pena di morte violi il diritto alla vita e sia un’estrema punizione crudele, inumana e degradante. Come ulteriore passo verso l’abolizione della pena di morte si chiede: ? Di porre immediatamente fine a tutte le esecuzioni di imputati minorenni ? Di commutare tutte le condanne a morte pendenti nei confronti di imputati minorenni ? Ai paesi mantenitori della pena di morte di abolire per legge la sua applicazione nei confronti degli imputati minori ? Agli stessi paesi di adottare misure necessarie affinché le rispettive corti non condannino a morte minorenni includendo, dove necessario, l’esame dei certificati di nascita. Laddove non esistano sistemi di rilasci di certificati di nascita, essi dovrebbero essere introdotti, come richiesto dall’Articolo 8 della Convenzione sui Diritti del Fanciullo. Come partecipare alla campagna? Per informazioni sulle azioni da intraprendere per fermare le esecuzioni di minorenni consultare il sito del Segretariato Internazionale di Amnesty International all’indirizzo www.amnesty.org/deathpenalty Per partecipare alla campagna, o per ulteriori notizie, contattare la sede della Sezione Italiana di Amnesty International, Via G.B. De Rossi, 10 – 00161 Roma tel. 06/44901 www.amnesty.it 14 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana I premi Nobel per la pace condannano le esecuzioni dei minorenni “La pena di morte è una punizione particolarmente crudele ed inusuale che dovrebbe essere abolita. E’ inconcepibile specialmente quando viene imposta ai bambini”. Dichiarazione conclusiva del Quarto Summit Mondiale dei Premi Nobel per la pace, 30 novembre 2003 Dove trovare maggiori informazioni? Per maggiori informazioni sugli argomenti trattati in questo documento, sono disponibili i seguenti rapporti di Amnesty International: ? Children and the death penalty: executions worldwide since 1990, Settembre 2002, AI Index: ACT 50/007/2002 ? The exclusion of child offenders from the death penalty under general international law, Luglio 2003, AI Index: ACT 50/004/2003 (disponibile anche nella versione italiana) ? Pakistan: Denial of basic rights for child prisoners, Ottobre 2003, AI Index: ASA 33/011/2003. ? Philippines: Something hanging over me – child offenders under sentence of death, Ottobre 2003, AI Index: ASA 35/014/2003. ? Sudan: Empty promises? Human rights violations in government-controlled areas, Luglio 2003, AI Index: AFR 54/036/2003. ? United States of America: Indecent and internationally illegal - the death penalty against child offenders, Settembre 2002, AI Index: AMR 51/143/2002. 15 gennaio 2004 Non uccidete il futuro. Stop alle esecuzioni di minorenni! Coordinamento pena di morte Amnesty International – Sezione italiana Note finali ¹ Per maggiori informazioni sul caso di Napoleon Beazley: Amnesty International, United States of America: Too young to vote, old enough to be executed – Texas set to kill another child offender, Luglio 2001, AI Index: AMR 51/105/2001. 2 Nel 2002, l’ultimo anno per il quale sono disponibili dati mondiali, sono avvenute tre esecuzioni di minorenni su un totale di 1.526 esecuzioni registrate da Amnesty International nel mondo. Nei nove anni compresi tra il 1994 e il 2002 Amnesty International ha accertato 19 esecuzioni di minori in cinque stati, un numero esiguo rispetto al totale di 22.588 esecuzioni avvenute in 70 paesi durante lo stesso periodo. 3 Sulla tendenza degli stati appartenenti agli USA a fissare a 18 anni l’età minima per essere condannati a morte: United States of America: Indecent and internationally illegal – the death penalty against child offender, Settembre 2002, AI Index: AMR 51/143/2002, pagg. 15-25, 103. 4 Dichiarazione di Mary Robinson rilasciata per chiedere la grazia per due imputati minorenni T.J.Jones e Toronto Patterson, Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU, comunicato stampa, 1 agosto 2002. 5 Per informazioni sui casi: Children and the death penalty: executions worldwide since 1990, Settembre 2002, AI Index: ACT 50/007/2002. 6 Nell’ agosto del 2000 una Sottocommissione per la Promozione e la Protezione dei Diritti Umani dell’ONU ha adottato una risoluzione che afferma che “l’imposizione della pena di morte nei confronti di coloro che avevano meno di 18 anni all’epoca del reato è contraria al diritto internazionale consuetudinario” ed ha invitato la Commissione sui Diritti Umani dell’ONU a confermare tale affermazione (risoluzione 2000/17 dell’agosto 2000). Nell’aprile 2003 la Commissione sui Diritti Umani ha “riaffermato” la risoluzione 2000/17 della Sottocommissione “sul diritto internazionale e l’imposizione della pena di morte nei confronti di coloro che avevano meno di 18 anni all’epoca del reato” (risoluzione 2003/67 del 24 aprile 2003, para.2). 7 Risoluzione 2003/86 sui diritti del fanciullo, adottata senza essere messa ai voti. 8 Linee Guida dell’Unione Europea sulla Pena di Morte, adottate dal Consiglio dell’Unione Europea il 3 giugno 1998. 9 Documento ONU CRC/C/15/Add.56, para. 21, 42. Il Comitato ha dichiarato inoltre che “l’imposizione delle condanne a morte sospese sui minorenni costituisce una punizione crudele, inumana o degradante”. 10 Documenti ONU CRC/C/SR.705, para. 48; CRC/C/SR.706, para. 13; CRC/C/15/Add.153, para.75. 11 Documenti ONU CRC/C/SR.618, para.22, 43; CRC/C/15/Add.123, para.30. 12 Pakistan: Denial of basic rights for child prisoners, Ottobre 2003, AI Index: ASA 33/011/2003. 13 Documento ONU: CRC/C/15/Add.217. 14 Philippines: Something hanging over me – child offenders under sentence of death, Ottobre 2003, AI Index: ASA 35/014/2003. 15 Sudan: Empty promises? Human rights violations in government-controlled areas, Luglio 2003, AI Index: AFR 54/036/2003. 16 Documento ONU CRC/C/15/Add.190, para. 70. 17 Un anno prima, per il caso Thompson v. Oklahoma, la Corte Suprema aveva stabilito che l’uso della pena di morte contro imputati minori di 16 anni fosse incostituzionale. 18 Per maggiori informazioni: Usa: Indecent and internationally illegal – the death penalty against child offenders, citato in precedenza. 19 La Corte Suprema dello stato del Missuri ha recentemente stabilito che l’uso da parte dello stato della pena di morte contro imputati minorenni sia incostituzionale. Le autorità dello stato hanno chiesto alla Corte Suprema degli USA di cambiare la propria decisione sull’argomento. 20 Comunicati stampa, rilasciati all’inizio di dicembre 2003, hanno riferito che Omar Khadr potrebbe essere stato rilasciato o trasferito da Guantanamo Bay. 21 United States of America: The threat of a bad example – undermining international standards as “war on terror” detentions continue, Agosto 2003, AI Index: AMR 51/114/2003, pagine 21-22 22 Documento ONU CCPR/C/79Add.50, para. 14, 16, 27, 31 Amnesty International - Coordinamento pena di morte e-mail: [email protected] 16