EL PAPEL DE LAS EMOCIONES EN LA MUSICA: FATTORE D

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EL PAPEL DE LAS EMOCIONES EN LA MUSICA: FATTORE D
EL PAPEL DE LAS EMOCIONES EN LA MUSICA: FATTORE
D’INTERCOMPRENSIONE – Lucia Ciccola (LuciaCi), Martina D’Angelo
(MartinaDa), Lucia Miniati (LuciaMi)
Una parola per descrivere il mondo intero?
MUSICA! Senza dubbio è lei che accomuna ogni angolo del mondo, che unisce generazioni,
tradizioni e culture differenti: è un linguaggio universale, una realtà che consente di comunicare, di
gettare “ponti” verso gli altri ed, insieme, di esprimere se stessi, i diversi sentimenti e momenti della
propria vita e della propria anima. Un linguaggio senza tempo, senza territori, né confini, è la voce
di tutta l’umanità, di qualsiasi tempo e luogo.
La musica produce effetti sul nostro corpo, origina un’esperienza emozionale, coinvolge la mente,
arricchisce ed eleva lo spirito, permettendo all’essere umano di cogliersi come unità inscindibile,
senza distinzione a livello sociale e di provenienza. Infatti dei ricercatori hanno dimostrato, facendo
ascoltare musica classica a tribù indigene così come agli Occidentali, che le reazioni sono le stesse e
che vi è una commozione comune.
Con la musica si possono esprimere emozioni che rimarrebbero difficili da dire a voce: è un ottimo
elemento per tenere in contatto il conscio con l'inconscio perché essa è un mezzo di comunicazione
che arriva anche dove le parole sembrano inaccessibili.
Inoltre la musica dà quel "pizzico" in più per apprendere una lingua, gli conferisce armoniosità,
felicità e molte altre emozioni, aiutando così la concentrazione e stimolando la fantasia. Per questo
motivo non è necessario conoscere una lingua o capire del tutto o in parte il testo di una canzone per
esserne colpiti. Ciò spiega perché è sempre divertente e stimolante cercare di capire il significato di
una canzone in base alle emozioni che suscita, attraverso la combinazione di sonorità, ritmi e parole
e verificare quello che realmente significa andando poi a leggere la traduzione del testo.
Ogni procedimento d’intercomprensione comporta il coinvolgimento di più abilità linguistiche,
muovendosi sia sul piano della ricezione sia su quello della produzione, come dimostrato dal caso
delle canzoni in L2 utilizzate a fini didattici. I docenti di L2 sanno bene che gli studenti amano
ascoltare musica nella classe di lingua perché essa ha un carattere tridimens ionale e le canzoni sono
molto più di semplici parole su carta. Ogni canzone veicola un messaggio ed i recenti studi hanno
dimostrato che l’uso della musica nel processo dell’acquisizione linguistica potenzia le abilità del
pensiero. Alcune figure musicali ed alcuni timbri vengono spesso utilizzati per esprimere particolari
emozioni, tanto che le associamo spesso a determinati stati d’animo.
Dunque si può affermare che, al di là dell’aspetto del piacere, essa ne ha uno anche didattico; da anni a
questa parte per esempio in alcuni stati l’apprendimento di una lingua straniera si fa partire proprio con un
approccio ludico: attraverso la musica. Affinché però lo sviluppo sia armonioso, l’apprendimento deve
proporre tre tipi di attività: pratica, intellettuale ed emozionale.
Le emozioni caratterizzano la nostra vita, la nostra esperienza, il nostro comportamento, il nostro divenire,
quindi rientrano in ogni ambito del nostro vivere. Costruire un buon clima emotivo risulta facilitante in
primo luogo nel momento dell’acquisizione dell’apprendimento ma anche nel momento di richiamo degli
apprendimenti precedentemente acquisiti. Alla luce di quanto delineato quindi si può affermare che nella
progettazione di percorsi di apprendimento, il fattore emozionale va considerato non come un elemento
facilitante secondario, ma come una componente strutturale indispensabile.
Qualora quindi la musica venga impiegata nell’insegnamento di una lingua straniera bisogna prestare
attenzione alle diverse canzoni, ognuna suscita emozioni diverse: una canzone che non viene apprezzata o
che non rispecchia i propri ideali, sicuramente è poco di aiuto nello sviluppare capacità linguistiche orali o
scritte in una specifica lingua.
Oggi comunque, dato che ricopre ogni campo della nostra esistenza, la musica viene impiegata anche in
ambito terapeutico, da tempo infatti si parla molto di musicoterapia: questo è uno dei casi in cui le emozioni
derivanti da note musicali hanno un ruolo veramente importante.
La musicoterapia è una modalità di approccio alla persona che utilizza la musica o il suono come strumento
di comunicazione non-verbale, per intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico, in una varietà di
condizioni patologiche e parafisiologiche, come l’autismo, ritardo mentale, disturbi dell’umore ecc.
La musicoterapia è la strada per conoscere come la musica può fare bene e come può fare male. Ovviamente
però c’è chi è scettico di fronte a tutto ciò: la musica, con le emozioni che suscita può veramente riuscire a
guarire da una malattia o almeno ad attutirne i problemi? Si tratta quindi di arte o scienza? Una risposta forse
può essere ricavata dalle parole di Karl Popper, filosofo e creatore della teoria della falsificabilità
come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza: "Le teorie scientifiche non sono mai certe e
possono essere sempre rovesciate da nuovi sviluppi: questo è ciò che intendiamo quando diciamo che le
teorie scientifiche mantengono sempre il carattere di ipotesi e congetture" ("Dopo la scienza aperta"). La
storia della musica dimostra che nessun musicista, nessuno stile o sistema musicale è mai stato rovesciato.
Sicuramente è impossibile descrivere la musica ma si possono benissimo vivere le emozioni che essa suscita.
http://dumas.ccsd.cnrs.fr/docs/00/73/51/30/PDF/jedrzejak_camille.pdf
La Musique
(Da: «Les f leur s du m a l»)
La musique souvent me prend comme une mer!
Vers ma pâle étoile,
Sous un plafond de brume ou dans un vaste éther,
Je mets à la voile;
La poitrine en avant et les poumons gonflés
Comme de la toile,
J'escalade le dos des flots amoncelés
Que la nuit me voile;
Je sens vibrer en mo i toutes les passions
D'un vaisseau qui souffre;
Le bon vent, la tempête et ses convulsions
Sur l'immense gouffre
Me bercent. D'autres fois, calme plat, grand miroir
De mon désespoir!