scarica - Il Centro Servizi Culturali Santa Chiara
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Ritagli progetto di creazione di Alessandro Libertini Ritaglio 1: ÒLa grande solitudine delle opere deriva dallÕessere ammesse dopo aver perso aggressivitˆ, quando lÕabitudine le appiattisce, le ovaziona, trasformandole in classiciÓ Jean Cocteau Il ricordo del babbo Lo studio di mio padre era pieno di ritagli di giornale. Occupavano le sedie, buona parte del tavolo, ne nascondeva uno quasi ogni libro della ricca biblioteca. Erano articoli ritagliati da riviste specializzate, ma soprattutto dalle rubriche letterarie dei pi• importanti quotidiani. A volte rivolgevo la domanda: - Babbo, hai bisogno che ti compri il giornale? - e lui - S“ grazie. Oggi che giorno •, mercoled“? Comprami il Corriere - oppure, se era gioved“ - La Stampa - lÕUnitˆ se era venerd“. Conosceva alla perfezione in quale giorno della settimana uscivano i vari inserti sulle novitˆ editoriali. Poi, una volta che il quotidiano era nelle sue mani, scorreva i titoli, vagliava lÕinteresse dellÕargomento e la firma del relatore. E se lÕarticolo poteva in qualche modo nutrire la sua curiositˆ lo leggeva, ne sottolineava le frasi salienti, vi annotava qualcosa in margine e, alla fine, lo ritagliava. Tagliandone i contorni tutto in giro con le forbici lo isolava dal contesto, e cos“ facendo lo alleggeriva da quanto di inutile lo attorniasse. Inutili per lui, ovviamente, perchŽ ritagliare era, per mio padre, unÕattivitˆ legata alla ricerca. Attraverso lÕazione del ritagliare, egli eleggeva quel determinato componimento ad espressione di sŽ stesso. Con gli autori di quegli articoli dialogava, intimamente. In quei ritagli, nei pensieri e nelle notizie contenute, cercava parole in grado di rappresentare, anche se solo per frammenti, la sua personale visione della realtˆ. Oggi che mio padre non cÕŽ pi•, entrando nel suo studio rimasto ancora come lÕaveva lasciato, ho lÕimpressione che tutti quei ritagli continuino a parlarmi di lui, continuino a parlarmi per lui. Leggendoli, affiorano i tratti caratterizzanti della sua personalitˆ: lÕinesauribile curiositˆ, lÕapertura verso il nuovo, la consapevolezza del ruolo politico della cultura, della funzione sociale dellÕarte, insomma lÕinsieme degli ideali sottesi al suo modo di concepire la vita e il mondo. Disegnare con le forbici Quanto appena scritto su mio padre richiama un altro ÒritagliatoreÓ, Henri Matisse, il quale amava definirsi cos“: - Un artista • un esploratore. Cominci col cercarsi, col vedersi agire. 1 A partire dagli anni Ô40, lÕattivitˆ di esplorazione di Matisse lo porta a realizzare papiers dŽcoupŽs. La tecnica, che consiste nel ritagliare direttamente su carta e cartoni colorati per poi applicare le forme ottenute su tela, consente a Matisse di realizzare forme sempre pi• stilizzate. Scrive infatti Matisse: ÒIl papier dŽcoupŽ mi permette di disegnare nel colore. Si tratta per me di una semplificazione. Invece di disegnare il contorno e di inserirvi il colore, uno che modifica l«altro, disegno direttamente nel colore che Ž tanto pi• calibrato in quanto non Ž trasposto... Non c«Ž frattura tra i miei vecchi quadri ed i dŽcoupages; ho solo raggiunto con pi• assolutezza, con maggiore astrazione una forma decantata fino all«essenziale ed ho conservato dell«oggetto il segno che Ž sufficiente a farlo esistere nella forma sua propria." Ritaglio 2: "Ritagliare direttamente nel colore mi ricorda il lavoro dello scultore con la pietra. Queste immagini dai toni intensi e vivaci sono generati da ricordi cristallizzati nel circo, di fiabe popolari o di viaggi". Matisse Le silhouettes di Hans Christian Andersen Si pu˜ ritagliare per raccontare storie. Quando aveva 45 anni, nel 1850, Hans Christian Andersen realizz˜ un 'album di figurine'. Come spiega il professor Johan de Mylius, direttore del Centro Andersen dell'Universita' di Odense, ''lo scrittore si divertiva a realizzare dei dŽcoupage, ritagliando e incollando fogli scritti ed immagini, un passatempo con il quale lui teneva in allenamento la sua mente creativa. E al tempo stesso realizzava questi album anche come omaggio per i bambini delle famiglie che lo ospitavano''. 2 Di figurine ritagliate nella carta Andersen se ne serviva anche per raccontare fiabe nelle serate con gli amici, anzi, probabilmente era proprio dai suoi dŽcoupages che nascevano le idee per le fiabe e non viceversa, come ammise lui stesso ad un giovane amico: - Fra Andersens saks / springer eventyr straks! (Dalle forbici di Andersen, salta fuori allÕimprovviso una favola). EÕ possibile quindi che lÕidea che un soldatino di stagno potesse innamorarsi di una ballerina di carta che viveva in un mondo tutto di carta gli sia venuta pi• dal manovrar le forbici che la penna. Ritaglio 3: ÒIl privilegio dellÕartista • proprio la capacitˆ di rendere prezioso e nobile il pi• umile oggetto.Ó Matisse Ritagli dagli universi poetici Ritaglio 4: ÒDans chaque enfant il y a un artiste. Le probl•me est de savoir comment rester un artiste en grandissantÓ Picasso Molti artisti - ed io mi considero tra questi - ambiscono allÕessenzialitˆ e alla purezza propri dellÕinfanzia. Questo li porta a prestare una particolare attenzione al modo con cui i bambini si rapportano a tutte le forme in cui la realtˆ si manifesta loro. Questi artisti, dei bambini hanno stima e rispetto, ai bambini si rapportano come se fossero dei colleghi e, in alcuni casi, persino dei maestri. Essi osservano i bambini nel tentativo di emularne la capacitˆ analitica. Vorrebbero rubare loro il segreto che sottende, ad esempio, al particolare modo che hanno di osservare gli oggetti: una maniera tutta speciale di guardare che trascende la fisicitˆ stessa dellÕoggetto per lasciare campo libero allÕimmaginazione. Per altri aspetti, questi stessi artisti sembrano invidiare al bambino la grande capacitˆ di sintesi: lÕattitudine tutta infantile a muoversi con estrema libertˆ tra forma, funzione e rappresentazione, lÕabilitˆ che solo il bambino possiede di trasformare un manico di scopa in un cavallo da cavalcare, e di cavalcarlo davvero. Sono artisti che si nutrono dÕinfanzia: delle atmosfere dellÕinfanzia, del ricordo dellÕinfanzia, della nostalgia, del desiderio dÕinfanzia, ma anche delle logiche infantili, dei metodi ideativi, dei criteri formativi, delle regole compositive. Ho realizzato spettacoli a partire dal lavoro di artisti visivi (Piet Mondrian, Giorgio Brogi), musicisti (Robert Schumann, Miles Davis) e scrittori (Collodi, Paola Zannoner). Sempre ho cercato i possibili collegamenti tra questi artisti e i bambini, allo scopo di favorire un dialogo tra universi poetici solo apparentemente molto distanti. Con questo nuovo progetto vorrei giungere alla creazione di uno spettacolo ispirandomi alla poetica non di un artista ma di una struttura, o di pi• strutture, che allÕinfanzia dedicano 3 unÕattenzione particolare, favorendo dibattiti, studi, analisi originali. Vorrei appoggiarmi ad operatori, insegnanti, genitori, che sÕinterrogano e continuano ad interrogarsi sulla propria idea di bambino, sul proprio concetto dÕinfanzia. Vorrei attingere a visioni dÕinfanzia che non appartengono ad artisti ma a chi con lÕinfanzia vive in costante contatto, giorno dopo giorno, allÕinterno delle proprie mura domestiche o nella vita scolastica, nella programmazione di un teatro o nellÕinsieme delle attivitˆ che un centro specializzato propone alle famiglie. Concepts dŽcoupŽs Si pu˜ ritagliare per esprimere pensieri: si possono ritagliare idee ed accostarle ad altre idee al fine di produrre nuovi pensieri, pi• articolati e complessi. Per spiegare come intendo lavorare mi servir˜ dei papiers dŽcoupŽs di Matisse. Immaginiamo che un grande foglio di carta blu rappresenti lÕinsieme delle idee determinata di bambino struttura che una esprime attraverso il proprio operare su di un territorio. Da questo grande foglio blu, io - lÕartista - ritaglio alcuni concetti, quelli che sento a me pi• vicini. Sono idee relative a quel che gli adulti pensano dei bambini, dei loro bambini, dei bambini di cui si prendono cura. I concetti ritagliati vengono messi nelle mani degli operatori, produttori, programmatori ed insegnanti della prima infanzia che prendono parte al progetto. Seguendo ciascuno la propria sensibilitˆ, i partecipanti compongono un collage servendosi unicamente dei concepts dŽcoupŽs forniti dallÕartista. I collages tornano allÕartista che li rielabora restituendone la propria sintesi. In concreto, penso di effettuare alcuni iniziali sopralluoghi nelle strutture interessate al progetto con lo scopo di raccogliere stimoli: scritti, pubblicazioni, foto, disegni, materiali vari. Poi penso di dar vita a due laboratori, uno rivolto a produttori e programmatori e un altro ad insegnanti e genitori. I partecipanti trovano nel laboratorio un modo di esprimere il loro personale modo di concepire lÕinfanzia attraverso metodologie vicine alla creazione artistica. In seguito lÕartista rielabora in solitudine i materiali prodotti dai laboratori e crea uno spettacolo in forma di studio. Lo studio viene rappresentato davanti al pubblico dei bambini e dei genitori, nei nidi e nelle scuole dellÕinfanzia insieme a coloro che hanno partecipato ai laboratori. Lo studio diventa oggetto di discussione tra produttori, programmatori, genitori ed insegnanti. Le considerazioni e i suggerimenti emersi dalla discussione costituiranno il materiale da cui partire per la creazione dello spettacolo conclusivo. 4