Caro Grillo, tu e Renzi non siete neppure una
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Caro Grillo, tu e Renzi non siete neppure una
d’Italia SANTORO RECITA IL “MEA CULPA” IN DIRETTA TV ANNO LXII N.61 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Bianca Conte E finalmente ieri sera Michele Santoro ha recitato il doveroso mea culpa: nel rituale editoriale di avvio trasmissione, il giornalista tv dallo studio di Servizio Pubblico ha chiesto scusa a Francesca Pascale – con qualche mese di ritardo, e motivato giusto da obblighi legali – per lʼintervista di Michelle Bonev nella puntata del 17 ottobre scorso.Una partecipazione al programma, quella dellʼattrice bulgara, particolarmente lesiva dellʼimmagine della compagna di Silvio Berlusconi, e che a La 7, Santoro e alla stessa Bonev, sarebbe potuta costare una causa per risarcimento danni. «Lʼintervista a Servizio Pubblico – avvertiva infatti allʼindomani della messa in onda, lʼavvocato della Pascale, Paola Rubini – continua e aggrava la condotta diffamatoria». Non era chiaro se lʼazione di rivalsa si sarebbe trasformata nella presentazione di una querela o di una citazione civile, in ogni caso avrebbe potuto produrre una somma che – aveva fatto sapere la fidanzata del leader di FI – sarebbe stata devoluta alle case fa- WWW.SECOLODITALIA.IT miglia del napoletano. Ipotesi possibile fino a ieri, quando nei primi minuti della nuova puntata, il conduttore di Servizio Pubblico ha annunciato la “Telesvolta” e – tra i denti – la fine delle ostilità mediatiche. «Prima una comunicazione – ha esordito Santoro – la causa tra Franscesca Pascale e Servizio Pubblico non si farà. Con riferimento alla puntata del 17 ottobre 2013, la signora Francesca Pascale, ritenendo che le dichiarazioni della signora Bonev, contenessero fatti falsi e diffamatori, oltre che lesivi della sua privacy, aveva adito le vie legali contro di noi. Prendiamo atto – ha aggiunto poi – che la signora Pascale ha smentito totalmente il contenuto delle dichiarazioni della signora Bonev». Dichiarazioni che, appellandosi in sabato 15/3/2014 calcio dʼangolo al diritto di cronaca, Santoro ha specificato di aver ripreso da blog e da altri organi di stampa, e pubblicate prima della trasmissione. Un corollario di giustificazioni e spiegazioni, culminato poi, finalmente, nelle doverose scuse: «Se involontariamente abbiano ugualmente procurato disagio psicologico alla signora Pascale – ha concluso Santoro – ce ne dispiace sinceramente». «Ciò posto», ha assicurato infine il giornalista, Servizio Pubblico e La 7 «rimuoveranno dai loro siti alcune passaggi dellʼintervista relativi alla signora Pascale che fanno riferimento a dati particolarmente sensibili». Un “resetaggio” dovuto, oltre che tardivo, che non cancella certo la gravità dellʼatto diffamatorio consumato nello studio di Cinecittà. Amplificato dalla Rete. Rilanciato da indici dʼascolto che, se non hanno bissato quelli dellʼexploit del duello televisivo con il Cavaliere, (quasi nove milioni di spettatori), di sicuro hanno ottenuto un risultato dʼeccezione: come sempre, del resto, quando lʼargomento affrontato in tv sono le donne – di ieri o attuali non fa differenza – dellʼex premier… Caro Grillo, tu e Renzi non siete neppure una scarpa di Achille Lauro… Girolamo Fragalà Il sentito dire si trasforma in verità assoluta, la maldicenza in realtà. Anche Grillo ci casca, ripetendo gli squallidi “racconti” che per decenni la sinistra ha messo in giro per gettare fango sugli avversari, specie se questi avversari le impedivano di conquistare i posti di potere. «Matteo Renzi come Achille Lauro, che per diventare sindaco di Napoli regalò ai potenziali elettori una scarpa con la promessa di dare la seconda se fosse stato eletto», sbotta il leader dei Cinquestelle sul suo blog. «Gli 80 euro di Renzie sono peggio. Lui almeno una scarpa prima delle elezioni lʼha data. Gli 80 euro saranno in busta paga, se ci saranno, solo dopo le elezioni europee». Al di là dellʼaccostamento improprio tra un premier che ancora non ha fatto nulla (tranne presentarsi con il look alla Fonzie e fare lʼospite ad Amici) e un uomo che è entrato nella storia di Napoli e dellʼItalia, le parole di Grillo dimostrano quanti danni ha prodotto lʼinfluenza della sinistra sui media e quante voci maligne siano diventate verità. Basta fare una piccola ricerca per scoprire che i maggiori quotidiani, quando ricordano la figura del Comandante – già fascista, monarchico, missino, post-missino – non dicono che regalava una scarpa prima del voto, ma si limitano a scrivere «Raccontano che…», senza specificare chi lo raccontava. Nelle elezioni comunali del 1952 e 1956 Lauro riuscì ad arrivare fino a trecentomila preferenze, quota mai raggiunta prima da un candidato alle elezioni locali. Nelle politiche del 1953 ottenne 680mila preferenze alla Camera, anche questa quota mai raggiunta fino ad allora da nessun deputato. Qualcuno, a sinistra, do- vrebbe chiedersi quante scarpe avrebbe dovuto acquistare Lauro per ottenere quel successo così clamoroso, una quantità che avrebbe risolto i problemi occupazionali di tutte le industrie calzaturiere. In più cʼè da dire che questa maldicenza (che Grillo ha ripetuto) offende il popolo napoletano, che ha votato il Comandante per convinzione e che oggi viene fatto passare per un popolo così squallido da vendersi per un paio di mocassini. Non si sa, poi, come faceva Lauro a sapere se gli elettori calzavano il 42 di scarpa o il 40, unʼimpresa ardua viste le difficoltà che il principe azzurro incontrò con la scarpetta di Cenerentola. Grillo e compagni dovrebbero chiedersi perché i napoletani veneravano Lauro: non certo perché distribuiva scarpe ma perché rivoluzionò Napoli come nessun sindaco ha mai fatto nella storia della città partenopea, dalle fogne alle grandi piazze. Una Napoli che in quel periodo visse la sua stagione più fiorente, un risveglio economico e sociale, un rilancio, a differenza delle varie Napoli guidate dalla sinistra, che sono andate dritte verso il tramonto. Basterebbe riguardare le immagini dei funerali di Lauro, molti anni dopo la sua uscita dalla politica, con tanta gente comune in lacrime, per capire il segno lasciato dal Comandante, un segno che né Renzi né Grillo riusciranno mai a lasciare. Lorenzin ripristina le tabelle sulla droga. Si prepara lo scontro in Parlamento 2 Secolo d’Italia SABATO 15 MARZO 2014 Valter Delle Donne «La sentenza della Corte costituzionale sulla legge Fini-Giovanardi aveva creato un vuoto normativo che ha prodotto emergenze nelle ultime settimane, e per questo siamo dovuti intervenire con un atto di urgenza per il ripristino delle tabelle sulle sostanze stupefacenti». Lo ha detto il ministro Beatrice Lorenzin dopo il Consiglio dei ministri. «Col decreto sulle droghe – ha spiegato la Lorenzin – resta intatta la distinzione tra droghe leggeree droghe pesanti, che la legge Fini-Giovanardi aveva eliminato e la sentenza della Consulta ha di fatto ripristinato: una delle tabelle è specifica per la cannabis e i suoi derivati». Il ministro della Salute ha anche negato scontri in sede di discussione. «In armonia il Cdm ha ripristinato le tabelle sanitarie, abbiamo affrontato il tema dal punto di vista sanitario mentre il tema politico è stato rimesso al Parlamento». Per Maurizio Gasparri «è positivo che sul piano amministrativo il governo sia intervenuto per impedire che alcune sostanze stupefacenti vietate diventassero di colpo legali anche alla luce del vuoto normativo creato dalla sentenza della Corte Costituzionale sulla Fini-Giovanardi. Ma la questione è molto più complessa ed è giusto che sul piano penale sia data la possibilità al Parlamento di confrontarsi e quindi di decidere». Il vicepresidente del Senato ha ricordato la posizione di Forza Italia: «La nostra posizione è chiara. Diciamo no alla legalizzazione della droga, no all'equiparazione tra droghe leggere e pesanti, no a riduzione di pena per gli spacciatori. Difenderemo questi principi in Parlamento, ribadendo la necessità di una legge che tuteli soprattutto i minori di fronte al dilagante fenomeno della dipendenza da sostanze stupefacenti». Gasparri ha quindi annunciato «una dura battaglia per impedire ogni forma di liberalizzazione, esplicita o surrettizia, della droga e con essa la distruzione della vita». Un'even- tualità che preoccupa anche il Moige. «È inaccettabile pensare di ridurre la pena a chi spaccia cannabis ai nostri figli. Se il problema è il sovraffollamento delle carceri, il governo ha il dovere di trovare soluzioni che non ricadano sulla pelle dei minori», avverte Maria Rita Munizzi, presidente del Movimento dei genitori. «Come conferma la Relazione annuale al Parlamento del 2013, aumentano costantemente i giovani che consumano cannabis. Oltre a incentivare campagne sui pericoli devastanti dell'uso di droga, chiediamo che non si facciano sconti soprattutto agli spacciatori che vendono droga ai minori» aggiunge Munizzi, che è anche componente della Consulta Nazionale Antidroga. «Dobbiamo essere tutti alleati, governo, famiglie e società civile, in difesa dei nostri figli, per diffondere i rischi dell'assunzione di droghe, senza distinzione tra leggere e pesanti e combattere la facilità di reperimento delle sostanze stupefacenti», conclude Munizzi. Redazione Riformista, battagliera e in prima linea per la tutela dei diritti. Ma solo quando riguardano la sfera dei suoi interessi. Altrimenti Vladimir Luxuria, ex deputata di Rifondazione comunista e transgender mostra un altro volto: quello cattivo e graffiante di Vladimiro Guadagno. E in quanto tale non esita a fare sciacallaggio e a sparare le sue pallottole di veleno contro il “nemico di turno”, che questa volta veste i panni di Alessandra Mussolini. La storia è ormai risaputa. Mauro Floriani, marito della senatrice di Forza Italia, è rimasto incastrato nelle maglie dellʼinchiesta giudiziaria romana sulle baby squillo. Il marito, non lei. Per Alessandra Mussolini è stato un brusco risveglio dopo venticinque anni di matrimonio trascorsi con quellʼuomo. Una storiaccia difficile da accettare che metterebbe ko una qualsiasi donna. Un dramma vero per qualsiasi donna. E come una qualsiasi altra donna Alessandra Mussolini è (come ha confidato a un giornalista) “distrutta” per la vicenda in sé e per le ricadute negative che avrà sulla sua vita e su quella dei suoi tre figli. Nei suoi confronti scatta la solidarietà perché è appunto una donna ferita. Ma in politica cʼè chi mostra comprensione come ha fatto Antonio Bassolino («Duellammo in modo duro ma con reciproco rispetto, ventʼanni fa. Ad Alessandra Mussolini esprimo la mia vicinanza umana») e chi invece come Vladimiro ne approfitta per trasformare lʼavversaria in un bersaglio. «Non mi piace infierire su un dramma in famiglia ma la vicenda della Mussolini insegna che prima di giudicare gli altri è meglio guardarsi attorno», ha scritto su Twitter. Lʼex parlamentare di Sel che non mai ha dimenticato le parole della Mussolini che qualche anno fa le disse durante una puntata di Porta a Porta «Si veste da donna e crede di poter dire tutto quello che vuole… meglio fascista che frocio». Ora è passata al contrattacco ritwittando un cinguettio al veleno: «Cara Vladimir, credo sia ora di una bella t-shirt del tipo “meglio frocio che pedofilo…”. Da recapitare direttamente alla Mussolini!». Su Twitter i commenti si alterano. Ma lʼindignazione la fa da padrone come dimostra uno per tutti questo twett: «Io non sono pedofilo e nemmeno frocio e trovo che infierire sulla Mussolini (che non mi piace) è da gran pezzi di m…». Sarà bastato a Vladimir Luxuria per capire la lezione? Luxuria, il giorno dello sciacallo. Su Twitter regola i conti con la Mussolini: «Meglio frocio che pedofilo…» Toti conferma: Berlusconi determinato a candidarsi alle europee SABATO 15 MARZO 2014 Secolo d’Italia 3 Elezioni europee, ripartiti i 73 seggi spettanti allʼItalia Redazione «Berlusconi in campo alle europee..... quanta paura ragazzi!!». Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia ha confermato su Twitter la determinazione del Cavaliere a presentarsi al voto previsto a maggio. Toti ha affrontato l'argomento anche in due interviste, una a "La Stampa" e l'altra a "l'Unità". «Berlusconi – ha detto al quotidiano torinese – ha guidato Forza Italia in tutte le elezioni. Ritengo che lo farà anche questa volta. Riterrei una grave lesione al diritto di rappresentare i moderati italiani se Berlusconi non potrà candidarsi. Se qualcuno dovesse impedirlo si assumerebbe una grave responsabilità davanti a milioni di italiani». All' "Unità" ha poi puntualizzato che «se non potesse sarebbe un altro vulnus alla democrazia". Su "La Stampa" ha riflettuto sul taglio delle tasse annunciato dal premier: «Se Renzi ci riuscirà noi applaudiremo. La nostra è un'opposizione responsabile, non distruttiva». «FI – ha spiegato – resta all'opposizione ma se c'è un provvedi- mento buono è giusto dare un contributo per migliorarlo. Renzi ha la sua maggioranza». Toti si è poi soffermato anche sulla riforma elettorale e, sulle pagine dell' "Unità", non ha escluso una trattativa sulla parità di genere: «Le quota rosa per noi non sono un tabù, al punto che abbiamo dato libertà di voto. Ma non è possibile cambiare l'Italicum cento volte rispetto al patto che è stato sottoscritto. È legittimo chiedere le quote rosa, ma non si deve inficiare l'impianto della legge elettorale né rischiare di far saltare il patto tra Renzi e Berlusconi». Ha chiuso, invece, a qual- siasi discussione sulle preferenze: «Noi siamo da sempre contrari alle preferenze. Ed è strano – ha detto sempre all' "Unità" – che dopo essere state indicate da decenni come il male della politica italiana oggi si scopra che invece sono il bene». Sui due quotidiani Toti si è soffermato anche sul premier: «Renzi ha fatto, e bene, annunci», ha detto all' "Unità"; e sulla "Stampa" ha insistito: «Renzi è stato molto efficace nella conferenza stampa, ma non aveva autorevolezza istituzionale», «Berlusconi era più bravo come presidente del Consiglio». Redazione Si avvicina il Bimillenario, rivive il Foro di Augusto che sarà raccontato grazie ad effetti speciali e alla voce di Piero Angela. Dal 21 aprile, giorno del Natale di Roma, al 21 ottobre, nell'ambito delle celebrazioni del bimillenario della morte dell'imperatore (19 agosto del 14 d.C.), tutte le sere, il foro tornerà agli antichi splendori grazie alla tecnologia. Il progetto “Foro di Augusto. 2000 anni dopo” illustrerà in modo puntuale il sito archeologico situato su via dei Fori imperiali e adiacente alla via Alessandrina, partendo da pietre, frammenti e colonne presenti. Gli spettatori saranno accompagnati dalla voce di Piero Angela tradotta in cinque lingue, filmati e ricostruzioni che mostreranno i luoghi così come si presentavano all'epoca di Augusto. Le tribune, le luci, i pro- iettori, assicurano dal Campidoglio, saranno realizzati in accordo con la Soprintendenza Capitolina «con l'obiettivo di ridurre al minimo l'impatto visivo sull'area archeologica. Il biglietto costerà 15 euro, ridotto 10. «Per noi è una sfida molto entusiasmante - ha detto Piero Angela -. Cercheremo di “restaurare” questo sito con la luce che ne completerà le parti mancanti. Il racconto sarà fatto con la mia voce, ci saranno musiche e tante sorprese». Inoltre, sempre per celebrare il primo Imperatore di Roma, entro sei-otto mesi partiranno i lavori di restauro del Mausoleo di Augusto che dureranno un anno e mezzo, ha spiegato il soprintendente capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce. Un progetto già in cantiere durante l'amministrazione Alemanno e che finalmente vede la luce. Il Foro di Augusto si illumina e Piero Angela racconterà 2000 anni di storia Redazione In vista delle elezioni 2014 del Parlamento europeo in programma domenica 25 maggio, sono stati ripartiti territorialmente i 73 seggi assegnati all'Italia alla quale, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, ne è stato attribuito 1 in più rispetto ai 72 spettanti per le precedenti europee del 2009. Per l'elezione dei 73 membri italiani del Parlamento europeo, il territorio nazionale è diviso in 5 circoscrizioni territoriali: Italia nord-occidentale, Italia nord-orientale, Italia centrale, Italia meridionale, Italia insulare. L'assegnazione del numero dei seggi alle singole circoscrizioni è effettuata, sulla base dei risultati dell'ultimo censimento generale della popolazione riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell'Istituto nazionale di statistica (Istat). Formalmente, la ripartizione avviene con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell'Interno, e viene emanata contemporaneamente al decreto di convocazione dei comizi. La ripartizione dei seggi si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica per il numero dei rappresentanti spettanti all'Italia e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. Questa la ripartizione dei 73 seggi per le europee 2014 sulla base dei risultati dell'ultimo censimento del 2011: - Italia nord-occidentale (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia): 20; - Italia nord-orientale (Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna): 14; - Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio): 14; Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria): 17; - Italia insulare (Sicilia, Sardegna): 8. Dopo tre anni di sanguinosa (e fallita) rivolta qaedista, la Siria è irriconoscibile 4 Secolo d’Italia Antonio Pannullo Tre anni dopo lo scoppio della rivolta che il governo sostiene essere eterodiretta - contro il regime, la Siria oggi è irriconoscibile. Da quando la ribellione contro il presidente Bashar al Assad iniziò il 15 marzo del 2011 e si trasformò in guerra civile, molte città sono semidistrutte e oltre nove milioni di siriani, su un totale di 22 milioni, sono sfollati o fuggiti all'estero. Chi è rimasto tenta di vivere, o sopravvivere, in condizioni sempre più precarie, che cambiano però a seconda del livello di violenza nella propria zona. Dopo lunghi mesi di terrore per il continuo bombardamento di mortai da parte dei ribelli o per il timore di finire nelle retate della polizia, gli abitanti di Damasco sono tornati da settimane a una vita apparentemente normale. Il regime è riuscito nei mesi scorsi ad allentare la pressione dei qaedisti attorno alla capitale. «I beni di prima necessità sono tornati nei mercati anche se è tutto molto caro. Si ha meno paura di uscire durante il giorno e il traffico è tornato quasi normale», dice all'Ansa Nazih, residente nel centro storico. Se prima del 2011 ci volevano 50 lire siriane per comprare un dollaro, adesso al cambio nero ce ne vogliono 157, ma nel 2012, il periodo più difficile per il regime, il prezzo era schizzato a oltre 300 lire. Diversa è la situazione ad Aleppo, metropoli del nord, un tempo città più popolosa della Siria e storico crocevia del Medio Oriente. Dal 2012 è divisa in due: la parte orientale solidale con gli islamici e quotidianamente esposta ai bombardamenti aerei del regime, e una sacca occidentale controllata dalle forze siriane, divisa dal resto di Aleppo da una cortina di posti di blocco e muri di cemento. A sud-est di Aleppo, il regime controlla ancora l'aeroporto, e la compagnia di bandiera, SyrianAir, ha annunciato che dal 16 marzo riprenderà i collegamenti con la capitale. Raqqa è nel nord-est del Paese ed è il primo e finora unico capoluogo di regione dal quale le forze regolari si sono ritirare del tutto, lasciando spazio prima ai ribelli islamici e poi a miliziani qaedisti, giunti dall'Iraq e da latri Paesi e rinforzati da schiere di giovani locali. La città è descritta come la capitale di al Qaida in Siria e nelle numerose prigioni dei fondamentalisti si dice siano rinchiusi numerosi giornalisti occidentali assieme al gesuita romano padre Paolo Dall'Oglio. «A Raqqa la società civile è stata di fatto espulsa. Sono fuggito in Turchia perché per me e i miei colleghi non c'è più spazio», afferma Mazen, un attivista locale. «Al Qaida si comporta come, se non peggio del regime», dice. Nel centro del Paese, Homs - terza città siriana e un tempo polo industriale della Siria - è quasi rasa al suolo. Redazione Parigi soffoca: dopo giorni di bel tempo, niente pioggia, sole e zero vento, la capitale francese - che sorge nel cuore dell'Ile-de-France, una delle regioni più popolose e industrializzate d'Europa - si trova avvolta in una inquietante coltre di smog. Tanto che le autorità locali hanno chiesto ai cittadini di diminuire gli spostamenti in auto, ridurre la velocità e tenere chiusi i finestrini. Mentre la Stif, l'organismo che organizza il trasporto pubblico dell'Ile-de-France, ha annunciato che treni, bus, tram e metro saranno gratis fino a domenica. Gratis anche il Velib (bike-sharing) e l'Autolib (auto elettriche a noleggio). Parigi rimane una delle uniche grandi metropoli europee a non aver mai adottato il sistema delle targhe alterne. Un atteggiamento che suscita le critiche degli ecologisti. «Se il picco di inquinamento non scende, il prefetto deve sancire al più presto le targhe alterne», sottolinea Pierre Serne, vice-presidente ecologista della Stif, mentre le foto della Tour Eiffel avvolta nella coltre delle polveri sottili stanno facendo il giro del web. In tutta la regione parigina, ma anche del Centro e del Rodano, l'aria è irrespirabile, soprattutto nelle zone più intasate dal traffico. I bambini, gli anziani e chi non è in forma fisica viene invitato da cartelloni stradali, radio, tv e giornali a limitare al minimo le passeggiate o l'attività fisica all'esterno. Intanto, a pochi giorni dalle elezioni municipali di fine marzo, lo Scootlib, il progetto di condivisione pubblica di motorini elettrici sta diventando uno dei temi più discussi della campagna. L'idea è stata ripresa, tra l'altro, da Anne Hidalgo, la candidata socialista che secondo tutti i sondaggi è la grande favorita per la conquista dell'Hotel de Ville. Un sistema simile già funziona a San Francisco e Barcellona. Nella città californiana, sono a disposizione dei cittadini una cinquantina di scooter. Mentre a Barcellona il parco motorini del comune (Motit) è com- posto da 250 scooter. Come spesso capita per Parigi - che magari non ha sempre il primato delle idee ma poi le mette in pratica in modo così grandioso da far impallidire il ricordo di quelle città che erano arrivate prima - il progetto Scootlib è decisamente più ambizioso. La Hidalgo pensa a un parco di 3.000-5.000 scooter in oltre 700 stazioni. «Non sarà un gadget per turisti», avverte l'entourage della candidata, che fino ad oggi è stata il braccio destro dell'attuale sindaco, Bertrand Delanoe. Affittati dai 3 ai 10 euro all'ora, gli scooter elettrici saranno equipaggiati di caschi regolabili che verranno regolarmente disinfettati. Mentre taxi e mototaxi già annunciano battaglia. SABATO 15 MARZO 2014 Francia, ondata di scandali su socialisti e Ump: e tra poco si vota... Parigi come Pechino? Una coltre di smog avvolte tutta la ex Ville Lumière Redazione La "bugia di Stato" della Guardasigilli, le telefonate intercettate di Sarkozy e i sospetti di corruzione, l'inchiesta per favoritismo che coinvolge il segretario dell'Ump: un'ondata di scandali sta investendo responsabili politici del governo socialista e dell'opposizione di destra in Francia, a dieci giorni dal primo turno delle elezioni municipali (il 23 marzo). Per il governo si tratta di allentare le tensioni su quello che ormai è diventato "l'affaire Taubira". Ci si chiede se la ministra della Giustizia abbia commesso una gaffe, o piuttosto un errore politico irreparabile, affermando di non essere al corrente che Nicolas Sarkozy era stato messo sotto ascolto da parte dei giudici per i finanziamenti illeciti della sua campagna elettorale. Una bugia che è stata facilmente smascherata, e che ha precipitato il governo nel caos. Mentre la ministra parla di malinteso e non di menzogna, e rifiuta di dare le dimissioni, come pretende l'Ump, i membri del governo le hanno fatto scudo e sono passati al contrattacco: «Perché parlare di Christiane Taubira, quando si tratta di fatti che sono rimproverati a Sarkozy?», ha commentato il ministro del Lavoro, Michel Sapin. L'Ump prova a ribaltare la situazione, ma l'inchiesta che pesa sull'ex capo dello Stato rischia di intaccare in profondità l'immagine di Sarkozy e di compromettere i suoi progetti di presentarsi di nuovo per la corsa all'Eliseo, nel 2017. Lo scandalo, però, getta ombre anche sull'Ump, e c'èla possibilità che ad avvantaggiarsi delle polemiche sia il Fronte nazionale di Marine Le Pen. Università, in Italia sempre meno diplomati vi si iscrivono SABATO 15 MARZO 2014 Redazione Lavorano e guadagnano poco i neolaureati italiani. E sono in pochi quelli finite le superiori si iscrivono alle Università. Sembra logico e invece non lo è, perché per i giovani senza un titolo di studio di terzo livello le cose, nel cercare lavoro, vanno ancora peggio e molto. Se servissero altri elementi per dimostrare come quello dell'occupazione giovanile sia il tema dei temi nel Paese, questi arrivano dal XVI rapporto di Almalaurea, consorzio interuniversitario che riunisce 64 atenei italiani, che ha raccolto i dati di 450mila studenti. Solo il 30% dei diciannovenni si è iscritto a un programma di studi di livello Secolo d’Italia universitario. Un dato che allontana l'obiettivo fissato dalla Commissione europea per il 2020, ovvero il raggiungimento del 40% di laureati nella popolazione tra i 30 e i 34 anni. Ad oggi, tra i 25 e i 34 anni ha infatti un titolo di istruzione di terzo livello solo il 21% degli italiani. In Giappone sono il 59%, nel Regno Unito il 47%, e in Francia e Usa il 43%. L'Italia è ben al di sotto della media Ocse (39%) e di quella dell'Ue a 21 (36%). Eppure, anche se meno che all'estero, la laurea garantisce vantaggi nel trovare lavoro: perché tra i giovani laureati il tasso di disoccupazione cresce sì (dal 2007 è passato dal 10 al 16%), ma meno rispetto a diplo- mati (dal 13% al 28%) e a chi si ferma alla licenza media (dal 22% al 45%). E le cose, per i laureati, potrebbero migliorare, se crescerà la quota di manager con titolo di studio di terzo livello, ferma in Italia a meno della metà della media europea: il 24% contro il 53%. Un manager laureato, infatti, tende ad assumere più laureati e questo potrebbe innescare un circolo virtuoso. Intanto, però, i dati sono impietosi: il tasso di disoccupazione a un anno dalla laurea è infatti cresciuto di dodici punti in quattro anni per le magistrali e di quindici punti per lauree di primo livello e magistrali a ciclo unico. I neo laureati disoccupati sono il 26,5% di chi ha terminato la triennale, il 22,9% di quelli con laurea specialistica e il 24,4% di chi ha una laurea magistrale a ciclo unico. Nel 2007, primo dato disponibile, i livelli erano profondamente diversi con tassi di disoccupazione della metà e oltre. Le cose tendono a migliorare con il passare degli anni segno di un mercato del lavoro con tempi lunghi di inserimento e valorizzazione del capitale umano. segnalare possibili interventi migliorativi anche tenendo conto della nuova disciplina dell'ISEE. Nel 'Testo integrato delle modalità applicative dei regimi di compensazione della spesa sostenuta dai clienti domestici disagiati per la fornitura di energia elettrica e gas naturale', approvato lo scorso anno, l'Autorità precisa la nota - ha previsto miglioramenti e semplificazioni nel meccanismo del bonus: le innovazioni più significative sono, in particolare, la possibilità di presentare un'unica domanda per i bonus elettrico e gas e di utilizzare procedure di rinnovo semplificate in presenza di determinate condizioni. Dall'indagine, avviata per fare il punto sullo stato di applicazione delle agevolazioni, individuare even- tuali criticità ed identificare possibili miglioramenti, emerge spiega l'Autorità in una nota che una quota di potenziali beneficiari del bonus non fa domanda e che, fra coloro che l'hanno ottenuto, la percentuale di rinnovi è del 70% circa. Inoltre, l'entità del bonus, per legge commisurata alla spesa al netto delle imposte, viene considerata abbastanza contenuta rispetto all'incidenza sulla spesa per energia. Dall'indagine emerge poi che rispetto all'utilizzo dell'indicatore ISEE, la soglia definita - rimasta invariata negli ultimi 5 anni- sembrerebbe non intercettare a pieno le situazioni di povertà. Inoltre rispetto ai potenziali aventi diritto, i bonus vengono maggiormente richiesti dai nuclei familiari che vivono nei centri urbani, con capofamiglia in una fascia compresa fra i 40 e i 70 anni, mentre le richieste sono inferiori nelle aree dove la popolazione è più indigente e meno istruita. Due milioni di italiani hanno avuto il bonus-sconto sull'energia elettrica Redazione Negli ultimi cinque anni, oltre due milioni di consumatori hanno ottenuto almeno una volta il bonus elettrico, l'agevolazione per coloro che si trovano in condizioni economiche disagiate o per i malati gravi che usano apparecchiature salvavita. E un milione ha ottenuto anche il bonus gas, per un totale di oltre tre milioni di bonus erogati. È quanto emerge dalla "Relazione di chiusura dell'indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della disciplina del bonus elettrico e gas" approvata dall'Autorità per l'energia. Gli esiti dell'indagine, che l'Autorità trasmetterà alla Presidenza del Consiglio, ai Ministri dello Sviluppo Economico, dell'Economia e del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono propedeutici per poter Dalla Grande Guerra alla pittura: in mostra l'opera di Dino Piazza 5 Redazione Alpino nella Grande Guerra, ingegnere edile nella sua prima vita civile, il pittore Dino Piazza ha vissuto tante vite e tutte, in qualche modo, hanno contribuito a farne un artista eclettico, curioso, capace di guardare alle cose e alle persone con un occhio sempre originale, sempre intimo eppure dotato di grande lucidità. La galleria "Il mondo dell'arte", in via Margutta a Roma, gli dedica ora una antologica dal titolo "Disegni e pitture di Dino Piazza. 1940 1953", che resterà allestita fino al 22 marzo. La rassegna offre una visione d'insieme sulla grande capacità tecnica di questo artista e sulle sue innumerevoli fonti di ispirazione, da Matisse a Van Gogh, da Picasso a Morandi, passando per Cacciagrossi e Monachesi. Le opere in mostra accompagnano il visitatore attraverso una pittura che è narrazione e indagine dell'uomo, soggetto preferito di Piazza, e, insieme, ricerca sulle varie possibilità di espressione artistica, dallo schizzo al disegno per arrivare all'acquerello, al ritratto, al paesaggio e alle forme astratte. A curare lʼesposizione, che ripercorre i tre periodi pittorici dellʼartista, così come le tre fasi significative della sua vita e della sua opera, il maestro Elvino Echeoni e Remo Panacchia, fondatori de “Il Mondo dellʼArte”. Lʼallestimento della mostra, invece, è stato curato dal gallerista Adriano Chiusuri. Forza Italia a Vendola: l'ospedale “Fazzi” di Lecce necessita di nuove apparecchiature antitumorali 6 Secolo d’Italia Redazione Il vicepresidente vicario del gruppo Pdl/Fi alla Regione Puglia, Erio Congedo, rivolgerà una interrogazione al presidente Nichi Vendola e allʼassessore alla Salute Elena Gentile per sollecitare la Regione a dotare il polo oncologico dell'ospedale “Fazzi" di Lecce di un acceleratore lineare di nuova generazione che consente di intervenire con successo su diverse forme di patologie tumorali. «La diffusione di patologie tumorali nel Salento - evidenzia - impone una seria riflessione sulla opportunità che il polo oncologico del “Fazzi" di Lecce sia dotato di uno strumento di com- provata efficacia terapeutica come lʼacceleratore lineare di ultima generazione, capace di colpire gli organi malati con estrema precisione, senza particolari effetti collaterali e soprattutto evitando lʼinvasività e lʼaleatorietà di un intervento chirurgico. Gli acceleratori lineari esistenti a Lecce sono di vecchia generazione, mentre le nuove macchine consentono di intervenire su tumori inoperabili in diverse parti del corpo. Da anni migliaia di salentini sono costretti a farsi curare in centri ospedalieri del Nord, affrontando quindi trasferte e disagi. Senza dimenticare, purtroppo, che molti malati, per le proprie condizioni fisiche o per indisponibilità economica, non possono permettersi viaggi e soggiorni. Ciò rappresenta drammaticamente un costo, economico e sociale, inaccettabile, ma che fortunatamente il progresso tecnologico e della scienza medica rende oggi evitabile. Pur nella consapevolezza che uno strumento di questo tipo ha dei costi importanti, nellʼordine di qualche milione di euro, è utile ricordare che si tratterebbe per il Sistema sanitario regionale e per i cittadini di un vero e proprio investimento. Anche perché la disponibilità di una macchina a Lecce permetterebbe di risparmiare sui rimborsi alle Asl fuori regione e farebbe di Lecce un punto di riferimento strategico per tutto il Centrosud. Lʼefficacia documentabile in altri centri italiani ed europei rappresenta una speranza per molte persone. Invito dunque il presidente Vendola e lʼassessore alla Salute Elena Gentile - è la richiesta di Congedo - a valutare lʼopportunità dellʼacquisto dellʼacceleratore di marca Truebeam o Versa Hd o altra marca con caratteristiche similari, segnando così per il Salento e la Puglia un punto fondamentale nella lotta al male del secolo». Redazione «Le recenti esternazioni dellʼamministratore delegato di Atac, Danilo Broggi, relative alle criticità finanziarie dellʼazienda ed in ordine a crediti fantasiosi di 1,5 miliardi di euro vantati dalla stessa verso lʼAmministrazione capitolina e la Regione Lazio, sono sintomatici della grande confusione sul ruolo di Atac da parte della Giunta Marino e dellʼassenza di una pur minima strategia al riguardo del futuro del trasporto pubblico a Roma». È quanto sostiene il consigliere di Forza Italia alla Regione Lazio Antonello Aurigemma, secondo il quale «la contrazione dei trasferimenti statali e regionali e il decreto “Salva Roma” impongono a Roma Capitale di procedere immediatamente alla stesura di un piano industriale, che era stato promesso per il 31 dicembre 2013 e che a tuttʼoggi risulta non pervenuto, che garantisca ai cittadini il diritto alla mobilità con salvaguardia degli attuali livelli occupazionali. Anziché procedere ad individuare le possibili soluzioni anche coinvolgendo le opposizioni, il sindaco va in vacanza a Parigi e si occupa di scooter sharing, lʼassessore Improta di piste ciclabili e di un fantasiosi Pgtu, avulso dalla grave situazione di dissesto del trasporto pubblico, e lʼamministratore delegato Broggi di fantasiosi crediti vantati da Atac nei confronti della Regione e del Comune che non consentirebbero di pagare i fornitori. Va inoltre precisato che lʼAmministrazione capitolina, così come ribadito dalla nota dellʼassessorato al Bilancio del Comune di Roma, fino ad oggi si è fatta carico di stanziare le somme non pervenute dai finanziamenti sul trasporto pubblico. Quindi – conclude Aurigemma – invece di cercare nelle amministrazioni comunali e regionali responsabilità sui dissesti dellʼazienda, sarebbe il caso di fare poche chiacchiere e capire se lʼattuale management è in grado di predisporre un piano di rilancio dellʼazienda o di avere un sussulto di orgoglio e dimettersi per fare spazio a gente competente». Roma, sull'Atac solo chiacchiere, manca ancora un piano del trasporto pubblico SABATO 15 MARZO 2014 Milano, «la Giunta Pisapia sgombera i nomadi ma dimentica la loro immondizia» Redazione «Il Comune di Milano ha sgomberato 48 nomadi che avevano occupato illegalmente lʼex polveriera di viale Forlanini. Dopo lʼintervento Palazzo Marino ha assicurato di aver messo in sicurezza tutta lʼarea e di averla ripulita. Puntualmente le rassicurazioni dellʼamministrazione Pisapia sono state smentite dai cittadini. Uno di loro, passando davanti al campo, ha scattato delle foto inequivocabili. Lʼarea che ospitava il campo è stata talmente messa in sicurezza da essere letteralmente invasa da rifiuti di ogni genere! Montagne di immondizia che non sono ancora state rimosse». È quanto afferma Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale e capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Regione, che così prosegue: «I nostri sgomberi venivano sempre eseguiti dalla polizia in collaborazione con l'Amsa, che ripuliva in tempo reale. Evidentemente Pisapia non ha idea di come si proceda in questi casi. A questo punto chiedo a Palazzo Marino di intervenire immediatamente, chiamando l'Amsa a ripulire tutta lʼarea del campo. Non è possibile tollerare un degrado di questo genere a più di 24 ore dallo sgombero». Il weekend capitolino propone una passeggiata per la “Grande bellezza” di Roma Secolo SABATO 15 MARZO 2014 d’Italia Priscilla Del Ninno Appena spenti i riflettori di Los Angeles è immediatamente cominciata l'“operazione rispolvero” de La grande bellezza. E tra attestati di merito, dibattiti sull'attribuzione o meno di titoli e onorificenze alla città, e al regista Paolo Sorrentino che l'ha immortalata con maestria da Oscar, il calendario degli appuntamenti capitolini per il weekend avanza l'ultima, cinefila proposta: tre itinerari per celebrare Roma. La sua “grande bellezza”. E il film del cineasta napoletano – ma romano per azione artistica – che le ha reso omaggio. Così, il Campidoglio vuole sublimare il successo di celluloide ripercorrendo tre luoghi con cui tornare “dal vivo” sui set naturali immortalati nella pellicola. Nei tre itinerari, peraltro, sono compresi anche luoghi segreti, giardini e palazzi, non sempre aperti al pubblico, ma che domenica si potranno eccezionalmente visitare. Il primo viaggio artistico parte dunque dal Palazzo dei Penitenzieri ed arriva al Fontanone del Gianicolo, sfondo della scena iniziale del film. Si potranno visitare anche i Palazzi Sacchetti, Taverna, Altemps, Braschi Spada, Piazza Navona (con annessi Palazzo Pamphili e la Chiesa Sant'Agnese in Agone), passeggiare per i Muraglioni del Tevere da Ponte Sisto e accedere al Tempietto del Bramante. Un excursus storicoarcheologico, prima ancora che cinematografico, anche se urbanisticamente riletto con la lente del successo del film. Nel secondo tour, invece, saranno di scena le Terme di Caracalla, l'Aventino col Giardino degli Aranci, Santa Maria del Priorato, Santa Sabina, i Musei Capitolini, l'Angelicum, Palazzo Brancaccio, la Scala Santa, il Cimitero monumentale del Verano, il Colosseo e la casa con vista sull'Anfiteatro Flavio, trasformata nella finzione cinematografica nella dimora del protagoni- 7 sta Jep Gambardella-Tony Servillo. La terza proposta di viaggio itinerante alla riscoperta di Roma e dei suoi siti, prevede infine un itinerario che comprende Palazzo Barberini, Via Bissolati, Via Veneto, Villa Medici, Villa Giulia. E come se non bastasse, domenica saranno straordinariamente aperte per la circostanza anche la Fontana dell'Acqua Paola e il Salone delle Fontane dell'Eur: a conferma che la bellezza di Roma è davvero grande, e non soltanto perché il cinema riesce a raccontarla... Da Ronconi a De Sica, passando per Pirandello: in cartellone la gamma dei colori teatrali Bianca Conte Da Ronconi a Pirandello, passando per il mito di Cinecittà. I titoli in cartellone per il weekend teatrale esplorano la vasta gamma delle possibilità espressive, esaltando diversi generi spettacolari. E allora, da Milano a Roma, passando per Genova e Ancona, si ride. Ci si commuove. Si ricorda. E allora, dopo l'anteprima al Festival di Spoleto, Luca Ronconi ha debuttato in prima nazionale al Piccolo con Pornografia, spettacolo tratto dal romanzo del polacco Witold Gombrowicz, che sul palco milanese resterà in cartellone fino al 5 aprile. Pubblicato nel 1962, il testo è una ironica riflessione sulle dinamiche del desiderio e del sentimento, con due amici di mezza età ospiti in una casa di campagna, che non si capacitano come la figlia dei padroni di casa, e un ragazzo a loro servizio, siano completamente indifferenti l'uno all'altra. Altro teatro, altro titolo in programma. Una proposta che fa fare un grande passo indietro nel tempo, passando per la mitologia classica, per tornare a tentare di definire l'universalità della storia. Si torna dunque alla sacerdotessa troiana, figlia di Ecuba e Priamo, in attesa della morte nella fortezza di Micene, dove l'ha condotta prigioniera Agamennone. Ida Marinelli è allora Cassandra, nella scrittura di Christa Wolf: un racconto, diretto da Francesco Frongia all'Elfo Puccini, che scivola all'indietro, lungo i dieci anni della guerra di Troia, dalla rovina della sua città fino alla fanciullezza, attraverso gli orrori della guerra e i suoi inarrestabili meccanismi. Altra tappa, altro registro teatrale: si arriva a Roma con Cinecittà, che dopo due mesi di tournée, approda finalmente nella capitale. Un divertente e commovente omaggio in musical di Christian De Sica ai più celebri studios cinematografici d'Italia fondati nel Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Antonio Triolo Ugo Lisi 1937. In scena al Brancaccio, per più di un mese, lo spettacolo diretto da Giampiero Solari, con le coreografie di Franco Miseria, cuce insieme racconti di vita vissuta, scene dietro le quinte, gag su provini e canzoni evergreen. E da Roma, alla Grande Bellezza di Roma: dopo il trionfo agli Oscar con il suo Gep Gambardella nel film di Sorrentino, Toni Servillo prosegue la tournée da oltre 150 repliche de Le voci di dentro, dramma scritto nel 1948 da Eduardo De Filippo, di cui è regista e interprete, alla Corte di Genova fino a domenica, e da martedì al Carignano di Torino. Accanto al fratello Peppe, è Alberto Saporito, “colpevole” di aver denunciato un omicidio solo sognato, disvelando così i veri delitti dell'animo umano. 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