Taormina Film Fest taglia un bellissimo traguardo

Transcript

Taormina Film Fest taglia un bellissimo traguardo
T
Gazzetta del Sud Sabato 14 Giugno 2014
.
La serata
inaugurale
Ritorno al passato
sulla mitica
terrazza
dell’Irrera a Mare
un luogo storico
per Messina
Passerella
di divi e vip
Ospiti d’eccezione
dall’icona
Claudia Cardinale
a Ben Stiller,
da Melanie Griffith
a John Turturro
Una storia
gloriosa
I
Quando Messina
viveva il suo “spicchio
di Hollywood”
e Taormina era patria
di star del cinema,
intellettuali e artisti
aormina Film Fest
14-21 giugno 2014
IERI
OGGI
Si festeggia l’edizione numero sessanta della rassegna (cominciata a Messina)
Taormina Film Fest taglia un bellissimo traguardo
Franco Cicero
S
essanta edizioni sono un
traguardo più che lusinghiero per qualunque festival del cinema. Taormina (con Messina per la fase
iniziale) può esserne più che orgogliosa: in Italia è seconda solo
alla Mostra di Venezia, il festival
più antico del mondo con 70
edizioni. In Europa, considerando solo le kermesse maggiori, è
preceduta da Cannes (67) e Berlino (64).
Il curriculum del Taormina
FilmFest è quindi prestigioso,
l’album dei ricordi è sicuramente cospicuo e la galleria delle
personalità ospitate è di assoluto rilievo. Vero è che, anno dopo
anno, è stato apportato qualche
piccolo artificio: il FilmFest taorminese è figlio della Rassegna
cinematografica di Messina e solo in questo modo si arriva a
conteggiare 60 edizioni; tantissimi divi sono stati applauditi
nel Teatro Antico non perché
partecipanti al festival, ma perché premiati con i David di Donatello (fino al 1980) e poi fino
ai giorni nostri con i Nastri d’argento.
Fatto sta che – considerando
Messina e Taormina un tutt’uno
– dall’agosto 1955 è diventata
abitudine consolidata l’appuntamento annuale con il cinema.
Ma il consolidamento nella
memoria collettiva non riesce
ancora a trovare un altrettanto
stabile corrispettivo nell’assetto
organizzativo. E le questioni irrisolte sono ormai dilaganti.
Non è stato sciolto il nodo dell’eventuale creazione di una fondazione “Taormina Arte” o di altro ente preposto. Esiste sempre
il Comitato (nulla è più definitivo del provvisorio) composto
dal Comune di Taormina, dal
Comune di Messina e dalla Provincia peloritana. Ma la Provincia è destinata a sparire e si impongono nuovi enti locali come
le città metropolitane e i liberi
consorzi.
Sarebbe pertanto saggio pensare per tempo a che fine farà il
FilmFest e l’intera TaoArte. Inoltre si diffondono ormai anche in
Sicilia le commissioni cinematografiche (con vezzo esterofilo
chiamate “Film commission”)
che andrebbero in qualche modo coordinate con la presenza
del FilmFest. Prima o poi andrebbe pur fatta una riflessione
sul legame tra Messina e Taormina, che attualmente risulta
pressoché soltanto per finalità
storico-statistiche.
Andrebbe meditata anche la
collocazione temporale festivaliera, che da agosto si è via via
anticipata fino a metà giugno.
Seconda in Italia
solo alla Mostra
di Venezia,
e in Europa
soltanto a Cannes
e a Berlino
Oltre all’unicità del Teatro Antico (che è il vero asso nella manica del FilmFest) si dovrebbe
pur capire su quali altre strutture si possa far affidamento sia
durante la kermesse (il Palacongressi perennemente “acciaccato”) sia in maniera permanente
(un archivio o una videoteca). E
l’elenco delle problematiche
aperte sarebbe ancora lungo.
Nei Paesi in cui dal cinema
scaturisce un’autentica industria
economico-culturale (Stati Uniti
ma anche Francia) l’organizzazione di un festival è vissuta in
maniera quasi solenne. In Italia,
e in Meridione in particolare, invece prevale un’inspiegabile rilassatezza programmatica.
Troppo tempo è stato assorbito
dalla presunta contrapposizione
tra divismo e cultura, cioè se il
prestigio di un festival è dato dal
“red carpet” o dalla qualità del
programma. Si tratta di un falso
problema perché è ormai storicamente pacifico che tutti i festival (non solo cinematografici)
più anziani sono nati per motivi
turistici (Venezia, Cannes, Messina-Taormina) o geopolitici
(Berlino). Soltanto negli ultimi
decenni del Novecento si sono
affermati festival con intenti più
direttamente cinefili (Torino).
In ogni caso, al di là delle
astrazioni teoriche, esistono precisi parametri di valutazione –
basati sull’economia nel senso
etimologico del termine – che
aiutano a comprendere quanto
vengano soddisfatte le esigenze
collettive (di arricchimento culturale ma anche di intrattenimento intelligente) in base alle
risorse impegnate. Parametri
che sono ancor più sensibili in
una fase, come quella attuale, di
prolungata crisi finanziaria che
ha ridotto al lumicino le possibilità di fruire di sovvenzioni pubbliche locali o nazionali e in assenza di una pianificata ricerca
di finanziamenti privati o europei.
Un esempio concreto è stato
fornito due anni fa nel libro “I fe-
stival del cinema - Quando la cultura rende” di Mario Abis (presidente della Makno) e Gianni Canova (preside della Facoltà di Comunicazione della Iulm di Milano). Lo stesso Abis ha spiegato:
«Siamo partiti da una domanda:
“Quanto rende la cultura in un
territorio?” Siamo giunti alla conclusione che, investendo 1 euro,
ogni festival restituisce 2,5 euro.
E chi frequenta i festival è contento e il livello di soddisfazione è
pari a 7-8».
In attesa di aggiornare e verificare i dati e le prospettive non resta che brindare alle nozze di diamante della Rassegna di Messina
col Taormina FilmFest.3
Dai David di Donatello
ai Nastri d’argento:
i più grandi
del cinema
e dello spettacolo
son passati da qui
II
dal 14 al 21
giugno
Sabato 14 Giugno 2014 Gazzetta del Sud
Speciale Film Fest
.
In programma oltre cinquanta film e tanti eventi speciali
Un’edizione tra passato e presente
Apertura con la diva Claudia Cardinale, torna il Premio Manfredi, tra gli ospiti Ben Stiller
Sergio Di Giacomo
È stata un’icona del cinema
italiano come Claudia Cardinale a presenziare all’inaugurazione del Taormina Film
Fest 2014 nell’anteprima tutta messinese con il galà benefico organizzato dalla CIRS
sulla terrazza dell’ex Irrera a
Mare della Fiera di Messina,
sede storica della prima “Rassegna” del 1955. Durante la
serata è stato presentato il volume antologico che ripercorre la storia della manifestazione, realizzato dallo scrittore Roberto Gervaso con la
prefazione del regista Giuseppe Tornatore e uno schizzo dello scenografo Dante
Ferretti. Il libro contiene un
testo di Gianluigi Rondi, al
quale quest’anno il festival
consegnerà un premio speciale.
In questo contesto celebrativo a Taormina si terrà anche
una mostra rievocativa della
manifestazione,
promossa
dall’Istituto Luce.
Il programma del festival
prevede oltre cinquanta film,
divisi nelle diverse sezioni, e
punta sul mix tra horror, animazione e commedia, con alcuni focus (Argentina e Russia) e una rassegna dedicata a
filmaker siciliani.
Dopo l’apertura ufficiale
con il film d’animazione
“Dragon Trainer 2” in 3D,
Cariddi alla carriera
ai premi Oscar
Francesca
Lo Schiavo e Dante
Ferretti, grandi
artigiani del cinema
che sarà proiettato stasera in
anteprima al Teatro Antico,
alla presenza del regista e
sceneggiatore Dean DeBlois,
toccherà domani al film “Jersey Boys” di Clint Eastwood,
che riprende un celebre musical americano e ricostruisce
la storia di quattro giovani
della periferia di New Jersey,
che formarono il gruppo rock
icona degli anni ’60, “The
Four Seasons”.
Da non perdere (martedì
17) “Synecdoche, New
York” di Charlie Kaufman
con Philip Seymour Hoffman,
l’attore americano recentemente scomparso, che in questa pellicola interpreta il ruolo di un regista teatrale frustrato e ipocondriaco, che vede la sua vita trasformarsi in
modo sorprendente.
Tra gli altri film, sono particolarmente attesi il musical
inglese ambientato in Salento “Walking on Sunshine” di
Max Giwa (mercoledì 18) e
“Dans la cour” di Pierre Salvadori con la grande Catherine Deneuve (giovedì 19).
Il Festival, quest’anno nel
segno delle donne, premia
con il “Cariddi alla carriera” i
Premi Oscar per la scenografia Francesca Lo Schiavo e
Dante Ferretti, maestri artigiani del cinema di ieri e di
oggi, e con il premio “Kineo”
Carla Fracci, mentre Eva Longoria riceverà l’Humanitarian Taormina Award per
“The Eva Longoria Foundation”, la fondazione che aiuta
le ragazze latino-americane
attraverso l'istruzione e lo
sviluppo di attività imprenditoriali.
Atteso dai tanti fan italiani,
arriverà uno dei protagonisti
della commedia comica ame-
Attenti alle donne
Pronti al via. Un’immagine di “Dragon Trainer 2”, il film di animazione che stasera aprirà le proiezioni
nel Teatro Antico di Taormina. Sotto, Ben Stiller e Claudia Cardinale (ieri e oggi), ospiti di prestigio
L’edizione dei 60 anni
è «nel segno delle donne». Con un imponente
cast di nomi femminili.
Per il terzo anno consecutivo sotto la guida
di Mario Sesti, direttore editoriale, e Tiziana Rocca, general manager, il Taormina
Film Fest prosegue poi
nella sua filosofia, basata sul grande cinema
al Teatro Antico, Masterclass e Campus per
i giovani, Fright&Fun Brividi e risate (la sezione che propone
commedie, thriller,
horror), l’esplorazione
delle nuove tendenze
con le webserie, i Focus russo e argentino,
il cinema dei filmaker
siciliani, una serie di
eventi speciali.
ricana, Ben Stiller, mentre
l’attrice spagnola Paz Vega
riceverà il “Taormina Arte
Award” e terrà una Tao Class
in cui parlerà della sua recente partecipazione al cast di
“Nao Pare, Na Pista”, il film
che sta per uscire in Brasile,
in cui interpreta il ruolo della
fidanzata del popolare scrittore Paulo Coehlo.
Tra le star cinematografiche internazionali attese a
Taormina, troviamo attori di
fama, alcuni dei quali già presenti in passato al Festival,
come Bo Dereck, Carmen
Maura, Melanie Griffith,
Matt Dillon, John Turturro,
John Corbett, insieme a tanti
protagonisti del mondo dello
spettacolo e dello sport italiano, al centro del Campus e di
alcune “lezioni di cinema”:
Cristiana Capotondi, Marina
Cicogna, Paola Cortellesi,
Kim Feenstra, Isabella Ferrari, Vanessa Hessler, Fancesca
Lo Schiavo, Margareth Madè,
Vittoria Puccini, Valeria Solarino, Franca Sozzani, Barbara Tabita, Raoul Bova, Marco
Bocci, Christian De Sica, Remo Girone, Stefano Dionisi,
Ficarra e Picone, Silvio Soldini, Antonello Venditti, Antonio Cabrini.
Momento sicuramente toccante e doveroso sarà l’omaggio al grandissimo Nino
Manfredi, che nel decennale
della sua scomparsa, avvenuta il 28 giugno 2004, verrà ricordato con il ritorno del Premio a lui dedicato nell’ambito
dei “Nastri d’Argento” promossi dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici insieme con la moglie Erminia, di origini taorminesi,
che sposò Manfredi nel
1955.3
III
Gazzetta del Sud Sabato 14 Giugno 2014
Speciale Film Fest
dal 14 al 21
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Una lunga e appassionante vicenda che rende “umani” i personaggi del cinema internazionale
Grandi stelle e piccole curiosità
Quando nel 1957 Federico Fellini e Ingrid Bergman si riprendevano a vicenda sulla terrazza del San Domenico
L’idea dei dirigenti locali dell’Agis e dell’Associazione Esercenti
Cinematografici (Arena, Bellamacina, Bernava, Calvari, Carnabuci, Di Stefano, Starrantino,
insieme al commendatore Michele Ballo) era quella, alquanto ambiziosa, di fare di Messina,
città pioniera del cinema e sede
di oltre sessanta sale cinematografiche - la “Venezia del Sud”,
organizzando una manifestazione che voleva coniugare
grande spettacolo, mondanità e
turismo d’elite, all’interno del
già mitico “Agosto Messinese”
che rivaleggiava con l’Arena di
Verona e anticipò il Festival dei
Due Mondi di Spoleto. Ecco allora che, dopo una serie anteprime in alcuni cinema cittadini, il
1. agosto del 1955 si inaugura la
Amori e “dei greci”
Tanti gli aneddoti attorno ai David di Donatello:
Gian Luigi Rondi ricorda
Joan Crawford, azionista
della Pepsi Cola, che si
innervosiva se vedeva
una Coca Cola, Audrey
Hepburn che ringrazia in
italiano le colleghe «che
in platea stanno certamente parlando di me»,
Alberto Sordi che recita
una poesia nonsense come fosse Amleto. La produttrice Marina Cicogna
non dimentica i sorrisi
innamorati di Leslie Caron e Van Heflin, la serenità ritrovata di Romy
Schneider e Vittorio Gassman che si isolava leggendo sulla sdraio, e appariva come «un dio greco nel suo elemento naturale: la Magna Grecia».
prima “Rassegna della Nuova
produzione cinematografica” di
Messina, quella che diventerà la
mitica “Rassegna Cinematografica Internazionale di Messina e
Taormina”: grandi divi del cinema nella magnifica terrazza dell’Irrera a mare che faceva invidia al Lido veneziano. Qui i messinesi, in elegante “dinner jacket”, vivevano la magia di Hollywood e di Cinecittà, a tu per tu
con gli amati divi, che poi si spostavano a Taormina per la serata finale dei David di Donatello,
al Teatro Antico con la diretta
Rai condotta da Mike Bongiorno. La Fiera di Messina, il San
Domenico e il Timeo, il Casinò,
la spiaggia di Mazzarò, il Corso
diventavano per alcuni giorni il
centro della mondanità cinematografica internazionale.
Per avere una panoramica
dei divi che sbarcavano a Messina e a Taormina tra gli anni ’50 e
’60 basta affidarsi agli albi storici curati da Nino Genovese, a
“Messina anni ’50” di Geri Villaroel, alle memorie di Bernava,
Uccello e Loteta, alle cronache
della “Gazzetta del Sud” (firmate da Calarco, Modica, Belfiore,
Cicciò, Cicero, ecc.), e soprattutto alle mitiche foto di Vizzini,
ma anche a quelle di fotoreporter come Pintaldi, Lacava o Malambrì, capaci di rendere immortali volti e attimi ruggenti
della manifestazione. Basti pensare a Susan Hayward nel 1959
davanti alla facciata della Fiera,
agli sguardi di De Sica seduto accanto allo scrittore Tennessee
Williams e al “mattatore“ Vittorio Gassman, premiato anche
nel 1958 con l’“Olimpo” per il
teatro, ai volti radiosi di Anna
Magnani, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Monica Vitti, che
tornava a Messina da attrice in
ascesa dopo gli anni dell’infan-
te della V Rassegna, fu costretta
a disertare la premiazione del
David a Taormina a causa di
un’indigestione provocata dalle
cozze che le erano state offerte
dai “cozzari” di Ganzirri, fan
dell’attrice di origine slava, dopo una sortita in spider ai laghi,
insieme con l’amico Renato Rascel. Dal 1969 la Rassegna cambia veste e identità, e sulla spinta di alcuni intellettuali e amministratori (Rondi, Biraghi, Longo, Campione, Oliva, Anastasi,
Natale, Calogero, Garipoli, Bolognari, Genovese, Panzera), si
trasforma in luogo di sperimentazione, d’avanguardia e sguardo verso un nuovo cinema.
I grandi. (Dall’alto) Gregory Peck al Casinò di Taormina con il presidente della Rassegna Michele Ballo negli anni Sessanta. Sidney
Poitier prende il sole su una terrazza fiorita. Una fascinosa Marlene Dietrich, ritratta nel 1962. Audrey Hepburn con il David. Ancora
la Hepburn e la Loren a Taormina nel 1965 (David di Donatello) con Rex Harrison e Vittorio De Sica. Sotto, Cary Grant
zia vissuti in città, alla “principessa” del cinema romantico
Audrey Hepburn con uno dei
suoi cappellini rotondi che facevano tanto glamour, circondata
dai fan davanti al S. Domenico
insieme a Anthony Perkins, il
protagonista di “Psycho”.
Cinema nel cinema
La fotografia di Federico Fellini
e Ingrid Bergman che nel 1957 si
riprendono a vicenda con una
piccola cinepresa sulla terrazza
del San Domenico sembra un
momento, sospeso e straordinario, di cinema nel cinema, così
come le baruffe della coppia Liz
Taylor - Richard Burton che facevano il giro del mondo, mentre Marlene Dietrich nel 1962
sembra uscita da un film degli
anni Trenta. Che dire poi di Sordi, Antonioni (che tornava nella
Taormina della sua “Avventura”), Walter Chiari, il grande
Eduardo De Filippo, Nino Manfredi con la moglie taorminese
Erminia, Cary Grant, Gregory
Peck e Charlton Heston, divi di
kolossal, western e dei drammoni hollywoodiani che si materializzavano in quelle serate dove
ogni desiderio diventava realtà.
In questo vorticoso via vai di
protagonisti del grande cinema
nostrano e mondiale, non mancavano curiosi episodi che venivano annotati puntualmente
dalla “Gazzetta”, come quando,
il 20 agosto 1959, la “rubacuori
del cinema” Sylva Koscina, ospi-
Retrospettive e rassegne
Nascono retrospettive e rassegne critiche come la “Settimana
del Film Nuovo” (che porta al cinema Odeon di Messina pellicole come “Easy Rider”),il “Festival delle Nazioni”, i “Globo d’Oro, la “Settimana del Cinema
Americano”, “Laboratorio Città”, che dagli anni Settanta in
poi lanciano un giovane Woody
Allen con suo “Dittatore dello
stato libero di Bananas”, il magico Alexander Jodorowski, Steven Spielberg con “Duel”, i nuovi, potentissimi autori del cinema tedesco (da Fassbinder a
Wenders) e un giovane talento
australiano, quel Peter Weir che
vincerà il suo “Gran Premio delle Nazioni” nel 1976 con il poetico ed enigmatico “Picnic a
Hanging Rock”, che tuttora presenta nei titoli di testa con orgoglio il premio di Taormina, segno di una gloria che poi si cercò
di rinverdire con Taormina Arte, il Taormina FilmFest e i Nastri d’argento, passando da
Enrico Ghezzi a Felice Laudadio, fino alla malinconica precarietà di oggi. 3 (s.d.g.)
IV
dal 14 al 21
giugno
Sabato 14 Giugno 2014 Gazzetta del Sud
Speciale Film Fest
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Un po’ di storia fin dall’esordio sulla terrazza dell’Irrera a Mare
Tutto era cominciato con la... cordialità
Era questo il semplice obiettivo della rassegna, varata a Messina nel 1955. Ma il successo fu travolgente
Franco Cicero
Il legame tra Taormina e il cinema (e il mondo dell’arte e dello
spettacolo in generale) è innato.
Suggellato dalla naturale imponenza del Teatro Antico, luogo
simbolo ideale per ospitare tutte
le Muse, compresa la più giovane, la decima, trasformandosi in
maniera pressoché spontanea
nel più grande cinema all'aperto
del mondo. Grazie a un simile
scenario irripetibile era inevitabile che Taormina diventasse
sede di un Festival cinematografico, capace di contemperare
esigenze apparentemente opposte. Moda e cultura, mondanità e spettacolo, divismo e turismo, evoluzione sociale e mutamenti politici, tutto all'insegna
Nel 1956
la gestione passò
all’Ente provinciale
per il turismo,
che era presieduto
da Michele Ballo
del cinema: per questi motivi teoricamente inconciliabili - sono nati tutti i Festival. E il Taormina FilmFest, al momento di
tagliare il traguardo della sessantesima edizione, lo dimostra
con orgoglio, senza dover ricorrere a improvvisare giustificazioni sulla necessità di far convivere la continua evoluzione dell'arte delle immagini in movimento con la frivolezza delle sfilate sul tappeto rosso. Perché
Taormina non ha bisogno di un
luogo specifico dove posizionare il “red carpet”. È essa stessa un
unico tappeto rosso che si srotola dal mare invitante all'Etna imponente, accompagnando lo
sguardo su un innato grande
schermo in Cinemascope.
In realtà la storia del Taormina FilmFest (ovvero della “Rassegna cinematografica internazionale di Messina e Taormina”) era nata quasi per caso nella Messina della metà degli anni
'50, quando Taormina era ancora una località quasi esclusiva
per i pochi ma preziosi turisti
stranieri che vi soggiornavano,
soprattutto d'inverno grazie alla
mitezza del clima. Bisogna calarsi nel contesto di una Messina
con ancora ben presenti i segni
del catastrofico terremoto del
1908 e dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, però con tanta voglia di guardare
avanti. Nell’agosto 1955 fu varata la “I Rassegna internazionale della nuova produzione cinematografica
1955-1956”.
Sette pellicole (a inaugurare la
serie fu “Fuoco verde” di Andrew Marton) proiettate in uno
dei luoghi più incantevoli di
Messina, la terrazza sullo Stretto di un locale, l'Irrera, rimasto
proverbiale, anche oggi che non
esiste più, per la prelibatezza
della sua gelateria. Il semplice
obiettivo era quello di dar vita a
un “Festival della cordialità”.
Divertimento e speranza nel turismo erano gli impulsi determinanti per lo sviluppo di un'iniziativa che entrò subito nell'immaginario collettivo della comunità.
Il grande gioco di Hollywood
Già nel '56 la gestione della Rassegna passò – fino agli anni Ottanta – all'Ente provinciale per il
turismo, il cui presidente del
tempo, Michele Ballo, si rivelò
un impeccabile padrone di casa,
fino al 1968. Per una settimana
all’anno i messinesi si illudevano di partecipare al grande gio-
co elitario ed esclusivo della
mondanità hollywoodiana: le
proiezioni si trasformavano in
“soirée” ambite e desiderate.
Dal 1957 il salto di qualità: alle proiezioni messinesi venne
affiancata Taormina come sede
della cerimonia della consegna
dei David di Donatello. Quello
scorcio d'epoca a cavallo tra gli
anni 50 e 60 è stato immortalato
da “L'avventura”, capolavoro di
Michelangelo Antonioni girato
nel 1960 anche tra le Eolie, Messina e Noto, il cui finale è suggellato da scenari taorminesi, dall’Hotel San Domenico alla baia
di Naxos sullo sfondo.
Ieri e oggi. Una serata delle primissime
edizioni della Rassegna cinematografica a
Messina, sulla terrazza dell’Irrera a Mare e,
sotto, l’ingresso del locale, adiacente alla Fiera
Campionaria. Accanto, la cerimonia di
premiazione 2008 dei Nastri d’argento nel
Teatro antico di Taormina
Quelle candeline accese
Per più di dieci anni la Rassegna
cinematografica continuò a dividersi tra Messina e Taormina:
prima solo per la “Notte delle
stelle”, la serata di consegna dei
David – ora dei Nastri d'argento
– quando gli spettatori del Teatro Antico erano invitati ad accendere le candeline distribuite
all'ingresso: un colpo d'occhio
da brividi. Ne restarono ammaliati, tra i primi, Anna Magnani e
Gina Lollobrigida, Tennessee
Williams e Vittorio De Sica, Sam
Spiegel e Vittorio Gassman. La
Rassegna era ora un angolo della “dolce vita”, riecheggiando i
fasti felliniani. E dal 1964 si
svolgeva per la prima metà nel
capoluogo e poi a Taormina. La
punta più alta del divismo fu
toccata quando, reduci da “Hollywood sul Tevere”, giunsero
Liz Taylor e Richard Burton. Si
scorgevano, però, i segnali del
“vento del ’68”. La Rassegna, ribattezzata “Festival dell'amicizia”, attirava gli strali dei detrattori, che la definivano “Festival
degli ombrelloni”. 3
Tratto dal volume celebrativo
per i 60 anni della Rassegna
V
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Speciale Film Fest
dal 14 al 21
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Fasi d’incertezza, percorsi “blobbizzati” di Ghezzi, oggi si mettono insieme cultura e presenze eccellenti
Dopo i David, alla scoperta di nuovi autori
I venti del ’68 provocarono la svolta del direttore artistico Biraghi: spazio alle cinematografie emergenti
Una svolta radicale nel Festival
di Taormina avvenne nel 1969,
con presidente della Rassegna
Giuseppe Campione, attento ai
fermenti giovanili e culturali.
Nella “Settimana del filmnuovo” a Messina passavano film
fondamentali: “Antonio das
Mortes” di Rocha, “Easy rider”
di Hopper, “If” di Anderson, seguiti da appassionati dibattiti
animati dal critico Giulio Cesare Castello. Le serate mondane
messinesi divennero oggetto di
contestazioni, fino alla definitiva cancellazione nel '71. Ben
più impetuoso fu l'impatto della
temperie sessantottina sulla
Mostra di Venezia, che per 10
anni (1969-1979) fu costretta a
sopprimere la competizione.
Anche a Taormina le cose stava-
Il Festival lanciò
l’allora sconosciuto
Woody Allen,
i Nastri rivelarono
Tornatore e Benigni
no cambiando, ma in positivo:
nel 1970 fu creata una sezione
competitiva della Rassegna, il
“Festival delle nazioni”; primo
vincitore “Non si uccidono così
anche i cavalli?” di Sydney Pollack. La direzione artistica fu affidata a Gian Luigi Rondi, L'ambizione - non celata - era quella
di far diventare Taormina la
“Venezia del Sud”. La sfida, tutt'altro che semplice, fu raccolta
nel 1971 da Guglielmo Biraghi,
il direttore artistico che, finora,
è stato più a lungo in carica nella
kermesse taorminese. Biraghi
ebbe la meritoria intuizione di
riservare il concorso a film di cinematografie emergenti. Grazie a lui, il “Festival delle nazio-
ni” riuscì a catalizzare l'attenzione su autori importanti ancora quasi sconosciuti, ma destinati a un fulgido futuro. Va ricordata almeno, già nel '71, la
presenza a Taormina di Woody
Allen, con “Il dittatore dello Stato libero di Bananas”, e in seguito di Alexander Jodorowsky
(“La montagna sacra”) e Theo
Anghelopoulos (“La recita”).
La “Notte delle stelle”
Con diplomazia, Biraghi seppe
affrontare una seria crisi organizzativa nelle edizioni del '78 e
poi del '79, quando addirittura
non si svolse il Festival competitivo; furono delineati i criteri
che avrebbero dato vita a “Taormina Arte”, come raccordo di
tutti gli eventi cinematografici,
teatrali, musicali, di danza. Biraghi nell'81 aveva trasformato
il “Festival delle nazioni” nel
“Festival cinematografico internazionale di Taormina”, destinandolo a film opere prime o seconde. Accanto al concorso nacque la “Settimana del cinema
americano”, coordinata da Mario Natale, destinata a film più
commerciali per soddisfare la
platea del Teatro Antico. E nell'83, la “notte delle stelle” fu dedicata alla consegna dei Nastri
d'argento. Una delle chicche
nelle cerimonie taorminesi dei
Nastri fu nel 1987 quando i premi anticiparono due futuri premi Oscar, rivelando Giuseppe
Tornatore che esordiva dietro la
macchina da presa con “Il camorrista”, e Roberto Benigni
che conquistava il primo Nastro
come attore protagonista in
“Daunbailò”. I Nastri d'argento
rientrarono nell'89 a Roma per
poi riapprodare a Taormina nel
Coppie celebri. (Dall’alto) Carlo Ponti e Sophia Loren a Taormina nel 1960. Richard Burton e Liz Taylor si
2000.
Intanto alla fine degli anni 80 baciano per la gioia dei fotografi nel 1966; qui sopra ancora i due attori sono con Carlo Ponti e Peter
Biraghi fu chiamato a dirigere O’ Toole. A sinistra, Gina Lollobrigida e Tony Curtis e, sopra, , la maggiorata americana Jayne Mansfield
Venezia. E Taormina visse una
fase d'incertezza. Una prima
provvisoria soluzione fu la creazione della carica di presidente
della sezione cinema, affidata a
Gian Luigi Rondi, per 1989 e
1990. Ma il guizzo ulteriore fu
quello di chiamare nel '91 alla
direzione artistica Enrico Ghezzi. In otto anni di lavoro Ghezzi
ha trasferito nelle sale del Palazzo dei congressi e nel Teatro Antico i suoi percorsi “blobbizzati”. Edizioni spesso difficili, ma
nelle quali Taormina ha ritrovato il gusto di svelare importanti
registi emergenti.
Perfino quando il Festival è
stato costretto a edizioni ridottissime, prima nel '95 (senza
concorso) e poi trasferito a fine
dicembre nel '96, non sono
mancate occasioni stimolanti:
la mancata kermesse estiva del
'96, ad esempio, fu trasformata
in un’adunata degli stati generali del cinema italiano, al San
Domenico con Marco Ferreri,
Bernardo Bertolucci, Mario
Martone, Dario e Asia Argento,
Laura Betti e tanti altri.
Dal 1999 al 2006 è toccato a
Felice Laudadio l'incarico di lasciare l'impronta della propria
direzione artistica al “Taormina
FilmFest”, così da lui ribattezzato. Laudadio nel suo primo anno confermò lo schema consolidato, con proiezioni serali di richiamo al Teatro Antico e con la
sezione dei film in concorso. Ma
dal 2000 ha preferito abolire il
concorso lanciando la formula
del “made in english”, destinata
a pellicole in lingua inglese, e instaurando un nuovo riconoscimento, il “Taormina Arte Diamond Award”. Momento clou,
tra i più intensi di tutta la storia
festivaliera, fu la presenza di
Tom Cruise, giunto in elicottero
col regista John Woo per il lan-
cio europeo di “Mission: impossible 2”. Non competizione, si
diceva, ma molti riconoscimenti all'insegna della stima verso
grandi personalità alle quali tributare il “Taormina Arte Award
for Cinematic Excellence”.
Tra Campus e Masterclass
Le prime avvisaglie dell'incombente crisi economica mondiale
hanno condizionato anche il
mondo del cinema e Taormina.
Ma ancora una volta è emersa la
vitalità della kermesse con un
ennesimo cambio di pelle. Nel
2007 la direzione artistica viene
affidata alla giornalista americana Deborah Young, che fino al
2011 ha seguito una linea ben
precisa: dare un'identità al Film
Fest nel segno della centralità
mediterranea di Taormina, riportando la competizione, destinata a film provenienti dai
Paesi del Mediterraneo. Senza
dimenticare le esigenze del
Teatro Antico. Sotto la sua gestione è nato il Campus per gli
studenti, con le Lezioni di cinema di illustri protagonisti del
grande schermo. Due nome su
tutti: Robert De Niro e Oliver
Stone.
Dal 2012 è storia recente: il
Taormina FilmFest punta su Tiziana Rocca direttore generale
e su Mario Sesti direttore editoriale. Un'accoppiata vincente.
Acuto critico e meticoloso selezionatore Mario Sesti, organizzatrice trascinante Tiziana Rocca. Le loro due prime edizioni
hanno lasciato un'impronta
precisa, tra efficaci Masterclass
e pienoni per le spettacolari
proiezioni al Teatro Antico, con
egregie presenze (da Sophia Loren a Russell Crowe, da Meg
Ryan a Jeremy Irons), che si arricchiranno per questa festosa
sessantesima edizione. 3 (f.c.)
VI
dal 14 al 21
giugno
Sabato 14 Giugno 2014 Gazzetta del Sud
Speciale Film Fest
.
L’incontro con il cinema si inseriva in un fervore che voleva cancellare le ferite della guerra
Ricordo d’una Messina in piena rinascita
Gli appuntamenti con l’orchestra di Xavier Cugat e la voce di Abbe Lane segnavano la voglia di divertimento
Geri Villaroel
MESSINA
Per ricreare l’atmosfera della
Messina dei mitici Anni 50 bisognerebbe poter rivivere quelle
estati in cui la città s’apriva a
manifestazioni che la rendevano unica, meravigliosa, entusiasmante. Tutto contribuiva a
farle riconoscere primati di palpitante fervore, delirante ebbrezza creativa. Tante le iniziative culturali e festaiole. Un tocco di classe internazionale era
costituito dalla terrazza a mare
dell’Irrera. Il ritrovo, una prosecuzione dell’omonimo bar di
piazza Cairoli, dolce bivacco
dei giovani leoni del tempo, costeggiava la Fiera internazionale. La Campionaria, senza se
All’Irrera a Mare
il ballo dovette
essere “regolato”
con coccarde
di vari colori
Ma che città!
Messina negli anni Cinquanta era una città
molto diversa da quella
di oggi. Ferita gravemente dai bombardamenti
della seconda guerra
mondiale, seppe trovare
la forza per risollevarsi
economicamente. La terrazza dell’Irrera a Mare,
l’Agosto Messinese, la
Dieci ore notturna di automobilismo e altre manifestazioni furono il
contraltare “festaiolo”
della faticosa ripresa.
e senza ma, assieme al teatro
dei “Dodicimila” in piazza Municipio, era uno dei fiori all’occhiello dell’allettante Agosto
Messinese.
La città rifioriva, malgrado la
guerra avesse lasciato ferite
profonde, mutilazioni e dolore.
L’edilizia fu la prima a ridare
volto alle deturpazioni, l’industria s’attivò in maniera prodigiosa, la cantieristica balzò all’attenzione mondiale. Probanti segnali di grande ripresa s’avvertivano dal commercio.
Un clima di speranza
Un clima di così larghe speranze convinse un gruppo di esercenti a creare a Messina la Rassegna internazionale della
nuova produzione cinematografica. Al successo dell’iniziativa contribuì la scelta dell’Irrera a Mare, magico luogo d’incontro per le proiezioni. Sotto
gli occhi di un pubblico che risorgeva da un passato recente e
difficile, s’aprì il mondo fantasmagorico del cinema. I divi,
non ancora resi prêt-à-porter e
smitizzati dalla televisione,
sembravano uscire dalla magica “arcivernice” di Lambicchi,
noto fumettista del tempo. Nel
locale, dopo le 22, si dava appuntamento la high society,
smaniosa di divertimento. Molte signore trovarono marito e
vissero momenti fatali. Col
tempo fu tanto l’afflusso che il
ballo dovette essere regolamentato da coccarde di colore
diverso. L’ingresso costava 200
lire, sei volte in più un pasto nel
raffinato ristorante su palafitte. Renato Irrera, gran patron
del locale, rese di rigore l’abito
da sera. Brividi di follia collettiva suscitavano le orchestre internazionali che fecero diventare la terrazza dell’Irrera a Ma-
re il palcoscenico dello Stretto.
I ferry boat in perenne transito
accendevano il civettuolo faro
di prua per illuminare le coppie
che assiepavano le piste da ballo.
A larghi sprazzi, quel turbinio di musiche allora inusitate
dell’America latina mitigarono
gli echi della guerra, spenti, ma
ancora non sopiti. Al ritmo di
suggestivi cha cha cha, mambo
e samba, l’amore sbocciava facile tra i molti giovani che erano
passati dai banchi di scuola alla
trincea, dalla penna alla baionetta. Anche loro erano transitati sotto la grande scritta all’arrivo dei traghetti: “Benvenuto ai reduci di guerra”.
Su due palcoscenici.(Dall’alto) Virna Lisi, Stefania Sandrelli, Gérard Depardieu e Pippo Baudo al Teatro Antico nel 1983. Eduardo
De Filippo e Vittorio Gassman nel 1960. Pino Caruso e Roberto Benigni nel 1981. Renato Rascel e Lello Bersani a Messina nel
1960. Luciana Paluzzi e Domenico Modugno nel 1974. Alberto Sordi con il David di Donatello nel 1972
Quella gioia di vivere
È irripetibile, assolutamente
strabocchevole la gioia di vivere che pervase quelle generazioni. Solo chi scampa all’orrore di una catastrofe può capirlo
appieno, quando il tuffo di
un’innocente stella cometa ricordava la cascata di bombe,
che ammorbava un cielo di
piombo. È impossibile riprodurre l’emozione di coloro che,
dal presagio di morte, annunciato dalla sirena d’allarme,
passarono alle travolgenti melodie suonate da Armando Orefice and havana cuban boys con
Ciquito, un cantante che entusiasmò le giovanissime.
L’atmosfera del locale era resa intrigante, da cafè chantant,
dalla seducente voce di Abbe
Lane, accompagnata dalla famosa orchestra diretta dal marito, Xavier Cugat.
La città dello Stretto, divenuta polo di smaniosa attrazione, non riusciva più a contenere
la marea di turisti che l’affollavano. Era tutto il mondo a tirarsi su e Messina col mondo.3
VII
Gazzetta del Sud Sabato 14 Giugno 2014
Speciale Film Fest
dal 14 al 21
giugno
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La Perla dello Jonio nel dopoguerra era punto d’incontro d’intellettuali, artisti e viveur
Taormina, provincia della “dolce vita”
Il mondo del cinema alimentò la leggenda, dal San Domenico al locale notturno “Le Palmare”
La Rassegna cinematografica
si spostò prima parzialmente,
poi definitivamente a Taormina. Altro giro, diversa suggestività, nuovo tono con i David
di Donatello, realizzati in oro
massiccio. L’atmosfera cambiò fascino, però senza perdere in emozioni, nel perenne e
sconfinato asse tra Etna e Teatro antico. Il mitico San Domenico in cui, dal chiostro al
giardino s’avvertivano vestigia conventuali, ospitava il
quartier generale della Rassegna. Verso il calar del sole gli
avventori dei bar passavano
da sciatto-mare ad eleganza-Rassegna. I locali più affollati erano quelli della piazza
principale: il Wunderbar con
l’affaccio dei tavoli sullo stra-
Indimenticabili
le liti Taylor-Burton
e le bevute
di Peter O’ Toole
e Rex Harrison
Bagno di folla
La vita mondana dei divi (e di tutti coloro che,
a vario titolo, cercavano di entrare nel loro
mondo) faceva da contrasto con il clima da
festa popolare che si respirava nella notte dei
David nel Teatro Antico. Una lunga passerella portava gli attori letteralmente in mezzo alle gente: un bagno di
folla unico al mondo e
inimitabile per qualsiasi festival.
piombo a mare; il Mocambo
che ha all’interno un murale
del pittore francese Christian
Bernard, che raffigura alcuni
dei protagonisti della “dolce
vita” taorminese. La “Disneyland del peccato”, così un
giornale di Los Angeles definì
la Taormina del dopoguerra,
«frequentata da una colonia
di stranieri, sempre più folta,
chiassosa e sfrontata».
Stelle, stelline e Nobel
Altra storia, pur sempre densa
di suggestività, “raccontava”
l’albergo Timeo, che, a dire del
proprietario, il cav. Lo Turco,
aveva ospitato lo Zar. A ridosso del Teatro Antico divenne
sede ideale per interviste, cocktail party e quant’altro fosse
di supporto allo spettacolo. Al
fascino d’insieme s’aggiungeva il terrazzo, luogo preferito
per le meditazioni del premio
Nobel André Gide. L’hotel a
suo tempo aveva ospitato il barone tedesco von Gloeden, che
amava fotografare sfacciati
nudi maschili d’adolescenti,
che mandarono in delirio i
perversi salotti di Berlino.
In un clima di suggestione e
turbamenti, la manifestazione, già partita alla grande,
crebbe al punto da diventare
luogo d’incontro della stampa
nazionale ed internazionale.
Critici delle varie testate ambivano essere accreditati alla
Rassegna. S’avvertì la necessità di costituire un comitato
di giornalisti cinematografici
siciliani, per scegliere nella
sala Vaccà di Roma i film che
sarebbero stati proiettati al
Teatro Antico. Nel 1958,
quando arrivarono i famosi
David, ebbero i maggiori consensi i film “Arianna” e “Le
notti di Cabiria”.
L’atmosfera letteraria e godereccia s’addensava nel salotto d’ispirazione demodé
d’una vecchia villa padronale
dal giardino fiammante di gerani adattata a locale notturno: “Le Palmare”, quasi dirimpettaia al San Domenico. Tra
gli avventori gente di cinema e
di teatro, intellettuali, blasonati, ricche ereditiere a caccia
d’emozioni. C’erano state
Marlene Dietrich, Sarah Churchill, Svetlana Kruscev. Tra i
bevitori incalliti, Rex Harrison
e Peter O’Toole, mentre Richard Burton affogava nel
whisky le furibonde liti con Liz
Taylor, la bella e caparbia moglie. Ad accogliere gli ospiti in
abito da sera era il proprietario, lo svizzero Fritz Metzger,
snob e omosessuale dichiarato. Tra gli stravaganti avventori, il barone Agostino La Lomia, che esibiva un merlo indiano sulla spalla sinistra.
Attori e “professori”. (Dall’alto) Russell Crowe riceve il “Taormina Arte Award” nel 2013. Tom Cruise nel 2000, premiato con il
Nastro d’argento speciale. Giuseppe Tornatore ed Ennio Morricone con i Nastri d’argento 2013. Nanni Moretti nel 2011, quando
ebbe ben sei premi su sette candidature. Robert De Niro, docente di cinema nel 2010. Il regista statunitense Oliver Stone, anche
lui presente nel ruolo di insegnante, con il “Taormina Arte Award” del 2011, creato dall’orafo calabrese Gerardo Sacco
Beautiful! Wunderbar!
Altro locale dov’era possibile
incontrare divi e personaggi
d’ogni genere era “La Giara”
sul corso Umberto. Il locale
era perennemente sorvegliato
dai fotoreporter con in testa
l’onnipresente Michelangelo
Vizzini. Tra gli habitué il giornalista della Rai Lello Bersani,
che spesso s’accompagnava a
“mammà”, Gian Luigi Rondi.
Ogni suggestiva atmosfera
trovava compendio nel botto
finale con la notte delle stelle
al teatro Antico. Lo spettacolo,
ripreso dalla Rai, raggiungeva
il parossismo quando ondeggiavano le candeline, accese
dalla straripante folla. Lo stupore correva sul filo dei commenti: «Beautiful!», «Wunderbar!» o anche l’abusato
«Molto pittoresco!». 3 (g.v.)
VIII
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Sabato 14 Giugno 2014 Gazzetta del Sud