Piazza finanziaria: retribuzioni in rialzo
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Piazza finanziaria: retribuzioni in rialzo
24.05.2007 CORRIERE DEL TICINO Speciale Economia Stefano Soldati Piazza finanziaria: retribuzioni in rialzo In Ticino massa salariale a livelli notevoli, spiega Franco Citterio, direttore ABT. Negli ultimi 3 anni l’economia svizzera è tornata a crescere a buoni livelli. Anche l’economia ticinese sembra averne beneficiato. A vedere i bilanci delle principali banche ticinesi sembrerebbe che anche la piazza finanziaria ticinese ha sentito la ripresa dell’economia. Gli ottimi risultati delle due grandi svizzere e delle banche medie e piccole che caratterizzano la piazza finanziaria ticinese hanno favorito un aumento generalizzato delle retribuzioni delle banche? Effettivamente la congiuntura svizzera, dopo un decennio, di stagnazione sembra aver imboccato la strada giusta. Paragonando i dati di crescita dei vari Paesi occidentali, la Svizzera figura addirittura nel gruppetto di testa e le recenti classifiche sul grado di competitività della nostra piazza economica lasciano ben sperare anche per il futuro. In questa fase di crescita il settore delle attività finanziarie risulta ancora una trainante in Svizzera. Secondo i dati dell’ Ufficio federale di statistica ( UST), per esempio, nell’ultimo trimestre 2006 il valore aggiunto prodotto dal settore dei servizi finanziari con un +2,5% ha nettamente sorpassato quello dei settori commerciale, alberghiero, trasporti e telecomunicazioni (+0,5%), edilizia (+0,4%)e il settore dei servizi pubblici (+ 0,2%). Il settore industriale, al contrario, ha registrato una stagnazione, mentre l’agricoltura ha segnato una moderata diminuzione dell’ 1,6%. È pur vero che il settore finanziario può essere molto volatile: la lunga crisi borsistica internazionale (2001-2003)ha fatto precipitare le commissioni di gestione, gli utili e, non da ultimo, anche il gettito fiscale delle banche. Dal 2004 i mercati sono girati al bello e anche i conti sono tornati, grazie sia alla ripresa dei ricavi sia ad una profonda razionalizzazione dei costi operata non solo delle grandi banche ma pure delle banche medie e piccole che, come Lei giustamente dice, caratterizzano la piazza finanziaria ticinese. Dati alla mano, le retribuzioni nel settore bancario ( comprensive di bonus e premi vari) hanno mantenuto livelli notevoli: se nel 2001 la massa salariale in Ticino (limitatamente alle banche associate all’ ABT) ha toccato un totale di 855 milioni di franchi, nel 2004 è scesa a 814 milioni per poi risalire nel 2005 a 845 milioni. Nel 2006, addirittura, è stato raggiunto un nuovo massimo a 883 milioni di franchi. Quindi, razionalizzazione sì ma salvaguardando la qualità e la retribuzione dei collaboratori. Nel settore bancario, soprattutto nelle grandi banche, le retribuzioni mensili di tipo tradizionale tendono a aumentare poco, mentre cresce il peso dei bonus che sono legati ovviamente alla redditività degli istituti. Prendiamo in considerazione i salari mensili:questi non sono cresciuti in modo poco proporzionale ai risultati delle banche? Lo stipendio base è determinato da vari fattori (qualifica, funzione, responsabilità, età ecc.)che si modificano continuamente in un settore competitivo come il nostro e quindi è difficile fare dei confronti nel tempo. Si potrebbe citare anche qui alcuni dati dell’ UST, secondo cui nel 2006 l’indice svizzero dei salari nominali è aumentato dell’1,2% rispetto al 2005, mentre sono soprattutto i rami delle attività finanziarie (+2,5%), dell’istruzione (+ 2,2%)e delle assicurazioni (+1,8%) a determinare il trend di crescita. È però indubbio che lo stipendio di base, infarcito dal carovita, sta perdendo di significato a vantaggio di una retribuzione basata maggiormente sui meriti personali e sui risultati dell’azienda. In questo senso anche il contratto collettivo del settore bancario ( «Convenzione relativa alle condizioni di lavoro degli impiegati di banca») dà sempre più la priorità ad un’indipendenza dei singoli istituti nello stabilire la propria politica salariale. Il fatto che il peso dei bonus cresca a scapito di quello delle retribuzioni mensili non ha da un canto un effetto negativo sulla sicurezza della retribuzione e anche sui contributi dei dipendenti del settore bancario alle assicurazioni sociali del nostro paese, che sono calcolati sulle retribuzioni? La sicurezza del posto di lavoro e lo stipendio assicurato sono concetti sorpassati non solo in banca ma in tutta l’economia privata. L’industria moderna chiede maggiore flessibilità dei sistemi retributivi e un’accresciuta mobilità del lavoratore. Questo presuppone da parte delle aziende e dei dipendenti una nuova mentalità. Per quel che riguarda le assicurazioni sociali credo che questo cambiamento di abitudini e di stile di vita necessiti di un profondo ripensamento delle basi di calcolo. Il livello dei bonus distribuiti dalle banche che operano in Ticino è cresciuto in modo proporzionalmente analogo alla crescita dei risultati degli istituti? A questo proposito non dispongo di dati precisi per poter distinguere quanto è stato concesso ai dipendenti quale stipendio fisso e quanto quale bonus. Ogni istituto ha evidentemente operato in base a propri criteri. Di fatto, come detto sopra, la crescita della massa salariale del settore bancario ticinese è cresciuta notevolmente in questi ultimi tre anni, motivo per cui si può affermare che nel complesso gli stipendi e i bonus hanno sicuramente seguito il buon andamento del settore. Nel settore bancario non si stanno creando due «classi» di dipendenti»: da un canto, i dipendenti al fronte le cui retribuzioni sono buone, ma non stratosferiche, e dall’altro i membri di direzione e i quadri dirigenti che hanno visto impennarsi le loro retribuzioni? Non ne farei una distinzione di gerarchia ma semmai di settore. È risaputo che le banche svizzere sono soprattutto note per l’attività di consulenza e gestione patrimoniale, ed è questa l’attività anche generalmente più redditizia rispetto alle attività di credito e di retail banking. Ovvio quindi che siano soprattutto i consulenti e i gestori patrimoniali ad essere «merce pregiata » e il mercato del lavoro ha determinato in Ticino come a Zurigo e a Ginevra una caccia ai profili più qualificati a suon di soldoni. Per quel che riguarda il nostro Cantone aggiungerei che la presenza di questi profili di consulenza è ancora più marcata rispetto al resto della Svizzera. Questo fossato anche retributivo, tra personale operativo e manager non rischia di essere controproducente per le stesse banche? Ripeto: più che una distinzione gerarchica direi che si tratta di una differenza retributiva osservabile da settore a settore. L’azienda, al suo interno, deve poi tenere conto di queste differenze applicando una politica del personale che tenda non ad appiattire le retribuzioni ma a stimolare tutti i dipendenti a dare il massimo per l’azienda e, di riflesso, anche per se stessi. Di sponda, direi che questa politica salariale dovrebbe valere in tutti i settori economici, compresa l’amministrazione pubblica. In Ticino un modo utilizzato dagli operatori finanziari (soprattutto quelli che hanno i rapporti con la clientela)per aumentare le proprie retribuzioni è quello di mettersi sul mercato e di passare da un istituto all’altro. Questo fenomeno, assolutamente legittimo e legale in un’economia di mercato, non produce però un effetto negativo per l’intera piazza finanziari a ticinese, la cui clientela diventa spesso oggetto di contesa tra una banca e l’altra a causa del passaggio di un proprio consulente ad un altro istituto? Parto dal principio che la libertà di mercato e un mercato del lavoro flessibile conducono alla lunga a delle situazioni di equilibrio e di crescita per tutti. D’altro canto, posso darle atto che, nel breve periodo e in presenza di una buona congiuntura, il fenomeno può acuirsi, facendo perdere di vista i rapporti di costo del lavoro e di crescita del mercato. Ancora in calo il numero dei bancari Persistono le differenze salariali tra i consulenti private banking e retail in Ticino Abbiamo parlato finora del settore bancario vero e proprio e sopratutto ci siamo riferiti alla struttura portante della piazza che è quella della gestione patrimoniale, ma vi sono anche istituti che sono pure attivi nel retail banking e nel credito tradizionale. La struttura delle retribuzioni di questi ultimi non nettamente inferiore a quella degli operatori del private banking? Le retribuzioni nei settori commerciale e retail non mi risulta che siano nettamente inferiori ma mediamente lo sono. Paradossalmente quello del consulente commerciale o ipotecario è un lavoro più difficile, ma meno retribuito. È un’attività che presuppone più rischi per la banca e che quindi richiede più preparazione professionale. Il fatto è, però, che essendo un’attività generalmente meno redditizia per la banca, il mercato del lavoro offre meno opportunità rispetto ai consulenti patrimoniali. Possiamo quindi parlare di due tipi di dipendenti bancari con due tipi di salari e bonus? Fondamentalmente sì, ma con sistemi di retribuzione fondati su criteri diversi. La ripresa si è tradotta anche in un aumento dell’occupazione nel settore bancario vero e proprio? A fine 2006 erano occupate nel settore bancario ticinese 7.539 persone, in calo di circa 1.000 unità rispetto ai massimi del 2001. Oltre ai fattori elencati sopra (crisi borsistica, ristrutturazioni aziendali ecc.), ad incidere sul numero dei dipendenti ha contribuito il fenomeno dell’outsourcing, cioè della tendenza sempre più manifesta nel settore finanziario di esternalizzare vari servizi (giuridico, contabile, informatico, logistico ecc.) che prima erano svolti all’interno dell’azienda. Questi posti di lavoro, quantificabili pure attorno alle 1.000 unità, esistono ancora e quindi si può affermare che, nel suo insieme, il settore bancario occupa all’incirca lo stesso numero di persone rispetto a 5 anni fa. Diamo uno sguardo al di là del settore bancario vero e proprio: nel settore finanziario-fiduciario e dell’import-export la ripresa sta producendo un aumento dell’occupazione e dei guadagni? Non dispongo di dati precisi, ma mi risulta che tutto il settore fiduciario (finanziario, immobiliare, commerciale) sia in forte ripresa, per cui anche l’occupazione e le retribuzioni sono in aumento. Sottolineerei comunque l’importanza, anche per il settore parabancario, di disporre di personale altamente qualificato e i dati di frequenza dei corsi e seminari organizzati dalla nostra scuola (Centro di Studi Bancari a Lugano-Vezia) non fanno altro che testimoniare l’interesse e la disponibilità degli operatori della piazza finanziaria ticinese a non vedere questo buon momento congiunturale solo l’occasione per fare buoni affari ma anche per migliorare ed aggiornare le proprie conoscenze professionali. “fine”