Caro Grillo, tu e Renzi non siete neppure una

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Caro Grillo, tu e Renzi non siete neppure una
d’Italia
SANTORO RECITA IL “MEA CULPA” IN DIRETTA TV
ANNO LXII N.61
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Bianca Conte
E finalmente ieri sera Michele
Santoro ha recitato il doveroso
mea culpa: nel rituale editoriale di
avvio trasmissione, il giornalista
tv dallo studio di Servizio Pubblico ha chiesto scusa a Francesca Pascale – con qualche mese
di ritardo, e motivato giusto da obblighi legali – per lʼintervista di Michelle Bonev nella puntata del 17
ottobre scorso.Una partecipazione al programma, quella dellʼattrice bulgara, particolarmente
lesiva dellʼimmagine della compagna di Silvio Berlusconi, e che
a La 7, Santoro e alla stessa
Bonev, sarebbe potuta costare
una causa per risarcimento
danni. «Lʼintervista a Servizio
Pubblico – avvertiva infatti allʼindomani della messa in onda, lʼavvocato della Pascale, Paola
Rubini – continua e aggrava la
condotta diffamatoria».
Non era chiaro se lʼazione di rivalsa si sarebbe trasformata nella
presentazione di una querela o di
una citazione civile, in ogni caso
avrebbe potuto produrre una
somma che – aveva fatto sapere
la fidanzata del leader di FI – sarebbe stata devoluta alle case fa-
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miglia del napoletano. Ipotesi possibile fino a ieri, quando nei primi
minuti della nuova puntata, il conduttore di Servizio Pubblico ha annunciato la “Telesvolta” e – tra i
denti – la fine delle ostilità mediatiche.
«Prima una comunicazione – ha
esordito Santoro – la causa tra
Franscesca Pascale e Servizio
Pubblico non si farà. Con riferimento alla puntata del 17 ottobre
2013, la signora Francesca Pascale, ritenendo che le dichiarazioni della signora Bonev,
contenessero fatti falsi e diffamatori, oltre che lesivi della sua privacy, aveva adito le vie legali
contro di noi. Prendiamo atto – ha
aggiunto poi – che la signora Pascale ha smentito totalmente il contenuto delle dichiarazioni della
signora Bonev».
Dichiarazioni che, appellandosi in
sabato 15/3/2014
calcio dʼangolo al diritto di cronaca,
Santoro ha specificato di aver ripreso da blog e da altri organi di
stampa, e pubblicate prima della
trasmissione. Un corollario di giustificazioni e spiegazioni, culminato
poi, finalmente, nelle doverose
scuse: «Se involontariamente abbiano ugualmente procurato disagio psicologico alla signora
Pascale – ha concluso Santoro –
ce ne dispiace sinceramente».
«Ciò posto», ha assicurato infine il
giornalista, Servizio Pubblico e La
7 «rimuoveranno dai loro siti alcune passaggi dellʼintervista relativi alla signora Pascale che fanno
riferimento a dati particolarmente
sensibili». Un “resetaggio” dovuto,
oltre che tardivo, che non cancella
certo la gravità dellʼatto diffamatorio consumato nello studio di Cinecittà. Amplificato dalla Rete.
Rilanciato da indici dʼascolto che,
se non hanno bissato quelli dellʼexploit del duello televisivo con il
Cavaliere, (quasi nove milioni di
spettatori), di sicuro hanno ottenuto
un risultato dʼeccezione: come
sempre, del resto, quando lʼargomento affrontato in tv sono le
donne – di ieri o attuali non fa differenza – dellʼex premier…
Caro Grillo, tu e Renzi non siete neppure una scarpa di Achille Lauro…
Girolamo Fragalà
Il sentito dire si trasforma in verità assoluta, la maldicenza in realtà. Anche
Grillo ci casca, ripetendo gli squallidi
“racconti” che per decenni la sinistra
ha messo in giro per gettare fango
sugli avversari, specie se questi avversari le impedivano di conquistare i
posti di potere. «Matteo Renzi come
Achille Lauro, che per diventare sindaco di Napoli regalò ai potenziali
elettori una scarpa con la promessa di
dare la seconda se fosse stato
eletto», sbotta il leader dei Cinquestelle sul suo blog. «Gli 80 euro di
Renzie sono peggio. Lui almeno una
scarpa prima delle elezioni lʼha data.
Gli 80 euro saranno in busta paga, se
ci saranno, solo dopo le elezioni europee». Al di là dellʼaccostamento improprio tra un premier che ancora non
ha fatto nulla (tranne presentarsi con
il look alla Fonzie e fare lʼospite ad
Amici) e un uomo che è entrato nella
storia di Napoli e dellʼItalia, le parole
di Grillo dimostrano quanti danni ha
prodotto lʼinfluenza della sinistra sui
media e quante voci maligne siano diventate verità. Basta fare una piccola
ricerca per scoprire che i maggiori
quotidiani, quando ricordano la figura
del Comandante – già fascista, monarchico, missino, post-missino – non
dicono che regalava una scarpa
prima del voto, ma si limitano a scrivere «Raccontano che…», senza
specificare chi lo raccontava. Nelle
elezioni comunali del 1952 e 1956
Lauro riuscì ad arrivare fino a trecentomila preferenze, quota mai raggiunta prima da un candidato alle
elezioni locali. Nelle politiche del 1953
ottenne 680mila preferenze alla Camera, anche questa quota mai raggiunta fino ad allora da nessun
deputato. Qualcuno, a sinistra, do-
vrebbe chiedersi quante scarpe
avrebbe dovuto acquistare Lauro per
ottenere quel successo così clamoroso, una quantità che avrebbe risolto
i problemi occupazionali di tutte le industrie calzaturiere. In più cʼè da dire
che questa maldicenza (che Grillo ha
ripetuto) offende il popolo napoletano,
che ha votato il Comandante per convinzione e che oggi viene fatto passare per un popolo così squallido da
vendersi per un paio di mocassini.
Non si sa, poi, come faceva Lauro a
sapere se gli elettori calzavano il 42 di
scarpa o il 40, unʼimpresa ardua viste
le difficoltà che il principe azzurro incontrò con la scarpetta di Cenerentola. Grillo e compagni dovrebbero
chiedersi perché i napoletani veneravano Lauro: non certo perché distribuiva scarpe ma perché rivoluzionò
Napoli come nessun sindaco ha mai
fatto nella storia della città partenopea, dalle fogne alle grandi piazze.
Una Napoli che in quel periodo visse
la sua stagione più fiorente, un risveglio economico e sociale, un rilancio, a
differenza delle varie Napoli guidate
dalla sinistra, che sono andate dritte
verso il tramonto. Basterebbe riguardare le immagini dei funerali di Lauro,
molti anni dopo la sua uscita dalla politica, con tanta gente comune in lacrime, per capire il segno lasciato dal
Comandante, un segno che né Renzi
né Grillo riusciranno mai a lasciare.
Lorenzin ripristina le tabelle sulla droga.
Si prepara lo scontro in Parlamento
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Secolo
d’Italia
SABATO 15 MARZO 2014
Valter Delle Donne
«La sentenza della Corte costituzionale sulla legge Fini-Giovanardi aveva creato un vuoto
normativo che ha prodotto
emergenze nelle ultime settimane, e per questo siamo dovuti intervenire con un atto di
urgenza per il ripristino delle tabelle sulle sostanze stupefacenti». Lo ha detto il ministro
Beatrice Lorenzin dopo il Consiglio dei ministri. «Col decreto
sulle droghe – ha spiegato la
Lorenzin – resta intatta la distinzione tra droghe leggeree
droghe pesanti, che la legge
Fini-Giovanardi aveva eliminato
e la sentenza della Consulta ha
di fatto ripristinato: una delle tabelle è specifica per la cannabis
e i suoi derivati». Il ministro
della Salute ha anche negato
scontri in sede di discussione.
«In armonia il Cdm ha ripristinato le tabelle sanitarie, abbiamo affrontato il tema dal
punto di vista sanitario mentre il
tema politico è stato rimesso al
Parlamento». Per Maurizio Gasparri «è positivo che sul piano
amministrativo il governo sia intervenuto per impedire che alcune sostanze stupefacenti
vietate diventassero di colpo legali anche alla luce del vuoto
normativo creato dalla sentenza
della Corte Costituzionale sulla
Fini-Giovanardi. Ma la questione
è molto più complessa ed è giusto che sul piano penale sia data
la possibilità al Parlamento di
confrontarsi e quindi di decidere». Il vicepresidente del Senato ha ricordato la posizione di
Forza Italia: «La nostra posizione è chiara. Diciamo no alla
legalizzazione della droga, no
all'equiparazione tra droghe
leggere e pesanti, no a riduzione di pena per gli spacciatori.
Difenderemo questi principi in
Parlamento, ribadendo la necessità di una legge che tuteli
soprattutto i minori di fronte al
dilagante fenomeno della dipendenza da sostanze stupefacenti». Gasparri ha quindi
annunciato «una dura battaglia
per impedire ogni forma di liberalizzazione, esplicita o surrettizia, della droga e con essa la
distruzione della vita». Un'even-
tualità che preoccupa anche il
Moige. «È inaccettabile pensare
di ridurre la pena a chi spaccia
cannabis ai nostri figli. Se il problema è il sovraffollamento delle
carceri, il governo ha il dovere di
trovare soluzioni che non ricadano sulla pelle dei minori», avverte Maria Rita Munizzi,
presidente del Movimento dei
genitori. «Come conferma la Relazione annuale al Parlamento
del 2013, aumentano costantemente i giovani che consumano
cannabis. Oltre a incentivare
campagne sui pericoli devastanti
dell'uso di droga, chiediamo che
non si facciano sconti soprattutto
agli spacciatori che vendono
droga ai minori» aggiunge Munizzi, che è anche componente
della Consulta Nazionale Antidroga. «Dobbiamo essere tutti
alleati, governo, famiglie e società civile, in difesa dei nostri
figli, per diffondere i rischi dell'assunzione di droghe, senza distinzione tra leggere e pesanti e
combattere la facilità di reperimento delle sostanze stupefacenti», conclude Munizzi.
Redazione
Riformista, battagliera e in
prima linea per la tutela dei diritti. Ma solo quando riguardano
la sfera dei suoi interessi. Altrimenti Vladimir Luxuria, ex deputata
di
Rifondazione
comunista e transgender mostra un altro volto: quello cattivo
e graffiante di Vladimiro Guadagno. E in quanto tale non
esita a fare sciacallaggio e a
sparare le sue pallottole di veleno contro il “nemico di turno”,
che questa volta veste i panni
di Alessandra Mussolini. La storia è ormai risaputa. Mauro Floriani, marito della senatrice di
Forza Italia, è rimasto incastrato nelle maglie dellʼinchiesta
giudiziaria romana sulle baby
squillo. Il marito, non lei. Per
Alessandra Mussolini è stato un
brusco risveglio dopo venticinque anni di matrimonio trascorsi con quellʼuomo. Una
storiaccia difficile da accettare
che metterebbe ko una qualsiasi donna. Un dramma vero
per qualsiasi donna. E come
una qualsiasi altra donna Alessandra Mussolini è (come ha
confidato a un giornalista) “distrutta” per la vicenda in sé e
per le ricadute negative che
avrà sulla sua vita e su quella
dei suoi tre figli. Nei suoi confronti scatta la solidarietà perché è appunto una donna
ferita. Ma in politica cʼè chi mostra comprensione come ha
fatto Antonio Bassolino («Duellammo in modo duro ma con
reciproco rispetto, ventʼanni fa.
Ad Alessandra Mussolini
esprimo la mia vicinanza
umana») e chi invece come
Vladimiro ne approfitta per trasformare lʼavversaria in un bersaglio. «Non mi piace infierire
su un dramma in famiglia ma la
vicenda della Mussolini insegna che prima di giudicare gli
altri è meglio guardarsi attorno», ha scritto su Twitter.
Lʼex parlamentare di Sel che
non mai ha dimenticato le parole della Mussolini che qualche anno fa le disse durante
una puntata di Porta a Porta
«Si veste da donna e crede di
poter dire tutto quello che
vuole… meglio fascista che
frocio». Ora è passata al contrattacco ritwittando un cinguettio al veleno: «Cara Vladimir,
credo sia ora di una bella t-shirt
del tipo “meglio frocio che pedofilo…”. Da recapitare direttamente alla Mussolini!». Su
Twitter i commenti si alterano.
Ma lʼindignazione la fa da padrone come dimostra uno per
tutti questo twett: «Io non sono
pedofilo e nemmeno frocio e
trovo che infierire sulla Mussolini (che non mi piace) è da gran
pezzi di m…». Sarà bastato a
Vladimir Luxuria per capire la lezione?
Luxuria, il giorno dello sciacallo.
Su Twitter regola i conti con la Mussolini:
«Meglio frocio che pedofilo…»
Toti conferma: Berlusconi determinato
a candidarsi alle europee
SABATO 15 MARZO 2014
Secolo
d’Italia
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Elezioni europee,
ripartiti i 73 seggi
spettanti allʼItalia
Redazione
«Berlusconi in campo alle europee..... quanta paura ragazzi!!».
Giovanni Toti, consigliere politico
di Forza Italia ha confermato su
Twitter la determinazione del Cavaliere a presentarsi al voto previsto a maggio. Toti ha affrontato
l'argomento anche in due interviste, una a "La Stampa" e l'altra a
"l'Unità". «Berlusconi – ha detto
al quotidiano torinese – ha guidato Forza Italia in tutte le elezioni. Ritengo che lo farà anche
questa volta. Riterrei una grave
lesione al diritto di rappresentare
i moderati italiani se Berlusconi
non potrà candidarsi. Se qualcuno dovesse impedirlo si assumerebbe
una
grave
responsabilità davanti a milioni di
italiani». All' "Unità" ha poi puntualizzato che «se non potesse
sarebbe un altro vulnus alla democrazia". Su "La Stampa" ha riflettuto sul taglio delle tasse
annunciato dal premier: «Se
Renzi ci riuscirà noi applaudiremo. La nostra è un'opposizione
responsabile, non distruttiva».
«FI – ha spiegato – resta all'opposizione ma se c'è un provvedi-
mento buono è giusto dare un
contributo per migliorarlo. Renzi
ha la sua maggioranza». Toti si è
poi soffermato anche sulla riforma elettorale e, sulle pagine
dell' "Unità", non ha escluso una
trattativa sulla parità di genere:
«Le quota rosa per noi non sono
un tabù, al punto che abbiamo
dato libertà di voto. Ma non è
possibile cambiare l'Italicum
cento volte rispetto al patto che è
stato sottoscritto. È legittimo chiedere le quote rosa, ma non si
deve inficiare l'impianto della
legge elettorale né rischiare di far
saltare il patto tra Renzi e Berlusconi». Ha chiuso, invece, a qual-
siasi discussione sulle preferenze: «Noi siamo da sempre
contrari alle preferenze. Ed è
strano – ha detto sempre all'
"Unità" – che dopo essere state
indicate da decenni come il male
della politica italiana oggi si scopra che invece sono il bene». Sui
due quotidiani Toti si è soffermato
anche sul premier: «Renzi ha
fatto, e bene, annunci», ha detto
all' "Unità"; e sulla "Stampa" ha
insistito: «Renzi è stato molto efficace nella conferenza stampa,
ma non aveva autorevolezza istituzionale», «Berlusconi era più
bravo come presidente del Consiglio».
Redazione
Si avvicina il Bimillenario, rivive
il Foro di Augusto che sarà raccontato grazie ad effetti speciali
e alla voce di Piero Angela. Dal
21 aprile, giorno del Natale di
Roma, al 21 ottobre, nell'ambito
delle celebrazioni del bimillenario della morte dell'imperatore
(19 agosto del 14 d.C.), tutte le
sere, il foro tornerà agli antichi
splendori grazie alla tecnologia.
Il progetto “Foro di Augusto.
2000 anni dopo” illustrerà in
modo puntuale il sito archeologico situato su via dei Fori imperiali e adiacente alla via
Alessandrina, partendo da pietre, frammenti e colonne presenti. Gli spettatori saranno
accompagnati dalla voce di
Piero Angela tradotta in cinque
lingue, filmati e ricostruzioni che
mostreranno i luoghi così come
si presentavano all'epoca di Augusto. Le tribune, le luci, i pro-
iettori, assicurano dal Campidoglio, saranno realizzati in accordo con la Soprintendenza
Capitolina «con l'obiettivo di ridurre al minimo l'impatto visivo
sull'area archeologica. Il biglietto costerà 15 euro, ridotto
10. «Per noi è una sfida molto
entusiasmante - ha detto Piero
Angela -. Cercheremo di “restaurare” questo sito con la luce
che ne completerà le parti mancanti. Il racconto sarà fatto con
la mia voce, ci saranno musiche
e tante sorprese». Inoltre, sempre per celebrare il primo Imperatore di Roma, entro sei-otto
mesi partiranno i lavori di restauro del Mausoleo di Augusto
che dureranno un anno e
mezzo, ha spiegato il soprintendente capitolino ai Beni Culturali
Claudio Parisi Presicce. Un progetto già in cantiere durante
l'amministrazione Alemanno e
che finalmente vede la luce.
Il Foro di Augusto si illumina e Piero Angela
racconterà 2000 anni di storia
Redazione
In vista delle elezioni 2014 del Parlamento europeo in programma domenica 25 maggio, sono stati ripartiti
territorialmente i 73 seggi assegnati
all'Italia alla quale, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, ne è
stato attribuito 1 in più rispetto ai 72
spettanti per le precedenti europee
del 2009. Per l'elezione dei 73 membri italiani del Parlamento europeo, il
territorio nazionale è diviso in 5 circoscrizioni territoriali: Italia nord-occidentale, Italia nord-orientale, Italia
centrale, Italia meridionale, Italia insulare. L'assegnazione del numero
dei seggi alle singole circoscrizioni è
effettuata, sulla base dei risultati dell'ultimo censimento generale della popolazione riportati dalla più recente
pubblicazione ufficiale dell'Istituto nazionale di statistica (Istat). Formalmente, la ripartizione avviene con
decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell'Interno,
e
viene
emanata
contemporaneamente al decreto di
convocazione dei comizi. La ripartizione dei seggi si effettua dividendo il
numero degli abitanti della Repubblica per il numero dei rappresentanti
spettanti all'Italia e distribuendo i
seggi in proporzione alla popolazione
di ogni circoscrizione, sulla base dei
quozienti interi e dei più alti resti. Questa la ripartizione dei 73 seggi per le
europee 2014 sulla base dei risultati
dell'ultimo censimento del 2011: - Italia nord-occidentale (Piemonte, Valle
d'Aosta, Liguria, Lombardia): 20; - Italia nord-orientale (Veneto, Trentino
Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna): 14; - Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio): 14; Italia meridionale (Abruzzo, Molise,
Campania, Puglia, Basilicata, Calabria): 17; - Italia insulare (Sicilia, Sardegna): 8.
Dopo tre anni di sanguinosa (e fallita)
rivolta qaedista, la Siria è irriconoscibile
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Secolo
d’Italia
Antonio Pannullo
Tre anni dopo lo scoppio della rivolta che il governo sostiene essere eterodiretta - contro il regime, la Siria oggi è irriconoscibile. Da quando la ribellione
contro il presidente Bashar al Assad iniziò il 15 marzo del 2011 e si trasformò
in guerra civile, molte città sono semidistrutte e oltre nove milioni di siriani, su
un totale di 22 milioni, sono sfollati o
fuggiti all'estero. Chi è rimasto tenta di
vivere, o sopravvivere, in condizioni
sempre più precarie, che cambiano
però a seconda del livello di violenza
nella propria zona. Dopo lunghi mesi di
terrore per il continuo bombardamento
di mortai da parte dei ribelli o per il timore di finire nelle retate della polizia,
gli abitanti di Damasco sono tornati da
settimane a una vita apparentemente
normale. Il regime è riuscito nei mesi
scorsi ad allentare la pressione dei qaedisti attorno alla capitale. «I beni di
prima necessità sono tornati nei mercati anche se è tutto molto caro. Si ha
meno paura di uscire durante il giorno e
il traffico è tornato quasi normale», dice
all'Ansa Nazih, residente nel centro storico. Se prima del 2011 ci volevano 50
lire siriane per comprare un dollaro,
adesso al cambio nero ce ne vogliono
157, ma nel 2012, il periodo più difficile
per il regime, il prezzo era schizzato a
oltre 300 lire. Diversa è la situazione ad
Aleppo, metropoli del nord, un tempo
città più popolosa della Siria e storico
crocevia del Medio Oriente. Dal 2012 è
divisa in due: la parte orientale solidale
con gli islamici e quotidianamente
esposta ai bombardamenti aerei del regime, e una sacca occidentale controllata dalle forze siriane, divisa dal resto
di Aleppo da una cortina di posti di
blocco e muri di cemento. A sud-est di
Aleppo, il regime controlla ancora l'aeroporto, e la compagnia di bandiera,
SyrianAir, ha annunciato che dal 16
marzo riprenderà i collegamenti con la
capitale. Raqqa è nel nord-est del
Paese ed è il primo e finora unico capoluogo di regione dal quale le forze regolari si sono ritirare del tutto, lasciando
spazio prima ai ribelli islamici e poi a
miliziani qaedisti, giunti dall'Iraq e da
latri Paesi e rinforzati da schiere di giovani locali. La città è descritta come la
capitale di al Qaida in Siria e nelle numerose prigioni dei fondamentalisti si
dice siano rinchiusi numerosi giornalisti
occidentali assieme al gesuita romano
padre Paolo Dall'Oglio. «A Raqqa la società civile è stata di fatto espulsa.
Sono fuggito in Turchia perché per me
e i miei colleghi non c'è più spazio», afferma Mazen, un attivista locale. «Al
Qaida si comporta come, se non peggio del regime», dice. Nel centro del
Paese, Homs - terza città siriana e un
tempo polo industriale della Siria - è
quasi rasa al suolo.
Redazione
Parigi soffoca: dopo giorni di bel tempo,
niente pioggia, sole e zero vento, la capitale francese - che sorge nel cuore dell'Ile-de-France, una delle regioni più
popolose e industrializzate d'Europa - si
trova avvolta in una inquietante coltre di
smog. Tanto che le autorità locali hanno
chiesto ai cittadini di diminuire gli spostamenti in auto, ridurre la velocità e tenere
chiusi i finestrini. Mentre la Stif, l'organismo che organizza il trasporto pubblico
dell'Ile-de-France, ha annunciato che
treni, bus, tram e metro saranno gratis
fino a domenica. Gratis anche il Velib
(bike-sharing) e l'Autolib (auto elettriche
a noleggio). Parigi rimane una delle uniche grandi metropoli europee a non aver
mai adottato il sistema delle targhe alterne. Un atteggiamento che suscita le
critiche degli ecologisti. «Se il picco di inquinamento non scende, il prefetto deve
sancire al più presto le targhe alterne»,
sottolinea Pierre Serne, vice-presidente
ecologista della Stif, mentre le foto della
Tour Eiffel avvolta nella coltre delle polveri sottili stanno facendo il giro del web.
In tutta la regione parigina, ma anche del
Centro e del Rodano, l'aria è irrespirabile,
soprattutto nelle zone più intasate dal
traffico. I bambini, gli anziani e chi non è
in forma fisica viene invitato da cartelloni
stradali, radio, tv e giornali a limitare al
minimo le passeggiate o l'attività fisica all'esterno. Intanto, a pochi giorni dalle elezioni municipali di fine marzo, lo Scootlib,
il progetto di condivisione pubblica di motorini elettrici sta diventando uno dei temi
più discussi della campagna. L'idea è
stata ripresa, tra l'altro, da Anne Hidalgo,
la candidata socialista che secondo tutti i
sondaggi è la grande favorita per la conquista dell'Hotel de Ville. Un sistema simile già funziona a San Francisco e
Barcellona. Nella città californiana, sono
a disposizione dei cittadini una cinquantina di scooter. Mentre a Barcellona il
parco motorini del comune (Motit) è com-
posto da 250 scooter. Come spesso capita per Parigi - che magari non ha sempre il primato delle idee ma poi le mette in
pratica in modo così grandioso da far impallidire il ricordo di quelle città che erano
arrivate prima - il progetto Scootlib è decisamente più ambizioso. La Hidalgo
pensa a un parco di 3.000-5.000 scooter
in oltre 700 stazioni. «Non sarà un gadget
per turisti», avverte l'entourage della candidata, che fino ad oggi è stata il braccio
destro dell'attuale sindaco, Bertrand Delanoe. Affittati dai 3 ai 10 euro all'ora, gli
scooter elettrici saranno equipaggiati di
caschi regolabili che verranno regolarmente disinfettati. Mentre taxi e mototaxi
già annunciano battaglia.
SABATO 15 MARZO 2014
Francia, ondata di scandali
su socialisti e Ump:
e tra poco si vota...
Parigi come Pechino? Una coltre di smog
avvolte tutta la ex Ville Lumière
Redazione
La "bugia di Stato" della Guardasigilli,
le telefonate intercettate di Sarkozy e
i sospetti di corruzione, l'inchiesta per
favoritismo che coinvolge il segretario dell'Ump: un'ondata di scandali sta
investendo responsabili politici del
governo socialista e dell'opposizione
di destra in Francia, a dieci giorni dal
primo turno delle elezioni municipali
(il 23 marzo). Per il governo si tratta di
allentare le tensioni su quello che
ormai è diventato "l'affaire Taubira". Ci
si chiede se la ministra della Giustizia
abbia commesso una gaffe, o piuttosto un errore politico irreparabile, affermando di non essere al corrente
che Nicolas Sarkozy era stato messo
sotto ascolto da parte dei giudici per i
finanziamenti illeciti della sua campagna elettorale. Una bugia che è stata
facilmente smascherata, e che ha
precipitato il governo nel caos. Mentre la ministra parla di malinteso e non
di menzogna, e rifiuta di dare le dimissioni, come pretende l'Ump, i
membri del governo le hanno fatto
scudo e sono passati al contrattacco:
«Perché parlare di Christiane Taubira,
quando si tratta di fatti che sono rimproverati a Sarkozy?», ha commentato il ministro del Lavoro, Michel
Sapin. L'Ump prova a ribaltare la situazione, ma l'inchiesta che pesa sull'ex capo dello Stato rischia di
intaccare in profondità l'immagine di
Sarkozy e di compromettere i suoi
progetti di presentarsi di nuovo per la
corsa all'Eliseo, nel 2017. Lo scandalo, però, getta ombre anche sull'Ump, e c'èla possibilità che ad
avvantaggiarsi delle polemiche sia il
Fronte nazionale di Marine Le Pen.
Università, in Italia sempre
meno diplomati vi si iscrivono
SABATO 15 MARZO 2014
Redazione
Lavorano e guadagnano poco i
neolaureati italiani. E sono in
pochi quelli finite le superiori si
iscrivono alle Università. Sembra logico e invece non lo è,
perché per i giovani senza un titolo di studio di terzo livello le
cose, nel cercare lavoro, vanno
ancora peggio e molto. Se servissero altri elementi per dimostrare
come
quello
dell'occupazione giovanile sia il
tema dei temi nel Paese, questi
arrivano dal XVI rapporto di Almalaurea, consorzio interuniversitario che riunisce 64 atenei
italiani, che ha raccolto i dati di
450mila studenti. Solo il 30%
dei diciannovenni si è iscritto a
un programma di studi di livello
Secolo
d’Italia
universitario. Un dato che allontana l'obiettivo fissato dalla
Commissione europea per il
2020, ovvero il raggiungimento
del 40% di laureati nella popolazione tra i 30 e i 34 anni. Ad
oggi, tra i 25 e i 34 anni ha infatti un titolo di istruzione di
terzo livello solo il 21% degli italiani. In Giappone sono il 59%,
nel Regno Unito il 47%, e in
Francia e Usa il 43%. L'Italia è
ben al di sotto della media Ocse
(39%) e di quella dell'Ue a 21
(36%). Eppure, anche se meno
che all'estero, la laurea garantisce vantaggi nel trovare lavoro:
perché tra i giovani laureati il
tasso di disoccupazione cresce
sì (dal 2007 è passato dal 10 al
16%), ma meno rispetto a diplo-
mati (dal 13% al 28%) e a chi si
ferma alla licenza media (dal
22% al 45%). E le cose, per i
laureati, potrebbero migliorare,
se crescerà la quota di manager
con titolo di studio di terzo livello, ferma in Italia a meno
della metà della media europea:
il 24% contro il 53%. Un manager laureato, infatti, tende ad
assumere più laureati e questo
potrebbe innescare un circolo
virtuoso. Intanto, però, i dati
sono impietosi: il tasso di disoccupazione a un anno dalla laurea è infatti cresciuto di dodici
punti in quattro anni per le magistrali e di quindici punti per
lauree di primo livello e magistrali a ciclo unico. I neo laureati
disoccupati sono il 26,5% di chi
ha terminato la triennale, il
22,9% di quelli con laurea specialistica e il 24,4% di chi ha una
laurea magistrale a ciclo unico.
Nel 2007, primo dato disponibile, i livelli erano profondamente diversi con tassi di
disoccupazione della metà e
oltre. Le cose tendono a migliorare con il passare degli anni segno di un mercato del lavoro
con tempi lunghi di inserimento
e valorizzazione del capitale
umano.
segnalare possibili interventi migliorativi anche tenendo conto
della nuova disciplina dell'ISEE.
Nel 'Testo integrato delle modalità applicative dei regimi di compensazione
della
spesa
sostenuta dai clienti domestici disagiati per la fornitura di energia
elettrica e gas naturale', approvato lo scorso anno, l'Autorità precisa la nota - ha previsto miglioramenti e semplificazioni nel
meccanismo del bonus: le innovazioni più significative sono, in
particolare, la possibilità di presentare un'unica domanda per i
bonus elettrico e gas e di utilizzare procedure di rinnovo semplificate
in
presenza
di
determinate condizioni. Dall'indagine, avviata per fare il punto
sullo stato di applicazione delle
agevolazioni, individuare even-
tuali criticità ed identificare possibili miglioramenti, emerge spiega l'Autorità in una nota che una quota di potenziali beneficiari del bonus non fa domanda e che, fra coloro che
l'hanno ottenuto, la percentuale
di rinnovi è del 70% circa. Inoltre, l'entità del bonus, per legge
commisurata alla spesa al netto
delle imposte, viene considerata
abbastanza contenuta rispetto
all'incidenza sulla spesa per
energia. Dall'indagine emerge
poi che rispetto all'utilizzo dell'indicatore ISEE, la soglia definita
- rimasta invariata negli ultimi 5
anni- sembrerebbe non intercettare a pieno le situazioni di povertà. Inoltre rispetto ai
potenziali aventi diritto, i bonus
vengono maggiormente richiesti
dai nuclei familiari che vivono nei
centri urbani, con capofamiglia
in una fascia compresa fra i 40 e
i 70 anni, mentre le richieste
sono inferiori nelle aree dove la
popolazione è più indigente e
meno istruita.
Due milioni di italiani hanno avuto
il bonus-sconto sull'energia elettrica
Redazione
Negli ultimi cinque anni, oltre due
milioni di consumatori hanno ottenuto almeno una volta il bonus
elettrico, l'agevolazione per coloro che si trovano in condizioni
economiche disagiate o per i malati gravi che usano apparecchiature salvavita. E un milione ha
ottenuto anche il bonus gas, per
un totale di oltre tre milioni di
bonus erogati. È quanto emerge
dalla "Relazione di chiusura dell'indagine conoscitiva sullo stato
di attuazione della disciplina del
bonus elettrico e gas" approvata
dall'Autorità per l'energia. Gli esiti
dell'indagine, che l'Autorità trasmetterà alla Presidenza del
Consiglio, ai Ministri dello Sviluppo Economico, dell'Economia
e del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono propedeutici per poter
Dalla Grande
Guerra alla pittura:
in mostra l'opera
di Dino Piazza
5
Redazione
Alpino nella Grande Guerra,
ingegnere edile nella sua
prima vita civile, il pittore
Dino Piazza ha vissuto tante
vite e tutte, in qualche modo,
hanno contribuito a farne un
artista eclettico, curioso, capace di guardare alle cose e
alle persone con un occhio
sempre originale, sempre intimo eppure dotato di grande
lucidità. La galleria "Il mondo
dell'arte", in via Margutta a
Roma, gli dedica ora una antologica dal titolo "Disegni e
pitture di Dino Piazza. 1940 1953", che resterà allestita
fino al 22 marzo. La rassegna offre una visione d'insieme sulla grande capacità
tecnica di questo artista e
sulle sue innumerevoli fonti di
ispirazione, da Matisse a Van
Gogh, da Picasso a Morandi,
passando per Cacciagrossi e
Monachesi. Le opere in mostra accompagnano il visitatore attraverso una pittura
che è narrazione e indagine
dell'uomo, soggetto preferito
di Piazza, e, insieme, ricerca
sulle varie possibilità di
espressione artistica, dallo
schizzo al disegno per arrivare all'acquerello, al ritratto,
al paesaggio e alle forme
astratte. A curare lʼesposizione, che ripercorre i tre periodi pittorici dellʼartista, così
come le tre fasi significative
della sua vita e della sua
opera, il maestro Elvino
Echeoni e Remo Panacchia,
fondatori de “Il Mondo dellʼArte”. Lʼallestimento della
mostra, invece, è stato curato
dal gallerista Adriano Chiusuri.
Forza Italia a Vendola: l'ospedale “Fazzi” di Lecce
necessita di nuove apparecchiature antitumorali
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Secolo
d’Italia
Redazione
Il vicepresidente vicario del
gruppo Pdl/Fi alla Regione Puglia, Erio Congedo, rivolgerà
una interrogazione al presidente
Nichi Vendola e allʼassessore
alla Salute Elena Gentile per
sollecitare la Regione a dotare il
polo oncologico dell'ospedale
“Fazzi" di Lecce di un acceleratore lineare di nuova generazione
che
consente
di
intervenire con successo su diverse forme di patologie tumorali. «La diffusione di patologie
tumorali nel Salento - evidenzia
- impone una seria riflessione
sulla opportunità che il polo oncologico del “Fazzi" di Lecce sia
dotato di uno strumento di com-
provata efficacia terapeutica
come lʼacceleratore lineare di ultima generazione, capace di colpire gli organi malati con
estrema precisione, senza particolari effetti collaterali e soprattutto evitando lʼinvasività e
lʼaleatorietà di un intervento chirurgico. Gli acceleratori lineari
esistenti a Lecce sono di vecchia generazione, mentre le
nuove macchine consentono di
intervenire su tumori inoperabili
in diverse parti del corpo. Da
anni migliaia di salentini sono
costretti a farsi curare in centri
ospedalieri del Nord, affrontando quindi trasferte e disagi.
Senza dimenticare, purtroppo,
che molti malati, per le proprie
condizioni fisiche o per indisponibilità economica, non possono
permettersi viaggi e soggiorni.
Ciò rappresenta drammaticamente un costo, economico e
sociale, inaccettabile, ma che
fortunatamente il progresso tecnologico e della scienza medica
rende oggi evitabile. Pur nella
consapevolezza che uno strumento di questo tipo ha dei costi
importanti, nellʼordine di qualche
milione di euro, è utile ricordare
che si tratterebbe per il Sistema
sanitario regionale e per i cittadini di un vero e proprio investimento. Anche perché la
disponibilità di una macchina a
Lecce permetterebbe di risparmiare sui rimborsi alle Asl fuori
regione e farebbe di Lecce un
punto di riferimento strategico
per tutto il Centrosud. Lʼefficacia
documentabile in altri centri italiani ed europei rappresenta una
speranza per molte persone. Invito dunque il presidente Vendola e lʼassessore alla Salute
Elena Gentile - è la richiesta di
Congedo - a valutare lʼopportunità dellʼacquisto dellʼacceleratore di marca Truebeam o Versa
Hd o altra marca con caratteristiche similari, segnando così
per il Salento e la Puglia un
punto fondamentale nella lotta al
male del secolo».
Redazione
«Le recenti esternazioni dellʼamministratore delegato di Atac, Danilo
Broggi, relative alle criticità finanziarie dellʼazienda ed in ordine a
crediti fantasiosi di 1,5 miliardi di
euro vantati dalla stessa verso
lʼAmministrazione capitolina e la
Regione Lazio, sono sintomatici
della grande confusione sul ruolo
di Atac da parte della Giunta Marino e dellʼassenza di una pur minima strategia al riguardo del
futuro del trasporto pubblico a
Roma». È quanto sostiene il consigliere di Forza Italia alla Regione
Lazio Antonello Aurigemma, secondo il quale «la contrazione dei
trasferimenti statali e regionali e il
decreto “Salva Roma” impongono
a Roma Capitale di procedere immediatamente alla stesura di un
piano industriale, che era stato
promesso per il 31 dicembre 2013
e che a tuttʼoggi risulta non pervenuto, che garantisca ai cittadini il
diritto alla mobilità con salvaguardia degli attuali livelli occupazionali. Anziché procedere ad
individuare le possibili soluzioni
anche coinvolgendo le opposizioni,
il sindaco va in vacanza a Parigi e
si occupa di scooter sharing, lʼassessore Improta di piste ciclabili e
di un fantasiosi Pgtu, avulso dalla
grave situazione di dissesto del
trasporto pubblico, e lʼamministratore delegato Broggi di fantasiosi
crediti vantati da Atac nei confronti
della Regione e del Comune che
non consentirebbero di pagare i
fornitori. Va inoltre precisato che
lʼAmministrazione capitolina, così
come ribadito dalla nota dellʼassessorato al Bilancio del Comune
di Roma, fino ad oggi si è fatta carico di stanziare le somme non pervenute dai finanziamenti sul
trasporto pubblico. Quindi – conclude Aurigemma – invece di cercare
nelle
amministrazioni
comunali e regionali responsabilità
sui dissesti dellʼazienda, sarebbe il
caso di fare poche chiacchiere e
capire se lʼattuale management è
in grado di predisporre un piano di
rilancio dellʼazienda o di avere un
sussulto di orgoglio e dimettersi
per fare spazio a gente competente».
Roma, sull'Atac solo chiacchiere, manca
ancora un piano del trasporto pubblico
SABATO 15 MARZO 2014
Milano, «la Giunta Pisapia
sgombera i nomadi
ma dimentica
la loro immondizia»
Redazione
«Il Comune di Milano ha
sgomberato 48 nomadi che
avevano occupato illegalmente lʼex polveriera di viale
Forlanini. Dopo lʼintervento Palazzo Marino ha assicurato di
aver messo in sicurezza tutta
lʼarea e di averla ripulita. Puntualmente le rassicurazioni
dellʼamministrazione Pisapia
sono state smentite dai cittadini. Uno di loro, passando davanti al campo, ha scattato
delle foto inequivocabili. Lʼarea
che ospitava il campo è stata
talmente messa in sicurezza
da essere letteralmente invasa
da rifiuti di ogni genere! Montagne di immondizia che non
sono ancora state rimosse». È
quanto afferma Riccardo De
Corato, vicepresidente del
Consiglio comunale e capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Regione,
che così prosegue: «I nostri
sgomberi venivano sempre
eseguiti dalla polizia in collaborazione con l'Amsa, che ripuliva
in
tempo
reale.
Evidentemente Pisapia non ha
idea di come si proceda in
questi casi. A questo punto
chiedo a Palazzo Marino di intervenire
immediatamente,
chiamando l'Amsa a ripulire
tutta lʼarea del campo. Non è
possibile tollerare un degrado
di questo genere a più di 24
ore dallo sgombero».
Il weekend capitolino propone una passeggiata
per la “Grande bellezza” di Roma
Secolo
SABATO 15 MARZO 2014
d’Italia
Priscilla Del Ninno
Appena spenti i riflettori di Los Angeles è immediatamente cominciata l'“operazione rispolvero” de
La grande bellezza. E tra attestati di merito, dibattiti sull'attribuzione o meno di titoli e onorificenze
alla città, e al regista Paolo Sorrentino che l'ha immortalata con maestria da Oscar, il calendario
degli appuntamenti capitolini per il weekend
avanza l'ultima, cinefila proposta: tre itinerari per
celebrare Roma. La sua “grande bellezza”. E il film
del cineasta napoletano – ma romano per azione
artistica – che le ha reso omaggio. Così, il Campidoglio vuole sublimare il successo di celluloide ripercorrendo tre luoghi con cui tornare “dal vivo” sui
set naturali immortalati nella pellicola. Nei tre itinerari, peraltro, sono compresi anche luoghi segreti, giardini e palazzi, non sempre aperti al
pubblico, ma che domenica si potranno eccezionalmente visitare. Il primo viaggio artistico parte
dunque dal Palazzo dei Penitenzieri ed arriva al
Fontanone del Gianicolo, sfondo della scena iniziale del film. Si potranno visitare anche i Palazzi
Sacchetti, Taverna, Altemps, Braschi Spada,
Piazza Navona (con annessi Palazzo Pamphili e
la Chiesa Sant'Agnese in Agone), passeggiare per
i Muraglioni del Tevere da Ponte Sisto e accedere
al Tempietto del Bramante. Un excursus storicoarcheologico, prima ancora che cinematografico,
anche se urbanisticamente riletto con la lente del
successo del film. Nel secondo tour, invece, saranno di scena le Terme di Caracalla, l'Aventino
col Giardino degli Aranci, Santa Maria del Priorato,
Santa Sabina, i Musei Capitolini, l'Angelicum, Palazzo Brancaccio, la Scala Santa, il Cimitero monumentale del Verano, il Colosseo e la casa con
vista sull'Anfiteatro Flavio, trasformata nella finzione cinematografica nella dimora del protagoni-
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sta Jep Gambardella-Tony Servillo. La terza proposta di viaggio itinerante alla riscoperta di Roma
e dei suoi siti, prevede infine un itinerario che comprende Palazzo Barberini, Via Bissolati, Via Veneto, Villa Medici, Villa Giulia. E come se non
bastasse, domenica saranno straordinariamente
aperte per la circostanza anche la Fontana dell'Acqua Paola e il Salone delle Fontane dell'Eur: a
conferma che la bellezza di Roma è davvero
grande, e non soltanto perché il cinema riesce a
raccontarla...
Da Ronconi a De Sica, passando per Pirandello: in cartellone la gamma dei colori teatrali
Bianca Conte
Da Ronconi a Pirandello, passando
per il mito di Cinecittà. I titoli in cartellone per il weekend teatrale esplorano la vasta gamma delle possibilità
espressive, esaltando diversi generi
spettacolari. E allora, da Milano a
Roma, passando per Genova e Ancona, si ride. Ci si commuove. Si ricorda. E allora, dopo l'anteprima al
Festival di Spoleto, Luca Ronconi ha
debuttato in prima nazionale al Piccolo con Pornografia, spettacolo tratto
dal romanzo del polacco Witold Gombrowicz, che sul palco milanese resterà in cartellone fino al 5 aprile.
Pubblicato nel 1962, il testo è una ironica riflessione sulle dinamiche del
desiderio e del sentimento, con due
amici di mezza età ospiti in una casa
di campagna, che non si capacitano
come la figlia dei padroni di casa, e
un ragazzo a loro servizio, siano completamente indifferenti l'uno all'altra.
Altro teatro, altro titolo in programma.
Una proposta che fa fare un grande
passo indietro nel tempo, passando
per la mitologia classica, per tornare a
tentare di definire l'universalità della
storia. Si torna dunque alla sacerdotessa troiana, figlia di Ecuba e
Priamo, in attesa della morte nella fortezza di Micene, dove l'ha condotta
prigioniera Agamennone. Ida Marinelli
è allora Cassandra, nella scrittura di
Christa Wolf: un racconto, diretto da
Francesco Frongia all'Elfo Puccini,
che scivola all'indietro, lungo i dieci
anni della guerra di Troia, dalla rovina
della sua città fino alla fanciullezza,
attraverso gli orrori della guerra e i
suoi inarrestabili meccanismi. Altra
tappa, altro registro teatrale: si arriva
a Roma con Cinecittà, che dopo due
mesi di tournée, approda finalmente
nella capitale. Un divertente e commovente omaggio in musical di Christian De Sica ai più celebri studios
cinematografici d'Italia fondati nel
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Antonio Triolo
Ugo Lisi
1937. In scena al Brancaccio, per più
di un mese, lo spettacolo diretto da
Giampiero Solari, con le coreografie
di Franco Miseria, cuce insieme racconti di vita vissuta, scene dietro le
quinte, gag su provini e canzoni evergreen. E da Roma, alla Grande Bellezza di Roma: dopo il trionfo agli
Oscar con il suo Gep Gambardella
nel film di Sorrentino, Toni Servillo
prosegue la tournée da oltre 150 repliche de Le voci di dentro, dramma
scritto nel 1948 da Eduardo De Filippo, di cui è regista e interprete, alla
Corte di Genova fino a domenica, e
da martedì al Carignano di Torino. Accanto al fratello Peppe, è Alberto Saporito, “colpevole” di aver denunciato
un omicidio solo sognato, disvelando
così i veri delitti dell'animo umano.
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7 agosto 1990 n. 250