1st Roma Free Chapter

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1st Roma Free Chapter
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'1\RABA FENICE"
STORIA DI UNA
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l LaManovclla l dicembre 2011
INDIANSCOl JTSIDECAR
Un gruppo di appassionati di moto "a stelle e strisce"
sta progettando l'apertura di un museo a Nemi,
cittadina dei Castelli romani
testo e foto di Franco Carmignani
L
J amore per le moto americane è davvero un
qualcosa di speciale che unisce un sempre
maggior numero di appassionati, che non
è raro trovare nel week end sulle strade: una sorta di
raduni spontanei in sella alle Harley Davidson o alle
Indian, nel segno di Easy Rider o meglio di "Indian La
Grande Sfida" il celebre film con Antony Hopkins che
ci ha fatto conoscere le imprese e i record di Burt Munroe in sella alle moto di Springfield.
A Roma c'è un gruppo di questi fedelissimi al rombo
unico delle due ruote "stelle e strisce" che sta progettando un Museo a loro dedicato. Sorgerà a Nemi, la cittadina dei Castelli, già famosa per il Museo delle Navi
Romane recuperate nelromonimo lago, poi andate distrutte durante l'ultima guerra.
Una delle stelle di questo Museo, che ha già un nome,
"Le Dame del Lago", in memoria della saga di Avalon,
sarà una Indian Scout sidecar del1927, che come si conviene ha una sua lunga storia fatta di apparizioni, scomparse e riapparizioni, in tutto degne dell'Araba Fenice. >
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tabilendo un record
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Questa moto è stata per anni il modello clou della
produzione della casa di Springfìeld con il suo motore bicilindrico a V di 42° con valvole laterali, carter
umido, cambio a 3 marce, trasmissione a catena, e
telaio a doppia culla in tubi. L'esemplare di cui parliamo, caratterizzato dal tipico colore rosso scuro
Indian, ha avuto la sua prima immatricolazione in
Sicilia il 5 gennaio 1927 a cura del Reale Automobile
Club d'Italia con numero di licenza di circolazione
40 TP, dove veniva specificata la dizione "con carrozzino" e il numero di telaio N°6798. E ancora oggi
esibisce il "bollo" di circolazione del 1928.
Successivamente il 4 aprile del 1931 è stata reimmatricolata con licenza 195 TP. Il 26 agosto del 1936 ha
avuto il suo ultimo passaggio di proprietà conosciuto
ed in seguito se ne sono perse le tracce. È stata ritrovata parecchi anni dopo la fine della Seconda guerra
mondiale in una casa diroccata in Sicilia. Finalmente, negli ann i 90 è stata ripristinata con un restauro di tipo conservativo. Il suo attuale proprietario,
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In alto, da sinistra,
un modello degli anni Venti
e la replica della Twin Scout
del1920: si nota parte della
carena usata per rendere
la moto il più aerodinamica
possibile. Questa moto è
stata protagonista anche del
film 'Tndian, la grande sfida"
con Anthony Hopkins, ispirato
alla vita di Munro.
In basso, alcuni documenti
di immatricolazione
della Scout Sidecar in Italia
e alcune immagini
di un prototipo di sidecar.
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che pure non si considera un collezionista, ma un
"fruitore" di moto "a stelle e strisce", come la Harley
Davidson modello Fat Boy, opportunamente "customizzata" che usa ogni giorno per andare al lavoro,
e con la quale ha girato l'Europa e l'Italia dai Pirenei alle Cinque Terre, dalla Coll ine senesi alle spiagge della Normandia, dalla valle della Loira alla Carinzia, macinando oltrç settantamila chilometri dalla
fine del 2007 in compagnia di tanti amici contagiati
dalla stessa passione.
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In alto, da sinistra,
i testi dedicati alla Indian
riferiti anche a personaggi
molto noti nelle corse
come Jim Davis e Johnny
Seymour, qui raffigurati.
Vcentro, la Indian negli ann~
costruì moto più
performanti come
aScout 101 del 1928 (sopra)
e la Chief del 1935 (sotto).
Qui, alcune pagine
di The Indian News.
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La Scout in questione l'ha scoperta navigando sul web,
dove era stata messa in vendita. Ha preso l'aereo ed è
arrivato a Trapani: un rapido giro di prova ed è stato
amore a prima vista. Magari qualche dubbio c'era nel
comprare una moto di 84 anni ... Invece, il 600 bicilindrico scoppietta rassicurante, e il sound è davvero speciale. Certo, la tecnica di guida è radicalmente diversa
dal Fat Boy, ma abbassare la frizione a pedale ed inserire la prima delle tre marce disponibili con la lunga
leva posta alla destra del guidatore dà quella sensazione
di rivivere la storia che solo una "vecchia signora" può
concedere. Tant'è vero che oggi il proprietario la usa
tutti i fìne settimana per le passeggiate al mare o ai
castelli in compagnia della fìglia che ormai è diventata
una sidecarista sfegatata, e insieme hanno lasciato in
garage la Morgan Plus quattro cilindri del 2000, con
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cui erano iniziata la passione per l"'open air". La manutenzione è facile. Benzina, olio, candele e pressione
gomme. Qualche piccolo "acciacco" c'è ma è normale
e fa parte del contesto. Così , a breve, dopo il tour estivo in Spagna con il Fat Boy e con gli amici di sempre
(I Renegades del Roma Free Chapter), "Excalibur" (il
nick name del proprietario) avrà una seconda Indian,
una Chief del 1946 che andrà ad arricchire ulteriormente la "Tavola Rotonda" delle "Signore del Lago"...
INDIAN 110 + 100
Indian festeggia proprio quest'anno ill10° anniversario
della sua fondazione, che risale al 1901, quando George M.Hendee e Cari Oscar Hedstrom, due ex ciclisti
realizzarono a Springfield nel Massachusetts, la loro
prima moto, derivata da un telaio ciclistico abbinato a
un motore da 1,75 CV. Dei due, Hedstrom era il tecnico, progettista e capo ingegnere, mentre Hendee era il
commerciale. La società si chiamò inizialmente Manufacturing Company Hendee, anche perché aveva la sua
Negli anni Trenta la Indian
affida la pubblidtà a una
vera e propria pubblicazione
ufficiale dell'azienda,
"The Indian News'~ dove,
con uno stile ampolloso
e tipicamente americano,
vengono messi in evidenza
i pregi e le caratteristiche
dinamiche
delle moto prodotte.
INDIANSCOJ JTSip ECAR
'lose Indian "Chief'
cara oggi un punto
'i riferimento per gli
:sionati del marchio
di tutto il mondo;
1umero della rivista
'Jffidale della casa.
sede a casa di ... Hendee! Per poi diventare "Indian Motorcycle Co." destinata a un futuro immediato ricco di
successi. Nel1910 Indian, che è stata la prima moto con
trasmissione a catena, diventata il più grande produttore
di motociclette al mondo, raggiungendo la produzione di 32.000 unità annue nel 1913. Durante la Prima
guerra mondiale Indian è stata anche uno dei principali
fornitori dell'Esercito americano, soprattutto con il modello Powerplus con motore bicilindrico 1000 cm3 a V
di 42° e valvole laterali. Contemporaneamente la Casa
di Springfield si è costruita una solida fama anche nelle
corse. Già nel 1903 Hedstrom aveva stabilito il record
mondiale di velocità con 56 miglia orarie (90,1 km/h).
Nel 1911 la grande vittoria al Tourist Trophy, di cui
ricorre il centenario, con un prestigioso tris all'Isola di
Man ottenuto dopo quasi quattro ore di corsa da Oliver
C.Godfrey a 76,6 km/h, davanti ai compagni di marca
C.B.Franklin e AJ.Moorhouse.
Tra i piloti più famosi in sella alle Indian si ricordano Erwin "Cannonball" Baker, autore tra l'altro della traversata degli USA da San Diego a New York in 11 giorni, 12
ore e dieci minuti, e il celebre Jake De Rosier. In Italia il
nome della Indian si associa invece a Tazio Nuvolari che
in sella alla moto americana ha esordito al Circuito del
Savio del 1923 dove si è piazzato quarto nella categoria
1000 cm3, ed ha poi vinto quell'anno, il Circuito Emiliano, il Giro Motociclistico dei Monti Peloritani classe
1000 cm3 il Circuito del Piave, con un ulteriore secondo
posto di categoria alla Biella-Oropa, dove la categoria fu
vinta da Amedeo Ruggeri sempre su Indian. L'azienda
intanto è passata di mano. Dopo che Hedstrom aveva
già lasciato la Società nel1913, ci furono le dimissioni di
Hendee nel 1916. Ma la Indian continuò comunque il
successo nel dopoguerra grazie alla Scout 596 cm3 e alla
Chief1000 entrambe con i motori bicilindrici a V di 42°.
Nel 1927 il passaggio sotto il controllo della Ace Motor Corporation, con la disponibilità dei motori quattro
cilindri; poi nel 1930 l'unione con la Du Pont Motors.
Un assetto che ha consentito alla Indian di superare la
crisi del 1929, e di attestarsi su una produzione di circa
4500 moto l'anno fino al1940. Ancora una volta con la
Seconda guerra mondiale Indian è diventato un fornitore importante per l'esercito americano. Poi nc11945 è
stata acquistata dal Gruppo di Ralph B.Rogers lanciando una nuova linea di moto leggere come la 149 Arrow,
la Super Scout 249 e la 250 Guerriero, non in grado di
ripetere i successi dell'anteguerra, e nel 1953 fin isce il
primo grande capitolo della storia Indian. Da allora Indian ha avuto varie vicissitudini con il marchio che è
stato acquistato nel 1960 dall'inglese AMC, per vendere AJS e Matchless con le insegne americane, mentre
sempre nel 1960 il nome venne usato dall'imprenditore Fred Clymer, che pure non ne aveva l'esclusiva. Da
questa iniziativa nacquero alcuni modelli Italjet, denominati Papoose Indian, con motore Minarelli 50 cm 3 .
A questo punto Clymer incaricò Tartarini di ripetere lo
schema con l'ltaljet Grifon, utilizzando i motori Royal
Enfield lnterceptor 750 bicilindrico e Velocette 500 monocilindrico. Dopo questi percorsi diversi e contrastati,
Indian è tornata a brillare di luce propria nel 2006, con
la fondazione della Indian Motorcycle con base a Kings
Mountain nella Carolina del Sud dalla quale si aspetta
ora un nuovo ciclo di successo.
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